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N. 20225/15 R.G. Notizie di reato
N. 4873/16 R.G. Tribunale Torino
N. Reg. Sent.
Data del deposito
Data di irrevocabilità
V°. del P.G. 41 - - )--
N. Reg. Esec.
N. Campione Pen.
Redatta scheda il
rilasciati estratti
TRIBUNALE ORDINARIO DI TORINO
QUINTA SEZIONE PENALE
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale di Torino, in composizione monocratica, nella persona della dr.ssa
Maria Iannibelli all' udienza del 30.3.2017 ha pronunziato e pubblicato
mediante lettura del dispositivo la seguente
SENTENZA
nei confronti di:
FISSORE Guido
nato a Savigliano il 9.11.1945
residente e domiciliato ex art. 161 c.p.p. in Villar Fioccardo via Conte
Carroccio 17
- libero presente -
CONTI Giovanni Valter
nato a Torino il 29.3.1951
residente e domiciliato ex art. 161 c.p.p. in Villar Dora via Celle 116
- libero presente -
ALO VISI Massimo Luigi
nato a Torino il 16.6.1972
residente e domiciliato ex art. 161 c.p.p. in Villar Fioccardo via Chiesali 47
- libero presente -
IMPUTATI
FISSORE Guido
Del reato di cui all'art. 650 c.p. perché non osservava un provvedimento
legalmente dato dall'Autorità per ragione di ordine pubblico e sicurezza
pubblica; in particolare, in occasione del presidio NOTAV innanzi al cancello
del varco 1 della centrale elettrica di Chiomonte, penetrava all'interno
dell'area ove è ubicata la centrale elettrica, così violando l'Ordinanza
Prefettizia n. 20010000723/Areal Ord. E Sic. Pub. in vigore dal 26.2.2015 al
30.9.2015 che — a conferma e proroga della precedente e analoga ordinanza n.
20010000723/Areal in vigore dal 15.9.2014 al 28.2.2015 — impediva alle
persone non autorizzate l'ingresso nella suddetta area.
In Chiomonte il 31.7.2015
CONTI Giovanni Valter
Del reato di cui all'art. 650 c.p. perché non osservava un provvedimento
legalmente dato dall'Autorità per ragione di ordine pubblico e sicurezza
pubblica; in particolare, in occasione del presidio NOTAV innanzi al cancello
del varco 1 della centrale elettrica di Chiomonte, penetrava all'interno
dell'area ove è ubicata la centrale elettrica, così violando l'Ordinanza
Prefettizia n. 20010000723/Areal Ord. E Sic. Pub. in vigore dal 26.2.2015 al
30.9.2015 che — a conferma e proroga della precedente e analoga ordinanza n.
20010000723/Areal in vigore dal 15.9.2014 al 28.2.2015 — impediva alle
persone non autorizzate l'ingresso nella suddetta area.
In Chiomonte il 31.7.2015
ALO VISI Massimo Luigi
Del reato di cui all'art. 650 c.p. perché non osservava un provvedimento
legalmente dato dall'Autorità per ragione di ordine pubblico e sicurezza
pubblica; in particolare, in occasione del presidio NOTAV innanzi al cancello
2
del varco 1 della centrale elettrica di Chiomonte, penetrava all'interno
dell'area ove è ubicata la centrale elettrica, così violando l'Ordinanza
Prefettizia n. 20010000723/Areal Ord. E Sic. Pub. in vigore dal 26.2.2015 al
30.9.2015 che — a conferma e proroga della precedente e analoga ordinanza n.
20010000723/Area 1 in vigore dal 15.9.2014 al 28.2.2015 — impediva alle
persone non autorizzate l'ingresso nella suddetta area.
In Chiomonte il 31.7.2015
Le parti hanno concluso come segue.
- pubblico ministero:
assoluzione di tutti gli imputati perché il fatto non sussiste
- difesa Fissore:
assoluzione perché il fatto non è previsto dalla legge come reato; assoluzione
per non avere commesso il fatto
- difesa Conti — Alovisi:
assoluzione perché il fatto non sussiste
MOTIVI DELLA DECISIONE
Si è proceduto con rito ordinario, a seguito di opposizione a decreto penale
alla presenza di tutti gli imputati.
Dalle prove assunte risulta quanto segue.
Va innanzi tutto detto che, su richiesta della difesa dell'imputato Fissore
Guido, sono state, tra l'altro, acquisite due mappe tratte da google Map,
raffiguranti l'area della centrale elettrica di Chiomonte, indicate con i numeri 1
e 2; e a tali mappe, sulle quali su accordo delle parti sono stati contrassegnati
con delle lettere dei punti significativi, si farà riferimento per comprendere
l'ubicazione dei luoghi di interesse per il presente procedimento e le condotte
tenute dagli attuali imputati.
Guadando la mappa n. 1, a sinistra, risulta indicato con la lettera C il cancello,
oltre il quale, verso destra si dipana la via dell'Avanà del comune di
Chiomonte. Nella mappa 2 che raffigura una visione più ampia rispetto alla
mappa 1 si evidenzia la via dell'Avanà che partendo dal cancello sopra
indicato, dopo circa un chilometro, raggiunge il "cantiere", indicato con la
lettera X. Lungo la via dell'Avanà ad una distanza di un centinaio di metri dal
cancello si nota un sentiero, una strada sterrata che sbocca sulla via dell'Avanà
stessa, indicata con le lettere SB. ,
Può poi ritenersi provato, sul punto sono tutti d'accordo, che la sera del fatto,
nei pressi del varco 1, cioè a sinistra del cancello sopra indicato, oltre il quale
verso destra si dipana la via dell'Avanà, vi erano circa trenta persone che
3
4j)/
come ogni venerdì organizzano un presidio, portano cibo e bevande, per
manifestare la loro contrarietà ai lavori dell'Alta Velocità.
Quel giorno in servizio presso il cantiere vi era, tra gli altri, il sovrintendente
della Polizia di Stato Sicara Vittorio, in servizio presso la Questura di Torino-
Digos.
Quest'ultimo, esaminato quale teste all'udienza del 12.1.2017, ha riferito che
verso le ore 20 vedeva tre persone, che arrivavano dal piazzaletto, al quale
erano giunti provenendo da una strada sterrata che sbocca sulla via dell'Avanà
(cfr. mappa 2, dove è indicata con le lettere SB) In particolare alla domanda
del difensore avv. Carena: Per caso ha visto se arrivavano da un vecchio
sentiero attraversando il fiume ? il teste ha risposto: Era l'unico posto da dove
potevano venire (pag. 12 trascrizioni). Tali persone, poi identificate negli
attuali imputati, si portavano su via dell'Avanà dove egli e il collega Borgese
Fabrizio li fermavano. Teste Sicara: Io li ho fermati su via dell'Avanà, li ho
fermati su via dell'Avanà. Nel momento in cui loro hanno messo piede su via
dell'Avanà, gli ho detto "voi sapete che..(pag. 13 trascrizioni). Sicara
riaccompagnava poi gli imputati al cancello, dove c'era il presidio, facendoli
transitare sulla via dell'Avanà.
Diversa versione è stata fornita dagli imputati che si sono sottoposti all'esame.
In particolare gli stessi hanno sostenuto che quel giorno avevano guadato a
piedi il torrente - l'acqua, essendo estate, era bassa — che si trova circa
all'altezza dei terreni acquistati da un migliaio di appartenenti al Movimento
No Tav, dove sono stati piantati anche degli ulivi, in una zona che si chiama la
Colombera (cfr. mappa 2 dove i luoghi citati sono indicati rispettivamente con
le lettere G e CL). Avevano deciso di fare ciò in segno di protesta sia perché
c'era impedito di raggiungere questi terreni in modo facile cioè attraverso la
strada e sia per protestare contro la chiusura al traffico ed al passaggio delle
persone della via dell'Avanà , pur essendo a distanza di oltre un chilometro
dal cantiere questa zona, la zona della centrale. Quindi noi abbiamo
attraversato il torrente, poi abbiamo imboccato questa strada che è una
strada sterrata (cfr. esame imputato Fissore pag 10 mappa 2 dove sono
indicate le lettere SB). Percorrevano la strada sterrata e si fermavano a una
distanza di uno o due metri da dove detta strada interseca la via dell'Avanà.
Sapendo che c'erano molte ordinanze- ha dichiarato l'imputato Fissore - noi
eravamo sicuri che l'ordinanza riguardasse solo il passaggio delle macchine
no pedonale, per sicurezza ci siamo fermati prima dell'imbocco della via
dell'Avanà, diciamo ad un metro o due della strada e siamo rimasti lì. Mentre
erano fermi vedevano venire verso di loro sulla via dell'Avanà, provenienti dal
cancello dove c'era il presidio, che dista circa centocinquanta metri, due o tre-i
poliziotti, che si erano accorti della loro presenza perché coloro che
partecipavano al presidio presso il varco 1, vedendoli - Fissore aveva in mano
una bandiera - avevano iniziato a salutarli attirando la loro attenzione. I
4
ilk
poliziotti li raggiungevano e li identificavano. Trascorsi tre o quattro minuti
arrivava da su dove c'è il piazzale della Maddalena un'automobile, dalla
quale scendevano due agenti della Digos, uno dei quali era l'agente Sicara
Vittorio (quello che ha testimoniato la volta scorsa). Intendevano tornare
indietro, ripercorrendo la strada a ritroso, ma gli agenti li accompagnavano al
cancello percorrendo la via dell'Avanà.
I testi Scartano Luciano, Geminati Prin Anna Maria e De Michele
Mariagrazia, esaminati all'udienza del 25.1.2017, che quel giorno
partecipavano al presidio nei pressi del varco 1 hanno confermato quanto
dichiarato dagli imputati.
In particolare Geminati Prin Anna Maria ha affermato che gli imputati, i
quali, in un primo tempo, erano con lei presso il cancello, le dicevano
"andiamo a guadare il fiume di là". Trascorso un po' di tempo, li vedeva
comparire sullo sterrato, dove rimanevano senza accedere alla via dell'Avanà.
La teste e gli altri iniziavano a salutarli e a fare una piccola battitura, che
consiste nel prendere dei pezzi di legno o delle pietre e batterle contro la rete
del cancello, è una specie di protesta. A questo punto, i poliziotti in borghese
che si trovavano nei pressi del varco si dirigevano verso i tre imputati, che
rimanevano fermi sullo sterrato. Dipoi questi ultimi, accompagnati dai
poliziotti, entravano nella via dell'Avanà e raggiungevano il cancello.
Scartano Giuseppe ha confermato quanto detto dal teste Geminati,
precisando che dopo che i poliziotti, partiti dal cancello, avevano raggiunto gli
imputati sopraggiunse una camionetta della Digos. In tali circostanze il teste
eseguì delle riprese (è stato acquisito il relativo CD), nonché scattò delle
fotografie, contrassegnate con i nn 3, 4, 5 e 6, anch'esse acquisite agli atti.
Ora, le dichiarazioni dei testi della difesa e soprattutto la visione delle
fotografie e delle riprese confermano la versione degli imputati e smentiscono
quelle del teste Sicara Vittorio.
Innanzi tutto va evidenziato che Sicara, agente della Digos, intervenne in un
secondo tempo dopo cioè che erano intervenuti gli operatori di p.g. in servizio
presso il Commissariato di Bardonecchia. Ciò si evince in maniera
indiscutibile dalla visione della fotografia n. 3, scattata alle ore 20-22-14 dove
si vedono tre poliziotti uno dietro l'altro (l'ultimo indossa una maglietta verde)
percorrere via dell'Avanà provenendo dal cancello e dirigersi verso tre uomini,
gli attuali imputati. Nella fotografia n. 4 delle ore 20.23.38 si vedono i tre
poliziotti che hanno raggiunto gli imputati. Nella fotografia n. 5 delle ore
20.24.48 è ripresa la camionetta della Digos che prima non c'era, proveniente
dall'alto, dal piazzale della Maddalena, e un uomo con la maglietta bianca,
che, visionando le riprese, si vede aprire e scendere dalla portiera lato
guidatore. Nella fotografia n. 6 i tre imputati, i tre poliziotti visti nella
fotografia 1 e l'agente della Digos con la maglietta bianca, verosimilmente
Sicara Vittorio percorronola via dell'Avanà verso il cancello.
5
In conclusione, poiché è incontestabile che il teste Sicara sia intervenuto dopo
gli operanti del Commissariato di P.S. di Bardonecchia, del tutto inattendibili
sono le sue dichiarazioni in merito all'avere fermato gli imputati ...nel
momento in cui loro hanno messo piede su via dell'Avanà .
D'altra parte dalla stessa annotazione dell'Ispettore Giacometti Gino Paolo in
servizio presso il Commissariato di P.S. di Bardonecchia, acquisita su accordo
delle parti, si rileva che furono egli e i suoi colleghi a identificare gli imputati,
portandosi verso gli stessi, poiché i dimostranti presso il cancello avevano
iniziato a salutarli e a battere contro la rete del cancello.
Ed allora, risulta ampiamente provato che gli imputati non penetrarono
nell'area interdetta dall'ordinanza indicata in epigrafe e in particolare non
circolarono sulla via dell'Avanà, violando l'ordinanza del Prefetto.
Tale conclusione è assorbente rispetto alle questioni sollevate dalla difesa
Fissore sulla legittimità dell'ordinanza e sul contenuto della stessa in merito al
divieto di circolazione sulla via dell'Avanà che riguarderebbe i veicoli e non i
pedoni.
Pertanto FISSORE Guido, CONTI Giovanni Valter e ALOVISI Massimo
Luigi devono essere assolti dal reato loro rispettivamente ascritto perché il
fatto non sussiste.
P . Q . M .
Visto l'art. 530 c.p.p.
Assolve FISSORE Guido, CONTI Giovanni Valter e ALOVISI Massimo
Luigi dal reato loro rispettivamente ascritto perché il fatto non sussiste.
Visto l'art. 544 c.p.p.
Indica in gg. 30 il deposito della sentenza.
Torino, 30 marzo 2017
Depositata in Cancelleria il I 3 I./tf ?d
Il iudice
Dr.ssa aria myelli
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Sentenza no tav

  • 1. N. 20225/15 R.G. Notizie di reato N. 4873/16 R.G. Tribunale Torino N. Reg. Sent. Data del deposito Data di irrevocabilità V°. del P.G. 41 - - )-- N. Reg. Esec. N. Campione Pen. Redatta scheda il rilasciati estratti TRIBUNALE ORDINARIO DI TORINO QUINTA SEZIONE PENALE REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale di Torino, in composizione monocratica, nella persona della dr.ssa Maria Iannibelli all' udienza del 30.3.2017 ha pronunziato e pubblicato mediante lettura del dispositivo la seguente SENTENZA nei confronti di: FISSORE Guido nato a Savigliano il 9.11.1945 residente e domiciliato ex art. 161 c.p.p. in Villar Fioccardo via Conte Carroccio 17 - libero presente -
  • 2. CONTI Giovanni Valter nato a Torino il 29.3.1951 residente e domiciliato ex art. 161 c.p.p. in Villar Dora via Celle 116 - libero presente - ALO VISI Massimo Luigi nato a Torino il 16.6.1972 residente e domiciliato ex art. 161 c.p.p. in Villar Fioccardo via Chiesali 47 - libero presente - IMPUTATI FISSORE Guido Del reato di cui all'art. 650 c.p. perché non osservava un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragione di ordine pubblico e sicurezza pubblica; in particolare, in occasione del presidio NOTAV innanzi al cancello del varco 1 della centrale elettrica di Chiomonte, penetrava all'interno dell'area ove è ubicata la centrale elettrica, così violando l'Ordinanza Prefettizia n. 20010000723/Areal Ord. E Sic. Pub. in vigore dal 26.2.2015 al 30.9.2015 che — a conferma e proroga della precedente e analoga ordinanza n. 20010000723/Areal in vigore dal 15.9.2014 al 28.2.2015 — impediva alle persone non autorizzate l'ingresso nella suddetta area. In Chiomonte il 31.7.2015 CONTI Giovanni Valter Del reato di cui all'art. 650 c.p. perché non osservava un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragione di ordine pubblico e sicurezza pubblica; in particolare, in occasione del presidio NOTAV innanzi al cancello del varco 1 della centrale elettrica di Chiomonte, penetrava all'interno dell'area ove è ubicata la centrale elettrica, così violando l'Ordinanza Prefettizia n. 20010000723/Areal Ord. E Sic. Pub. in vigore dal 26.2.2015 al 30.9.2015 che — a conferma e proroga della precedente e analoga ordinanza n. 20010000723/Areal in vigore dal 15.9.2014 al 28.2.2015 — impediva alle persone non autorizzate l'ingresso nella suddetta area. In Chiomonte il 31.7.2015 ALO VISI Massimo Luigi Del reato di cui all'art. 650 c.p. perché non osservava un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragione di ordine pubblico e sicurezza pubblica; in particolare, in occasione del presidio NOTAV innanzi al cancello 2
  • 3. del varco 1 della centrale elettrica di Chiomonte, penetrava all'interno dell'area ove è ubicata la centrale elettrica, così violando l'Ordinanza Prefettizia n. 20010000723/Areal Ord. E Sic. Pub. in vigore dal 26.2.2015 al 30.9.2015 che — a conferma e proroga della precedente e analoga ordinanza n. 20010000723/Area 1 in vigore dal 15.9.2014 al 28.2.2015 — impediva alle persone non autorizzate l'ingresso nella suddetta area. In Chiomonte il 31.7.2015 Le parti hanno concluso come segue. - pubblico ministero: assoluzione di tutti gli imputati perché il fatto non sussiste - difesa Fissore: assoluzione perché il fatto non è previsto dalla legge come reato; assoluzione per non avere commesso il fatto - difesa Conti — Alovisi: assoluzione perché il fatto non sussiste MOTIVI DELLA DECISIONE Si è proceduto con rito ordinario, a seguito di opposizione a decreto penale alla presenza di tutti gli imputati. Dalle prove assunte risulta quanto segue. Va innanzi tutto detto che, su richiesta della difesa dell'imputato Fissore Guido, sono state, tra l'altro, acquisite due mappe tratte da google Map, raffiguranti l'area della centrale elettrica di Chiomonte, indicate con i numeri 1 e 2; e a tali mappe, sulle quali su accordo delle parti sono stati contrassegnati con delle lettere dei punti significativi, si farà riferimento per comprendere l'ubicazione dei luoghi di interesse per il presente procedimento e le condotte tenute dagli attuali imputati. Guadando la mappa n. 1, a sinistra, risulta indicato con la lettera C il cancello, oltre il quale, verso destra si dipana la via dell'Avanà del comune di Chiomonte. Nella mappa 2 che raffigura una visione più ampia rispetto alla mappa 1 si evidenzia la via dell'Avanà che partendo dal cancello sopra indicato, dopo circa un chilometro, raggiunge il "cantiere", indicato con la lettera X. Lungo la via dell'Avanà ad una distanza di un centinaio di metri dal cancello si nota un sentiero, una strada sterrata che sbocca sulla via dell'Avanà stessa, indicata con le lettere SB. , Può poi ritenersi provato, sul punto sono tutti d'accordo, che la sera del fatto, nei pressi del varco 1, cioè a sinistra del cancello sopra indicato, oltre il quale verso destra si dipana la via dell'Avanà, vi erano circa trenta persone che 3 4j)/
  • 4. come ogni venerdì organizzano un presidio, portano cibo e bevande, per manifestare la loro contrarietà ai lavori dell'Alta Velocità. Quel giorno in servizio presso il cantiere vi era, tra gli altri, il sovrintendente della Polizia di Stato Sicara Vittorio, in servizio presso la Questura di Torino- Digos. Quest'ultimo, esaminato quale teste all'udienza del 12.1.2017, ha riferito che verso le ore 20 vedeva tre persone, che arrivavano dal piazzaletto, al quale erano giunti provenendo da una strada sterrata che sbocca sulla via dell'Avanà (cfr. mappa 2, dove è indicata con le lettere SB) In particolare alla domanda del difensore avv. Carena: Per caso ha visto se arrivavano da un vecchio sentiero attraversando il fiume ? il teste ha risposto: Era l'unico posto da dove potevano venire (pag. 12 trascrizioni). Tali persone, poi identificate negli attuali imputati, si portavano su via dell'Avanà dove egli e il collega Borgese Fabrizio li fermavano. Teste Sicara: Io li ho fermati su via dell'Avanà, li ho fermati su via dell'Avanà. Nel momento in cui loro hanno messo piede su via dell'Avanà, gli ho detto "voi sapete che..(pag. 13 trascrizioni). Sicara riaccompagnava poi gli imputati al cancello, dove c'era il presidio, facendoli transitare sulla via dell'Avanà. Diversa versione è stata fornita dagli imputati che si sono sottoposti all'esame. In particolare gli stessi hanno sostenuto che quel giorno avevano guadato a piedi il torrente - l'acqua, essendo estate, era bassa — che si trova circa all'altezza dei terreni acquistati da un migliaio di appartenenti al Movimento No Tav, dove sono stati piantati anche degli ulivi, in una zona che si chiama la Colombera (cfr. mappa 2 dove i luoghi citati sono indicati rispettivamente con le lettere G e CL). Avevano deciso di fare ciò in segno di protesta sia perché c'era impedito di raggiungere questi terreni in modo facile cioè attraverso la strada e sia per protestare contro la chiusura al traffico ed al passaggio delle persone della via dell'Avanà , pur essendo a distanza di oltre un chilometro dal cantiere questa zona, la zona della centrale. Quindi noi abbiamo attraversato il torrente, poi abbiamo imboccato questa strada che è una strada sterrata (cfr. esame imputato Fissore pag 10 mappa 2 dove sono indicate le lettere SB). Percorrevano la strada sterrata e si fermavano a una distanza di uno o due metri da dove detta strada interseca la via dell'Avanà. Sapendo che c'erano molte ordinanze- ha dichiarato l'imputato Fissore - noi eravamo sicuri che l'ordinanza riguardasse solo il passaggio delle macchine no pedonale, per sicurezza ci siamo fermati prima dell'imbocco della via dell'Avanà, diciamo ad un metro o due della strada e siamo rimasti lì. Mentre erano fermi vedevano venire verso di loro sulla via dell'Avanà, provenienti dal cancello dove c'era il presidio, che dista circa centocinquanta metri, due o tre-i poliziotti, che si erano accorti della loro presenza perché coloro che partecipavano al presidio presso il varco 1, vedendoli - Fissore aveva in mano una bandiera - avevano iniziato a salutarli attirando la loro attenzione. I 4 ilk
  • 5. poliziotti li raggiungevano e li identificavano. Trascorsi tre o quattro minuti arrivava da su dove c'è il piazzale della Maddalena un'automobile, dalla quale scendevano due agenti della Digos, uno dei quali era l'agente Sicara Vittorio (quello che ha testimoniato la volta scorsa). Intendevano tornare indietro, ripercorrendo la strada a ritroso, ma gli agenti li accompagnavano al cancello percorrendo la via dell'Avanà. I testi Scartano Luciano, Geminati Prin Anna Maria e De Michele Mariagrazia, esaminati all'udienza del 25.1.2017, che quel giorno partecipavano al presidio nei pressi del varco 1 hanno confermato quanto dichiarato dagli imputati. In particolare Geminati Prin Anna Maria ha affermato che gli imputati, i quali, in un primo tempo, erano con lei presso il cancello, le dicevano "andiamo a guadare il fiume di là". Trascorso un po' di tempo, li vedeva comparire sullo sterrato, dove rimanevano senza accedere alla via dell'Avanà. La teste e gli altri iniziavano a salutarli e a fare una piccola battitura, che consiste nel prendere dei pezzi di legno o delle pietre e batterle contro la rete del cancello, è una specie di protesta. A questo punto, i poliziotti in borghese che si trovavano nei pressi del varco si dirigevano verso i tre imputati, che rimanevano fermi sullo sterrato. Dipoi questi ultimi, accompagnati dai poliziotti, entravano nella via dell'Avanà e raggiungevano il cancello. Scartano Giuseppe ha confermato quanto detto dal teste Geminati, precisando che dopo che i poliziotti, partiti dal cancello, avevano raggiunto gli imputati sopraggiunse una camionetta della Digos. In tali circostanze il teste eseguì delle riprese (è stato acquisito il relativo CD), nonché scattò delle fotografie, contrassegnate con i nn 3, 4, 5 e 6, anch'esse acquisite agli atti. Ora, le dichiarazioni dei testi della difesa e soprattutto la visione delle fotografie e delle riprese confermano la versione degli imputati e smentiscono quelle del teste Sicara Vittorio. Innanzi tutto va evidenziato che Sicara, agente della Digos, intervenne in un secondo tempo dopo cioè che erano intervenuti gli operatori di p.g. in servizio presso il Commissariato di Bardonecchia. Ciò si evince in maniera indiscutibile dalla visione della fotografia n. 3, scattata alle ore 20-22-14 dove si vedono tre poliziotti uno dietro l'altro (l'ultimo indossa una maglietta verde) percorrere via dell'Avanà provenendo dal cancello e dirigersi verso tre uomini, gli attuali imputati. Nella fotografia n. 4 delle ore 20.23.38 si vedono i tre poliziotti che hanno raggiunto gli imputati. Nella fotografia n. 5 delle ore 20.24.48 è ripresa la camionetta della Digos che prima non c'era, proveniente dall'alto, dal piazzale della Maddalena, e un uomo con la maglietta bianca, che, visionando le riprese, si vede aprire e scendere dalla portiera lato guidatore. Nella fotografia n. 6 i tre imputati, i tre poliziotti visti nella fotografia 1 e l'agente della Digos con la maglietta bianca, verosimilmente Sicara Vittorio percorronola via dell'Avanà verso il cancello. 5
  • 6. In conclusione, poiché è incontestabile che il teste Sicara sia intervenuto dopo gli operanti del Commissariato di P.S. di Bardonecchia, del tutto inattendibili sono le sue dichiarazioni in merito all'avere fermato gli imputati ...nel momento in cui loro hanno messo piede su via dell'Avanà . D'altra parte dalla stessa annotazione dell'Ispettore Giacometti Gino Paolo in servizio presso il Commissariato di P.S. di Bardonecchia, acquisita su accordo delle parti, si rileva che furono egli e i suoi colleghi a identificare gli imputati, portandosi verso gli stessi, poiché i dimostranti presso il cancello avevano iniziato a salutarli e a battere contro la rete del cancello. Ed allora, risulta ampiamente provato che gli imputati non penetrarono nell'area interdetta dall'ordinanza indicata in epigrafe e in particolare non circolarono sulla via dell'Avanà, violando l'ordinanza del Prefetto. Tale conclusione è assorbente rispetto alle questioni sollevate dalla difesa Fissore sulla legittimità dell'ordinanza e sul contenuto della stessa in merito al divieto di circolazione sulla via dell'Avanà che riguarderebbe i veicoli e non i pedoni. Pertanto FISSORE Guido, CONTI Giovanni Valter e ALOVISI Massimo Luigi devono essere assolti dal reato loro rispettivamente ascritto perché il fatto non sussiste. P . Q . M . Visto l'art. 530 c.p.p. Assolve FISSORE Guido, CONTI Giovanni Valter e ALOVISI Massimo Luigi dal reato loro rispettivamente ascritto perché il fatto non sussiste. Visto l'art. 544 c.p.p. Indica in gg. 30 il deposito della sentenza. Torino, 30 marzo 2017 Depositata in Cancelleria il I 3 I./tf ?d Il iudice Dr.ssa aria myelli 6