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Oscar 2013: ecco chi ha perso
Neanche il tempo di celebrare i trionfatori del
Dolby Theatre, che già si comincia a parlare dei
delusi. Ecco chi è uscito a pezzi dalla notte più
attesa di Hollywood




Tag: Oscar 2013 Oscar Steven Spielberg Kathryn Bigelow Jessica Chastain


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Oscar 2013, i vincitori in foto




Oscar 2013, la caduta di Jennifer Lawrence - Video




Oscar 2013, tutti i vincitori: Argo miglior film

di Alberto Rivaroli


È la prima legge di Hollywood: alla notte degli Oscar bisogna sempre
sorridere. Anche se i giurati hanno sbriciolato i tuoi sogni di gloria,
fingi di divertirti un mondo, applaudi chi t'ha fregato la statuetta e
pensa che (forse) sarà per la prossima volta. Se poi vuoi tornare nella
tua villa di Beverly Hills e sfasciare con una mazza da baseball il
televisore al plasma da 99 canali, non c'è problema: l'importante è non
sbracare in pubblico. Né durante la cerimonia né subito dopo, quando sui
media si scatena la caccia allo sconfitto.

Sì, il dopo Oscar segue sempre gli stessi rituali: prima onore ai
trionfatori, e poi guai ai vinti, che vengono additati al pubblico
ludibrio con un'evidenza direttamente proporzionale al loro blasone. Un
esercizio che quest'anno non richiede particolare acume, perché i tonfi
sono stati piuttosto sonori: ecco chi è uscito dal Dolby Thatre con le
ossa rotte.

1. STEVEN SPIELBERG

Una leggenda americana, Abramo Lincoln, raccontata da un mito di Hollywood.
Con queste premesse, per uno dei più grandi registi di sempre la tripletta
come best director sembrava cosa fatta. I giurati, però, gli hanno
rovinato la festa, incoronando Ang Lee, autore dell'incantevole Vita di
Pi . Fatti salvi i (grandi) meriti del vincitore, non me la sento di
considerare Lincoln allo stesso livello di Schindler's List e Salvate il
soldato Ryan (i due film che sono valsi l'Oscar a Steven); a parte questo,
ho l'impressione che a Spielberg abbia nuociuto il fatto di essere
Spielberg. Ormai, se un suo film non è un capolavoro assoluto, l'Academy
preferisce guardare altrove, evitando così le accuse di sudditanza
psicologica verso una leggenda degli studios.

2. LINCOLN

Al film è andata ancora peggio che al regista: 12 nomination, solo 2
vittorie, per il miglior attore protagonista (Daniel Day-Lewis ) e la
miglior scenografia. Se non è una bocciatura questa... Come si spiega?
Con l'incapacità di questo kolossal, formalmente impeccabile e recitato
benissimo, di “scaldare” davvero pubblico e giurati. Per quanto nobile
nell'assunto, la biografia del presidente repubblicano che abolì la
schiavitù non ha rivelato quel senso di universalità che il dramma
dell'Olocausto (Schindler's List) e della Seconda guerra mondiale
(Salvate il soldato Ryan) avevano invece nel loro Dna.

3. KATHRYN BIGELOW

Reduce dal trionfo di The Hurt Locker (vincitore di sei statuette, tra
cui quelle ambitissime per la miglior regia e il miglior film), la cineasta
californiana ha mirato altissimo, cercando di raccontare la vera storia
del raid americano che, il 2 maggio 2011, portò all'uccisione di Osama
Bin Laden, stanato nel suo rifugio in Pakistan. Stavolta, però, le è andata
male: non solo (e questo ovviamente si sapeva da mesi) non è stata neppure
candidata come miglior regista, ma ha visto naufragare in un mare di
indifferenza un film, Zero Dark Thirty , che sentiva profondamente suo.
Quando vinci solo una statuetta per il miglior montaggio sonoro, puoi
essere contento solo se hai presentato una baracconata da Playstation,
altrimenti è notte fonda. Il film si meritava un simile trattamento?
Assolutamente no. E allora? A costo di apparire maligni, non si può non
collegare la scelta dei giurati alle polemiche provocate da alcune scene
del film, che avvallano in pieno la teoria secondo cui la Cia ha
sistematicamente praticato la tortura pur di estorcere informazioni utili
a scovare i capi di Al Qaeda. Un segreto di Pulcinella, certo, ma chi
osa renderlo pubblico prima o poi la paga.

4. QUENTIN TARANTINO

No, non sono impazzito: lo so che ha vinto l'Oscar (il suo secondo, tra
l'altro) per la sceneggiatura di Django Unchained , eppure secondo me non
gli è andata poi così bene. Perché? Semplice, Tarantino è un regista, e
premiarlo solo come autore di copioni (successe anche 18 anni fa per Pulp
Fiction) significa di fatto ridimensionarlo, come se fosse un genialoide
con delle belle idee, che mostra però la corda quando deve realizzarle.
Già gridava vendetta la mancata nomination di Quentin come miglior regista,
ma la sconfitta di Django nella categoria film completa l'opera:
nonostante le apparenze, tra l'Academy e il filmmaker di Knoxville
l'amore non è mai sbocciato. Meno male che è stato riconosciuto almeno
lo straordinario talento di Christoph Waltz, incoronato miglior attore
non protagonista.

5. JESSICA CHASTAIN

Bella, brava, richiestissima da registi e produttori, è stata premiata
con il Golden Globe 2013 per l'intensa interpretazione di Maya, l'agente
della Cia che guida la caccia a Bin Laden in Zero Dark Thirty. Candidata
anche all'Oscar, si è ritrovata però con un pugno di mosche in mano,
sorpassata a destra da Jennifer Lawrence. Per carità, Jessica è senza
ombra di dubbio uno dei volti nuovi più interessanti di Hollywood, e ha
tutte le carte in regola per dominare la scena nei prossimi dieci anni.
Anche, anzi soprattutto per questo, per lei stavolta l'importante non era
partecipare, ma vincere. Pazienza, sarà per la prossima volta.
Premi Oscar 2013
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'85ª edizione della cerimonia degli Oscar si è tenuta al Dolby Theatre
di Los Angeles il 24 febbraio 2013[1]. A condurre la serata è stato per
la prima volta il comico Seth MacFarlane.[2] A trasmettere la trasmissione
negli Stati Uniti è stato ancora il Network ABC.

Le nomination delle varie categorie sono state annunciate il 10 gennaio
2013 dallo stesso Seth MacFarlane e dall'attrice Emma Stone.[3] Viene
annunciato che durante la serata verrà celebrato il 50o anniversario della
saga dedicata a James Bond con un tributo.[4] Il film che ha ricevuto più
nomination è Lincoln, nuovo film diretto da Steven Spielberg con 12
nomination, seguito da Vita di Pi, diretto da Ang Lee con 11 nomination.

Durante la serata si sono esibiti i protagonisti de Les Misérables, Adele
Adkins con la canzone Skyfall, Jennifer Hudson e Catherine Zeta-Jones in
alcuni medley da Dreamgirls e Chicago, Shirley Bassey con Goldfinger e
Barbra Streisand con The Way We Were. Tra i presentatori dei premi delle
varie categorie appaiono anche: Jennifer Aniston e Channing Tatum che
presentano i migliori costumi, Kerry Washington e Jamie Foxx annunciano
il miglior film corto, Sandra Bullock per annunciare il miglior montaggio,
Daniel Radcliffe e Kristen Stewart presentano il miglior design
(scenografia), Dustin Hoffman e Charlize Theron presentano la miglior
sceneggiatura originale e non, Jane Fonda e Michael Douglas per la miglior
regia. Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Jeremy Renner e
Samuel L. Jackson presentano la miglior fotografia. Il miglior film viene
annunciate dall'inedita coppia Jack Nicholson e Michelle Obama, in
diretta dalla Casa Bianca.

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  • 1. Oscar 2013: ecco chi ha perso Neanche il tempo di celebrare i trionfatori del Dolby Theatre, che già si comincia a parlare dei delusi. Ecco chi è uscito a pezzi dalla notte più attesa di Hollywood Tag: Oscar 2013 Oscar Steven Spielberg Kathryn Bigelow Jessica Chastain FOTOGALLERY
  • 2. Oscar 2013, i vincitori in foto Oscar 2013, la caduta di Jennifer Lawrence - Video Oscar 2013, tutti i vincitori: Argo miglior film di Alberto Rivaroli È la prima legge di Hollywood: alla notte degli Oscar bisogna sempre sorridere. Anche se i giurati hanno sbriciolato i tuoi sogni di gloria, fingi di divertirti un mondo, applaudi chi t'ha fregato la statuetta e pensa che (forse) sarà per la prossima volta. Se poi vuoi tornare nella tua villa di Beverly Hills e sfasciare con una mazza da baseball il televisore al plasma da 99 canali, non c'è problema: l'importante è non sbracare in pubblico. Né durante la cerimonia né subito dopo, quando sui media si scatena la caccia allo sconfitto. Sì, il dopo Oscar segue sempre gli stessi rituali: prima onore ai trionfatori, e poi guai ai vinti, che vengono additati al pubblico
  • 3. ludibrio con un'evidenza direttamente proporzionale al loro blasone. Un esercizio che quest'anno non richiede particolare acume, perché i tonfi sono stati piuttosto sonori: ecco chi è uscito dal Dolby Thatre con le ossa rotte. 1. STEVEN SPIELBERG Una leggenda americana, Abramo Lincoln, raccontata da un mito di Hollywood. Con queste premesse, per uno dei più grandi registi di sempre la tripletta come best director sembrava cosa fatta. I giurati, però, gli hanno rovinato la festa, incoronando Ang Lee, autore dell'incantevole Vita di Pi . Fatti salvi i (grandi) meriti del vincitore, non me la sento di considerare Lincoln allo stesso livello di Schindler's List e Salvate il soldato Ryan (i due film che sono valsi l'Oscar a Steven); a parte questo, ho l'impressione che a Spielberg abbia nuociuto il fatto di essere Spielberg. Ormai, se un suo film non è un capolavoro assoluto, l'Academy preferisce guardare altrove, evitando così le accuse di sudditanza psicologica verso una leggenda degli studios. 2. LINCOLN Al film è andata ancora peggio che al regista: 12 nomination, solo 2 vittorie, per il miglior attore protagonista (Daniel Day-Lewis ) e la miglior scenografia. Se non è una bocciatura questa... Come si spiega? Con l'incapacità di questo kolossal, formalmente impeccabile e recitato benissimo, di “scaldare” davvero pubblico e giurati. Per quanto nobile nell'assunto, la biografia del presidente repubblicano che abolì la schiavitù non ha rivelato quel senso di universalità che il dramma dell'Olocausto (Schindler's List) e della Seconda guerra mondiale (Salvate il soldato Ryan) avevano invece nel loro Dna. 3. KATHRYN BIGELOW Reduce dal trionfo di The Hurt Locker (vincitore di sei statuette, tra cui quelle ambitissime per la miglior regia e il miglior film), la cineasta californiana ha mirato altissimo, cercando di raccontare la vera storia del raid americano che, il 2 maggio 2011, portò all'uccisione di Osama Bin Laden, stanato nel suo rifugio in Pakistan. Stavolta, però, le è andata male: non solo (e questo ovviamente si sapeva da mesi) non è stata neppure candidata come miglior regista, ma ha visto naufragare in un mare di indifferenza un film, Zero Dark Thirty , che sentiva profondamente suo. Quando vinci solo una statuetta per il miglior montaggio sonoro, puoi essere contento solo se hai presentato una baracconata da Playstation, altrimenti è notte fonda. Il film si meritava un simile trattamento? Assolutamente no. E allora? A costo di apparire maligni, non si può non
  • 4. collegare la scelta dei giurati alle polemiche provocate da alcune scene del film, che avvallano in pieno la teoria secondo cui la Cia ha sistematicamente praticato la tortura pur di estorcere informazioni utili a scovare i capi di Al Qaeda. Un segreto di Pulcinella, certo, ma chi osa renderlo pubblico prima o poi la paga. 4. QUENTIN TARANTINO No, non sono impazzito: lo so che ha vinto l'Oscar (il suo secondo, tra l'altro) per la sceneggiatura di Django Unchained , eppure secondo me non gli è andata poi così bene. Perché? Semplice, Tarantino è un regista, e premiarlo solo come autore di copioni (successe anche 18 anni fa per Pulp Fiction) significa di fatto ridimensionarlo, come se fosse un genialoide con delle belle idee, che mostra però la corda quando deve realizzarle. Già gridava vendetta la mancata nomination di Quentin come miglior regista, ma la sconfitta di Django nella categoria film completa l'opera: nonostante le apparenze, tra l'Academy e il filmmaker di Knoxville l'amore non è mai sbocciato. Meno male che è stato riconosciuto almeno lo straordinario talento di Christoph Waltz, incoronato miglior attore non protagonista. 5. JESSICA CHASTAIN Bella, brava, richiestissima da registi e produttori, è stata premiata con il Golden Globe 2013 per l'intensa interpretazione di Maya, l'agente della Cia che guida la caccia a Bin Laden in Zero Dark Thirty. Candidata anche all'Oscar, si è ritrovata però con un pugno di mosche in mano, sorpassata a destra da Jennifer Lawrence. Per carità, Jessica è senza ombra di dubbio uno dei volti nuovi più interessanti di Hollywood, e ha tutte le carte in regola per dominare la scena nei prossimi dieci anni. Anche, anzi soprattutto per questo, per lei stavolta l'importante non era partecipare, ma vincere. Pazienza, sarà per la prossima volta.
  • 5. Premi Oscar 2013 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. L'85ª edizione della cerimonia degli Oscar si è tenuta al Dolby Theatre di Los Angeles il 24 febbraio 2013[1]. A condurre la serata è stato per la prima volta il comico Seth MacFarlane.[2] A trasmettere la trasmissione negli Stati Uniti è stato ancora il Network ABC. Le nomination delle varie categorie sono state annunciate il 10 gennaio 2013 dallo stesso Seth MacFarlane e dall'attrice Emma Stone.[3] Viene annunciato che durante la serata verrà celebrato il 50o anniversario della saga dedicata a James Bond con un tributo.[4] Il film che ha ricevuto più nomination è Lincoln, nuovo film diretto da Steven Spielberg con 12 nomination, seguito da Vita di Pi, diretto da Ang Lee con 11 nomination. Durante la serata si sono esibiti i protagonisti de Les Misérables, Adele Adkins con la canzone Skyfall, Jennifer Hudson e Catherine Zeta-Jones in alcuni medley da Dreamgirls e Chicago, Shirley Bassey con Goldfinger e Barbra Streisand con The Way We Were. Tra i presentatori dei premi delle varie categorie appaiono anche: Jennifer Aniston e Channing Tatum che presentano i migliori costumi, Kerry Washington e Jamie Foxx annunciano il miglior film corto, Sandra Bullock per annunciare il miglior montaggio, Daniel Radcliffe e Kristen Stewart presentano il miglior design (scenografia), Dustin Hoffman e Charlize Theron presentano la miglior sceneggiatura originale e non, Jane Fonda e Michael Douglas per la miglior regia. Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Jeremy Renner e Samuel L. Jackson presentano la miglior fotografia. Il miglior film viene annunciate dall'inedita coppia Jack Nicholson e Michelle Obama, in diretta dalla Casa Bianca.