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Le Guide di…

Corso di Mixaggio per D.J.
da

IL MANUALE DEL DISC-JOCKEY
di PAOLO DEL PRETE

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LEZIONE 1

IL MIXAGGIO
scopo, concezione, obiettivo, evoluzione e sviluppo.

All’ inizio erano le balere …
Fino alla seconda metà degli Anni 70 in Italia, così come in buona parte del mondo
occidentale, c’erano locali detti “balere” ( o “sale da ballo” ) dove si poteva ballare al
ritmo delle cosiddette orchestrine, che poi altro non erano che gruppi musicali, che
eseguivano in maniera più o meno fedele gli HIT del momento. Chiaramente molti erano
gli inconvenienti sia di ordine pratico ( pause spesso interminabili tra un brano e l’altro,
impianti scadenti, stecche e stonature di vario tipo ecc. ) che gestionali ( il proprietario
del locale si trovava a dover pagare più persone e a dover discutere con loro anche di
problematiche che spesso prescindevano dal lato prettamente professionale ( liti interne,
ritardi, assenze ecc. ).
Con il Boom del mitico Film interpretato da John Travolta ( Saturday Night Fever ) la cui
colonna sonora conteneva alcuni tra i maggiori Hit della Disco Music di tutti i tempi,
quella che negli Stati Uniti era già una consuetudine arrivò anche in Italia: la Febbre delle
Discoteche. Si scoprì così il ruolo e l’esistenza del Disc-Jockey, Eroe Solitario, Gran
Maestro di Cerimonie, Responsabile ed “Amministratore Unico” delle serate del
divertimento sfrenato e della trasgressione alla moda di cui furono sin da subito teatro le
discoteche. Via così gli strumenti suonati spesso da mediocri strimpellatori e spazio ai
dischi originali, senza pericolo di stecche ed interpretazioni lontane del feeling originale, e
soprattutto anche i proprietari potevano discutere ( e pagare ) una persona sola senza
entrare in merito e a problematiche di … gruppo.
L’entusiasmo fu totale, ma sorse subito un problema: come fare a far si che la gente in
pista potesse continuare non solo a ballare senza pausa tra un disco e l’altro ma anche
senza cambiare il passo? Nacque cosi l’idea del mixaggio, cioè il miscelare due dischi tra
di loro continuando a mantenere il ritmo di base senza variazioni, o meglio “creando” un
tappeto ritmico sul quale i diversi brani cambiassero senza che il ritmo subisse variazioni
che coinvolgessero la danza e , possibilmente, senza che il cambio si “sentisse”.
Il mixaggio divenne così, a poco a poco, un’ arte e molti furono gli stili e le finezze che
presero vita nel corso dell’evoluzione del ruolo del DJ. E il DJ stesso divenne un vero e
proprio nuovo fenomeno sociale, da “mettidischi” a Star del locale in cui lavorava a idolo
dei giovani ( e soprattutto delle giovani ).

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LEZIONE 2

I "FERRI DEL MESTIERE"

il mixer e il preascolto, i piatti, i lettori cd e il pitch, la cuffia e i monitor.

Come ogni arte o mestiere che si rispetti, anche l’esercizio del mixaggio richiede i suoi “attrezzi”:

MIXER
E’ necessario che abbia un minimo di tre canali , uno per ogni
piatto o lettore CD, più uno per gli ausiliari che possono essere
il microfono, la piastra o il masterizzatore-lettore CD per
registrare o mandare musica in sottofondo ecc.
E’ indispensabile che il mixer abbia il PREASCOLTO, dispositivo
che permette di ascoltare in cuffia un brano anche senza
mandarlo in uscita, e ciò è indispensabile ai fini del mixaggio (
come vedremo più avanti ). Chiaramente qui stiamo parlando di mixaggio inteso
come miscelaggio tra due dischi al fine di far ballare il pubblico in un locale o in una
festa. Se parliamo invece di mixaggio discografico o live ( musica dal vivo con gruppo
musicale ) il discorso cambia e sono necessarie almeno sedici piste con relativi
equalizzatori ( parametrici o grafici ) ed altri dispositivi indispensabili in tal senso, ma
di questo ne riparleremo più avanti, ora rimaniamo in discoteca!!!!

PIATTI O LETTORI CD
Servono, logicamente, per poter fare in modo che i dischi o i CD
suonino. E’ importantissimo che siano forniti di PITCH per la
regolazione di giri ( variazione di velocità del brano ), anche questo
dispositivo indispensabile ai fini del mixaggio.

CUFFIE E MONITOR
Le prime servono per ascoltare il brano da mixare, i secondi per
ascoltare la musica in uscita senza problemi di ritardo o risonanze.

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CONSIGLI PER GLI … ACQUISTI
Molto disinteressatamente, mi permetto di darvi qualche indicazione al fine di aiutarvi ad
orientarvi meglio nel caso non aveste le idee chiare riguardo l’acquisto di un’attrezzatura
professionale.
Per ciò che riguarda il MIXER vi consiglio il DJM-500 o il DJM-600 della Pioneer ( 4 canali
con preascolto , fader ed equalizzatore parametrico ) oppure la serie PS della Gemini (
01, 02, 03, 04, tutti a tre canali con fader ) o l’UMX SE a 3 canali sempre della Gemini.
Inoltre anche i modelli SMX ( 201 a 2 canali / 501 a 3 canali )e M( 303 e 304, a 3 canali
) della Stanton hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo. Non male anche la serie NUO (
2, 3 e 5 ) della ECLER.
Per ciò che riguarda i PIATTI ( per coloro, e sono tanti, che preferiscono lavorare con il
vinile ) inizio
subito con il consigliarvi i mitici SL 1200 MK2 della Technics ( da tutti conosciuti come
MILLEDUE ) , giradischi con trazione diretta al quarzo che da più di 20 anni sono i
preferiti dai DJ di tutto il mondo per la loro precisione, la maneggevolezza, la stabilità e
l’affidabilità, nonchè il design, sempre attuale nonostante ormai sia da anni più che
…maggiorenne. Il pioneristico PITCH per la regolazione dei giri a cursore laterale ha
lanciato subito un Trend nel suo genere, ed il margine di regolazione +8 / - 8 è ottimale
per quasi tutti i generi musicali. Ottimi anche il modello SL 1210 (diverso dai 1200 solo
nel colore, nero anziché grigio ) e l’ SL 1200 MK 5e, la sua versione più aggiornata.
Ottimi gli Stanton serie ST 150 ( in versione “braccio curvo” o “diritto”, a scelta ) e T
120 e il KAM, tutti molto simili ai mitici “ Milledue”.
Per ciò che riguarda i lettori CD da mixaggio inizio con i mitici CDJ della Pioneer nelle
diverse serie, continuando con gli Stanton ( serie c 303 / C 304 ) e i Gemini CFX- e CDJ
0230. Non male anche gli ultimi modelli della Omnitronic.
In questo settore, in particolare, la produzione è in aggiornamento continuo, e chiunque
può comunque scegliere secondo le diverse esigenze.
Per ciò che riguarda le cuffie, citerò le DJ PRO della Stanton ( 50, 300, 1000 MKII S,
2000S, 3000, 3000 HOUSE ), le MDR della Sony ( V 500 DJ, V 700 DJ, V 150, V 250, V
300 e V 700 HOUSE ) e le RP DJ della Technics ( 100, 1200 , 1210 ). Ma qui veramente
ci si può sbizzarrire in tutte le salse, l’ importante è tenere sempre presente il fine della
cuffia: se è il mixaggio in discoteca deve permetterci di sentire bene sia il preascolto che
( contemporaneamente ) il monitor , se è il mixaggio in studio deve avere un sound il
più fedele possibile all’originale, senza enfatizzare alcun tipo di frequenze.
Per concludere vi consiglio anche le CONSOLLE COMPLETE di mixer, lettori CD o piatti e
vani portadischi, indispensabili per i DJ FREE LANCE che si spostano spesso tra serate
all’aperto, feste e raduni di vario tipo.
Qui l’assemblamento dei vari pezzi è altamente soggettivo e ognuno può costruirsi la
propria…” bat-mobile” come meglio crede!!!!!!

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LEZIONE 3

I BPM
velocità di un brano, concetto di "battuta", conteggio dei BPM.

Per BPM si intende il numero di “battiti” che un brano “batte” (appunto) in un minuto.
Ciò determina la velocità dello stesso ( avrete notato che tra due brani “veloci” ci sono
comunque delle differenze non solo di ritmo ma anche di andatura ) e saperle
calcolare è fondamentale ai fini del mixaggio ( più avanti ne vedremo il motivo ). Per
avere un’ idea ancora più chiara del concetto di BPM provate a ballare su un brano
Dance o House: ogni vostro passo di danza al ritmo è una BPM.
O ancora, battete il piede seguendo il ritmo del brano e contate, sempre a tempo: ogni
battuta e’ un numero, o un battito del vostro piede.
A che pro bisogna saper calcolare i BPM di un brano? I motivi sono diversi e tutti
fondamentali:
1) Ai fini del mixaggio è bene accoppiare tra di loro brani che abbiano i BPM vicini , al
massimo con un margine di + o – 4 BPM ( a parte casi particolari ).
Esempio:
un brano con 120 BPM va accoppiato con un altro che conti minimo 116 BPM e
massimo 124 BPM.
un brano con 130 BPM va accoppiato con un altro che abbia minimo 126 BPM e
massimo 136 BPM
... e così via.
Questo perché una modifica maggiore della velocità del brano altererebbe le sue
caratteristiche, tra le quali, soprattutto,
la tonalità ed il timbro delle voci. Va da sé che per ciò che riguarda i brani strumentali
il discorso è meno rilevante.
2) Una volta che si ha un’idea delle diverse velocità tra i brani a disposizione, diventa
più semplice la regolazione dei giri del disco durante il mixaggio tramite il PITCH.
3) La pratica del conteggio dei BPM dà modo di esercitarsi ad affinare l’orecchio nei
confronti dei diversi ritmi e delle varie andature ( anche tra i diversi generi musicali ).

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COME SI CALCOLANO I BPM.
Oggi ci sono vari modelli di Mixer, nonchè di lettori CD e piatti, che segnalano
automaticamente le BPM del disco suonato tramite un Display. Ma è bene comunque
sapere come fare a calcolare i BPM di un brano in maniera svincolata dai vari sistemi.
Basta “contare” ( proprio così: uno, due, tre ecc. ) seguendo il ritmo del brano che ci
interessa nell’arco di tempo di un minuto: arriveremo così ad una cifra ( 120, 130, 140
ecc. ) e quello sarà il numero dei BPM di un brano.
Provare per credere!!

TIPS AND TRICKS.
Nel conteggio, aiutatevi battendo il ritmo con il piede. Se
poi un minuto vi sembra troppo lungo per tenere il conto
senza perderlo, contate solo per 15 secondi e
moltiplicate la cifra ottenuta per 4.
Vi consiglio di esercitarvi in questa pratica il più spesso
possibile in ogni occasione, quando ascoltate un brano
per radio o in tv o ovunque ci sia musica. Dopo un po’ di tempo riuscirete a calcolare
i BPM di un brano anche ad orecchio, o perlomeno ad andarci molto vicino ( provate
e vedrete )! A proposito, non dimenticate di portare con voi un orologio che calcoli
precisamente i secondi e partite e fermatevi nel conteggio con più tempismo
possibile. Una volta che avrete imparato questo, siete già quasi a metà della strada.

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LEZIONE 4

LA STRUTTURA DEL BRANO
struttura musicale, struttura discografica, struttura tecniche e “battute”.

Ascoltando un brano, avrete notato che ogni canzone, al di là dei diversi generi, ha
una struttura comunque definita: c’è un’ introduzione, una strofa che precede il
ritornello ( o inciso o anche refrain, parte centrale di una canzone dove spesso è
presente il motivo principale del brano, quello che rimane in mente e che si fischietta
sotto la doccia ), poi si torna alla strofa a cui segue ancora il ritornello fino al ( gran )
finale. Spesso è presente anche un ponte ( o bridge ) tra la strofa e il ritornello o
anche qualche assolo o parte strumentale.
Nei brani Dance in generale, queste parti sono strutturate con ancora più rigore,
soprattutto per ciò che riguarda l’INTRO ( spesso strumentale o addirittura solo ritmico
o vocale senza base ) ed il BREAK ( parte centrale che in genere segue il secondo
refrain, anche questo strumentale e spesso esclusivamente ritmico ).
Ciò perché sono proprio queste le due parti del brano che bisogna utilizzare nella
maggior parte dei casi per il mixaggio:
SUL BREAK DEL BRANO “ USCENTE ” ENTRA L’INTRO DEL BRANO “ ENTRANTE “.
Sembra quasi uno scioglilingua ma è esattamente il concetto fondamentale su cui si
basa ogni mixaggio, e non è un caso che i DJ producer ed i musicisti di musica Dance
in generale dedichino grande cura a queste due parti della struttura di un brano:
realizzare un disco che “si mixa bene “ ( sia in entrata che in uscita ) determina buona
parte del successo dello stesso!

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LEZIONE 5

LE PARTI DEL BRANO NECESSARIE AL MIXAGGIO
introduzione, break, stacco.

INTRO, BREAK E BATTUTE
Anche qui subentra il concetto di “battuta”, questa volta, però, intesa in maniera
diversa dal contesto BPM: infatti si tratta dei battiti delle diverse parti, a prescindere
dalla velocità. Noterete che sono divise in “ottave” ( multipli di otto battute, che vanno
da 8, 16, 32 a 64 ecc. ) e che passate un certo numero di battute ( quelle elencate,
appunto ) la struttura della canzone varia nelle parti.
Per rendervi il concetto più chiaro vi farò un esempio tratto da una nota canzone
Dance:
INTRO

32 battute

STROFA

64 battute

PONTE

16 battute

REFRAIN

64 battute

STROFA

64 battute

PONTE

32 battute

REFRAIN

128 battute

BREAK

64 battute

STROFA

16 battute

FINALE

128 battute

Il metodo di conteggio è lo stesso che si usa nel calcolare le BPM, cioè battendo il
piede.
Anche qui sono importanti l’esercizio e la pratica. Iniziate da subito, quindi.
P.S.
Il brano riportato nell’esempio è abbastanza standard per ciò che riguarda la struttura
delle Dance Songs.
Se qualcuno avesse indovinato titolo ed interprete può inviarmi un’ e-mail a:
xenophia@email.it e riceverà un SIMPATICO OMAGGIO!!!

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WORK IN PROGRESS !!!
Passiamo ora al lato pratico, in modo di poter poi analizzare le diverse tecniche di
mixaggio.
Ci baseremo sul metodo “classico”, quello, per capirci, con cui è iniziata l’era dei DJ (
ai tempi del vinile, quindi ),
Questo perché anche per ciò che riguarda il mixaggio con i CD i principi base sono
identici.
LANCIARE IL DISCO
Prima cosa da fare e’ esercitarsi a maneggiare e quindi a lanciare il disco che ( così
come il CD ) non va mai toccato ma preso per il bordo. Il primo esercizio da fare con il
vinile, dopo averlo appoggiato sull’apposito panno a sua volta adagiato sul piatto, è
appunto di reggerlo sul bordo, tenendolo fermo in modo che la trazione del piatto
continui a ruotare regolarmente senza nessun rallentamento a differenza del disco che
DEVE rimanere immobile, senza nessuno sbalzo o tremolio. L’esercizio assume
maggior efficacia se il braccetto del piatto viene tenuto sul disco, in modo che ci si
abitua a non farlo saltare e a dare alla mano una maggior fermezza e quindi sicurezza
e proprietà di manovra. Una volta acquistata una certa padronanza si può iniziare a far
ruotare il disco ( in maniera alternata ) prima in senso anti orario e poi in senso orario,
facendo fare allo stesso ( sempre adagiato sul piatto con il braccetto sul disco ) un
movimento “avanti e indietro” che sarà fondamentale ai fini del mixaggio.
UN PO’ DI STORIA
L’ “avanti e indietro” di cui sopra a cui si sottopone il disco è basilare ai fini del
mixaggio ( come vedremo in seguito ) e quando si è in consolle, con la pista del locale
piena di clienti scatenati, va fatto in cuffia con attivata la funzione di
pre-ascolto ( che ci permette di ascoltare un brano mentre ne sta uscendo un altro ) e
quindi con il relativo cursore del mixer abbassato. Nel 1979, in una nota discoteca di
New York ( il “Sanctuary” ) il DJ fece lo “sbaglio” di tenere invece il cursore alzato
mentre, regolando i giri del disco da mandare, effettuava il movimento di cui sopra. La
risposta del pubblico a quella “finezza” dalla ritmica comunque particolare fu un
enorme boato: nacque così lo SCRATCH….
ANDIAMO AVANTI
Una volta che avrete acquisito una buona padronanza del movimento su esposto,
iniziate ad esercitarvi in questo modo: mandate un brano in out ( possibilmente,
almeno le prime volte, di velocità intorno alle 120 BpM ): contemporaneamente,
prendete la prima battuta di cassa di un altro disco che avrete preparato sull’altro
piatto ed eseguendo il movimento che già sapete seguite in preascolto il ritmo del
brano in out, cercando di seguire il ritmo nella maniera più precisa possibile.
Una volta acquisita sicurezza e padronanza ripetete l’esercizio con brani di diversa
velocità ( dalle 100 alle 145 Bpm ).
NOTA: Chiaramente per ciò che riguarda il mixaggio con i CD tutto ciò non serve, ma
basta piazzare il supporto sulla battuta dalla quale si vuole “lanciare” il brano. Da
questo momento in poi invece, tutto ciò che si riferisce al mixing con il vinile vale
anche per i CD.

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REGOLARE I GIRI
Partendo dal disco in out e dall’altro in preascolto con i quali avete effettuato
l’esercizio precedente, lanciate il secondo disco ( quello in preascolto ) e mentre lo
ascoltate in cuffia regolatene le BpM, utilizzando l’apposito PITCH per la regolazione di
giri, fino a che la velocità non coincida con il disco in out. Una volta fatto questo
tornate alla battuta dalla quale, al momento giusto, lancerete il brano da mixare e
fermatelo. Ora siete pronti per il mixaggio….
CONSIGLI: Abbiamo illustrato la tecnica di cui sopra benché attualmente molti mixer,
piatti e CD Player abbiano il Display con il conteggio automatico delle BpM. E’ chiaro
che in tale caso non c’è bisogno di fare tutta la trafila ma basta digitare le BpM
coincidenti. Nel caso comunque che fosse necessaria la tecnica “artigianale”, consiglio
innanzitutto di prendere due brani che abbiano la velocità molto vicina ( con uno
scarto massimo di + o – 5% a parte particolari eccezioni ).
Può essere inoltre necessario lanciare più volte il brano da regolare e ripetere
l’operazione con il pitch, per favorirne la precisione.

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LEZIONE 6

LE TECNICHE DI MIXAGGIO
strappo, tappo, sovrapposizione, dissolvenza, ibride.

Come già accennato, scopo del mixaggio è di creare un tappeto ritmico uniforme che
permetta a coloro che sono in pista di ballare ininterrottamente e senza cambiare
passo. L’esigenza nacque agli albori delle discoteche quando finito un disco ne partiva
un altro senza alcun criterio né tecnico né tanto meno artistico ( dopo un pezzo Soul di
100 BpM magari veniva mandato un Rock’n’Roll a 140, poi un lento e così via ) spesso
costringendo i ballerini a pause interminabili, causate dai numerosi “buchi”, e a
partenze “razzo” dovute a brani già iniziati. Il mixaggio sin dall’inizio risolse i vari
problemi, con il tempo le tecniche si sarebbero affinate raggiungendo livelli di estrema
raffinatezza.
Tecniche di mixaggio base sono le seguenti:
1.
2.
3.
4.

STRAPPO
TAPPO
SOVRAPPOSIZIONE
DISSOLVENZA

A queste si possono aggiungere diversi combinazioni tra le varie tecniche che
possiamo definire IBRIDE.
MIXAGGIO A STRAPPO
E’ la tecnica più semplice ed immediata ma nello stesso tempo quella che richiede la
mano più “ferma”.
Si tratta di attendere la 32esima battuta del Break o di altro punto scelto del brano da
togliere per lanciare la prima battuta del brano da far entrare ( in coincidenza, quindi,
della 33a del precedente ) alzando il cursore del secondo brano mentre si abbassa
quello del primo in maniera fulminea, sincronizzata e precisa.

MIXAGGIO A TAPPO
L’effetto di questa tecnica è simile a quello della precedente ma la differenza sta nel
concetto e nell’esecuzione.
In questo caso, infatti, il brano entrante va lanciato 32 battute prima della sua entrata
ma in preascolto.
Arrivata la 33a battuta dello stesso si invertono velocemente i cursori in e out ed i
brani avranno automaticamente scambiato i loro… “ruoli”.

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MIXAGGIO IN SOVRAPPOSIZIONE
E’ sicuramente la tecnica più spettacolare e che richiede più abilità, esperienza e
precisione. In sostanza è identica al miraggio “a tappo” ma con la differenza che va
fatta a cursore aperto sin dal lancio della prima battuta del brano entrante.
Ci si troverà così ad ascoltare per un po’ i due brani contemporaneamente realizzando
nello spazio di tempo del mixaggio un “terzo brano” inedito creato da noi fondendo i
due brani ( entrante e uscente ) tra di loro.
Chiaramente è fondamentale, come in tutte le tecniche del resto, che i giri dei due
dischi siano regolati alla perfezione per evitare il rischio che invece di un terzo brano al
pubblico venga propinato un…treno in corsa ( per avere chiaro il concetto provate a
mandare contemporaneamente due brani senza regolarne i giri )!

MIXAGGIO IN DISSOLVENZA
Identico a quello in sovrapposizione con la differenza che il cursore entrante viene
alzato gradatamente mentre quello uscente viene gradualmente abbassato facendo in
modo che la sua chiusura totale coincida con l’entrata dell’altro disco dal punto preciso
da noi scelto.
A queste tecniche fondamentali vanno aggiunte altre che possiamo definire IBRIDE in
quanto sono una fusione alternata della varie tecniche su elencate.

CONSIGLIO
E’ inutile dirvi che l’esercitarsi nelle varie tecniche è tassativo. A questo vorrei
aggiungere che la scelta dei brani da mixare, pur essendo a vostra discrezione,
dovrebbe essere basata oltre che dall’affinità di BpM, anche su quella di genere e/o di
suoni. Partite dal principio che dovreste mettervi nei panni di qualcuno che non
conosce nessuno dei brani da voi proposti e a cui dovrebbe sembrare che la canzone è
sempre la stessa ma con…parti diverse!!!

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LEZIONE 7

I GENERI MUSICALI
dal Blues e il Soul al Rock e alla Dance, derivati dal Rock ( Metal, Crossover, Nu-Metal ecc. ) e dalla Dance ( House, Ambient,
Techno ). R & B, Hip Hop e Rap.

Per ciò che riguarda la musica Pop ( dall’inglese “popular” ) cioè tutto quel contesto di
generi che prescindono dalla cosiddetta musica “ colta “ o “ seria “ ( definizione tecnica
che include tutte le composizioni riconducibili al genere“ classico “ ) la matrice
fondamentale è scaturita, a partire dagli anni 60, da due filoni ben precisi : il BLUES e
il SOUL.
Dal primo, versione profana del religioso GOSPEL, è scaturito tutto il filone musicale
poi definito ROCK con tutte le sue varie forme, influenze e contaminazioni ( dall’ HARD
ROCK dei Black Sabbath, dei Led Zeppelin e dei Deep Purple al PROGRESSIVE ROCK
degli Yes, dei Genesis e dei Gentle Giant al “ CLASSICAL ROCK di Emerson, Lake &
Palmer, Focus e Jethro Tull ( questi ultimi influenzati molto anche dal JAZZ e dal FOLK
CELTICO ) al JAZZ ROCK, appunto, dei tecnicissimi Weather Report, Mahavishnu
Orchestra e Brand X fino alle varie forme del più moderno HEAVY METAL, di matrice
più statunitense, dal classico METAL di Iron Maiden, Judas Priest e B.O.C. a quello più
GLAM di Motley Crue, Kiss, Poison e Ratt, a quello tecnico ma commerciale di AC/DC e
Van Halen a quello iper tecnico di Dream Theatre e Machine Head e dei loro
predecessori Rush, fino alle forme più personali e particolari di POP ROCK, come nel
caso degli inglesi Police, Roxy Music ( che a loro volta hanno influenzato una miriade di
gruppi NEW WAVE negli anni 80 dai Duran Duran ai Culture Club ai Simple Minds agli
Spandau Ballet ai Visage fino ai più elettronici O.M.D., Depeche Mode, Heaven 17 e
Human League ) e gli americani ZZ Top, Aerosmith, Guns’n’Roses ( dai quali sono
scaturite varie forme di Metal, dal GRUNGE di Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden al
CROSSOVER ( o NU-METAL ) di Living Color, Faith No More e Red Hot Chili Peppers
fino al RAP METAL di Kid Rock, Limp Bizkit e P.O.D., compresa la sua forma più DARK
( vedi Korn, Sepoltura ecc. ).
Alla base di tutto ciò c’è il BLUES, sviluppatosi poi in ROCK BLUES ( vedi Eric Clapton
) fino alle varie forme musicali che si sono evolute negli attuali generi inseribili
nell’ambito ROCK.
Per ciò che riguarda invece il genere “ Dance “ la situazione si fa ancora più
complicata, in quanto, pur essendo il SOUL la matrice principale, ha goduto anche
delle influenze del derivato più “ ritmico “ del BLUES ( il “ RYTHM’N’BLUES ) e sin da
subito ha generato derivati considerabili sin da subito “ a sé “ come il FUNKY e la
DISCO MUSIC fino a spaziare nell’ ELETTRONICA “ DA DISCOTECA “ ad iniziare dai

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grandi classici pioneristici degli anni 70 come “ I feel love “ di Donna Summer, “ From
here to eternity “ di Giorgio Moroder e “ You make me feel “ di Sylvester alle attuali
più sofisticate forme di HOUSE AMBIENT, ELECTRO DANCE e TECHNO. Tra l’altro, è
bene tener presente che se per anni i generi “ da discoteca “ si potevano comunque
restringere a poche categorie ( FUNKY, SOUL, DISCO, ELECTRO POP, RAP e poco altro
) allo stato attuale esistono una miriade di generi e sottogeneri dalla “ COMMERCIALE
“alle molteplici forme di HOUSE (TECH HOUSE, HARD HOUSE, HOUSE AMBIENT ecc. )
che spesso si differenziano tra loro unicamente per il diverso numero di BpM o per
l’aggiunta di un diverso suono.
Tornando alle origini, brani come “ Sex Machine “ di James Brown, “ I will survive “ di
Gloria Gaynor e “ I gotcha” di Joe Tex danno un’ idea della fonte da cui scaturì ciò che
poi gruppi come Earth, Wind and Fire, KC & the Sunshine Band, Commodores e Chic
personalizzarono fino a creare diversi tipi di “ dance sound “ che hanno lasciato il
segno. Hanno contribuito allo sviluppo tecnico musicale della DANCE gente come i Bee
Gees ( fondamentale la svolta di “Saturday Night Fever” ), Kool & the Gang, Diana
Ross e la stessa Donna Summer nonché Michael Jackson ( e fratelli, Janet e Jermaine
compresi ) e Madonna, personaggi che contribuirono non poco a far si che il successo
del genere si allargasse anche oltre le mura delle discoteche ed arrivasse anche a chi
non frequentava i “dance floor”.
IL RAP
Quando nel 1979 due amici DJ di colore ebbero l’idea di raccontare una storia dai
microfoni di una radio libera statunitense parlando a tempo sul break di “Good times “
degli Chic, sicuramente non avrebbero mai pensato che avrebbero così inventato un
nuovo genere musicale, e men che meno che questo genere fosse a tutt’oggi tra i più
seguiti a livello internazionale. Anzi, in seguito a questa idea, furono anche costretti a
farsi qualche giorno di galera in quanto, almeno a quei tempi, le leggi riguardanti il
diritto d’autore negli Stati Uniti erano molto rigide. Nello stesso tempo l’idea riscosse
però grande interesse, e più di qualcuno seguì l’esempio dei SugarHill Gang ( questo
era il nome del duo in questione e “Rappers Delight” il brano, poi diffuso in tutto il
mondo, che fu ricavato dallo speakeraggio ritmico su base degli Chic ). Molti di questi,
visti i problemi avuti dai due con la giustizia, preferirono applicare tale tecnica su brani
composti all’uopo: “ The Break “ ( Kurtis Blow ), “ Rap o Clap o “ ( Joe Baatan ) “
Bounce, Rock, Skate, Roll “
( Vaughan, Mason & Smith ) furono tra i primi leggendari brani ed artisti che diedero il
via definitivo a questo nuovo filone musicale che venne denominato RAP. Tuttavia,
questo sembrava comunque un genere musicale destinato, dopo l’interesse iniziale, a
cadere nel dimenticatoio, tanto più in quanto era considerato “ il genere di quelli che
volevano cantare ma non sapevano cantare “. Come invece è andata a finire è sotto gli
occhi di tutti : RAP , HIP HOP e R’N’B sono non solo un genere musicale a sé che gode
di migliaia di seguaci a livello internazionale con tanto di suo gergo, ideologia e
abbigliamento, ma anche un filone che ha influenzato e contaminato tutto il mondo
musicale, dalla Dance al Rock.
Oggi, per saperne di più su questo contesto, basta accendere la radio o qualsiasi tv
musicale

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LEZIONE 8

TECNICHE DI MIXAGGIO PER DIFFERENTI GENERI MUSICALI
alcune regolette generali , il Rock mixing

Una volta che ci si è impadroniti delle relative tecniche e si è acquisita una certa
esperienza, compito principale del DJ emergente è quello di attuare una scelta
musicale accurata e personalizzata che lo distingua tra la marea di professionisti della
puntina sparsi in tutto il mondo. Quindi la scelta personale e la creatività soggettiva
sono sacri. Un paio di regolette tecniche però vanno tenute presenti, in quanto il loro
rispetto è imprescindibile se si vuol essere professionali.
1. Nel mixaggio, non tagliare mai il cantato.
2. Fare in modo che la crescita delle BpM sia graduale.
3. Evitare assolutamente “buchi” e “deragliamenti”.
Per i DJ che invece prediligono il Rock, il discorso è ancora più semplice, in quanto non
è necessario applicare alcuna delle su menzionate tecniche di miraggio, ma basta
“attaccare” il brano in entrata alla fine di quello in uscita ( o anche sfruttando uno stop
dello stesso ). Di conseguenza, il Pitch non va mai usato e quindi i giri del disco non
vanno mai alterati, primo perché assolutamente inutile, secondo perché nel Rock i
brani vanno ascoltati senza alterazioni.
E’ importantissima comunque la scelta dei brani, anche perché il repertorio di questo
genere è talmente vasto che non ci si può assolutamente permettere di unire tra loro
dei brani senza coerenza logica e qualitativa.
Nell’ Hip Hop invece troviamo DJ che mixano ed altri che non mixano, oppure che un
po’ mixano e un po’ no: la cosa è a discrezione soggettiva.

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Corso di Mixaggio per D.J.
LEZIONE 9

TIPS & TRICKS
alcune regolette generali , il Rock mixing

Innanzitutto bisogna partire dal principio che il compito principale del DJ è quello di far
divertire tutti coloro che hanno pagato il biglietto per ( appunto ) divertirsi. Ciò
richiede innanzitutto onestà, umiltà, intelligenza ed intuito ma anche determinazione,
sicurezza ed esperienza. Benché il tratto distintivo principale del DJ sia la scelta
musicale, questa non può comunque prescindere dall’ aver rispetto nei confronti dei
gusti del pubblico, e anche in casi estremi si può sempre trovare una soluzione.Con il
tempo, se si deciderà di fare una scelta a favore di uno stile e di un genere invece di
un altro ci si rivolgerà di conseguenza esclusivamente ad un certo tipo di pubblico
evitando il resto ( soprattutto in generi come la Techno e la Tech House molti
professionisti di livello internazionale hanno preso una decisione in questo senso
divenendo degli idoli nel proprio settore ma restando sconosciuti al di fuori dello
stesso ).
La cosa è ancora più definita per chi fa la scelta di operare nell’ambito Rock. In seguito
si potrà curare anche la propria immagine professionale, partendo dalle proprie
caratteristiche tecnico-musicali fino a particolari dell’abbigliamento, del look e degli
accessori personali ( qui potrete sbizzarrirvi a vostro piacimento in quanto, grazie al
cielo, in questo ambito professionale non ci sono limiti in questo senso, anzi anche le
stravaganze più eccessive sono ben accette, soprattutto se intelligenti e coerenti con
la persona stessa.
Non è comunque un obbligo cucirsi addosso un personaggio stravagante se questo non
è riconducibile al carattere della persona ). Importantissima, per “farsi un nome”
prima e per mantenere sempre un livello alto dopo, è, come in tutti i settori pubblici,
la promozione. Non credete a chi dice che in questo campo il troppo “ stroppi “, la
pubblicità non è mai troppa, e prendete esempio da grandi personaggi e marchi
commerciali che veramente sono conosciuti al punto di non aver davvero bisogno di
essere pubblicizzati, e che invece continuano a pubblicizzarsi con le migliori strategie (
basti pensare alla Coca Cola ). Il pubblico si stanca solo se ciò che gli si propone non è
di suo gradimento, tutto il resto è concesso.

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Ancora più importante è comunque l’impegno serio e costante, il continuo
aggiornamento, l’esercizio ed il miglioramento continui, lo studio e il duro lavoro.
Ascoltate musica, provate nuove tecniche, studiate nuove strategie di marketing, fate
esercizi di miglioramento psico-fisico, rafforzate la vostra personalità, ascoltate
musica, scoprite nuovi generi, fate fruttare al massimo il vostro tempo, e fatelo con
gioia. Cercate di far si che ogni giorno siate migliori di quello precedente. E, ripeto,
lavorate, lavorate duro: se si vuole arrivare in alto nessuno può prescindere da questa
regola. D’altra parte, voi avete una grande fortuna, quella di fare un lavoro che vi
piace e che amate, una vera e propria passione! Quindi più lavorate e più vi divertite!
Non è da tutti avere questo privilegio.

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Corso di Mixaggio per D.J.
APPENDICE

APPENDICE
alcune regolette generali , il Rock mixing

COME IMPOSTARE UNA SERATA DANCE DI SUCCESSO
Prima di iniziare una serata, premunitevi di qualche CD da utilizzare come sottofondo
nel pre-serata, curandovi di far si che la scelta sia comunque di livello qualitativo
elevato, ma comunque basata su generi diversi da quello che poi manderete
( fusion, new age, jazz rock e musica “lenta” in genere sono ottimali ). Il sottofondo va
mandato a volume basso, in modo che il pubblico entrante possa comunque
conversare con naturalezza, ma che comunque la musica si senta bene.
Quando invece iniziano le danze l’impatto audio deve essere rilevante; il volume,
quindi, deve essere elevato.
Questo vale sia che si decida di iniziare con una sigla personalizzata ( in questo caso
date un’ occhiata ai relativi consigli in merito nel paragrafo VARIE qui di seguito ) sia
che si voglia partire direttamente con il primo brano.
A proposito di questo, vi consiglio vivamente di partire subito con un “riempipista”, in
quanto sono dell’idea che la pista vada riempita sin da subito e così sarà anche più
semplice mantenerla tale; continuate quindi con una scelta adeguata tenendo
comunque costantemente d’occhio la pista, pronti a regolarvi di conseguenza ad ogni
eventuale esigenza.
Cercate comunque di non ripetere i brani, a meno che non ci siano esigenze
particolari ( richieste imprescindibili ecc. ).
Se è vero che è necessario salire gradatamente di velocità, il livello qualitativo
musicale invece deve essere sempre costante ed elevato. In sostanza, divertitevi e
fate divertire, è questa la chiave del tutto. E, grazie a Dio, gioia ed allegria sono tra le
cose più…contagiose!!!
SCRATCH, SAMPLER E RAP
Nel corso della serata possiamo attingere a dei mezzi che hanno il fine di rendere la
stessa più varia ed interessante. “Scratchare” ogni tanto, naturalmente avendo cura di
farlo su una base ritmica possibilmente di sole percussioni ed in maniera mirata, usare
dei Sampler con il campionatore e prendere il microfono per Rappare magari
coinvolgendo il pubblico sono azioni che possono contribuire a rendere la serata
indimenticabile e a far si che il tasso qualitativo della stessa raggiunga livelli ottimali.
Ma naturalmente solo nel caso che la cosa sia fatta nel modo giusto, al momento
giusto e con il pubblico giusto.

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Ciò che può essere perfetto una sera può non esserlo in un’ altra, così come ci sono
differenze tra locale e locale, tra pubblico e pubblico, tra Sampler e brano e così via.
Il talento, l’esperienza e la vostra intelligenza professionale saranno le vostre guide
infallibili.

MIXAGGIO “DISCO”, MIXAGGIO DISCOGRAFICO E MIXAGGIO LIVE
Le tecniche su citate riguardando il cosiddetto MIXAGGIO DISCO, quello che ci serve in
discoteca per unire due brani tra di loro. Tutt’altra cosa è il mixaggio in uso negli studi
di registrazione quando si deve realizzare il Master di un disco.
In questo caso si tratta, infatti, di miscelare tra di loro i diversi strumenti musicali e le
voci, ognuno dei quali è registrato su di un singolo e diverso canale, facendo in modo
che ogni parte sia udibile perfettamente e che nessuna prevalga sull’altra. Una volta
realizzato questo, si passa il tutto su una bobina o un CD o altro supporto digitale (
Mini Disk, DAT ecc. ) e si ottiene il MASTER, cioè la versione definitiva del brano dalla
quale si ricaveranno le copie che verranno messe in vendita. Identico è il concetto che
riguarda il MIXAGGIO LIVE, con l’unica differenza che il fine non è la realizzazione del
Master discografico ma un concerto dal vivo. In entrambi i tipi di mixaggio appena
citati ci sono diverse tecniche e principi da tenere presenti per raggiungere il risultato
ottimale.
In un prossimo futuro realizzeremo un volume a parte che riguarderà questo settore
specifico.
Chi fosse interessato può prenotarne un copia sin da adesso inviando un’e-mail a:
paolodelprete@xenophia.com

VARIE
SIGLE E SPOT RADIO
Tornando alla promozione, una sigla personalizzata può avere un'efficacia inaspettata,
purchè si seguano poche regole base, valide anche per gli spot radio. Se si tratta di
uno speakerato curate, oltre al timbro e all'enfasi della voce che devono essere
adeguati allo scopo, che la base sia strumentale. Inoltre ricordate che una base senza
ritmica dà più "gravità" al momento, mentre una molto ritmica da' più sprint allo
speakerato. Per il resto, come in tutto, siate voi stessi, fate ciò che secondo voi è più
giusto, esprimetevi al meglio: distinguersi è il primo passo per "diffondersi" e se avete
talento, perseveranza e professionalità il vostro successo crescerà di pari passo al
vostro impegno! SEMPRE PIU' IN ALTO!!

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COMUNICATO IMPORTANTE PER TUTTI GLI ASPIRANTI D.J.
Questa web version de “ IL MANUALE DEL DISC-JOCKEY” di Paolo Del Prete dovrebbe
essere più che sufficiente a dare delle buone basi a tutti i principianti che vogliano
intraprendere una carriera di successo dietro la consolle.
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e chiarimenti potete comunque inviare un’
email a xenophia@email.it o direttamente all’ autore ( paolodelprete@email.it ) con
oggetto: Manuale DJ / Info.
Il nostro Staff sarà ben felice di offrirvi un servizio di consulenza didattica.
Abbiamo inoltre allestito anche un servizio di consulenza legale per tutti gli operatori
del settore ( per informazioni: assoxenophia@email.it ).
Non vi resta che iniziare e dare il massimo per raggiungere i livelli più alti!

BUON LAVORO!!

Vuoi pubblicare gratuitamente questo corso?
Questo corso può essere pubblicato e ridistribuito liberamente su qualunque
supporto
(pagine web, cd-rom, floppy disk, carta stampata, ecc.) purché rimangano
inalterati i
contenuti ed i collegamenti presenti all’interno della stessa.

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  • 1. Le Guide di… Corso di Mixaggio per D.J. da IL MANUALE DEL DISC-JOCKEY di PAOLO DEL PRETE www.musicarea.it www.musicarea.it - www.xenophia.com 1 www.xenophia.com
  • 2. Corso di Mixaggio per D.J. LEZIONE 1 IL MIXAGGIO scopo, concezione, obiettivo, evoluzione e sviluppo. All’ inizio erano le balere … Fino alla seconda metà degli Anni 70 in Italia, così come in buona parte del mondo occidentale, c’erano locali detti “balere” ( o “sale da ballo” ) dove si poteva ballare al ritmo delle cosiddette orchestrine, che poi altro non erano che gruppi musicali, che eseguivano in maniera più o meno fedele gli HIT del momento. Chiaramente molti erano gli inconvenienti sia di ordine pratico ( pause spesso interminabili tra un brano e l’altro, impianti scadenti, stecche e stonature di vario tipo ecc. ) che gestionali ( il proprietario del locale si trovava a dover pagare più persone e a dover discutere con loro anche di problematiche che spesso prescindevano dal lato prettamente professionale ( liti interne, ritardi, assenze ecc. ). Con il Boom del mitico Film interpretato da John Travolta ( Saturday Night Fever ) la cui colonna sonora conteneva alcuni tra i maggiori Hit della Disco Music di tutti i tempi, quella che negli Stati Uniti era già una consuetudine arrivò anche in Italia: la Febbre delle Discoteche. Si scoprì così il ruolo e l’esistenza del Disc-Jockey, Eroe Solitario, Gran Maestro di Cerimonie, Responsabile ed “Amministratore Unico” delle serate del divertimento sfrenato e della trasgressione alla moda di cui furono sin da subito teatro le discoteche. Via così gli strumenti suonati spesso da mediocri strimpellatori e spazio ai dischi originali, senza pericolo di stecche ed interpretazioni lontane del feeling originale, e soprattutto anche i proprietari potevano discutere ( e pagare ) una persona sola senza entrare in merito e a problematiche di … gruppo. L’entusiasmo fu totale, ma sorse subito un problema: come fare a far si che la gente in pista potesse continuare non solo a ballare senza pausa tra un disco e l’altro ma anche senza cambiare il passo? Nacque cosi l’idea del mixaggio, cioè il miscelare due dischi tra di loro continuando a mantenere il ritmo di base senza variazioni, o meglio “creando” un tappeto ritmico sul quale i diversi brani cambiassero senza che il ritmo subisse variazioni che coinvolgessero la danza e , possibilmente, senza che il cambio si “sentisse”. Il mixaggio divenne così, a poco a poco, un’ arte e molti furono gli stili e le finezze che presero vita nel corso dell’evoluzione del ruolo del DJ. E il DJ stesso divenne un vero e proprio nuovo fenomeno sociale, da “mettidischi” a Star del locale in cui lavorava a idolo dei giovani ( e soprattutto delle giovani ). www.musicarea.it 2 www.xenophia.com
  • 3. Corso di Mixaggio per D.J. LEZIONE 2 I "FERRI DEL MESTIERE" il mixer e il preascolto, i piatti, i lettori cd e il pitch, la cuffia e i monitor. Come ogni arte o mestiere che si rispetti, anche l’esercizio del mixaggio richiede i suoi “attrezzi”: MIXER E’ necessario che abbia un minimo di tre canali , uno per ogni piatto o lettore CD, più uno per gli ausiliari che possono essere il microfono, la piastra o il masterizzatore-lettore CD per registrare o mandare musica in sottofondo ecc. E’ indispensabile che il mixer abbia il PREASCOLTO, dispositivo che permette di ascoltare in cuffia un brano anche senza mandarlo in uscita, e ciò è indispensabile ai fini del mixaggio ( come vedremo più avanti ). Chiaramente qui stiamo parlando di mixaggio inteso come miscelaggio tra due dischi al fine di far ballare il pubblico in un locale o in una festa. Se parliamo invece di mixaggio discografico o live ( musica dal vivo con gruppo musicale ) il discorso cambia e sono necessarie almeno sedici piste con relativi equalizzatori ( parametrici o grafici ) ed altri dispositivi indispensabili in tal senso, ma di questo ne riparleremo più avanti, ora rimaniamo in discoteca!!!! PIATTI O LETTORI CD Servono, logicamente, per poter fare in modo che i dischi o i CD suonino. E’ importantissimo che siano forniti di PITCH per la regolazione di giri ( variazione di velocità del brano ), anche questo dispositivo indispensabile ai fini del mixaggio. CUFFIE E MONITOR Le prime servono per ascoltare il brano da mixare, i secondi per ascoltare la musica in uscita senza problemi di ritardo o risonanze. www.musicarea.it 3 www.xenophia.com
  • 4. CONSIGLI PER GLI … ACQUISTI Molto disinteressatamente, mi permetto di darvi qualche indicazione al fine di aiutarvi ad orientarvi meglio nel caso non aveste le idee chiare riguardo l’acquisto di un’attrezzatura professionale. Per ciò che riguarda il MIXER vi consiglio il DJM-500 o il DJM-600 della Pioneer ( 4 canali con preascolto , fader ed equalizzatore parametrico ) oppure la serie PS della Gemini ( 01, 02, 03, 04, tutti a tre canali con fader ) o l’UMX SE a 3 canali sempre della Gemini. Inoltre anche i modelli SMX ( 201 a 2 canali / 501 a 3 canali )e M( 303 e 304, a 3 canali ) della Stanton hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo. Non male anche la serie NUO ( 2, 3 e 5 ) della ECLER. Per ciò che riguarda i PIATTI ( per coloro, e sono tanti, che preferiscono lavorare con il vinile ) inizio subito con il consigliarvi i mitici SL 1200 MK2 della Technics ( da tutti conosciuti come MILLEDUE ) , giradischi con trazione diretta al quarzo che da più di 20 anni sono i preferiti dai DJ di tutto il mondo per la loro precisione, la maneggevolezza, la stabilità e l’affidabilità, nonchè il design, sempre attuale nonostante ormai sia da anni più che …maggiorenne. Il pioneristico PITCH per la regolazione dei giri a cursore laterale ha lanciato subito un Trend nel suo genere, ed il margine di regolazione +8 / - 8 è ottimale per quasi tutti i generi musicali. Ottimi anche il modello SL 1210 (diverso dai 1200 solo nel colore, nero anziché grigio ) e l’ SL 1200 MK 5e, la sua versione più aggiornata. Ottimi gli Stanton serie ST 150 ( in versione “braccio curvo” o “diritto”, a scelta ) e T 120 e il KAM, tutti molto simili ai mitici “ Milledue”. Per ciò che riguarda i lettori CD da mixaggio inizio con i mitici CDJ della Pioneer nelle diverse serie, continuando con gli Stanton ( serie c 303 / C 304 ) e i Gemini CFX- e CDJ 0230. Non male anche gli ultimi modelli della Omnitronic. In questo settore, in particolare, la produzione è in aggiornamento continuo, e chiunque può comunque scegliere secondo le diverse esigenze. Per ciò che riguarda le cuffie, citerò le DJ PRO della Stanton ( 50, 300, 1000 MKII S, 2000S, 3000, 3000 HOUSE ), le MDR della Sony ( V 500 DJ, V 700 DJ, V 150, V 250, V 300 e V 700 HOUSE ) e le RP DJ della Technics ( 100, 1200 , 1210 ). Ma qui veramente ci si può sbizzarrire in tutte le salse, l’ importante è tenere sempre presente il fine della cuffia: se è il mixaggio in discoteca deve permetterci di sentire bene sia il preascolto che ( contemporaneamente ) il monitor , se è il mixaggio in studio deve avere un sound il più fedele possibile all’originale, senza enfatizzare alcun tipo di frequenze. Per concludere vi consiglio anche le CONSOLLE COMPLETE di mixer, lettori CD o piatti e vani portadischi, indispensabili per i DJ FREE LANCE che si spostano spesso tra serate all’aperto, feste e raduni di vario tipo. Qui l’assemblamento dei vari pezzi è altamente soggettivo e ognuno può costruirsi la propria…” bat-mobile” come meglio crede!!!!!! www.musicarea.it 4 www.xenophia.com
  • 5. Corso di Mixaggio per D.J. LEZIONE 3 I BPM velocità di un brano, concetto di "battuta", conteggio dei BPM. Per BPM si intende il numero di “battiti” che un brano “batte” (appunto) in un minuto. Ciò determina la velocità dello stesso ( avrete notato che tra due brani “veloci” ci sono comunque delle differenze non solo di ritmo ma anche di andatura ) e saperle calcolare è fondamentale ai fini del mixaggio ( più avanti ne vedremo il motivo ). Per avere un’ idea ancora più chiara del concetto di BPM provate a ballare su un brano Dance o House: ogni vostro passo di danza al ritmo è una BPM. O ancora, battete il piede seguendo il ritmo del brano e contate, sempre a tempo: ogni battuta e’ un numero, o un battito del vostro piede. A che pro bisogna saper calcolare i BPM di un brano? I motivi sono diversi e tutti fondamentali: 1) Ai fini del mixaggio è bene accoppiare tra di loro brani che abbiano i BPM vicini , al massimo con un margine di + o – 4 BPM ( a parte casi particolari ). Esempio: un brano con 120 BPM va accoppiato con un altro che conti minimo 116 BPM e massimo 124 BPM. un brano con 130 BPM va accoppiato con un altro che abbia minimo 126 BPM e massimo 136 BPM ... e così via. Questo perché una modifica maggiore della velocità del brano altererebbe le sue caratteristiche, tra le quali, soprattutto, la tonalità ed il timbro delle voci. Va da sé che per ciò che riguarda i brani strumentali il discorso è meno rilevante. 2) Una volta che si ha un’idea delle diverse velocità tra i brani a disposizione, diventa più semplice la regolazione dei giri del disco durante il mixaggio tramite il PITCH. 3) La pratica del conteggio dei BPM dà modo di esercitarsi ad affinare l’orecchio nei confronti dei diversi ritmi e delle varie andature ( anche tra i diversi generi musicali ). www.musicarea.it 5 www.xenophia.com
  • 6. COME SI CALCOLANO I BPM. Oggi ci sono vari modelli di Mixer, nonchè di lettori CD e piatti, che segnalano automaticamente le BPM del disco suonato tramite un Display. Ma è bene comunque sapere come fare a calcolare i BPM di un brano in maniera svincolata dai vari sistemi. Basta “contare” ( proprio così: uno, due, tre ecc. ) seguendo il ritmo del brano che ci interessa nell’arco di tempo di un minuto: arriveremo così ad una cifra ( 120, 130, 140 ecc. ) e quello sarà il numero dei BPM di un brano. Provare per credere!! TIPS AND TRICKS. Nel conteggio, aiutatevi battendo il ritmo con il piede. Se poi un minuto vi sembra troppo lungo per tenere il conto senza perderlo, contate solo per 15 secondi e moltiplicate la cifra ottenuta per 4. Vi consiglio di esercitarvi in questa pratica il più spesso possibile in ogni occasione, quando ascoltate un brano per radio o in tv o ovunque ci sia musica. Dopo un po’ di tempo riuscirete a calcolare i BPM di un brano anche ad orecchio, o perlomeno ad andarci molto vicino ( provate e vedrete )! A proposito, non dimenticate di portare con voi un orologio che calcoli precisamente i secondi e partite e fermatevi nel conteggio con più tempismo possibile. Una volta che avrete imparato questo, siete già quasi a metà della strada. www.musicarea.it 6 www.xenophia.com
  • 7. Corso di Mixaggio per D.J. LEZIONE 4 LA STRUTTURA DEL BRANO struttura musicale, struttura discografica, struttura tecniche e “battute”. Ascoltando un brano, avrete notato che ogni canzone, al di là dei diversi generi, ha una struttura comunque definita: c’è un’ introduzione, una strofa che precede il ritornello ( o inciso o anche refrain, parte centrale di una canzone dove spesso è presente il motivo principale del brano, quello che rimane in mente e che si fischietta sotto la doccia ), poi si torna alla strofa a cui segue ancora il ritornello fino al ( gran ) finale. Spesso è presente anche un ponte ( o bridge ) tra la strofa e il ritornello o anche qualche assolo o parte strumentale. Nei brani Dance in generale, queste parti sono strutturate con ancora più rigore, soprattutto per ciò che riguarda l’INTRO ( spesso strumentale o addirittura solo ritmico o vocale senza base ) ed il BREAK ( parte centrale che in genere segue il secondo refrain, anche questo strumentale e spesso esclusivamente ritmico ). Ciò perché sono proprio queste le due parti del brano che bisogna utilizzare nella maggior parte dei casi per il mixaggio: SUL BREAK DEL BRANO “ USCENTE ” ENTRA L’INTRO DEL BRANO “ ENTRANTE “. Sembra quasi uno scioglilingua ma è esattamente il concetto fondamentale su cui si basa ogni mixaggio, e non è un caso che i DJ producer ed i musicisti di musica Dance in generale dedichino grande cura a queste due parti della struttura di un brano: realizzare un disco che “si mixa bene “ ( sia in entrata che in uscita ) determina buona parte del successo dello stesso! www.musicarea.it 7 www.xenophia.com
  • 8. Corso di Mixaggio per D.J. LEZIONE 5 LE PARTI DEL BRANO NECESSARIE AL MIXAGGIO introduzione, break, stacco. INTRO, BREAK E BATTUTE Anche qui subentra il concetto di “battuta”, questa volta, però, intesa in maniera diversa dal contesto BPM: infatti si tratta dei battiti delle diverse parti, a prescindere dalla velocità. Noterete che sono divise in “ottave” ( multipli di otto battute, che vanno da 8, 16, 32 a 64 ecc. ) e che passate un certo numero di battute ( quelle elencate, appunto ) la struttura della canzone varia nelle parti. Per rendervi il concetto più chiaro vi farò un esempio tratto da una nota canzone Dance: INTRO 32 battute STROFA 64 battute PONTE 16 battute REFRAIN 64 battute STROFA 64 battute PONTE 32 battute REFRAIN 128 battute BREAK 64 battute STROFA 16 battute FINALE 128 battute Il metodo di conteggio è lo stesso che si usa nel calcolare le BPM, cioè battendo il piede. Anche qui sono importanti l’esercizio e la pratica. Iniziate da subito, quindi. P.S. Il brano riportato nell’esempio è abbastanza standard per ciò che riguarda la struttura delle Dance Songs. Se qualcuno avesse indovinato titolo ed interprete può inviarmi un’ e-mail a: xenophia@email.it e riceverà un SIMPATICO OMAGGIO!!! www.musicarea.it 8 www.xenophia.com
  • 9. WORK IN PROGRESS !!! Passiamo ora al lato pratico, in modo di poter poi analizzare le diverse tecniche di mixaggio. Ci baseremo sul metodo “classico”, quello, per capirci, con cui è iniziata l’era dei DJ ( ai tempi del vinile, quindi ), Questo perché anche per ciò che riguarda il mixaggio con i CD i principi base sono identici. LANCIARE IL DISCO Prima cosa da fare e’ esercitarsi a maneggiare e quindi a lanciare il disco che ( così come il CD ) non va mai toccato ma preso per il bordo. Il primo esercizio da fare con il vinile, dopo averlo appoggiato sull’apposito panno a sua volta adagiato sul piatto, è appunto di reggerlo sul bordo, tenendolo fermo in modo che la trazione del piatto continui a ruotare regolarmente senza nessun rallentamento a differenza del disco che DEVE rimanere immobile, senza nessuno sbalzo o tremolio. L’esercizio assume maggior efficacia se il braccetto del piatto viene tenuto sul disco, in modo che ci si abitua a non farlo saltare e a dare alla mano una maggior fermezza e quindi sicurezza e proprietà di manovra. Una volta acquistata una certa padronanza si può iniziare a far ruotare il disco ( in maniera alternata ) prima in senso anti orario e poi in senso orario, facendo fare allo stesso ( sempre adagiato sul piatto con il braccetto sul disco ) un movimento “avanti e indietro” che sarà fondamentale ai fini del mixaggio. UN PO’ DI STORIA L’ “avanti e indietro” di cui sopra a cui si sottopone il disco è basilare ai fini del mixaggio ( come vedremo in seguito ) e quando si è in consolle, con la pista del locale piena di clienti scatenati, va fatto in cuffia con attivata la funzione di pre-ascolto ( che ci permette di ascoltare un brano mentre ne sta uscendo un altro ) e quindi con il relativo cursore del mixer abbassato. Nel 1979, in una nota discoteca di New York ( il “Sanctuary” ) il DJ fece lo “sbaglio” di tenere invece il cursore alzato mentre, regolando i giri del disco da mandare, effettuava il movimento di cui sopra. La risposta del pubblico a quella “finezza” dalla ritmica comunque particolare fu un enorme boato: nacque così lo SCRATCH…. ANDIAMO AVANTI Una volta che avrete acquisito una buona padronanza del movimento su esposto, iniziate ad esercitarvi in questo modo: mandate un brano in out ( possibilmente, almeno le prime volte, di velocità intorno alle 120 BpM ): contemporaneamente, prendete la prima battuta di cassa di un altro disco che avrete preparato sull’altro piatto ed eseguendo il movimento che già sapete seguite in preascolto il ritmo del brano in out, cercando di seguire il ritmo nella maniera più precisa possibile. Una volta acquisita sicurezza e padronanza ripetete l’esercizio con brani di diversa velocità ( dalle 100 alle 145 Bpm ). NOTA: Chiaramente per ciò che riguarda il mixaggio con i CD tutto ciò non serve, ma basta piazzare il supporto sulla battuta dalla quale si vuole “lanciare” il brano. Da questo momento in poi invece, tutto ciò che si riferisce al mixing con il vinile vale anche per i CD. www.musicarea.it 9 www.xenophia.com
  • 10. REGOLARE I GIRI Partendo dal disco in out e dall’altro in preascolto con i quali avete effettuato l’esercizio precedente, lanciate il secondo disco ( quello in preascolto ) e mentre lo ascoltate in cuffia regolatene le BpM, utilizzando l’apposito PITCH per la regolazione di giri, fino a che la velocità non coincida con il disco in out. Una volta fatto questo tornate alla battuta dalla quale, al momento giusto, lancerete il brano da mixare e fermatelo. Ora siete pronti per il mixaggio…. CONSIGLI: Abbiamo illustrato la tecnica di cui sopra benché attualmente molti mixer, piatti e CD Player abbiano il Display con il conteggio automatico delle BpM. E’ chiaro che in tale caso non c’è bisogno di fare tutta la trafila ma basta digitare le BpM coincidenti. Nel caso comunque che fosse necessaria la tecnica “artigianale”, consiglio innanzitutto di prendere due brani che abbiano la velocità molto vicina ( con uno scarto massimo di + o – 5% a parte particolari eccezioni ). Può essere inoltre necessario lanciare più volte il brano da regolare e ripetere l’operazione con il pitch, per favorirne la precisione. www.musicarea.it 10 www.xenophia.com
  • 11. Corso di Mixaggio per D.J. LEZIONE 6 LE TECNICHE DI MIXAGGIO strappo, tappo, sovrapposizione, dissolvenza, ibride. Come già accennato, scopo del mixaggio è di creare un tappeto ritmico uniforme che permetta a coloro che sono in pista di ballare ininterrottamente e senza cambiare passo. L’esigenza nacque agli albori delle discoteche quando finito un disco ne partiva un altro senza alcun criterio né tecnico né tanto meno artistico ( dopo un pezzo Soul di 100 BpM magari veniva mandato un Rock’n’Roll a 140, poi un lento e così via ) spesso costringendo i ballerini a pause interminabili, causate dai numerosi “buchi”, e a partenze “razzo” dovute a brani già iniziati. Il mixaggio sin dall’inizio risolse i vari problemi, con il tempo le tecniche si sarebbero affinate raggiungendo livelli di estrema raffinatezza. Tecniche di mixaggio base sono le seguenti: 1. 2. 3. 4. STRAPPO TAPPO SOVRAPPOSIZIONE DISSOLVENZA A queste si possono aggiungere diversi combinazioni tra le varie tecniche che possiamo definire IBRIDE. MIXAGGIO A STRAPPO E’ la tecnica più semplice ed immediata ma nello stesso tempo quella che richiede la mano più “ferma”. Si tratta di attendere la 32esima battuta del Break o di altro punto scelto del brano da togliere per lanciare la prima battuta del brano da far entrare ( in coincidenza, quindi, della 33a del precedente ) alzando il cursore del secondo brano mentre si abbassa quello del primo in maniera fulminea, sincronizzata e precisa. MIXAGGIO A TAPPO L’effetto di questa tecnica è simile a quello della precedente ma la differenza sta nel concetto e nell’esecuzione. In questo caso, infatti, il brano entrante va lanciato 32 battute prima della sua entrata ma in preascolto. Arrivata la 33a battuta dello stesso si invertono velocemente i cursori in e out ed i brani avranno automaticamente scambiato i loro… “ruoli”. www.musicarea.it 11 www.xenophia.com
  • 12. MIXAGGIO IN SOVRAPPOSIZIONE E’ sicuramente la tecnica più spettacolare e che richiede più abilità, esperienza e precisione. In sostanza è identica al miraggio “a tappo” ma con la differenza che va fatta a cursore aperto sin dal lancio della prima battuta del brano entrante. Ci si troverà così ad ascoltare per un po’ i due brani contemporaneamente realizzando nello spazio di tempo del mixaggio un “terzo brano” inedito creato da noi fondendo i due brani ( entrante e uscente ) tra di loro. Chiaramente è fondamentale, come in tutte le tecniche del resto, che i giri dei due dischi siano regolati alla perfezione per evitare il rischio che invece di un terzo brano al pubblico venga propinato un…treno in corsa ( per avere chiaro il concetto provate a mandare contemporaneamente due brani senza regolarne i giri )! MIXAGGIO IN DISSOLVENZA Identico a quello in sovrapposizione con la differenza che il cursore entrante viene alzato gradatamente mentre quello uscente viene gradualmente abbassato facendo in modo che la sua chiusura totale coincida con l’entrata dell’altro disco dal punto preciso da noi scelto. A queste tecniche fondamentali vanno aggiunte altre che possiamo definire IBRIDE in quanto sono una fusione alternata della varie tecniche su elencate. CONSIGLIO E’ inutile dirvi che l’esercitarsi nelle varie tecniche è tassativo. A questo vorrei aggiungere che la scelta dei brani da mixare, pur essendo a vostra discrezione, dovrebbe essere basata oltre che dall’affinità di BpM, anche su quella di genere e/o di suoni. Partite dal principio che dovreste mettervi nei panni di qualcuno che non conosce nessuno dei brani da voi proposti e a cui dovrebbe sembrare che la canzone è sempre la stessa ma con…parti diverse!!! www.musicarea.it 12 www.xenophia.com
  • 13. Corso di Mixaggio per D.J. LEZIONE 7 I GENERI MUSICALI dal Blues e il Soul al Rock e alla Dance, derivati dal Rock ( Metal, Crossover, Nu-Metal ecc. ) e dalla Dance ( House, Ambient, Techno ). R & B, Hip Hop e Rap. Per ciò che riguarda la musica Pop ( dall’inglese “popular” ) cioè tutto quel contesto di generi che prescindono dalla cosiddetta musica “ colta “ o “ seria “ ( definizione tecnica che include tutte le composizioni riconducibili al genere“ classico “ ) la matrice fondamentale è scaturita, a partire dagli anni 60, da due filoni ben precisi : il BLUES e il SOUL. Dal primo, versione profana del religioso GOSPEL, è scaturito tutto il filone musicale poi definito ROCK con tutte le sue varie forme, influenze e contaminazioni ( dall’ HARD ROCK dei Black Sabbath, dei Led Zeppelin e dei Deep Purple al PROGRESSIVE ROCK degli Yes, dei Genesis e dei Gentle Giant al “ CLASSICAL ROCK di Emerson, Lake & Palmer, Focus e Jethro Tull ( questi ultimi influenzati molto anche dal JAZZ e dal FOLK CELTICO ) al JAZZ ROCK, appunto, dei tecnicissimi Weather Report, Mahavishnu Orchestra e Brand X fino alle varie forme del più moderno HEAVY METAL, di matrice più statunitense, dal classico METAL di Iron Maiden, Judas Priest e B.O.C. a quello più GLAM di Motley Crue, Kiss, Poison e Ratt, a quello tecnico ma commerciale di AC/DC e Van Halen a quello iper tecnico di Dream Theatre e Machine Head e dei loro predecessori Rush, fino alle forme più personali e particolari di POP ROCK, come nel caso degli inglesi Police, Roxy Music ( che a loro volta hanno influenzato una miriade di gruppi NEW WAVE negli anni 80 dai Duran Duran ai Culture Club ai Simple Minds agli Spandau Ballet ai Visage fino ai più elettronici O.M.D., Depeche Mode, Heaven 17 e Human League ) e gli americani ZZ Top, Aerosmith, Guns’n’Roses ( dai quali sono scaturite varie forme di Metal, dal GRUNGE di Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden al CROSSOVER ( o NU-METAL ) di Living Color, Faith No More e Red Hot Chili Peppers fino al RAP METAL di Kid Rock, Limp Bizkit e P.O.D., compresa la sua forma più DARK ( vedi Korn, Sepoltura ecc. ). Alla base di tutto ciò c’è il BLUES, sviluppatosi poi in ROCK BLUES ( vedi Eric Clapton ) fino alle varie forme musicali che si sono evolute negli attuali generi inseribili nell’ambito ROCK. Per ciò che riguarda invece il genere “ Dance “ la situazione si fa ancora più complicata, in quanto, pur essendo il SOUL la matrice principale, ha goduto anche delle influenze del derivato più “ ritmico “ del BLUES ( il “ RYTHM’N’BLUES ) e sin da subito ha generato derivati considerabili sin da subito “ a sé “ come il FUNKY e la DISCO MUSIC fino a spaziare nell’ ELETTRONICA “ DA DISCOTECA “ ad iniziare dai www.musicarea.it 13 www.xenophia.com
  • 14. grandi classici pioneristici degli anni 70 come “ I feel love “ di Donna Summer, “ From here to eternity “ di Giorgio Moroder e “ You make me feel “ di Sylvester alle attuali più sofisticate forme di HOUSE AMBIENT, ELECTRO DANCE e TECHNO. Tra l’altro, è bene tener presente che se per anni i generi “ da discoteca “ si potevano comunque restringere a poche categorie ( FUNKY, SOUL, DISCO, ELECTRO POP, RAP e poco altro ) allo stato attuale esistono una miriade di generi e sottogeneri dalla “ COMMERCIALE “alle molteplici forme di HOUSE (TECH HOUSE, HARD HOUSE, HOUSE AMBIENT ecc. ) che spesso si differenziano tra loro unicamente per il diverso numero di BpM o per l’aggiunta di un diverso suono. Tornando alle origini, brani come “ Sex Machine “ di James Brown, “ I will survive “ di Gloria Gaynor e “ I gotcha” di Joe Tex danno un’ idea della fonte da cui scaturì ciò che poi gruppi come Earth, Wind and Fire, KC & the Sunshine Band, Commodores e Chic personalizzarono fino a creare diversi tipi di “ dance sound “ che hanno lasciato il segno. Hanno contribuito allo sviluppo tecnico musicale della DANCE gente come i Bee Gees ( fondamentale la svolta di “Saturday Night Fever” ), Kool & the Gang, Diana Ross e la stessa Donna Summer nonché Michael Jackson ( e fratelli, Janet e Jermaine compresi ) e Madonna, personaggi che contribuirono non poco a far si che il successo del genere si allargasse anche oltre le mura delle discoteche ed arrivasse anche a chi non frequentava i “dance floor”. IL RAP Quando nel 1979 due amici DJ di colore ebbero l’idea di raccontare una storia dai microfoni di una radio libera statunitense parlando a tempo sul break di “Good times “ degli Chic, sicuramente non avrebbero mai pensato che avrebbero così inventato un nuovo genere musicale, e men che meno che questo genere fosse a tutt’oggi tra i più seguiti a livello internazionale. Anzi, in seguito a questa idea, furono anche costretti a farsi qualche giorno di galera in quanto, almeno a quei tempi, le leggi riguardanti il diritto d’autore negli Stati Uniti erano molto rigide. Nello stesso tempo l’idea riscosse però grande interesse, e più di qualcuno seguì l’esempio dei SugarHill Gang ( questo era il nome del duo in questione e “Rappers Delight” il brano, poi diffuso in tutto il mondo, che fu ricavato dallo speakeraggio ritmico su base degli Chic ). Molti di questi, visti i problemi avuti dai due con la giustizia, preferirono applicare tale tecnica su brani composti all’uopo: “ The Break “ ( Kurtis Blow ), “ Rap o Clap o “ ( Joe Baatan ) “ Bounce, Rock, Skate, Roll “ ( Vaughan, Mason & Smith ) furono tra i primi leggendari brani ed artisti che diedero il via definitivo a questo nuovo filone musicale che venne denominato RAP. Tuttavia, questo sembrava comunque un genere musicale destinato, dopo l’interesse iniziale, a cadere nel dimenticatoio, tanto più in quanto era considerato “ il genere di quelli che volevano cantare ma non sapevano cantare “. Come invece è andata a finire è sotto gli occhi di tutti : RAP , HIP HOP e R’N’B sono non solo un genere musicale a sé che gode di migliaia di seguaci a livello internazionale con tanto di suo gergo, ideologia e abbigliamento, ma anche un filone che ha influenzato e contaminato tutto il mondo musicale, dalla Dance al Rock. Oggi, per saperne di più su questo contesto, basta accendere la radio o qualsiasi tv musicale www.musicarea.it 14 www.xenophia.com
  • 15. Corso di Mixaggio per D.J. LEZIONE 8 TECNICHE DI MIXAGGIO PER DIFFERENTI GENERI MUSICALI alcune regolette generali , il Rock mixing Una volta che ci si è impadroniti delle relative tecniche e si è acquisita una certa esperienza, compito principale del DJ emergente è quello di attuare una scelta musicale accurata e personalizzata che lo distingua tra la marea di professionisti della puntina sparsi in tutto il mondo. Quindi la scelta personale e la creatività soggettiva sono sacri. Un paio di regolette tecniche però vanno tenute presenti, in quanto il loro rispetto è imprescindibile se si vuol essere professionali. 1. Nel mixaggio, non tagliare mai il cantato. 2. Fare in modo che la crescita delle BpM sia graduale. 3. Evitare assolutamente “buchi” e “deragliamenti”. Per i DJ che invece prediligono il Rock, il discorso è ancora più semplice, in quanto non è necessario applicare alcuna delle su menzionate tecniche di miraggio, ma basta “attaccare” il brano in entrata alla fine di quello in uscita ( o anche sfruttando uno stop dello stesso ). Di conseguenza, il Pitch non va mai usato e quindi i giri del disco non vanno mai alterati, primo perché assolutamente inutile, secondo perché nel Rock i brani vanno ascoltati senza alterazioni. E’ importantissima comunque la scelta dei brani, anche perché il repertorio di questo genere è talmente vasto che non ci si può assolutamente permettere di unire tra loro dei brani senza coerenza logica e qualitativa. Nell’ Hip Hop invece troviamo DJ che mixano ed altri che non mixano, oppure che un po’ mixano e un po’ no: la cosa è a discrezione soggettiva. www.musicarea.it 15 www.xenophia.com
  • 16. Corso di Mixaggio per D.J. LEZIONE 9 TIPS & TRICKS alcune regolette generali , il Rock mixing Innanzitutto bisogna partire dal principio che il compito principale del DJ è quello di far divertire tutti coloro che hanno pagato il biglietto per ( appunto ) divertirsi. Ciò richiede innanzitutto onestà, umiltà, intelligenza ed intuito ma anche determinazione, sicurezza ed esperienza. Benché il tratto distintivo principale del DJ sia la scelta musicale, questa non può comunque prescindere dall’ aver rispetto nei confronti dei gusti del pubblico, e anche in casi estremi si può sempre trovare una soluzione.Con il tempo, se si deciderà di fare una scelta a favore di uno stile e di un genere invece di un altro ci si rivolgerà di conseguenza esclusivamente ad un certo tipo di pubblico evitando il resto ( soprattutto in generi come la Techno e la Tech House molti professionisti di livello internazionale hanno preso una decisione in questo senso divenendo degli idoli nel proprio settore ma restando sconosciuti al di fuori dello stesso ). La cosa è ancora più definita per chi fa la scelta di operare nell’ambito Rock. In seguito si potrà curare anche la propria immagine professionale, partendo dalle proprie caratteristiche tecnico-musicali fino a particolari dell’abbigliamento, del look e degli accessori personali ( qui potrete sbizzarrirvi a vostro piacimento in quanto, grazie al cielo, in questo ambito professionale non ci sono limiti in questo senso, anzi anche le stravaganze più eccessive sono ben accette, soprattutto se intelligenti e coerenti con la persona stessa. Non è comunque un obbligo cucirsi addosso un personaggio stravagante se questo non è riconducibile al carattere della persona ). Importantissima, per “farsi un nome” prima e per mantenere sempre un livello alto dopo, è, come in tutti i settori pubblici, la promozione. Non credete a chi dice che in questo campo il troppo “ stroppi “, la pubblicità non è mai troppa, e prendete esempio da grandi personaggi e marchi commerciali che veramente sono conosciuti al punto di non aver davvero bisogno di essere pubblicizzati, e che invece continuano a pubblicizzarsi con le migliori strategie ( basti pensare alla Coca Cola ). Il pubblico si stanca solo se ciò che gli si propone non è di suo gradimento, tutto il resto è concesso. www.musicarea.it 16 www.xenophia.com
  • 17. Ancora più importante è comunque l’impegno serio e costante, il continuo aggiornamento, l’esercizio ed il miglioramento continui, lo studio e il duro lavoro. Ascoltate musica, provate nuove tecniche, studiate nuove strategie di marketing, fate esercizi di miglioramento psico-fisico, rafforzate la vostra personalità, ascoltate musica, scoprite nuovi generi, fate fruttare al massimo il vostro tempo, e fatelo con gioia. Cercate di far si che ogni giorno siate migliori di quello precedente. E, ripeto, lavorate, lavorate duro: se si vuole arrivare in alto nessuno può prescindere da questa regola. D’altra parte, voi avete una grande fortuna, quella di fare un lavoro che vi piace e che amate, una vera e propria passione! Quindi più lavorate e più vi divertite! Non è da tutti avere questo privilegio. www.musicarea.it 17 www.xenophia.com
  • 18. Corso di Mixaggio per D.J. APPENDICE APPENDICE alcune regolette generali , il Rock mixing COME IMPOSTARE UNA SERATA DANCE DI SUCCESSO Prima di iniziare una serata, premunitevi di qualche CD da utilizzare come sottofondo nel pre-serata, curandovi di far si che la scelta sia comunque di livello qualitativo elevato, ma comunque basata su generi diversi da quello che poi manderete ( fusion, new age, jazz rock e musica “lenta” in genere sono ottimali ). Il sottofondo va mandato a volume basso, in modo che il pubblico entrante possa comunque conversare con naturalezza, ma che comunque la musica si senta bene. Quando invece iniziano le danze l’impatto audio deve essere rilevante; il volume, quindi, deve essere elevato. Questo vale sia che si decida di iniziare con una sigla personalizzata ( in questo caso date un’ occhiata ai relativi consigli in merito nel paragrafo VARIE qui di seguito ) sia che si voglia partire direttamente con il primo brano. A proposito di questo, vi consiglio vivamente di partire subito con un “riempipista”, in quanto sono dell’idea che la pista vada riempita sin da subito e così sarà anche più semplice mantenerla tale; continuate quindi con una scelta adeguata tenendo comunque costantemente d’occhio la pista, pronti a regolarvi di conseguenza ad ogni eventuale esigenza. Cercate comunque di non ripetere i brani, a meno che non ci siano esigenze particolari ( richieste imprescindibili ecc. ). Se è vero che è necessario salire gradatamente di velocità, il livello qualitativo musicale invece deve essere sempre costante ed elevato. In sostanza, divertitevi e fate divertire, è questa la chiave del tutto. E, grazie a Dio, gioia ed allegria sono tra le cose più…contagiose!!! SCRATCH, SAMPLER E RAP Nel corso della serata possiamo attingere a dei mezzi che hanno il fine di rendere la stessa più varia ed interessante. “Scratchare” ogni tanto, naturalmente avendo cura di farlo su una base ritmica possibilmente di sole percussioni ed in maniera mirata, usare dei Sampler con il campionatore e prendere il microfono per Rappare magari coinvolgendo il pubblico sono azioni che possono contribuire a rendere la serata indimenticabile e a far si che il tasso qualitativo della stessa raggiunga livelli ottimali. Ma naturalmente solo nel caso che la cosa sia fatta nel modo giusto, al momento giusto e con il pubblico giusto. www.musicarea.it 18 www.xenophia.com
  • 19. Ciò che può essere perfetto una sera può non esserlo in un’ altra, così come ci sono differenze tra locale e locale, tra pubblico e pubblico, tra Sampler e brano e così via. Il talento, l’esperienza e la vostra intelligenza professionale saranno le vostre guide infallibili. MIXAGGIO “DISCO”, MIXAGGIO DISCOGRAFICO E MIXAGGIO LIVE Le tecniche su citate riguardando il cosiddetto MIXAGGIO DISCO, quello che ci serve in discoteca per unire due brani tra di loro. Tutt’altra cosa è il mixaggio in uso negli studi di registrazione quando si deve realizzare il Master di un disco. In questo caso si tratta, infatti, di miscelare tra di loro i diversi strumenti musicali e le voci, ognuno dei quali è registrato su di un singolo e diverso canale, facendo in modo che ogni parte sia udibile perfettamente e che nessuna prevalga sull’altra. Una volta realizzato questo, si passa il tutto su una bobina o un CD o altro supporto digitale ( Mini Disk, DAT ecc. ) e si ottiene il MASTER, cioè la versione definitiva del brano dalla quale si ricaveranno le copie che verranno messe in vendita. Identico è il concetto che riguarda il MIXAGGIO LIVE, con l’unica differenza che il fine non è la realizzazione del Master discografico ma un concerto dal vivo. In entrambi i tipi di mixaggio appena citati ci sono diverse tecniche e principi da tenere presenti per raggiungere il risultato ottimale. In un prossimo futuro realizzeremo un volume a parte che riguarderà questo settore specifico. Chi fosse interessato può prenotarne un copia sin da adesso inviando un’e-mail a: paolodelprete@xenophia.com VARIE SIGLE E SPOT RADIO Tornando alla promozione, una sigla personalizzata può avere un'efficacia inaspettata, purchè si seguano poche regole base, valide anche per gli spot radio. Se si tratta di uno speakerato curate, oltre al timbro e all'enfasi della voce che devono essere adeguati allo scopo, che la base sia strumentale. Inoltre ricordate che una base senza ritmica dà più "gravità" al momento, mentre una molto ritmica da' più sprint allo speakerato. Per il resto, come in tutto, siate voi stessi, fate ciò che secondo voi è più giusto, esprimetevi al meglio: distinguersi è il primo passo per "diffondersi" e se avete talento, perseveranza e professionalità il vostro successo crescerà di pari passo al vostro impegno! SEMPRE PIU' IN ALTO!! www.musicarea.it 19 www.xenophia.com
  • 20. COMUNICATO IMPORTANTE PER TUTTI GLI ASPIRANTI D.J. Questa web version de “ IL MANUALE DEL DISC-JOCKEY” di Paolo Del Prete dovrebbe essere più che sufficiente a dare delle buone basi a tutti i principianti che vogliano intraprendere una carriera di successo dietro la consolle. Per ulteriori informazioni, approfondimenti e chiarimenti potete comunque inviare un’ email a xenophia@email.it o direttamente all’ autore ( paolodelprete@email.it ) con oggetto: Manuale DJ / Info. Il nostro Staff sarà ben felice di offrirvi un servizio di consulenza didattica. Abbiamo inoltre allestito anche un servizio di consulenza legale per tutti gli operatori del settore ( per informazioni: assoxenophia@email.it ). Non vi resta che iniziare e dare il massimo per raggiungere i livelli più alti! BUON LAVORO!! Vuoi pubblicare gratuitamente questo corso? Questo corso può essere pubblicato e ridistribuito liberamente su qualunque supporto (pagine web, cd-rom, floppy disk, carta stampata, ecc.) purché rimangano inalterati i contenuti ed i collegamenti presenti all’interno della stessa. www.musicarea.it 20 www.xenophia.com