senza padrini politici non si riesce a far carriera. E allora non c'e' storia cari amici
Ma chi si presta questi giochi e' un pusillanime e un corrotto.
1. BRAVISSIMO ETROMBATO
"NON SARAI IL PRIMARIO:
NON HAI PADRINI POLITICI"
Sicuramente bravo e sicuramente trom-
bato. La storia di Giuseppe Nardi, diri-
gente del trauma center del San Camillo di
Roma, spiega la peggiore delle malattie ita-
liane: il familismo amorale.
Nardi viene convocato a Roma al tempo del
Giubileo da Udine, dove lavora con successo
alla rianimazione. E un medico affermato,
una competenza riconosciuta e come tale in-
vitata a metter mano a quel baraccone del
San Camillo. In questo importante ospedale
romano il reparto per i ricoveri a codice ros-
so, quelli estremi, ha il più alto indice di mor-
talità: il 42 per cento dei
pazienti che entrano vivi
ne escono morti. Persona-
le demotivato, poco ag-
giornamento, molte indi-
vidualità, molti doppi la-
vori, poca responsabilità.
Nardi accetta e inizia la ri-
voluzione. Ai 150 aneste-
sisti che compongono
l'organico chiede chi è di-
sposto a rimettersi in gio-
co, a riprendere a studiare,
frequentare corsi, a essere
disponibile al giudizio sul
proprio operato. Chi in-
somma è disposto a lavo-
rare il doppio senza un cu-
ro in più in busta paga.
"Con mia grande sorpresa
rispondono in tanti. In
più di venticinque accet-
tano la sfida. Che significa
fatica".
L'EQUIPE è affiatata e i ri-
sultati iniziano ad arriva-
re. Dal 42 per cento si
scende nel duemila al 27
per cento. Molti compli-
menti a tutti e specialmen-
te a Nardi che fa le funzio-
ni di primario ma non lo è.
"La promozione non mi
interessava granchè, anzi
era del tutto ininfluente rispetto alla prova
che stavo dando e alla gratificazione profes-
sionale che ricevevo. Ero concentrato sul mio
lavoro".
Passano gli anni, siamo nel 2003, e viene in-
detto un concorso per primario in un piccolo
reparto di rianimazione del San Camillo. "Mi
dico: posso partecipare anch'io. E siamo in
due a concorrere". Nardi ha molte centinaia
di pubblicazioni, un curriculum di tutto ri-
spetto e un onore professionale guadagnato
sul campo. L'altro ha molto di meno tra le
mani. Secondo voi chi vince? Facile: l'altro.
IN SANITÀ la politica conta e spiegano a que-
sto medico che non c'è modo per ufficializ-
zare il suo ruolo, "mi dicono che la politica, se
avessero fatto un bando nel mio reparto,
avrebbe sicuramente segnalato nomi di af-
fini, clienti loro insomma e io sarei rimasto
fregato di nuovo". E così solare, limpida,
straordinaria l'ingiustizia che tempo dopo il
direttore generale convoca il silurato e gli di-
ce: "Devo riparare a quel-
la ingiustizia e quindi al-
lineo il suo stipendio a
quello di un primario".
L'incredibile diventa cer-
to: dal momento che la
politica non avrebbe mai
permesso a un infiltrato
il posto a tavola, si decide
di trafugare qualche
avanzo dalla cucina e
chiedere silenzio.
Ma l'aumento di stipen-
dio dopo qualche tempo
viene revocato per pro-
blemi di responsabilità contabile e Nardi è
costretto ad aprire una lite giudiziaria per ve-
dere riconosciuto il suo diritto.
Fa causa però troppo tardi e la sua domanda
viene dichiarata prescritta. Ennesimo dispia-
cere. Intanto il trauma center del San Camillo
diventa un'area di eccellenza, conquista po-
sizioni su posizioni e la mortalità scende fino
all' attuale, mirabile soglia del 16 per cento.
A. Cap.
3. Sanità nazionale Pagina 13
2. "MI HANNO
DETTO DI NON
PARTECIPARE
NEMMENO
AL BANDO:
È INUTILE SENZA
SPONSOR"
3. Sanità nazionale Pagina 14