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Una residenza d’epoca: la Casa dei Leoni a Carpeneto

Carpento- Situata in una via appena dietro la piazza principale del paese, la Casa dei Leoni colpisce
già dall’esterno, con il suo grazioso muro di cinta e le cappelle leggibili da chi passa in strada. E’ il
colpo d’occhio che ha incuriosito l’attuale proprietaria, l’architetto Caterina Mandirola che, con la
famiglia, era alle ricerca di una casa di campagna in questa zona. Ci racconta che un giorno, per
caso, ha percorso questa via ed è rimasta conquistata dalla particolarità della residenza, e appena
l’ha vista, nonostante fosse bisognosa di restauri urgenti ed importanti, ne è rimasta affascinata e ne
ha deciso l’acquisto.“Anche se la casa era in un forte stato di abbandono, io la vedevo già
sistemata” spiega l’architetto Mandirola “una volta visitata all’interno ho potuto osservare molti
dettagli e particolarità che mi hanno convinta ad affrontare un lungo recupero della casa, durato
18 anni.”

D: A che epoca risale la costruzione della residenza?
“Originariamente era di proprietà della famiglia dei Fallabrini, che ha costruito questo palazzo su
di un preesistente insediamento costituito da case a schiera di origine medioevale. Nel corso del
tempo sono stati attuati diversi interventi, nel Settecento è stata costruita la Cappella, consacrata
nel 1744 (lo è tutt’ora), mentre la seconda Cappella ed il porticato risalgono all’Ottocento.”
D: Qual è l’origine del nome della casa ?
“La facciata era dipinta con teste di leoni, da qui il nome.”
D: Ha in progetto qualche iniziativa particolare?
“Io sono architetto paesaggista e mi occupo, tra le altre cose, di organizzare manifestazioni ed
esposizioni: vorrei sistemare il giardino in modo da creare uno spazio per organizzare eventi
riguardanti la botanica e il mondo della natura. Tutto ciò richiede un grande impegno
,specialmente in termini di tempo, che purtroppo un po’ mi manca. Tempo fa ho organizzato dei
corsi di acquerello botanico tenuti dalla pittrice botanica Simonetta Chiarugi e ho in programma
di ripetere l’esperienza durante l’estate, dato che è stata un’iniziativa molto positiva e gradevole.”
D: Qual è il pezzo forte della casa?
“Dire senz’altro la cucina, che non ha subito alcuna manipolazione ed è rimasta intatta nel tempo.
Qui, come in tutta la casa, il nostro intervento è stato indirizzato ad un recupero conservativo in
tutti gli aspetti, cercando di mantenere il più possibile i materiali e gli arredi dell’epoca. A questa
stanza ,inoltre, è legata la storia di un giovane appartenente alla famiglia Fallabrini, che si suicidò
gettandosi proprio nel pozzo della cucina a causa di un amore contrastato: era innamorato infatti
di una giovane del paese, mentre la famiglia lo voleva sposo di una nobile dama. Ne avverto ancor
oggi la presenza gentile in alcuni piccoli segni.”


                                                                       Claudia Gambarotta

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Casa Dei Leoni

  • 1. Una residenza d’epoca: la Casa dei Leoni a Carpeneto Carpento- Situata in una via appena dietro la piazza principale del paese, la Casa dei Leoni colpisce già dall’esterno, con il suo grazioso muro di cinta e le cappelle leggibili da chi passa in strada. E’ il colpo d’occhio che ha incuriosito l’attuale proprietaria, l’architetto Caterina Mandirola che, con la famiglia, era alle ricerca di una casa di campagna in questa zona. Ci racconta che un giorno, per caso, ha percorso questa via ed è rimasta conquistata dalla particolarità della residenza, e appena l’ha vista, nonostante fosse bisognosa di restauri urgenti ed importanti, ne è rimasta affascinata e ne ha deciso l’acquisto.“Anche se la casa era in un forte stato di abbandono, io la vedevo già sistemata” spiega l’architetto Mandirola “una volta visitata all’interno ho potuto osservare molti dettagli e particolarità che mi hanno convinta ad affrontare un lungo recupero della casa, durato 18 anni.” D: A che epoca risale la costruzione della residenza? “Originariamente era di proprietà della famiglia dei Fallabrini, che ha costruito questo palazzo su di un preesistente insediamento costituito da case a schiera di origine medioevale. Nel corso del tempo sono stati attuati diversi interventi, nel Settecento è stata costruita la Cappella, consacrata nel 1744 (lo è tutt’ora), mentre la seconda Cappella ed il porticato risalgono all’Ottocento.” D: Qual è l’origine del nome della casa ? “La facciata era dipinta con teste di leoni, da qui il nome.” D: Ha in progetto qualche iniziativa particolare? “Io sono architetto paesaggista e mi occupo, tra le altre cose, di organizzare manifestazioni ed esposizioni: vorrei sistemare il giardino in modo da creare uno spazio per organizzare eventi riguardanti la botanica e il mondo della natura. Tutto ciò richiede un grande impegno ,specialmente in termini di tempo, che purtroppo un po’ mi manca. Tempo fa ho organizzato dei corsi di acquerello botanico tenuti dalla pittrice botanica Simonetta Chiarugi e ho in programma di ripetere l’esperienza durante l’estate, dato che è stata un’iniziativa molto positiva e gradevole.” D: Qual è il pezzo forte della casa? “Dire senz’altro la cucina, che non ha subito alcuna manipolazione ed è rimasta intatta nel tempo. Qui, come in tutta la casa, il nostro intervento è stato indirizzato ad un recupero conservativo in tutti gli aspetti, cercando di mantenere il più possibile i materiali e gli arredi dell’epoca. A questa stanza ,inoltre, è legata la storia di un giovane appartenente alla famiglia Fallabrini, che si suicidò gettandosi proprio nel pozzo della cucina a causa di un amore contrastato: era innamorato infatti di una giovane del paese, mentre la famiglia lo voleva sposo di una nobile dama. Ne avverto ancor oggi la presenza gentile in alcuni piccoli segni.” Claudia Gambarotta