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anno 24 - num. 41 (831) 12 ottobre 2014 
Cari fratelli e sorelle, buongiorno! 
Nelle ultime catechesi, abbiamo cercato di mettere in luce la natura e la bellezza della Chiesa, e ci sia- mo chiesti che cosa comporta per ciascuno di noi far parte di questo popolo, popolo di Dio che è la Chiesa. Non dobbiamo, però, di- menticare che ci sono tanti fratelli che condividono con noi la fede in Cristo, ma che appartengono ad altre confessioni o a tradizioni dif- ferenti dalla nostra. Molti si sono rassegnati a questa divisione - an- che dentro alla nostra Chiesa catto- lica si sono rassegnati - che nel cor- so della storia è stata spesso causa di conflitti e di sofferenze, anche di guerre e questo è una vergogna! Anche oggi i rapporti non sono sempre im- prontati al rispetto e alla cordialità… Ma, mi domando: noi, come ci poniamo di fronte a tutto questo? Siamo an- che noi rassegnati, se non addirittura indifferenti a questa divisione? Oppure crediamo fermamente che si possa e si debba camminare nella direzione della riconciliazione e della piena comunione? La piena comunione, cioè poter partecipare tutti insieme al corpo e al sangue di Cristo. 
Le divisioni tra i cristiani, mentre feriscono la Chiesa, feriscono Cristo, e noi divisi provochiamo una ferita a Cristo: la Chiesa infatti è il corpo di cui Cristo è capo. Sappiamo bene quanto stesse a cuore a Gesù che i suoi discepoli rimanessero uniti nel suo amore. Basta pensare alle sue parole riportate nel capitolo diciassettesimo del Vangelo di Giovanni, la preghiera rivolta al Padre nell’imminenza della passione: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi» (Gv 17,11). Questa unità era già mi- nacciata mentre Gesù era ancora tra i suoi: nel Vangelo, infatti, si ricorda che gli apostoli discutevano tra loro su chi fosse il più grande, il più importante (cfr Lc 9,46). Il Signore, però, ha insistito tanto sull’unità nel nome del Padre, facendoci intendere che il nostro annuncio e la no- stra testimonianza saranno tanto più credibili quanto più noi per primi saremo capaci di vivere in comunione e di volerci bene. È quello che i suoi apostoli, con la grazia dello Spirito Santo, poi compresero profonda- mente e si presero a cuore, tanto che san Paolo arriverà a implorare la comunità di Corinto con queste parole: «Vi esorto pertanto, fratel- li, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfet- ta unione di pensiero e di senti- re» (1 Cor 1,10). 
Durante il suo cammino nella sto- ria, la Chiesa è tentata dal mali- gno, che cerca di dividerla, e pur- troppo è stata segnata da separa- zioni gravi e dolorose. Sono divisioni che a volte si sono protratte a lungo nel tempo, fino ad oggi, per cui risulta ormai difficile ricostruirne tutte le motivazioni e soprat- tutto trovare delle possibili soluzioni. Le ragioni che han- no portato alle fratture e alle separazioni possono essere le più diverse: dalle divergenze su principi dogmatici e morali e su concezioni teologiche e pastorali differenti, ai motivi politici e di convenienza, fino agli scontri dovuti ad antipatie e ambizioni personali… Quello che è certo è che, in un modo o nell’altro, dietro queste lacerazioni ci sono sempre la superbia e l’egoismo, che sono causa di ogni disaccordo e che ci rendono intolleranti, incapaci di ascoltare e di accettare chi ha una visione o una posizione diversa dalla nostra. 
Ora, di fronte a tutto questo, c’è qualcosa che ognuno di noi, come membri della santa madre Chiesa, possiamo e dobbiamo fare? Senz’altro non deve mancare la preghie- ra, in continuità e in comunione con quella di Gesù, la preghiera per l’unità dei cristiani. E insieme con la pre- ghiera, il Signore ci chiede una rinnovata apertura: ci chiede di non chiuderci al dialogo e all’incontro, ma di cogliere tutto ciò che di valido e di positivo ci viene of- ferto anche da chi la pensa diversamente da noi o si pone su posizioni differenti. Ci chiede di non fissare lo sguardo su ciò che ci divide, ma piuttosto su quello che ci unisce, cercando di meglio conoscere e amare Gesù e condivide- 
All’udienza generale il Papa parla del cammino verso l’unità dei cristiani
re la ricchezza del suo amore. E questo comporta concre-tamente 
l’adesione alla verità, insieme con la capacità di 
perdonarsi, di sentirsi parte della stessa famiglia cristiana, 
di considerarsi l’uno un dono per l’altro e fare insieme 
tante cose buone, e opere di carità. 
È un dolore ma ci sono divisioni, ci sono cristiani divisi, 
ci siamo divisi fra di noi. Ma tutti abbiamo qualcosa in 
comune: tutti crediamo in Gesù Cristo, il Signore. Tutti 
crediamo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, e tutti 
camminiamo insieme, siamo in cammino. Aiutiamoci l’un 
l’altro! Ma tu la pensi così, tu la pensi così … In tutte le 
comunità ci sono bravi teologi: che loro discutano, che 
loro cerchino la verità teologica perché è un dovere, ma 
noi camminiamo insieme, pregando l’uno per l’altro e fa-cendo 
opere di carità. E così facciamo la comunione in 
cammino. Questo si chiama ecumenismo spirituale: cam-minare 
il cammino della vita tutti insieme nella nostra fe-de, 
in Gesù Cristo il Signore. Si dice che non si deve par-lare 
di cose personali, ma non resisto alla tentazione. Stia-mo 
parlando di comunione … comunione tra noi. Ed oggi, 
io sono tanto grato al Signore perché oggi sono 70 anni 
che ho fatto la Prima Comunione. Ma fare la Prima Co-munione 
tutti noi dobbiamo sapere che significa entrare in 
comunione con gli altri, in comunione con i fratelli della 
nostra Chiesa, ma anche in comunione con tutti quelli che 
appartengo-no 
a comuni-tà 
diverse 
ma credono 
in Gesù. 
Ringraziamo 
il Signore 
per il nostro 
Battesimo, 
ringraziamo 
il Signore 
per la nostra 
comunione, 
e perché questa comunione finisca per essere di tutti, in-sieme. 
Cari amici, andiamo avanti allora verso la piena unità! La 
storia ci ha separato, ma siamo in cammino verso la ricon-ciliazione 
e la comunione! E questo è vero! E questo dob-biamo 
difenderlo! Tutti siamo in cammino verso la comu-nione. 
E quando la meta ci può sembrare troppo distante, 
quasi irraggiungibile, e ci sentiamo presi dallo sconforto, 
ci rincuori l’idea che Dio non può chiudere l’orecchio alla 
voce del proprio Figlio Gesù e non esaudire la sua e la 
nostra preghiera, affinché tutti i cristiani siano davvero 
una cosa sola. 
In ordine alle manifestazioni del 5 ottobre che in molte 
città italiane hanno visto le Sentinelle in piedi essere fat-te 
oggetto di attacchi e di percosse mentre manifestavano 
silenziosamente e dignitosamente per il grande valore 
della vita e della libertà umana, l’Arcivescovo di Ferrara 
– Comacchio S. E. Mons. Luigi Negri ha fatto la se-guente 
dichiarazione: 
«È una vicenda triste ma largamente anticipata. Per oltre 
cinquant’anni questi facinorosi, che percuotono gli altri 
accusandoli di essere fascisti, me li sono visti davanti in 
tutti gli ambiti in cui la vita professionale e pastorale mi 
ha posto, soprattutto le scuole e le università, dove ho 
tentato – credo in modo positivo – di aiutare migliaia di 
giovani a recuperare la propria identità cattolica e a vive-re 
una presenza cristiana nell’ambiente animata dalla ve-rità 
della fede e da una grande capacità di carità e di in-contro 
con gli uomini. 
Mi sono sempre riconosciuto nel brano della Centesimus 
Annus in cui San Giovanni Paolo II afferma che quando la 
Chiesa lavora per la libertà non lo fa solo per se stessa ma 
per tutti gli uomini, i popoli e le nazioni. Questi margini 
di libertà sono evidentemente in progressiva riduzione nel 
nostro Paese, contrariamente al dettato costituzionale che 
mette la libertà personale e sociale a fondamento 
dell’intero ordinamento democratico. 
Molti, a partire dalle Istituzioni, devono riflettere su que-sto 
degrado che oggi vede una sempre maggiore difficoltà 
della libertà ad essere praticata sull’intero territorio nazio 
nale. E lo stesso devono fare certi orga- ni di stampa, 
perché questa notizia è stata evidentemente e volutamente 
eliminata da molti. Quella stessa stampa che ci satura di 
informazioni sulle partite di calcio e di dettagli sulle effu-sioni 
dei personaggi dello spettacolo e della politica. 
L’Arcivescovo ritiene che il popolo cattolico debba resta-re 
saldo nella sua adesione ai principi della dottrina socia-le 
della Chiesa e disponibile ad una presenza nella vita 
della società che dimostri come l’amore alla propria liber-tà 
può divenire lavoro, fatica e sofferenza affinché questa 
stessa libertà non veng 
a tolta o ridotta a nessuno. 
Chi, nel mondo cattolico, sta lavorando ad una progressi-va 
riduzione dell’esperienza cristiana a spiritualismo sog-gettivista 
e privato, eliminando ogni tensione alla presen-za 
dei cattolici nella vita culturale e sociale, forse dovreb-be 
sapere che sta assumendosi una gravissima responsabi-lità 
di collusione nei confronti di questa situazione. Si trat-ta 
di una responsabilità che ciascuno porterà davanti alla 
propria coscienza e davanti al Signore Gesù Cristo».
“MONTINI BEATO”: 
Il Papa «cantore della vita»: i figli, dono del matrimonio 
Paolo VI fu un «cantore della vita». Andò all’Onu per implorare «Mai più la guerra! Mai più la guerra!»; si schierò per i pove- ri con la «Populorum Progressio»; ricordò ai sacerdoti che il loro è «ministero d’amore» con la «Sacerdotalis caelibatus » e scrisse agli sposi un «Inno alla vita», perché tale è la «Humanae vitae»: «L’eccezionale potere di trasmettere la vita umana, per il quale gli sposi sono liberi e responsabili collaboratori 
di Dio creatore, è sempre stato per essi fonte di grandi gioie. […] L’amore coniugale è amore pienamente umano, vale a dire sensibile e spirituale. Non è quindi semplice trasporto di istinto e di sentimento, ma anche e principalmente è atto della volontà libera, destinato non solo a mantenersi, ma anche ad accrescersi mediante le gioie e i dolori della vita quotidiana; così che gli sposi diventino un cuor solo e un’anima sola, e raggiungano insieme la loro perfezione umana. È amore totale, vale a dire una forma tutta speciale di amicizia personale, in cui gli sposi generosamente condividono ogni cosa, senza indebite riserve o cal- coli egoistici. 
Chi ama davvero il proprio consorte, non lo ama soltanto per quanto riceve da lui, ma per se stesso, lieto di poterlo arricchire del dono di sé. È ancora amore fedele ed esclusivo fino alla morte. […] È amore fecondo, che non si esaurisce tutto nella co- munione dei coniugi, ma è destinato a continuarsi, suscitando nuove vite, i figli preziosissimo dono del matrimonio». 
ORATORIo “santa maria” 
PROSSIMI 
APPUNTAMENTI 
Lunedì 1310 ore 17.00: catech. 3a elem. 
Mercoledì 1510 ore 17.00: cat. 5a elem. 
Giovedì 1610 ore 17.00: cat. 4a elem. 
Venerdì 1710 ore 17.00: cat. 1a Media 
CATECHESI ADOLESCENTI 
“Se questo è amore” 
ABC dell’affettività e della sessualità 
Lunedì 13 ottobre ore 19.15 
Si Cena insieme! 
CATECHESI GIOVANISSIMI 
Mercoledì 15 ottobre ore 18.45 
CATECHESI PREADOLESCENTI 
Venerdì 17 ottobre ore 19.15 
CATECHESI GIOVANI 
Domenica 19 ottobre ore 21.00 
LABORATORI DI NATALE 
Ogni martedì dal 14 ottobre Alle ore 17.00 
Aperti a tutti grandi e piccini Nonni, genitori, e bambini 
DOMENICA VII DOPO IL MARTIRIO 
DI SAN GIOVANNI 
Questa domenica la liturgia ci offre la parabola del seminatore e colpisce sempre come il “Seminatore” cominci la sua opera, cominci a seminare ed egli abbia un solo scopo, sembra che abbia un solo intento, cioè quello di seminare. Lui semina ed una parte cade su un terreno sassoso, ma conti- nua a seminare. Un’altra parte sulla strada, un’altra parte dove non c’era molta terra, poi tra i rovi e infine sul terreno buono. Il seminatore non si ferma davanti a niente egli continua a seminare con abbondanza e gratui- tà, continua a dare seme alla terra senza fermarsi. Dio continua a dare e a seminare. Egli ha deciso di far nascere dalla gratuità il nuovo mondo, una nuova concezione del vivere, un nuovo modo di vedere le cose e senza la- sciarsi fermare continua a donare. In questa logica che fa nuove tutte le cose, siamo invitati a guardare la vita, attraverso la lente della gratuità cioè di questa pioggia che continua a scendere e ad irrigare la terra degli uomi- ni. Attraverso questa lente siamo chiamati a guardare gli altri, i vicini ed i lontani, siamo chiamati a riscoprire nel volto dell’altro una parte del no- stro volto e ad intuire, fosse solo per un momento, la fraternità che il Si- gnore ci ha donato. Ma siamo chiamati anche ad un secondo atteggiamen- to alla speranza nell’opera del seminatore che non è solo colui che vive la vera gratuità ma è anche colui che ci fa comprendere che ad un certo pun- to la vita riprende la sua fecondità, la sua forza, il suo vigore, grazie a quel seme che incontra il terreno giusto. Lasciamoci dunque contagiare dallo sguardo di Dio, quello della trasparenza e della gratuità e la speranza tor- nerà a diventare realtà. 
CORSO DI CHITARRA 
A partire dai ragazzi di 10 anni 
Domenica 26 ottobre ore 16.00 - Il corso è gratuito! 
CONCORSO L’AMICO PIU’ LONTANO 
Il lancio dei palloncini della festa dell’oratorio ha portato i primi frutti. Sono stati trovati e spediti i tagliandi di: 
STEFANO PRINA da Ceriano Laghetto 
JACOPO MORETTI da Monza - ELISA RUSSO da Seveso 
Passa in oratorio per ricevere il premio!
SAN LUCA - Festa 
At 1,1-8; Sal 88; Col 4,10-16.18; Lc 10,1-9 
Annuncerò ai fratelli la salvezza del Signore 
- ore 8.30: s. messa, s. Desiderio; 
- ore 18.00: s. messa vigiliare, santa Maria 
12 
domenica 
VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI Sett. IV 
SAN GIOVANNI IL PRECURSORE 
Is 65,8-18; Sal 80; 1Cor 9,7-12; Mt 13,3b-23 Il popolo di Dio ascolta la sua voce 
- ore 8.30: s. Desiderio 
- ore 10.00, 11.30, 18.00: s. Maria 
S. Margherita M. Alacoque - memoria facoltativa 
Tt1,1-9; Sal 23; Lc 22,35-37 I puri di cuore abiteranno la casa del Signore 
- ore 8.30: s. messa, san Desiderio 
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S. Callisto I– memoria facoltativa 
Tt 1,10-2,1; Sal 42; Lc 22,67-70 
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S. Teresa di Gesù - memoria 
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Tt 2,11-15a; Sal 135; Lc 24,44-48 
Rendete grazie al Dio del cielo, il suo amore è per sempre 
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DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO 
BEATIFICAZIONE DI PAPA PAOLO VI 
Ap 1,10;21,2-5; Sal 86; 2Tm 2,19-22; Mt 21,10-17 
Di te si dicono cose gloriose, città di Dio 
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domenica 
12 ottobre 2014 
VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE 
S. Ignazio di Antiochia - memoria 
Tt 2,15c-3,15; Sal 88; Lc 22,31-33 
Beato chi cammina alla luce del tuo volto, Signore 
- ore 8.30: s. messa, san Desiderio 
- ore 18.00: s. messa, sacra famiglia 
“COMUNITA’ IN CAMMINO” 
Settimanale di informazione della 
Parrocchia S. Desiderio 
via Carlo Alberto Dalla Chiesa,2 - 20090 Assago (MI) 
Segreteria parrocchiale (da lunedì a venerdì ore 10-12; 
16-18): 02-488.06.02. 
Sede Caritas: via Giovanni XXIII,6; 342 7108160 
Parroco: don Franco Colino: 02-488.06.02 - 334 5625581 
Vicario: don Daniele Stocco: 02-45898207 - 3478581822 
Diacono permanente: Gaetano Rindone: 339-5625485 
Pubblicazione gratuita - Ciclostilato in proprio 
www.parrocchiaassago.it 
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giovedì 
18 
sabato 
- ORE 16.00: CONFESSIONI, 
S. MARIA; 
Zaccaria era ammalato e prossimo alla morte. 
Abba Mosè gli disse: «Non ti è forse apparso qualcosa?». 
Rispose: «Sì». 
Abba Mosè gli disse: «Che cosa vedi?». Zaccaria disse: 
«È veramente necessario che io parli?». 
«No», disse abba Mosè. E Zaccaria morì. (Zaccaria 3) 
A cura di Davide Castronovo 
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ORARIO FESTIVO SANTE MESSE 
- ORE 21.00: ADORAZIONE 
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INIZIO PELLEGRINAGGIO 
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  • 1. anno 24 - num. 41 (831) 12 ottobre 2014 Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Nelle ultime catechesi, abbiamo cercato di mettere in luce la natura e la bellezza della Chiesa, e ci sia- mo chiesti che cosa comporta per ciascuno di noi far parte di questo popolo, popolo di Dio che è la Chiesa. Non dobbiamo, però, di- menticare che ci sono tanti fratelli che condividono con noi la fede in Cristo, ma che appartengono ad altre confessioni o a tradizioni dif- ferenti dalla nostra. Molti si sono rassegnati a questa divisione - an- che dentro alla nostra Chiesa catto- lica si sono rassegnati - che nel cor- so della storia è stata spesso causa di conflitti e di sofferenze, anche di guerre e questo è una vergogna! Anche oggi i rapporti non sono sempre im- prontati al rispetto e alla cordialità… Ma, mi domando: noi, come ci poniamo di fronte a tutto questo? Siamo an- che noi rassegnati, se non addirittura indifferenti a questa divisione? Oppure crediamo fermamente che si possa e si debba camminare nella direzione della riconciliazione e della piena comunione? La piena comunione, cioè poter partecipare tutti insieme al corpo e al sangue di Cristo. Le divisioni tra i cristiani, mentre feriscono la Chiesa, feriscono Cristo, e noi divisi provochiamo una ferita a Cristo: la Chiesa infatti è il corpo di cui Cristo è capo. Sappiamo bene quanto stesse a cuore a Gesù che i suoi discepoli rimanessero uniti nel suo amore. Basta pensare alle sue parole riportate nel capitolo diciassettesimo del Vangelo di Giovanni, la preghiera rivolta al Padre nell’imminenza della passione: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi» (Gv 17,11). Questa unità era già mi- nacciata mentre Gesù era ancora tra i suoi: nel Vangelo, infatti, si ricorda che gli apostoli discutevano tra loro su chi fosse il più grande, il più importante (cfr Lc 9,46). Il Signore, però, ha insistito tanto sull’unità nel nome del Padre, facendoci intendere che il nostro annuncio e la no- stra testimonianza saranno tanto più credibili quanto più noi per primi saremo capaci di vivere in comunione e di volerci bene. È quello che i suoi apostoli, con la grazia dello Spirito Santo, poi compresero profonda- mente e si presero a cuore, tanto che san Paolo arriverà a implorare la comunità di Corinto con queste parole: «Vi esorto pertanto, fratel- li, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfet- ta unione di pensiero e di senti- re» (1 Cor 1,10). Durante il suo cammino nella sto- ria, la Chiesa è tentata dal mali- gno, che cerca di dividerla, e pur- troppo è stata segnata da separa- zioni gravi e dolorose. Sono divisioni che a volte si sono protratte a lungo nel tempo, fino ad oggi, per cui risulta ormai difficile ricostruirne tutte le motivazioni e soprat- tutto trovare delle possibili soluzioni. Le ragioni che han- no portato alle fratture e alle separazioni possono essere le più diverse: dalle divergenze su principi dogmatici e morali e su concezioni teologiche e pastorali differenti, ai motivi politici e di convenienza, fino agli scontri dovuti ad antipatie e ambizioni personali… Quello che è certo è che, in un modo o nell’altro, dietro queste lacerazioni ci sono sempre la superbia e l’egoismo, che sono causa di ogni disaccordo e che ci rendono intolleranti, incapaci di ascoltare e di accettare chi ha una visione o una posizione diversa dalla nostra. Ora, di fronte a tutto questo, c’è qualcosa che ognuno di noi, come membri della santa madre Chiesa, possiamo e dobbiamo fare? Senz’altro non deve mancare la preghie- ra, in continuità e in comunione con quella di Gesù, la preghiera per l’unità dei cristiani. E insieme con la pre- ghiera, il Signore ci chiede una rinnovata apertura: ci chiede di non chiuderci al dialogo e all’incontro, ma di cogliere tutto ciò che di valido e di positivo ci viene of- ferto anche da chi la pensa diversamente da noi o si pone su posizioni differenti. Ci chiede di non fissare lo sguardo su ciò che ci divide, ma piuttosto su quello che ci unisce, cercando di meglio conoscere e amare Gesù e condivide- All’udienza generale il Papa parla del cammino verso l’unità dei cristiani
  • 2. re la ricchezza del suo amore. E questo comporta concre-tamente l’adesione alla verità, insieme con la capacità di perdonarsi, di sentirsi parte della stessa famiglia cristiana, di considerarsi l’uno un dono per l’altro e fare insieme tante cose buone, e opere di carità. È un dolore ma ci sono divisioni, ci sono cristiani divisi, ci siamo divisi fra di noi. Ma tutti abbiamo qualcosa in comune: tutti crediamo in Gesù Cristo, il Signore. Tutti crediamo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, e tutti camminiamo insieme, siamo in cammino. Aiutiamoci l’un l’altro! Ma tu la pensi così, tu la pensi così … In tutte le comunità ci sono bravi teologi: che loro discutano, che loro cerchino la verità teologica perché è un dovere, ma noi camminiamo insieme, pregando l’uno per l’altro e fa-cendo opere di carità. E così facciamo la comunione in cammino. Questo si chiama ecumenismo spirituale: cam-minare il cammino della vita tutti insieme nella nostra fe-de, in Gesù Cristo il Signore. Si dice che non si deve par-lare di cose personali, ma non resisto alla tentazione. Stia-mo parlando di comunione … comunione tra noi. Ed oggi, io sono tanto grato al Signore perché oggi sono 70 anni che ho fatto la Prima Comunione. Ma fare la Prima Co-munione tutti noi dobbiamo sapere che significa entrare in comunione con gli altri, in comunione con i fratelli della nostra Chiesa, ma anche in comunione con tutti quelli che appartengo-no a comuni-tà diverse ma credono in Gesù. Ringraziamo il Signore per il nostro Battesimo, ringraziamo il Signore per la nostra comunione, e perché questa comunione finisca per essere di tutti, in-sieme. Cari amici, andiamo avanti allora verso la piena unità! La storia ci ha separato, ma siamo in cammino verso la ricon-ciliazione e la comunione! E questo è vero! E questo dob-biamo difenderlo! Tutti siamo in cammino verso la comu-nione. E quando la meta ci può sembrare troppo distante, quasi irraggiungibile, e ci sentiamo presi dallo sconforto, ci rincuori l’idea che Dio non può chiudere l’orecchio alla voce del proprio Figlio Gesù e non esaudire la sua e la nostra preghiera, affinché tutti i cristiani siano davvero una cosa sola. In ordine alle manifestazioni del 5 ottobre che in molte città italiane hanno visto le Sentinelle in piedi essere fat-te oggetto di attacchi e di percosse mentre manifestavano silenziosamente e dignitosamente per il grande valore della vita e della libertà umana, l’Arcivescovo di Ferrara – Comacchio S. E. Mons. Luigi Negri ha fatto la se-guente dichiarazione: «È una vicenda triste ma largamente anticipata. Per oltre cinquant’anni questi facinorosi, che percuotono gli altri accusandoli di essere fascisti, me li sono visti davanti in tutti gli ambiti in cui la vita professionale e pastorale mi ha posto, soprattutto le scuole e le università, dove ho tentato – credo in modo positivo – di aiutare migliaia di giovani a recuperare la propria identità cattolica e a vive-re una presenza cristiana nell’ambiente animata dalla ve-rità della fede e da una grande capacità di carità e di in-contro con gli uomini. Mi sono sempre riconosciuto nel brano della Centesimus Annus in cui San Giovanni Paolo II afferma che quando la Chiesa lavora per la libertà non lo fa solo per se stessa ma per tutti gli uomini, i popoli e le nazioni. Questi margini di libertà sono evidentemente in progressiva riduzione nel nostro Paese, contrariamente al dettato costituzionale che mette la libertà personale e sociale a fondamento dell’intero ordinamento democratico. Molti, a partire dalle Istituzioni, devono riflettere su que-sto degrado che oggi vede una sempre maggiore difficoltà della libertà ad essere praticata sull’intero territorio nazio nale. E lo stesso devono fare certi orga- ni di stampa, perché questa notizia è stata evidentemente e volutamente eliminata da molti. Quella stessa stampa che ci satura di informazioni sulle partite di calcio e di dettagli sulle effu-sioni dei personaggi dello spettacolo e della politica. L’Arcivescovo ritiene che il popolo cattolico debba resta-re saldo nella sua adesione ai principi della dottrina socia-le della Chiesa e disponibile ad una presenza nella vita della società che dimostri come l’amore alla propria liber-tà può divenire lavoro, fatica e sofferenza affinché questa stessa libertà non veng a tolta o ridotta a nessuno. Chi, nel mondo cattolico, sta lavorando ad una progressi-va riduzione dell’esperienza cristiana a spiritualismo sog-gettivista e privato, eliminando ogni tensione alla presen-za dei cattolici nella vita culturale e sociale, forse dovreb-be sapere che sta assumendosi una gravissima responsabi-lità di collusione nei confronti di questa situazione. Si trat-ta di una responsabilità che ciascuno porterà davanti alla propria coscienza e davanti al Signore Gesù Cristo».
  • 3. “MONTINI BEATO”: Il Papa «cantore della vita»: i figli, dono del matrimonio Paolo VI fu un «cantore della vita». Andò all’Onu per implorare «Mai più la guerra! Mai più la guerra!»; si schierò per i pove- ri con la «Populorum Progressio»; ricordò ai sacerdoti che il loro è «ministero d’amore» con la «Sacerdotalis caelibatus » e scrisse agli sposi un «Inno alla vita», perché tale è la «Humanae vitae»: «L’eccezionale potere di trasmettere la vita umana, per il quale gli sposi sono liberi e responsabili collaboratori di Dio creatore, è sempre stato per essi fonte di grandi gioie. […] L’amore coniugale è amore pienamente umano, vale a dire sensibile e spirituale. Non è quindi semplice trasporto di istinto e di sentimento, ma anche e principalmente è atto della volontà libera, destinato non solo a mantenersi, ma anche ad accrescersi mediante le gioie e i dolori della vita quotidiana; così che gli sposi diventino un cuor solo e un’anima sola, e raggiungano insieme la loro perfezione umana. È amore totale, vale a dire una forma tutta speciale di amicizia personale, in cui gli sposi generosamente condividono ogni cosa, senza indebite riserve o cal- coli egoistici. Chi ama davvero il proprio consorte, non lo ama soltanto per quanto riceve da lui, ma per se stesso, lieto di poterlo arricchire del dono di sé. È ancora amore fedele ed esclusivo fino alla morte. […] È amore fecondo, che non si esaurisce tutto nella co- munione dei coniugi, ma è destinato a continuarsi, suscitando nuove vite, i figli preziosissimo dono del matrimonio». ORATORIo “santa maria” PROSSIMI APPUNTAMENTI Lunedì 1310 ore 17.00: catech. 3a elem. Mercoledì 1510 ore 17.00: cat. 5a elem. Giovedì 1610 ore 17.00: cat. 4a elem. Venerdì 1710 ore 17.00: cat. 1a Media CATECHESI ADOLESCENTI “Se questo è amore” ABC dell’affettività e della sessualità Lunedì 13 ottobre ore 19.15 Si Cena insieme! CATECHESI GIOVANISSIMI Mercoledì 15 ottobre ore 18.45 CATECHESI PREADOLESCENTI Venerdì 17 ottobre ore 19.15 CATECHESI GIOVANI Domenica 19 ottobre ore 21.00 LABORATORI DI NATALE Ogni martedì dal 14 ottobre Alle ore 17.00 Aperti a tutti grandi e piccini Nonni, genitori, e bambini DOMENICA VII DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI Questa domenica la liturgia ci offre la parabola del seminatore e colpisce sempre come il “Seminatore” cominci la sua opera, cominci a seminare ed egli abbia un solo scopo, sembra che abbia un solo intento, cioè quello di seminare. Lui semina ed una parte cade su un terreno sassoso, ma conti- nua a seminare. Un’altra parte sulla strada, un’altra parte dove non c’era molta terra, poi tra i rovi e infine sul terreno buono. Il seminatore non si ferma davanti a niente egli continua a seminare con abbondanza e gratui- tà, continua a dare seme alla terra senza fermarsi. Dio continua a dare e a seminare. Egli ha deciso di far nascere dalla gratuità il nuovo mondo, una nuova concezione del vivere, un nuovo modo di vedere le cose e senza la- sciarsi fermare continua a donare. In questa logica che fa nuove tutte le cose, siamo invitati a guardare la vita, attraverso la lente della gratuità cioè di questa pioggia che continua a scendere e ad irrigare la terra degli uomi- ni. Attraverso questa lente siamo chiamati a guardare gli altri, i vicini ed i lontani, siamo chiamati a riscoprire nel volto dell’altro una parte del no- stro volto e ad intuire, fosse solo per un momento, la fraternità che il Si- gnore ci ha donato. Ma siamo chiamati anche ad un secondo atteggiamen- to alla speranza nell’opera del seminatore che non è solo colui che vive la vera gratuità ma è anche colui che ci fa comprendere che ad un certo pun- to la vita riprende la sua fecondità, la sua forza, il suo vigore, grazie a quel seme che incontra il terreno giusto. Lasciamoci dunque contagiare dallo sguardo di Dio, quello della trasparenza e della gratuità e la speranza tor- nerà a diventare realtà. CORSO DI CHITARRA A partire dai ragazzi di 10 anni Domenica 26 ottobre ore 16.00 - Il corso è gratuito! CONCORSO L’AMICO PIU’ LONTANO Il lancio dei palloncini della festa dell’oratorio ha portato i primi frutti. Sono stati trovati e spediti i tagliandi di: STEFANO PRINA da Ceriano Laghetto JACOPO MORETTI da Monza - ELISA RUSSO da Seveso Passa in oratorio per ricevere il premio!
  • 4. SAN LUCA - Festa At 1,1-8; Sal 88; Col 4,10-16.18; Lc 10,1-9 Annuncerò ai fratelli la salvezza del Signore - ore 8.30: s. messa, s. Desiderio; - ore 18.00: s. messa vigiliare, santa Maria 12 domenica VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI Sett. IV SAN GIOVANNI IL PRECURSORE Is 65,8-18; Sal 80; 1Cor 9,7-12; Mt 13,3b-23 Il popolo di Dio ascolta la sua voce - ore 8.30: s. Desiderio - ore 10.00, 11.30, 18.00: s. Maria S. Margherita M. Alacoque - memoria facoltativa Tt1,1-9; Sal 23; Lc 22,35-37 I puri di cuore abiteranno la casa del Signore - ore 8.30: s. messa, san Desiderio - ore 18.00: s. messa, sacra famiglia S. Callisto I– memoria facoltativa Tt 1,10-2,1; Sal 42; Lc 22,67-70 La tua verità, Signore, sia luce al mio cammino - ore 8.30: s. messa, san Desiderio - ore 18.00: s. messa, sacra famiglia 15 mercoledì S. Teresa di Gesù - memoria Tt 2,2-10; Sal 36; Lc 23,28-31 La salvezza dei giusti viene dal Signore - ore 8.30: s. messa, san Desiderio - ore 17.30: adorazione eucaristica, sacra famiglia B. Contardo Ferrini - memoria facoltativa Tt 2,11-15a; Sal 135; Lc 24,44-48 Rendete grazie al Dio del cielo, il suo amore è per sempre - ore 8.30: s. messa, san Desiderio - ore 18.00: s. messa, sacra famiglia 17 venerdì DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO BEATIFICAZIONE DI PAPA PAOLO VI Ap 1,10;21,2-5; Sal 86; 2Tm 2,19-22; Mt 21,10-17 Di te si dicono cose gloriose, città di Dio 19 domenica 12 ottobre 2014 VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE S. Ignazio di Antiochia - memoria Tt 2,15c-3,15; Sal 88; Lc 22,31-33 Beato chi cammina alla luce del tuo volto, Signore - ore 8.30: s. messa, san Desiderio - ore 18.00: s. messa, sacra famiglia “COMUNITA’ IN CAMMINO” Settimanale di informazione della Parrocchia S. Desiderio via Carlo Alberto Dalla Chiesa,2 - 20090 Assago (MI) Segreteria parrocchiale (da lunedì a venerdì ore 10-12; 16-18): 02-488.06.02. Sede Caritas: via Giovanni XXIII,6; 342 7108160 Parroco: don Franco Colino: 02-488.06.02 - 334 5625581 Vicario: don Daniele Stocco: 02-45898207 - 3478581822 Diacono permanente: Gaetano Rindone: 339-5625485 Pubblicazione gratuita - Ciclostilato in proprio www.parrocchiaassago.it 16 giovedì 18 sabato - ORE 16.00: CONFESSIONI, S. MARIA; Zaccaria era ammalato e prossimo alla morte. Abba Mosè gli disse: «Non ti è forse apparso qualcosa?». Rispose: «Sì». Abba Mosè gli disse: «Che cosa vedi?». Zaccaria disse: «È veramente necessario che io parli?». «No», disse abba Mosè. E Zaccaria morì. (Zaccaria 3) A cura di Davide Castronovo 14 martedì 13 lunedì ORARIO FESTIVO SANTE MESSE - ORE 21.00: ADORAZIONE EUCARISTICA INIZIO PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE A ROMA PER INCONTRARE PAPA FRANCESCO