1. CITTA’ DI VERCELLI
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VERBALE N. 5/2016
SEDUTA DEL 09/05/2016
L’anno duemilasedici, addì nove del mese di maggio alle ore 16:00, presso la Sala Consiglio del
Palazzo Municipale, a seguito di avvisi scritti diramati a tutti i commissari componenti della V^
commissione ed a quant’altri interessati, si è riunita la V^ Commissione Consiliare Permanente, per
l’audizione del sotto-riportato argomento:
Audit con:
Ing. Corleto Tina per l’illustrazione delle attività sull’Area ex Inceneritore
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Sono risultati presenti:
Per la V^ Commissione: PASQUINO Stefano, SIMONETTI Luca, PEILA Daniele, BRUSCO
Adriano.
Risultano assenti per la stessa Commissione: STECCO Alessandro, CARADONNA Emanuele,
TOSI Giordano.
Presiede il Vice Presidente Dr. PASQUINO Stefano.
Assiste il segretario Sig.ra Nadalin Anna Maria.
E’ presente l’Ing. CORLETO Tina.
E’ presente l’Assessore all’Ambiente Dr. BASSINI Remo.
Per l’Amministrazione sono presenti: Arch. ANGLESIO Simona, Arch. DE BIASI Elena, DR.
RAZZANO Enrico.
Sono inoltre presenti: Dr.ssa MASSA Maria Pia, Dr.ssa TORAZZO Renata.
Constatato che alle ore 16:00 la Sala Gruppi del Palazzo Municipale risulta essere occupata da altra
riunione presieduta dal Sindaco, l’audizione viene svolta nella Sala Consiglio.
Il Dr. Peila chiede al Vice Presidente la possibilità di convocare le sedute della V Commissione alle
18:00 in orario più compatibile alle esigenze di chi lavora fuori città, il Vice Presidente accoglie
favorevolmente la richiesta.
Alle ore 16:15 il Vice Presidente Dr. Pasquino Stefano, dopo aver ringraziato l’Ing. Corleto per la
sua presenza, illustra il motivo per il quale la V Commissione Ambiente ha richiesto l’incontro ed
in particolare fa riferimento alla parte finale delle conclusioni contenute del documento
“Trasmissione documento Analisi del Rischio Sanitario Ambientale ai sensi del D.Lgs. 152/06 –
Revisione 1 per il sito Area Inceneritore, Strada per Asigliano 6/8 Vercelli” acquisito al protocollo
dell’Ente al n. 19678 il 15-05-2015 di cui dà lettura:
“Per tutto quanto sopra esposto, risulta che per l’area in cui insiste l’inceneritore di Vercelli sono
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necessarie, limitatamente alle subaree indicate negli elaborati grafici allegati al presente
documento, attività di Bonifica/Messa in Sicurezza Permanente che garantiscano la salute dei
potenziali recettori e la conformità della qualità ambientale ai Punti di Conformità.”
Il Dr. Pasquino espone che dalla lettura dei documenti si evince che l’area dell’inceneritore è stata
divisa in più parti e che si comprende che in alcune parti è necessaria l’attività di bonifica e che in
altre, è stato capito, che potrebbe non essere necessaria l’attività di bonifica ma solo la messa in
sicurezza permanente.
Ciò di cui viene chiesto in particolare di chiarire all’Ing. Corleto è se sulle aree che vengono
indicate come soggette ad attività di bonifica/messa in sicurezza permanente, una delle due attività
esclude l’altra oppure devono essere necessarie sia l’attività di bonifica che la messa in sicurezza
permanente.
Ing. Corleto:
L’Ing. Corleto riconosce che il documento di riferimento è l’analisi di rischio di cui la redazione è
normata dal D.Lgs. 152/2006 che prevede dopo una fase di “caratterizzazione” del sito, un calcolo
del rischio sanitario e ambientale in presenza di superamenti delle concentrazioni limite dettate dal
Testo Unico Ambientale. Queste concentrazioni limite si chiamano CSC e sono delle
concentrazioni che fanno scattare un campanello di allarme ma che non obbligano alla bonifica ma
che tramite dei calcoli servono a capire se, anche superate le CSC, il sito non sia contaminato. Voi
potete avere quindi delle situazioni con limiti CSC superati ma comunque la normativa dice che
questi limiti non sono tali da imporre delle attività di bonifica/messa in sicurezza.
Per bonifica/messa in sicurezza, in questa fase qui, si indica un’alternativa, il sito in oggetto è
l’intera area inceneritore (si guardano elaborati grafici), l’analisi di rischio ha preso in
considerazione tutto il sito, ha elaborato i dati di sondaggi, analisi di terreni, acque e quant’altro, ed
è arrivata alla conclusione che, sulla base delle indagini che sono state fatte dal 2012 almeno, forse
anche precedenti dal 2001, è stato fatto un report che ha messo insieme tutte le indagini e si è
riusciti a capire che ci sono due zone potenzialmente critiche a livello di rischio sanitario, quindi per
la gente che ci lavora, per la gente che abita vicino, per chi attraversa la strada, per chi va a fare la
passeggiata con il cane, per il contadino, tutti sono stati presi in considerazione. Le uniche zone che
potrebbero avere un impatto sulla popolazione e sulle acque di falda sono solo due, quelle indicate
da Akron in lotto D e lotto A, di cui è stata mantenuta la divisione, e che devono essere sottoposte a
bonifica o messa in sicurezza, mentre sulle altre due non bisogna fare nulla. Questa conclusione è
stata condivisa con tutti gli Enti. Per le aree indicate come lotti D e A si fa presente che gli
interventi risultano leggermente più ampi rispetto a quelli identificati in precedenza da Akron,
includendo, su richiesta degli Enti, zone che sconfinano nel lotto B e l’ingresso pedonale Strada
Asigliano. L’analisi di rischio ha preso in considerazione quelli che potevano essere le potenziali
vie di migrazione dei contaminanti. Ci sono terreni frammisti a rifiuti. I rifiuti presenti derivano
dall’attività di incenerimento, smistamento, raccolta che si facevano all’interno e su questi sono
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state fatte una serie di analisi, da una serie di aziende, dal 2001 al 2016, sempre in contraddittorio
con Arpa che, per legge, prende almeno il 10% dei campioni. Dal risultato delle analisi i rifiuti
risultano essere inerti, non sono volatili (non si possono inalare), non fanno male e la normativa del
2006 non impone la rimozione, che avrebbe maggior impatto ambientale, salvo verificare che non ci
siano problemi.
L’analisi di rischio è stata quindi redatta tenendo conto: 1) della valutazione delle tecnologie di
bonifica e la garanzia delle tecnologie 2) della normativa vigente 3) dell’impegno economico; la
soluzione migliore è la messa in sicurezza permanente, non una bonifica che non si farà da nessuna
parte; una messa in sicurezza che consiste in un capping (copertura impermeabile) con la quale
tombare i rifiuti, senza impatto sanitario sulla gente, ne’ chi sta sopra ne’ chi sta fuori (l’Arch.
Anglesio interviene facendo notare che questi inerti sono gli stessi utilizzati per i sottofondi
stradali).
La soluzione proposta dai professionisti è il capping che consente che garantisca la lisciviazione
(percolamento delle acque meteoriche di eventuali contaminanti, metalli) per preservare le acque di
falda.
L’Ing. Corleto conclude l’esposizione ribadendo le aree di intervento e la messa in sicurezza
definitiva attraverso il capping.
Il Dr. Pasquino fa presente che in passato aveva partecipato ai tavoli tecnici con Akron e che le
soluzioni precedentemente individuate erano state: 1) attivare una messa in sicurezza provvisoria
con capping e successiva bonifica 2) messa in sicurezza con capping definitivi. La differenza tra le
soluzioni era che la messa in sicurezza con capping provvisori sarebbe servita per cinque, sei anni e
poi sarebbe stato necessario fare la bonifica, mentre la messa in sicurezza con capping definitivi
aveva costi elevati, non come la bonifica, ma superiore a quello provvisorio. Il Dr. Pasquino
interroga l’Ing. Corleto per sapere se l’intervento è con capping definitivi o provvisori e
quest’ultima risponde che si tratta di definitivi con la necessità di manutenere, monitorare
(piezometri), e rassicura sulle condizioni generali dell’area che è sotto controllo (senza sostanze
volatili e lisciviabili) e che la soluzione non potrà che migliorare.
Il Dr. Bassini chiede chiarimenti sul significato di “lisciviabile” e l’Ing. Corleto con l’Ing. Peila, ne
danno una spiegazione tecnica.
Il Dr. Pasquino chiede informazioni circa il convogliamento dell’acqua raccolta e l’Ing. Corleto
spiega che la regimazione delle acque meteoriche avverrà con canalette, senza vasche di raccolta.
Il Dr. Pasquino rappresenta che nel 2010 una commissione tecnica aveva deliberato di scegliere un
capping provvisorio, piuttosto che uno definitivo, perchè avevano visto che per fare un capping
definitivo bisognava comunque portare una certa quantità di strato di terreno da apportare sopra e
che alla fin fine si equivaleva quasi allo stesso impatto ambientale dei camion che avrebbero dovuto
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portare via il materiale, e che quindi le due cose si andavano a bilanciare e questo era stato uno dei
motivi per cui si era scelto il capping provvisorio che garantiva, con un costo economico, di avere
lo stesso impatto ambientale con la risoluzione del problema.
L’Ing. Corleto spiega che l’impatto ambientale tra i due interventi è quantomeno il doppio nella
scelta di voler asportare il terreno e poi ripristinarlo, ma che a prescindere da quello, i due capping
diversi proposti oggi, in funzione della destinazione d’uso che il Comune e Atena hanno dato come
indicazione, riguardano la scelta di fare un capping con geosintetici, ovvero non trasportare due
metri di terra ma portare dei rotoli di geocomposito bentonite, geocomposito drenante che risolvono
il problema dei viaggi per ripristinare il terreno. Si utilizzano dei geosintetici, per cui spessori
ridotti, senza una collina di due metri, con minore impatto visivo con un calcolo delle equivalenza
per cui si fa l’esempio che un geocomposito impermeabile dello spessore di 10 cm equivale a un
metro di argilla. Il calcolo delle equivalenze è stato fatto sulla normativa delle discariche D.Lgs.
36/2003, anche se non è una discarica di rifiuti non pericolosi, per garantire un grado di sicurezza
alto e il capping studiato per sostituire un metro di argilla, 50 cm di ghiaia e un metro di terreno
vegetale è condensato in poche decine di cm di geosintetici. Ora le due destinazioni, ipotizzate in
questo progetto sono un’area parcheggio e un boschetto (si guardano tavole per individuare i lotti D
e A) .
Il Dr. Pasquino fa presente che gran parte del lotto D è già asfaltata e chiede se anche su quell’area
verrà messo il capping.
L’Ing. Corleto risponde che per maggiore garanzia verrà messo anche sulla zona asfaltata, sulla
base di Linee Guida della Provincia di Milano sulla impermeabilizzare di terreni contaminati ad uso
parcheggio, usando pacchetti di asfalto, misti granulari con binder, che garantiscano
l’impermeabilità. Su tutto il lotto D. Gli edifici saranno mantenuti.
Sul lotto A, che sconfina nel lotto B su indicazione dell’Amministrazione, è previsto un boschetto.
La Dr.ssa Torazzo chiede conferma sul fatto che il lotto A sia l’area con maggiore stoccaggio di
scorie, l’Ing. Corleto risponde che in realtà i rifiuti sono stati messi un po’ dove capitava ma che i
cumuli di terra sono visibili nel lotto A. La Dr.ssa Torazzo fa notare che la distinzione tra i due lotti
è anche fatta in base a cosa è stato depositato sotto e fa notare che l’area era di Atena.
L’Ing. Corleto ribadisce che dalle analisi in suo possesso, dal 2001, è stato fatto il modello
concettuale con il capping per il parcheggio e il capping per il boschetto che deve essere
ripristinato secondo le norme regionali (2.000 mq). Nel caso in cui non si volesse realizzare il
boschetto è anche possibile ipotizzare la realizzare di un impianto fotovoltaico.
Il Dr. Pasquino chiede conferma sulla possibilità di realizzazione di un impianto fotovoltaico.
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L’Ing. Corleto conferma che essendo previsto 1 metro di terreno vegetale, valutando le
caratteristiche dell’impianto, è possibile la realizzazione, senza bucare ovviamente lo strato di
geocomposito drenante.
Il Dr. Simonetti interviene ribadendo che solo nell’ipotesi della mancata realizzazione del boschetto
si dovranno valutare soluzioni alternative e chiede informazioni sulla legge regionale, se la stessa
legge impone o meno il ripristino del boschetto.
A livello di bonifica è necessario garantire la copertura, che non passi l’acqua, l’Ing. Corleto
conferma di aver previsto nel progetto il ripristino del boschetto, con costi maggiori, ai sensi della
L.R. 471/99 progetto che deve ancora passare in Conferenza dei Servizi (Provincia e Arpa).
L’Ing. Corleto ribadisce la necessità di continuare almeno per 3-5 anni tutti i monitoraggi previsti
dal progetto la messa in sicurezza permanente.
Il Dr. Pasquino chiede una copia del progetto di messa in sicurezza permanente trasmesso una
settimana fa all’Amministrazione.
Il Dr. Simonetti chiede all’Ing. Corleto se dieci anni fa avrebbe parlato di bonifica o di messa in
sicurezza permanente.
L’Ing. Corleto risponde che l’introduzione del D.Lgs. 152/2006 ha chiarito tutta una serie di aspetti,
prima la normativa in vigore era il D.M. 471/99 che prevedeva a livello normativo tre passaggi
1)Piano di caratterizzazione 2)Progetto preliminare 3)Progetto definitivo di bonifica, era prevista la
possibilità di fare messe in sicurezza ma erano più difficili da applicare per la mancanza di schemi
perciò le Amministrazioni sceglievano la bonifica. Dal 2006 il progetto preliminare è stato sostituito
dall’analisi di rischio che consente di non andare a CSC, cioè a limiti tabellari, ma di fare delle
verifiche in più per vedere se quello che c’è è realmente pericoloso dal punto di vista
sanitario/ambientale. La normativa attuale dice di fare interventi “in situ”, di non scavare e non
bonificare. Solo in fase di messa in sicurezza d’emergenza sono consentiti alcuni interventi di
rimozione.
I dati in possesso dell’Ing. Corleto risalgono al 2001 e i report indicano che il materiale era inerte.
La Dr.ssa Torazzo sottolinea che la decisione di fare la bonifica e non la messa in sicurezza era stata
presa per la presenza di un buon quantitativo di metalli pesanti.
Pasquino ricorda che i primi carotaggi sono stati fatti da Akron e che solo la bonifica sembrava
poter risolvere la soluzione.
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Lo studio dei dati da parte dell’Ing. Corleto è iniziata nel 2012, i dati dal 2001 sono delle indagini
fatte sia da Atena che dal Comune.
Il Dr. Pasquino ribadisce che di studi ne sono stati fatti molti e che quello di cui si volevano i
chiarimenti – bonifica o messa in sicurezza - è emerso nella discussione e che la conferenza dei
servizi dovrà approvare o meno la bozza presentata dallo studio Corleto.
Il consigliere Brusco approfondisce domande sull’aspetto sanitario e ne chiede i risultati degli studi
svolti.
L’Ing. Corleto richiama le Analisi di rischio già validate (da Arpa, Asl, Provincia) a giugno 2015.
I consiglieri esaminano i verbali a disposizione per capire quali sono i documenti che non hanno
ancora ricevuto dall’Amministrazione.
Il Dr. Pasquino chiede a quanto ammonta il preventivo di spesa, l’Ing. Corleto risponde un milione
e mezzo (iva esclusa e direzione lavori).
Il Dr. Pasquino chiede la conferma della presenza sull’area di metalli non inalabili, l’Ing. Corleto
rassicura che dal punto di vista sanitario l’unico problema è il dilavamento e che è per questo
previsto il capping di un’area di circa 5 ettari che verrà coperta con la messa in sicurezza
permanente.
Il Dr. Pasquino chiede di chi è la proprietà dell’area, Anglesio e Corleto rispondono che è del
Comune e di Atena Patrimonio e Atena Energia Ambiente.
I consiglieri si confrontano tra di loro per ricordare quando in consiglio comunale è stata approvata
la bonifica dell’area (sui dati Akron) e Pasquino non ricorda di aver avuto informazioni circa la
messa in sicurezza permanente in sostituzione della bonifica, perciò questa decisione avviene a
livello di Giunta.
La Dr.ssa Massa ricorda che nel Bilancio nella relazione previsionale programmatica del 2015
(forse 2014) era riportata la bonifica e Pasquino ricorda che solo l’8% dei costi della bonifica era
coperto.
La Dr.ssa Torazzo ricorda che c’erano sia la voce dell’inceneritore che quella dell’area Montefibre
e che per l’inceneritore procedeva la messa in sicurezza e che si era ancora in attesa di approvazione
da parte della Provincia.
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Il Dr. Pasquino ricorda che la prima volta che si è sentito parlare di messa in sicurezza al posto di
bonifica è stato in occasione del vincolo della cessione delle quote di Atena.
Concludendo il Dr. Pasquino chiede di avere la bozza del progetto di messa in sicurezza permanente
(che dovrà passare in conferenza dei servizi) e la conferenza dei servizi di giugno 2015.
Il Dr. Simonetti chiede all’Arch. Anglesio la tempistica della conferenza dei servizi, l’Arch.
Anglesio risponde che i tempi sono quelli dettati dalla conferenza istruttoria seguita dalla
conferenza decisoria e che avverrà entro il 2016.
Alle ore 17:15 il Vice Presidente Dr. Pasquino ringrazia gli intervenuti e dichiara chiusa la seduta
della V Commissione Consiliare Permanente.
Letto, confermato e sottoscritto.
IL VICE PRESIDENTE
V^ Commissione Consiliare
Stefano Pasquino
IL SEGRETARIO
f.to p.a. Anna Maria Nadalin