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Resoconto Commissione Onu sulle Droghe 8-11/12
Dall'8 all'11 dicembre s'è tenuta l'ultima parte della 58esima Commissione ONU sulle
Droghe, CND. Due giorni sono stati dedicati alla preparazione della sessione speciale
dell'Assemblea generale, UNGASS, che dal 19 al 21 aprile prossimi verrà convocata per
affrontare il tema del "controllo mondiale delle droghe".
La decisione di anticipare al 2016 la UNGASS, la sua scadenza sarebbe stata il 2019, è il
frutto di uno dei tanti compromessi che caratterizzano i lavori dell'UNODC, l'ufficio delle
Nazioni unite a cui fanno capo i programmi di controllo delle droghe e del crimine che, dopo
25 anni di gestione italiana (Di Gennaro, Giacomelli, Arlacchi e Costa), è oggi diretto dal
diplomatico russo Fedetov. L'accelerazione è dovuta alle insistenze di Messico, Colombia e
Guatemala che hanno annunciato la loro ferma intenzione di non aspettare il decimo anno
dall'adozione della cosiddetta "dichiarazione politica" del 2009 per tornare a sollevare dubbi,
critiche e proposte circa l'attuale regime proibizionista. Questa riorganizzazione di agenda
ha creato una spaccatura le cui conseguenze continuano a caratterizzare i lavori all'ONU di
Vienna dove, più che altrove, si lavora per consenso.
Da due anni la preparazione viene quindi portata avanti su due binari, da una parte a Vienna
si son susseguiti incontri per la definizione del calendario e dei temi da proporre
all'UNGASS, che si terrà a New York, dall'altro, tanto al Palazzo di Vetro che a Ginevra,
dove gli Stati Membri hanno affrontato con maggiore puntualità tutti le implicazioni
dell'attuale sistema derivato dalle tre Convenzioni ONU in materia di droghe. Gli unici che
continuano a mandare rappresentanti governativi a tutti gli incontri sono i latino-americani
con la Colombia che, salvo quando non è impegnato nel negoziato per una soluzione politica
del conflitto colle FARC, manda sempre il ministro dalle giustizia, e il Messico che non è mai
sceso al livello di un vice-ministro (il Guatemala ha di recente cambiato il governo dopo che
l'ex presidente, in profumo di crimini di guerra, è stato incriminato di corruzione…).
Il fronte conservatore, che comprende tutti i paesi che fanno parte della Conferenza
islamica, gli asiatici, la Russia e, in modo defilato fino a qualche tempo fa anche gli USA
(oggi inspiegabilmente tornati su posizioni molto rigide) ritiene che la sessione speciale
debba "ratificare" i documenti che sono in fase di definizione a Vienna e che dovranno
riaffermare la bontà della dichiarazione politica del 2009 (articolata su "tre pilastri"), quello
aperturista, che raccoglie la stragrande maggioranza dei paesi latino-americani vuole che il
dibattito di New York sia vero, che i documenti vangano chiusi in quella sede e che riflettano
anche le conclusioni del dibattito che al Palazzo di Vetro sarà strutturato in cinque temi.
In mezzo ci sono gli europei che hanno un'ottima (visto il pregresso) posizione comune, ma
che non sempre condividono valutazioni e priorità (i paesi più importanti Francia, Gran
Bretagna e Germania son da sempre molto problematici per quanto riguarda leggi e politiche
in materia di droga e al momento hanno governi molto conservatori in materia) e non hanno
mai funto da ponte tra l'America Latina e l'Asia/Medio Oriente. Paesi come l'Italia, l'Austria
e l'Olanda, prossimo presidente dell'Unione europa, cercano di limare gli spigoli durante i
negoziati, ma quando si arriva in plenaria tutto s'irrigidisce di nuovo specie se paesi come il
Giappone, la Core del Sud e qualche nordico prendono la parola per ricordare come le
droghe siano un problema di salute!!!
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Un altro frutto del compromesso che ha acconsentito all'anticipo dell'UNGASS al 2016 -
resta comunque in piedi, almeno per ora, anche l'appuntamento del 2019 - è stata la
divisione dei compiti. La CND è presieduta da uno stato membro, che varia ogni 12 mesi (al
momento è la Tailandia dal 2016 sarà la Repubblica Ceca), mentre la definizione
dell'agenda della UNGASS è stata affidata a un "board" (giunta) che non è presieduta dal
presidente della CND bensì da l'ambasciatore del paese che presiedeva la Commissione al
momento del raggiungimento del compromesso: l'Ambasciatore egiziano, decano di Vienna,
che non aiuta l'emergere dei compromessi in crescita.
Seppure potenzialmente devastante la divisione di questi due blocchi, con l'Europa nel
mezzo, rappresenta comunque un significativo passo avanti rispetto al processo di
preparazione della UNGASS del 1998 (la seconda della storia dell'ONU, la prima si tenne
nel 1990 all'indomani dell'adozione della terza convenzione, quella del 1988 e di cui però
non resta traccia documentale pubblica). Si sentono echeggiare parole quasi proibite in
passato, come legalizzazione, decriminalizzazione, riduzione del danno, diritti umani, no alla
pena di morte, valutazione e costi del sistema in vigore da oltre mezzo secolo, tutti slanci
che però non vengono mai inclusi nei documenti finali e che però fanno seguito alla
professione di fede nei confronti delle intoccabili tre convenzioni. La massima concessione
che viene fatta, e che almeno per il momento trova anche una fugace menzione è relativa
al 'margine di manovra' (latitude in inglese) che le convenzioni concedono ai paesi che le
hanno ratificate (ormai tutti). In particolare si fa riferimento alla convenzione del 1961 che
afferma che "il possesso personale può esser considerato come reato" e che comunque ciò
verrà stabilito dalla stato membro sulla base della propria Costituzione (implicando articoli
relativi alla necessaria proporzionalità delle pene) e in linea con le caratteristiche del sistema
penale nazionale (non tutti considerano comportamenti che non causano vittima reato).
Tutte le agenzie e uffici delle Nazioni unite hanno mostrato un sincero interesse, alcuni
anche avanzate proposte, in merito alla valutazione delle attuali politiche del "controllo
mondiale delle droghe". Dall'Organizzazione mondiale della salute, WHO, al programma per
lo sviluppo, UNDP, da UNAIDS all'Alto Commissario per i diritti umani, passando per tutti gli
special rapporteur, si stanno consolidando posizioni di rottura col passato che pongono al
centro dell'analisi il rispetto dei diritti umani. Se all'interno dell'UNODC, l'ufficio che
gerarchicamente è a capo del controllo delle politiche in materia di droghe esiste un dibattito
in merito alle priorità e gli approcci da perseguire, la giunta internazionale sugli stupefacenti,
INCB, resta invece ancorata a posizioni di retroguardia, da "guardiano" cioè depositario
dell'unica interpretazione possibile delle Convenzioni.
Se durante la preparazione dell'UNGASS del'98 e il segmento ministeriale del 2003
eravamo la sola ONG critica del lavoro delle Nazioni unite sulle droghe, oggi non solo il
numero delle organizzazioni non-governative è aumentato, alcune senza status consultivo
però, ma diciamo che l'80% è critico dell'UNODC. Esistono due comitato delle ONG, uno a
Vienna, dove ancora c'è una presenza importante della vecchia guardia di passaporto
austriaco o svedese, e uno a New York dove ormai son tutti schierati su posizioni
"riformatrici". La CND non prevede un meccanismo chiaro per la partecipazione delle ONG,
tutto viene organizzato di volta in volta attraverso una rete informale che si chiama civil
society task force coordinata in collaborazione con le Nazioni unite.
Ancora non è ben chiaro come sarà organizzata la sessione speciale.
Pagina3
Durante la CND si sono tenuti anche degli incontri a margine sugli aspetti sanitari legati
all'abuso delle sostanze, alle alternative al carcere, con passaggi in comunità e "drug courts"
dove si viene assegnati a una serie di attività obbligatorie fuori dal carcere pena il ritorno nel
circuito penale; lo sviluppo alternativo, e alla preparazione del nuovo world drug report. L'11
l'Organizzazione mondiale della sanità ha anche presentato un'anteprima dello studio che
le era stato richiesta o marzo su alcune sostanze. L'OMS ha il ruolo di analisi preventiva per
le decisioni che la CND prende relativamente all'inclusione di nuove sostanze nelle tabelle
delle commissioni del 61 e 71. Sono state presentate sette nuove benzodiazepine che
necessiteranno ulteriori approfondimenti, è stato confermato che la ketamina non presenta
rischi per cui, come aveva richiesto la Cina, dovrebbe esser ulteriormente controllata, ed è
stato annunciato l'avvio di uno studio sull'uso medico della cannabis per chi è stato richiesto
agli stati membri di fornire quanti più riferimenti possibile per assistere lo studio.
La prossima riunione della CND si tiene dal 14 al 22 marzo, i primi tre giorni saranno dedicati
alla UNGASS, a gennaio e febbraio ci saranno ulteriori incontri informali per la definizione
dei documenti e solo allora si capirà se in effetti ad aprile sarà solo un palcoscenico per
interventi dei governi o se si discuterà ancora nel merito delle questioni.
In un altro messaggio vi aggiornerò della attività che, in modo militante sto coordinando per
l'Associazione Luca Coscioni e che in buona parte sono finanziate per 12 mesi dall'Open
Society Foundations.
Marco Perduca

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Marco Perduca: Resoconto commissione ONU sulle droghe.

  • 1. Pagina1 Resoconto Commissione Onu sulle Droghe 8-11/12 Dall'8 all'11 dicembre s'è tenuta l'ultima parte della 58esima Commissione ONU sulle Droghe, CND. Due giorni sono stati dedicati alla preparazione della sessione speciale dell'Assemblea generale, UNGASS, che dal 19 al 21 aprile prossimi verrà convocata per affrontare il tema del "controllo mondiale delle droghe". La decisione di anticipare al 2016 la UNGASS, la sua scadenza sarebbe stata il 2019, è il frutto di uno dei tanti compromessi che caratterizzano i lavori dell'UNODC, l'ufficio delle Nazioni unite a cui fanno capo i programmi di controllo delle droghe e del crimine che, dopo 25 anni di gestione italiana (Di Gennaro, Giacomelli, Arlacchi e Costa), è oggi diretto dal diplomatico russo Fedetov. L'accelerazione è dovuta alle insistenze di Messico, Colombia e Guatemala che hanno annunciato la loro ferma intenzione di non aspettare il decimo anno dall'adozione della cosiddetta "dichiarazione politica" del 2009 per tornare a sollevare dubbi, critiche e proposte circa l'attuale regime proibizionista. Questa riorganizzazione di agenda ha creato una spaccatura le cui conseguenze continuano a caratterizzare i lavori all'ONU di Vienna dove, più che altrove, si lavora per consenso. Da due anni la preparazione viene quindi portata avanti su due binari, da una parte a Vienna si son susseguiti incontri per la definizione del calendario e dei temi da proporre all'UNGASS, che si terrà a New York, dall'altro, tanto al Palazzo di Vetro che a Ginevra, dove gli Stati Membri hanno affrontato con maggiore puntualità tutti le implicazioni dell'attuale sistema derivato dalle tre Convenzioni ONU in materia di droghe. Gli unici che continuano a mandare rappresentanti governativi a tutti gli incontri sono i latino-americani con la Colombia che, salvo quando non è impegnato nel negoziato per una soluzione politica del conflitto colle FARC, manda sempre il ministro dalle giustizia, e il Messico che non è mai sceso al livello di un vice-ministro (il Guatemala ha di recente cambiato il governo dopo che l'ex presidente, in profumo di crimini di guerra, è stato incriminato di corruzione…). Il fronte conservatore, che comprende tutti i paesi che fanno parte della Conferenza islamica, gli asiatici, la Russia e, in modo defilato fino a qualche tempo fa anche gli USA (oggi inspiegabilmente tornati su posizioni molto rigide) ritiene che la sessione speciale debba "ratificare" i documenti che sono in fase di definizione a Vienna e che dovranno riaffermare la bontà della dichiarazione politica del 2009 (articolata su "tre pilastri"), quello aperturista, che raccoglie la stragrande maggioranza dei paesi latino-americani vuole che il dibattito di New York sia vero, che i documenti vangano chiusi in quella sede e che riflettano anche le conclusioni del dibattito che al Palazzo di Vetro sarà strutturato in cinque temi. In mezzo ci sono gli europei che hanno un'ottima (visto il pregresso) posizione comune, ma che non sempre condividono valutazioni e priorità (i paesi più importanti Francia, Gran Bretagna e Germania son da sempre molto problematici per quanto riguarda leggi e politiche in materia di droga e al momento hanno governi molto conservatori in materia) e non hanno mai funto da ponte tra l'America Latina e l'Asia/Medio Oriente. Paesi come l'Italia, l'Austria e l'Olanda, prossimo presidente dell'Unione europa, cercano di limare gli spigoli durante i negoziati, ma quando si arriva in plenaria tutto s'irrigidisce di nuovo specie se paesi come il Giappone, la Core del Sud e qualche nordico prendono la parola per ricordare come le droghe siano un problema di salute!!!
  • 2. Pagina2 Un altro frutto del compromesso che ha acconsentito all'anticipo dell'UNGASS al 2016 - resta comunque in piedi, almeno per ora, anche l'appuntamento del 2019 - è stata la divisione dei compiti. La CND è presieduta da uno stato membro, che varia ogni 12 mesi (al momento è la Tailandia dal 2016 sarà la Repubblica Ceca), mentre la definizione dell'agenda della UNGASS è stata affidata a un "board" (giunta) che non è presieduta dal presidente della CND bensì da l'ambasciatore del paese che presiedeva la Commissione al momento del raggiungimento del compromesso: l'Ambasciatore egiziano, decano di Vienna, che non aiuta l'emergere dei compromessi in crescita. Seppure potenzialmente devastante la divisione di questi due blocchi, con l'Europa nel mezzo, rappresenta comunque un significativo passo avanti rispetto al processo di preparazione della UNGASS del 1998 (la seconda della storia dell'ONU, la prima si tenne nel 1990 all'indomani dell'adozione della terza convenzione, quella del 1988 e di cui però non resta traccia documentale pubblica). Si sentono echeggiare parole quasi proibite in passato, come legalizzazione, decriminalizzazione, riduzione del danno, diritti umani, no alla pena di morte, valutazione e costi del sistema in vigore da oltre mezzo secolo, tutti slanci che però non vengono mai inclusi nei documenti finali e che però fanno seguito alla professione di fede nei confronti delle intoccabili tre convenzioni. La massima concessione che viene fatta, e che almeno per il momento trova anche una fugace menzione è relativa al 'margine di manovra' (latitude in inglese) che le convenzioni concedono ai paesi che le hanno ratificate (ormai tutti). In particolare si fa riferimento alla convenzione del 1961 che afferma che "il possesso personale può esser considerato come reato" e che comunque ciò verrà stabilito dalla stato membro sulla base della propria Costituzione (implicando articoli relativi alla necessaria proporzionalità delle pene) e in linea con le caratteristiche del sistema penale nazionale (non tutti considerano comportamenti che non causano vittima reato). Tutte le agenzie e uffici delle Nazioni unite hanno mostrato un sincero interesse, alcuni anche avanzate proposte, in merito alla valutazione delle attuali politiche del "controllo mondiale delle droghe". Dall'Organizzazione mondiale della salute, WHO, al programma per lo sviluppo, UNDP, da UNAIDS all'Alto Commissario per i diritti umani, passando per tutti gli special rapporteur, si stanno consolidando posizioni di rottura col passato che pongono al centro dell'analisi il rispetto dei diritti umani. Se all'interno dell'UNODC, l'ufficio che gerarchicamente è a capo del controllo delle politiche in materia di droghe esiste un dibattito in merito alle priorità e gli approcci da perseguire, la giunta internazionale sugli stupefacenti, INCB, resta invece ancorata a posizioni di retroguardia, da "guardiano" cioè depositario dell'unica interpretazione possibile delle Convenzioni. Se durante la preparazione dell'UNGASS del'98 e il segmento ministeriale del 2003 eravamo la sola ONG critica del lavoro delle Nazioni unite sulle droghe, oggi non solo il numero delle organizzazioni non-governative è aumentato, alcune senza status consultivo però, ma diciamo che l'80% è critico dell'UNODC. Esistono due comitato delle ONG, uno a Vienna, dove ancora c'è una presenza importante della vecchia guardia di passaporto austriaco o svedese, e uno a New York dove ormai son tutti schierati su posizioni "riformatrici". La CND non prevede un meccanismo chiaro per la partecipazione delle ONG, tutto viene organizzato di volta in volta attraverso una rete informale che si chiama civil society task force coordinata in collaborazione con le Nazioni unite. Ancora non è ben chiaro come sarà organizzata la sessione speciale.
  • 3. Pagina3 Durante la CND si sono tenuti anche degli incontri a margine sugli aspetti sanitari legati all'abuso delle sostanze, alle alternative al carcere, con passaggi in comunità e "drug courts" dove si viene assegnati a una serie di attività obbligatorie fuori dal carcere pena il ritorno nel circuito penale; lo sviluppo alternativo, e alla preparazione del nuovo world drug report. L'11 l'Organizzazione mondiale della sanità ha anche presentato un'anteprima dello studio che le era stato richiesta o marzo su alcune sostanze. L'OMS ha il ruolo di analisi preventiva per le decisioni che la CND prende relativamente all'inclusione di nuove sostanze nelle tabelle delle commissioni del 61 e 71. Sono state presentate sette nuove benzodiazepine che necessiteranno ulteriori approfondimenti, è stato confermato che la ketamina non presenta rischi per cui, come aveva richiesto la Cina, dovrebbe esser ulteriormente controllata, ed è stato annunciato l'avvio di uno studio sull'uso medico della cannabis per chi è stato richiesto agli stati membri di fornire quanti più riferimenti possibile per assistere lo studio. La prossima riunione della CND si tiene dal 14 al 22 marzo, i primi tre giorni saranno dedicati alla UNGASS, a gennaio e febbraio ci saranno ulteriori incontri informali per la definizione dei documenti e solo allora si capirà se in effetti ad aprile sarà solo un palcoscenico per interventi dei governi o se si discuterà ancora nel merito delle questioni. In un altro messaggio vi aggiornerò della attività che, in modo militante sto coordinando per l'Associazione Luca Coscioni e che in buona parte sono finanziate per 12 mesi dall'Open Society Foundations. Marco Perduca