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Ai Presidenti delle società sportive
“Era una notte buia e tempestosa…”. Con queste parole descriverebbe Snoopy, il cane di Charlie Brown, la
situazione attuale. Qualcuno pensa che questa notte senza stelle non finirà mai e che ne usciremo a pezzi.
Sicuramente non lo pensiamo noi del CSI. Abituati ad affrontare le difficoltà non ci perdiamo nei dettagli, in
questi giorni bui e tempestosi, ma guardiamo all’insieme, al quadro generale. Abbiamo assistito inermi alla
morte di tanti famigliari e amici, il più delle volte anziani che rappresentavano la memoria storica delle
nostre comunità. Anche il CSI Vallecamonica ha pianto fondatori di gruppi sportivi e dirigenti apprezzati
come Luigi Lardaro della società sportiva Centro Lago Volley e il Presidente dell’A.S.D. Bikeside Team
Gianluigi Gritti. Accanto a questi momenti tristi registriamo segnali positivi. Nostri associati che hanno
superato la malattia, nostri atleti e dirigenti impegnati in prima fila nell’emergenza. Dettagli che ci danno
speranza per un futuro migliore. La generosità, la dedizione, l’orgoglio, la voglia di rialzarsi, il coraggio, la
solidarietà fanno pensare che presto questa tempesta passerà e lascerà spazio all’alba di un nuovo giorno.
Dobbiamo quindi farci trovare pronti, anche con l’attività sportiva. Il CSI Vallecamonica ha voluto dare un
primo segno di rinascita versando il fondo di solidarietà 2020 a Camunia Soccorso. Abbiamo deciso di dare
noi una mano a chi nel corso dell'anno, da diversi anni, ci aiuta nelle nostre manifestazioni e nelle iniziative
delle nostre società sportive. É un grazie per quanto viene fatto di prezioso da questo gruppo di volontari
sul territorio camuno. Per manifestare quanto siamo vicini a Camunia Soccorso in un momento difficile che
questi volontari stanno affrontando con grande impegno mettendosi al servizio degli altri anche a rischio
della propria salute. Un gesto che fa seguito a quello di diverse società sportive che in questi giorni hanno
sostenuto le iniziative di solidarietà avviate in Vallecamonica nella situazione di emergenza. Iniziative rivolte
alle strutture e alle associazioni impegnate in campo sanitario, quello messo più a dura prova dalla
diffusione del virus.
Si riparte dal volontariato che, anche in questa occasione, dimostra di essere risorsa indispensabile per le
nostre comunità. In questo momento è una delle poche certezze che abbiamo. Per il resto si vive alla
giornata con l’orizzonte della ripresa che si sposta sempre più in là. Per l’attività sportiva il Ministro ha
prospettato la chiusura totale fino a maggio. Restano poi le incognite sulle modalità della ripartenza.
Condivido le parole di Cesare Prandelli. “Mi auguro che la ripresa non sia affrettata. Le condizioni di
sicurezza non bastano. Servono tempo e sensibilità. Bisogna lasciare decantare il lutto e il dolore. Ci vuole
rispetto per chi ha sofferto. Non si può passare dal cimitero allo stadio in un giorno; da un convoglio di 150
bare alla ola. Se il calcio perde 3 o 4 mesi non cambia nulla. Non devono essere pronti a giocare solo i
calciatori, deve essere pronta anche la gente a gioire". Prima di tutto la persona, in tutti i suoi aspetti. Non
dobbiamo dimenticarcelo noi del CSI che abbiamo questa missione nel nostro DNA associativo. Non
abbiamo a che fare con oggetti, non costruiamo abitazioni, non ripariamo cose. Ci occupiamo di persone,
della loro educazione, del loro tempo libero, partecipiamo alla costruzione di un piccolo pezzo della loro
vita. Non possiamo permetterci di fare degli errori e di mettere a repentaglio la loro salute o la salute dei
loro famigliari. C’è bisogno di tempo. Il virus lascerà anche strascichi psicologici. Restare chiusi in casa per
2. diverse settimane, lontani dagli amici, isolati dalle proprie passioni, piangere la scomparsa di amici e
famigliari, una situazione che avrà bisogno di tempo per essere riassorbita ed elaborata.
Di questo ha discusso il Consiglio di Comitato in due incontri nelle ultime settimane, realizzati grazie alla
tecnologia. Tanti interrogativi, poche risposte. Non vogliamo arrivare al momento in cui finalmente si
riapriranno le palestre e i campi sportivi senza una proposta concreta. Come Consiglio di Comitato abbiamo
discusso sui possibili scenari del dopo emergenza. Ha senso riprendere e terminare i campionati a qualsiasi
costo? Il CSI ha prolungato la validità delle tessere assicurative nelle speranza a maggio/giugno della ripresa
dei campionati. Con tutte le difficoltà organizzative legate alla ripartenza. Settori sportivi che al momento
del blocco presentavano situazioni differenti; necessità di un minimo di allenamenti prima di riprendere
l’attività agonistica; mesi estivi dedicati dalle società sportive all’organizzazione di manifestazioni utili per
raccogliere fondi. Altra ipotesi messa sul tavolo è quella di programmare le fasi finali, ridotte, a settembre
congelando l’attuale situazione. Ma se le squadre cambiano, si sciolgono o cambiano categoria? Alla fine
all’unanimità siamo arrivati alla conclusione che è meglio annullare tutti i campionati e ripartire a
settembre con la nuova stagione. Ci fermiamo. È il momento della responsabilità, del coraggio di prendere
decisioni difficili ma responsabili, di prendersi del tempo per pensare al futuro. Troppo forte il dolore nelle
nostre comunità, troppo grandi le responsabilità da assumersi per riprendere in fretta l’attività, troppi i
dubbi. Ma, soprattutto, troppo grande il nostro rispetto per la vita umana.
Non meno incalzanti sono gli interrogativi sull’aspetto economico della situazione che si è venuta a creare
con l’emergenza. Le quote gara sono state già versate dalle società sportive, annullando i campionati vanno
quindi restituite oppure i soldi già versati potrebbero essere considerati un acconto per la prossima
stagione sportiva? L’idea è quella di far scegliere ad ogni gruppo sportivo tra le due alternative. Pensiamo
anche che la crisi, conseguenza del blocco totale, avrà delle ripercussioni sui gruppi sportivi, soprattutto
quelli più piccoli. Il CSI a livello nazionale si è mosso per ottenere dal Ministero un riconoscimento per
queste difficoltà economiche. Non sappiamo se questa strada porterà benefici economici per i gruppi
sportivi. Il CSI ritiene che lo sport di base sia una risorsa indispensabile per la ripartenza del nostro paese
bisogna che questa convinzione trovi considerazione in provvedimenti legislativi ad hoc di natura
economica. Il CSI Vallecamonica, nel suo piccolo, non riesce a mettere in campo risorse economiche ma
può pensare a dilazioni nei pagamenti delle quote di iscrizione e delle quote gara venendo incontro alle
società sportive in difficoltà.
L’importante è ripartire anche e soprattutto con l’attività sportiva, un tassello fondamentale per la società
del post epidemia. L’ha detto Papa Francesco: "Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili
e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme", lo scrive
Paolo Rumiz: "Mai come oggi ne esce chi sa cantare in coro", camminare insieme è fondamentale per
sconfiggere il virus, sarà fondamentale per la ripresa anche del CSI Vallecamonica. Il Consiglio di Comitato
ha quindi deciso di utilizzare questo periodo che ci separa dalla ripartenza per confrontarsi con le società
sportive. Abbiamo bisogno di indicazioni perché sicuramente la prossima stagione non sarà uguale alle altre
41 che abbiamo vissuto insieme. La proposta è quella di trovarci per un primo incontro, con una
videoconferenza, dopo Pasqua confidando nella vostra attenzione e collaborazione. Mandateci anche le
vostre considerazioni e i vostri suggerimenti (info@csivallecamonica.it), saranno utili per le nostre decisioni
future. Un abbraccio.
Giuliano Ganassi