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Scoprimmo che l’educazione non è ciò che il maestro dà, ma
un processo naturale che si svolge spontaneamente
nell’individuo umano, che essa non si acquisisce ascoltando
delle parole, ma per virtù di esperienze effettuate
nell’ambiente. Il compito del maestro non è quello di parlare,
ma di preparare e disporre una serie di motivi di attività
culturale in un ambiente appositamente preparato (MB, p. 6).
La “Casa dei Bambini” è l’ambiente offerto al bambino, capace
di dargli i mezzi per sviluppare le attività. Questo genere di
scuola non è di un tipo fisso, ma può variare secondo le risorse
finanziarie di cui dispone e secondo le opportunità offerte
dall’ambiente. Dovrebbe essere una vera casa; un insieme di
stanze con un giardino, di cui i bambini fossero padroni
(MB ’21, p. 9-10)
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Creatività e
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Co-
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MODELLO MOMA
Page 4
L’ambiente
“Chi si proponga di aiutare lo sviluppo psichico
umano deve partire dal fatto che la mente
assorbente del bambino si orienta sull’ambiente;
e, specialmente agli inizi della vita, deve prendere
speciali precauzioni affinché l’ambiente offra
interesse ed attrattive a questa mente che deve
nutrirsene per la propria costruzione.
[..] Il bambino assorbe tutto ciò che lo circonda, in
questo modo si adatta all’ambiente: fa suo il
linguaggio, i costumi del luogo in cui vive, è il
bambino stesso che cerca le impressioni che
provengono dall’ambiente e diventano parte
integrante della sua psiche, “assorbe l’ambiente e si
trasforma in armonia con esso [...] costruisce se
stesso per mezzo delle impressioni che riceve”.
La mente del bambino, pag. 100
Page 5
Per l’adulto adattamento è sacrificio
Per il bambino è relazione naturale
Quale è l'ambiente adatto per il bambino?
• «l'ambiente del piccolo dev'essere il mondo, tutto ciò che è
nel mondo che lo circonda»
•Per acquisire il linguaggio deve stare tra persone che→
parlano
• Per acquisire certe abitudini deve vivere tra persone che le→
seguono
Page 6
L’ambiente
Nelle nostre scuole raccomandiamo del mobilio
“leggero”; esso è perciò “semplice ed
economico” al massimo grado. Se è lavabile, è
molto bene specialmente perché i bambini
“impareranno a lavarlo” e con ciò faranno un
esercizio piacevolissimo e molto educativo.
L’autoeducazione, pag. 127
Quello che soprattutto importa è che sia
possibilmente “bello, artistico”. La bellezza non è
fatta in questo caso col “superfluo”, “col lusso”, ma
con la grazia e l’armonia delle linee e dei colori,
uniti a quella massima semplicità che è richiesta
dalla “leggerezza” del mobile.
L’autoeducazione, pag.127
Page 7
L’ambiente ed il benessere
psicofisico
[…] La scuola deve diventare il luogo dove il bambino può
vivere nella sua libertà; e la sua libertà non può essere
soltanto quella intima, spirituale, della crescenza interiore.
L’intiero organismo del bambino, dalla sua parte fisiologica
vegetativa alla sua attività motrice, deve trovarvi “le migliori
condizioni di sviluppo.
Ciò include tutto quanto già l’igiene fisica ha trovato per aiutare
la vita infantile. [..] I locali di una scuola libera devono avere
delle esigenze speciali: l’igiene psichica viene ad influire su
di essi come già fece l’igiene fisica.
L’autoeducazione, pag. 125
Page 8
L’ambiente, la cittadinanza e
l’autonomia del bambino
I suoi sentimenti sociali nei rapporti che viene a
contrarre con gli altri bambini liberi e attivi,
collaboratori di una specie di ménage adatti a
proteggere ed aiutare la loro coscienza; il sentimento
di dignità che viene al bambino il quale impara a
bastare a se stesso in un ambiente che egli
conserva e domina; tutti questi sono i coefficienti
di umanità che accompagnano il “libero
movimento”.
Dalla coscienza di questo svolgimento della sua
personalità, il bambino trae i motivi della sua
persistenza in questi lavori, la diligenza nell’eseguirli,
e la gioia superiore che dimostra quando li ha
compiuti.
L’autoeducazione, pag. 133
Page 9
L’ambiente, la cittadinanza e
l’autonomia del bambino• La voce delle cose
• Il controllo dell’errore
• La domanda interiore, lo scopo vitale
http://www.youtube.com/watch?v=bWd3jcar2RY
La Casa dei bambini è UN AMBIENTE:
• Dove sia possibile il movimento per il benessere psico-fisico
• Proporzionato
• Ordinato ed organizzato: gli angoli lettura, riposo, cucina, pranzo, giardino
• Oggetti di uso pratico ed indispensabili, curati nelle dimensioni, nel peso,
• Semplice nell’arredo e nel materiale dell’arredo
• Calmo ed armonioso
• Curato e pulito
• Luminoso
• Spazioso e flessibile
• Lavabile
• Attraente e bello
• Mediatore didattico per lo sviluppo dell’attività spontanea del bambino;
• Il lavoro conservativo
Page 10
Nell’approccio educativo montessoriano il concetto di
ambiente preparato è fondante e significa un ambiente
educativo liberante (non libertario) e costruttivo: liberante in
quanto privo di ostacoli o pressioni, fondato sulla libera
scelta individuale all’interno di una serie limitata di opzioni, e
al tempo stesso costruttivo, perché indirizza verso uno scopo
esterno definito dagli impulsi e dalle energie interiori del
bambino o dell’adolescente, rispondendo così al loro bisogno
interiore di ordine.
Page 11
E’ quindi un contesto educativo la cui organizzazione
spaziale, prima ancora delle modalità operative della
didattica montessoriana, è la concretizzazione del “pensiero
generalista” o “olistico”, che permette la formazione di quel
potente motore cognitivo necessario all’individuo che vive
in una realtà globalmente interconnessa ed
interdipendente, caratterizzata da molteplici e concomitanti
mutazioni, da continue e veloci trasformazioni.
Page 12
Inoltre, nella visione montessoriana, se nelle fasi
evolutive precedenti la scuola è un ambiente
preparato per riprodurre artificialmente la vita, per
l’adolescenza è la vita stessa ad essere l’ambiente
preparato in cui il giovane deve fare il suo ingresso.
Quindi la scuola deve essere un luogo, integrato al
suo interno e connesso in modo interdipendente con
l’esterno (comunità, territorio, mondo) in cui
l’adolescente compie sistematicamente delle
esperienze di vita significative che gli permettano di
acquisire in contemporanea competenze fisiche,
intellettive ed emotive
Page 13
La finalità di questo luogo non è solo l’istruzione ma
l’esplorazione di sé e del mondo per capire quale deve
essere il proprio posto nel mondo. Quindi questo luogo
deve essere un ambiente educativo preparato con
grande cura affinché possa aiutare l’adolescente a
costruirsi una sorta di navigatore interno, che gli
consenta di seguire la sua rotta, senza perdersi nelle
varie situazioni della vita.
Page 14
Page 15
AMBIENTE FISICO E AMBIENTE CONNESSO
Altresì definito come ‘ecocontesto
cognitivo/didattico’ (Amstrong, 1999), l’ambiente di
apprendimento riveste una funzione fondamentale
nell’apprendimento efficace. “In nessun altro luogo
[tranne che nella scuola] a individui ammassati per
molte ore si richiede la massima efficienza in compiti
difficili e una armoniosa interazione” (Amstrong,
1999).
Page 16
Ed è in quest’ottica che devono essere pensati e
progettati nuovi ambienti di apprendimento. Per fare
ciò, tutti gli elementi e le strutture che definiscono
l’ambiente di apprendimento – spaziali, umani,
strumentali, etc. (Salomon 1996), devono entrare in
relazione per sostenere un apprendimento attivo,
costruttivo, intenzionale, complesso, contestuale,
conversazionale e riflessivo (Jonassen, 1993).
Anche in termini di psicogeografia la sistemazione dei
banchi nello spazio aula dovrebbe variare a seconda
delle attività proposte (anche Balboni)
Page 17
Jonassen delinea una serie di raccomandazioni
fondamentali per l’ambiente d'apprendimento • dare
enfasi alla costruzione della conoscenza e non alla
sua riproduzione;
• evitare eccessive semplificazioni nel
rappresentare la complessità delle situazioni reali;
• presentare compiti autentici (contestualizzare
piuttosto che astrarre);
• offrire ambienti di apprendimento derivati dal
mondo reale, basati su casi,
• favorire la costruzione cooperativa della
conoscenza,
Che significa in fondo INNOVAZIONE
Page 18
Page 19
DISPOSIZIONE TRADIZIONALE
ha usi più limitati (ad esempio può essere utile per attività di
coppia fisse), è centrata sull’insegnante e veicola significati
emotivi ancorati all’ambiente scolastico in termini di
disciplina e test di verifica.
Page 20
Il “centro spaziale” dell’apprendimento delle scuole
italiane, soprattutto nella scuola secondaria, è
rappresentato ancora oggi quasi esclusivamente dallo
spazio-classe
Per gli studenti è necessario, quindi, pensare sempre in
rapporto a un contesto o meglio ancora a diversi contesti,
creando mediazioni tra il soggetto e l'ambiente,
attraverso adattamenti reciproci (Canevaro, 2002)
Page 21
permette un contatto visivo con/tra tutti gli allievi ed
è ottimale per discussioni in gruppo, dibattiti e tavole
rotonde o attività di dimostrazione/presentazione; ha
come limite il fatto che consente agli studenti un
movimento molto limitato
DISPOSIZIONE DELL’ATTORE
Page 22
consente di eliminare qualsiasi tipo di barriera fisica tra i
partecipanti, oltre a metterli tutti ‘sullo stesso piano’ e a
permettere un contatto visivo tra tutti. E’ ottimale per i role
plays, mentre per altre attività non è funzionale: non
consente una buona visibilità della lavagna a tutti, ed è
scomoda per attività di scrittura
DISPOSIZIONE DEMOCRATICA
sedie
Page 23
consente una buona libertà di movimento;
l’insegnante può ‘scomparire’ se necessario. E’ una
disposizione adatta a situazioni di lavoro di gruppo,
di apprendimento cooperativo, per ascoltare storie,
per role-plays.
SETTING «QUASI» FRUTTO DEL CASO ED ISOLE
Page 24
«Oggi l'educazione, come è concepita, prescinde
insieme dalla vita biologica e da quella sociale. Tutti
coloro che entrano nel mondo dell'educazione vengono
ad essere isolati dalla società. [..] Il mondo
dell'educazione è una specie di isola dove gli individui,
avulsi dal mondo, si preparano alla vita rimanendone
estranei» (p.9)
 
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Teaching Spaces
Page 30
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Page 32
Learning centres
Page 33
Page 34
Da Maria Montessori a Seymour Papert
Page 35
Dall'openspace alla nuvola/fablab
Page 36
Una progettazione metabolica che favorisce la coesione
Page 37
La scuola centro della residenza urbana
Page 38
Una nuvola per una progettazione interattiva
Page 39
Homer: Ragazzi, avete fatto del
vostro meglio ed avete fallito
miseramente. La lezione è:
meglio non provarci mai!!!!!

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Spazio di apprendimento ppt 18 giugno

  • 2. Page 2 Scoprimmo che l’educazione non è ciò che il maestro dà, ma un processo naturale che si svolge spontaneamente nell’individuo umano, che essa non si acquisisce ascoltando delle parole, ma per virtù di esperienze effettuate nell’ambiente. Il compito del maestro non è quello di parlare, ma di preparare e disporre una serie di motivi di attività culturale in un ambiente appositamente preparato (MB, p. 6). La “Casa dei Bambini” è l’ambiente offerto al bambino, capace di dargli i mezzi per sviluppare le attività. Questo genere di scuola non è di un tipo fisso, ma può variare secondo le risorse finanziarie di cui dispone e secondo le opportunità offerte dall’ambiente. Dovrebbe essere una vera casa; un insieme di stanze con un giardino, di cui i bambini fossero padroni (MB ’21, p. 9-10)
  • 3. Page 3                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       Creatività e Problem Solving Co- progettazione del percorso educativoedi unapproccio partecipatorio Sviluppare e facilitare l’approccioda parte degli insegnanti e degli studenti versouna comunità di discenti                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                MODELLO MOMA
  • 4. Page 4 L’ambiente “Chi si proponga di aiutare lo sviluppo psichico umano deve partire dal fatto che la mente assorbente del bambino si orienta sull’ambiente; e, specialmente agli inizi della vita, deve prendere speciali precauzioni affinché l’ambiente offra interesse ed attrattive a questa mente che deve nutrirsene per la propria costruzione. [..] Il bambino assorbe tutto ciò che lo circonda, in questo modo si adatta all’ambiente: fa suo il linguaggio, i costumi del luogo in cui vive, è il bambino stesso che cerca le impressioni che provengono dall’ambiente e diventano parte integrante della sua psiche, “assorbe l’ambiente e si trasforma in armonia con esso [...] costruisce se stesso per mezzo delle impressioni che riceve”. La mente del bambino, pag. 100
  • 5. Page 5 Per l’adulto adattamento è sacrificio Per il bambino è relazione naturale Quale è l'ambiente adatto per il bambino? • «l'ambiente del piccolo dev'essere il mondo, tutto ciò che è nel mondo che lo circonda» •Per acquisire il linguaggio deve stare tra persone che→ parlano • Per acquisire certe abitudini deve vivere tra persone che le→ seguono
  • 6. Page 6 L’ambiente Nelle nostre scuole raccomandiamo del mobilio “leggero”; esso è perciò “semplice ed economico” al massimo grado. Se è lavabile, è molto bene specialmente perché i bambini “impareranno a lavarlo” e con ciò faranno un esercizio piacevolissimo e molto educativo. L’autoeducazione, pag. 127 Quello che soprattutto importa è che sia possibilmente “bello, artistico”. La bellezza non è fatta in questo caso col “superfluo”, “col lusso”, ma con la grazia e l’armonia delle linee e dei colori, uniti a quella massima semplicità che è richiesta dalla “leggerezza” del mobile. L’autoeducazione, pag.127
  • 7. Page 7 L’ambiente ed il benessere psicofisico […] La scuola deve diventare il luogo dove il bambino può vivere nella sua libertà; e la sua libertà non può essere soltanto quella intima, spirituale, della crescenza interiore. L’intiero organismo del bambino, dalla sua parte fisiologica vegetativa alla sua attività motrice, deve trovarvi “le migliori condizioni di sviluppo. Ciò include tutto quanto già l’igiene fisica ha trovato per aiutare la vita infantile. [..] I locali di una scuola libera devono avere delle esigenze speciali: l’igiene psichica viene ad influire su di essi come già fece l’igiene fisica. L’autoeducazione, pag. 125
  • 8. Page 8 L’ambiente, la cittadinanza e l’autonomia del bambino I suoi sentimenti sociali nei rapporti che viene a contrarre con gli altri bambini liberi e attivi, collaboratori di una specie di ménage adatti a proteggere ed aiutare la loro coscienza; il sentimento di dignità che viene al bambino il quale impara a bastare a se stesso in un ambiente che egli conserva e domina; tutti questi sono i coefficienti di umanità che accompagnano il “libero movimento”. Dalla coscienza di questo svolgimento della sua personalità, il bambino trae i motivi della sua persistenza in questi lavori, la diligenza nell’eseguirli, e la gioia superiore che dimostra quando li ha compiuti. L’autoeducazione, pag. 133
  • 9. Page 9 L’ambiente, la cittadinanza e l’autonomia del bambino• La voce delle cose • Il controllo dell’errore • La domanda interiore, lo scopo vitale http://www.youtube.com/watch?v=bWd3jcar2RY La Casa dei bambini è UN AMBIENTE: • Dove sia possibile il movimento per il benessere psico-fisico • Proporzionato • Ordinato ed organizzato: gli angoli lettura, riposo, cucina, pranzo, giardino • Oggetti di uso pratico ed indispensabili, curati nelle dimensioni, nel peso, • Semplice nell’arredo e nel materiale dell’arredo • Calmo ed armonioso • Curato e pulito • Luminoso • Spazioso e flessibile • Lavabile • Attraente e bello • Mediatore didattico per lo sviluppo dell’attività spontanea del bambino; • Il lavoro conservativo
  • 10. Page 10 Nell’approccio educativo montessoriano il concetto di ambiente preparato è fondante e significa un ambiente educativo liberante (non libertario) e costruttivo: liberante in quanto privo di ostacoli o pressioni, fondato sulla libera scelta individuale all’interno di una serie limitata di opzioni, e al tempo stesso costruttivo, perché indirizza verso uno scopo esterno definito dagli impulsi e dalle energie interiori del bambino o dell’adolescente, rispondendo così al loro bisogno interiore di ordine.
  • 11. Page 11 E’ quindi un contesto educativo la cui organizzazione spaziale, prima ancora delle modalità operative della didattica montessoriana, è la concretizzazione del “pensiero generalista” o “olistico”, che permette la formazione di quel potente motore cognitivo necessario all’individuo che vive in una realtà globalmente interconnessa ed interdipendente, caratterizzata da molteplici e concomitanti mutazioni, da continue e veloci trasformazioni.
  • 12. Page 12 Inoltre, nella visione montessoriana, se nelle fasi evolutive precedenti la scuola è un ambiente preparato per riprodurre artificialmente la vita, per l’adolescenza è la vita stessa ad essere l’ambiente preparato in cui il giovane deve fare il suo ingresso. Quindi la scuola deve essere un luogo, integrato al suo interno e connesso in modo interdipendente con l’esterno (comunità, territorio, mondo) in cui l’adolescente compie sistematicamente delle esperienze di vita significative che gli permettano di acquisire in contemporanea competenze fisiche, intellettive ed emotive
  • 13. Page 13 La finalità di questo luogo non è solo l’istruzione ma l’esplorazione di sé e del mondo per capire quale deve essere il proprio posto nel mondo. Quindi questo luogo deve essere un ambiente educativo preparato con grande cura affinché possa aiutare l’adolescente a costruirsi una sorta di navigatore interno, che gli consenta di seguire la sua rotta, senza perdersi nelle varie situazioni della vita.
  • 15. Page 15 AMBIENTE FISICO E AMBIENTE CONNESSO Altresì definito come ‘ecocontesto cognitivo/didattico’ (Amstrong, 1999), l’ambiente di apprendimento riveste una funzione fondamentale nell’apprendimento efficace. “In nessun altro luogo [tranne che nella scuola] a individui ammassati per molte ore si richiede la massima efficienza in compiti difficili e una armoniosa interazione” (Amstrong, 1999).
  • 16. Page 16 Ed è in quest’ottica che devono essere pensati e progettati nuovi ambienti di apprendimento. Per fare ciò, tutti gli elementi e le strutture che definiscono l’ambiente di apprendimento – spaziali, umani, strumentali, etc. (Salomon 1996), devono entrare in relazione per sostenere un apprendimento attivo, costruttivo, intenzionale, complesso, contestuale, conversazionale e riflessivo (Jonassen, 1993). Anche in termini di psicogeografia la sistemazione dei banchi nello spazio aula dovrebbe variare a seconda delle attività proposte (anche Balboni)
  • 17. Page 17 Jonassen delinea una serie di raccomandazioni fondamentali per l’ambiente d'apprendimento • dare enfasi alla costruzione della conoscenza e non alla sua riproduzione; • evitare eccessive semplificazioni nel rappresentare la complessità delle situazioni reali; • presentare compiti autentici (contestualizzare piuttosto che astrarre); • offrire ambienti di apprendimento derivati dal mondo reale, basati su casi, • favorire la costruzione cooperativa della conoscenza, Che significa in fondo INNOVAZIONE
  • 19. Page 19 DISPOSIZIONE TRADIZIONALE ha usi più limitati (ad esempio può essere utile per attività di coppia fisse), è centrata sull’insegnante e veicola significati emotivi ancorati all’ambiente scolastico in termini di disciplina e test di verifica.
  • 20. Page 20 Il “centro spaziale” dell’apprendimento delle scuole italiane, soprattutto nella scuola secondaria, è rappresentato ancora oggi quasi esclusivamente dallo spazio-classe Per gli studenti è necessario, quindi, pensare sempre in rapporto a un contesto o meglio ancora a diversi contesti, creando mediazioni tra il soggetto e l'ambiente, attraverso adattamenti reciproci (Canevaro, 2002)
  • 21. Page 21 permette un contatto visivo con/tra tutti gli allievi ed è ottimale per discussioni in gruppo, dibattiti e tavole rotonde o attività di dimostrazione/presentazione; ha come limite il fatto che consente agli studenti un movimento molto limitato DISPOSIZIONE DELL’ATTORE
  • 22. Page 22 consente di eliminare qualsiasi tipo di barriera fisica tra i partecipanti, oltre a metterli tutti ‘sullo stesso piano’ e a permettere un contatto visivo tra tutti. E’ ottimale per i role plays, mentre per altre attività non è funzionale: non consente una buona visibilità della lavagna a tutti, ed è scomoda per attività di scrittura DISPOSIZIONE DEMOCRATICA sedie
  • 23. Page 23 consente una buona libertà di movimento; l’insegnante può ‘scomparire’ se necessario. E’ una disposizione adatta a situazioni di lavoro di gruppo, di apprendimento cooperativo, per ascoltare storie, per role-plays. SETTING «QUASI» FRUTTO DEL CASO ED ISOLE
  • 24. Page 24 «Oggi l'educazione, come è concepita, prescinde insieme dalla vita biologica e da quella sociale. Tutti coloro che entrano nel mondo dell'educazione vengono ad essere isolati dalla società. [..] Il mondo dell'educazione è una specie di isola dove gli individui, avulsi dal mondo, si preparano alla vita rimanendone estranei» (p.9)  
  • 34. Page 34 Da Maria Montessori a Seymour Papert
  • 36. Page 36 Una progettazione metabolica che favorisce la coesione
  • 37. Page 37 La scuola centro della residenza urbana
  • 38. Page 38 Una nuvola per una progettazione interattiva
  • 39. Page 39 Homer: Ragazzi, avete fatto del vostro meglio ed avete fallito miseramente. La lezione è: meglio non provarci mai!!!!!