1. CRONACA16 Mercoledì
14 Gennaio 2004
IL GIORNALE
DI VICENZA
I sotterranei del S. Bortolo, soprattutto d’inverno, diventano
un rifugio per senzatetto, barboni, immigrati. I poliziotti
fanno il possibile per contrastare , furti, danneggiamenti,
ma la sicurezza all’interno del nosocomio cittadino non è al
massimo. La direzione generale dell’Ulss 6 intanto ha
deciso di correre ai ripari aumentando la sorveglianza e a
partire da lunedì arriverrà anche un’unità cinofila.
(Colorfotoartigiana)
di Chiara Roverotto
I cartelli campeggiano in
tutti i reparti del S. Borto-
lo,« per evitarelapossibili-
tà di spiacevoli ammanchi
si raccomanda di non trat-
tenere durante la degenza
aggetti di valore o altro,
per i quali l’Ulss 6 declina
ogni responsabilità». Però
difurti nell’ospedale qual-
cuno vive... Certo, si deve
accontentare di pochi eu-
ro,qualche televisore por-
tatile, un oggetto di valo-
re che, magari, resta in-
cautamente nel cassetto
prima di una radiografia.
Ma una cosa è certa: i fur-
ti sono all’ordine del gior-
no. E se fino a qualche an-
no fa la colpa veniva data
al Servizio contro le tossi-
codipendenze che era al-
l’interno del S. Bortolo,
ora bisogna fare i conti
con una realtà un po’ di-
versa.E iprimi a sostener-
lo sono gli agenti della
questurache hannoun po-
sto fisso all’interno del-
l’ospedale. «Nel 2003 ab-
biamo raccolto quasi 140
denunce per furti, danneg-
giamenti e altri reati. Ma
chi li denuncia è una mini-
ma parte, senza contare
checi sonopazienti che pre-
feriscono rivolgersi ai ca-
rabinieri del paese da dove
provengono». A parlare è
l’ispettoreLivio Maneare-
sponsabile della polizia
che staziona al S. Bortolo.
Tre agenti che ricoprono
turni che vanno dalle 8 al-
le 20. «Ma qualcuno di noi
si ammala, va in ferie, co-
me tutto il personale della
questura, per cui di rado
siamo al completo. Inoltre,
la nostra mole di lavoro è
notevole: solo nel 2003 ab-
biamo redatto oltre 6 mila
referti, abbiamo arrestato
due persone in flagranza
di reato, quindi per furto
all’interno dell’ospedale e,
poi, raccogliamo le denun-
ce di pazienti che arrivano
al pronto soccorso: violen-
ze carnali, maltrattamen-
tie viadi questo passo. Cer-
to,noiper contrastare ifur-
ti facciamo il possibile, ma
il S. Bortolo in fatto di sicu-
rezza non è certo un
bunker...».
E proprio da qui nasce
la maggior parte dei pro-
blemi: pochi mesi fa negli
interrati è stato trovato
un gruppo di rumeni che
dormiva tranquillamente
e questo si ripete abba-
stanza spesso. Nei reparti
girano indisturbate perso-
ne che con i pazienti o con
la struttura non hanno
nulla da spartire.
Allora che cosa fare, co-
me correre ai ripari?
L’Ulss6 a partire dadoma-
ni ha deciso di raddoppia-
re il servizio di vigilanza
interna appaltata una so-
cietà privata di guardie
giurate e da lunedì prossi-
moarriveràanche un’uni-
tà cinofila. «Tutto questo
si è reso necessario - dico-
no dalla direzione genera-
le - anche per mettere al si-
curoil personale che dinot-
te si deve muovere da un re-
parto all’altro e per dare
una maggiore sicurezza ai
pazienti e ai famigliari
che li assistono».
«Al Pronto soccorso se
abbiamo problemi, e acca-
de più volte nell’arco della
settimana,dobbiamo chia-
mare la polizia o i carabi-
nieri - sostiene il dott. Gio-
vanni Gugole aiuto del re-
parto - . Del resto, basta un
paziente un po’ esagitato e
qui ne arrivano parecchi.
Certo, c’è un vigilantes che
passa, ma di fatto se ci so-
no situazioni incresciose
chiamiamo subito la que-
stura e fortunatamente ar-
rivano, anche se avere un
agente in pianta stabile ci
servirebbe di più e soprat-
tutto ci farebbe lavorare in
maniera più tranquilla».
Sui furti qualche segna-
lazione arriva anche al-
l’Addima, l’Associazione
per i diritti del malato.
«Anchese ipazientisi devo-
no rendere conto che in
ospedale esistono regole
precise ed è sempre meglio
lasciare soldi oppure og-
getti di valore a casa», di-
ce la vicepresidente Ebe
Ferrari. A preoccuparsi
della questione sicurezza
al S. Bortolo c’è anche il
personale paramedico.
«Di notte succede spesso di
spostarsi da un reparto al-
l’altro e non sappiamo
mai chi incontriamo - con-
fessaun infermiere - e que-
sto non ci rassicura. Inol-
tre, che gli interrati del-
l’ospedale, soprattutto
d’inverno, vengano usati
come dormitorio ci preoc-
cupa parecchio.Anche per-
ché si tratta di immigrati,
barboni e senzatetto che
non potendo dormire all'
addiaccio sanno che in
ospedale possono sfuggire
alla sicurezza senza alcun
problema».
Di fatto ventiquattro
ore su ventiquattro rima-
ne aperta solo la guardio-
la all’interno del parcheg-
gio del S. Bortolo, poi c’è
sempreun persona allare-
ception, ma di fatto si pos-
sono superare i “blocchi”
senzagrossedifficoltà. Ba-
sta passare attraverso il
pronto soccorso dove in
media ogni notte transita-
no dalle sessanta alle set-
tanta persone, ed il gioco
è fatto. Una volta dentro
non resta che l’imbarazzo
della scelta, un posto al
caldo per dormire si trova
senza problemi: negli in-
terrati oppure in qualche
sgabuzzino.
La direzione generale
del S. Bortolo, comunque,
per far fronte alle conti-
nue proteste ha chiesto al-
la questura di aumentare
il personale in servizio al-
l’ospedale. «Ci rendiamo
conto di essere in pochi per
la mole di lavoro che ab-
biamo anche perché dob-
biamo ricoprire dodici ore
- conclude l’ispettore Ma-
nea - ma queste decisioni
non spettano a noi...».
Insomma, sotto il profi-
lo dellasicurezza l’ospeda-
le cittadino è un colabro-
do (come peraltro la mag-
gior parte dei nosocomi
in Italia), ora si sta muo-
vendo qualche passo con-
creto: il raddoppio delle
guardie giurate e un’uni-
tà cinofila. Basteranno?
Irisultatiraggiuntiall’internodeldocumento-sanitàsottoscrittonellapre-intesadel25novembre,orasonoallaprovadeifatti
Contrattoinfermieri,chedolori
Confederalisoddisfattidell’accordo,autonomipropriopernulla
Infermiera in un corridoio di reparto dell’ospedale San Bortolo
Sicurezza,unmalatograve
Troppifurti:raddoppiateleguardieearrivaun’unitàcinofila
Un’altraemergenza
all’ospedaleS.Bortolo
Barboniestranierispessodormononeisotterranei
Eladirezionedell’Ulss6chiederinforziallaquestura
Anche domani, come tutti i giovedì in oc-
casione del mercato, la Croce rossa di Vi-
cenza sarà presente dalle 9 alle 12.30 in
piazza Duomo con un ambulatorio mobi-
le, detto triage.
All’interno dell’ambulatorio volonta-
ri del soccorso e volontarie infermiere
misurano completamente gratuitamen-
te, a chiunque ne faccia richiesta: pres-
sione, glicemia, colesterolo, saturazione
(quantità di ossigeno nel sangue) e fre-
quenza cardiaca.
Il servizio viene offerto anche ogni se-
conda domenica del mese dalle 9 alle
12.30 e dalle 14.30 alle 18.
Più genericamente, si tratta comun-
que di un punto di riferimento medico, a
servizio delle tantissime persone che fre-
quentano il centro specie nel giorno di
mercato, in costante contatto con la cen-
trale operativa del 118 - Suem dell’ospe-
dale San Bortolo.
Ilservizio volontario di soccorso medi-
co è coordinato operativamente da Lu-
cianoGasparetto della Croce rossavicen-
tina.
LaCrocerossaneigiovedìdimercato
offreesamimediciinpiazzaDuomo
di Federico Ballardin
Durante la “caccia” nei bar in centro storico, alla ricer-
ca del nuovo protagonista della rubrica quotidiana, ci
imbattiamo in Roberto Salpiani, 32 anni, gestore di un
noto locale in viale Trieste.
Roberto è un “romano de Roma” (è pure romanista),
però da quattro anni abita a Vicenza con la moglie Ta-
tiana, punto di forza della squadra di pallavolo cittadi-
na.
L’intervista si svolge nella caffetteria Chicco d’Oro
in corso Fogazzaro.
- Perché Vicenza le piace tanto?
«Perché si vive benissimo: qui si sta da Dio. Roma è
una città bellissima ma quando ci torno, dopo due giorni
mi viene male: c’è troppa confusione».
- Ma anche a Vicenza c’è molto traffico e poi non
c’è nemmeno una vera tangenziale. Non è un pro-
blema questo?
«Quando sento parlare di tangenziali a Vicenza mi
viene da ridere. Quella di Torri di Quartesolo serviva
proprio? A Vicenza ci saranno 120 mila abitanti compre-
sa la periferia. Solo nel mio quartiere a Roma abitano
250 mila persone, e mica ci hanno fatto una tangenzia-
le…».
- Anche a Roma ci sono le rotatorie come a Vicen-
za?
«La sa una cosa? La prima volta che sono passato per
la rotatoria dell’Albera mi sono fermato a parlare col
‘pizzardone’ (il vigile) e gli ho chiesto chi era il ‘fenome-
no’ che aveva avuto quell’idea balorda. Adesso mi sono
proprio ricreduto».
- Domenica 25 probabilmente si fermerà il traffi-
co per via delle polveri sottili. Arrabbiato?
«Per nulla, da viale Trieste sono venuto fin qui a piedi.
Perché sottopormi allo stress della ricerca del parcheg-
gio?Se tutti facessero come me per i brevi tragitti, il traffi-
co ce lo scordiamo. E poi è tutta salute».
- Ha letto di quell’anziano che si è fatto un ‘giret-
to’ contromano in autostrada?
«Il poliziotto che l’ha fermato doveva ’daie foco’ alla
patente sotto il naso - commenta Roberto nella sua ‘lin-
gua’ -. Una volta mi è capitata una cosa simile andando a
Forlì: un pazzo stava facendo retromarcia sullo svincolo
della Padova-Bologna. Robe da matti».
- Due sudamericani senza permesso di soggiorno
hanno improvvisato un concerto di musica andina
in questura. Mica male vero?
«Hanno sbagliato canzoni, visto l’atteggiamento e la
situazione, era meglio sfoderare il repertorio romano:
‘ma che ce frega ma che ce importa…».
Roberto,romanoverace
«AVicenzasistabene
Eincentrovadoapiedi»
(f. p.) I rapporti fra la base mili-
tare Usa dellaEderle e il S.Bor-
tolo vanno sempre meglio gra-
zie al sapiente lavoro di regia
del colonnello medico Richard
Trotta,responsabile della sani-
tà Usa a Vicenza, e all’impe-
gno della dott. Angela Hei-
thaus, che, pur arrivata solo
da due mesi al “liaison servi-
ce”, è riuscita con la propria
competenza - e anche con una
sensibilità tutta femminile
che non guasta - a migliorare
legià buone relazioni fra medi-
ci americani e italiani, a van-
taggio dei militari degli States
e delle loro famiglie che devo-
no ricorrere ai servizi del-
l’ospedale berico.
Lo ha detto il direttore gene-
rale Antonio Alessandri che,
ieri pomeriggio, per cementa-
re la collaborazione, si è recato
a camp Ederle, dove, presenti
sia Trotta che la Heithaus, ha
consegnato una medaglia
d’onore, con lo stemma che
simboleggia il S. Bortolo, e
una bottiglia di spumante ita-
liano («è sano» ha assicurato)
che finalmente, dopo le “disav-
venture” dei mesi scorsi, è riu-
scitaa varcarele portedella ca-
serma, al comandante della Se-
taf Thomas R. Turner II. Ales-
sandri ha sottolineato gli
aspettisanitari e umani dique-
stacooperazione che - ha speci-
ficato - va avanti e promette di
dare risultati ancora più profi-
cui grazie, appunto, all’impul-
so dato dal col. Trotta, che ha
trovato ora nella dottoressa
Heithaus un’ottima spalla.
«Nel nostro ospedale - ha ag-
giunto il dg - ci sono eccellenze e
apparecchiature uniche in Eu-
ropa. Nelle prossime settimane
faremo visite mirate per vedere
cosa può offrire, sotto la sfera
sanitaria, Vicenza agli ameri-
cani. Cercheremo di rispondere
in modo adeguato - ha concluso
- a tutti i bisogni della comuni-
tà americana».
E, in una stanza che alle pa-
reti propone alcuni fra i mag-
giori protagonisti della storia
americana, a cominciare da
George Washington, il gen.
Turner, un ufficiale superme-
dagliato che vanta un notevole
curriculum culminato prima
del comandodella Setaf nell’in-
carico di vicerappresentante
militare degli Usa alla Nato,
ha anche lui evidenziato i posi-
tivi rapporti esistenti. «Good -
lo spartano ma convinto com-
mento -. Noi abbiamo bisogno
di un ospedale di riferimento e
lo abbiamo trovato nel S. Borto-
lo».
Poi da parte sua, la consegna
al dg Alessandri di una piccola
scultura che raffigura uno de-
gli “air borne”, un parà della
173ª brigata attualmente in
azione in Iraq.
Ulss-Ederle,ilpattosanitariosiconsolida
L’ingresso alla caserma Ederle da viale della Pace (Colorfoto artigiana)Il dg Alessandri
di Franco Pepe
Confederali soddisfatti e d'accordo. Autonomi molto di
meno, anzi per niente. Il nuovo contratto, prossimo al-
la firma, divide gli infermieri del S. Bortolo. Flavio Cri-
stofori, responsabile Cisl dell'ospedale per la funzione
pubblica, sottolinea i risultati raggiunti all'interno del
contratto-sanità sottoscritto con l'Aran nella pre-inte-
sa del 25 novembre. Ora è in atto la negoziazione azien-
dale decentrata nelle assemblee interne che dovranno
raccogliere le osservazioni e perfezionare gli accordi.
«C'è un aumento tabella-
re medio per tutti di 123
euro al mese e di 1.600 eu-
ro all'anno, con un incre-
mento percentuale del
5,66. In più abbiamo otte-
nuto nuovi incentivi sul
salario accessorio. L'in-
dennità notturna è cre-
sciuta da 2,32 a 2,74 euro e
l'indennità festiva da
15,49 a 17,82, con gli arre-
trati che scattano dal 1
gennaio del 2002. Ci sono
miglioramenti anche su-
gli straordinari, potremo
contrattare con l'azienda
l'aumento della produtti-
vitàe miglioralasituazio-
ne anche per quanto ri-
guarda i passaggi di cate-
goria. Non solo: ma si
prenderanno indennità
che prima non c'erano
per il Ser.T, per l'assisten-
za domiciliare. Questa
pre-intesaèil fruttodella-
voro svolto dai sindacati
confederali. No, gli auto-
nomi non fanno parte del
tavolo delle trattative».
Cristofori, che in que-
sti giorni ha condotto le
assembleesindacaliinter-
ne assieme a Giancarlo
Puggioni della Cgil e
Claudio Scambi dell'Uil,
insiste anche su un altro
aspetto: «Sì, siamo con-
tenti. C'è parecchia parte-
cipazione. Credevamo di
averperso un anno einve-
ce lo abbiamo recuperato
tutto sul piano economi-
co. È una vittoria sacro-
santa del sindacato e ci
siamoarrivatidopo4 scio-
perinazionalidelcompar-
to-sanità. È stata molto
dura. No, questi aumenti
il governo non voleva
sganciarli. Abbiamo co-
minciatoadiscutere afeb-
braio del 2002 e l'ultima
manifestazione l'abbia-
mo fatta il 19 novembre
del 2003».
Dalla parte opposta del-
la barricata Davide Bro-
desco segretario provin-
ciale del Nursind, gli in-
fermieri autonomi (600
iscritti in tutto il Vicenti-
no, 420 al S. Bortolo): «No,
non siamo contenti né sul
piano economico e né su
quello professionale. Per
gli stipendi non ci sono
aumenti importanti e le
indennità, sia festive che
notturne, vengono ritoc-
cate di poco, tenuto conto
che il nostro lavoro si
svolge soprattutto di not-
te. C'è necessità poi di fa-
re formazione continua,
ma di questo non si parla.
Siamo molto perplessi.
Non vengono riconosciu-
ti sforzi, disagi, esigenze
sociali. Per questo au-
mentano i part-time e le
fughe. L'unica soluzione
possibile è un'indennità
peculiare per l'infermie-
re che costituisca un pre-
mio specifico per la sua
professionalità e lo diver-
sifichi dalle altre figure.
Noi siamo rimasti fuori
dallapiattaforma contrat-
tuale ma vogliamo influi-
re nei contratti aziendali
e nella ripartizione dei
fondi».
AndreaGregori,delega-
to Nursind nella Rsu, rin-
cara la dose: «C'è una pro-
gressione verticale di tut-
te le figure per cui gli al-
tri si sono avvicinati mol-
to e questo porta all'ap-
piattimento secondo la lo-
gica dei grandi numeri».
«L'aumento non è mol-
to, ma questo contratto -
ribatte Gino Masenello,
infermiere della Cgil - è
in linea con gli obiettivi
dei sindacati confederali,
che hanno avuto il gran-
de merito di chiudere la
partita dopo 23 mesi di
trattativa. Spetta ora a
noi eliminare le piccole
sfasaturecon la contratta-
zione decentrata».
«Il Nursind - aggiunge
il cislino Cristofori -
avrebbe voluto un con-
tratto da dirigenti. Ma
con 1.800 infermieri su 3
mila dipendenti era un'
utopia».
«No - conferma, invece,
Gregori per il Nursind -.
Per differenziarci urge
un'indennitàprofessiona-
le specifica».
La firma finale del con-
tratto da parte della Cor-
te dei conti è prevista per
i primi di febbraio, men-
treaumentie arretratido-
vrebbero arrivare con la
busta-paga di marzo.