Teramo e il suo territorio: un viaggio di emozioni dal massiccio del Gran Sasso alla Costa Adriatica. La PaMa Marketing & Comunicazione di Teramo di Patrizia Manente è lieta di comunicare la realizzazione del nuovo progetto editoriale “GUIDA CULTURALE E TURISTICA 2021/22 .
https://www.lelcomunicazione.it/blog/guida-culturale-turistica-teramo-2021/
5. è ricco di terre fertilissime, che producono eccellenti
prodotti: olii, vini, formaggi, salumi di ogni genere. Un
posto a parte merita la ricchissima tradizione della
cucina che vanta piatti davvero prelibati.
Per concludere, un grazie a tutti gli inserzionisti
che, nonostante il difficile momento, hanno contribui-
to con il loro preziosissimo sostegno, permetten-
do la realizzazione del progetto con sensibilità e
lungimiranza. E un invito a tutti coloro che sfo-
glieranno la guida: osservatela con il cuore, pri-
ma ancora che con gli occhi. Tanta bellezza, che
è attorno a voi, vi appartiene. È anche vostra.
Uno strumento al servizio
degli amici turisti
D
a sempre ho sentito un profondo attaccamen-
to alla mia terra e alle bellezze paesaggistiche
che offre. La mia città, Teramo, senza essere
una grande metropoli, ha però una posizione davvero
invidiabile. Pochi chilometri dal mare e in poco tempo
si arriva in montagna. Senza dire che è circondata da
bellissime colline. Siamo in una posizione strategica.
Cosa si può volere di più? Ricordo che mio padre Ma-
rio era solito dire con orgoglio: “Tereme sta mezz’
nà pizze de furmaggie” (Teramo si trova in mez-
zo a una pizza di formaggio). Aveva perfettamente
ragione. Dunque, la passione e l’amore che ho nei
confronti del mio territorio l’ho ereditata da mio pa-
dre. Non a caso da anni sono sostenitrice del FAI
per la difesa e valorizzazione del nostro patrimonio
artistico e ambientale. Questa Guida, perciò, vuole
essere una illustrazione di ciò che abbiamo e soprat-
tutto uno strumento per i tanti turisti che arrivano.
Alla scoperta dei tanti e bellissimi luoghi da vedere
e ammirare. Senza dire, inoltre, delle tradizioni eno-
gastronomiche locali.Visto che il territorio teramano
La Guida
Patrizia Manente
3
6. e del ferro. I Pretuziani, popolazione di origine
sabina, dalla quale il nome “Abruzzo”, sarebbero
stati i fondatori di Interamnes. Conquistata dai Ro-
mani, fu chiamata Teramne, divenendo un munici-
pio; con l’arrivo di popolazioni dalle regioni vicine
fu trasformata in colonia. Più volte distrutta nel pe-
riodo delle invasioni barbariche, nelVI secolo mutò
il nome da Pretutium in Aprutium. Nel XII
secolo si trasformò in Teramum. Annessa al Duca-
to longobardo di Spoleto, nel 1078 fu conquistata
dai Normanni; in seguito passò al Ducato di
Puglia. Distrutta dalle truppe di Roberto di
Loretello tra il 1155 ed il 1156, fu ricostruita dal
vescovo locale Guido II con la nuova cattedrale
di stile gotico-romanico con abside.Tra il 1438 ed
il 1443 feudo di Francesco Sforza che redis-
se gli Statuti Teramani, più tardi al regno di Napoli.
S
u uno sperone argilloso-calcareo sopraeleva-
to, alla confluenza del torrente Vezzola con
il fiume Tordino, sorge Teramo (l’antica
Interamnes Urbs, città tra i due fiumi, trascrit-
ta Interamnia), capoluogo della provincia aprutina
di circa 60 mila abitanti. Abitata fin dalla preisto-
ria come testimoniato dagli scavi archeologici nel
quartiere della Cona (resti di un villaggio neolitico);
i primi insediamenti risalirebbero all’età del bronzo
Teramo
Città fra antico
e moderno
Particolari interni Cattedrale Santa Maria Assunta e San Berardo
7. Nel 1798 fu occupata dai francesi che proclama-
rono la repubblica; nel 1814 si ribellò a Gioac-
chino Murat, ritornando al re Ferdinando I
di Borbone. Il 15 ottobre 1860 accolse trionfal-
mente Vittorio Emanuele II che si recava a
Giulianova. È diocesi con Atri e sede universitaria.
5
Cattedrale Santa Maria Assunta e San Berardo
8. In ottima posizione, a metà strada tra il Gran Sasso
d’Italia e l’Adriatico. Tra i personaggi illustri: An-
tonio Zaccaria (XVI sec.), musicista; Giusep-
pe Bonolis (1800-1851), pittore; Vincenzo
Cerulli (1859-1927), astronomo; Melchiorre
De Filippis Delfico (1825-1895), caricaturi-
sta; Melchiorre Delfico, storico, letterato, pe-
dagogista, fondatore della Carboneria teramana;
Gennaro Della Monica (1836-1917), pittore;
Carlo Forti (1766-1845), ingegnere; Giannina
Milli (1825-1888), poetessa; Ivan Graziani,
cantautore; Berardo Taraschi, costruttore di
auto da corsa.
monumenti
N
umerosi i monumenti ed i palazzi antichi.
Tra le chiese: la romanico-gotica Catte-
drale di S. Maria Assunta e S. Be-
rardo (vescovo e patrono di Teramo e diocesi),
iniziata nel 1158, ingrandita tra il 1317 ed il 1335
(Polittico di Jacobello del Fiore del XV sec., cam-
panile di Antonio da Lodi del 1493, Paliotto
di Nicola da Guardiagrele del XV secolo, Crocifisso
ligneo tre-quattrocentesco, statua di S. Maria Apru-
tina del XIV secolo e tele di Sebastiano Majewsky
in sacrestia). S. Anna (S. Getulio), unico resto
dell’antica cattedrale (affreschi dei secoli XII, XIV e
XV, statua in cartapesta leccese della titolare, simu-
lacro di S. Vito, una Madonna del Latte tra le SS.
Apollonia e Lucia dipinta nell’abside). S. Antonio
(S. Francesco), eretta nel 1227, trasformata in
epoca barocca e annessa un tempo ad un conven-
to francescano, ospita opere settecentesche diVin-
cenzo Baldati, una tela della Madonna del Soccorso
(proveniente dall’omonima chiesa sconsacrata) di
Gennaro Della Monica ed un organo restaurato
(1862) di Vitale De Luca di Notaresco. La cappella
6
Fontana di “Picette”
9. 7
del santo titolare, posta dietro l’altare maggiore, è
in stile barocco con abside, affreschi, tele e cupola
(Gloria di S. Antonio). La Chiesetta di S. Ca-
terina (privata) è meta di devozione durante il
triduo dedicato alla santa (23-25 novembre): i fe-
deli si recano a girare la ruota dentata della titolare
(simbolo del suo martirio) per trarne fortuna per
l’annata o per trovare un coniuge. La Cappella
di S. Luca esistente già nel 1372. Il Santuario
della Madonna delle Grazie, dedicato alla
compatrona, accorpato ad un convento francesca-
no, con artistica statua lignea della Vergine con il
Bambino di Silvestro de L’Aquila (XV
sec.), urna del B. Battista da Firenze, chiostro rina-
scimentale, diverse opere d’arte in chiesa e nell’in-
tero complesso e cupola affrescata da Cesare Ma-
riani. La Chiesa della Madonna del
Carmine ospita una statua in stucco dellaVergine
attribuita alla scuola ascolana di Lazzaro Giosafatti,
un coro ligneo del 1780, un organo del 1850 dell’a-
scolano Frate Felice Morganti, pregevoli tele dei
sec. XVII-XVIII) ed un Crocifisso ligneo. E ancora: la
piccola S. Bartolomeo (S. Gabriele) nei
pressi dell’Anfiteatro. La barocca SS. Annun-
ziata (sede dell’Adorazione Eucaristica quotidia-
na) è un vero scrigno di tesori; la facciata è ispirata
alla romana S. Pantaleo.Al suo interno si segnalano:
l’altare maggiore barocco dorato (già nella Cappel-
la del Suffragio), un Crocifisso ligneo (XV- XVI sec.)
simile a quelli del Duomo e del Carmine, una ma-
iolica castellana (Madonna con il Bambino e Anime
Purganti) datata 1699 posta all’ingresso della sacre-
Stazione ferroviaria
10. 8
stia e le cappelle Palma e di S. Rita. Questo luogo di
culto è caro ai teramani perché custodisce le pre-
gevoli statue del Cristo Morto e dell’Addolorata
portate in processione nel pomeriggio del Venerdì
Santo. La Chiesa dello Spirito Santo, esi-
stente già nel 1277, con portale degli ascolani Gio-
safatti; era un tempo annessa ad un ospedale e ad
una confraternita gemellata con quella di S. Spirito
in Sassia di Roma, che provvedeva alla sepoltura
dei carcerati e dei condannati a morte. L’unica
grande chiesa gotica è S. Domenico, annessa ad
un ex convento domenicano, in parte adibito ad
Archivio di Stato. Eretta nel XIV secolo, custodisce
interessanti affreschi di varie epoche, la cappella del
S. Rosario con stucchi settecenteschi del ticinese
Michele Clerici e piccolo chiostro. La Chiesa di
S. Agostino, esistente dal 1362 (già S. Giacomo),
un tempo adiacente ad un convento agostiniano
(ora Archivio di Stato). La Chiesa dei Cap-
puccini (S. Benedetto), preceduta da scalina-
Borgo medioevale - Castello della Monica
11. 9
ta, anteriore al Mille e trasformata nel 1573, con-
serva un altare maggiore ligneo di Fra’ Giovanni
Palombieri e pregevoli tele. Inoltre le chiese: del
Sacro Cuore; del Cuore Immacolato di
Maria; di S. Berardo; della Madonna della
Cona e della Madonna di Cartecchio del
1512, presso il cimitero, con statua seicentesca del-
la Vergine. Edifici civili: Palazzo Municipale;
Palazzo Vescovile (metà del XIV sec.); Casa
Urbani; Casa Francese; Casa Muzi (Pa-
Statua S.Anna Statua S.Vito
Antica Cattedrale S.Anna
12. 10
lazzo Castelli); Casa Corradi (Capuani);
Casa Coltellacci; Casa Zaccagnini; Casa
di Via Getulio; Casa Di Egidio; Casa Fioc-
co, Casa Napolitani. Del periodo rinascimen-
tale: Casa Delfico; Casa Cingoli, Casa For-
ti. Seicenteschi: l’ex Ospedale Psichiatrico
(con la cappella di S. Antonio Abate); Pa-
lazzo Delfico (Biblioteca Provinciale); Casa
Caraciotti, Casa Palma. Del periodo liberty
e del XIX secolo: Villa Blandina e il suggestivo
falso borgo medioevale attorno al Castello
Della Monica. Ancora: il bel Parco Fluviale
che circonda la città; la Stazione Ferroviaria,
inaugurata nel 1883; la medioevale Fonte della
La Chiesa barocca S.S.Annunziata
13. 11
Noce; Porta Melatina; Palazzo Savini. An-
che: il Chiostro di S. Giovanni (Istituto Musi-
cale “G. Braga”); la Fontana dei Leoni; Pa-
lazzo Pompetti; Casa Catenacci (XIV sec.);
la statua romana di “Sor Paolo” (“Gnore
Paule” in dialetto, sorta di Pasquino teramano che
in passato era utilizzato per proteste contro i go-
vernanti ed il malcostume); Casa del Mutilato
(ex chiesa della Madonna della Misericordia), del
1348; Casina del Dazio; Villa Comunale.
Inoltre: l’Anfiteatro Romano; il Teatro Ro-
mano; la “Domus del Leone”. I siti arche-
ologici di Torre Bruciata e della Madonna
delle Grazie; la Domus di Vico delle Nin-
Chiesa San Luca
Tela raffigurante S. Luca che dipinge la Vergine
Fonte della Noce
Villa Comunale
14. 12
fe; la Necropoli di Ponte Messato. Il Mu-
seo Civico Archeologico “Francesco Sa-
vini”;il Museo Civico e Pinacoteca Civica;
il Museo delle Tradizioni Popolari (con-
trada Villa Pavone); l’Osservatorio Astrono-
mico di Collurania “Vincenzo Cerulli”. In
Via Porta Carrese sono stati rinvenuti numerosi
intonaci dipinti appartenenti forse a due abita-
zioni di epoca romana. Nella vicina Via dei
Mille, sotto un’abitazione privata, sono stati ripor-
tati alla luce resti di una domus romana (I sec.
a. C.); tra questi, un mosaico con il volto di Bacco
incoronato da pampini. Alla fine del Viale dei
Tigli (Giardini Carino Gambacorta) il
Monumento ai Caduti di tutte le guerre
(1960-1968), opera bronzea di Venanzio Cro-
cetti, con al centro la statua del Giovane Cavaliere
della Pace. La piccola Chiesa di S. Giuseppe
(XVI-XVII sec.), oggi in stato di abbandono, custo-
disce un altare ligneo barocco del teramano Do-
menico Aviotto, abbellito da tele seicentesche del
polacco Sebastiano Majewsky (quella centrale del
1630), rappresentanti Scene della Vita del santo ti-
tolare. Nel quartiere Gammarana, presso l’area ex
Gavini, l’interessante Parco della Scienza;
comprende il Museo della Fisica e dell’A-
strofisica “Galileum”, gestito dall’Istituto Na-
zionale di Fisica Nucleare e dall’Istituto Nazionale
di Astrofisica, la Ludoteca Tecnico-scienti-
fica e un Auditorium di 600 posti a sedere.
Nel museo sono esposte opere dell’artista terama-
no Italo Rodomonti; possibilità di percorsi guidati
Interno Chiesa di Santo Spirito
15. 13
Casa del Mutilato
per bambini e ragazzi alla scoperta della scienza e
dei misteri dell’universo. Casa Bonolis (più volte
rimaneggiata) è nota per aver dato i natali al pitto-
re locale Giuseppe Bonolis. Il Convitto Nazio-
nale “Melchiorre Delfico” e il Liceo Clas-
sico sono le più antiche istituzioni scolastiche
della città (in precedenza costituivano il Real Colle-
gio); l’edificio mostra ancora una certa imponenza,
dominando l’antistante Piazza Dante. Sulla parete
di una vecchia abitazione del quartiere di Porta
Romana posta nei pressi della Piazzetta del Sole, si
trova una nicchia (poco conosciuta) votiva. Ospita
una piccola tempera ottocentesca raffigurante S.
Emidio, l’unica immagine del santo esistente in città.
16. 14
Chiesa Madonna del Carmine
Emidio, primo vescovo, martire e patrono della vi-
cina Ascoli Piceno, è invocato dal 1703 (anno di un
terribile sisma che distrusse L’Aquila e sconvolse
gran parte dell’Italia centrale) come protettore
Portici Savini
universale contro i terremoti. La devozione è mol-
to diffusa in diverse parti del mondo. In passato in
agosto, nella ricorrenza del santo (il 5 del mese),
era celebrato con particolare culto dalla famiglia
17. 15
15
Chiostro Santuario Madonna delle Grazie
Affresco di C. Mariani
(Santuario Madonna delle Grazie)
che lo aveva apposto.La Casa dei Melatino (XIII
sec.), dal nome dell’antica famiglia locale, è oggi sede
della Fondazione Cassa di Risparmio diTeramo (Ter-
cas). L’interno (visitabile a richiesta), custodisce testi-
monianze del suo glorioso passato medioevale con
ricche e preziose collezioni di maioliche di Castelli,
frutto di donazioni. I Melatino sono famosi per la
cosiddetta Lapide delle “male lingue” (bassorilievo
del XV secolo); raffigura due volti di profilo che si
fronteggiano con le lingue trapassate da un grande
compasso.Al di sopra, il motto della famiglia: “A lo
parlare agi mesura” (Misura le parole). Fa rife-
rimento ad un episodio relativo ai nemici del casato
e serve come monito per chiunque.
Santuario Madonna delle Grazie
18. Magia della
Tavola
di Patrizia Manente
Fra piatti rinomati
e specialità teramane
T
utta da scoprire la cucina tradizionale diTe-
ramo, giustamente considerata la “Capi-
tale della gastronomia abruzzese”
per la varietà e ricchezza dell’offerta.A tavola im-
barazzo della scelta.Vale la pena visitare gli innume-
revoli e caratteristici locali lungo il litorale e non
solo. Basta percorrere poche decine di chilometri
per trovarsi alle prese con un fumante e gustoso
risotto alla marinara o con il piatto classico e fa-
moso dei “maccheroni alla chitarra”. Piat-
to-emblema della cucina teramana di una volta
(apprezzatissimo persino dal re Faruk d’Egitto negli
anni del suo esilio in Italia), che sempre attira e
seduce i palati più esigenti.Tra le classiche specia-
lità locali, non vanno dimenticati gli altri appetitosi
primi, che rendono varia e attraente la mensa dei
teramani.Dai cannelloni al timballo di scrip-
pelle, ai ravioli dolci di ricotta e alle ceppe.
Da “li maccarun a la mulènare” alle rino-
mate “virtù” (piatto forte del primo maggio).Per
non dire delle famose e delicate “scrippelle in
brodo”, come delle più robuste pappardelle
al sugo di papera. Né sono da meno i secondi
piatti. Fra i più gettonati dai buongustai: la peco-
ra alla callara, il coniglio alla cacciatora, le
mazzarelle, i peperoni ripieni, la ‘ndocca
‘ndocca, il baccalà, la squisita porchetta, gli
arrosticini, il tacchino alla canzanese, la
galantina, il formaggio fritto. Senza, natu-
ralmente, dimenticare i dolci con la pizza dolce
tradizionale,i bocconotti,i calgionetti,le sfo-
gliatelle, i pepatelli (tipiche specialità natalizie
per eccellenza).Capitolo a parte,la croccante di
mandorle. Maestosa e ricca l’offerta generosa di
salumi d’ogni genere con salsicce, ventricina,
lonze e cotechini.
Ma in una dispensa ben fornita non possono
mancare formaggi e pecorini dei monti
abruzzesi, i pregiatissimi vini delle
colline teramane, olio extravergine
di oliva, miele millefiori, d’acacia,
castagno e via degustando.
19. 17
Il Polpettone
Pappardelle
al sugo di
Papera
Q
uesti piatti sono stati realizzati
da mia madre Adele Di Franco,
esperta della cucina teramana.
20. Alba Adriatica
Spiaggia d’argento
C
ittadina moderna e dinamica, è una delle
località adriatiche della costa teramana co-
nosciuta come “le Sette Sorelle”, in
riferimento ad un’antica leggenda popolare. Per la
bellezza dell’ampio litorale sabbioso di 4 km, è sta-
ta definita “Spiaggia d’Argento”. È attraversata dal
CorridoioVerde Adriatico, pista ciclabile di circa 20
km che congiunge Porto d’Ascoli con Roseto degli
Abruzzi. Dal 2003 più volte Bandiera Blu d’Euro-
pa, ospita spesso importanti eventi culturali. Il 14
luglio 2006 ha festeggiato il suo primo cinquante-
nario come comune autonomo. Molto praticata la
pesca costiera. Il toponimo significherebbe “altura”
o “bianco” (comune radice indoeuropea). Diversi
ritrovamenti archeologici neolitici nel territorio
circostante. Agli inizi del XX secolo sorsero le pri-
me dimore signorili: le ville, Gialluca, Tonelli,
Ranalli, Ricci e Crescenzi. Tra il 1920 ed il
1930 furono inaugurati i viali della Vittoria e Mar-
gherita. Con Regio Decreto del 25 ottobre 1919 fu
nominato primo parroco della nascente cittadina
Don Giuseppe Moretti. La nuova chiesa fu eretta
negli anniTrenta e nel 1937 fu resa autonoma dalla
“Marina”. Con Decreto Ministeriale del 30 aprile
1930 la sede comunale fu trasferita a Tortoreto
Stazione. Con Decreto del Prefetto di Teramo del
30 agosto 1946, Giovanni Ranzati venne nominato
Commissario Prefettizio. Il 29 maggio 1956 la fra-
zione divenne autonoma e prese il nome di Alba
Adriatica, ufficializzato con Decreto del Presidente
della Repubblica. È gemellata con Miranda (Isernia).
Personalità: lo chef Aldo Zilli e il motociclista
Ivan Palazzese (1962-1989).
monumenti
D
a visitare: la Rotonda Nilo, piccola piaz-
za nelle vicinanze del Parco Giochi di
Bambinopoli. In contrada Basciani la
Chiesetta di S. Vincenzo Ferreri, fatta co-
struire dai Guidobaldi di Nereto. La semplice fac-
ciata presenta timpano, lunetta e campanile a vela.
Torrione di Carlo V
18
21. Il portale è affiancato da due piccole finestre. La
località è detta “Casasanta” (in dialetto Casò) per-
ché si ritiene che qui abbia sostato la S. Casa prima
di giungere a Loreto. Il Lungomare Marconi,
di circa 2,5 km, ricco di palme e pioppi, è luogo di
svago e passeggiate. Un ponte di legno sulla
foce del Vibrata collega Alba alla vicina Villa Rosa
di Martinsicuro. Inoltre: il Palazzo Comunale
degli anni Venti, sito in Piazza IV Novembre dove
sorgono il Monumento ai Caduti della
Grande Guerra e la Chiesa parrocchia-
le della patrona S. Eufemia. A Villa Fiore la
Chiesa di S. Maria. La Chiesa dell’Imma-
colata, in contrada Basciani, conserva un bell’or-
gano di 2.600 canne della ditta Bevilacqua di Torre
de’ Nolfi. Ed ancora: Villa Ranalli (detta “la
Favorita”); Villa Gianluca Palma; Villa
Chiarugi; Villa Zannoni; Villa Moscarini e
la massiccia Torre del Vibrata (1547). Villa
Flaiani, circondata da un parco, ospita la Bibliote-
ca Comunale ed è diventata centro culturale po-
livalente di primo piano. In contrada Basciani, Via
del Vecchio Forte, così nominata perché forse
conduceva alla fortezza di Civitella del Tronto.
19
22. Atri
Scrigno di tesori e
Città Ducale
20
S
i sviluppa su tre colli affacciati sul mare e sui “ca-
lanchi” (“scremoni”, in dialetto): intere colline
erose da fenomeni millenari, come una serie di
picchi e balzi digradanti verso la vallata sottostante.
Alcuni storici fanno derivare Hatria dall’imperatore
Adriano. Atri contende con Adria l’aver dato il nome
all’Adriatico. Nel XII secolo fu feudo principale della
Contea d’Apruzio. Nel 1251 ottenne da papa Inno-
cenzo IV l’istituzione dell’antica diocesi di Atri-Penne e
l’autonomia comunale.
monumenti
L
a Riserva Naturale dei “Calanchi”; l’inte-
ressante complesso della romanica Cattedrale
di S. Maria Assunta (affreschi quattrocente-
schi di Andrea De Litio nel coro, una delle poche ope-
re rinascimentali tra le più note di tutto l’Abruzzo) con
annessi Museo Capitolare,campanile di Antonio da
Lodi, chiostro e la Vasca Limaria (affreschi del XV
sec.). La Chiesa di S. Reparata; il Teatro Co-
munale con annesso Archivio-Museo “Anto-
nio Di Jorio”; S. Agostino (Madonna delle Grazie
e santi di Andrea De Litio). Palazzo Illuminati; S.
Francesco;la rinascimentale Casa Paolini.Palaz-
zo Vecchioni; la piccola Chiesa neo-romanica
di S. Liberatore (Cappella dei Caduti); il Pa-
lazzo dei Duchi d’Acquaviva. La Chiesa di S.
Nicola (affresco Madonna di Loreto tra i SS. Rocco e
Sebastiano di Andrea De Litio); S. Spirito (Santuario
di S. Rita); la Rocca d’Atri (resti dei bastioni). Il Bel-
vedere con sculture contemporanee; il Complesso
Conventuale di S. Chiara (con annesso convento
delle Clarisse) iniziato nel 1260;il portale trecente-
sco di S. Andrea. Il duecentesco ex Convento
Domenicano con la Chiesa di S. Domenico
(S. Giovanni Battista); Porta S. Domenico; i resti
di un teatro romano (Via Cicada); la Cappella
della SS. Trinità (S. Rocco). Inoltre: il Museo Ar-
Teatro Comunale
Affreschi e Chiostro Cattedrale di Santa Maria Assunta
23. 21
Affreschi Cattedrale di Santa Maria Assunta
cheologico Civico Capitolare “De Galatiis-
De Albentiis-Tascini”. Il Museo Civico Et-
nografico; le “Grotte” (“li muri”), vani utilizzati per
conservare le acque filtranti;la Fonte Canale;antiche
Fontane Archeologiche; la Chiesa della Ma-
donna delle Grazie; il Museo Didattico degli
Strumenti Musicali Medioevali e Rinasci-
mentali; il Parco Comunale (su un precedente
convento dei Cappuccini).
24. C
himble, in dialetto. Insediamenti piceni a
Campovalano: tombe circolari a cappuccina.
Nel 1300 Nocella e Castelnuovo costituirono
un unico centro. Nel XV secolo nacque il convento
di S. Bernardino, eretto da S. Giovanni da Capestrano.
Nel 1538 fu data in dote da CarloV di Spagna alla fi-
glia Margherita d’Austria sposa di Ottavio Farnese.Nel
1600 con bolla di papa ClementeVIII, ricevette il titolo
di “Città”, diventando sede diocesana unita ad Orto-
na, soppressa nel 1818. Nel 1776 con bolla di papa
Clemente XIV ebbe il privilegio della Scala Santa.
Nota è la gustosa porchetta locale. Tra i personaggi
illustri: Giacomo da Campli (1420-1492), pittore;
Giovanni Battista Boncori (1643-1699), pitto-
re; Nicola da Campli (XVI sec.), scultore; Nico-
la Palma (1777-1840), canonico e storico; Primo
Riccitelli (1875-1941), musicista e compositore.
Campli
Città dei Farnese e della
Scala Santa
22
Scala Santa
25. monumenti
C
ase Porticate; Palazzo Farnese;
Collegiata di S. Maria in Platea (af-
freschi di stile giottesco nella cripta e soffitto
ligneo settecentesco con Storie del patrono S. Pan-
crazio); Porta Angioina (XIV sec.); S. Giovan-
ni Battista a Castelnuovo (tele del ravennate
Giovan Battista Ragazzini ed affreschi del XV sec. di
Giacomo da Campli). Convento celestino di S.
Onofrio (affreschi quattrocenteschi nel refettorio);
Madonna della Misericordia; S. Francesco
con affreschi trecenteschi; Casa dello Spezia-
le (XVI sec.) e Casa del Medico. Convento
francescano di S. Bernardino (affreschi sei-
centeschi del polacco Sebastiano Majewsky); San-
tuario della Scala Santa (XVIII sec.) con 28
gradini in legno da salire inginocchiati; Museo Ar-
cheologico Nazionale d’Abruzzo. Cappel-
la della Madonna delle Piane (affresco della
Madonna col Bambino di Giacomo da Campli); S.
Pietro e Necropoli picena a Campovalano. A
Nocella, Torre dei Melatino e Chiesa dei SS.
Mariano e Giacomo; Santuario della SS.
Trinità a Morge; Convento dei Cappuccini
(S. Giacomo) aTrinità.
23
Chiesa e particolari di San Pietro Apostolo a Campovalano
Cripta della Collegiata S. Maria in Platea
26. 24
Castel
Castagna
Castrum Castanee
monumenti
I
l paese offre incantevoli panorami sull’Appennino
e sulle colline circostanti; il centro storico conserva
ancora l’aspetto di piccolo borgo anticamente difeso
da mura. Da visitare: i numerosi edifici in pietra (di
epoche diverse); il suggestivo belvedere; la chiesa
parrocchiale del patrono S. Pietro Martire (porta-
le in pietra scolpita con lunetta). Nell’omonima frazio-
ne: uno dei gioielli dell’architettura romanica abruzzese
l’Abbazia di S. Maria di Ronzano (XII sec.). La
chiesa era un tempo annessa ad uno scomparso ceno-
bio benedettino. L’edificio mostra chiari influssi d’arte
pugliese; l’interno, a tre navate, conserva interessanti
affreschi duecenteschi (Nuovo e Vecchio Testa-
mento), una stauroteca (reliquiario della S. Cro-
ce) del XIII secolo e una bella statua lignea policroma
della Vergine. Si segnalano anche: l’antico borgo di
Villa Salsa, con chiesa di S. Rocco e i ruderi del
vecchio mulino;la chiesa rurale di S. Vincenzo,in
contrada Villa Ruzzi, e il cosiddetto “quercione”,
quercia ultracentenaria, in contrada Carnevali. In fra-
zione Ronzano: la chiesa di S. Maria degli Angeli
(statua lignea della Vergine e portale con mosaico).
P
osta nel versante meridionale della vallata del
Vomano (Valle Siciliana), in vista del massiccio
del Gran Sasso, è circondata da campi coltivati
e vigneti. Testimonianze antiche risalgono alla prei-
storia, l’aspetto attuale è medioevale. Nel XII secolo
era nota come Castellum Castanee (in seguito
Castrum Castanee); nel 1100 era feudo dei fra-
telli Trasmondo e Berardo. Passò poi, nel 1270
a Berterajmo de Pugecto, divenendo successi-
vamente possesso dei Pagliara, degli Orsini e dei
Mendoza. Nel XIX secolo fu spesso saccheggiata dai
briganti locali.
Abbazia S. Maria di Ronzano
28. “C
ittà della ceramica”(li Castìlle,in dialet-
to), uno dei “Borghi più belli d’Ita-
lia”. Famosi i maestri ceramisti che servi-
rono le più importanti famiglie principesche romane
e i sovrani del Regno di Napoli. I monaci benedet-
tini della vicina abbazia di S. Salvatore insegnarono
i rudimenti dell’arte ceramica agli abitanti, favoriti
dalla ricchezza di acqua e di argilla. Nel Medioevo
appartenne ai conti di Pagliara. Feudo del marche-
se Ferrante Mendoza y Alarçon. Tra le personalità:
Silvio Antoniano (XVI sec.), cardinale, poeta, filosofo
e letterato, precettore di S. Carlo Borromeo; Feli-
ce Barnabei (1842-1922), archeologo e fondatore
dei musei romani delle Terme di Diocleziano e di
Villa Giulia; Fedele Cappelletti (XVII sec.), ceramista;
Gesualdo Fuina (1755-1822), ceramista; Carmine
Gentile (XVII sec.), ceramista; Carlantonio Grue
(1655-1723), ceramista; Francesco Saverio Grue
(1686-1746), ceramista; Concezio Rosa (XIX sec.),
archeologo e autore di una monografia sull’arte ce-
ramica castellana; Francescantonio Grue (XVII-XVIII
sec.), ceramista; Orazio Pompei, ceramista.
Castelli
Patria dei ceramisti
Interni Parrocchiale di San Giovanni Battista
26
29. monumenti
I
l Museo delle Ceramiche, nell’ex Conven-
to Francescano di S. Maria di Costan-
tinopoli (chiostro, affreschi di autore ignoto e
pozzo; antiche maioliche dei Grue, Pompei, Fuina
ed altri). Resti dell’Abbazia benedettina di
S. Salvatore; Istituto Statale d’Arte “F.
A. Grue”; raccolta internazionale di Ce-
ramica d’Arte moderna; Presepe Monu-
mentale in ceramica (1965-1975). Parroc-
chiale di S. Giovanni Battista con portale
seicentesco e resti dell’ambone della badia di S. Sal-
vatore; all’interno: statua lignea di S. Anna con Maria
Bambina (XIII sec.), pala maiolicata di Francescan-
tonio Grue (1647) e croce processionale argentea
di scuola sulmonese. “Cona” della Madonna
delle Lacrime (1541) con affresco miracoloso
dellaVergine, di Andrea De Litio. Casa Natale di
Orazio Pompei e Palazzo Antoniano, Nei
dintorni: “Cona” di S. Donato detta“Cappel-
la Sistina della Maiolica italiana”: soffitto
ligneo con 780 mattoni in ceramica (1615-1617).
27
30. C
onosciuta per la Fortezza, ultimo ba-
luardo borbonico prima dell’Unità d’Ita-
lia, sorge all’interno del Parco Nazionale del
Gran Sasso e dei Monti della Laga. Il nome deriva
dal toponimo “Civita” (località di origini
arcaiche); ritrovamenti dalla preistoria al periodo
longobardo, nelle Gole del Salinello. I Lon-
gobardi la annessero al Ducato di Spoleto.
Citata per la prima volta in un antico documento
medioevale del 1001 come “Tibidella”, borgo
incastellato. Nel 1231 fu inclusa nel “Manda-
tum de Riparacione Castrorum Impe-
rialum”, riguardante i castelli di nomina imperiale.
monumenti
P
asseggiando attraverso le strette e tortuose
“viuzze” del medioevale e rinascimentale cen-
tro storico, si scoprono numerosi tesori nasco-
sti: Porta S. Antonio, Porta Napoli (XIII
sec.), Porta delle Vigne, e resti delle mura
angioine. La Collegiata di S. Lorenzo (antico
protettore del paese), di origini duecentesche e un
tempo posta fuori le mura, fu trasformata in stile
barocco nel 1777. Proseguendo lungo Via Roma si
incontra Palazzo Ronchi, di origini cinquecen-
tesche, con portale a bugnato di gusto ascolano. La
Chiesa di S. Francesco (inizialmente dedica-
ta a S. Ludovico IX di Francia) fu edificata con l’ex
convento francescano (ora Municipio) tra il XIII e
XIV secolo, da Fra’ Guglielmo De Savola da Civitel-
la. Il Palazzo del Governatore (XIV-XV sec.),
Palazzo Ferretti (in passato sede municipale)
presenta finestre con cornici in pietra con paraste
scanalate; nell’atrio, un pozzo ottagonale.A poca di-
stanza, la piccola Chiesa di S. Maria degli An-
geli,detta anche “della Scopa o delle Laudi”
(XV-XVI sec.), con origini duecentesche. Palazzo
Scesi, con portale in travertino, il settecentesco
Palazzo Procaccini-Savi e Palazzo Gra-
ziani (fine XVI sec.). Nei pressi, la piccola Fonta-
na di “S. Maria Parvula”. Numerosi i portali
rinascimentali e medioevali. La Fortezza (1564-
1576), costruita durante il dominio spagnolo in for-
ma ellittica, domina l’intera cittadina. Il percorso si
snoda attraverso tre camminamenti coperti, grandi
piazze d’armi, cisterne, camminamenti di ronda, resti
del Palazzo del Governatore, la cappella
di S. Giacomo e gli alloggi dei soldati. Al suo in-
terno merita una visita il Museo storico delle
Armi e Mappe Antiche. In Corso Mazzini il
“Nact”, Nina Museo delle Arti Creative
Tessili. Tra i vicoli del centro, la Ruetta, la via
più stretta d’Italia. Fuori le mura: la Fontana degli
Amanti (1863), lungo la circonvallazione panora-
mica. Il Santuario della Madonna dei Lumi
con annesso convento francescano (1466) è così
denominato per le varie apparizioni di fiammelle
misteriose nel XVII secolo attorno al complesso. A
poca distanza da Civitella, l’Abbazia di S. Maria
di Montesanto. Meritano una visita: la Riser-
va Naturale delle Gole del Salinello con
grotte ed eremi (S. Angelo a Ripe, S. Maria
delle Scalelle, S. Marco e Salomone).
Civitella
del Tronto
Dove abita
la storia
28
Chiostro e affresco del Santuario S. Maria dei Lumi
33. S
orse nell’VIII secolo dopo la distruzione nel 739
da parte dei Longobardi di una cittadina edifica-
ta sui resti dell’antica Truentum. Sono stati rinve-
nuti reperti risalenti al neolitico e al periodo romano
(cisterne). Il nome forse deriverebbe dalla baronia di
Guillelmus Colonnellus (Guglielmo Colonnello).
vinibiagi.com
@vinibiagi
monumenti
S
i accede alla parte alta dell’abitato attraverso una
lunga e panoramica scalinata (inizio XX sec.),al cui
fianco si trovano una fontana e un antico lavatoio.
Conserva ancora la forma dell’incastellamento medioe-
vale dominato dallaTorre dell’orologio. La parrocchiale
dei SS. Cipriano e Giustina, costruita in laterizio
tra il 1795 e il 1815, custodisce: statue del patrono S.
Michele Arcangelo, della Madonna del Suffragio, di
scuola napoletana (XVIII sec.), antico coro ligneo, tela
con i SS. Cipriano e Giustina, tela con l’Adorazione
del SS. Sacramento, altari marmorei e un prezio-
so organo del 1833 di Quirino Gennari di Lancia-
no. Numerosi gli edifici civili: i palazzi Volpi, Mar-
zi, Pardi, Crescenzi, Grilli (XVII-XVIII secolo) e
il Palazzo Municipale del 1841. Il centro storico
è caratterizzato da piazzette e strette “rue”. Inoltre: la
Fonte vecchia,in contrada Giardino,forse di origine
romana; in contrada S. Martino l’antica Fonte Otto-
ne, costruita probabilmente su un sito romano.
Colonnella
Antica Signora
31
Chiesa dei Santi Cipriano e Giustina
34. S
orge sui Monti della Laga, nell’alta valle del
fiume Vomano. Il territorio è ricco di boschi e
bellezze naturalistiche. Di origine medioevale
era situata un tempo nell’attuale località Fonte S.
Salvatore. Il nome deriverebbe da “crognale”
(“corniolo”), albero una volta molto diffuso nella zona.
I Pretuzi, popolo italico, si stabilirono in questi
luoghi tra IV e III sec. a. C., come testimoniato da re-
perti archeologici. Fece parte dello Stato di Roseto con
vari paesi dei dintorni. Ottenne il comune nel 1813.
Una delle sue frazioni, Senarica, fu trasformata in re-
pubblica autonoma fino al periodo napoleonico per la
sua fedeltà ai sovrani di Napoli e intrattenne rapporti
diplomatici e militari conVenezia.A Crognaleto nac-
que don Michelangelo Forti (XIX sec.), letterato
e patriota risorgimentale. Si produce un ottimo peco-
rino di montagna.
monumenti
N
umerose sono le frazioni con possibilità di
escursioni. La Chiesa della Madonna
della Tibia, meta di pellegrinaggio in agosto,
fu costruita per grazia ricevuta da un certo Bernar-
do Paolini di Amatrice dove anticamente esi-
steva un villaggio di epoca romana, poi abbandonato:
Tibbia. L’edificio sacro risale al XVII secolo conserva
una bella statua lignea dellaVergine e un altare barocco
dipinto. Nell’abitato di Crognaleto la Chiesa di S.
Caterina. Interessante il piccolo borgo di Cerva-
ro con diversi edifici rinascimentali in pietra, la Chie-
sa di S. Andrea (soffitto ligneo settecentesco) e un
mulino lungo il torrente Zincano. A Cesacastina
la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo (altare ligneo
settecentesco, calice d’argento quattrocentesco di Bar-
tolomeo da Teramo e croce processionale argentea).
A Frattoli: la Chiesa di S. Giovanni Battista,
con portichetto e interno barocco. A Nerito, sede
municipale, produzione di oggetti in ferro battuto e
castagneti.A Piano Vomano: la Chiesa del Car-
melo, quella barocca di S. Nicola e la grande quer-
cia “Cerqua Mazzucche” (in dialetto), pluriseco-
lare. A Colle del Vento scavi archeologici di varie
Crognaleto
Nell’alta valle
del Vomano
epoche e la “Muraglia dei Paladini”, di origine
leggendaria. Piano Roseto, antico covo di briganti.
Poggio Umbricchio ospita palazzi in pietra rina-
scimentali, la Chiesa di S. Michele Arcangelo e
quella cinquecentesca di S. Maria Lauretana (alta-
ri barocchi, soffitto ligneo a cassettoni del XVII secolo
e fonte battesimale ricavato da pietra miliare). Si con-
sigliano visite alle frazioni di Paladini, Tottea, Alvi,
S. Giorgio e Senarica, ricca di storia.
Chiesa San Giovanni Battista di Frattoli (Crognaleto)
Particolare soffitto ligneo (Chiesa San Giovanni Battista)
Altare barocco (Chiesa San Giovanni Battista)
32
36. C
ittadina rivierasca con forte vocazione
commerciale e turistica, Giulianova (Gi-
glije, in dialetto) è una delle località bal-
neari più conosciute e frequentate del litorale te-
ramano, divisa in due parti: il Paese e il Lido. La
parte Alta sorge in collina a ridosso del mare, con
notevoli monumenti. Il Lido moderno, con struttu-
re ricettive, si è sviluppato nell’ultimo secolo. Abi-
tata già nel periodo neolitico, come testimoniato
da ritrovamenti archeologici, le origini risalirebbero
ai Romani, che nel III sec. a. C. fondarono la co-
lonia Castrum Novum (o Castrum Novum
Piceni), molto frequentata nell’età imperiale per
i bagni termali. Le continue incursioni barbariche
provocarono lo spopolamento; nel Medioevo pre-
se il nome di Castrum Sancti Flaviani (o S.
Flaviano), in onore del santo patrono.
monumenti
I
n Paese, il Duomo di S. Flaviano (1472-
1478) è tra i più importanti ed interessanti edifici
rinascimentali abruzzesi; braccio reliquiario di S.
Biagio del Quattrocento, statua della Madonna con
il Bambino e Crocefisso, opere bronzee (XX sec.)
di Venanzio Crocetti. Sempre a Giulianova Alta: la
Chiesa di S. Antonio del 1566, con affresco
deteriorato della Pietà (XVII sec.); all’interno: dieci
bassorilievi, due grandi tele seicentesche, acqua-
santiera romanica e lapide tombale di un nobile
della famiglia De Bartolomeis. La Chiesa della
Madonna della Misericordia, forse quattro-
Giulianova
la “Posillipo degli Abruzzi”
tra cultura e turismo
Palazzo Kursaal
34
37. centesca, rifatta nel XVIII secolo. A poca distanza
è la Chiesa di S. Anna, con altare barocco. E
ancora: in Piazza della Libertà il Belvede-
re, luogo di ritrovo per l’incantevole panorama
sul Lido e sull’Adriatico; Palazzo De Barto-
lomeis del 1876; Palazzo Montebello; l’ot-
tocentesca Cappella gentilizia De Barto-
lomeis; la Sala “R. Pagliaccetti”, piccola
gipsoteca con opere e bozzetti dell’artista giuliese,
ed il Monumento a re Vittorio Emanuele
II, di Raffaello Pagliaccetti inaugurato nel 1894. In
Corso Garibaldi: la Pinacoteca e Biblioteca
Civica “V. Bindi”, con interessanti opere della
scuola napoletana dell’Ottocento ed arredamento
del XIX secolo; la Casa Museo di Gaetano
Braga, con ricordi del musicista locale. Inoltre: i
resti delle fortificazioni cinquecente-
35
sche, volute da Giulio Antonio d’Acquaviva; de-
gli otto baluardi originari resta Torrione “Il
Bianco”, adibito a sede del Museo Archeo-
logico, con reperti romani e la Casa Museo
di Vincenzo Cermignani, con testimonianze
del pittore giuliese. In Viale Gramsci: la Bibliote-
ca del Centro Culturale “S. Francesco”
e la Pinacoteca (opere d’arte contemporanea)
annesse alla Piccola Opera Charitas, voluta dal frate
cappuccino Serafino Colangeli nel 1983; la Casa
“Maria Immacolata”, con eleganti merli ot-
tocenteschi e ampio giardino; Palazzo Ciafar-
doni del 1885, con affreschi napoletani attribuiti
al Paliotti; il Monastero del Volto Santo, già
dimora gentilizia con giardino.Ancora: l’ex Palaz-
zo Ducale e la bella Villa della Montagno-
la, storica dimora degli Acquaviva; Villa Cerulli-
Porto
38. Santuario di Maria SS. dello Splendore - Affresco interno e mosaici esterni
Ranzato, con belvedere e decorazioni ispirate al
XVI secolo. Lungo Viale dello Splendore sorgono
due eleganti villini liberty: Villa Castelli-Mon-
tano (1910-1918) con ampi finestroni, decorazio-
ni floreali, elegante e slanciata torretta; Villa ex
De Santis (1923-1928). A poca distanza dal Pa-
ese, su un’amena e silenziosa collina, l’interessante
Santuario di Maria SS. dello Splendore,
protettrice di Giulianova, importante e frequentato
luogo di culto mariano. L’origine è legata all’appari-
36
39. 37
zione dellaVergine (22 aprile 1557), avvolta da una
gran luce, su un ulivo, all’umile taglialegna Bertoli-
no, chiedendo la costruzione di una chiesa in suo
onore, facendo sgorgare una fonte di acqua pura
ai piedi dell’albero. L’intero complesso raggruppa:
la bella chiesa, con la venerata statua della Ma-
donna con il Bambino inserita in una raggiera do-
rata, antiche tele in sacrestia, statue lignee di santi
e moderni mosaici, una monumentale Via Crucis
in bronzo, dell’artista marchigiano Ubaldo Ferretti,
allievo di Pericle Fazzini, le fontane dell’acqua
miracolosa, con mosaici, le statue bronzee di
Bertolino, due angeli (Preghiera e Silenzio) e dei SS.
Francesco d’Assisi e Michele Arcangelo, la Biblio-
teca “Padre Candido Donatelli”, il MAS
(Museo d’Arte dello Splendore) con ope-
re di arte contemporanea. Nell’ampio piazzale
antistante, un’alta croce sormontata dalla
statua della Vergine ed il bel Portico
del Rosario della Scuola del Mosaico di
Ravenna. Lungo la strada che porta al mare il
Monumento a Gaetano Braga. A Giuliano-
va Lido: la Chiesa della Natività di Maria,
sorta nei primi del‘900, antica parrocchia del Borgo
Marina; la moderna Chiesa di S. Pietro Apo-
stolo (1974); il Parco della Rimembranza
(giardini pubblici); l’elegante Villino Paris-
Costantini, in stile liberty (1904), con ampio
giardino e piccola torretta; Villa Gasbarrini; il
Kursaal (1913-1929), opera dell’ingegnere tera-
mano Giuseppe Marcozzi, con decorazioni liberty,
come sala convegni e mostre espositive. Ancora:
il Lungomare Monumentale del 1936 di
Giuseppe Meo; l’ex Colonia Marina “Rosa
Cupola di San Flaviano
40. 38
CERAMICHE DI CASTELLI
DEL PONTILE DI GIULIANOVA
Opera dipinta a mano da 15 Ma-
estri Artigiani dell’Associazione
Ceramisti di Castelli. Riproduce le
immagini del soffitto della Chiesa
di San Donato (1615-1617). Rap-
presenta una grande storia, la sa-
pienza antica e l’unità delle nostre
comunità. Voluta e realizzata da
Ente Porto di Giulianova e Camera
di Commercio di Teramo.
41. Maltoni Mussolini” (1936-1937); il Museo
della Marineria, presso la sede del Circolo “Il
Nautico”; la foce del torrente Salinello, con ponte
in legno che unisce Giulianova da Tortoreto; la
Torre del Salinello del XVI secolo. Il Lido è at-
traversato dal “Corridoio Verde Adriatico”,
pista ciclabile di oltre 20 km, che congiunge Porto
d’Ascoli a Roseto degli Abruzzi. Il porto è diviso
in molo Sud e molo Nord; il primo ospita una
serie di trabocchi (casupole in legno adibite alla
pesca con rete), in dialetto “li caliscinne”. Infine la
Chiesa di S. Maria a Mare (SS. Annun-
ziata), dei secoli X-XI: facciata dal bel portale con
18 rappresentazioni allegoriche, scene simboliche,
animali, statua della Madonna con il Bam-
bino e due piccoli leoni; all’interno: moderna im-
magine della Vergine e la piccola cameretta abitata
da S. Gabriele dell’Addolorata prima di es-
sere trasferito al convento di Isola del Gran Sasso
d’Italia nel 1858.
Chiesa di S. Maria a Mare (SS.Annunziata) con particolare del magnifico portale
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39
42. I
n passato era un’isola (Insula) circondata dai fiumi
Ruzzo e Mavone. Nel 1173, contea dei da Paglia-
ra, fu chiamata Isola di Penne. Nel 1526 Carlo V di
Spagna la donò al conte Ferrante Mendoza y Alarçon.
Dopo l’Unità d’Italia fu interessata da fenomeni di bri-
gantaggio. Nel 1863 prese l’attuale nome.Tra le perso-
nalità: S. Berardo di Pagliara (XI-XII sec.), vesco-
vo aprutino, patrono di Teramo e diocesi; Giovanni
Parrozzani (1844-1922), chimico; Pietro Tesau-
ri, vescovo; Niccolò dell’Isola (1230-1284).
Santuario S. Gabriele dell’Addolorata
monumenti
S
oprannominata “Paese dei Motti”: diversi
architravi e finestre con iscrizioni in latino. Da vi-
sitare: Parrocchiale di S. Massimo (portale
di Matteo da Napoli, battistero rinascimentale, affreschi
sulla volta, maiolica di Andrea Pompei, ostensorio quat-
trocentesco, statua del patrono). Ancora: Cona di S.
Sebastiano con affreschi di Andrea De Litio;
resti delle fortificazioni del “Castello d’Insula; porte del
Torrione e della Cannavina. Inoltre: Chiesa (Cona) di
S. Leonardo; Palazzo baronale Henrici-De
Angelis; ruderi della Chiesa di S. Antonio. Nei din-
torni: Cappella di S. Lucia con portale del 1450 e affre-
schi cinquecenteschi; mulini della Marchesa, Pran-
zella e S. Valentino. A Casale S. Nicola, Eremo
di S. Nicola a Corno, Tra Isola e Cerchiara, rovine
della Chiesa di S. Valentino. Sul Monte Inforna-
ce: Eremo di S. Colomba. Poco distante, rovine
del Castello di Pagliara; Chiesetta di S. Maria di
Pagliara (XII sec.); S. Giovanni ad Insulam (XII-
XIII secolo). Vicino Pretara, l’Eremo di Fratta Grande.
Il Santuario di S. Gabriele dell’Addolorata,
tra i più visitati del mondo. Nella vecchia basilica pri-
mitiva tomba del santo e affreschi di Ugo Scaramucci.
Nel convento: vecchio coro, sala dei ricordi, cameretta
del transito e museo degli ex voto. Nel nuovo tempio
mosaici, bronzi, vetrate e ceramiche. Moderno campa-
nile con concerto di 14 campane. Nel piazzale, sede
dell’Eco di S. Gabriele; Via Crucis (2006-2007) e pre-
sepe artistico. La nuova basilica ospita la Biennale
di Arte Sacra ed il Museo “Stauròs” d’Arte
Sacra Contemporanea. Passeggiate lungo i sen-
tieri del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della
Laga e ai piccoli borghi montani.
Isola del
Gran Sasso
Paese dei Motti
40
45. M
orro d’Oro sorge in collina, lungo la piana del
Vomano, circondata da caratteristici poggi ricchi
di vigneti ed uliveti con stupendi panorami sul
Gran Sasso e l’Adriatico. Citata per la prima volta in
documenti dell’XI secolo come Murro (da murra,
mucchio di pietre). L’attributo “d’Oro” sarebbe forse
legato alla fertilità della campagna circostante. Scavi ar-
cheologici testimoniano la presenza di un insediamento
fin dall’antichità. L’abitato attuale sorse quasi sicuramen-
te in epoca medioevale come borgo incastellato, proba-
bilmente circondato da mura. Nel XII secolo fu feudo
di Trasmondo di Castelvecchio (attuale Castellalto); dal
XIII al XVIII secolo appartenne agli Acquaviva, duchi di
Atri. Nel XIX secolo il paese fu patria di carbonari.
monumenti
L
a parte più antica dell’abitato mostra evidenti se-
gni quattrocenteschi. Restano ancora una torre
e alcune porte medioevali. Passeggiando per
il centro storico: il palazzo rinascimentale (sede
estiva degli Acquaviva) e l’ottocentesco ex palazzet-
to Ettorre. La chiesa parrocchiale di S. Salvatore
(1331) costruita da Gentile da Ripatransone conserva
una facciata seicentesca e, nell’ampio interno a tre nava-
te, tele del ravennate Francesco Ragazzini, altari baroc-
chi, statua lignea di S. Bernardino da Siena (XVII sec.),
organo settecentesco di Adriano Redi di Atri e statua
fittile policroma della Madonna, mutila (XVI sec.). Una
visita merita il Museo della civiltà contadina con
testimonianze di un mondo che sta scomparendo quasi
del tutto.Fuori l’abitato l’abbazia benedettina di S. Ma-
ria di Propezzano, eretta sul luogo di un’apparizio-
ne della Madonna nel 715. L’ampio complesso romano-
gotico è tra i più importanti d’Abruzzo; la Porta Santa,
sul lato sinistro, è opera di Raimondo da Poggio. Nell’in-
terno, a tre navate, affreschi narranti la storia miracolosa
del luogo e stemmi degli Acquaviva. Nel chiostro, a due
piani, affreschi seicenteschi del polacco Sebastiano Ma-
jewsky.A 500 metri dal cenobio l’interessante Giardi-
no Officinale, con varie specie di piante aromatiche,
medicinali e da essenza.
Abbazia Santa Maria di Propezzano
Morro d’Oro
Murro
43
46. S
orge su una collina panoramica nella vallata del
fiume Tordino. Sarebbe stata fondata nell’897 dai
Benedettini, che vi eressero un’abbazia dedica-
ta a S. Michele Arcangelo, oggi parrocchiale, at-
torno alla quale si costituì l’antico nucleo della cittadina.
Nel marzo dello stesso anno i messi imperiali Leu-
derico e Gisone stabilirono che i beni di “Musiano”
spettassero al vescovo di Teramo Giovanni. L’8 marzo
1059 il papa Niccolò II confermò all’abate Deside-
rio di Montecassino il possesso del monastero dei SS.
Sette Fratelli (Madonna degli Angeli o S. Maria del
Casale). Nel 1318 il vescovo aprutino Niccolò degli Ar-
cioni ottenne dal re Roberto d’Angiò la confer-
ma del feudo di Montone (frazione). Il 6 maggio 1393
venne acquistata insieme al restante distretto diTeramo
da Antonio Acquaviva conte di S. Flaviano (Giulianova)
e Montorio al Vomano. Nel 1397 frate Matteo di
Angelo di Morro (d’Oro), preposito della chiesa di
S. Michele, fece erigere il campanile (Torre Acqua-
viva). Nel maggio del 1415 si arrese dopo 37 giorni
di assedio al conte di Carrara Viceré d’Abruzzo. Il 12
luglio del 1438 venne saccheggiata da Francesco Sfor-
za. Nel novembre del 1461 fu occupata e sottratta da
Matteo da Capua Viceré d’Abruzzo a Giosia
Acquaviva. Tra il 1611 ed il 1614 vennero istituite a
Montone le confraternite del SS. Sacramento
e del SS. Rosario ed eretti un convento dei Celesti-
ni e una prepositura. Nel 1649 il cenobio celestino, in
quanto grancia, venne accorpato al monastero giuliese
di S. Maria dello Splendore (santuario), elevato a Pri-
orato. Nel 1694 la parrocchiale di S. Giacomo di
Montone, tolta ai Celestini, appartenne alla basilica
romana di S. Giovanni in Laterano. Nel 1736 Troiano
Mosciano
S. Angelo
Musiano, borgo delle
torri e del mobile
44
Municipio
47. Acquaviva, cardinale e ministro del re, venne
nominato abate commendatario perpetuo dell’abbazia
di “S. Angelo in Musiano” (parrocchiale). Nel
1750 subentrò Pasquale Acquaviva. Durante il Rinasci-
mento l’abitato si estese anche fuori le mura; nel Risor-
gimento fu importante sede di patrioti impegnati nella
causa dell’Unità d’Italia. Tra le varie personalità locali:
Don Gaetano Cardelli (1880-1948); Domeni-
co Del Zoppo, garibaldino; Francesco Patella
(1880-1964), pittore; Aurelio Saliceti (1804-1862),
nato a Ripattoni (all’epoca nel comune di Mosciano), e
Francesco Savini.La banda musicale,tra le più anti-
che d’Abruzzo,venne fondata nel 1815.Conosciuta per
i suoi mobilifici; fu denominata la “Cantù” d’Abruzzo.
45
monumenti
C
onserva tratti del tessuto urbano medioevale:
restano otto torri di difesa e avvistamento. Nei
pressi di Piazza IV novembre la Chiesa del
SS. Rosario, eretta dall’omonima confraternita con
Regio decreto di Ferdinando II, tra il 1853 e il 1876.
L’interno conserva affreschi dell’artista locale France-
sco Patella, altare maggiore in finto stile rinascimentale
e statua lignea della Vergine. La Parrocchiale di S.
Michele Arcangelo è affiancata dalla merlata e
slanciata Torre Acquaviva trasformata in campanile. Al
suo interno: pitture di Francesco Patella. Nelle nicchie
sopra il portale e nella lunetta il Patella dipinse i SS.
Chiesa San Michele Arcangelo
48. Michele Arcangelo (patrono del paese), Rita da Cascia,
Francesco d’Assisi, Gabriele dell’Addolorata,Teresa del
Bambin Gesù e l’Immacolata. La neoclassica Chiesa
dell’Addolorata, situata lungo una discesa, nelle vi-
cinanze di Piazza Saliceti, fu iniziata nel 1828 su autoriz-
zazione di re Ferdinando I di Borbone. Ospita due tele
del teramano Gennaro Della Monica; negli anni 1888-
Chiesa S. Maria Assunta e particolari (Montone)
46
1889 venne decorata da Filippo Fiorentino e Salvatore
Giorgi. Del 1894 l’affresco absidale di Prospero Piat-
ti raffigurante l’Adorazione della Croce. Tra gli edifici
civili: Villa Ventilj e Villa Savini (in campagna),
entrambe con ampio parco. Inoltre: il Cinema Tea-
tro Acquaviva, il Belvedere e l’Osservatorio
Astronomico di Colle Leone con gli interessan-
ti Museo di Scienze Naturali e Planetario
di Scienze della Terra. In località Convento il
Santuario di S. Maria del Casale (SS. Sette
Fratelli) con annesso convento francescano. L’inter-
no della chiesa, mostra un soffitto ligneo (Madonna in
gloria con SS. Francescani, S. Felicita di Roma e Sette
Figli Martiri) e quattro altari barocchi ricchi di stucchi e
sculture di angeli. In una nicchia sopra l’altare maggiore
il venerato e antico simulacro ligneo della Madonna de-
gli Angeli,protettrice di Mosciano.Nel chiostro affreschi
narranti laVita di S. Francesco d’Assisi. Nella frazione di
Montone, le torri medioevali e le Chiese della
Madonna Assunta, di S. Anna e di S. Anto-
nio Abate (con ex convento dei Celestini),
che custodisce il sarcofago trecentesco di Bucciarello
Jacopo di Bartolomeo da Montone.
49.
50. Notaresco
Castello di Lotario
L
a cittadina si costituì attorno ad un“castello”costruito
da Lotario I (nipote di Carlo Magno) nel IX secolo.
Tra il XIII e il XIV secolo assunse vari nomi: Lotarisci,
Lotarisco, Lotaresco e Nutarisco. Nel 1308 Notaresco e
GuardiaVomano divennero feudo di Francesco d’Ac-
quaviva,duca di Atri;nel 1676 passò al barone France-
sco Coletti e nel 1757 fu devoluta alla Regia Corte.
monumenti
L
a Parrocchiale dei SS. Pietro e Andrea
custodisce tele tardo-settecentesche, un busto del
patrono S. Gennaro e seicentesco tabernacolo li-
gneo. Nel “Carmine”, statua della Vergine e altare
marmoreo. S. Roc-
co ospita una statua
fittile (XV sec.) della
Madonna delle Grazie
e pregevole tela (XVII
sec.). Palazzo De
Vincenzi e Palaz-
zo Romualdi (XVII-
XIX sec.) con Museo
Civico: importanti reperti neolitici, italici e romani. La
parte più alta dell’abitato è denominata “Civitello”
(antica porta con stemma degli Acquavi-
va). A Grasciano, resti della villa romana e la
Chiesa seicentesca della Madonna Assunta
con un dipinto della Madonna del Latte. Guardia Vo-
mano, con cinta muraria (XV-XVI sec.) eretta dagli
Acquaviva,Parrocchiale del patrono S. Rocco,
Oleificio Artigianale “Di Giovannantonio”
(1923) e antica Cantina “Foschi”. L’Abbazia
benedettina di S. Clemente al Vomano,
forse fatta costruire nell’874 da Ermengarda, madre di
Ludovico II.
Chiesa del Carmine - altare e affreschi
48
51.
52. I
mportante centro balneare, posta tra la foce del
Vomano e del Tordino, è uno dei comuni più
grandi del Teramano e fa parte delle sette località
adriatiche della costa aprutina. Molto frequentata du-
rante la stagione estiva, è nota anche come “Lido
delle Rose”. Offre vari divertimenti, occasioni di
praticare sport o rilassarsi in spiaggia, numerosi cam-
pings, alberghi e stabilimenti balneari, diversi eventi
culturali ed artistici. È attraversata dal Corridoio
Roseto degli
Abruzzi
Da Montepagano
a Rosburgo
50
Scorcio di Montepagano
53. Verde Adriatico, pista ciclabile di circa 30 km che
la congiunge a Porto d’Ascoli. Il bel litorale sabbioso
si estende per oltre 10 km. Negli ultimi decenni ha
avuto un notevole incremento demografico, special-
mente nel quartiere del Borsacchio, dove si trova
l’omonima pineta, nella frazione di Voltarrosto e
nelle località S. Giovanni e Campo a Mare. Dal
1999 è Bandiera Blu d’Europa. La presenza umana
nel territorio sembra risalire all’epoca romana e lon-
gobarda, come attestato da numerosi ritrovamenti
archeologici. Di origine romana anche la frazione di
Cologna Paese, più volte citata in numerosi do-
cumenti medioevali, in relazione con il monastero
benedettino di S. Salvatore a Bozzino. Nella “Marina”
il clero della Chiesa Ricettizia di Montepa-
gano (ente morale dell’Italia meridionale composto
da corporazioni di chierici che si occupavano della
cura delle anime e del culto divino, con patrimonio
comune e senza prebende) possedeva un fondo. Il
30 luglio 1857 il Capitolo, riunitosi nell’oratorio
della parrocchiale, studiò e creò un progetto per
concedere il suddetto terreno in perpetuo diritto
di enfiteusi a coloro che si sarebbero stabiliti nella
sottostante zona costiera di proprietà comunale. Il
progetto fu redatto da Serafino De Nigris di
Canzano, Regio Agrimensore; egli si interes-
sò di stabilirne la quota ed il valore. Il fondo venne
così suddiviso in 12 “quote” (lotti di terra) e il 22
maggio 1860, con regolare rogito del notaio Ange-
lo Garrani di Mosciano Sant’Angelo, venne asse-
gnato ad altrettante famiglie.A ricordo, fu murata una
lapide (ancora esistente) nella sacrestia della chiesa
Opera di Pasquale Celommi
51
54. della SS. Annunziata. Il primo agglomerato ur-
bano, futuro nucleo della cittadina, prese il nome di
“Le Quote”; da qui il soprannome dispregiativo
di “cutaroli”, in contrapposizione agli abitanti del
paese detti “paganesi”. Il toponimo scelto non
piacque tuttavia al patriota Ciro Romualdi che
per primo,nell’estate del 1861,chiamò il nuovo abita-
to “Rosburgo” (ispirato forse dai roseti un tempo
esistenti nei pressi delle case dei pescatori), facen-
dolo incidere su una meridiana disegnata dal prof.
Donaggio, insegnante di liceo a Teramo. Nel 1863
fu inaugurata la stazione ferroviaria. Nel 1877 fu ef-
fettuata la seconda “quotizzazione” da Domenico
Ponno, che mise in vendita un terreno di circa 600
are (proseguimento di quello già messo a disposizio-
ne dal clero) per l’edificazione di numerose ville e
case. Il 12 luglio 1886 il Romualdi morì senza vedere
realizzato il sogno di chiamare la cittadina rivierasca
con il nome da lui proposto. Il consigliere Giam-
michele Thaulero fece convocare con urgenza
il Consiglio comunale per cercare di risolvere la fac-
cenda. Finalmente, il 14 ottobre dello stesso anno,
considerato il notevole incremento della popolazio-
ne della borgata marinara, il Comune stabilì che la
località mutasse il toponimo in “Rosburgo”.Tale de-
libera fu approvata il 22 maggio 1887 con articolo
unico dal re d’Italia Umberto I. Il turismo si
sviluppò grazie all’ospitalità dei pescatori locali che,
ai primi del XX secolo, cominciarono a mettere a
disposizione le proprie abitazioni per i forestieri: ciò
servì a trasformare la ridente località in una spiaggia
ospitale e tra le più frequentate dell’Adriatico, ricca
di luoghi di svago e divertimento. Nel 1909 fu aper-
to un ufficio anagrafico. Una terza “quotizzazione” fu
effettuata per volontà del barone Luigi Bernardi
Patrizii nell’agosto del 1913, per dare la possibilità
a quanti abitavano nella vallata del Vomano di co-
struirsi una casa al mare. Nell’estate del 1920 ospitò
varie personalità: il generale Pietro Badoglio,
Raffaele Paolucci ed il filosofo Giovanni
Gentile. Il Regio Decreto del 3 aprile 1924
trasferì la sede municipale da Montepagano alla
52
55. frazione di Rosburgo, come richiesto dal Consiglio
comunale con delibera del 15 dicembre 1923. Primo
sindaco fu il ceramista Giuseppe Di Blasio. Con
Regio Decreto del re Vittorio Emanuele III
del 20 febbraio 1927 la borgata prese il toponimo
di “Roseto degli Abruzzi”, trasferendo la fra-
zione nell’antico borgo collinare. Montepagano,
ridente paese collinare a circa 6 km da Roseto, borgo
medioevale incastellato (Castel Pagano), sarebbe
sorto tra l’XI-XII secolo. Gli abitanti si stabilirono su
un cucuzzolo per sfuggire alle ripetute invasioni dei
pirati turchi e saraceni, protrattesi nei secoli succes-
sivi. Nel 1065 l’imperatore Enrico III nominò
vassallo (“milite”) il vescovo di Teramo Pagano; da
lui forse deriverebbe il toponimo (“Castelpaga-
no” o “Castellum Mons Paganus”).
53
56.
57. Sant’Omero
Terra di antica cultura
A
lcune famiglie nobiliari romane decisero di
edificare due grossi centri urbani: Castrum
Rufi (Garrufo), sui possedimenti di LucioTa-
rio Rufo (dal quale prese il nome) tra il 268 e il 476
a.C. eVicus Stramentarius (dove trovasi l’antica chiesa
di S. Maria a Vico). Il borgo fu fortificato tra il IX e il
X secolo. Dal 1154 fu feudo di Gualtiero di Rinaldo,
poi agli Acquaviva, duchi di Atri, dal 1528 al 1639. Al-
cuni storici ipotizzano che l’attuale cittadina sarebbe
stata edificata dai Normanni intorno al XII secolo: in
Normandia e nel Passo di Calais si trovano due pa-
esi di nome Saint Omer. Nel 1644, con la frazione
di Poggio Morello, fu donata al marchese Alvaro de
Mendoza y Alarçon; nel 1860 fu annessa al Regno d’I-
talia.Negli ultimi decenni si sono sviluppate numerose
aziende vinicole, artigianali, abbigliamento, metalliche
e pelletteria. Personaggi illustri: Mario Melarangeli;
Vincenzo Monti, industriale; Tresy Taddei Ta-
kimiri, attrice e circense; Franco Franchi, ciclista
che corse con Bartali e Coppi; Pasquale Iachini, ex
calciatore e Giammario Sgattoni (1931-2007),
giornalista, scrittore e poeta.
monumenti
L
a cittadina è ricca di stretti vicoli in discesa, chiusi
o incrociati tra loro. Da visitare: la Parrocchiale
di S. Antonio Abate (XVII sec.), annessa ad
un ex Convento Francescano; il Palazzo Munici-
pale; il “Guerriero loricato” (forse coperchio di
una tomba del XV secolo); i murales; il Palazzo
Marchesale; l’ex Chiesa Marchesale della SS.
Annunziata del XVII secolo (auditorium). Nei din-
torni: il Frantoio oleario (XIX sec.), in contrada
Metella; le “pinciare” o “pinciaie”, case rurali
costruite con paglia e terra, tipiche dellaValVibrata; le
cisterne dette “Grotte dei Saraceni”, utilizzate
in passato per la raccolta delle acque; la Chiesetta
di S. Angelo Abbamano, in località Case Alte,
edificata forse sui resti di un serbatoio romano (S.
Angelo ad Puteum). L’antica Chiesa di S. Ma-
ria a Vico (X sec.), nell’omonima frazione, eretta sui
ruderi di un tempio di Eracle. In frazione Villa Ricci
la piccola Chiesa dell’Immacolata Concezione
(1893).Infine,il borgo fortificato di Poggio Morello:
la Parrocchiale di S. Lucia (XVII sec.);resti dell’an-
tica cinta muraria; antica porta di accesso all’abitato;
Palazzo Striglioni (fine ‘800-primi ‘900) e Fonte
“Battistò”.
Chiesa Sant’Angelo Abbamano
Santa Maria a Vico - particolari affreschi
55
58. D
i origine medioevale, situata alle falde dei Monti
della Laga, è il comune più vicino aTeramo.An-
ticamente conosciuta con il nome di Torricella
Scura (dal latino “Sicula”, per la presenza dei Siculi
nel territorio). Il toponimo potrebbe essere legato in-
vece ad un antico forte (da qui,“Lu castill”), nei pressi
dell’attuale paese, del quale non rimangono resti. In
passato era nota per l’allevamento dei bachi da seta e
per le cave di pietra della frazione di Ioanella che forni-
vano materiale per la costruzione di palazzi e chiese nel
Teramano. Ritrovamenti archeologici hanno mostrato
come la zona fosse abitata già in epoca italica e romana.
Fu prima feudo del Ducato longobardo di Spoleto, poi
ad un certo Uguccione nel 1159.A poca distanza da
Ioanella sorgeva il monastero benedettino femminile
di S. Giovanni a Scorzone (XI sec.), tra i più po-
tenti ed importanti d’Abruzzo nel Medioevo. Dal XIV
secolo al 1806 Torricella fu possedimento del vescovo
di Teramo.Tra i personaggi illustri: Giorgio Romani,
giureconsulto e letterato e Mario Capuani, medico.
Torricella
Sicura
“Lu castill”
56
Chiesa patronale di S. Paolo Apostolo
59. monumenti
I
l centro storico offre angoli suggestivi e abitazioni in
pietra di Ioanella. La chiesa patronale ottocen-
tesca di S. Paolo Apostolo conserva una tela
del pittore polacco Sebastiano Majewsky (XVII
sec.). La chiesa della Madonna delle Vergini
ospita due tele del teramano Gennaro Della Monica e
un trittico (Madonna con il Bambino tra i SS. Paolo e
Lucia). Interessante Villa Capuani, del 1911, sulla strada
Particolari Chiesa patronale di S. Paolo Apostolo
57
per “Il Ceppo”.Ad Azzano la duecentesca chiesa bene-
dettina di S. Pietro, un tempo annessa ad un cenobio
oggi scomparso. Sul colle di Monte Fano è stato rinve-
nuto un probabile “vicus” romano. Dalla piccola frazio-
ne di Ioanella molte sono le possibilità di escursioni nei
boschi circostanti; da visitare: la chiesa di S. Maria
Assunta (notizie dal 1289), con tele sei-settecente-
sche, quella di S. Barbara e i resti dell’abbazia di S.
Giovanni a Scorzone. Ad Abetemozzo, la chiesa
della Natività di Maria (tele del XVII sec. e altare);
60. Chiesa Madonna delleVergini e particolari
a Magliano, colle elevato sopra la frazione di S. Stefano,
la chiesetta di S. Lorenzo e i resti della caratte-
ristica “Muraglia dei Saracini”, legata ad una leg-
genda locale. Villa Piola, piccolo borgo oggi disabitato,
ma molto suggestivo, situato ai piedi del monte Farina.
Merita una visita anche la bella chiesa di S. Bar-
tolomeo a Villa Popolo: custodisce un soffitto ligneo
con oltre cento pannelli (santi e martiri) di un anonimo
artista cinquecentesco.
61.
62. grande epigrammista del’900, secondo il giudizio di
Giovanni Gentile e di Benedetto Croce;
Padre Natale Cavatassi, biblista e poeta; Al-
berto Capanna, direttore generale della Finsi-
der e poi presidente.
monumenti
T
ortoreto Alto mantiene l’aspetto di borgo
medioevale incastellato, con strette viuzze,
passaggi e panorami. La seicentesca Chiesa
di S. Agostino, annessa ad un ex convento ago-
stiniano del ‘500 (chiostro in stile romanico e poz-
zo). Fino al 1973 vi era custodita la preziosa tela di
Mattia Preti raffigurante il Battesimo di S. Agostino
(ricollocata dal 2007 nella sua sede antica splendi-
damente restaurata). In sagrestia è in allestimento
un piccolo museo di arte sacra. In Piazza Garibaldi
la Torre dell’Orologio, in origine antico mastio
I
l paese si articola in due zone distinte tra loro:
una più antica, in collina, Tortoreto Alto, borgo
medioevale fortificato, con tre quartieri (Terra-
vecchia, Terranova, Borgo), l’altra moderna,
Tortoreto Lido, stazione balneare. Numerosi sono
i ritrovamenti preistorici: resti di capanne circolari
o ellittiche nei pressi del torrente Salinello; dopo il
V sec. a. C. si insediarono i Piceni, successivamente
i Romani. Durante il periodo romano il territorio
era compreso nell’ager Palmensis (dal nome
della città di Palma, importante centro piceno).
In collina sorgeva Castrum Salini, in pianura
i villaggi di Servium e di Salinum. I superstiti
della devastazione gotica si rifugiarono sulla colli-
na di Castrum, fondando il nuovo nucleo urbano.
Nell’867, Tortoreto venne donata dall’imperatore
Ludovico II a Bertario abate di Montecas-
sino, citata in un documento col nome di “Turturi-
tus”. L’attuale borgo deriva da “tortora” (raffigurata
nello stemma comunale), zona un tempo ricca di
boschi abitati da tortore. Nel 1282 divenne feu-
do degli Acquaviva, duchi di Atri, fino al 1733.
Nel 1860 fu annessa al Regno d’Italia. Nel XIX
secolo ci furono i primi insediamenti nella zona
costiera con la costruzione della ferrovia (1863).
Negli ultimi decenni si è verificato un grande svi-
luppo balneare; dal 1992 al 2014 è Bandiera Blu
d’Europa. Al Lido alcune aziende di pelletteria e
mobilifici. Tra le varie personalità: Nicola De
Fabritiis (1887-1968), musicista e compositore;
Emidio Piermarini, bibliotecario della Biblio-
teca Nazionale di Napoli, poeta e scrittore, il più
Tortoreto
Il mare
e la collina
60
63. difensivo e porta di Terravecchia. La Cappella
della Madonna della Misericordia, eretta
dopo l’epidemia di peste del 1348, un tempo an-
nessa ad un ospedale conserva il prezioso ciclo di
affreschi raffiguranti la Passione di Cristo, del 1526,
di Giacomo Bonfini da Patrignone di Montalto Mar-
che, allievo del Pintoricchio; nell’abside Crocifissio-
ne con veduta cinquecentesca del paese. A poca
distanza la Chiesa del patrono S. Nicola di
Bari, ricostruita nel 1534 (organo del 1842 di
Vincenzo Paci, statua argentea della Madonna della
Neve del 1925, cappella del santo protettore del
1873). Ed ancora: il Belvedere, dall’ampio pano-
rama; l’ex chiesa del 1529 della Madonna del
61
Particolari interni Chiesa S.Agostino
64. il deposito dell’olio o del mosto. Scendendo dal
paese verso nord l’Oasi Naturalistica delle
Fonti del Vascello, in località “Fontanelle” (zona
ricca di polle d’acqua con animali, piante e laghetto).
A Cavatassi un interessante Museo dell’Arte
Contadina. Al Lido: Museo della Cultura
Marinara, la moderna Chiesa parrocchiale
di S. Maria Assunta. Parallelo al Lungoma-
re Sirena il Corridoio Verde “Adriatico”,
pista ciclabile di oltre 20 km, che congiunge Porto
d’Ascoli a Roseto degli Abruzzi e i 3,5 km di spiaggia
dalla sabbia fine e dorata, priva di scogli.
62
Carmine; la porta urbana settentrionale;
la cinta muraria; il settecentesco Palazzo Comu-
nale (De Fabritiis); la Fortezza, in mattoni,
con una bella torre cilindrica degli Acquaviva e il
suggestivo porticato ricavato sotto piazza Garibaldi
nell’avvallamento che separava originariamente i tre
quartieri antichi. Nel territorio c’erano numerose
“pinciare” o “pinciaie”, case rurali costruite
a secco con paglia e fango. Lungo la strada che sale
dal mare a Tortoreto Alto, in località “Muracche”
sono stati rinvenuti i resti di una villa rusti-
ca romana con pavimento musivo e vasche per
66. I
stituito nel 1991 è situato tra Abruzzo (province di
Teramo, L’Aquila e Pescara), Lazio (provincia di Rieti) e
Marche (provincia di Ascoli Piceno). Si estende su un
territorio prevalentemente montuoso, tra il massiccio del
Gran Sasso d’Italia e la catena dei Monti della Laga; è sud-
diviso in 11 distretti. Il parco offre ai visitatori la possibilità
di interessanti escursioni, immersi nella bellezza della na-
tura e dell’arte: cascate, boschi, antichi tratturi e abbazie
benedettine. Molto frequentate le sue località sciistiche.
È gestito dall’omonimo Ente parco con sede ad
Assergi, nell’Aquilano.Tra le numerose specie di flora e
fauna presenti, ricordiamo: pini neri, abeti, betulle, cornioli,
genziane, faggi, prataioli, porcini, camoscio d’Abruz-
zo, cervo nobile, capriolo, lupo appenninico, orso bruno
marsicano, aquila reale. I comuni delTeramano che ne fan-
no parte sono: Arsita, Campli, Castelli, Civitella
del Tronto, Cortino, Crognaleto, Fano Adria-
no, Isola del Gran Sasso d’Italia, Montorio al
Vomano, Pietracamela, Rocca Santa Maria,
Torricella Sicura, Tossicia e Valle Castellana.
Parco Nazionale
Del Gran Sasso e
Monti della Laga
64