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L’ALIMENTAZIONE
   Mangiare bene,non è sempre una cosa
    facile,pertanto esistono diversi tipi di
alimentazione,a seconda dei diversi paesi in
                  cui ci troviamo.
Però c’è una cosa che accomuna tutti i paesi:
         i disturbi alimentari,che sono
 comportamenti inadeguati che riguardano
              l'assunzione del cibo.
Alimentazione negli Stati Uniti
La giornata americana prevede tre pasti principali:La colazione
      ( breakfast ), il pranzo(lunch) e la cena (dinner )
-Il breakfast è una prima colazione molto sostanziosa,
      solitamente composta da: un buon bicchiere di succo
      d’arancia, cereali con latte, pane tostato con burro e
      marmellata, uova al tegamino, salsicciotti, bacon fritto,
      pankakes con sciroppo d’acero, caffè lungo o tè.
-Il lunch, è generalmente un pasto secondario, consumato
      piuttosto rapidamente, spesso sul lavoro . Pertanto, molte
      persone si portano qualcosa di già pronto da casa: un
      thermos con la minestra, oppure un panino, cui fanno
      seguire frutta o yogurt . Il pranzo, tuttavia, almeno nei
      giorni festivi o comunque quando si è a casa oppure
      durante pranzi di affari o in occasioni formali, viene
      consumato con più calma e preparato con più attenzione e
      cura . Diventa allora una via di mezzo tra la colazione ed il
      lunch, che prende il nome di brunch.
-Il dinner in America non ha regole molto rigide: si varia a
      seconda dei posti, delle usanze familiari e delle stagioni .
      La portata principale è comunque sempre il secondo,
      solitamente a base di carne (o pesce), accompagnate da
      patate e da altre verdure .Generalmente si mangia anche il
      tipico “Hot dog o “hamburger “con patatine fritte.
      Fondamentale è poi il dolce: una torta casalinga, oppure
      dei biscotti.
Alimentazione in Francia
-colazione:la colazione francese è molto simile a
     quella italiana:Di solito consiste infatti in una
     bevanda calda (caffè, tè, latte), pane con burro e
     marmellata o cereali. Oppure si mangiano i
     viennoiseries,che sono dolci da forno, tipici
     della cucina francese, la cui realizzazione si
     avvicina molto a quella del pane. Ne sono un
     esempio le brioche, i croissant.
-pranzo: L’antipasto è chiamato entrée(si tratta di un
     piatto costituito da verdura cruda o salumi
     anche se può includere alcuni tipi di frutta); il
     piatto principale è rappresentato da carne o
     pesce presentati insieme a verdure cotte, pasta
     o riso. Il pranzo è a volte accompagnato da vino
     o, occasionalmente, da birra.
- La cena francese, è molto simile a quella del
     pranzo. Spesso al posto dell'antipasto viene
     servita una zuppa. Due tipici dolci: il croissant e
     il pain au chocolat. Il croissant è una pasta dolce
     a forma di mezzaluna, simile ai nostri cornetti.
Alimentazione in Italia
-la colazione:la colazione la tradizionale tipica
      italiana con cappuccino, o caffè nelle sue
      possibili varianti (macchiato, corto, lungo,
      decaffeinato, di orzo, e al Ginseng), e cornetti,
      biscotti, cereali, cioccolata, latte, tè, succhi di
      frutta, crostatine, fette biscottate, marmellate,
      miele e frutta
-il pranzo: primo:pasta con moltissimi tipi di
      sughi(pomodoro,ragù,
funghi,pesce,…)e molti tipi di
      pasta(spaghetti,ciavattoni,pennette,gnocchi,…),
secondo: carne,verdure,sottaceti,
frutta e frutta secca.
-cena: pizza o carne con contorno di verdure
      oppure,gli italiani,usano mangiare cibi tipici
      degli altri paesi,quello
      cinese,americano,messicano.
Il modo di mangiare e ciò che si mangia,
non sono elementi casuali o marginali nella vita,
  ma rivestono una grande importanza anche
  per il benessere. Il rapporto che le persone
  instaurano col cibo è complesso e legato a
  fattori diversi: è senza dubbio un fatto
  culturale poiché il modo di pensare il cibo è
  mediato culturalmente dall’ambiente e dalla
  società in cui si vive . Tra gli elementi culturali
  che influenzano il modo di alimentarsi c’è
  anche la religione.
L’alimentazione legata alla religione
                   ebraica
nel libro del Levitico (Antico Testamento) c’è una lunga disamina dei cibi
   vietati perché ”empi”.Quindi vengono indicati i cibi permessi (kashèr) e il
   modo di prepararli, seguendo gli insegnamenti della Torah (Legge).
   Secondo l’ebraismo queste norme, che limitano la libertà dell'uomo
   nella scelta fra animali puri (kashèr) e impuri (tarèf) sono importanti
   perché ricordano che il Signore è il padrone dell'universo e che bisogna
   avere pietà anche verso gli animali. Solo per fare qualche esempio di
   norme: vengono considerati animali puri i quadrupedi ruminanti, con
   l'unghia spaccata (bovini, ovini, caprini) e sono kashèr anche molti
   gallinacei, oche, anatre. Sono proibiti i volatili rapaci e notturni. Un'altra
   norma importante è quella di non cibarsi del sangue degli animali, in
   quanto esso è il simbolo della vita. Ecco perché, per prima cosa,
   l'animale deve essere ucciso con un sistema speciale (shechità) atto non
   solo a non farlo soffrire, ma anche a eliminare più sangue possibile.
   Vietato è anche cibarsi di carne e latte (o latticini) insieme. Dopo la
   carne, devono passare almeno sei ore prima di mangiare dei latticini;
   dopo i latticini prima di mangiare la carne bisogna lavarsi bene la bocca.
   Bisogna avere recipienti e stoviglie separate per cibi di carne e di latte.
L’alimentazione legata alla religione
                islamica
Nel mondo islamico, esistono Centri di Certificazione di
  Qualità Halāl, che hanno il compito di garantire
  l’osservanza delle norme alimentari. Halāl è una parola
  araba che significa "lecito" e, in Occidente, si riferisce
  principalmente al cibo preparato in modo accettabile per la
  legge islamica. Questa parola include tutto ciò che è
  permesso secondo l'Islam, la condotta e le norme in
  materia di alimentazione, in contrasto a ciò che è harām,
  “proibito”. Secondo coloro che aderiscono a questa visione,
  perché il cibo possa essere considerato ḥalāl non deve
  essere una sostanza proibita e la carne deve essere stata
  macellata secondo le linee guida tradizionali indicate nella
  Sunna (gli animali devono essere coscienti al momento
  dell'uccisione che deve essere procurata recidendo la
  trachea e l'esofago e sopravvenire per il dissanguamento
  completo dell'animale).
L’alimentazione,secondo la religione
                 cristiana
Nella religione cristiana a differenza di quella ebraica e islamica, non esistono
   regole o tabù alimentari se non quelli legati alla moderazione e a evitare gli
   eccessi e i peccati di gola. Questo perché l’insegnamento di Gesù Cristo, per
   quanto riguarda i divieti alimentari, si discosta da quello ebraico. Nella Chiesa
   cattolica fa eccezione a questa regola generale il divieto di consumare carne nel
   venerdì santo insieme all’obbligo del digiuno in alcune circostanze particolari
   come il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo. Nel medioevo, e in qualche
   misura ancora oggi, tra i cristiani, la passione per il cibo (gola) rappresenta uno
   dei sette vizi capitali, perché può essere occasione di cedimento al piacere. Per
   i monaci, per esempio, se la gola era di ostacolo alla salvezza il digiuno era la
   regola per rinforzare la virtù e redimersi. Un valore, questo, ancora in uso in
   alcune forme di ascetismo cristiano. Tuttavia, è importante notare che, nella
   religione cristiana, l’evento culmine della salvezza, cioè l’istituzione
   dell’Eucarestia, si svolge intorno al tavolo dell’ultima cena, durante la
   celebrazione della Pasqua ebraica, mentre gli apostoli e Gesù mangiano
   l’agnello, il pane azzimo, le erbe amare e bevono il vino rosso: un evento che i
   cattolici ricordano e rivivono ogni giorno nella Santa Messa.
L’alimentazione secondo la religione
                buddhista
Nel buddhismo è raccomandata l’astinenza dalle carni per
  rispetto alla vita degli animali. Anche se non direttamente
  prescritta, comunque, l'astensione dalla carne è
  considerata nel buddhismo come un valore finalizzato a
  salvare la vita a un essere senziente: è chiaro, infatti, che,
  se una persona si astiene dal mangiar carne per tutta una
  vita, un certo numero di animali non verranno uccisi per
  lei. Una frase del XIV Dalai Lama sintetizza efficacemente
  questo principio: "Gli animali uccidono solo quando hanno
  fame, e questo è un atteggiamento assai diverso da quello
  degli uomini, che sopprimono milioni di animali solo in
  nome del profitto".
L’evoluzione del cibo nella storia
-gli egizi: All'epoca degli antichi
   egiziani, la dieta comprendeva
   molto pane. Fatto con farina di
   frumento o, più spesso, di orzo,
   questo era infatti alla base
   dell'alimentazione degli antichi
   egizi. Gli egiziani
   non usavano quasi mai la
   carne; così insieme al pane si
   mangiava del pesce sotto sale,
   affumicato o seccato al sole,
   formaggio, legumi e frutta.
   Cruda, oppure sotto forma di
   focaccia dolce con frutta e
   miele. Da bere c'era già il vino e
   la birra, però era un po' diversa
   da quella che conosciamo oggi:
   non aveva bollicine.
L’alimentazione secondo i sumeri
La dieta dei Sumeri era
  largamente vegetariana
  in quanto i bovini erano
  considerati animali da
  lavoro e macellati solo al
  temine della loro vita
  lavorativa. Le materie
  prime della dieta dei
  Sumeri comprendeva
  orzo, frumento, ceci,
  miglio, cipolle, lattuga. Il
  pesce veniva consumato
  normalmente.
L’alimentazione secondo i babilonesi
Più o meno nello stesso periodo,
   però in Mesopotamia, si
   praticava molto la lessatura dei
   cibi. I babilonesi bollivano
   tutto, quindi probabilmente la
   dieta consisteva di un buon
   lesso di carne preparato con
   cipolla, porri, aglio, sangue,
   formaggio fresco e magari
   anche samidu e shuhutinnu:
   due qualità di piante
   aromatiche. Come condimento
   avremmo usato olio di sesamo
   o di oliva, e come dolcificante
   il miele o la frutta, che
   avremmo mangiato anche
   cruda, proprio come oggi. I
   BABILONESI MASTICAVANO I
   SEMI PRIMA DELLE BATTAGLIE.
L’alimentazione secondo gli ebrei
Anche per questo popolo il pane era
  alla base dell'alimentazione, e oltre
  al pane lievitato veniva preparato
  anche un pane senza lievito, detto
  pane azimo. La carne era
  prevalentemente di montone, di
  vitello o di bue; quella di maiale no,
  perché era proibita. Queste
  pietanze venivano lessate o
  arrostite, ma si trattava di cibi non
  comuni e riservati ai giorni di festa.
  Quindi non avremmo trovato molto
  spesso la carne in tavola, in
  compenso legumi, frutta e
  formaggio. Da bere anche qui c'era
  il vino, e insieme a questo bevande
  ricavate dalla fermentazione
  dell'orzo, del miele e delle mele.
L’alimentazione secondo i greci
Nall'antica Grecia, all'ora dell'ariston, il pranzo, il pasto sarebbe stato veloce:
      olive, pesce fritto o formaggio e pane di orzo. In un panificio greco
      avremmo trovato tantissimi tipi diversi di pane Se ne conoscono
      addirittura 72, tra cui il daraton, che era un pane senza lievito; il phaios,
      un pane scuro; il semidelites, fatto con fior di grano; il caibanites, un pane
      composto da varie farine. E poi pani con olive, uva passa e fichi secchi.
      Anche qui non si mangiava molta carne, i greci la consideravano un cibo
      di lusso e compariva solo sulle tavole dei ricchi; la preferita era la carne di
      maiale, anche perché il pollame fece la sua apparizione solo nell'età
      classica. Una famiglia ricca avrebbe mangiato principalmente pane e
      legumi, oppure pesci sotto sale o affumicati, e forse il garon, una specie di
      salsina a base di pesce e erbe aromatiche. Una famiglia molto povera si
      sarebbe dovuta accontentare di pane e frutta. Ciliegie, uva e fragole
      erano molto comuni, mentre le pesche, di origine persiana, furono
      portate in Grecia dopo il IV secolo avanti Cristo. Da bere, anche qui, c'era
      il vino, che si consumava anche nei thermopolia, i bar dell'epoca. C'era
      anche un'altra bevanda, di dubbio gusto: si chiamava kikeon ed era a base
      di farina d'orzo, semi di coriandolo e lino, vino, formaggio grattugiato e
      foglioline di menta.
      I greci ritenevano che il momento del pasto fosse occasione di nutrimento
      non solo del corpo, ma anche dello spirito. La loro moderazione, però non
      impedì loro di inoltrarsi nel campo delle sperimentazioni e delle novità.
      cominciarono a mescolare diverse sostanze e cibi, cercando di
      compensare sapori più forti. i greci introdussero l'uso dell'olio e
      dell'aceto, ritenuto curativo. Per attenuare o esaltare i sapori usavano
      aromi e miele, mentre facevano capolino alcune spezie, provenienti dal
      Medio Oriente e dall'Africa. tra i cereali spiccava l'uso dell'orzo, quasi
      sempre bollito, ma con il passare del tempo la coltivazione del frumento
      portò alla produzione del pane a pasta lievitata.
L’alimentazione secondo i fenici
Nella tavola dei fenici era spesso presente una buona zuppa
    di farro o legumi come lenticchie, fave o ceci. Insieme
    al pane, fatto con farina di orzo, avremmo mangiato
    cipolle, radici, cetrioli o lattuga. In una famiglia ricca
    anche dell'ottima selvaggina; in una povera, invece, del
    pesce. I fenici usavano conservare le pietanze
    facendole essiccare o mettendole sotto sale, quindi in
    occasione di una scampagnata si mangiava, per
    esempio, della carne secca, fichi, uva, datteri o
    melagrane. Come condimenti venivano usati olio,
    sesamo e miele per i dolci. Da bere birra e vino. La birra
    era una bevanda molto diffusa in tutta l'Asia Minore e
    in Egitto, terre in cui orzo e grano venivano coltivati in
    abbondanza; questa veniva consumata
    quotidianamente come dissetante e, in certi casi,
    anche come ricostituente. Il vino era di buona qualità e
    veniva consumato in tutto il Mediterraneo Orientale.
L’alimentazione secondo gli etruschi
A pranzo, tanto per cominciare, una bella farinata di
    cereali, un piatto tradizionale, e insieme a questa
    anche farro, orzo, fave, piselli, fichi, frutti selvatici,
    latte e formaggio di capra. La carne più usata era
    quella di maiale, ma venivano arrostiti anche cervi,
    lepri e qualche orso. Nelle città della costa si
    mangerebbe del pesce: piccoli tonni, pesci spada e
    razze. Nelle lagune di Maccarese e di Orbetello non
    mancavano le anguille e i capitoni, le spigole e le
    orate. Ma questi erano piatti per i ricchi. Il menù di
    una famiglia del popolo, invece comprendeva:
    pane e olive, polenta e verdure cotte o crude, pesci
    in salamoia, frattaglie, conserve sotto aceto e
    castagne. Il vino era la bevanda preferita anche se
    spesso veniva annacquato e poi c'era un'altra
    bevanda molto rinfrescante, fatta con latte
    fermentato.
L’alimentazione secondo i romani
i romani primitivi i pasti erano decisamente frugali, me se nelle epoche successive, e in particolare in quella imperiale, i cambiamenti furono notevoli. I
      romani avevano per la buona tavola un amore che non risparmiava cure e non badava a spese. Anche per loro il pane era alla base dei pasti, però il
      suo uso si diffuse solo verso il II secolo avanti Cristo. Prima si mangiava una specie di pappa di farro e grano, detta puls. Questa veniva consumata
      con legumi come fave, lenticchie e ceci, oppure con la carne allo spiedo. Tra i romani, oltre alle solite carni come bue, agnello e vitello, si usava anche
      quella di asino, di ghiro, di cinghiale, di fagiano e di pavone. Nelle villae si allevavano i pesci, la selvaggina e gli uccelli che venivano poi cucinati con
      maestria dai cuochi: i funghi venivano cucinati col miele; i piccioni con datteri, pepe, miele, aceto, vino, olio e senape; e le pesche venivano
      preparate come noi facciamo le anguille marinate. Si trattava di una cucina in cui venivano mescolati sapori pungenti e sapori dolciastri: nelle stesse
      pietanze, accanto all'aceto e alla menta, si usavano il miele, il mosto cotto e la frutta ridotta a purè. Anche qui il vino era la bevanda preferita, e si
      beveva caldo anche nei bar, che, a giudicare da Pompei, erano diffusi come ai giorni nostri.
      Nell'antica Roma
      Dalla frugalità all'abbondanza
      Agli inizi della civiltà di Roma la cucina degli antichi romani era certamente frugale. Non bisogna dimenticare che la civiltà romana si sviluppò da un
      piccolo villaggio di agricoltori. Furono i contatti con la Magna Grecia a far iniziare l'evoluzione di nuove coltivazioni e quindi di nuove preparazioni.
      All'inizio erano soprattutto polente a base di cereali, primi tra tutti l'orzo, il miglio, e poi il farro, la base dell'alimentazione. Il sale era usato
      pochissimo perchè bene assai prezioso e costoso e a volte il cereale veniva fatto bollire nell'acqua di mare. La carne era poca, soprattutto di maiale e
      si preparava nei giorni di festa. Le polente potevano essere arricchite con formaggi, miele oppure uova. Progressivamente, con le conquiste e la
      possibilità di conoscere nuovi prodotti dell'agricoltura, nuove spezie e nuove abitudini alimentari, la cucina romana si trasformò con un'abbondanza
      di ingredienti e preparazioni da far tremare i dietologi.
      Salse e cottura
      Dietologi veri e propri tra i Romani non esistevano, ma ben presto ci si rese conto che gli eccessi alimentari erano fonte di un gran numero di
      malattie. Così, accanto ai primi trattati di gastronomia, nacquero alcuni rudimentali trattati di dietetica, i cui principi rimasero in voga fino al
      Medioevo. ed erano ben giustificati, se si pensa che i banchetti del periodo imperiale potevano annoverare fino a cento e più portate. Due le
      caratteristiche principali nelle preparazioni dei Romani: l'introduzione delle salse, che avevano il compito di "coprire" il gusto dei cibi mal conservati,
      ma che in seguito divennero elementi distintivi delle ricette, e la cottura dei pesci che venivano, infatti, bolliti prima di essere fritti o arrostiti.
      Lentamente il pane sostituì le polente di cereali. Dal pane alla pasticceria, anche se primitiva, il passo fu breve: bastò aggiungere miele, uvetta e noci
      e nocciole.
      Peccati di gola
      Quali erano i cibi più ricercati tra gli antichi? Come ai giorni nostri, era la scarsità a decretare il successo di un particolare alimento. Così anche tra i
      Greci e i Romani i tartufi e i funghi erano prelibatezza riservata ai ricchi. Alcune verdure, come gli asparagi o i fichi, erano oggetto di alcune leggi
      speciali. I Romani impararono le tecniche della conservazione delle carni e della produzione dei salumi, che poiché erano lavorati con il sale e le
      spezie, beni preziosi, erano una vera prelibatezza. Ostriche e aragoste erano i più apprezzati tra i prodotti ittici. E, a proposito di salse, una
      squisitezza che compare in tutti i trattati di cucina era il garum o liquamen. Era un condimento ricavato da interiora di pesce impastate con sale e con
      erbe odorose.
Una scorretta
   alimentazione,
porta a delle malattie
    anche gravi!
OBESITà
Patologia caratterizzata dall'accumulo di eccessive quantità di tessuto adiposo a livello sottocutaneo, e da un
    peso corporeo molto al di sopra dei valori normali. Lo sviluppo dell’obesità a partire da uno stato iniziale
    di sovrappeso può avvenire più o meno gradualmente, a seconda dell’individuo colpito. Il sovrappeso
    può manifestarsi nell’infanzia, infatti hamburger e patatine sono uno dei piatti preferiti dai bambini. Per
    non parlare delle merendine, bevande zuccherate gassate e gelati. Molti genitori utilizzano questi
    alimenti per premiare i figli. L’obesità può anche comparire in età avanzata. La deposizione di lipidi nelle
    cellule adipose, che forniscono circa il doppio dell'energia dei carboidrati o delle proteine, rappresenta
    un efficiente sistema con cui l’organismo accumula una riserva energetica di cui poter disporre. I lipidi,
    dunque, completano la funzione energetica, svolta innanzitutto dai carboidrati. La deposizione eccessiva
    di grasso corporeo è però un fenomeno anomalo, le cui cause non sono ancora del tutto chiarite.
    L’obesità è probabilmente una patologia multifattoriale, scatenata cioè da cause differenti, che, a
    seconda dell’individuo, possono rivestire un significato più o meno preponderante. Spesso si riscontra un
    regime alimentare scorretto, a cui possono essere associati altri fattori: in alcuni soggetti vi è uno
    squilibrio del sistema endocrino; in altri sembra che la causa vada ricercata in una storia familiare di
    obesità. Possono anche essere presenti disturbi a livello dell’apparato digerente, che alterano la capacità
    di assorbimento delle sostanze nutritive. Alcuni ricercatori hanno dimostrato che gli individui di peso
    normale compensano eventuali eccessi alimentari in modo fisiologico, alimentandosi in minore quantità,
    mentre gli obesi non sembrano in grado di attuare questo controllo. In alcuni di questi, la massa
    corporea può raggiungere un valore superiore alla norma perché, anche se i meccanismi che controllano
    il metabolismo energetico sono efficienti, vengono ”regolati” su un valore di equilibrio troppo alto. In tal
    caso, la causa della patologia può risidere in un’alterazione dei centri di controllo nervosi. Si è anche
    verificato che l’obesità può insorgere dopo alcuni eventi scatenanti, quali la gravidanza, un’attività fisica
    forzatamente ridotta e disturbi psicologici. I soggetti obesi vanno incontro a possibili complicazioni del
    loro stato di salute generale, perché il sovrappeso ha effetti negativi soprattutto sull’apparato scheletrico
    e sull’apparato circolatorio. Le malattie che più di frequente insorgono, come conseguenza dell’obesità,
    sono il diabete, l’insufficienza coronarica, l’infarto del miocardio, l’arteriosclerosi, l’ipertensione,
    l’insufficienza respiratoria e l’artrosi.
ANORESSIA
Anoressia Patologia caratterizzata da perdita dell’appetito e progressivo rifiuto del cibo e,
   talvolta, anche dell’acqua. È una malattia che porta ad un dimagrimento smisurato e
   spaventoso. La persona affetta da anoressia non mangia e non vuole mangiare. Cosicché
   dimagrisce, deperisce, e spesso deve essere ricoverata in ospedale per
   un’alimentazione forzata. In qualche caso la persona non cela fa a recuperare peso e le forze
   e sopravviene la morte. L’anoressia non è dovuta ad un semplice disagio, ma è una vera e
   propria malattia mentale. Non ci sono farmaci idonei a curarla in quanto la persona
   anoressica è ferma nel suo proposito di non mangiare. L’anoressia non è una malattia
   moderna. Essa può avere diverse cause; può essere organica, e costituire una manifestazione
   di gravi malattie, come alcune forme di cancro e l’ipertiroidismo, o essere concomitante a
   forme di gastrite, all’alcolismo, o ad alcune affezioni associate all’AIDS. L’anoressia determina,
   se si protrae nel tempo, carenze nutrizionali; può condurre a uno stato di vera e propria
   malnutrizione. Un particolare tipo di anoressia è quella denominata anoressia mentale o
   nervosa. ANORESSIA MENTALEL’anoressia mentale costituisce una forma di anoressia tipica
   soprattutto delle ragazze adolescenti. Sembrano particolarmente colpite le ragazze tra i 12 e
   i 18 anni, appartenenti a classi sociali medio-alte. Essa viene considerata più un disturbo
   psicologico che una malattia organica; questo aspetto rende spesso più difficile la sua
   individuazione, almeno nelle sue fasi iniziali, e più complesso il trattamento terapeutico. In
   molti casi l’anoressia non è riconosciuta come un “problema” da parte del soggetto che ne è
   affetto o dei suoi familiari; di conseguenza, la consultazione di un medico viene effettuata
   spesso per il trattamento di disturbi che non sembrano in relazione con l’anoressia e che, in
   realtà, ne sono conseguenti.
BULIMIA
Bulimia Disturbo dell’alimentazione in cui il paziente sembra colpito da fame
   insaziabile e ingerisce alimenti in grande quantità e in modo non bilanciato.
   In molti casi, dopo il pasto si provoca il vomito o ingerisce lassativi, allo
   scopo di ingerire nuovamente cibo; in altri casi, la bulimia può alternarsi con
   periodi di anoressia, in cui il soggetto rifiuta il cibo.
   DISTURBI ORGANICI. Il quadro clinico dei soggetti bulimici rivela lesioni a
   diversi organi: erosione dei denti, dovuta ai ripetuti episodi di vomito;
   lesioni della mucosa esofagea; aumento del volume delle ghiandole
   paratiroidi; infiammazione del tubo digerente; alterazione del bilancio idrico
   e dei sali, soprattutto del potassio, derivante dall’uso prolungato dei
   lassativi, da cui possono derivare estrema debolezza, paralisi e anomalie
   della contrazione cardiaca. Altri disturbi possono derivare dagli effetti
   collaterali dei farmaci assunti frequentemente dai bulimici, quali i lassativi,
   sostanze emetiche che inducono il vomito e, nel caso dei bulimici-
   anoressici, gli anoressizzanti per ridurre l’appetito e i diuretici. In generale,
   le prospettive di guarigione sono migliori per i bulimici che per gli
   anoressici.
ORTORESSIA
L’ortoressia ( dal greco orthos- corretto-e orexis-
   appetito-) è una forma di attenzione eccessiva alle
   regole alimentari, alla scelta del cibo e alle sue
   caratteristiche. Può essere dovuta a una paura, a
   volte maniacale, d’ingrassare o di non essere in
   perfetta salute, e conduce proprio, di norma, ad un
   risultato opposto con conseguenze negative sul
   sistema nervoso, avvertite con difficoltà dal
   soggetto colpito e in modo evidente da chi lo
   circonda. È classificata come disturbo
   dell’alimentazione, ma non ancora ufficialmente
   riconosciuta dal mondo psichiatrico.

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L’alimentazione

  • 1. L’ALIMENTAZIONE Mangiare bene,non è sempre una cosa facile,pertanto esistono diversi tipi di alimentazione,a seconda dei diversi paesi in cui ci troviamo. Però c’è una cosa che accomuna tutti i paesi: i disturbi alimentari,che sono comportamenti inadeguati che riguardano l'assunzione del cibo.
  • 2. Alimentazione negli Stati Uniti La giornata americana prevede tre pasti principali:La colazione ( breakfast ), il pranzo(lunch) e la cena (dinner ) -Il breakfast è una prima colazione molto sostanziosa, solitamente composta da: un buon bicchiere di succo d’arancia, cereali con latte, pane tostato con burro e marmellata, uova al tegamino, salsicciotti, bacon fritto, pankakes con sciroppo d’acero, caffè lungo o tè. -Il lunch, è generalmente un pasto secondario, consumato piuttosto rapidamente, spesso sul lavoro . Pertanto, molte persone si portano qualcosa di già pronto da casa: un thermos con la minestra, oppure un panino, cui fanno seguire frutta o yogurt . Il pranzo, tuttavia, almeno nei giorni festivi o comunque quando si è a casa oppure durante pranzi di affari o in occasioni formali, viene consumato con più calma e preparato con più attenzione e cura . Diventa allora una via di mezzo tra la colazione ed il lunch, che prende il nome di brunch. -Il dinner in America non ha regole molto rigide: si varia a seconda dei posti, delle usanze familiari e delle stagioni . La portata principale è comunque sempre il secondo, solitamente a base di carne (o pesce), accompagnate da patate e da altre verdure .Generalmente si mangia anche il tipico “Hot dog o “hamburger “con patatine fritte. Fondamentale è poi il dolce: una torta casalinga, oppure dei biscotti.
  • 3. Alimentazione in Francia -colazione:la colazione francese è molto simile a quella italiana:Di solito consiste infatti in una bevanda calda (caffè, tè, latte), pane con burro e marmellata o cereali. Oppure si mangiano i viennoiseries,che sono dolci da forno, tipici della cucina francese, la cui realizzazione si avvicina molto a quella del pane. Ne sono un esempio le brioche, i croissant. -pranzo: L’antipasto è chiamato entrée(si tratta di un piatto costituito da verdura cruda o salumi anche se può includere alcuni tipi di frutta); il piatto principale è rappresentato da carne o pesce presentati insieme a verdure cotte, pasta o riso. Il pranzo è a volte accompagnato da vino o, occasionalmente, da birra. - La cena francese, è molto simile a quella del pranzo. Spesso al posto dell'antipasto viene servita una zuppa. Due tipici dolci: il croissant e il pain au chocolat. Il croissant è una pasta dolce a forma di mezzaluna, simile ai nostri cornetti.
  • 4. Alimentazione in Italia -la colazione:la colazione la tradizionale tipica italiana con cappuccino, o caffè nelle sue possibili varianti (macchiato, corto, lungo, decaffeinato, di orzo, e al Ginseng), e cornetti, biscotti, cereali, cioccolata, latte, tè, succhi di frutta, crostatine, fette biscottate, marmellate, miele e frutta -il pranzo: primo:pasta con moltissimi tipi di sughi(pomodoro,ragù, funghi,pesce,…)e molti tipi di pasta(spaghetti,ciavattoni,pennette,gnocchi,…), secondo: carne,verdure,sottaceti, frutta e frutta secca. -cena: pizza o carne con contorno di verdure oppure,gli italiani,usano mangiare cibi tipici degli altri paesi,quello cinese,americano,messicano.
  • 5. Il modo di mangiare e ciò che si mangia, non sono elementi casuali o marginali nella vita, ma rivestono una grande importanza anche per il benessere. Il rapporto che le persone instaurano col cibo è complesso e legato a fattori diversi: è senza dubbio un fatto culturale poiché il modo di pensare il cibo è mediato culturalmente dall’ambiente e dalla società in cui si vive . Tra gli elementi culturali che influenzano il modo di alimentarsi c’è anche la religione.
  • 6. L’alimentazione legata alla religione ebraica nel libro del Levitico (Antico Testamento) c’è una lunga disamina dei cibi vietati perché ”empi”.Quindi vengono indicati i cibi permessi (kashèr) e il modo di prepararli, seguendo gli insegnamenti della Torah (Legge). Secondo l’ebraismo queste norme, che limitano la libertà dell'uomo nella scelta fra animali puri (kashèr) e impuri (tarèf) sono importanti perché ricordano che il Signore è il padrone dell'universo e che bisogna avere pietà anche verso gli animali. Solo per fare qualche esempio di norme: vengono considerati animali puri i quadrupedi ruminanti, con l'unghia spaccata (bovini, ovini, caprini) e sono kashèr anche molti gallinacei, oche, anatre. Sono proibiti i volatili rapaci e notturni. Un'altra norma importante è quella di non cibarsi del sangue degli animali, in quanto esso è il simbolo della vita. Ecco perché, per prima cosa, l'animale deve essere ucciso con un sistema speciale (shechità) atto non solo a non farlo soffrire, ma anche a eliminare più sangue possibile. Vietato è anche cibarsi di carne e latte (o latticini) insieme. Dopo la carne, devono passare almeno sei ore prima di mangiare dei latticini; dopo i latticini prima di mangiare la carne bisogna lavarsi bene la bocca. Bisogna avere recipienti e stoviglie separate per cibi di carne e di latte.
  • 7. L’alimentazione legata alla religione islamica Nel mondo islamico, esistono Centri di Certificazione di Qualità Halāl, che hanno il compito di garantire l’osservanza delle norme alimentari. Halāl è una parola araba che significa "lecito" e, in Occidente, si riferisce principalmente al cibo preparato in modo accettabile per la legge islamica. Questa parola include tutto ciò che è permesso secondo l'Islam, la condotta e le norme in materia di alimentazione, in contrasto a ciò che è harām, “proibito”. Secondo coloro che aderiscono a questa visione, perché il cibo possa essere considerato ḥalāl non deve essere una sostanza proibita e la carne deve essere stata macellata secondo le linee guida tradizionali indicate nella Sunna (gli animali devono essere coscienti al momento dell'uccisione che deve essere procurata recidendo la trachea e l'esofago e sopravvenire per il dissanguamento completo dell'animale).
  • 8. L’alimentazione,secondo la religione cristiana Nella religione cristiana a differenza di quella ebraica e islamica, non esistono regole o tabù alimentari se non quelli legati alla moderazione e a evitare gli eccessi e i peccati di gola. Questo perché l’insegnamento di Gesù Cristo, per quanto riguarda i divieti alimentari, si discosta da quello ebraico. Nella Chiesa cattolica fa eccezione a questa regola generale il divieto di consumare carne nel venerdì santo insieme all’obbligo del digiuno in alcune circostanze particolari come il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo. Nel medioevo, e in qualche misura ancora oggi, tra i cristiani, la passione per il cibo (gola) rappresenta uno dei sette vizi capitali, perché può essere occasione di cedimento al piacere. Per i monaci, per esempio, se la gola era di ostacolo alla salvezza il digiuno era la regola per rinforzare la virtù e redimersi. Un valore, questo, ancora in uso in alcune forme di ascetismo cristiano. Tuttavia, è importante notare che, nella religione cristiana, l’evento culmine della salvezza, cioè l’istituzione dell’Eucarestia, si svolge intorno al tavolo dell’ultima cena, durante la celebrazione della Pasqua ebraica, mentre gli apostoli e Gesù mangiano l’agnello, il pane azzimo, le erbe amare e bevono il vino rosso: un evento che i cattolici ricordano e rivivono ogni giorno nella Santa Messa.
  • 9. L’alimentazione secondo la religione buddhista Nel buddhismo è raccomandata l’astinenza dalle carni per rispetto alla vita degli animali. Anche se non direttamente prescritta, comunque, l'astensione dalla carne è considerata nel buddhismo come un valore finalizzato a salvare la vita a un essere senziente: è chiaro, infatti, che, se una persona si astiene dal mangiar carne per tutta una vita, un certo numero di animali non verranno uccisi per lei. Una frase del XIV Dalai Lama sintetizza efficacemente questo principio: "Gli animali uccidono solo quando hanno fame, e questo è un atteggiamento assai diverso da quello degli uomini, che sopprimono milioni di animali solo in nome del profitto".
  • 10. L’evoluzione del cibo nella storia -gli egizi: All'epoca degli antichi egiziani, la dieta comprendeva molto pane. Fatto con farina di frumento o, più spesso, di orzo, questo era infatti alla base dell'alimentazione degli antichi egizi. Gli egiziani non usavano quasi mai la carne; così insieme al pane si mangiava del pesce sotto sale, affumicato o seccato al sole, formaggio, legumi e frutta. Cruda, oppure sotto forma di focaccia dolce con frutta e miele. Da bere c'era già il vino e la birra, però era un po' diversa da quella che conosciamo oggi: non aveva bollicine.
  • 11. L’alimentazione secondo i sumeri La dieta dei Sumeri era largamente vegetariana in quanto i bovini erano considerati animali da lavoro e macellati solo al temine della loro vita lavorativa. Le materie prime della dieta dei Sumeri comprendeva orzo, frumento, ceci, miglio, cipolle, lattuga. Il pesce veniva consumato normalmente.
  • 12. L’alimentazione secondo i babilonesi Più o meno nello stesso periodo, però in Mesopotamia, si praticava molto la lessatura dei cibi. I babilonesi bollivano tutto, quindi probabilmente la dieta consisteva di un buon lesso di carne preparato con cipolla, porri, aglio, sangue, formaggio fresco e magari anche samidu e shuhutinnu: due qualità di piante aromatiche. Come condimento avremmo usato olio di sesamo o di oliva, e come dolcificante il miele o la frutta, che avremmo mangiato anche cruda, proprio come oggi. I BABILONESI MASTICAVANO I SEMI PRIMA DELLE BATTAGLIE.
  • 13. L’alimentazione secondo gli ebrei Anche per questo popolo il pane era alla base dell'alimentazione, e oltre al pane lievitato veniva preparato anche un pane senza lievito, detto pane azimo. La carne era prevalentemente di montone, di vitello o di bue; quella di maiale no, perché era proibita. Queste pietanze venivano lessate o arrostite, ma si trattava di cibi non comuni e riservati ai giorni di festa. Quindi non avremmo trovato molto spesso la carne in tavola, in compenso legumi, frutta e formaggio. Da bere anche qui c'era il vino, e insieme a questo bevande ricavate dalla fermentazione dell'orzo, del miele e delle mele.
  • 14. L’alimentazione secondo i greci Nall'antica Grecia, all'ora dell'ariston, il pranzo, il pasto sarebbe stato veloce: olive, pesce fritto o formaggio e pane di orzo. In un panificio greco avremmo trovato tantissimi tipi diversi di pane Se ne conoscono addirittura 72, tra cui il daraton, che era un pane senza lievito; il phaios, un pane scuro; il semidelites, fatto con fior di grano; il caibanites, un pane composto da varie farine. E poi pani con olive, uva passa e fichi secchi. Anche qui non si mangiava molta carne, i greci la consideravano un cibo di lusso e compariva solo sulle tavole dei ricchi; la preferita era la carne di maiale, anche perché il pollame fece la sua apparizione solo nell'età classica. Una famiglia ricca avrebbe mangiato principalmente pane e legumi, oppure pesci sotto sale o affumicati, e forse il garon, una specie di salsina a base di pesce e erbe aromatiche. Una famiglia molto povera si sarebbe dovuta accontentare di pane e frutta. Ciliegie, uva e fragole erano molto comuni, mentre le pesche, di origine persiana, furono portate in Grecia dopo il IV secolo avanti Cristo. Da bere, anche qui, c'era il vino, che si consumava anche nei thermopolia, i bar dell'epoca. C'era anche un'altra bevanda, di dubbio gusto: si chiamava kikeon ed era a base di farina d'orzo, semi di coriandolo e lino, vino, formaggio grattugiato e foglioline di menta. I greci ritenevano che il momento del pasto fosse occasione di nutrimento non solo del corpo, ma anche dello spirito. La loro moderazione, però non impedì loro di inoltrarsi nel campo delle sperimentazioni e delle novità. cominciarono a mescolare diverse sostanze e cibi, cercando di compensare sapori più forti. i greci introdussero l'uso dell'olio e dell'aceto, ritenuto curativo. Per attenuare o esaltare i sapori usavano aromi e miele, mentre facevano capolino alcune spezie, provenienti dal Medio Oriente e dall'Africa. tra i cereali spiccava l'uso dell'orzo, quasi sempre bollito, ma con il passare del tempo la coltivazione del frumento portò alla produzione del pane a pasta lievitata.
  • 15. L’alimentazione secondo i fenici Nella tavola dei fenici era spesso presente una buona zuppa di farro o legumi come lenticchie, fave o ceci. Insieme al pane, fatto con farina di orzo, avremmo mangiato cipolle, radici, cetrioli o lattuga. In una famiglia ricca anche dell'ottima selvaggina; in una povera, invece, del pesce. I fenici usavano conservare le pietanze facendole essiccare o mettendole sotto sale, quindi in occasione di una scampagnata si mangiava, per esempio, della carne secca, fichi, uva, datteri o melagrane. Come condimenti venivano usati olio, sesamo e miele per i dolci. Da bere birra e vino. La birra era una bevanda molto diffusa in tutta l'Asia Minore e in Egitto, terre in cui orzo e grano venivano coltivati in abbondanza; questa veniva consumata quotidianamente come dissetante e, in certi casi, anche come ricostituente. Il vino era di buona qualità e veniva consumato in tutto il Mediterraneo Orientale.
  • 16. L’alimentazione secondo gli etruschi A pranzo, tanto per cominciare, una bella farinata di cereali, un piatto tradizionale, e insieme a questa anche farro, orzo, fave, piselli, fichi, frutti selvatici, latte e formaggio di capra. La carne più usata era quella di maiale, ma venivano arrostiti anche cervi, lepri e qualche orso. Nelle città della costa si mangerebbe del pesce: piccoli tonni, pesci spada e razze. Nelle lagune di Maccarese e di Orbetello non mancavano le anguille e i capitoni, le spigole e le orate. Ma questi erano piatti per i ricchi. Il menù di una famiglia del popolo, invece comprendeva: pane e olive, polenta e verdure cotte o crude, pesci in salamoia, frattaglie, conserve sotto aceto e castagne. Il vino era la bevanda preferita anche se spesso veniva annacquato e poi c'era un'altra bevanda molto rinfrescante, fatta con latte fermentato.
  • 17. L’alimentazione secondo i romani i romani primitivi i pasti erano decisamente frugali, me se nelle epoche successive, e in particolare in quella imperiale, i cambiamenti furono notevoli. I romani avevano per la buona tavola un amore che non risparmiava cure e non badava a spese. Anche per loro il pane era alla base dei pasti, però il suo uso si diffuse solo verso il II secolo avanti Cristo. Prima si mangiava una specie di pappa di farro e grano, detta puls. Questa veniva consumata con legumi come fave, lenticchie e ceci, oppure con la carne allo spiedo. Tra i romani, oltre alle solite carni come bue, agnello e vitello, si usava anche quella di asino, di ghiro, di cinghiale, di fagiano e di pavone. Nelle villae si allevavano i pesci, la selvaggina e gli uccelli che venivano poi cucinati con maestria dai cuochi: i funghi venivano cucinati col miele; i piccioni con datteri, pepe, miele, aceto, vino, olio e senape; e le pesche venivano preparate come noi facciamo le anguille marinate. Si trattava di una cucina in cui venivano mescolati sapori pungenti e sapori dolciastri: nelle stesse pietanze, accanto all'aceto e alla menta, si usavano il miele, il mosto cotto e la frutta ridotta a purè. Anche qui il vino era la bevanda preferita, e si beveva caldo anche nei bar, che, a giudicare da Pompei, erano diffusi come ai giorni nostri. Nell'antica Roma Dalla frugalità all'abbondanza Agli inizi della civiltà di Roma la cucina degli antichi romani era certamente frugale. Non bisogna dimenticare che la civiltà romana si sviluppò da un piccolo villaggio di agricoltori. Furono i contatti con la Magna Grecia a far iniziare l'evoluzione di nuove coltivazioni e quindi di nuove preparazioni. All'inizio erano soprattutto polente a base di cereali, primi tra tutti l'orzo, il miglio, e poi il farro, la base dell'alimentazione. Il sale era usato pochissimo perchè bene assai prezioso e costoso e a volte il cereale veniva fatto bollire nell'acqua di mare. La carne era poca, soprattutto di maiale e si preparava nei giorni di festa. Le polente potevano essere arricchite con formaggi, miele oppure uova. Progressivamente, con le conquiste e la possibilità di conoscere nuovi prodotti dell'agricoltura, nuove spezie e nuove abitudini alimentari, la cucina romana si trasformò con un'abbondanza di ingredienti e preparazioni da far tremare i dietologi. Salse e cottura Dietologi veri e propri tra i Romani non esistevano, ma ben presto ci si rese conto che gli eccessi alimentari erano fonte di un gran numero di malattie. Così, accanto ai primi trattati di gastronomia, nacquero alcuni rudimentali trattati di dietetica, i cui principi rimasero in voga fino al Medioevo. ed erano ben giustificati, se si pensa che i banchetti del periodo imperiale potevano annoverare fino a cento e più portate. Due le caratteristiche principali nelle preparazioni dei Romani: l'introduzione delle salse, che avevano il compito di "coprire" il gusto dei cibi mal conservati, ma che in seguito divennero elementi distintivi delle ricette, e la cottura dei pesci che venivano, infatti, bolliti prima di essere fritti o arrostiti. Lentamente il pane sostituì le polente di cereali. Dal pane alla pasticceria, anche se primitiva, il passo fu breve: bastò aggiungere miele, uvetta e noci e nocciole. Peccati di gola Quali erano i cibi più ricercati tra gli antichi? Come ai giorni nostri, era la scarsità a decretare il successo di un particolare alimento. Così anche tra i Greci e i Romani i tartufi e i funghi erano prelibatezza riservata ai ricchi. Alcune verdure, come gli asparagi o i fichi, erano oggetto di alcune leggi speciali. I Romani impararono le tecniche della conservazione delle carni e della produzione dei salumi, che poiché erano lavorati con il sale e le spezie, beni preziosi, erano una vera prelibatezza. Ostriche e aragoste erano i più apprezzati tra i prodotti ittici. E, a proposito di salse, una squisitezza che compare in tutti i trattati di cucina era il garum o liquamen. Era un condimento ricavato da interiora di pesce impastate con sale e con erbe odorose.
  • 18. Una scorretta alimentazione, porta a delle malattie anche gravi!
  • 19. OBESITà Patologia caratterizzata dall'accumulo di eccessive quantità di tessuto adiposo a livello sottocutaneo, e da un peso corporeo molto al di sopra dei valori normali. Lo sviluppo dell’obesità a partire da uno stato iniziale di sovrappeso può avvenire più o meno gradualmente, a seconda dell’individuo colpito. Il sovrappeso può manifestarsi nell’infanzia, infatti hamburger e patatine sono uno dei piatti preferiti dai bambini. Per non parlare delle merendine, bevande zuccherate gassate e gelati. Molti genitori utilizzano questi alimenti per premiare i figli. L’obesità può anche comparire in età avanzata. La deposizione di lipidi nelle cellule adipose, che forniscono circa il doppio dell'energia dei carboidrati o delle proteine, rappresenta un efficiente sistema con cui l’organismo accumula una riserva energetica di cui poter disporre. I lipidi, dunque, completano la funzione energetica, svolta innanzitutto dai carboidrati. La deposizione eccessiva di grasso corporeo è però un fenomeno anomalo, le cui cause non sono ancora del tutto chiarite. L’obesità è probabilmente una patologia multifattoriale, scatenata cioè da cause differenti, che, a seconda dell’individuo, possono rivestire un significato più o meno preponderante. Spesso si riscontra un regime alimentare scorretto, a cui possono essere associati altri fattori: in alcuni soggetti vi è uno squilibrio del sistema endocrino; in altri sembra che la causa vada ricercata in una storia familiare di obesità. Possono anche essere presenti disturbi a livello dell’apparato digerente, che alterano la capacità di assorbimento delle sostanze nutritive. Alcuni ricercatori hanno dimostrato che gli individui di peso normale compensano eventuali eccessi alimentari in modo fisiologico, alimentandosi in minore quantità, mentre gli obesi non sembrano in grado di attuare questo controllo. In alcuni di questi, la massa corporea può raggiungere un valore superiore alla norma perché, anche se i meccanismi che controllano il metabolismo energetico sono efficienti, vengono ”regolati” su un valore di equilibrio troppo alto. In tal caso, la causa della patologia può risidere in un’alterazione dei centri di controllo nervosi. Si è anche verificato che l’obesità può insorgere dopo alcuni eventi scatenanti, quali la gravidanza, un’attività fisica forzatamente ridotta e disturbi psicologici. I soggetti obesi vanno incontro a possibili complicazioni del loro stato di salute generale, perché il sovrappeso ha effetti negativi soprattutto sull’apparato scheletrico e sull’apparato circolatorio. Le malattie che più di frequente insorgono, come conseguenza dell’obesità, sono il diabete, l’insufficienza coronarica, l’infarto del miocardio, l’arteriosclerosi, l’ipertensione, l’insufficienza respiratoria e l’artrosi.
  • 20. ANORESSIA Anoressia Patologia caratterizzata da perdita dell’appetito e progressivo rifiuto del cibo e, talvolta, anche dell’acqua. È una malattia che porta ad un dimagrimento smisurato e spaventoso. La persona affetta da anoressia non mangia e non vuole mangiare. Cosicché dimagrisce, deperisce, e spesso deve essere ricoverata in ospedale per un’alimentazione forzata. In qualche caso la persona non cela fa a recuperare peso e le forze e sopravviene la morte. L’anoressia non è dovuta ad un semplice disagio, ma è una vera e propria malattia mentale. Non ci sono farmaci idonei a curarla in quanto la persona anoressica è ferma nel suo proposito di non mangiare. L’anoressia non è una malattia moderna. Essa può avere diverse cause; può essere organica, e costituire una manifestazione di gravi malattie, come alcune forme di cancro e l’ipertiroidismo, o essere concomitante a forme di gastrite, all’alcolismo, o ad alcune affezioni associate all’AIDS. L’anoressia determina, se si protrae nel tempo, carenze nutrizionali; può condurre a uno stato di vera e propria malnutrizione. Un particolare tipo di anoressia è quella denominata anoressia mentale o nervosa. ANORESSIA MENTALEL’anoressia mentale costituisce una forma di anoressia tipica soprattutto delle ragazze adolescenti. Sembrano particolarmente colpite le ragazze tra i 12 e i 18 anni, appartenenti a classi sociali medio-alte. Essa viene considerata più un disturbo psicologico che una malattia organica; questo aspetto rende spesso più difficile la sua individuazione, almeno nelle sue fasi iniziali, e più complesso il trattamento terapeutico. In molti casi l’anoressia non è riconosciuta come un “problema” da parte del soggetto che ne è affetto o dei suoi familiari; di conseguenza, la consultazione di un medico viene effettuata spesso per il trattamento di disturbi che non sembrano in relazione con l’anoressia e che, in realtà, ne sono conseguenti.
  • 21. BULIMIA Bulimia Disturbo dell’alimentazione in cui il paziente sembra colpito da fame insaziabile e ingerisce alimenti in grande quantità e in modo non bilanciato. In molti casi, dopo il pasto si provoca il vomito o ingerisce lassativi, allo scopo di ingerire nuovamente cibo; in altri casi, la bulimia può alternarsi con periodi di anoressia, in cui il soggetto rifiuta il cibo. DISTURBI ORGANICI. Il quadro clinico dei soggetti bulimici rivela lesioni a diversi organi: erosione dei denti, dovuta ai ripetuti episodi di vomito; lesioni della mucosa esofagea; aumento del volume delle ghiandole paratiroidi; infiammazione del tubo digerente; alterazione del bilancio idrico e dei sali, soprattutto del potassio, derivante dall’uso prolungato dei lassativi, da cui possono derivare estrema debolezza, paralisi e anomalie della contrazione cardiaca. Altri disturbi possono derivare dagli effetti collaterali dei farmaci assunti frequentemente dai bulimici, quali i lassativi, sostanze emetiche che inducono il vomito e, nel caso dei bulimici- anoressici, gli anoressizzanti per ridurre l’appetito e i diuretici. In generale, le prospettive di guarigione sono migliori per i bulimici che per gli anoressici.
  • 22. ORTORESSIA L’ortoressia ( dal greco orthos- corretto-e orexis- appetito-) è una forma di attenzione eccessiva alle regole alimentari, alla scelta del cibo e alle sue caratteristiche. Può essere dovuta a una paura, a volte maniacale, d’ingrassare o di non essere in perfetta salute, e conduce proprio, di norma, ad un risultato opposto con conseguenze negative sul sistema nervoso, avvertite con difficoltà dal soggetto colpito e in modo evidente da chi lo circonda. È classificata come disturbo dell’alimentazione, ma non ancora ufficialmente riconosciuta dal mondo psichiatrico.