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Il Novecento

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Il Novecento

  1. 1. L’io e la realtà <ul><li>Il passaggio fra ‘800 e ‘900 in letteratura </li></ul>
  2. 2. PASSAGGIO 800/900 Perdita del centro Fiducia nella conoscenza oggettiva e razionale della realtà ‘ Perdita di identità – io frantumato Unità della concezione di sé: l’io è un dato sicuro, fondante 900 800
  3. 3. Angoscia e smarrimento di fronte al non senso Realtà: complesso di fenomeni materiali regolati da leggi meccanicistiche e determinate Realtà misteriosa, complessa, inconoscibile perlomeno da strumenti scientifici Hegel: tutto il reale è razionale e viceversa 900 800
  4. 4. “ Urge sapere perché….” “ Sapere come…” 900 800
  5. 5. Letteratura interrogativa :l’uomo non sa piu’ chi è e vuole chiedersi il senso di tutto Narrativa esplicativa 900 800
  6. 6. Letteratura interrogativa “Il libro” di G.Pascoli Un uomo è là, che sfoglia dalla prima carta all’estrema, rapido, e pian piano va, dall’estrema, a ritrovar la prima.
  7. 7. La concezione della realtà “ meccanismo” “ ingranaggi” “ pezzo per pezzo” Zola: La realtà è conoscibile con operazioni meccaniche di smontaggio e rimontaggio Presenza di un “io” che sgomento chiede Presenza di una umanità che domina Pascoli - Milosz Attenzione puntata sul “perché” Zola: Attenzione puntata sul “come” 900 800
  8. 8. La concezione della realtà “ inconciliabile…”, “incomprensibile..”, “ quando moriro’…” Milosz – Pascoli: La realtà è complessa, misteriosa, non conoscibile, c’è un “oltre” 900
  9. 9. Lo sguardo del narratore sulla realtà <ul><li>800 (Verga) </li></ul><ul><li>La realtà puo’ essere “fotografata” </li></ul><ul><li>Romanzo: documento umano </li></ul><ul><li>Riduzione positivistica dell’uomo a neutro ed impassibile registratore di eventi </li></ul>
  10. 10. <ul><li>‘ 900 </li></ul><ul><li>La realtà dietro le apparenze non puo’ essere fissata in una forma </li></ul><ul><li>La funzione dell’uomo e dello scrittore è spingere lo sguardo oltre la superficie dei fenomeni </li></ul>Lo sguardo del narratore sulla realtà
  11. 11. Ottocento Zola: “ mettere in luce gli ingranaggi delle manifestazioni passionali ..” Manzoni: “….. Così fatto è questo guazzabuglio del cuore umano ” Realtà misteriosa in cui il principio di causalità, meccanicamente inteso, non sempre opera “Conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta piu’ cauta ed innocente non basta a tenerli lontani…” NATURALISMO ROMANTICISMO
  12. 12. <ul><li>Romanticismo- Naturalismo </li></ul><ul><li>Non si mette in discussione la consistenza della realtà e dell’io </li></ul><ul><li>Rimane la fiducia in una possibilità di vivere ed orientarsi nella realtà </li></ul><ul><li>L’io si percepisce ancora come un organismo, magari alla ricerca della totalità </li></ul>Ottocento
  13. 13. NOVECENTO <ul><li>Viene meno la possibilità di orientamento: l’io si smarrisce all’interno di una realtà labirintica </li></ul><ul><li>C’E’ UN PARADOSSO: </li></ul><ul><li>Tutto converge verso l’io – crisi dell’io </li></ul><ul><li>Man mano che il soggetto diventa l’oggetto si capisce sempre meno del soggetto </li></ul>
  14. 14. <ul><li>Quando morirò vedrò la fodera del mondo. L'altra parte, dietro l'uccello, la montagna, il tramonto. Il vero significato che vorrà essere letto. Ciò che era inconciliabile , si concilierà. E sarà compreso ciò che'era incomprensibile. Ma se non c'è una fodera del mondo? </li></ul><ul><li>C. Milosz </li></ul>
  15. 15. <ul><li>La grande cultura precipita in uno smarrimento profondo,perché da una parte Dio era ormai svanito dall’orizzonte umano e dall’altra parte l’uomo, nuovo dio, si è ormai detronizzato con le sue stesse mani </li></ul><ul><li>La natura umana è presa sul serio, non si può accontentare del come, ha bisogno, un bisogno vitale non intellettuale del perché, ma il significato è enigmatico per questo l’uomo si smarrisce. </li></ul><ul><li>Nel Novecento entra in crisi tutta l’antropologia, la duplice immagine dell’uomo che ha percorso la storia europea: quella cristiana e quella elaborata dal Rinascimento inpoi dell’homo faber fortunae suae, del borghese soddisfatto di sè </li></ul>
  16. 16. <ul><li>C’è una opzione di fondo: </li></ul><ul><li>O il mondo ha una fodera e la realtà non è solo quella che è, ma è segno </li></ul><ul><li>O il mondo non ha una fodera e il tordo è solo un tordo </li></ul><ul><li>Affermare che non c’è un senso equivale a dire non solo che non c’è un oltre, ma che non c’è nulla sulla terra </li></ul><ul><li>Se non c’è la fodera, la realtà non ha consistenza: Nulla </li></ul>
  17. 17. LA CRISI DEL ‘900 L’UOMO E’ INCAPACE DI ESSERE UOMO nei titoli delle opere <ul><li>Il mestiere di vivere </li></ul><ul><li>Il male di vivere </li></ul><ul><li>L’uomo senza qualità </li></ul><ul><li>Un inetto </li></ul><ul><li>Uno, nessuno, centomila </li></ul>
  18. 18. LA CRISI DEL ‘900 Realtà come caos impossibile da decifrare <ul><li>“ L’ape conosce la formula del suo alveare, la formica conosce la formula del suo formicaio,l’uomo non conosce la sua formula” </li></ul><ul><li>(Dostoevskij) </li></ul><ul><li>Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo a un polveroso prato. </li></ul><ul><li>Ah l'uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! </li></ul><ul><li>Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. </li></ul><ul><li>(Eugenio Montale, Ossi di seppia) </li></ul>
  19. 19. LA CRISI DEL ‘900 L’uomo cerca di chiudere gli occhi <ul><li>Nascondi le cose lontane Che vogliono ch'ami e che vada! Ch'io veda là solo quel bianco di strada, che un giorno ho da fare tra stanco don don di campane... Nascondi le cose lontane, nascondile, involale al volo del cuore! Ch'io veda il cipresso là, solo, qui, quest'orto, cui presso sonnecchia il mio cane . (Pascoli - Nebbia) </li></ul>
  20. 20. LA CRISI DEL ‘900 L’impossibilità di rapporti Le mie mani, cosa sono le mie mani? La distanza incommensurabile che mi divide dal mondo degli oggetti e mi separa da essi per sempre. Sartre Io volevo esser solo in un modo affatto insolito, nuovo. Tutt’alcontrario di quel che pensate voi: cioè senza me e appunto con un estraneo attorno. Pirandello
  21. 21. LA CRISI DEL ‘900 la malattia: <ul><li>come segno del disagio esistenziale </li></ul><ul><li>nevrosi che nasce dalla domanda insoddisfatta di senso </li></ul><ul><li>Uomo dissociato, schizoide, fisicamente deformato. </li></ul><ul><li>“ Sono malato, sono malvagio..” </li></ul><ul><li>Dostoevskij – Memorie del sottosuolo </li></ul>
  22. 22. LA CRISI DEL ‘900 la malattia: <ul><li>Il sano sa godere la vita, ma è inautentico, crede di vivere ma è vissuto </li></ul><ul><li>Il malato è inadatto a vivere, insoddisfatto, ma autentico </li></ul><ul><li>Paradosso drammatico: </li></ul><ul><li>L’uomo per vivere autenticamente è costretto a rinunciare alla vita </li></ul>
  23. 23. LA CRISI DEL ‘900 Il rifiuto del ruolo di poeta <ul><li>l’inautenticità della vita che la società offre porta a non identificarsi più con essa e i suoi valori </li></ul><ul><li>il poeta rifiuta il ruolo di colui che attraverso la sua opera porta avanti gli ideali condivisi e i significati dell’esistenza </li></ul>
  24. 24. LE STRUTTURE NARRATIVE <ul><li>Quando si usa un linguaggio normale, vuol dire che dell’ universo si ha un’idea sicura e precisa , che si crede in un mondo certo, ontologicamente ben determinato, in un mondo gerarchizzato dove i rapporti stessi tra l’uomo e il cosmo sono determinati. (Contini) </li></ul><ul><li>Questo cambiamento della concezione di sé e della realtà determina un cambiamento delle modalità di scrittura, poetica e narrativa. </li></ul><ul><li>Dalla crisi del rapporto io – mondo, nasce la fine dell’impianto naturalistico e si modifica il rapporto tra scrittore e materia narrata che non formano più due entità distinte. </li></ul>
  25. 25. CARATTERISTICHE NARRATIVE OTTOCENTESCHE <ul><li>Oggettività e realismo nell’impianto narrativo </li></ul><ul><li>fiducia nel rapporto comunicativo (fiducia nella parola, la quale può descrivere la realtà, costruire un corrispettivo del mondo reale) </li></ul><ul><li>mondo: ordinato, chiaro, coerente </li></ul><ul><li>La situazione narrativa si incardina nelle categorie per eccellenza della realtà: spazio, tempo, causalità . </li></ul><ul><li>tempo lineare: trama - eventi dislocati in una successione cronologica </li></ul><ul><li>collegati tra loro da rapporti di causa – effetto </li></ul><ul><li>tempo narrativo per eccellenza (l’imperfetto o il passato remoto). </li></ul>
  26. 26. <ul><li>personaggi individuati singolarmente e socialmente </li></ul><ul><ul><li>portatore di valori - eroe positivo </li></ul></ul><ul><ul><li>Il narratore è al di fuori della macchina narrativa e sovrintende al suo funzionamento. </li></ul></ul><ul><li>Narrazione in terza persona </li></ul><ul><li>Narratore regista, onnisciente </li></ul><ul><li>(Natural. e verismo): procedimento narrativo impersonale </li></ul><ul><li>lo scrittore deve comportarsi di fronte alla realtà come uno scienziato e ricercare il csd documento umano; la letteratura viene ad essere determinata da cause ben precise e condizionanti (race, moment, milieu). </li></ul>CARATTERISTICHE NARRATIVE OTTOCENTESCHE
  27. 27. LE STRUTTURE FORMALI Il ‘900 <ul><li>Dalla crisi del rapporto io – mondo, nasce la fine dell’impianto naturalistico </li></ul><ul><li>De Benedetti: la narrativa moderna mette in crisi la possibilità di leggere i romanzi standosene in poltrona, tranquilli, non sono romanzi di evasione, sono inquietanti perché rappresentano lo sgretolamento dell’uomo borghese, della concezione unitaria e coerente che l’uomo ha di sé. </li></ul>
  28. 28. <ul><li>Il venir meno di certezze universali porta alla impossibilità di affermare un significato unitario nella realtà che si rivela inconsistente, frammentata </li></ul><ul><li>Viene meno nel romanzo novecentesco la possibilità di ricostruire in unità il mondo, la vita, perché manca il soggetto unitario che possa dare ordine alla realtà da una prospettiva superiore. </li></ul><ul><li>andirivieni continuo di passato e presente </li></ul><ul><li>Il vicino viene allontanato e il lontano avvicinato, l’importante trascurato e il banale valorizzato </li></ul><ul><li>tempo della narrazione: presente - romanzo opera aperta </li></ul><ul><li>destrutturazione dell’intreccio: attenzione alle vicende interiori </li></ul><ul><li>Narratore e materia non distaccati </li></ul><ul><li>Abbandono della terza persona e adozione della prima persona </li></ul>CARATTERISTICHE DE LA NARRATIVA NOVECENTESCA
  29. 29. CARATTERISTICHE DELLA NARRATIVA NOVECENTESCA <ul><li>Scelta del banale e del quotidiano, in cui i personaggi non fanno, ma subiscono passivi e disorientati </li></ul><ul><li>Il protagonista non è più un individuo per un verso o per l’altro esemplare, ma un uomo senza qualità spesso alla ricerca di una identità, di un ubi consistam. E’ l’eroe negativo. </li></ul>
  30. 30. Letteratura Italiana Il Novecento
  31. 31. I percorsi <ul><li>L’età del Decadentismo </li></ul><ul><li>L’età tra le due guerre </li></ul><ul><li>Dal dopo guerra ad oggi </li></ul>
  32. 32. L’età del Decadentismo <ul><li>Concetto che caratteriza l’Ottocento: Il Positivismo (in reazione al romanticismo) </li></ul><ul><li>Valori predominanti: governo liberale, religione, popolo, convivenza civile </li></ul><ul><li>La scienza: può risolvere ed interpretare tutti I problemi riguardanti l’essere umano (gli interrogativi umani) </li></ul><ul><li>Gli scrittori: credono di poter interpretare </li></ul><ul><li>` il reale’ </li></ul><ul><li>Esaltazione del progresso - metodo sperimentale </li></ul><ul><li>ciò che è reale, concreto, sperimentale, contrapponendosi a ciò che è astratto; </li></ul><ul><li>ciò che è utile, efficace, produttivo in opposizione a ciò che è inutile. </li></ul><ul><li>Entrano I crisi I valori sostenuti fino ad adesso </li></ul><ul><li>La scienza dove ammettere i suoi limiti, come per i fenomeni naturali, che non è propriamente in grado di spiegare, ma solamente di classificare e categorizzare. Inoltre le nuove teorie, come quella della fisica quantistica ammisero l'improbabilità e l'inesattezza come realtà. </li></ul><ul><li>Gli scrittori si rendono conto che non sono in grado di rappresentare la realtà nè di modificarla. </li></ul><ul><li>Si favorisce la ricerca spirituale ed interiore </li></ul><ul><li>L' eroe decadente si chiude infatti sempre più in se stesso, cercando di ascoltare quelle voci interiori e quelle folgorazione che lo portano a trovare le famose &quot; correspondances &quot;, cioè le corrispondenze che collegano in modo misterioso tutte le cose. Tali corrispondenze derivano dal fatto che l'artista decadente, ammettendo che la realtà non è conoscibile attraverso le teorie scientifiche e quindi con la ragione, individuando tale incapacità nella vera essenza del mondo che si trova al di là della realtà sensibile, quindi l'unico mezzo per attingere alla realtà nuda e schietta è il totale abbandono all'empatia e all'irrazionalità. </li></ul>
  33. 33. Caratteristiche del Decadentismo <ul><li>nuova tipologia di poeta: diventa veggente , cioè colui che vede e sente mondi arcani ed invisibili in cui si chiude. </li></ul><ul><li>Il poeta è così un artista solitario, capace di scavare nell'interiorità umana e nel mistero dell'ignoto. Anche la parola poetica cambia: non si usa più per descrivere sentimenti ma, soprattutto, per decifrare sensazioni e per illuminare l'oscuro che è in noi. Da qui la grande importanza della poesia come mezzo per esprimere il proprio intimo. Caratteristica generale è quindi un forte senso d'individualismo e soggettivismo </li></ul>
  34. 34. Caratteristiche <ul><li>Il Decadentismo, connesso alle tematiche della vita interiore e del mistero, diede origine a diverse correnti o poetiche particolari. </li></ul><ul><li>Fra le tante sono presenti il simbolismo , l‘ estetismo , l‘impressionismo, il surrealismo, il dadismo, e nell'ambito italiano il panismo, l‘ermetismo, il futurismo e il crepuscolarismo </li></ul>
  35. 35. Caratteristiche <ul><li>Il termine &quot;Decadente&quot; fu, in origine usato in senso dispregiativo, per indicare giovani poeti che vivevano fuori dalle norme comuni. Più tardi passò a designare la dilagante &quot;decadenza&quot; della società materialista di fine secolo, orientata verso l'esaltazione delle conquiste tecnologiche e dalla quale gli intellettuali si sentivano estranei. Essi, infatti, si considerano decadenti, con un atteggiamento di superiorità spirituale, in quanto inclini a cogliere i segni della raffinatezza e dell'eleganza intellettuale delle epoche di &quot;decadenza&quot;. </li></ul>
  36. 36. Gli autori <ul><li>Giovanni Pascoli (1855 – 1912) </li></ul><ul><li>Gabriele D’Annunzio ( 1863 – 1938) </li></ul><ul><li>Italo Svevo (1861 – 1928) </li></ul><ul><li>Luigi Pirandello (1867 – 1962) </li></ul>
  37. 37. Opere <ul><li>G.Pascoli Myricae; Poemetti; Poemi conviviali; Canti di Castelvecchio (poesie) Il fanciullino (prosa) </li></ul><ul><li>G.D’Annunzio Primo vere; Canto novo; Terra vergine; Intermezzo di rime; Isaotta Guttadauro e altre poesie; Poema paradisiaco (poesie) Intermezzo delle vergini (novelle) Il piacere;Giovanni Episcopo; L’Innocente; Trionfo della morte; Le vergini delle rocce, Forse che si forse che no (romanzi) La città morta; La Gioconda e la Gloria; Francesca da Rimini (tragedie) </li></ul><ul><li>Italo Svevo L'avvenire dei ricordi ; Ariosto Governatore ; Il primo amore ; La storia dei miei lavori ; I tre caratteri , poi chiamato La gente superiore ; Una lotta (racconto); L'assassinio di via Belpoggio ; Una vita ; Senilità ; La coscienza di Zeno ; La madre ; Una burla riuscita ; La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ; Terzetto spezzato ; Il vecchione (incompiuto) Corto viaggio sentimentale (incompiuto) La novella del buon vecchio e della bella fanciulla </li></ul><ul><li>L.Pirandello L'esclusa ; Il turno ; Il fu Mattia Pascal ; Suo marito ; Q uaderni di Serafino Gubbio operatore ; I vecchi e i giovani ; Uno, nessuno e centomila (romanzi) </li></ul>
  38. 38. <ul><li>Il fu Mattia Pascal http://www.youtube.com/watch?v=cdGfyMZ6DPI </li></ul>
  39. 39. Czeslaw Milosz <ul><li>Quando morirò, vedrò la fodera del mondo. / L'altra parte, dietro l'uccello, la montagna, il tramonto. / Il vero significato che vorrà essere letto. / Ciò ch'era inconciliabile, si concilierà. / E sarà compreso ciò che era incomprensibile. Ma se non c'è una fodera del mondo? / Se il tordo sul ramo non è affatto un segno / ma solo un tordo sul ramo, se il giorno e la notte / si susseguono senza badare a un senso / e non c'è nulla sulla terra, oltre questa terra? Se così fosse, resterebbe ancora la parola / suscitata una volta da effimere labbra, / che corre e corre, messaggero instancabile, / nei campi interstellari, nei vortici galattici / e protesta, chiama, grida. Czeslaw Miłosz - &quot;La fodera del mondo&quot;, Fondazione Piazzolla, 1996 </li></ul>

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