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T E L E N O N N I
Diario di nonni in dialogo al tempo del coronavirus
SPAZIO NONNI CENTRO FAMIGLIA CHIERI (TO): Dominique, Laura, Ma-
rinella, Riccarda, Rosalba, Silvana, Tiziana, Vanda, Francesco, Franco, Sergio,
Luciano;
con contributi di Nonne/i Binaria, Gruppo Abele-Torino
REDAZIONE a cura di Luciano Tosco
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INDICE
PREMESSA
TELENONNI ATTO PRIMO. LA NASCITA
TELENONNI ATTO SECONDO. IL LOCKDOWN
NON SI VEDONO PIU’ I NIPOTI
DISAGIO E PAURA
NONNI E NIPOTI VICINI IN REMOTO
L’AMORE DEI NONNI
GLI AFFETTI VERSO I CARI. I SENTIMENTI DI VICINANZA E SOLIDARIETA’
TELENONNI ATTO TERZO. VERSO LA LIBERTA’ CONDIZIONATA
DI NUOVO VICINI. I PRIMI ASSAGGI
CON I NIPOTI. SI RITORNA (QUASI) COME PRIMA
TELENONNI ATTO QUARTO. DI NUOVO LIBERI?
TELENONNI FINISCE. MAI PIU’ (SPERIAMO) IN REMOTO.
QUALCHE PENSIERO E INSEGNAMENTO AL TERMINE DI TELENONNI. I NONNI DEL
DOPO SARANNO COME I NONNI DEL PRIMA?
APPENDICE. NOTIZIE E MATERIALI CONDIVISI
BIBLIOGRAFIA
2
PREMESSA
I nonni (di seguito N., comprese naturalmente le nonne) che seguono assiduamente sette milioni di
nipoti tra gli zero e i quattordici anni sono, in Italia, oltre dieci milioni di “anziani attivi”. Il loro fat-
turato “virtuale” è di 24 miliardi di euro annui. Attori silenziosi di un welfare familiare che integra e
spesso sostituisce i servizi per l’infanzia:
• si occupano dei nipoti, spesso anche sostenendo il reddito dei genitori;
• sono educatori non “per mestiere”, ma nella quotidianità fatta di affetto, giochi, letture, sto-
rie, passeggiate, aiuto nei compiti, risposte ai perché, memoria del passato, testimonianza di
valori e comportamenti …
Nonostante i N. siano molto importanti, sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo, ancora insuf-
ficiente risulta il riconoscimento sociale e il dibattito pubblico sul loro ruolo e presenza. Rimane
confinato per ciascuno all’interno delle rispettive famiglie in una sorta di welfare silenzioso. Ne
hanno parlato e ne parlano a volte i giornalisti nei media e in letteratura gli “esperti”, mentre è quasi
assente la loro voce diretta (i diari di nonni si contano sulle dita delle mani).
Risulta oggi, invece, sempre più importante lo sviluppo di una cultura della nonnità “dal basso” e
cioè promossa direttamente dai nonni stessi.
A Torino e nella prima cintura (in specifico a Chieri e nel chierese), a partire dal 2016, sono state or-
ganizzate a cura di gruppi di nonni attività e iniziative denominate “Officine dei Nonni” che han-
no come obiettivi:
• contribuire ad una maggiore “visibilità” sociale dei N. promuovendo la riflessione e la con-
sapevolezza su tutti gli aspetti, complessità, condizioni, gioie e soddisfazioni, ma anche fati-
che di questo “mestiere”;
• aiutare i N. ad una maggiore comprensione di sè e delle proprie competenze, nonché dei li-
miti, nel loro ruolo di cura e di educazione dei nipoti (ciò risulta utile, se non addirittura ne-
cessario, per un’efficace esercizio delle proprie funzioni);
• sviluppare nei N. la consapevolezza della loro “Nonnità” come fattore di promozione della
salute e di “resilienza” a quel processo, comunque inevitabile, che è l’invecchiamento;
• sensibilizzare i genitori - ma anche educatori ed insegnanti - attraverso la riflessione (ricor-
do/rappresentazione, conoscenza e ri-conoscenza) sui N. quali tra i principali attori di quello
che un famoso proverbio africano identifica nel “villaggio che educa”.
In specifico, oltre varie iniziative, quali “Salotti delle nonne e dei nonni” e incontri tematici, risulta-
no di particolare importanza gli “Spazi Nonni” che sono organizzati in gruppi di 10-15 persone pre-
valentemente con nipoti in età della prima e seconda infanzia. In questi incontri i N. si scambiano
opinioni e rappresentazioni su temi specifici, esplorano l’essere N. stimolati da brani di letteratura,
saggistica delle scienze umane, scelti e messi in relazione tra loro da un conduttore. Fino all’inizio
della pandemia, a febbraio 2020, gli Spazi N. attivi a Torino e cintura erano otto con la partecipazio-
ne complessiva di circa cento persone.
La pandemia da COVID-19, che ha sconvolto in maniera più o meno drammatica la vita di tutti, ha
profondamente cambiato anche quella dei N.
Non sappiamo quanti siano morti, ammalati, guariti, o stiano ancora soffrendo per questo virus e
quanti abbiano rischiato e rischino la vita, continuando nella cura dei nipoti o ancora al lavoro in
servizi essenziali.
3
Ma la maggior parte è stata “costretta” a casa e lontana dai nipoti, che prima accudiva quasi quoti-
dianamente.
Lo “Spazio nonni” del Centro Famiglia di Chieri e il “Gruppo Nonni” di Binaria/Gruppo Abele di
Torino hanno deciso di non sospendere l’esperienza, ma di continuarla in “smart working” con “Te-
lenonni”, attraverso mail condivise e gruppi WhattsApp.
Ha così preso forma un “diario in dialogo” che ha attraversato le varie fasi della lotta alla pandemia:
il periodo del “lockdown” di contrasto sull’intero territorio nazionale alla diffusione del virus e che
possiamo datare dal 10 marzo, con il primo provvedimento governativo, al 3 maggio (la così detta
fase 1) durante il quale i N. non potevano incontrare i nipoti; il periodo dal 4 maggio al 3 giugno (la
così detta fase 2 ) quando era possibile uscire per visite a congiunti (e quindi, per i nonni, ai loro ni-
poti); al periodo (fase 3) dell’apertura dal 4 giugno, quando ci si può spostare per tutta Italia, ma se-
guendo regole già disposte di distanziamento e utilizzando mascherine, guanti, lavandosi spesso le
mani e igienizzando.
Nelle pagine che seguono si svolge quindi il racconto diretto di nonne e nonni con “incisi” che te-
matizzano quanto via via testimoniato.
Ci auguriamo che in questo percorso, con le emozioni, debolezze, limiti, risorse, speranze, paure e
angosce, nostalgie e gioie per il ricongiungimento, creatività, molti nonni e nonne si possano in tut-
to o in parte riconoscere e che quindi questo lavoro possa essere una testimonianza non autoreferen-
ziale di pochi, ma in qualche modo l’espressione di questi attori protagonisti del welfare familiare e
dell’educazione delle nuove generazioni.
Per evidenti motivi di riservatezza i nomi dei nipoti sono tutti di fantasia mentre in calce a ciascuna
testimonianza non sono stati indicati i nomi dei N. (invece nella prima pagina) in quanto non signi-
ficativi al fine di questa testimonianza collettiva e corale.
Luglio 2020
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TELENONNI ATTO PRIMO. LA NASCITA
Gli incontri e le iniziative relative ai nonni di cui in premessa sono state sospese in via precauziona-
le già qualche giorno prima del Decreto Legge del 23 febbraio che ha disposto e normato la chiusu-
ra, a seguito di provvedimento del Consiglio dei ministri, di aree soggette a focolai epidemici di
Covid-19, stabilendo tra l’altro oltre il divieto di entrata e uscita dalla zona di focolaio, quello di
manifestazioni e riunioni in luogo pubblico.
Con DPCM del 4 marzo vengono, poi, estese a tutto il territorio nazionale misure che vietano incon-
tri, congressi, riunioni e tutte le forme di aggregazione che comportano quindi assembramenti di
persone. Si sospendono anche i servizi educativi e quelli scolastici che di fatto non erano ripresi dal-
la fine delle vacanze di carnevale. Ai N. che avevano sospeso i loro incontri in via precauzionale
sperando che la cosa passasse in fretta e si ritornasse in tempi brevi alla normalità non restava altro
che pensare a qualche iniziativa che permettesse loro di mantenere i contatti. Appunto, nel nostro
caso, “Telenonni”.
Siamo a fine febbraio. Purtroppo il coronavirus ha sconvolto tutti i nostri piani e abitudini di vita,
sia familiari che sociali, e quindi anche come Gruppi Nonni. La probabilità di una proroga delle li-
mitazioni oltre il 3 aprile  e anche la disponibilità a vederci in questo periodo di contagio ancora
attivo, rende incerto il tutto. Ci risentiremo/riscriveremo sia alla luce dei provvedimenti delle auto-
rità che dei vostri pareri. Vi confesso però che mi mancate e spero che lo stesso sia un poco anche
per voi. Le nuove tecnologie però ci permettono di comunicare reciprocamente. Perché non fare un
“Telenonni”? Per il momento faccio partire questa mail condivisa con tutti i vostri indirizzi chie-
dendovi di dirmi cosa ne pensate. Qualcuno può aiutare per fare ad esempio anche un gruppo
WhatsApp? Potremmo così scambiarci notizie su come stiamo, cosa facciamo, sulle nostre famiglie,
sui nipoti, aneddoti, comportamenti da discutere dei nostri nipoti, ma anche nostri e del rapporto
con  i loro genitori. Scambiarci conoscenze e materiali. Naturalmente il tutto è una proposta, non
c'è l'obbligo come nel caso del materiale che on line dalle scuole arriva come compiti per i nostri
nipoti! E altra differenza è che non si tratta di compiti, ma di interazioni, al massimo di compiti re-
ciprocamente dati e liberamente da svolgere!
Sono d’accordissimo con te a cercare di tenere vivo tra noi un rapporto, continuando nella condivi-
sione delle esperienze e delle emozioni, ma senza forzare nessuno; non è detto che tutti abbiano
piacere di comunicare con gli altri in una modalità “in remoto” che risulta un po’ asettica. Vedia-
mo come rispondono i colleghi nonni e se mostrano disponibilità; poi magari cominciamo “a dare
il buon esempio”, condividendo qualche esperienza o riflessione in merito alla nostra vita ai tempi
del covid-19.  
Mi pare che il sistema mail associato a WhatsApp possa essere utile. Le mail per scrivere più a lun-
go, WhatsApp per comunicazioni brevi e inoltro fotografie, video, ecc. Grazie alla nonna e al non-
no che hanno creato gruppi WhatsApp. Grazie dell'ottima idea di metterci in contatto attraverso
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“Telenonni”: ci fa sentire meno soli. Noi siamo isolati sia dai nipotoni sia dai nipotini: i primi si
organizzano da sè, i secondi sono a casa, ultima passeggiata martedì fuori casa a distanza, poi il
coprifuoco! Passerà… Speriamo di arrivare presto alla pizzata tutti assieme, senza dover aspettare
troppo !
Cosa finora ci stiamo scambiando mi sembra proprio molto arricchente e resiliente alla depressio-
ne della solitudine di stare in casa. Telenonni! Che bello! Siete veramente forti ! Io devo chiedere
scusa a tutti e ad ognuno perchè era dall'inizio della pandemia che mi dicevo come sarebbe stato
bello sentirci telematicamente e quando avete iniziato con tanti scambi di idee, di proposte e quan-
to altro ero molto contenta e ascoltavo tutto con piacere e avrei voluto partecipare anch'io
ma..."tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare"! Il mare per me è rappresentato dalle mie difficoltà
ad usare il computer (come testimone ho mio marito che ben conosce le mie fatiche essendo stato
un sostegno in un corso di computer). Comunque riceverete questo scritto dalla mia casella così
poi potrò essere autonoma a leggervi e rispondere o dirvi qualcosa di mio.
 
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TELENONNI ATTO SECONDO. IL LOCKDOWN
Non si vedono più i nipoti
Il provvedimento di chiusura e di distanziamento su tutto il territorio nazionale, stabilito dal DPCM
del 9 marzo, ha posto i N. di fronte ad una situazione inedita e dolorosa e a domande forti, sulla
loro fragilità di persone anziane e sulle misure di prevenzione.
Molti N. hanno ricevuto attenzione dai loro figli/e e sono stati quasi messi in condizione di “non
fare gli eroi”. Le conseguenti loro reazioni sembrano caratterizzate da sollievo, ma anche sofferenza
e sensi di colpa.
Infatti con il decreto sopra citato non è più possibile sull’intero territorio nazionale spostarsi se non
per comprovate esigenze lavorative (peraltro con DPCM 11 marzo vengono sospese tutte le attività
produttive tranne quelle essenziali e della loro filiera), situazioni di necessità, motivi di salute. E
quindi i N. non possono soltanto vedersi tra di loro, ma, anche, con i nipoti se sono seguiti dai geni-
tori che rimangono a casa o per interruzione delle attività imposte dai decreti o per lavoro a domici-
lio.
Lunedì 9 marzo è stato l’ultimo giorno che siamo stati con i nipoti. Dall’ 11, chiusura totale in tutta
Italia. Inizia anche per noi una prevedibile lunga “cassa integrazione”. Marisa, quattro anni, mi
era corsa incontro, si era aggrappata alle gambe pretendendo di essere presa in braccio. E come
fai a dirle di no e respingerla? E poi durante il giorno c’è sempre stato il rito dello smartphone su
cui vedere 15 minuti di video dopo pranzo (c'è l'amuchina per disinfettare il telefono?). Che dire di
Giuseppe (un anno) che vaga per la casa in continuazione cercando di afferrare cose fragili dal ta-
volo, tirando la tovaglia e trascinando per terra oggetti vari, attaccandosi ai mobili e sedie, affer-
rando piccoli oggetti per metterli in bocca...? Elisa, a sei anni, già si atteggia a signorina, comuni-
ca con il linguaggio ed è meno espansiva e desiderosa di coccole come Marisa. Peccato che sia
raffreddata con sternuti e tosse senza da parte sua grosse attenzioni di protezione.
Anche noi siamo improvvisamente diventati nonnisticamente disoccupati. Vi mandiamo una poesia
che ben esprime in forma poetica dimensioni “esistenziali” dimenticate e che il coronavirus può ri-
portarci alla mente.
Il nostro nipotino abita nella casa di fronte. Da oggi ci salutiamo dal balcone.
I piccoli ci mancano già molto. Devo confessare che il decreto che costringe a casa toglie i dubbi di
scelte difficili e sensi di colpa. Tutti ci troviamo intorno ai settanta, chi poco più chi poco meno, e
pare facciamo parte della categoria più a rischio di ammalarci e con pesanti conseguenze.
Tra l'altro gli esperti dicono che i bambini spesso sono asintomatici, ma comunque contagiosi. Ma
anche i nonni potrebbero avere il virus in incubazione (mica hanno fatto il tampone!). E con i bam-
bini, come si fa a seguire le raccomandazioni di prevenzione (ve lo vedete il nipotino che sta rigo-
rosamente ad un metro di distanza da te per una intera giornata?).
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Sul fronte nipoti, che sono tre, la situazione diventa sempre più complicata. Mio marito ed io abbia-
mo tenuto qualche giorno con noi il più piccolo (4 anni) la settimana scorsa, poi, dopo averlo ri-
portato a casa, siamo andati per qualche ora da loro alla mattina nei giorni scorsi, sentendoci dei
pericoli pubblici (bruttissima sensazione!) poi da oggi abbiamo smesso di andare, sentendoci tradi-
tori (altra bruttissima sensazione). I genitori sono a casa, mio figlio in smart working sta lavoran-
do dieci volte tanto e tre bambini "scatenati" in casa non aiutano la concentrazione, visto che ha
conference call, interviste, articoli da scrivere, ecc.
Mi unisco alla bella iniziativa e ringrazio delle preziose informazioni. Come voi sono reclusa in
casa. Se all’inizio ho tenuto i bimbi adesso sono disoccupata come voi. Avendo un amico pediatra
mi è stato confermato che era meglio non tenerli con me.
A casa mia la situazione  è presso a poco come da voi. Ieri ho tenuto a distanza la piccola di 17
mesi. Mio figlio è venuto lavorare da noi. Impossibile per lui stare a casa sua e fare telelavoro con
due bimbe piccole.  La moglie è ricercatrice all'università di Torino e lavora sul virus...Io sono in
possesso d'uno smartphone, dunque nessun problema per WhatsApp. 
Ciao a tutti e buona domenica. A differenza di voi nonni che non vedete i nipoti da vari giorni, io
sono stata sempre con loro perchè i genitori lavoravano e la situazione era caotica. Ora è un poco 
cambiata. Ieri e oggi sono sola con la compagnia di Mizzi, la cagnetta. Da lunedì non so, i genito-
ri fanno un po’ telelavoro e un po’ in azienda. In più venerdì 20 mio genero dovrà essere operato al
ginocchio ! Come si vede non soffro nè di nostalgia nè di noia. Bene per l'iniziativa Telenonni, te-
niamoci in contatto telematico, aspettando di poterci incontrare. Questo momento è anche
un'opportunità per cambiare gli stili di vita.
Chi di noi ha un cane per poter uscire qualche volta da casa per le sue esigenze fisiologiche? For-
tunata nonna! Ma adesso anche lei è in “cassa integrazione” come tutti noi.
E no, anche oggi sono stata in prima linea, mia figlia è andata in azienda, mio genero col telelavo-
ro ha avuto una giornata di fuoco e quindi io sono stata in compagnia del più piccolo cercando di
fargli fare i compiti (che fatica!) . Non posso dire di annoiarmi. Sono preoccupata vedendo l'evolu-
zione della pandemia e anche arrabbiata, per i tanti avvenimenti  rinviati; domani i 70 anni di mio
fratello (grande festa), i 10 anni di matrimonio di mia figlia, i suoi e quelli di mia nipote 40 anni !
Va be’, speriamo di  vedere presto la fine di questo incubo .
Disagio e paura
Molti N. sperimentano sentimenti di insofferenza, senso di mancanza, ansia, paura. Ci eravamo
abituati alla programmazione strategica, ad assegnare alla scienza certezze, alla tracotante sicurezza
nel prevedere ciò che verrà. Con il coronavirus si realizza lo smarrimento, anche la scienza pare
confusa, incerta, contraddittoria; subentrano pressioni e paradossi di cose opposte da tenere insieme
a livello individuale e collettivo, sentimenti di ansia e tristezza per la situazione, sentimenti legati a
ricordi dolorosi e opprimenti...
Tutti i N. si trovano relegati in casa per timore di contagio stante la condizione di fragilità per l’età e
possibili malattie pregresse che aumentano i rischi delle conseguenze. Ma nel contempo vivono
sensi di colpa per l’abbandono forzato dei nipoti e dei loro genitori, il perdere un ruolo, il non sen-
tirsi più utili. Cercano di condurre al meglio le loro giornate, inventandosi ognuno cose possibili,
nuove e diverse.
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E' dura stare chiusi, rinunciare ai rapporti con gli altri e alle vecchie abitudini. Con la paura del
contagio molto pericoloso se si è anziani e con qualche patologia. Ma ciò nonostante siamo in una
situazione di privilegio perché a casa nostra, in salute, con la pensione assicurata.
E’ ancora più triste perché esattamente tre anni fa nostra figlia stava vivendo i suoi ultimi giorni
fra noi soffrendo in silenzio. Penso a lei, ma anche a tutte le persone che in questo periodo sono ri-
maste sole nella sofferenza fino alla morte senza poter sentire i propri cari vicini. Quanta tristezza
e dolore per loro e per chi rimane! Io credo e prego tanto.
Nostro figlio al momento lavora da casa, ma forse dopo Pasqua potrebbe dover ritornare in azien-
da. Sua moglie gode ancora del periodo di maternità facoltativa che però scadrà fra due settimane:
poi chissà…
Isabella cresce bene ed è sempre allegra e spensierata, grazie al Cielo. A giorni avremmo dovuto
celebrare il suo Battesimo, ma purtroppo tutto è stato rimandato a data da destinarsi.
Noi due cerchiamo di vivere questo periodo semplicemente, impegnati in casa in tante occupazioni
sia pratiche che culturali e spirituali.
Noi andiamo "a corrente alternata". Ieri, dopo la celebrazione Urbi et Orbi del Papa, nella solitu-
dine che ci mette nudi di fronte al mistero, noi abituati al chiasso delle movide, riflettevamo metten-
do insieme positivo e negativo, senza però riuscire a trovare un punto di contatto e congiunzione e
quindi senza grande consolazione. 
E' dura stare chiusi, ricevere appelli di fare il sacrificio di stare in casa. Confesso che mi vergogno
a fare questo sacrificio in una situazione invece di privilegio. Perchè avere una casa e poterci stare
invece che in ospedale o attaccato ad un respiratore, avere la pensione accreditata in banca, stare
in compagnia con la moglie, poter telefonare ad alcuni banchi del mercato disponibili a portare
cibo a casa, avere libri da leggere, cose da scrivere, televisione e giornale, non essere almeno al
momento contagiati o in quarantena reclusi in una camera dove si riceve il cibo dalla porta (am-
messo che sia disponibile una camera per sè), andare nel bagno personale (ammesso di averne uno
solo per sè), poter telefonare e fare videochiamate...è una situazione di grande privilegio e grida
vendetta nei confronti di chi si lamenta per una situazione simile.  
Confesso di sentirmi in colpa nei confronti di quanta gente si prodiga e rischia anche la vita, sia
come sanitari che come volontari o impegnati nei servizi essenziali. Vorrei essere con loro e render-
mi utile. Avere un ruolo fuori dai riflettori, umile, ma essenziale. Ma se anche volessi, mi direbbero
di non fare l'eroe perché sono anziano e acciaccato, e che il solo aiuto che posso dare è quello di
stare a casa.
Vi mando in WhatsApp la foto del mio “studio” a casa per lo smart working. Ma anche le foto dei
miei lavoretti. Se non lo capite sono delle presine che regalerò a chi indovina di quale verdura sono
le piantine che vi ho fotografato! Sono aperte le risposte.
Buona giornata a tutti. Le nostre giornate trascorrono lentamente, ma cerchiamo di occuparle con
mansioni casalinghe tipo riordino dei cassetti, sistemazione dei libri e pulizia della casa. Quello
che ci manca maggiormente è la presenza dei nostri cari che compensiamo con le videochiamate.
Con l’augurio che questo periodo finisca presto vi salutiamo con affetto.
Il coronavirus mette tutti di fronte al limite e alla fragilità, ma io temo di viverlo con paura perchè
finora stando accettabilmente bene nonostante tre patologie non mi rendevo conto che invece sono
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pericolose e potrebbero in ogni momento non essere più ben compensate da farmaci, vaccini e altre
benvenute diavolerie del progresso.  Ma anche mi fa provare la diminuzione dello spazio di anzia-
no attivo, il mondo sembra rimpicciolirsi, gli spazi diminuire progressivamente, compresi quelli con
i nipotini, mi sembra di stare già lentamente scivolando verso la vecchiaia.
Si tratta di piantine di peperoni.
Bravissimo questo nonno che forse ha un orto! Hai vinto!
Ho deciso di non pensare a questo delirio, al mattino mi alzo, mi sgranchisco le giunture che stan-
no diventando un poco arrugginite per la vita troppo sedentaria con una passeggiata dal soggiorno
alla cucina, esco per portare l’immondizia e non prendo l’ascensore, ma faccio le scale. Bisogna
concentrarsi sempre su qualcosa. Fa bene alla salute, scaccia pensieri tristi ed è anche utile.
Tutti gli impegni da anziano attivo temporaneamente sono saltati. Hanno comportato una lunga
programmazione e mi spiace, ma li riprenderò, bisogna avere fiducia. Ma soprattutto è triste non
vedere i nipotini. Ma come tutti ripartiremo (speriamo). Così adesso preparo articoli, scrivo la mia
autobiografia e riorganizzo la biblioteca familiare.
Le nostre giornate trascorrono similmente alle vostre tra faccende, cucina (ma ci rincresce cucina-
re solo per noi e non dover studiare quelle ricette che erano le più gradite a figli e bimbe). A dire il
vero mi prende molto tempo l'ordinare la spesa online, c'è sempre qualche inghippo tecnologico
che mi fa rimpiangere il mercato o il carrello del supermercato.
Le mie giornate in quarantena proseguono serenamente, nonostante la nostalgia di Isabella sia co-
stantemente presente; devo onestamente dire che non mi annoio, abbastanza occupata in numerose
attività casalinghe o meno; in particolare ogni giorno rimango in contatto con le mie donne immi-
grate cui faccio lezioni di lingua italiana sia attraverso il gruppo WhatsApp sia al telefono: adesso
più che mai hanno bisogno di supporto umano e psicologico. Infatti, se per noi costretti a casa la
quarantena può risultare pesante, immaginiamoci loro che si trovano ad avere tutte alloggi minu-
scoli, numerosi figli, mariti disoccupati e, per usare un eufemismo, poco collaborativi, prive degli
strumenti linguistici e culturali per comprendere ed elaborare l’attuale situazione.
Sono molto impegnata, un po' con la casa, un po'con le bambine che mi vengono affidate su Skype
per permettere ai genitori di svolgere gli impegni dello smart working.
Abbiamo partecipato alla benedizione del Papa e ci siamo un po' ricaricati: "Perché avete paura?"
Noi siamo pusillanimi ed abbiamo paura, il Signore ci perdoni, ci guidi e ci protegga!
In questi giorni stiamo correggendo, per farne volumetti di diario corredati di fotografie, sei anni
di appunti del nostro stare insieme, man mano, con una, poi due nipotine e infine anche con il ter-
zo.
Una serena fine giornata a tutte/i. Tra poco prepariamo cena e poi sentiamo al Tg il bollettino di
guerra della giornata.
 
Numero dei morti, dei contagiati, dei guariti e poi somma totale dall'inizio del coronavirus. E
quanta sofferenza, ma anche dedizione ed eroismi silenziosi dietro a quei freddi numeri. Quante
scelte costrette a chi dare la precedenza per i respiratori.  E sarebbe un insulto, una bestemmia a
questo enorme dolore anche solo un lieve rammarico per essere costretti nelle nostre case.
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Io sto vivendo questo periodo a momenti alterni: aspetto con ansia la sera sperando che i morti e i
contagiati siano diminuiti.
Noi iniziamo la giornata cercando di alzarci a sentire la messa del Papa e cerco speranza nelle sue
parole, poi iniziamo a fare qualcosa in casa, mentre il pomeriggio lo trascorriamo quasi tutto in
lettura e computer con riflessioni varie.
Noi continuiamo a fare l’”editing” dei nostri appunti nonneschi. Solo in questo periodo è possibile
metterli bene a posto.
Quante cose ritornano! Quante cose semplici e quotidiane, ma non per nulla banali! E chissà se
questi diari, che sono loro e per loro, serviranno a loro per percorrere rapporti e percorsi interge-
nerazionali, apprezzare le radici per potersi meglio proiettare verso il futuro, ripercorrere le loro
strade vicine, fratelli da piccoli per trovare il gusto di stare vicini anche quando da grandi si divi-
deranno.
Io sto bene e ringrazio il Padre ogni sera quando andiamo a letto e al mattino quando ci svegliamo
bene assieme.
I giorni trascorrono direi veloci, anche se a volte guardando dalla finestra e vedendo il bel sole vie-
ne nostalgia di uscire, ma la nostalgia dei nipoti è sempre grande, godiamo delle cose che ci man-
dano da vedere attraverso WhatsApp, per esempio ieri sera abbiamo ricevuto le foto della loro
cena che ricordava la cena ebraica con pane azzimo ed erbe profumate; erano soddisfatti.
Dunque la Settimana Santa sta quasi per finire e quest’anno non possiamo dire di non averla vissu-
ta capendone più di sempre il significato dell'Uomo che ha vissuto su di sè tutte le sofferenze del
mondo per Amore.
Non ci resta che sentirci veramente Amati e prepararci con riconoscenza alla Pasqua, ricordando-
cela anche subito dopo per essere presenti con la nostra vita dove ci sarà chiesto.
 
Purtroppo non ho da comunicarvi significativi vissuti nonneschi. Isabella è ancora troppo piccola
per poter interagire attraverso i canali usati da voi con i nipoti; spero solo che al termine di questo
lungo periodo di allontanamento si riesca ancora a riallacciare un rapporto con lei che, state sicu-
ri, sarà senz’altro molto fisico, per supplire finalmente a questi mesi di privazione.
Per il resto mio marito ed io siamo sereni e ci riteniamo dei privilegiati, avendo la possibilità di go-
dere di una serie di ricchezze spirituali e materiali come fede, famiglia, amici, cultura, libri, com-
puter, etc, il cui valore il tempo presente ci ha brutalmente mostrato.
Purtroppo invece, sono in contatto con tante famiglie che stanno soffrendo a causa di questa con-
giuntura sia per carenza di beni materiali che per povertà spirituale e versano già in condizioni di-
sperate: è qui che mi assalgono lo sconforto ed il senso di impotenza per non poter aiutare tutti in
modo risolutivo.
Finchè vediamo il sorriso sul viso delle nostre nipotine e sia pure attraverso Skype, possiamo sorri-
dere e gioire anche noi nonostante tutto.
Oggi abbiamo raccolto e riordinato sul computer foto di nipoti scattate da noi o inviateci dai geni-
tori a partire dalla nascita della prima nipotina. Serve anche per inserire le più belle e significative
in un album. Occuparci di ricordi è molto interessante, ma rischia anche di essere deprimente. Ma
quando si potrà di nuovo davvero stare con loro? Per arrivare al 4 maggio ci sono tre settimane.
Ma poi per gli ultrasessantenni già si sente dire che la quaresima continuerà. Fino a quando? Non
si sa. La cosa si fa molto pesante anche perchè il tempo futuro dei nonni, piaccia o non piaccia, è
limitato e adesso, anche se diciamo che è sospeso, non si interrompe. Anche il nonno oggi è sco-
raggiato. Vorrebbe sbaciucchiarle e stringersele, io cerco di non darlo a vedere, ma se penso che
non si sa quando finirà…
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Siamo tutti mogi.
Anch’io mi sento molto depressa…mio marito più che fare progressi è regredito, ultimamente que-
sta situazione lo penalizza molto. Viveva una vita di nuovo quasi normale, ma oggi le cose non si
mettono bene. E dire che siamo fortunati, abbiamo una grande casa (che continuo a pulire) e un
giardino. Come diceva mia mamma già anziana: “Odio la domenica e i giorni di festa”.
Per non pensare e "magonare" troppo mi sono messa a fare le pulizie. Seguiamo alla lettera, col
cuore stretto, la prescrizione che ci hanno dato i nostri figli :"State a casa!" Speriamo che questo
nostro sacrificio serva a loro e a tutti.
Ci rincresce che la nostra nipotina cominci a sentire il peso dell'isolamento e la mancanza della
scuola e delle sue attività, nonostante i compiti e le videolezioni. Ci rincresce che la piccola abbia
un papà che non può lavorare da casa, perché fa parte di un “servizio essenziale”. Cerchiamo di
non farci prendere troppo dall'ansia e non vediamo l'ora di poter riprendere i nostri normali ritmi
di vita, che comprendono naturalmente il piacere di stare fisicamente accanto a voi e con voi con-
dividere la nostra quotidianità. Un abbraccio a tutti! Festeggeremo il rientro con una megapizzata!
Mio marito ed io, come tutti voi, siamo chiusi in casa da 15 giorni: ci manca tantissimo la nostra
nipotina, ma anche un minimo di attività fisica all'aperto. Alle persone della nostra età hanno 
sempre raccomandato uno stile di vita corretto, per cui almeno mezz'ora di passeggiata al giorno
sarebbe indispensabile per mantenersi in salute. In questo periodo però ha la precedenza la salute
collettiva e ci adeguiamo, ma penso che, passata l'emergenza, saremo tutti un po' più flaccidi ed in-
grassati...
Nonni e nipoti vicini in remoto
Le testimonianze che seguono smentiscono gli stereotipi sugli anziani rigidi, abitudinari, poco incli-
ni all’adattamento e al cambiamento. I nonni e le nonne, almeno, dimostrano di essere resilienti alle
difficoltà e creativi. Certo le relazioni a distanza, e anche la didattica che qualche nonna fa aiutando
nei compiti, hanno grandi limiti, ma, al momento, non c’è alternativa e per fortuna ci sono le nuove
tecnologie.
Ogni giorno preparo schede per la piccolina. Ieri abbiamo letto "I tre porcellini", abbiamo dise-
gnato e scritto alcune letterine. L'ora è passata veloce.
Anche con Stella abbiamo letto una storiella ed alcuni indovinelli. Alla sera in Skype giochiamo a
battaglia navale con Francesco.
Anche noi ci siamo organizzati con i nostri potenti mezzi tecnologici per non perdere il contatto con
le bimbe. Ci colleghiamo, previo appuntamento, con Skype ed intrattengo la piccola per circa
un'ora con canzoncine in francese, schede di prescrittura (prima inviate con mail), esercizi con i
numeri e i colori... (italiano, francese). Enrica aspetta con gioia questo appuntamento e partecipa
con molto interesse. Nel frattempo i suoi genitori hanno un po' di tempo per il loro lavoro che con
lei diventa a volte problematico, o per altre loro attività. Con Gloria, la grande, mi sono proposta
per assistenza compiti, ma lei ha orari più pieni perchè segue le lezioni via Skype dei suoi inse-
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gnanti di classe e di musica e si gestisce abbastanza autonomamente, quindi per ora ci limitiamo a
chiacchiere sulle attività della giornata , ricette... Speriamo che il nostro computer continui a fun-
zionare e non ci pianti in asso come ha fatto oggi la nostra lavatrice ! Vi salutiamo con affetto e vi
diciamo e ci diciamo"CORAGGIO!".
Ieri è passata da noi nostra figlia e ci ha portato due disegni: uno di Marisa e uno di Elisa. In en-
trambi ci sono i genitori, noi due nonni (gli altri due purtroppo non ci sono più), i tre bimbi e il
cane. Che bello, anche se lontani noi ci siamo! Nel pomeriggio Elisa ci ha fatto una lunga telefona-
ta spiegandoci che Giuseppe sta in piedi appoggiandosi, ma sono ancora lei e Marisa che lo aiuta-
no a tirarsi su. E poi gli stanno vicino per tutto il tempo perchè "se si siede da solo magari cade e
batte la testa!". Racconta anche che hanno preso vari gusci di uovo e all'interno seminato
dell'erba. "L'erba cresce e sembrano capelli, verrà poi tagliata e ricrescerà come dei capelli". Sui
gusci hanno poi disegnato occhi, naso bocca. "Io da grande voglio fare l'inventrice perchè sono
creativa". "Ma-chiedo io- ci sono scuole per diventare inventori?". "No – risponde Elisa - si nasce
inventori".
Voglio condividere che cosa abbiamo deciso di fare in questo periodo per non interrompere la rela-
zione con i nipotini, dal momento che non possiamo stare con loro. Abbiamo deciso, in accordo col
papà, di darci un appuntamento telefonico, tutte le sere, se possibile, intorno alle 20.30. Quando i
bimbi sono pronti per andare a dormire, con pigiamino e denti lavati, Francesco mi chiama col
cellulare, in viva voce, ed io leggo loro una storia o un capitolo di un libro. Questa sera è stata
l'ottava serata. I bimbi sono contenti e interessati ad ascoltare la storia letta dalla nonna, in sosti-
tuzione di quella che normalmente legge loro il papà. Generalmente Francesco, quando termino di
leggere, è già addormentato. Stella ha ancora bisogno di qualche coccola, ma poi anche lei si ad-
dormenta.
E' un appuntamento che sia i nipotini, sia noi nonni, attendiamo con piacere.
Cari tutti, leggo che molti di voi sono impegnati con i nipoti in attività varie, cosa che a me non è
possibile essendo Isabella troppo piccola per essere esposta ai danni degli apparecchi digitali.
Quando nostro figlio o nostra nuora ci telefonano, cerchiamo di parlare con la piccola usando le
espressioni di quando eravamo vicini, ma lei rimane un po’perplessa non riuscendo a comprendere
cosa sta capitando.
Purtroppo non riesco a ricordare altri titoli di libri per bambini oltre a quelli citati usati da me con
i figli piccoli e con gli allievi nella scuola elementare. In particolare rammento che Pinocchio ave-
va avuto un gran successo, anche se io leggendo modificavo le parole più desuete. Infatti, almeno
35 anni fa, avevo proposto ad un caro amico editore di rifarne una versione in lingua corrente, ma
poi lui era morto prematuramente, la casa editrice aveva chiuso e non se n’era fatto più niente.
Il primo libro che ho letto loro è stato Cipì di Mario Lodi, che ho in parte modificato e sintetizzato.
Il secondo è un libro dei miei figli, della collana " Il battello a vapore" che andava tantissimo a ini-
zio anni ‘90.
Adesso ho iniziato a leggere loro Pinocchio. Uno o due capitoli per sera, dipende dalla lunghezza. 
Per un po' sarò a posto (poichè i capitoli sono parecchi), poi dovrò trovare qualcos'altro. Qualcuno
di voi ha libri da suggerirmi  che si adattino ad essere letti al telefono e che vadano bene per en-
trambi i bimbi ( 3 e 5 anni)?
Nell'attesa di poter riabbracciare presto i nipotini ci accontentiamo di questo piccolo regalo che ci
facciamo reciprocamente. Abbiamo visto che fa bene a tutti.
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A Marisa (4 anni) piace molto la serie di fiabe "C'era una volta" di EdiBimbi perchè sono illustra-
te, brevi, semplici. A Elisa (6 anni) adesso piacciono molto i Miti Greci (Le più belle storie dei Miti
Greci, Editore Gribaudo), ma anche le storie di Roma, sempre di Gribaudo.
Poi essendo femminucce hanno molto successo storie di Principesse classiche o più recenti come
Elsa e Anna.
Sentiamoci tutti e aggiorniamoci anche sulle piccole cose che stiamo facendo e vivendo. Ci serve
per star meglio e sentirci più uniti.
Nelle lunghe giornate di scuole chiuse ho affrontato il problema del momento con Giorgio inven-
tandomi un nostro TG quotidiano. 
Abbiamo creato uno studio televisivo, lui lettore ed io direttore responsabile.
Quindi: acquisizione notizie ( ovviamente molto filtrate ), codici di comportamento, consigli sui
giochi da fare in casa, rapporti con gli altri.... ecc, ecc. TG brevi , ma intensi e positivi con una ri-
sposta di Giorgio che mi ha stupito. Questa la mia esperienza momentanea.
Io come nonna lavoratrice sono ancora in servizio. Con i nipotini ci vediamo via Skype e devo dire
che sto benedicendo la tecnologia che prima vedevo con un occhio sospettoso. Il martedì continuo
ad andare a governare i nipoti di quattro e di otto anni e domani mi tocca dopo il lavoro perché
mia figlia e mio genero lavorano in due settori che non si sono fermati.
Mia figlia mi ha fornito una mascherina che devo dire non indosso volentieri, ma l'altro martedì
abbiamo giocato a nascondino in casa e io facevo la parte del mostro con la mascherina che li cer-
cava. Poi in cortile abbiamo giocato a palla prigioniera, gioco d'altri tempi, e devo dire che mi
sono presa bene tanto che ho rischiato di mandare i due piccolini ko.
Per non pensare e "magonare" troppo mi sono messa a fare le pulizie di Pasqua. Ci rincresce che
la nostra nipotina di 9 anni, cominci a sentire il peso dell'isolamento e la mancanza della scuola e
delle sue attività, nonostante i compiti e le videolezioni. Ci rincresce che la piccola abbia un papà
che non può lavorare da casa, perché si sa che le banche sono nella nostra società di primaria im-
portanza! Cerchiamo di non farci prendere troppo dall'ansia e non vediamo l'ora di poter riprende-
re i nostri normali ritmi di vita, che comprendono naturalmente il piacere di stare fisicamente ac-
canto a voi e con voi condividere la nostra quotidianità. Un abbraccio a tutti!
Per quanto riguarda il rapporto con i nipoti anche noi sentiamo molto la mancanza di ognuno con
le sue caratteristiche anche di età, ora la piccola di quattro anni aveva cominciato a desiderare di
venire a dormire da noi e anche ieri quando l'ho sentita  mi ha chiesto se quando è finito il corona-
virus potrà venire di nuovo a dormire da noi. Che tenerezza! Mi chiedo spesso in questi giorni cosa
passerà nella loro testa pensando a questo ospite sconosciuto che li ha allontanati dai nonni e da-
gli amici.
Ho apprezzato molto la bella idea di leggere ogni sera una storia ai nipoti, veramente bello, un im-
pegno semplice che dà la gioia di essere nonni e ai nipoti di sentire che i nonni ci sono sempre con
tanto affetto.
A proposito di storie, a parte Pinocchio, una storia  che piace ad entrambe le nostre nipotine è si-
curamente Cappuccetto Rosso. Ma sono anche appassionate di Biancaneve e i sette nani, Pollicino,
il Gatto con gli stivali, e poi ci sono quelle più attuali, ma amano sentirle vicino a noi e non a di-
stanza, sedute assieme sul divano coccolate su di noi e ciò non funziona purtroppo in questo perio-
do.
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Oggi Zoe di otto anni mi ha raccontato tutta orgogliosa che con sua sorella ha ritagliato da dei
giornali degli animali e poi li hanno attaccati su un foglio, anche questo per loro è un divertimen-
to come pure piace a loro farsi fare un disegno dall' adulto e poi colorarlo con gli acquarelli, che
divertente!
Be’ lascio qualcosa per un'altra volta anche perchè ora devo pensare ad una cenetta per noi due
(credo che ne usciremo aumentati di peso perchè oltre ai pasti normali a metà mattina prendiamo
un caffè con un biscottino e a metà pomeriggio la merenda o con un frutto o con la tisana con o
senza biscotto). Mamma mia!
Questa mattina passa un momento da noi nostra figlia con l'occasione di dover fare qui vicino una
visita ad un cane con gravi crisi di epilessia.
E così abbiamo preparato un pacchettino per le bimbe e anche per il bimbo: alcune cannucce che
servono per lavoretti, sei cioccolatini, l'ultimo numero della rivista per bimbi G.Baby, colla pryt,
carta di recupero per disegnare. Tutte cose trovate in casa con materiale povero. Ma per loro è im-
portante ricevere un dono  dai nonni, non il suo contenuto. Stiamo re-imparando a costruire e ap-
prezzare le piccole cose. Ieri il più piccolo ci ha fatto un grande dono: si è messo in piedi! Nella
prima foto con una faccia tutta soddisfatta e fiera, nella seconda concentrato ad esaminare qualco-
sa su una sedia, che finalmente può raggiungere da solo.
La tristezza, ma anche i sensi di colpa quasi di tradimento verso i nipoti per averli abbandonati
sono più leggeri perché condivisi. I diversi modi di relazionarci con i nipoti, le diverse invenzioni
per stare vicini a loro essendo lontani sono una ricchezza che condividiamo. Forse questi "arresti
domiciliari" sono anche occasioni per fare qualche bilancio. Magari per condividere qualcosa an-
che di questo.
E poi raccontare la quotidianità è sempre importante per sé e per gli altri.
L’amore nonni-nipoti
L’amore dei nonni è intriso di dedizione, affetto e tenerezza, desiderio, dimensioni di ruolo e senso.
E’ diverso e integrativo, arricchisce quello dei genitori: ai genitori la responsabilità, ai N. la com-
prensione…
I N. capiscono i nipoti, i nipoti quasi sempre si trovano bene con i N. Una sorta di “complicità” che,
in fondo, rappresenta una delle cose preziose della vita. L’affetto dei N. offre ai nipoti la possibilità
di avere persone a disposizione che vogliono bene e che, nello stesso tempo, possono vivere la rela-
zione con leggerezza. La differenza sostanziale dall’amore dei genitori ce la illustra splendidamente
nonno Piero (P. Bertolini, “Giorgia, I primi tre anni di vita di una bambina raccontati da suo
nonno”): […] il timore di pesare su di te con la mia personalità, con la mia visone del mondo, con
i miei modi di vivere non mi ha, ancora adesso, abbandonato del tutto. Semmai quel timore avrei
dovuto percepirlo nei confronti dei miei figli! [...] Più volte, infatti, mi sono domandato, a distanza
di tanti anni, quante e quali responsabilità io abbia avuto nei confronti dei miei figli […]. Con te le
cose sono andate diversamente. Mi piaceva guardare cosa facevi, come ti comportavi, e tentare di
immaginare cosa pensassi. Può sembrare assurdo, ma era come se l’essere nonno mi autorizzasse
ad avere, almeno con te, un atteggiamento meno coinvolgente e dunque più disposto a leggere nei
tuoi pensieri con rispetto, persino con un pizzico di venerazione.
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Una nonna esprime quell’amore che offre tempo dedicato ed esclusivo, pieno di senso, che i grsci
antichi chiamavano “Kairos”.
Quando c’è Gloria io sono tutta per lei. Gli altri impegni possono aspettare quando ritorna a casa
dai genitori. Anche se mi risulta un poco difficile rialzarmi, spesso mi siedo per terra con lei a gio-
care con le bamboline e le casette.
L’amore dei nonni si unisce nella reciprocità di quello dei nipoti.
Ce lo descrive per esempio uno scrittore (Hemingway) in “Il vecchio e il mare”.
Il ragazzo vide che il vecchio respirava e poi vide le mani del vecchio e si mise a piangere. Uscì
senza far rumore per andare a prendere un po’di caffè e lungo la strada continuò a piangere.
Ma anche una nipote, studentessa universitaria, durante un incontro delle “Officine dei nonni”:
Mio nonno mi ha accudita fin da piccola; adesso è su una sedia a rotelle e soffre a non poter più
fare nulla per me. A me piace stargli accanto, coccolarlo e tenerlo per mano; so che non posso dar-
gli la salute, ma posso dargli la mia presenza.
E al tempo del coronavirus, dove emerge la fragilità dei nonni i nipoti sono accanto a loro:
Prendersi cura di chi fino ad un attimo fa si è preso cura di loro. Ecco quello che stanno facendo
gli adolescenti con responsabilità-istintiva e spesso inconsapevole…”Non toccateci i nostri nonni”
sembrano dire senza dircelo…loro che con i nonni, spesso, ci sono cresciuti, ci hanno passato po-
meriggi e weekend, se li sono trovati fuori dal portone di scuola… Nonni che sono punti di riferi-
mento, nonni di cui vanno orgogliosi. Nonni a cui si vuole un bene dell’anima.
Federico Taddia (La Stampa, 26 aprile 2020).
Tutte le testimonianze in Telenonni sono attraversate dall’amore. Quelle che seguono sono più diret-
te e non solo del loro, ma anche di quello dei nipoti.
Confesso, è la mancanza numero uno quella dei nipoti, in parte colmata da foto e video , ma manca
il contatto, il potere giocare insieme.
Potremmo con una petizione chiedere che questi giorni ci vengano restituiti, magari con gli interes-
si.
Mi associo! A tutti pesa la lontananza dai nipotini e dai loro genitori, ma questi piccoli sono co-
munque una consolazione, anche questa che condividiamo, e creano legami.
I nostri nipoti, anche lontani, mi sembrano in fondo contenti. E spero anche i vostri. Parlano con
noi volentieri e chiedono di tornare a “casa nonni”, ma poi subito pensano e si occupano di altro.
E i loro genitori sanno offrire loro gli stimoli. Non soffrono, almeno in apparenza, come noi rispet-
to a loro, per la mancanza dei nonni. Per questo non sono nè cattivi nè ingrati, ma la loro struttura
mentale vive nel presente e non è cosciente come noi, sia del passato che del futuro. Però hanno co-
munque tante paure, coronavirus compreso. Le loro paure le rimuovono e le esprimono spesso in
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modi strani e per noi incomprensibili. I genitori e/o i nonni devono con loro parlarne. Parlarne con
semplicità, ma anche con tranquillità li aiuta a non “spostare” altrove questo disagio.
Noi uomini e donne da giovani ci si svena per i figlioli, per farli studiare, per farli star bene e sem-
pre con grande amore…!! Poi arriva l’amore travolgente, e cioè i nipotini! Non siamo più tanto
giovani, ma come per incanto si ridiventa bambini, ci si ricorda dei nostri giochi per farli giocare
con noi e ci accorgiamo che vogliamo loro tanto bene, forse più che ai figli!! E si viziano, si viziano
come hanno fatto a loro volta i nostri nonni e si guardano dalla mattina alla sera affinché i loro ge-
nitori possano lavorare tranquilli...e si ingoia qualche rospetto perché malgrado tutto, a volte sia-
mo ripresi...ma a noi nonni non ci importa niente!! Guardiamo negli occhi i nostri nipoti e tiriamo
avanti!
Ieri sera in video chiamata di Elisa che ci ha fatto vedere il buco lasciato da un dentino e il denti-
no. Ci ha annunciato che va a dormire perché a mezzanotte arriva la fatina a portare i soldini. E
poi ha chiuso dicendoci: “Buona notte, un bacio a nonno e un bacio a nonna, sogni d’oro, speria-
mo che veniate presto a trovarci”. E Marisa, con il suo solito faccino birichino, ha confermato.
Ieri sera ho registrato una storia dei suoi tempi e del suo paese, narrata da un nonno in un libro di
raccolta storie di nonni ospiti in una casa di riposo. Chissà quanti di questi nonni narratori, al
tempo del coronavirus, sono ancora lì. Ma, bando alle tristezze, ho poi inviato via WhatsApp alle
piccole. Le bambine hanno poi mandato un’audio-chiamata testuale come sotto.
Elisa: "Ciao nonni, noi di oggi abbiamo giocato con la sabbia e adesso abbiamo fatto fuori cena
con patatine, costine, finocchio, quello lo ha mangiato Marisa e stiamo ascoltando la musica. Buo-
na notte e tanti sogni d’oro. Vi voglio tanto bene, ma cosa sta facendo nonno?”. Abbiamo sentito la
storia, era molto bella, grazie, ma io l’avevo già sentita una volta da voi, a casa vostra, su quel li-
bro". E Marisa: "Glazie nonni, voi me l’avete rimandata, perché io non me la ricordavo. Ciao vi
mando tantissimi baci, due per nonna e due per nonno".
Come sono simili, ma anche diverse le due sorelline!
Zoe, quando le ho chiesto se era contenta di essere venuta dai nonni, mi ha detto "sì, perché io ti
adoro" e alla domanda come mai mi ha risposto senza esitazione "perchè mi fai la minestra con le
farfalline che sono le mie preferite!".
E queste cose, si sa, fanno gioire i nonni!
Quando usciamo per tornare a casa Marisa ci precede di corsa e si lancia sull'auto. Vuole venire a
casa nonni. Le chiedo perché vuol venire in città, quando è lì libera a giocare. “Pelchè-dice-vollio
stale con voi e poi da voi ci sono bellissimi playmobil.
Gli affetti verso i cari. I Sentimenti di vicinanza e solidarietà
Nipoti e figli sono sempre nei pensieri e nelle attività anche “in remoto” dei nonni. Ma pensieri e
preoccupazioni vanno anche alle altre persone care, vecchi genitori, parenti in genere. I sentimenti
di condivisione e solidarietà si estendono anche alle persone che non si conoscono direttamente. E’
chiara la coscienza che solo insieme ce la faremo.
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Alle 7 ogni mattina accendiamo la TV per assistere alla messa a Santa Marta di Papa Francesco.
Ci conforta e ci fa iniziare meglio la giornata del tempo sospeso. Come dice lui facciamo la comu-
nione "spirituale". Riflettiamo in silenzio per alcuni minuti, ricordando tutte le persone che non ci
sono più a causa del coronavirus e al dolore dei loro familiari non solo per la perdita, ma anche
per la solitudine totale nel distacco finale.
Anche io sto vivendo a momenti alterni : aspetto con ansia la sera per vedere se i morti e i conta-
giati sono diminuiti, inizio la giornata cercando di alzarmi a sentire la messa del Papa e cerco spe-
ranza nelle sue parole, poi faccio qualcosa in casa, mentre il pomeriggio lo trascorro quasi tutto in
lettura, computer, riflessioni varie .
Penso a nostra figlia, lei che comunque noi abbiamo potuto seguire fino all'ultimo e penso con tan-
ta angoscia a tutte le persone che in questo periodo sono rimaste sole nella sofferenza fino alla
morte senza poter sentire i propri cari vicini. Quanta tristezza e dolore per loro e per chi rimane!
Io credo e prego tanto .
Grazie nonni per la vostra toccante testimonianza e un pensiero particolare. Così anche per i nipo-
ti degli altri nonni che non hanno più la mamma. E per il nipotino di una nonna che conosco che
sta lottando come un leone contro una brutta malattia. Nell'omelia di questa mattina a Santa Mar-
ta, commentando il brano del Vangelo sulla resurrezione di Lazzaro, Papa Francesco ha insistito
sul fatto che Gesù si è commosso e ha pianto di tenerezza verso l'amico morto. E' il Gesù uomo,
quello più vicino a noi che condivide dolore e debolezza, ma anche solidarietà, amicizia, speranza.
Grazie per le vostre espressioni di vicinanza in questi giorni, per noi particolarmente tristi, circon-
dati anche da questo silenzio spettrale. Mi rendo conto che il gruppo si è dimostrato un riferimento
validissimo, e per questo un grazie a tutti.
Il dolore è sordo, ma se riesci ad attraversarlo senza esserne distrutto ne esci migliore sia come in-
dividuo che come persona capace a capire ed aiutare gli altri. A quelle condizioni le difficoltà uni-
scono e rendono stabile un legame molto più delle gioie e dei momenti felici. Quelli ti danno la ca-
rica e sono assolutamente necessari, ma le prime sono il cemento delle relazioni.
Sono contento che questi scambi a distanza siano comunque di aiuto per te e spero anche per tutti.
Pasqua in ebraico significa “passare oltre” dall’Egitto alla terra promessa, attraversando il deser-
to. Per i primi cristiani la Pasqua era quella dell’ultima cena: Pasqua di passione. Al tempo del co-
ronavirus è difficile vivere una Pasqua di Resurrezione del Cristo Trionfante.
Mi sento vicino non alla Pasqua del Cristo-Dio, ma a quella del Gesù uomo sofferente, nel deserto
di un tempo sospeso tra un mondo finito e un altro sconosciuto. Una Pasqua di passione, non di re-
surrezione.
Auguri, della Pasqua tradizionale manteniamo comunque la speranza.
Sono sconvolto. Alla televisione ho visto una serie di mezzi militari che uscivano dal cimitero di
Bergamo carichi di bare da portare altrove per la cremazione, perché non c’era più posto.
Ieri ho scoperto, leggendo La Stampa, che c'è stato un decesso per coronavirus nella Casa di ripo-
so dove ho mia mamma, che non vedo da più di un mese e non sento, nemmeno più al telefono, da
dieci giorni. 
Non poter far nulla per aiutarla a capire cosa sta succedendo e per rassicurarla che non l'abbiamo
dimenticata mi provoca un malessere che mi impedisce di soffermarmi su qualsiasi cosa. Anche in-
viare una mail a Telenonni mi diventa difficile.
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Il timore poi che possa ammalarsi e la consapevolezza di non poterle essere vicina mi paralizza.
Questa è la pena che stiamo vivendo in questo periodo.
Spero finisca al più presto questa situazione assurda. Per fortuna la sera sentiamo i bimbi e questo
ci rincuora.
Ci preoccupa nostra figlia che è tecnico di radiologia in ospedale. Da ieri alterna i turni in reparto
facendo RX e TAC a probabili infettati, a turni in pre-triage (la tenda esterna ai P.S.) Per questo se-
condo lavoro si è offerta volontariamente e se da un lato l'ammiriamo per la sua generosità
dall'altro non possiamo essere tanto sereni.
Qualcuno di voi ha figli che lavorano tra il personale sanitario? Ieri sera al TG abbiamo visto me-
dici ed infermieri con ferite e spaventosi arrossamenti sul viso e sulle mani dovuti all'uso prolunga-
to di mascherine e guanti. 
 Per quel che riguarda la mamma nella casa di riposo la situazione è pesante. Ieri le hanno fatto il
tampone, ci saranno i risultati domani.
In casa di riposo la situazione è drammatica: ogni giorno ci sono due o tre decessi. E manca il per-
sonale. Mi sento impotente, prego affinchè tutto si risolva nel modo per lei meno traumatico.
Nostra figlia, che lavora in ospedale, a contatto continuo con pazienti Covid, è positiva! Per il mo-
mento può rimanere a casa, ma se dovesse peggiorare dovrà essere ricoverata.
Ci spiace davvero tanto Ma è giovane e siamo certi che guarirà presto e, come tanti, a casa. Un
abbraccio grande grande .
Come sto? Sono molto, molto preoccupata: ho mio cognato (72 anni), a Milano, ricoverato in ospe-
dale da sabato, positivo al Covid-19. Pur presentando, fino a ieri, una condizione definita "stabile",
continua ad avere la febbre ed è molto sfiduciato, tanto da aspettarsi il peggio. Mia sorella è ovvia-
mente in quarantena, sola in casa con la sua gatta, e tanto per aggiungere apprensioni ha la nuora
che dovrebbe partorire a breve.
Mia figlia è stazionaria e questo sembrerebbe un bel segnale giacchè non è peggiorata; presto do-
vrebbe fare un nuovo tampone per confermare la positività che non era così evidente la prima vol-
ta, nonostante la presenza dei sintomi caratteristici del Covid.  Speriamo continui così senza peg-
giorare.
La sofferenza e la condivisione si estendono anche a persone e fatti lontani nel tempo.
Spesso a proposito (o a sproposito) di coronavirus si parla di guerra. Presto sarà il 25 aprile, la li-
berazione da un’altra guerra. Non dobbiamo dimenticare tutti i morti di quella e ancor prima le
stragi naziste, le leggi razziali e anche poi le foibe. Ma un pensiero particolare penso sia dovuto
agli eroi di allora, a quelli morti che sono stati dalla parte giusta, soprattutto quelli che lo hanno
fatto per scelta consapevole, pur con diversi sogni per il futuro, ma anche quelli che sono diventati
partigiani perchè non avevano altra scelta. Tutti hanno lottato e molti sono caduti per liberarci dal-
la barbarie e consegnarci un mondo migliore.
Un sentito grazie anche da parte di mio padre che non c’è più, e che in montagna è salito con tanti
compagni per tornare poi da solo. Auguro per noi, e per chi ci seguirà, che il 25 aprile lo si possa
festeggiare ancora per sempre.
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TELENONNI ATTO TERZO. LA LIBERTA’ CONDIZIONATA
Di nuovo vicini. I primi assaggi
Dal 4 maggio i N. (se nella stessa regione) possono rivedere figli e nipoti. Il desiderio di ricomin-
ciare si alterna ai timori per la sicurezza e di non poter recuperare la ricchezza delle relazioni pre-
Covid.
Infatti il DPCM 26 aprile permette gli spostamenti dal 4 maggio all’interno del territorio regionale
di residenza per incontrare congiunti, sempre mantenendo le distanze di sicurezza ed evitando as-
sembramenti.
Si avvicina la prospettiva della fase 2 e della progressiva apertura. Finalmente i N., dopo poco meno
di due mesi, potranno andare dai nipoti e i nipoti da loro, mentre prima ci si poteva spostare solo per
motivi di salute, necessità (es. procurarsi il cibo), lavoro. Niente feste e assembramenti, e, natural-
mente, neanche ancora “Spazi nonni” in presenza. Con cautela, distanziamento e mascherine, altri-
menti ancora in remoto. Per i nonni è un momento importantissimo e felice, ma anche con timori sia
per la loro salute che per la ripresa della relazione con i nipoti dopo quasi due mesi.
Questa mattina ci siamo svegliati e abbiamo riascoltato le voci delle nostre nipotine che ogni sera
sentiamo in remoto e inventandoci i modi più creativi possibili per relazionarci con loro. "Ciao
nonni!!! noi mangiamo pasta con zucchini, mentre papa' e mamma pasta con olio, aglio e peperon-
cino che a noi non piace, poi giochiamo un poco e poi andiamo a nanna. Abbiamo chiesto a papi 
se ci mette un cine family. Oggi ho fatto i compiti (Elisa)”. “Io invece ho fatto una casetta con due
sedie e ho giocato li dento con le balbi......... nonni!!!, quando finisce il colonavilus venite su a tlo-
valci tre volte! (Marisa). Che voglia di vivere! e che affetto che rimane anche a distanza e dopo
quasi due mesi, per noi un'eternita' di tempo. Quante cose perse di loro e del piccolo Giuseppe che
gorgheggiava in sottofondo. E quando poi li rivedremo saranno molto diversi, chissà quale sarà il
ritorno e come ricostruire la relazione autentica, che richiede continuità. Staranno a un metro e ot-
tanta centimetri di distanza e pure tutti con le mascherine? Con i guanti, lavandoci tutti le mani
dopo che ci siamo toccati?
Ci pare interessante seguire il dibattito proposto sul link inviatoci. E grazie anche per la documen-
tazione di un sito sull’infanzia che tratta dei bambini nel periodo della fase 2. Meno male. In tutta
questa confusione di proposte (apriamo, non apriamo, bisogna tornare al lavoro….) non abbiamo
ancora sentito nessuno preoccuparsi seriamente dei bambini. A chi verranno affidati se i genitori
lavorano? Torneranno in campo i nonni? Riapriranno a settembre le scuole nidi e materne com-
presi? E allora? Ci rendiamo sempre più conto che sì, è tutto difficile, ma ci vorrebbe qualcuno con
idee chiare e senso di responsabilità. Invece…temiamo che da questo sfacelo non ne usciremo tanto
migliori! 
Nonostante tutto cerchiamo sempre di mantenere viva la speranza!
La situazione di Torino e del torinese risulta piuttosto pesante visto che siamo ormai al secondo po-
sto e stiamo insidiando il triste primato a Milano.
Voi avete notizie diverse? Il nostro medico di famiglia ci ha consigliato di stare ancora una quindi-
cina di giorni a casa per vedre come vanno le cose. Se il 18 si riapre a tutti i negozi, perchè la si-
tuazione è migliorata, allora possiamo stare più sereni.
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Anch'io sto vivendo male questa libertà che avremo da lunedì 4 maggio perchè qui in Piemonte sia-
mo ancora ad alto rischio e uscendo ieri pomeriggio per il mio quarto d'ora di sole ho già visto
cambiato attorno l'ambiente, cioè più gente in giro, diversi senza mascherine e ho immaginato cosa
succederà lunedi 4 quando uscirà sicuramente tanta gente senza "la prudenza" suggerita anche dal
Papa.
Questa "paura" che ho contrasta fortemente con la grande voglia  di vedere i carissimi nipoti.
A questo punto ieri sera ho approfittato della visita settimanale di nostro figlio che viene sul piane-
rottolo a portarci la spesa, per chiedergli cosa ne pensano, loro genitori, della nostra eventuale vi-
sita ai nipoti .  
Mi ha risposto senza dubbi che possiamo andare (preciso che non hanno bisogno di noi per guar-
darli perchè mia nuora non lavora), i nipoti ci aspettano con piacere e dobbiamo incominciare a
convivere con questo virus che continuerà ancora per molto, altrimenti dovremo rinunciare a ve-
derli per diversi mesi. Il dialogo è stato lungo ed io sono rimasta ancora più confusa.
Ho sentito anche altri nonni con molte meno paure di me e allora ho pensato di essere io esagera-
ta, ecco perchè mi ha fatto bene sentire siamo tutti combattuti tra la paura per la salute e la nostal-
gia per i bimbi.
Mi avessero detto che mi sarebbe capitato un giorno di restare chiusa in casa per tanti giorni con-
secutivi (e non per malattia) non so come mi sarei sentita visto che soffro anche di claustrofobia e
sono al quinto piano di un condominio. Per mia possibilità e scelta sono sempre stata volentie-
ri fuori casa e quando mi impegnavo a fare la casalinga dopo un pò friggevo e mi dicevo :" Su, su
esci , cammina finchè puoi, vai a trovare qualcuno, vai dai bimbi ecc."
Quindi il cambiamento è stato proprio grande.
Non penso comunque che "il via libera" mi dia problemi per farmi essere di nuovo entusiasta di ri-
prendere le mie attività, anzi sogno che ciò avvenga presto.
Noi siamo combattuti tra la paura per la salute e la nostalgia per i bimbi. Certo abbiamo il vantag-
gio di poter scegliere. Non penso possa essere così per chi hai i nipoti a casa da scuola e i figli che
devono prendere lavoro in sede.
Ci piacerebbe confrontarci con voi, conoscere cosa sapete, pensate della situazione e come pensate
di fare dal giorno 4 e dopo. Temo che la situazione da oggi sia ancora più stressante. Almeno prima
non c'era possibilità di scelta: o stai a casa o stai a casa. La libertà, anche se parziale, ha i suoi
costi!
A me non più di tanto pesa la vita a casa tutto il giorno. Ho strutturato un piano di lavoro e della
giornata che mi può impegnare ancora per almeno un mese. Ma mi angoscia da un lato il rischio di
abituarmi ad un certo tipo di vita che mi avvicina allo status di vecchio (abitudinario, che fa le
stesse cose, che non ha più voglia di fare cose nuove e di muoversi). Dall'altro lo sfilacciamento
delle relazioni dirette soprattutto con i nipotini.
Loro crescono e non si allenteranno le relazioni con noi? E come riprenderle in modo significativo
in un clima in cui devi stare attento a tutto e con il patema d'animo di ammalarti, sapendo che non
te lo puoi permettere?
Se le scuole tutte non riapriranno fino a settembre e quest’estate non ci saranno attività per i bam-
bini, mentre i genitori vanno a lavorare non si pensa ai dieci milioni di N. disponibili ad accoglierli
e seguirli? Almeno per i bimbi si eviterebbero disagi e i costi per baby sitter non meglio individua-
te.
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Allora questi fragili vecchietti chiusi e isolati finora nelle loro abitazioni diventerebbero di nuovo
robusti e abilitati a stare con i nipotini. Vedremo. Per intanto se credete vedete la documentazione
che vi ho mandato.
Anche noi siamo combattuti tra il desiderio di rivedere nipotina e genitori, ma anche frenati dal
pericolo che aleggia sui diversamente giovani. Staremo in giardino con mascherina e a debita di-
stanza? Ma come potrebbe reagire una bimba di dieci mesi?
Nei prossimi giorni arriverà nostra figlia con la nipotina e potranno vivere vicino a noi, nell’altro
alloggio. Forse domani andremo dalla più piccola, ma mio figlio è perplesso e mio marito teme di
soffrire troppo nel non poterla abbracciare e sbaciucchiare.
Oggi è venuta nostra figlia che deve fare visite nella zona. Abbiamo preparato un nuovo pacchetto
per le bimbe di cose recuperate: un giornalino, un libro di origami, un puzzle...tutte cose trovate in
cantina e nel garage mentre facevo ordine e pulizie. Il coronavirus insegna la sobrietà. Lei ci ha
portato una busta fatta da loro con dentro tantissimi loro disegni per noi. E poi la sera vediamo e
sentiamo nelle video e nelle audiochiamate che ci vogliono ancora bene.
Carissimi tutti, ci sentiamo disorientati ed incerti sul da farsi, sulle opportunità, sulle strategie da
mettere in campo per non darla vinta al maledetto virus e per riuscire a riprendere, almeno un po',
la nostra vita di relazioni, almeno di famiglia. In questo periodo veramente ci siamo resi meglio
conto di ciò che può essere superfluo nella nostra vita e di ciò che ci manca, che sentiamo indi-
spensabile. La prima esigenza è quella del poter stare con gli altri, con i nostri cari e specialmente
con le nostre nipotine.  
La nostra speranza è che la situazione in Piemonte migliori perchè solo così potremo avere indica-
zioni più certe e rassicuranti; nell'attesa vi confermiamo l'importanza di avervi avuti ed avervi
come compagni di viaggio.
Anche noi siamo combattuti tra il desiderio di rivedere Isabella ed i suoi genitori, ma anche frenati
dal pericolo che aleggia sui diversamente giovani. Abbiamo ipotizzato di incontrarci nel loro giar-
dino (meglio sicuramente del chiuso di una casa) e comunque bardati di mascherina, a debita di-
stanza. Ma a quel punto ci chiediamo: a che servirebbe per una bambina così piccola non poter ve-
dere nemmeno l’espressione dei nostri visi coperti, ma solo gli occhi di persone che forse non rie-
sce a riconoscere?
Credo sia meglio essere prudenti ed aspettare l’evolvere della situazione, anche se dubito che ci
sarà presto il “Liberi tutti!”.
Per quel che riguarda nostra figlia poi, che lavora in un ospedale Covid, difficilmente la rivedre-
mo in tempi brevi. Anzi: chissà che non debbano passare mesi se si vuole dar credito al dottor Fau-
ci, consulente di Trump, che minaccia: “la pandemia avrà sicuramente una ripresa in autunno”.
Noi comunque non ci scoraggiamo, ringraziando il Cielo per come abbiamo vissuto serenamente
questo periodo di privazioni.Vi saluto caramente, ricordando di ognuno di voi le fatiche di questo
tempo sospeso.
Prepariamoci con coraggio per le prossime settimane e continuiamo i nostri scambi perché "l'unio-
ne fa la forza"!
Anche io ho avuto la sensazione di invecchiamento precoce nel non potermi muovere, ho fatto an-
che un sacco di cose utili ( riordino di scartoffie, lettura di libri interessanti, etc.) e tante me ne re-
stano da fare, ma non vedo l'ora di poter uscire in un mondo normale, che è quello che manca.
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Dopo il 4 maggio cosa faccio ?
Visto la libertà verso i congiunti, il 5 vado a vedere i nipoti, ho bisogno del loro entusiasmo!
(aspetto il 5 perchè il 4 si sono già prenotati gli altri nonni).
Credo sia il momento buono, loro non hanno ancora avuto contatti esterni, anche noi siamo stati
isolati al 99,9% da inizio marzo e se dovessero nuovamente chiudere , almeno ho interrotto il digiu-
no!
Poi si vedrà l'evolversi della situazione, se ci sarà o meno una ripresa del contagio, nessuno sa fare
valide previsioni; se non si osa un po' adesso, per la massima prudenza si dovrebbe aspettare
cosa ? Il vaccino? non me la sento!
Buona serata e buona notte.
Le relazioni educative tutte intrise di emozioni e affettività non si cancellano, rimangono e si fissa-
no soprattutto nei primi anni di vita. E i N. possono verificarlo direttamente rivedendo finalmente i
nipoti. Anche con qualche sorpresa.
Buona giornata a tutti voi.
Oggi sono contenta. Ieri (23 aprile) ho rivisto i nipotini, anzi ho trascorso un’intera giornata con
loro. Nostro figlio lavorava e non aveva nessuno cui lasciarli. Erano felici, quasi increduli. Che sia
di buon auspicio anche per voi.
Grazie per averci resi partecipi della vostra gioia. Toccherà anche a noi prima o poi.
Che bella notizia. Speriamo dopo il 4 maggio di rivederli anche noi. Ieri vi ho mandato una mail su
una iniziativa per gli anziani attivi. In fondo, a parte questo pesante periodo, noi nonni siamo an-
ziani attivi per definizione.
L'inizio della fase 2 è vicino e nessuno sa bene che cosa potrà o sarà opportuno fare.
Tutti abbiamo tanta voglia di normalità, ma tutti temiamo, muovendoci, di creare danni.
Noi non abbiamo ancora deciso nulla.
Credo però che tutto dipenderà dagli accordi che prenderemo con nostro figlio.
Se avrà bisogno di aiuto, come avvenuto la scorsa settimana, andremo.
Se non ci sarà questa necessità, una eventuale visita, se prevista dal decreto, sarà comunque con-
cordata con lui.
La nostra comunque è una situazione complessa.
Cos'è più importante: la garanzia di non contrarre il virus (chissà quando l'avremo!) o soddisfare
la necessità dei bambini di assaporare un po' di normalità famigliare? E' questo che mi chiedo.
La settimana scorsa quando sono andata dai nipoti vi assicuro che non mi sono fatta domande, non
ne ho avuto il tempo:quando Stella, vedendomi, mi è letteralmente saltata al collo, non ho potuto
far altro che abbracciarla e darle tutti i baci di cui aveva bisogno. Vi assicuro che non ho nemmeno
avuto la percezione di avere fatto qualcosa che poteva essere rischioso.
La prossima volta che andrò o andremo mi sono ripromessa di tenere la mascherina, se non altro
mi sentirò più a posto con la mia coscienza. Nell'attesa di avere linee guida meno confuse, a tutti
un caro saluto.
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Procede il programma di visite ai nipoti in avvio di fase due? Noi prevediamo la prima mercoledì
con tanto di mascherine e autocertificazione. Mi viene da ridere a pensare di presentarmi così ai
nipoti. Già sento che il tutto finirà in un lungo abbraccio. E voi cosa pensate?
Noi siamo andati dai nipoti questa mattina. Tanto entusiasmo da parte loro che ha sciolto l’appren-
sione. Tutti con mascherina tranne la piccola. Siamo ripartiti con tanta gioia, speriamo adesso che
non si debba tornare indietro.
Condividiamo la vostra gioia, speriamo presto di poterla assaporare anche noi. Per noi l’incontro
è fissato per domani. Che emozione!
Noi ci siamo incontrati con le nostre nipotine. Ci hanno fatto giocare per quasi quattro ore mentre
papà e mamma lavoravano in smart working. Non sembra che il tempo di separazione abbia cam-
biato qualcosa. Sono più riservate nelle manifestazioni di affetto. Questo sì.
Noi stiamo predisponendo la divisione degli ambienti della nostra casa, nei prossimi giorni arrive-
rà nostra figlia con Alice e potranno vivere vicino a noi, ma per conto loro, con incontri in giardino
e cibi passati dalla finestra.
Buongiorno a tutti. Oggi ancora viviamo la felicità di ieri sera! Nel pomeriggio una vocina al can-
cello chiamava nonno, nonno. Tanta è stata la sorpresa nel vedere tra le sbarre il musetto di Zoe
coperto dalla mascherina e dietro di lei nostro figlio e nostra nuora anche loro opportunamente
mascherinati. Non sapevamo più se ridere o piangere, come aprire il cancello, quale azione non
scoordinata fare per prima. E’ stata una emozione che ci ha fatto toccare con mano la nostra fragi-
lità.
Grazie a tutti voi, cari nonni, per le belle e divertenti narrazioni delle visite ai nipoti! La mia espe-
rienza non è stata altrettanto positiva. Quando la piccola Isabella ci ha visti tutti e due con la ma-
scherina si è messa a piangere. Ci siamo rimasti molto male, ma confido che con le prossime visite
si possa pian piano recuperare il rapporto con Isabella.
Ieri è stato per noi il giorno che dovrebbe dare il via alle vecchie abitudini, quelle pre-Covid; ve-
derci con regolarità almeno una volta a settimana (anche se noi spereremmo qualcosa in più).
I bimbi erano proprio felici. Abbiamo trascorso con loro l'intera giornata.
Francesco ha coinvolto il nonno, fin da subito, in un estenuante gioco a "nascondino", cui lui non
era più abituato!
Stella ed io, invece, siamo rimaste in casa, sedute sul divano, strette strette che più non si poteva, a
leggere un numero imprecisato di storie.
Nel pomeriggio abbiamo fatto un po' di "scuola all'aperto": giocato con le lettere dell'alfabeto, co-
lorato, letto, qualche scheda di pregrafismo e assistito, purtroppo, alla cattura di una talpa da par-
te di uno dei loro due cani.
E poi Francesco ci ha chiesto se ci fermavamo a cena. Naturalmente sì, l'avevamo messo in cantie-
re.
Purtroppo c'è stato qualche capriccio prima di metterci a tavola, ma, considerando la situazione
che vivono, direi che non è stato niente di drammatico.
Certo noi nonni avremmo voluto non fosse successo...Il bilancio della giornata è stato senz'altro
positivo. Aspettiamo già con impazienza il prossimo incontro.
Lunedì abbiamo finalmente rivisto i nostri tre nipoti e con loro non abbiamo affatto rispettato il di-
stanziamento sociale! Anche loro cercavano proprio un contatto fisico con noi e noi eravamo in
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astinenza da troppo tempo per rinunciare a tenerli in braccio e spupazzarceli. Proprio lunedì la no-
stra famiglia ha dato il benvenuto ad un nuovo ingresso, al secondogenito di mio nipote figlio di
mia sorella, la quale ha così raggiunto la quota di 4 nipoti tutti rigorosamente maschi. Nella nostra
famiglia le femmine non sono evidentemente previste!
Ieri anche noi abbiamo visto nipotine e nipotino. Marisa e Elisa ci sono corse incontro, anche loro
ben addestrate non ci hanno abbracciati, ma si vedeva che erano felici. Giuseppe ci ha scrutati in-
terdetto senza sorridere come faceva prima quando ci vedeva. Abbiamo giocato con la sabbia, for-
mine, paletta e camiocino. Le bimbe hanno costruito un invaso per lago, mentre io, simulando una
forte pioggia versavo acqua con il piccolo innaffiatoio creando un  laghetto. Giuseppe si divertiva
a distruggere le sponde con disappunto delle sorelline , sempre però molto pazienti con lui, che si
limitavano a dirgli "no Beppe". La nonna ha portato paninetti di nutella, marmellata e prosciutto  e
io ho imprestato lo smarphone perchè potessero vedere 15 minuti di video. Abbiamo così ricreato
un momento di quando venivano dai nonni. Abbiamo anche portato due mascherine per bimbi, ma
non hanno voluto metterle. Peraltro siamo sempre stati fuori. Ma poi Marisa non ha resistito e mi è
venuta in braccio appoggiando la testa al mio petto. E io non ho resistito a dirle di no. Ho stretto
bene la mia super mascherina alle guance tenendo il più possibile la testa lontana da lei.  Quando
abbiamo detto che tornavamo a casa subito le due nipotine si sono messe davanti al cancello dicen-
do che era vietato passare e Marisa ci ha proposto i loro letti per dormire lì, dicendo che loro sa-
rebbero andate nel lettone dei genitori. Mi è venuto in mente un bell'articolo apparso su “La Stam-
pa”. Mi ha particolarmente colpito la frase: "La tua nipote vive, lasciala vivere, quel che è dato a
te è di incontrarla ogni tanto, sentire i suoi racconti (se ha voglia di raccontare), ..." Pensavo a Eli-
sa di adesso che già sta prendendo le distanze e non è più coccolona come Marisa, ma si relaziona
raccontando cosa fa, le storie che inventa ecc. E se avremo la fortuna di vivere per un po di anni
ancora ci racconterà le storie con i suoi amici e la super gioia o le pene con il suo amico, quel mi-
nimo che è disposta a spartire con noi. I nonni che rivivono nei nipoti, vivono per i nipoti".  E così
mi ha, ancora, colpito l’affermazione dell’autore:"i nipoti sono la vera reincarnazione dei nonni.
Non lo sono i figli. La vera idea di una rinascita e di una immortalità te la danno i nipoti".
Di nuovo con i Nipoti. Si ritorna (quasi) come prima
Con decreto 18 maggio si prevede la riapertura delle attività produttive in tutto il territorio naziona-
le per le aziende che rispettano i protocolli di sicurezza, previa adozione da parte delle singole azien-
de delle regole di prevenzione e monitoraggio al contagio. Nonchè i viaggi nella propria regione
senza limitazioni di motivazioni e necessità di autocertificazione.
Molti genitori riprendono il lavoro in sede e quindi anche i N. la loro “attività ordinaria” e ancor di
più perché i servizi educativi e scolastici non sono funzionanti e le misure di sostegno alle famiglie
tipo buoni baby sitter tardano ad essere erogati e sono certo meno efficaci dell’apporto dei N., se di-
sponibili e in grado di intervenire. Nota stonata, un insulto al loro amore disinteressato, i N. possono
ottenere il buono baby sitter.
Ieri siamo andati dai nipoti. Il papà ha costruito uno scivolo con corde che sale su una pianta per
gli esercizi fisici delle bambine.
Le bimbe amano ripetere con noi i riti pre-Covid. Per esempio la merenda di nonna. Prima di an-
dare via ci vogliono offrire ciliegie da raccogliere direttamente sulla pianta salendo sulla scala.
Decliniamo cortesemente per il fattore scala. Ma non sentono ragione. Certo non solo per il desi-
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derio di farci un dono, ma per una avventura sulla pianta. Scese dico loro che quell’albero l’avevo
piantato io. “Lo so-risponde Marisa-di nonno so tutto”.
Le nostre giornate sono piuttosto piene. La nostra casa risuona di canti, musica, risate e pallonate.
Alice aveva proprio bisogno di cambiare atmosfera, di avere compagni di gioco disponibili, come
solo i nonni sanno essere, di chiacchierare con qualcuno che non sia solo la sua mamma. Oggi per
il primo giorno si avvicinano senza la mascherina, la loro quarantena è in pratica durata venti
giorni e pensiamo possa essere sufficiente. Ci sentiamo però un poco in colpa con Zoe che al tele-
fono chiede alla cuginetta cosa fai ancora lì voglio venire anch’io dai nonni. Io me le terrei tutte e
due, ma mio figlio continua a temere che la piccola possa portarci il virus in quanto loro lavorano
e pur con molte precauzioni sono a contatto con molte persone. Chissà se e quando si potrà tornare
alla normalità.
Oggi andremo di nuovo a trovare Isabella, ma dovremo stare in casa e non in giardino come sabato
scorso. E sarà più complicato: infatti dovremo stare a distanza perché non vorremmo indossare
mascherine per non renderci ancor più irriconoscibili agli occhi della bambina. Nell’occasione fe-
steggeremo anche il quinto anniversario di nozze di nostro figlio e nostra nuora.
Questa settimana siamo andati ben due volte dai nipotini ed ogni volta dal mattino alla sera. Feli-
cissimi di vederci. Nonno è stato subito requisito da Francesco per giocare al solito “nascondino”
e per andare in esplorazione nel bosco. Stella, che è un poco più sedentaria, ha preferito stare in
casa. Insieme abbiamo letto, ritagliato, colorato e inventato storie. I bimbi, quando arriviamo, ci
accolgono calorosamente. Stella saltandoci in braccio e Francesco andandosi a nascondere per
poi farsi cercare. Ma quando arriva per noi il momento di tornare a casa tutti e due si concentrano
su qualcosa di apparentemente interessante e non ci salutano quasi. A volte ci mandiamo un bacio
a distanza o dicono ciao senza alzare lo sguardo da ciò che stanno facendo. Noi interpretiamo que-
sta loro indifferenza nei nostri confronti non come indifferenza vera, ma piuttosto come dispiacere
perché ce ne andiamo. I vostri nipoti salutano quando partite?
Per quel che ci riguarda la visita di ieri è andata oltre le nostre più rosee aspettative. Isabella non
era per niente turbata e dopo un attimo di studio della situazione è entrata subito in relazione
esprimendosi con smorfiette e comici ammiccamenti del viso che ci hanno allargato il cuore. Quan-
do poi ha incominciato ad avvicinarsi abbiamo dovuto accantonare il proposito di non indossare le
lmascherine e ci siamo bardarti a dovere: ma la bambina non si è affatto spaventata sarà anche
perché io ho trasformato il tutto in un gioco, in una specie di nascondino:”dove è nonna? Ecco la
nonna” Siamo stati con lei ben tre ore giocando di continuo tanto che alla nostra partenza si è
messa a piangere per il dispiacere e se questo da un lato ci ha addolorati, dall’altro ci ha fatto
comprendere che i due mesi e mezzo di non rapporto erano stati dimenticati.
Oggi vi mando, per i nipoti, una storia che mi ha inviato una mia amica nonna: “La zuppa di sas-
so”.
La storia della zuppa di sasso e del lupo buono mi è piaciuta molto perché molto educativa. Il lupo
ritenuto cattivo è stato accolto da Cappuccetto Rosso e da tutti gli altri animali che si sono dati ap-
puntamento a casa della nonna. Anche quelli considerati da tutti cattivi e tenuti in disparte, se ac-
colti con fiducia e non respinti o emarginati possono diventare buoni ed insieme collaborare per il
bene comune. Io mi aspettavo che il lupo aggredisse tutti gli altri piccoli animali, in particolare la
gallina che lo aveva accolto con fiducia, per mangiarli e invece, colpo di scena, lui ha mangiato
con gli altri di gusto la zuppa di sasso fatta con acqua, sedano, prezzemolo e un sasso e poi se ne è
andato. Così ieri sera ho mandato questa storia alle nipotine che l’hanno molto gradita.
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Eccomi ci sono ancora!  Pur desiderandolo, non sono riuscita ad andare in vacanza (ah, ah che
spiritosa), ma  sono stata impegnata piacevolmente tutta la settimana  dai nipoti piccoli e grandi;
con i piccoli a fare giochi in giardino e in casa, con i più grandi a sentire un pò della loro vita, a
chiacchierare gustando una buona torta di mele da me preparata con fatica (perchè sono una cuo-
ca scadente), ma con tanto amore! Aprendo finalmente oggi la posta ho trovato tutte le vostre belle
mail con racconti ricchi della gioia di aver incontrato i nipoti. Cosa di più bello ? Per quanto ri-
guarda il comportamento dei nipoti alla partenza dei nonni dopo essere stati delle ore piacevol-
mente assieme, devo dire che anche per i nostri è così.
Ora ci prepariamo alla prima settimana di verifica dei contagi, in cui raccoglieremo i frutti del no-
stro comportamento nei quindici giorni trascorsi. Speriamo tanto che vada bene e che possiamo
continuare la nostra vita un pò più nella normalità. Anche se non potremo avere la libertà di pri-
ma , riusciremo a godere maggiormente le piccole cose belle che non apprezzavamo abbastanza
perchè erano" normali" tipo stare con i nipoti, o fare una bella passeggiata, o addirittura una gita
in montagna, o trovarsi con gli amici e tanto altro.
Quante cose belle ci aspettano Dunque avanti con speranza e fiducia che ANDRA' TUTTO BENE!
Buona settimana a tutti.
Buongiorno, a proposito della zuppa di sasso anche noi ci saremmo aspettati un finale diverso. Ali-
ce, che a 9 anni si beve con avidità queste storielle, era un po' dispiaciuta, avrebbe voluto un finale
un po' truculento, o almeno avventuroso, con fuga degli animali e disfatta del lupo. Abbiamo pen-
sato invece che, quando si collabora e ognuno ci mette un po' del suo, una zuppa di sasso si tra-
sforma in uno squisito minestrone!
Domani ci sarà il nostro addio, o meglio arrivederci, a figlia e nipote. Devo dire che con la bambi-
na siamo stati d'incanto, abbiamo cucito, cucinato, fatto i compiti, cantato, il nonno si è industriato
nel costruirle un carretto e giocare a pallalena, un gioco inventato con la palla e l'altalena. Insom-
ma, con Alice ci siamo divertiti, con nostra figlia un po' meno…
La settimana prossima contiamo di andare dalla piccola e cercheremo di stare un po' con lei. Se i
suoi genitori vorranno ce la porteremo un po' a casa.
Auguriamo a tutti un buon pomeriggio domenicale.
Noi ieri siamo andati da loro. Portiamo i palloncini trovati a casa e che le bimbe desideravano. Ci
giocano in vario modo prima soffiando e poi lasciando andare perché volino in aria, Poi mi chie-
dono di legare l’estremità per poter fare qualche gioco del tipo pallavolo. Nonna aiuta Elisa (che
fatica!) a fare i compiti, mentre Marisa disegna e poi c’è la tradizionale graditissima merenda della
nonna con visione video smartphone a cura del nonno che controlla rigorosamente i tempi massimi
di visione concordati.  Giuseppe un poco ha dormito e poi ha fatto giochetti vari. Gli ho dato la
scatola apribile di un DVD, gli ho fatto vedere il funzionamento e lui ha passato un'ora ad aprire e
chiudere.
Intanto le bimbe hanno trovato il gioco di spruzzare con un contenitore spray pieno d'acqua il
cane, ma poi sono passate alla nonna, al papà e al nonno.
Le loro birichinate erano certo una richiesta di attenzione. Io allora ho promesso che tra
mezz'oretta avremmo giocato a nascondino.
E così è successo. Ho fatto finta di non vedere Elisa che quindi è arrivata prima di me a toccare il
punto convenuto. Ma Marisa non si trovava e poi Elisa mi ha detto che era sul lauro. Io ho guar-
dato in basso e lei non c’era, poi l’ho vista in alto appollaiata su un ramo, tra le foglie. Alle mie ri-
mostranze Elisa mi informa che vanno sempre ad arrampicarsi lì e a dimostrazione di ciò anche
lei si arrampica.
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Sembrano contente e non par che pesi loro la mancanza di altri bimbi, ma la mancanza c'è. La li-
bertà di vivere in campagna e in mezzo al verde è fondamentale soprattutto in questo periodo, sti-
mola la creatività, ma non basta. Sta emergendo sempre più pressante la necessità di apertura dei
servizi educativi e non solo perché i genitori vanno a lavorare. Bastano i nonni? E questi nonni an-
ziani non vengono esposti a rischi connessi alla ancora presente diffusione del virus?
Noi da questa sera abbiamo i bimbi quasi certamente fino a domenica. Siamo molto contenti di po-
ter offrire loro tempo da trascorrere insieme e un poco di coccole. Hanno portato le bici e domani
contiamo di andare al parco.
Per quanto riguarda questa prima settimana della seconda fase bis ho trovato che è volata, since-
ramente non mi sento più in isolamento, perchè il poter andare dai nipoti , a giorni alterni dai pic-
coli e dai grandi , fa trascorrere il tempo  in fretta. E' sempre una gioia incontrarci.
Abbiamo appena ricevuto ora una telefonata dalla penultima nipotina di nostro figlio che ha chie-
sto per lei e la sorella più piccola, se possono venire lunedì mattina e fermarsi anche a pranzo.
come già da due settimane ed è rimasta molto contenta quando il nonno le ha detto che ci fa molto
piacere ad averle con noi .
La bimba gioca a carte e ad altri giochi da tavolo con il nonno mentre la piccola sta con me a gio-
care al playmobil, alle costruzioni e a giochi inventati, fino ad ora di pranzo .
Poi ci disponiamo per un finto riposo durante il quale io leggo loro dei libri, quindi musica e spet-
tacolo di danza inventato da loro.
Due brevi cartoni animati per rilassarsi dopo la danza, per non essere sudate per tornare a casa. 
Questo il programma dell'altra settimana, questa ne inventeremo un altro; con loro non può man-
care la fantasia .
Per domani invece ci prepariamo a festeggiare con gli altri nonni il decimo compleanno del secon-
do nipotino di nostro figlio e così veramente tra una festa e l'altra andiamo avanti, sperando che le
cose proseguano bene per tutti.
Sinceramente mi preoccupa non poco l'apertura dei bar e dei ristoranti da oggi e anche il vedere in
giro tanti giovani spavaldi, in gruppo senza mascherina .
Mi chiedo perchè anche loro non possano fare uno sforzo a rispettare le regole come noi anziani. 
Nel pomeriggio, di fronte ai disegni di streghe, maghi e principesse fatti da loro inizia una lunga
storia da parte di Elisa, quella della strega dei sette mari cattivissima e che non può essere uccisa
se non con una spada magica che si trova al di sotto di uno dei sette mari. Marisa non vuole essere
da meno e deve anche lei raccontare la storia della strega questa volta dei cinque mari. Appuriamo
che sono due storie diverse e che ciascuna vuole raccontarla in contemporanea. E’ un gran pastic-
cio e come al solito Marisa viene subissata nel racconto dalla sorella maggiore. Allora nonno pro-
pone di dividersi. Marisa e nonno vanno più lontano e Marisa gli racconta la storia della strega
dei cinque mari, mentre Elisa racconta quella dei sette a nonna. La proposta viene accolta con en-
tusiasmo e così avviene. Una sarabanda di streghe, maghi, fate, corse sulle nuvole e così via. Elisa
continua a essere molto interessata alle storie storiche liberamente adattate e raccontate da nonno
quando lei aveva tre anni tipo quella del Barbarossa sconfitto con l’astuzia dai Chieresi. E oggi la
vuole risentire. E Marisa, che allora non era ancora nata, si affretta a precisare che non la ricorda.
Segue una gita in piscina di due bambole. Quel bambinone del nonno, sempre molto creativo, sug-
gerisce di riempire con acqua della cisterna un ampio contenitore, prendere i personaggini di pla-
stica playmobil e giocare alla piscina. I bimbi si tuffano, qualcuno è in difficoltà, il bagnino lo sal-
va. “Ti ricordi Elisa quando giocavamo a questo?”. Elisa dice di no e Marisa di nuovo conferma
rammaricandosene e non considerando che anche in questo caso non era ancora nata. Giuseppe
sul seggiolone gioca a buttare per terra gli oggetti, ma anche a darli a nonno che poi glieli restitui-
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sce con grandi esclamazioni e lui ride. Fa gridolini, gorgheggi e accenna anche a qualche lallazio-
ne tipo no-no e ma-ma. In casa si aggrappa e si mette in piedi per poco tempo e subito si siede gat-
tonando poi velocissimo con il culetto e azionando le due gambe per spingere e un braccio per di-
rezionare l’andatura. Infila i dischi nella piattaforma a bastone e li sfila contento ogni volta che
riesce. Tende non tanto a guardare per dirigere il movimento quanto piuttosto a provare muovendo
il piattello su e intorno al bastone fino a quando non trova il foro. Gioca quindi a togliere un pezzo
per volta da un contenitore e a collocarlo in un altro sempre muovendosi “culettando”.
Noi abbiamo fatto cambio nipotina. Oggi e domani stiamo con la piccola che ieri quando siamo ar-
rivati a casa sua ci ha accolti con lo zainetto sulle spalle dicendo di essere pronta per venire da
noi. Tanto ha implorato i suoi genitori che tutti abbiamo dimenticato il virus e ce la siamo portata a
casa.
Il nostro lungo fine settimana (da giovedì a cena a domenica tardo pomeriggio) è stato più che sod-
disfacente. Un po' faticoso, ma questo lo sapevamo, però bello per i bambini e per noi.
Abbiamo fatto un po' di tutto. Venerdi mattina, come previsto, siamo andati al parco portando le
bici. Francesco ha pedalato per più di un'ora, instancabile come sempre, mentre Stella, dopo i pri-
mi venti minuti, ha abbandonato la bici e si è messa a cercare gli scoiattoli, che si vedono con
estrema facilità. 
Nel pomeriggio siamo andati tutti e quattro da Decathlon a comperare dei pantaloni per France-
sco: è stata per lui una cosa insolita, era molto  contento di aver scelto qualcosa per sè e quando
domenica li abbiamo riportati a casa, li ha messi nello zainetto e se lo è tenuto stretto  per tutto il
viaggio.
Sabato pomeriggio altra cosa non consueta: passeggiata a prendere il gelato.
Per il resto il nonno ha dovuto giocare tanto a nascondino e a pallone.
Stella ha trascorso più tempo con me, ma anche a giocare da sola con una serie di animaletti che si
era portata da casa a cui faceva da mamma. Dopo pranzo, insieme, dopo essersi costruiti una casa
con sedie e tovaglie hanno giocato "alla famiglia", gioco che fanno spesso. 
La sera, per la nanna, solito rito: la storia letta dal nonno e i massaggi fatti dalla nonna.
Speriamo di poter rivivere  presto momenti come questi.
Propongo alle bimbe di aiutare papà nel trasportare alcuni listelli più corti e leggeri. E questo di-
venta subito una gara a chi ne porta di più. Vince Elisa per due listelli di differenza. Proteste di
Marisa che sostiene di aver invece vinto lei. Le spiego che Elisa è più alta e ha le gambe più lun-
ghe. Allora Marisa osserva: “Se faccio una corsa con Eli lei deve stare indietro perché sia giusto
decidere chi vince!” E brava Marisa!
Verso le 19,30, mentre i genitori sono ancora a lavorare nel sottotetto, dico alle bimbe che andiamo
a casa. Interviene Marisa che afferma:“Voi potete andare via solo con il nostro permesso”. Le
chiedo perché e lei pronta risponde: “Mamma e papà non ci sono e noi non possiamo stare da sole.
Andate via solo quando loro vengono giù”.
Cari nonni, da domani comincerò il servizio di nonna a tempo pieno perché mia nuora ricomince-
rà a lavorare. Questi pochi giorni di maggio servono per il rodaggio ancora con la mamma presen-
te, perché Isabella ha perso il rapporto frequente con noi. Abbiamo concordato che non useremo
presidi sanitari: che Dio ce la mandi buona.
Neanche noi abbiamo usato mascherine. Non credo sia possibile H24. Speriamo in bene. Ora noi
abbiamo restituito Zoe ai suoi genitori, la mamma questa settimana è a casa. Noi dopo il riordino
29
del caso ci stiamo rilassando, riusciamo anche a fare passeggiate in campagna. Attendiamo così il
prossimo giro nipotame e un’estate che sarà impegnativa. A tutti un abbraccio.
Grazie per le notizie sulla scuola all’aperto con gli articoli del CAI e gli eventi al MUSLI. Noi sia-
mo con i nipoti sempre all’aperto, tranne quando piove, indaffarati a ripetere alle bimbe di mettere
le calze e le scarpe o gli stivali. Amano girare a piedi nudi in un cortile dove è possibile trovare
chiodi e altri pezzi appuntiti o ferri arrugginiti lasciati dalla presenza dei muratori.
Leggo che ci sono un nonno e una nonna che hanno (forse meglio avrebbero) la pretesa di veder
camminare le nipotine con le scarpe...Pensavo fossero solo i nostri nipoti, essendo un pochino sel-
vaggi, a non tollerare le scarpe o, come è successo ieri con Francesco, a tenere le pedule per 
tutto il pomeriggio, nonostante il caldo.
Lunedi sera per la prima volta, relativamente a quando hanno dormito da noi, i bimbi hanno fatto
fatica a prendere sonno; ma sicuramente la cosa é stata causata dal fatto che proprio il giorno pri-
ma avevano fatto delle cose che avevano risvegliato il ricordo della mamma. 
E proprio per questo motivo ritengo che questi due giorni siano stati particolarmente significativi;
almeno ce lo auguriamo.
Appena arrivati Elisa ci offre alcuni disegni di cui uno molto bello e curato fatto due giorni prima
di un castello di principesse. C’è la firma dell’autrice e anche il prezzo speciale per i nonni di euro
2. Ma anche Marisa ha i suoi disegni da vendere e anche lei vuole un piccolo compenso. Contratto
sul prezzo e si concorda in euro 1 per ciascuna bimba da inserire nei loro salvadanai personali.
E’ insorta l’abitudine che quando arriviamo le bimbe presentino il programma di giochi e attività
con i nonni per la giornata.  Oggi pare si proceda così: disegni con nonno di Marisa e compiti di
Elisa con nonna; pranzo,  video,  giochi liberi, giochi da  tavolino tipo dama e oca (Marisa chia-
ma questo gioco “Gallina”), video conferenza con scuola, giochi liberi, passeggiata, lettura storie.
Programma perfettamente seguito, tranne qualche piccolo inconveniente come sotto illustrato!
Propongo alla bimbe di leggere una storia. Subito entrano in competizione, bisticciano su chi abbia
la precedenza per la propria storia. Si tira a sorte e vince Elisa. Leggo un pezzo per ciascuna, Ma-
risa protesta alla fine e dà in escandescenze. La sgrido e lei scoppia in un pianto disperato, scende
le scale e riferisce a nonna che nonno l’ha ingiustamente sgridata e le ha letto un pezzo piccolo
della sua storia mentre ad Elisa uno lungo.
Allora nonna si offre di leggerla lei. Danneggiato il piccolo Giuseppe che viene svegliato dal gran
trambusto.
Per quanto riguarda i piedi senza scarpe, confermo che le bimbe continuano a muoversi prevalen-
temente scalze anche su pietre e acciottolato! Elisa si è ferita l'alluce con un pezzo di ferro con cui
ha urtato e Marisa si è piantata un scaglia di legno. Ciononostante continuano imperterrite, mentre
noi siamo ormai esausti e rassegnati.
E’ tornata Alice che doveva fare un lavoro con PowerPoint. Era molto felice del risultato ottenuto,
abbiamo parlato con testo ed immagini degli effetti devastanti del disboscamento sulla vita della
terra, degli animali e dell'uomo, abbiamo inserito la colonna sonora" madre Terra". Abbiamo pas-
sato un pomeriggio piacevole e proficuo per entrambe. Vi volevo ancora raccontare che sempre lei
aveva espresso il desiderio di una macchina da cucire, in cambio della paghetta per lavoretti da lei
svolti in giardino o in casa. Gliene abbiamo regalata una ed ora si impegna molto, ha realizzato un
papillon che ha regalato allo zio per il compleanno ed assieme abbiamo cucito altre cose.
Carissimi, già nella fase 2 presumo che abbiamo iniziato a fare i nonni (pur con mascherina) come
prima. Il diradamento delle comunicazioni tra noi è quindi fisiologico, in situazione di normalità ci
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vedevamo ogni 20 giorni e tra l'altro si avvicina la data di prevista fine dell'annualità degli incon-
tri. Purtroppo sarà ancora impossibile, o per lo meno inopportuno, organizzare la cena in pizzeria
di fine anno.
Alle bimbe parlo di Telenonni spiegando come funziona. Loro capiscono subito sia perchè già sa-
pevano che un gruppo di nonni faceva delle "riunioni", sia perchè la comunicazione a distanza la
conoscono tramite la scuola di Elisa, adesso al tempo del coronavirus. Ho detto che prima, alla
fine dell'anno di “scuola” per i nonni, si andava tutti a mangiare una pizza, ma quest’anno questa
cattiva bestiaccia di virus non lo permetteva.
Elisa dice subito che farà un disegno con nonni in pizzeria. Marisa, che non vuole essere da meno,
ma anche esprimere una sua originalità, annuncia che ne farà uno anche lei, ma con nonni che
mangiano una torta di fragole.
Si mettono entrambe subito al lavoro.
Bene i disegni. Ma vediamoci comunque tutti a casa nostra. Ci mettiamo in giardino e organizzia-
mo una apericena. Ognuno porta qualcosa.
31
TELENONNI ATTO QUARTO. E’ TUTTO FINITO ?
Non più in remoto. Apericena in presenza
Oggi, 15 giugno, termine della normale annualità di “Spazio Nonni” Telenonni chiude il suo pro-
gramma con una apricena all’aperto e a distanza di sicurezza tra i componenti del gruppo protagoni-
sta del “programma” E speriamo che non si debba riprenderlo, ma i livelli della pandemia grazie al
suo controllo e alla sua definitiva sconfitta al più presto renda possibili gli incontri e il dialogo in
presenza, magari ancora in una prima fase autunnale a distanza e con le mascherine, le mani igie-
nizzate, in locali e con materiali disinfettati e senza poterci nè abbracciare, né darci la mano.
Ma a settembre i nostri piccoli andranno finalmente a scuola? Non possiamo nasconderci una cer-
ta preoccupazione perché tutto è in alto mare. Noi ci siamo, ma loro hanno bisogno di stare con
quelli della loro età! Ho letto che nei mesi di chiusura molti piccini hanno manifestato ansie, pau-
re, irrequietezza. Purtroppo i problemi sono tanti e si è molto in ritardo. Mancano insegnanti, aule,
perché i bambini dovranno stare distanziati.
Mi fa piacere intervenire a dare il mio parere, io sono per il graduale ritorno alla normalità e capi-
sco che le agenzie educative siano la migliore risposta alle esigenze dei ragazzi che ne avrebbero
bisogno, ma ritengo che il pericolo del contagio non sia passato. In Francia il numero delle scuole
che hanno richiuso le porte sono 70 e in Inghilterra la sindrome di Kawasaki sta ancora mietendo
vittime per cui non manderei a scuola i ragazzi che é vero patiscono un poco, ma hanno mille ri-
sorse e tanto tempo per recuperare che gli adulti non hanno. Sarei più favorevole a rimettere in pi-
sta i nonni che, se i ragazzi non frequentano altri ragazzi, non possono essere infettati dai nipoti.
Ma i cuccioli si trovano a giugno da febbraio a non avere ancora alcun servizio educativo aperto,
quando ormai tutta l’Italia sta mettendosi in moto. I centri estivi apriranno in ritardo, con molti
meno posti disponibili e costi spesso anche quasi raddoppiati.
Sono stati proprio molto importanti in questo periodo scambi e condivisioni, pur con le differenze
individuali e di coppia, su una condizione in genere e specifica di questo periodo che ci accomu-
na. 
La tristezza, ma anche i sensi di colpa quasi di tradimento verso i nipoti per averli abbandonati
sono stati più leggeri perché condivisi. I diversi modi di relazionarci con i nipoti, le diverse inven-
zioni per stare vicini a loro essendo lontani sono stati una ricchezza che abbiamo condiviso. Forse
il periodo di "arresti domiciliari" è stato anche occasione per fare qualche bilancio. Magari per
condividere qualcosa anche di questo.
Il gruppo è stato molto importante non solo nei riguardi dei nipoti con attività da proporre e da
condividere tra nonni, ma ha anche avuto la funzione di sostegno tra persone che hanno dovuto
sopportare un periodo comune molto difficile di solitudine e preoccupazione per la propria salute e
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Telenonni - Diario di nonni in dialogo al tempo del coronavirus
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Telenonni - Diario di nonni in dialogo al tempo del coronavirus

  • 1. T E L E N O N N I Diario di nonni in dialogo al tempo del coronavirus SPAZIO NONNI CENTRO FAMIGLIA CHIERI (TO): Dominique, Laura, Ma- rinella, Riccarda, Rosalba, Silvana, Tiziana, Vanda, Francesco, Franco, Sergio, Luciano; con contributi di Nonne/i Binaria, Gruppo Abele-Torino REDAZIONE a cura di Luciano Tosco 1
  • 2. INDICE PREMESSA TELENONNI ATTO PRIMO. LA NASCITA TELENONNI ATTO SECONDO. IL LOCKDOWN NON SI VEDONO PIU’ I NIPOTI DISAGIO E PAURA NONNI E NIPOTI VICINI IN REMOTO L’AMORE DEI NONNI GLI AFFETTI VERSO I CARI. I SENTIMENTI DI VICINANZA E SOLIDARIETA’ TELENONNI ATTO TERZO. VERSO LA LIBERTA’ CONDIZIONATA DI NUOVO VICINI. I PRIMI ASSAGGI CON I NIPOTI. SI RITORNA (QUASI) COME PRIMA TELENONNI ATTO QUARTO. DI NUOVO LIBERI? TELENONNI FINISCE. MAI PIU’ (SPERIAMO) IN REMOTO. QUALCHE PENSIERO E INSEGNAMENTO AL TERMINE DI TELENONNI. I NONNI DEL DOPO SARANNO COME I NONNI DEL PRIMA? APPENDICE. NOTIZIE E MATERIALI CONDIVISI BIBLIOGRAFIA 2
  • 3. PREMESSA I nonni (di seguito N., comprese naturalmente le nonne) che seguono assiduamente sette milioni di nipoti tra gli zero e i quattordici anni sono, in Italia, oltre dieci milioni di “anziani attivi”. Il loro fat- turato “virtuale” è di 24 miliardi di euro annui. Attori silenziosi di un welfare familiare che integra e spesso sostituisce i servizi per l’infanzia: • si occupano dei nipoti, spesso anche sostenendo il reddito dei genitori; • sono educatori non “per mestiere”, ma nella quotidianità fatta di affetto, giochi, letture, sto- rie, passeggiate, aiuto nei compiti, risposte ai perché, memoria del passato, testimonianza di valori e comportamenti … Nonostante i N. siano molto importanti, sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo, ancora insuf- ficiente risulta il riconoscimento sociale e il dibattito pubblico sul loro ruolo e presenza. Rimane confinato per ciascuno all’interno delle rispettive famiglie in una sorta di welfare silenzioso. Ne hanno parlato e ne parlano a volte i giornalisti nei media e in letteratura gli “esperti”, mentre è quasi assente la loro voce diretta (i diari di nonni si contano sulle dita delle mani). Risulta oggi, invece, sempre più importante lo sviluppo di una cultura della nonnità “dal basso” e cioè promossa direttamente dai nonni stessi. A Torino e nella prima cintura (in specifico a Chieri e nel chierese), a partire dal 2016, sono state or- ganizzate a cura di gruppi di nonni attività e iniziative denominate “Officine dei Nonni” che han- no come obiettivi: • contribuire ad una maggiore “visibilità” sociale dei N. promuovendo la riflessione e la con- sapevolezza su tutti gli aspetti, complessità, condizioni, gioie e soddisfazioni, ma anche fati- che di questo “mestiere”; • aiutare i N. ad una maggiore comprensione di sè e delle proprie competenze, nonché dei li- miti, nel loro ruolo di cura e di educazione dei nipoti (ciò risulta utile, se non addirittura ne- cessario, per un’efficace esercizio delle proprie funzioni); • sviluppare nei N. la consapevolezza della loro “Nonnità” come fattore di promozione della salute e di “resilienza” a quel processo, comunque inevitabile, che è l’invecchiamento; • sensibilizzare i genitori - ma anche educatori ed insegnanti - attraverso la riflessione (ricor- do/rappresentazione, conoscenza e ri-conoscenza) sui N. quali tra i principali attori di quello che un famoso proverbio africano identifica nel “villaggio che educa”. In specifico, oltre varie iniziative, quali “Salotti delle nonne e dei nonni” e incontri tematici, risulta- no di particolare importanza gli “Spazi Nonni” che sono organizzati in gruppi di 10-15 persone pre- valentemente con nipoti in età della prima e seconda infanzia. In questi incontri i N. si scambiano opinioni e rappresentazioni su temi specifici, esplorano l’essere N. stimolati da brani di letteratura, saggistica delle scienze umane, scelti e messi in relazione tra loro da un conduttore. Fino all’inizio della pandemia, a febbraio 2020, gli Spazi N. attivi a Torino e cintura erano otto con la partecipazio- ne complessiva di circa cento persone. La pandemia da COVID-19, che ha sconvolto in maniera più o meno drammatica la vita di tutti, ha profondamente cambiato anche quella dei N. Non sappiamo quanti siano morti, ammalati, guariti, o stiano ancora soffrendo per questo virus e quanti abbiano rischiato e rischino la vita, continuando nella cura dei nipoti o ancora al lavoro in servizi essenziali. 3
  • 4. Ma la maggior parte è stata “costretta” a casa e lontana dai nipoti, che prima accudiva quasi quoti- dianamente. Lo “Spazio nonni” del Centro Famiglia di Chieri e il “Gruppo Nonni” di Binaria/Gruppo Abele di Torino hanno deciso di non sospendere l’esperienza, ma di continuarla in “smart working” con “Te- lenonni”, attraverso mail condivise e gruppi WhattsApp. Ha così preso forma un “diario in dialogo” che ha attraversato le varie fasi della lotta alla pandemia: il periodo del “lockdown” di contrasto sull’intero territorio nazionale alla diffusione del virus e che possiamo datare dal 10 marzo, con il primo provvedimento governativo, al 3 maggio (la così detta fase 1) durante il quale i N. non potevano incontrare i nipoti; il periodo dal 4 maggio al 3 giugno (la così detta fase 2 ) quando era possibile uscire per visite a congiunti (e quindi, per i nonni, ai loro ni- poti); al periodo (fase 3) dell’apertura dal 4 giugno, quando ci si può spostare per tutta Italia, ma se- guendo regole già disposte di distanziamento e utilizzando mascherine, guanti, lavandosi spesso le mani e igienizzando. Nelle pagine che seguono si svolge quindi il racconto diretto di nonne e nonni con “incisi” che te- matizzano quanto via via testimoniato. Ci auguriamo che in questo percorso, con le emozioni, debolezze, limiti, risorse, speranze, paure e angosce, nostalgie e gioie per il ricongiungimento, creatività, molti nonni e nonne si possano in tut- to o in parte riconoscere e che quindi questo lavoro possa essere una testimonianza non autoreferen- ziale di pochi, ma in qualche modo l’espressione di questi attori protagonisti del welfare familiare e dell’educazione delle nuove generazioni. Per evidenti motivi di riservatezza i nomi dei nipoti sono tutti di fantasia mentre in calce a ciascuna testimonianza non sono stati indicati i nomi dei N. (invece nella prima pagina) in quanto non signi- ficativi al fine di questa testimonianza collettiva e corale. Luglio 2020 4
  • 5. TELENONNI ATTO PRIMO. LA NASCITA Gli incontri e le iniziative relative ai nonni di cui in premessa sono state sospese in via precauziona- le già qualche giorno prima del Decreto Legge del 23 febbraio che ha disposto e normato la chiusu- ra, a seguito di provvedimento del Consiglio dei ministri, di aree soggette a focolai epidemici di Covid-19, stabilendo tra l’altro oltre il divieto di entrata e uscita dalla zona di focolaio, quello di manifestazioni e riunioni in luogo pubblico. Con DPCM del 4 marzo vengono, poi, estese a tutto il territorio nazionale misure che vietano incon- tri, congressi, riunioni e tutte le forme di aggregazione che comportano quindi assembramenti di persone. Si sospendono anche i servizi educativi e quelli scolastici che di fatto non erano ripresi dal- la fine delle vacanze di carnevale. Ai N. che avevano sospeso i loro incontri in via precauzionale sperando che la cosa passasse in fretta e si ritornasse in tempi brevi alla normalità non restava altro che pensare a qualche iniziativa che permettesse loro di mantenere i contatti. Appunto, nel nostro caso, “Telenonni”. Siamo a fine febbraio. Purtroppo il coronavirus ha sconvolto tutti i nostri piani e abitudini di vita, sia familiari che sociali, e quindi anche come Gruppi Nonni. La probabilità di una proroga delle li- mitazioni oltre il 3 aprile  e anche la disponibilità a vederci in questo periodo di contagio ancora attivo, rende incerto il tutto. Ci risentiremo/riscriveremo sia alla luce dei provvedimenti delle auto- rità che dei vostri pareri. Vi confesso però che mi mancate e spero che lo stesso sia un poco anche per voi. Le nuove tecnologie però ci permettono di comunicare reciprocamente. Perché non fare un “Telenonni”? Per il momento faccio partire questa mail condivisa con tutti i vostri indirizzi chie- dendovi di dirmi cosa ne pensate. Qualcuno può aiutare per fare ad esempio anche un gruppo WhatsApp? Potremmo così scambiarci notizie su come stiamo, cosa facciamo, sulle nostre famiglie, sui nipoti, aneddoti, comportamenti da discutere dei nostri nipoti, ma anche nostri e del rapporto con  i loro genitori. Scambiarci conoscenze e materiali. Naturalmente il tutto è una proposta, non c'è l'obbligo come nel caso del materiale che on line dalle scuole arriva come compiti per i nostri nipoti! E altra differenza è che non si tratta di compiti, ma di interazioni, al massimo di compiti re- ciprocamente dati e liberamente da svolgere! Sono d’accordissimo con te a cercare di tenere vivo tra noi un rapporto, continuando nella condivi- sione delle esperienze e delle emozioni, ma senza forzare nessuno; non è detto che tutti abbiano piacere di comunicare con gli altri in una modalità “in remoto” che risulta un po’ asettica. Vedia- mo come rispondono i colleghi nonni e se mostrano disponibilità; poi magari cominciamo “a dare il buon esempio”, condividendo qualche esperienza o riflessione in merito alla nostra vita ai tempi del covid-19.   Mi pare che il sistema mail associato a WhatsApp possa essere utile. Le mail per scrivere più a lun- go, WhatsApp per comunicazioni brevi e inoltro fotografie, video, ecc. Grazie alla nonna e al non- no che hanno creato gruppi WhatsApp. Grazie dell'ottima idea di metterci in contatto attraverso 5
  • 6. “Telenonni”: ci fa sentire meno soli. Noi siamo isolati sia dai nipotoni sia dai nipotini: i primi si organizzano da sè, i secondi sono a casa, ultima passeggiata martedì fuori casa a distanza, poi il coprifuoco! Passerà… Speriamo di arrivare presto alla pizzata tutti assieme, senza dover aspettare troppo ! Cosa finora ci stiamo scambiando mi sembra proprio molto arricchente e resiliente alla depressio- ne della solitudine di stare in casa. Telenonni! Che bello! Siete veramente forti ! Io devo chiedere scusa a tutti e ad ognuno perchè era dall'inizio della pandemia che mi dicevo come sarebbe stato bello sentirci telematicamente e quando avete iniziato con tanti scambi di idee, di proposte e quan- to altro ero molto contenta e ascoltavo tutto con piacere e avrei voluto partecipare anch'io ma..."tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare"! Il mare per me è rappresentato dalle mie difficoltà ad usare il computer (come testimone ho mio marito che ben conosce le mie fatiche essendo stato un sostegno in un corso di computer). Comunque riceverete questo scritto dalla mia casella così poi potrò essere autonoma a leggervi e rispondere o dirvi qualcosa di mio.   6
  • 7. TELENONNI ATTO SECONDO. IL LOCKDOWN Non si vedono più i nipoti Il provvedimento di chiusura e di distanziamento su tutto il territorio nazionale, stabilito dal DPCM del 9 marzo, ha posto i N. di fronte ad una situazione inedita e dolorosa e a domande forti, sulla loro fragilità di persone anziane e sulle misure di prevenzione. Molti N. hanno ricevuto attenzione dai loro figli/e e sono stati quasi messi in condizione di “non fare gli eroi”. Le conseguenti loro reazioni sembrano caratterizzate da sollievo, ma anche sofferenza e sensi di colpa. Infatti con il decreto sopra citato non è più possibile sull’intero territorio nazionale spostarsi se non per comprovate esigenze lavorative (peraltro con DPCM 11 marzo vengono sospese tutte le attività produttive tranne quelle essenziali e della loro filiera), situazioni di necessità, motivi di salute. E quindi i N. non possono soltanto vedersi tra di loro, ma, anche, con i nipoti se sono seguiti dai geni- tori che rimangono a casa o per interruzione delle attività imposte dai decreti o per lavoro a domici- lio. Lunedì 9 marzo è stato l’ultimo giorno che siamo stati con i nipoti. Dall’ 11, chiusura totale in tutta Italia. Inizia anche per noi una prevedibile lunga “cassa integrazione”. Marisa, quattro anni, mi era corsa incontro, si era aggrappata alle gambe pretendendo di essere presa in braccio. E come fai a dirle di no e respingerla? E poi durante il giorno c’è sempre stato il rito dello smartphone su cui vedere 15 minuti di video dopo pranzo (c'è l'amuchina per disinfettare il telefono?). Che dire di Giuseppe (un anno) che vaga per la casa in continuazione cercando di afferrare cose fragili dal ta- volo, tirando la tovaglia e trascinando per terra oggetti vari, attaccandosi ai mobili e sedie, affer- rando piccoli oggetti per metterli in bocca...? Elisa, a sei anni, già si atteggia a signorina, comuni- ca con il linguaggio ed è meno espansiva e desiderosa di coccole come Marisa. Peccato che sia raffreddata con sternuti e tosse senza da parte sua grosse attenzioni di protezione. Anche noi siamo improvvisamente diventati nonnisticamente disoccupati. Vi mandiamo una poesia che ben esprime in forma poetica dimensioni “esistenziali” dimenticate e che il coronavirus può ri- portarci alla mente. Il nostro nipotino abita nella casa di fronte. Da oggi ci salutiamo dal balcone. I piccoli ci mancano già molto. Devo confessare che il decreto che costringe a casa toglie i dubbi di scelte difficili e sensi di colpa. Tutti ci troviamo intorno ai settanta, chi poco più chi poco meno, e pare facciamo parte della categoria più a rischio di ammalarci e con pesanti conseguenze. Tra l'altro gli esperti dicono che i bambini spesso sono asintomatici, ma comunque contagiosi. Ma anche i nonni potrebbero avere il virus in incubazione (mica hanno fatto il tampone!). E con i bam- bini, come si fa a seguire le raccomandazioni di prevenzione (ve lo vedete il nipotino che sta rigo- rosamente ad un metro di distanza da te per una intera giornata?). 7
  • 8. Sul fronte nipoti, che sono tre, la situazione diventa sempre più complicata. Mio marito ed io abbia- mo tenuto qualche giorno con noi il più piccolo (4 anni) la settimana scorsa, poi, dopo averlo ri- portato a casa, siamo andati per qualche ora da loro alla mattina nei giorni scorsi, sentendoci dei pericoli pubblici (bruttissima sensazione!) poi da oggi abbiamo smesso di andare, sentendoci tradi- tori (altra bruttissima sensazione). I genitori sono a casa, mio figlio in smart working sta lavoran- do dieci volte tanto e tre bambini "scatenati" in casa non aiutano la concentrazione, visto che ha conference call, interviste, articoli da scrivere, ecc. Mi unisco alla bella iniziativa e ringrazio delle preziose informazioni. Come voi sono reclusa in casa. Se all’inizio ho tenuto i bimbi adesso sono disoccupata come voi. Avendo un amico pediatra mi è stato confermato che era meglio non tenerli con me. A casa mia la situazione  è presso a poco come da voi. Ieri ho tenuto a distanza la piccola di 17 mesi. Mio figlio è venuto lavorare da noi. Impossibile per lui stare a casa sua e fare telelavoro con due bimbe piccole.  La moglie è ricercatrice all'università di Torino e lavora sul virus...Io sono in possesso d'uno smartphone, dunque nessun problema per WhatsApp.  Ciao a tutti e buona domenica. A differenza di voi nonni che non vedete i nipoti da vari giorni, io sono stata sempre con loro perchè i genitori lavoravano e la situazione era caotica. Ora è un poco  cambiata. Ieri e oggi sono sola con la compagnia di Mizzi, la cagnetta. Da lunedì non so, i genito- ri fanno un po’ telelavoro e un po’ in azienda. In più venerdì 20 mio genero dovrà essere operato al ginocchio ! Come si vede non soffro nè di nostalgia nè di noia. Bene per l'iniziativa Telenonni, te- niamoci in contatto telematico, aspettando di poterci incontrare. Questo momento è anche un'opportunità per cambiare gli stili di vita. Chi di noi ha un cane per poter uscire qualche volta da casa per le sue esigenze fisiologiche? For- tunata nonna! Ma adesso anche lei è in “cassa integrazione” come tutti noi. E no, anche oggi sono stata in prima linea, mia figlia è andata in azienda, mio genero col telelavo- ro ha avuto una giornata di fuoco e quindi io sono stata in compagnia del più piccolo cercando di fargli fare i compiti (che fatica!) . Non posso dire di annoiarmi. Sono preoccupata vedendo l'evolu- zione della pandemia e anche arrabbiata, per i tanti avvenimenti  rinviati; domani i 70 anni di mio fratello (grande festa), i 10 anni di matrimonio di mia figlia, i suoi e quelli di mia nipote 40 anni ! Va be’, speriamo di  vedere presto la fine di questo incubo . Disagio e paura Molti N. sperimentano sentimenti di insofferenza, senso di mancanza, ansia, paura. Ci eravamo abituati alla programmazione strategica, ad assegnare alla scienza certezze, alla tracotante sicurezza nel prevedere ciò che verrà. Con il coronavirus si realizza lo smarrimento, anche la scienza pare confusa, incerta, contraddittoria; subentrano pressioni e paradossi di cose opposte da tenere insieme a livello individuale e collettivo, sentimenti di ansia e tristezza per la situazione, sentimenti legati a ricordi dolorosi e opprimenti... Tutti i N. si trovano relegati in casa per timore di contagio stante la condizione di fragilità per l’età e possibili malattie pregresse che aumentano i rischi delle conseguenze. Ma nel contempo vivono sensi di colpa per l’abbandono forzato dei nipoti e dei loro genitori, il perdere un ruolo, il non sen- tirsi più utili. Cercano di condurre al meglio le loro giornate, inventandosi ognuno cose possibili, nuove e diverse. 8
  • 9. E' dura stare chiusi, rinunciare ai rapporti con gli altri e alle vecchie abitudini. Con la paura del contagio molto pericoloso se si è anziani e con qualche patologia. Ma ciò nonostante siamo in una situazione di privilegio perché a casa nostra, in salute, con la pensione assicurata. E’ ancora più triste perché esattamente tre anni fa nostra figlia stava vivendo i suoi ultimi giorni fra noi soffrendo in silenzio. Penso a lei, ma anche a tutte le persone che in questo periodo sono ri- maste sole nella sofferenza fino alla morte senza poter sentire i propri cari vicini. Quanta tristezza e dolore per loro e per chi rimane! Io credo e prego tanto. Nostro figlio al momento lavora da casa, ma forse dopo Pasqua potrebbe dover ritornare in azien- da. Sua moglie gode ancora del periodo di maternità facoltativa che però scadrà fra due settimane: poi chissà… Isabella cresce bene ed è sempre allegra e spensierata, grazie al Cielo. A giorni avremmo dovuto celebrare il suo Battesimo, ma purtroppo tutto è stato rimandato a data da destinarsi. Noi due cerchiamo di vivere questo periodo semplicemente, impegnati in casa in tante occupazioni sia pratiche che culturali e spirituali. Noi andiamo "a corrente alternata". Ieri, dopo la celebrazione Urbi et Orbi del Papa, nella solitu- dine che ci mette nudi di fronte al mistero, noi abituati al chiasso delle movide, riflettevamo metten- do insieme positivo e negativo, senza però riuscire a trovare un punto di contatto e congiunzione e quindi senza grande consolazione.  E' dura stare chiusi, ricevere appelli di fare il sacrificio di stare in casa. Confesso che mi vergogno a fare questo sacrificio in una situazione invece di privilegio. Perchè avere una casa e poterci stare invece che in ospedale o attaccato ad un respiratore, avere la pensione accreditata in banca, stare in compagnia con la moglie, poter telefonare ad alcuni banchi del mercato disponibili a portare cibo a casa, avere libri da leggere, cose da scrivere, televisione e giornale, non essere almeno al momento contagiati o in quarantena reclusi in una camera dove si riceve il cibo dalla porta (am- messo che sia disponibile una camera per sè), andare nel bagno personale (ammesso di averne uno solo per sè), poter telefonare e fare videochiamate...è una situazione di grande privilegio e grida vendetta nei confronti di chi si lamenta per una situazione simile.   Confesso di sentirmi in colpa nei confronti di quanta gente si prodiga e rischia anche la vita, sia come sanitari che come volontari o impegnati nei servizi essenziali. Vorrei essere con loro e render- mi utile. Avere un ruolo fuori dai riflettori, umile, ma essenziale. Ma se anche volessi, mi direbbero di non fare l'eroe perché sono anziano e acciaccato, e che il solo aiuto che posso dare è quello di stare a casa. Vi mando in WhatsApp la foto del mio “studio” a casa per lo smart working. Ma anche le foto dei miei lavoretti. Se non lo capite sono delle presine che regalerò a chi indovina di quale verdura sono le piantine che vi ho fotografato! Sono aperte le risposte. Buona giornata a tutti. Le nostre giornate trascorrono lentamente, ma cerchiamo di occuparle con mansioni casalinghe tipo riordino dei cassetti, sistemazione dei libri e pulizia della casa. Quello che ci manca maggiormente è la presenza dei nostri cari che compensiamo con le videochiamate. Con l’augurio che questo periodo finisca presto vi salutiamo con affetto. Il coronavirus mette tutti di fronte al limite e alla fragilità, ma io temo di viverlo con paura perchè finora stando accettabilmente bene nonostante tre patologie non mi rendevo conto che invece sono 9
  • 10. pericolose e potrebbero in ogni momento non essere più ben compensate da farmaci, vaccini e altre benvenute diavolerie del progresso.  Ma anche mi fa provare la diminuzione dello spazio di anzia- no attivo, il mondo sembra rimpicciolirsi, gli spazi diminuire progressivamente, compresi quelli con i nipotini, mi sembra di stare già lentamente scivolando verso la vecchiaia. Si tratta di piantine di peperoni. Bravissimo questo nonno che forse ha un orto! Hai vinto! Ho deciso di non pensare a questo delirio, al mattino mi alzo, mi sgranchisco le giunture che stan- no diventando un poco arrugginite per la vita troppo sedentaria con una passeggiata dal soggiorno alla cucina, esco per portare l’immondizia e non prendo l’ascensore, ma faccio le scale. Bisogna concentrarsi sempre su qualcosa. Fa bene alla salute, scaccia pensieri tristi ed è anche utile. Tutti gli impegni da anziano attivo temporaneamente sono saltati. Hanno comportato una lunga programmazione e mi spiace, ma li riprenderò, bisogna avere fiducia. Ma soprattutto è triste non vedere i nipotini. Ma come tutti ripartiremo (speriamo). Così adesso preparo articoli, scrivo la mia autobiografia e riorganizzo la biblioteca familiare. Le nostre giornate trascorrono similmente alle vostre tra faccende, cucina (ma ci rincresce cucina- re solo per noi e non dover studiare quelle ricette che erano le più gradite a figli e bimbe). A dire il vero mi prende molto tempo l'ordinare la spesa online, c'è sempre qualche inghippo tecnologico che mi fa rimpiangere il mercato o il carrello del supermercato. Le mie giornate in quarantena proseguono serenamente, nonostante la nostalgia di Isabella sia co- stantemente presente; devo onestamente dire che non mi annoio, abbastanza occupata in numerose attività casalinghe o meno; in particolare ogni giorno rimango in contatto con le mie donne immi- grate cui faccio lezioni di lingua italiana sia attraverso il gruppo WhatsApp sia al telefono: adesso più che mai hanno bisogno di supporto umano e psicologico. Infatti, se per noi costretti a casa la quarantena può risultare pesante, immaginiamoci loro che si trovano ad avere tutte alloggi minu- scoli, numerosi figli, mariti disoccupati e, per usare un eufemismo, poco collaborativi, prive degli strumenti linguistici e culturali per comprendere ed elaborare l’attuale situazione. Sono molto impegnata, un po' con la casa, un po'con le bambine che mi vengono affidate su Skype per permettere ai genitori di svolgere gli impegni dello smart working. Abbiamo partecipato alla benedizione del Papa e ci siamo un po' ricaricati: "Perché avete paura?" Noi siamo pusillanimi ed abbiamo paura, il Signore ci perdoni, ci guidi e ci protegga! In questi giorni stiamo correggendo, per farne volumetti di diario corredati di fotografie, sei anni di appunti del nostro stare insieme, man mano, con una, poi due nipotine e infine anche con il ter- zo. Una serena fine giornata a tutte/i. Tra poco prepariamo cena e poi sentiamo al Tg il bollettino di guerra della giornata.   Numero dei morti, dei contagiati, dei guariti e poi somma totale dall'inizio del coronavirus. E quanta sofferenza, ma anche dedizione ed eroismi silenziosi dietro a quei freddi numeri. Quante scelte costrette a chi dare la precedenza per i respiratori.  E sarebbe un insulto, una bestemmia a questo enorme dolore anche solo un lieve rammarico per essere costretti nelle nostre case. 10
  • 11. Io sto vivendo questo periodo a momenti alterni: aspetto con ansia la sera sperando che i morti e i contagiati siano diminuiti. Noi iniziamo la giornata cercando di alzarci a sentire la messa del Papa e cerco speranza nelle sue parole, poi iniziamo a fare qualcosa in casa, mentre il pomeriggio lo trascorriamo quasi tutto in lettura e computer con riflessioni varie. Noi continuiamo a fare l’”editing” dei nostri appunti nonneschi. Solo in questo periodo è possibile metterli bene a posto. Quante cose ritornano! Quante cose semplici e quotidiane, ma non per nulla banali! E chissà se questi diari, che sono loro e per loro, serviranno a loro per percorrere rapporti e percorsi interge- nerazionali, apprezzare le radici per potersi meglio proiettare verso il futuro, ripercorrere le loro strade vicine, fratelli da piccoli per trovare il gusto di stare vicini anche quando da grandi si divi- deranno. Io sto bene e ringrazio il Padre ogni sera quando andiamo a letto e al mattino quando ci svegliamo bene assieme. I giorni trascorrono direi veloci, anche se a volte guardando dalla finestra e vedendo il bel sole vie- ne nostalgia di uscire, ma la nostalgia dei nipoti è sempre grande, godiamo delle cose che ci man- dano da vedere attraverso WhatsApp, per esempio ieri sera abbiamo ricevuto le foto della loro cena che ricordava la cena ebraica con pane azzimo ed erbe profumate; erano soddisfatti. Dunque la Settimana Santa sta quasi per finire e quest’anno non possiamo dire di non averla vissu- ta capendone più di sempre il significato dell'Uomo che ha vissuto su di sè tutte le sofferenze del mondo per Amore. Non ci resta che sentirci veramente Amati e prepararci con riconoscenza alla Pasqua, ricordando- cela anche subito dopo per essere presenti con la nostra vita dove ci sarà chiesto.   Purtroppo non ho da comunicarvi significativi vissuti nonneschi. Isabella è ancora troppo piccola per poter interagire attraverso i canali usati da voi con i nipoti; spero solo che al termine di questo lungo periodo di allontanamento si riesca ancora a riallacciare un rapporto con lei che, state sicu- ri, sarà senz’altro molto fisico, per supplire finalmente a questi mesi di privazione. Per il resto mio marito ed io siamo sereni e ci riteniamo dei privilegiati, avendo la possibilità di go- dere di una serie di ricchezze spirituali e materiali come fede, famiglia, amici, cultura, libri, com- puter, etc, il cui valore il tempo presente ci ha brutalmente mostrato. Purtroppo invece, sono in contatto con tante famiglie che stanno soffrendo a causa di questa con- giuntura sia per carenza di beni materiali che per povertà spirituale e versano già in condizioni di- sperate: è qui che mi assalgono lo sconforto ed il senso di impotenza per non poter aiutare tutti in modo risolutivo. Finchè vediamo il sorriso sul viso delle nostre nipotine e sia pure attraverso Skype, possiamo sorri- dere e gioire anche noi nonostante tutto. Oggi abbiamo raccolto e riordinato sul computer foto di nipoti scattate da noi o inviateci dai geni- tori a partire dalla nascita della prima nipotina. Serve anche per inserire le più belle e significative in un album. Occuparci di ricordi è molto interessante, ma rischia anche di essere deprimente. Ma quando si potrà di nuovo davvero stare con loro? Per arrivare al 4 maggio ci sono tre settimane. Ma poi per gli ultrasessantenni già si sente dire che la quaresima continuerà. Fino a quando? Non si sa. La cosa si fa molto pesante anche perchè il tempo futuro dei nonni, piaccia o non piaccia, è limitato e adesso, anche se diciamo che è sospeso, non si interrompe. Anche il nonno oggi è sco- raggiato. Vorrebbe sbaciucchiarle e stringersele, io cerco di non darlo a vedere, ma se penso che non si sa quando finirà… 11
  • 12. Siamo tutti mogi. Anch’io mi sento molto depressa…mio marito più che fare progressi è regredito, ultimamente que- sta situazione lo penalizza molto. Viveva una vita di nuovo quasi normale, ma oggi le cose non si mettono bene. E dire che siamo fortunati, abbiamo una grande casa (che continuo a pulire) e un giardino. Come diceva mia mamma già anziana: “Odio la domenica e i giorni di festa”. Per non pensare e "magonare" troppo mi sono messa a fare le pulizie. Seguiamo alla lettera, col cuore stretto, la prescrizione che ci hanno dato i nostri figli :"State a casa!" Speriamo che questo nostro sacrificio serva a loro e a tutti. Ci rincresce che la nostra nipotina cominci a sentire il peso dell'isolamento e la mancanza della scuola e delle sue attività, nonostante i compiti e le videolezioni. Ci rincresce che la piccola abbia un papà che non può lavorare da casa, perché fa parte di un “servizio essenziale”. Cerchiamo di non farci prendere troppo dall'ansia e non vediamo l'ora di poter riprendere i nostri normali ritmi di vita, che comprendono naturalmente il piacere di stare fisicamente accanto a voi e con voi con- dividere la nostra quotidianità. Un abbraccio a tutti! Festeggeremo il rientro con una megapizzata! Mio marito ed io, come tutti voi, siamo chiusi in casa da 15 giorni: ci manca tantissimo la nostra nipotina, ma anche un minimo di attività fisica all'aperto. Alle persone della nostra età hanno  sempre raccomandato uno stile di vita corretto, per cui almeno mezz'ora di passeggiata al giorno sarebbe indispensabile per mantenersi in salute. In questo periodo però ha la precedenza la salute collettiva e ci adeguiamo, ma penso che, passata l'emergenza, saremo tutti un po' più flaccidi ed in- grassati... Nonni e nipoti vicini in remoto Le testimonianze che seguono smentiscono gli stereotipi sugli anziani rigidi, abitudinari, poco incli- ni all’adattamento e al cambiamento. I nonni e le nonne, almeno, dimostrano di essere resilienti alle difficoltà e creativi. Certo le relazioni a distanza, e anche la didattica che qualche nonna fa aiutando nei compiti, hanno grandi limiti, ma, al momento, non c’è alternativa e per fortuna ci sono le nuove tecnologie. Ogni giorno preparo schede per la piccolina. Ieri abbiamo letto "I tre porcellini", abbiamo dise- gnato e scritto alcune letterine. L'ora è passata veloce. Anche con Stella abbiamo letto una storiella ed alcuni indovinelli. Alla sera in Skype giochiamo a battaglia navale con Francesco. Anche noi ci siamo organizzati con i nostri potenti mezzi tecnologici per non perdere il contatto con le bimbe. Ci colleghiamo, previo appuntamento, con Skype ed intrattengo la piccola per circa un'ora con canzoncine in francese, schede di prescrittura (prima inviate con mail), esercizi con i numeri e i colori... (italiano, francese). Enrica aspetta con gioia questo appuntamento e partecipa con molto interesse. Nel frattempo i suoi genitori hanno un po' di tempo per il loro lavoro che con lei diventa a volte problematico, o per altre loro attività. Con Gloria, la grande, mi sono proposta per assistenza compiti, ma lei ha orari più pieni perchè segue le lezioni via Skype dei suoi inse- 12
  • 13. gnanti di classe e di musica e si gestisce abbastanza autonomamente, quindi per ora ci limitiamo a chiacchiere sulle attività della giornata , ricette... Speriamo che il nostro computer continui a fun- zionare e non ci pianti in asso come ha fatto oggi la nostra lavatrice ! Vi salutiamo con affetto e vi diciamo e ci diciamo"CORAGGIO!". Ieri è passata da noi nostra figlia e ci ha portato due disegni: uno di Marisa e uno di Elisa. In en- trambi ci sono i genitori, noi due nonni (gli altri due purtroppo non ci sono più), i tre bimbi e il cane. Che bello, anche se lontani noi ci siamo! Nel pomeriggio Elisa ci ha fatto una lunga telefona- ta spiegandoci che Giuseppe sta in piedi appoggiandosi, ma sono ancora lei e Marisa che lo aiuta- no a tirarsi su. E poi gli stanno vicino per tutto il tempo perchè "se si siede da solo magari cade e batte la testa!". Racconta anche che hanno preso vari gusci di uovo e all'interno seminato dell'erba. "L'erba cresce e sembrano capelli, verrà poi tagliata e ricrescerà come dei capelli". Sui gusci hanno poi disegnato occhi, naso bocca. "Io da grande voglio fare l'inventrice perchè sono creativa". "Ma-chiedo io- ci sono scuole per diventare inventori?". "No – risponde Elisa - si nasce inventori". Voglio condividere che cosa abbiamo deciso di fare in questo periodo per non interrompere la rela- zione con i nipotini, dal momento che non possiamo stare con loro. Abbiamo deciso, in accordo col papà, di darci un appuntamento telefonico, tutte le sere, se possibile, intorno alle 20.30. Quando i bimbi sono pronti per andare a dormire, con pigiamino e denti lavati, Francesco mi chiama col cellulare, in viva voce, ed io leggo loro una storia o un capitolo di un libro. Questa sera è stata l'ottava serata. I bimbi sono contenti e interessati ad ascoltare la storia letta dalla nonna, in sosti- tuzione di quella che normalmente legge loro il papà. Generalmente Francesco, quando termino di leggere, è già addormentato. Stella ha ancora bisogno di qualche coccola, ma poi anche lei si ad- dormenta. E' un appuntamento che sia i nipotini, sia noi nonni, attendiamo con piacere. Cari tutti, leggo che molti di voi sono impegnati con i nipoti in attività varie, cosa che a me non è possibile essendo Isabella troppo piccola per essere esposta ai danni degli apparecchi digitali. Quando nostro figlio o nostra nuora ci telefonano, cerchiamo di parlare con la piccola usando le espressioni di quando eravamo vicini, ma lei rimane un po’perplessa non riuscendo a comprendere cosa sta capitando. Purtroppo non riesco a ricordare altri titoli di libri per bambini oltre a quelli citati usati da me con i figli piccoli e con gli allievi nella scuola elementare. In particolare rammento che Pinocchio ave- va avuto un gran successo, anche se io leggendo modificavo le parole più desuete. Infatti, almeno 35 anni fa, avevo proposto ad un caro amico editore di rifarne una versione in lingua corrente, ma poi lui era morto prematuramente, la casa editrice aveva chiuso e non se n’era fatto più niente. Il primo libro che ho letto loro è stato Cipì di Mario Lodi, che ho in parte modificato e sintetizzato. Il secondo è un libro dei miei figli, della collana " Il battello a vapore" che andava tantissimo a ini- zio anni ‘90. Adesso ho iniziato a leggere loro Pinocchio. Uno o due capitoli per sera, dipende dalla lunghezza.  Per un po' sarò a posto (poichè i capitoli sono parecchi), poi dovrò trovare qualcos'altro. Qualcuno di voi ha libri da suggerirmi  che si adattino ad essere letti al telefono e che vadano bene per en- trambi i bimbi ( 3 e 5 anni)? Nell'attesa di poter riabbracciare presto i nipotini ci accontentiamo di questo piccolo regalo che ci facciamo reciprocamente. Abbiamo visto che fa bene a tutti. 13
  • 14. A Marisa (4 anni) piace molto la serie di fiabe "C'era una volta" di EdiBimbi perchè sono illustra- te, brevi, semplici. A Elisa (6 anni) adesso piacciono molto i Miti Greci (Le più belle storie dei Miti Greci, Editore Gribaudo), ma anche le storie di Roma, sempre di Gribaudo. Poi essendo femminucce hanno molto successo storie di Principesse classiche o più recenti come Elsa e Anna. Sentiamoci tutti e aggiorniamoci anche sulle piccole cose che stiamo facendo e vivendo. Ci serve per star meglio e sentirci più uniti. Nelle lunghe giornate di scuole chiuse ho affrontato il problema del momento con Giorgio inven- tandomi un nostro TG quotidiano.  Abbiamo creato uno studio televisivo, lui lettore ed io direttore responsabile. Quindi: acquisizione notizie ( ovviamente molto filtrate ), codici di comportamento, consigli sui giochi da fare in casa, rapporti con gli altri.... ecc, ecc. TG brevi , ma intensi e positivi con una ri- sposta di Giorgio che mi ha stupito. Questa la mia esperienza momentanea. Io come nonna lavoratrice sono ancora in servizio. Con i nipotini ci vediamo via Skype e devo dire che sto benedicendo la tecnologia che prima vedevo con un occhio sospettoso. Il martedì continuo ad andare a governare i nipoti di quattro e di otto anni e domani mi tocca dopo il lavoro perché mia figlia e mio genero lavorano in due settori che non si sono fermati. Mia figlia mi ha fornito una mascherina che devo dire non indosso volentieri, ma l'altro martedì abbiamo giocato a nascondino in casa e io facevo la parte del mostro con la mascherina che li cer- cava. Poi in cortile abbiamo giocato a palla prigioniera, gioco d'altri tempi, e devo dire che mi sono presa bene tanto che ho rischiato di mandare i due piccolini ko. Per non pensare e "magonare" troppo mi sono messa a fare le pulizie di Pasqua. Ci rincresce che la nostra nipotina di 9 anni, cominci a sentire il peso dell'isolamento e la mancanza della scuola e delle sue attività, nonostante i compiti e le videolezioni. Ci rincresce che la piccola abbia un papà che non può lavorare da casa, perché si sa che le banche sono nella nostra società di primaria im- portanza! Cerchiamo di non farci prendere troppo dall'ansia e non vediamo l'ora di poter riprende- re i nostri normali ritmi di vita, che comprendono naturalmente il piacere di stare fisicamente ac- canto a voi e con voi condividere la nostra quotidianità. Un abbraccio a tutti! Per quanto riguarda il rapporto con i nipoti anche noi sentiamo molto la mancanza di ognuno con le sue caratteristiche anche di età, ora la piccola di quattro anni aveva cominciato a desiderare di venire a dormire da noi e anche ieri quando l'ho sentita  mi ha chiesto se quando è finito il corona- virus potrà venire di nuovo a dormire da noi. Che tenerezza! Mi chiedo spesso in questi giorni cosa passerà nella loro testa pensando a questo ospite sconosciuto che li ha allontanati dai nonni e da- gli amici. Ho apprezzato molto la bella idea di leggere ogni sera una storia ai nipoti, veramente bello, un im- pegno semplice che dà la gioia di essere nonni e ai nipoti di sentire che i nonni ci sono sempre con tanto affetto. A proposito di storie, a parte Pinocchio, una storia  che piace ad entrambe le nostre nipotine è si- curamente Cappuccetto Rosso. Ma sono anche appassionate di Biancaneve e i sette nani, Pollicino, il Gatto con gli stivali, e poi ci sono quelle più attuali, ma amano sentirle vicino a noi e non a di- stanza, sedute assieme sul divano coccolate su di noi e ciò non funziona purtroppo in questo perio- do. 14
  • 15. Oggi Zoe di otto anni mi ha raccontato tutta orgogliosa che con sua sorella ha ritagliato da dei giornali degli animali e poi li hanno attaccati su un foglio, anche questo per loro è un divertimen- to come pure piace a loro farsi fare un disegno dall' adulto e poi colorarlo con gli acquarelli, che divertente! Be’ lascio qualcosa per un'altra volta anche perchè ora devo pensare ad una cenetta per noi due (credo che ne usciremo aumentati di peso perchè oltre ai pasti normali a metà mattina prendiamo un caffè con un biscottino e a metà pomeriggio la merenda o con un frutto o con la tisana con o senza biscotto). Mamma mia! Questa mattina passa un momento da noi nostra figlia con l'occasione di dover fare qui vicino una visita ad un cane con gravi crisi di epilessia. E così abbiamo preparato un pacchettino per le bimbe e anche per il bimbo: alcune cannucce che servono per lavoretti, sei cioccolatini, l'ultimo numero della rivista per bimbi G.Baby, colla pryt, carta di recupero per disegnare. Tutte cose trovate in casa con materiale povero. Ma per loro è im- portante ricevere un dono  dai nonni, non il suo contenuto. Stiamo re-imparando a costruire e ap- prezzare le piccole cose. Ieri il più piccolo ci ha fatto un grande dono: si è messo in piedi! Nella prima foto con una faccia tutta soddisfatta e fiera, nella seconda concentrato ad esaminare qualco- sa su una sedia, che finalmente può raggiungere da solo. La tristezza, ma anche i sensi di colpa quasi di tradimento verso i nipoti per averli abbandonati sono più leggeri perché condivisi. I diversi modi di relazionarci con i nipoti, le diverse invenzioni per stare vicini a loro essendo lontani sono una ricchezza che condividiamo. Forse questi "arresti domiciliari" sono anche occasioni per fare qualche bilancio. Magari per condividere qualcosa an- che di questo. E poi raccontare la quotidianità è sempre importante per sé e per gli altri. L’amore nonni-nipoti L’amore dei nonni è intriso di dedizione, affetto e tenerezza, desiderio, dimensioni di ruolo e senso. E’ diverso e integrativo, arricchisce quello dei genitori: ai genitori la responsabilità, ai N. la com- prensione… I N. capiscono i nipoti, i nipoti quasi sempre si trovano bene con i N. Una sorta di “complicità” che, in fondo, rappresenta una delle cose preziose della vita. L’affetto dei N. offre ai nipoti la possibilità di avere persone a disposizione che vogliono bene e che, nello stesso tempo, possono vivere la rela- zione con leggerezza. La differenza sostanziale dall’amore dei genitori ce la illustra splendidamente nonno Piero (P. Bertolini, “Giorgia, I primi tre anni di vita di una bambina raccontati da suo nonno”): […] il timore di pesare su di te con la mia personalità, con la mia visone del mondo, con i miei modi di vivere non mi ha, ancora adesso, abbandonato del tutto. Semmai quel timore avrei dovuto percepirlo nei confronti dei miei figli! [...] Più volte, infatti, mi sono domandato, a distanza di tanti anni, quante e quali responsabilità io abbia avuto nei confronti dei miei figli […]. Con te le cose sono andate diversamente. Mi piaceva guardare cosa facevi, come ti comportavi, e tentare di immaginare cosa pensassi. Può sembrare assurdo, ma era come se l’essere nonno mi autorizzasse ad avere, almeno con te, un atteggiamento meno coinvolgente e dunque più disposto a leggere nei tuoi pensieri con rispetto, persino con un pizzico di venerazione. 15
  • 16. Una nonna esprime quell’amore che offre tempo dedicato ed esclusivo, pieno di senso, che i grsci antichi chiamavano “Kairos”. Quando c’è Gloria io sono tutta per lei. Gli altri impegni possono aspettare quando ritorna a casa dai genitori. Anche se mi risulta un poco difficile rialzarmi, spesso mi siedo per terra con lei a gio- care con le bamboline e le casette. L’amore dei nonni si unisce nella reciprocità di quello dei nipoti. Ce lo descrive per esempio uno scrittore (Hemingway) in “Il vecchio e il mare”. Il ragazzo vide che il vecchio respirava e poi vide le mani del vecchio e si mise a piangere. Uscì senza far rumore per andare a prendere un po’di caffè e lungo la strada continuò a piangere. Ma anche una nipote, studentessa universitaria, durante un incontro delle “Officine dei nonni”: Mio nonno mi ha accudita fin da piccola; adesso è su una sedia a rotelle e soffre a non poter più fare nulla per me. A me piace stargli accanto, coccolarlo e tenerlo per mano; so che non posso dar- gli la salute, ma posso dargli la mia presenza. E al tempo del coronavirus, dove emerge la fragilità dei nonni i nipoti sono accanto a loro: Prendersi cura di chi fino ad un attimo fa si è preso cura di loro. Ecco quello che stanno facendo gli adolescenti con responsabilità-istintiva e spesso inconsapevole…”Non toccateci i nostri nonni” sembrano dire senza dircelo…loro che con i nonni, spesso, ci sono cresciuti, ci hanno passato po- meriggi e weekend, se li sono trovati fuori dal portone di scuola… Nonni che sono punti di riferi- mento, nonni di cui vanno orgogliosi. Nonni a cui si vuole un bene dell’anima. Federico Taddia (La Stampa, 26 aprile 2020). Tutte le testimonianze in Telenonni sono attraversate dall’amore. Quelle che seguono sono più diret- te e non solo del loro, ma anche di quello dei nipoti. Confesso, è la mancanza numero uno quella dei nipoti, in parte colmata da foto e video , ma manca il contatto, il potere giocare insieme. Potremmo con una petizione chiedere che questi giorni ci vengano restituiti, magari con gli interes- si. Mi associo! A tutti pesa la lontananza dai nipotini e dai loro genitori, ma questi piccoli sono co- munque una consolazione, anche questa che condividiamo, e creano legami. I nostri nipoti, anche lontani, mi sembrano in fondo contenti. E spero anche i vostri. Parlano con noi volentieri e chiedono di tornare a “casa nonni”, ma poi subito pensano e si occupano di altro. E i loro genitori sanno offrire loro gli stimoli. Non soffrono, almeno in apparenza, come noi rispet- to a loro, per la mancanza dei nonni. Per questo non sono nè cattivi nè ingrati, ma la loro struttura mentale vive nel presente e non è cosciente come noi, sia del passato che del futuro. Però hanno co- munque tante paure, coronavirus compreso. Le loro paure le rimuovono e le esprimono spesso in 16
  • 17. modi strani e per noi incomprensibili. I genitori e/o i nonni devono con loro parlarne. Parlarne con semplicità, ma anche con tranquillità li aiuta a non “spostare” altrove questo disagio. Noi uomini e donne da giovani ci si svena per i figlioli, per farli studiare, per farli star bene e sem- pre con grande amore…!! Poi arriva l’amore travolgente, e cioè i nipotini! Non siamo più tanto giovani, ma come per incanto si ridiventa bambini, ci si ricorda dei nostri giochi per farli giocare con noi e ci accorgiamo che vogliamo loro tanto bene, forse più che ai figli!! E si viziano, si viziano come hanno fatto a loro volta i nostri nonni e si guardano dalla mattina alla sera affinché i loro ge- nitori possano lavorare tranquilli...e si ingoia qualche rospetto perché malgrado tutto, a volte sia- mo ripresi...ma a noi nonni non ci importa niente!! Guardiamo negli occhi i nostri nipoti e tiriamo avanti! Ieri sera in video chiamata di Elisa che ci ha fatto vedere il buco lasciato da un dentino e il denti- no. Ci ha annunciato che va a dormire perché a mezzanotte arriva la fatina a portare i soldini. E poi ha chiuso dicendoci: “Buona notte, un bacio a nonno e un bacio a nonna, sogni d’oro, speria- mo che veniate presto a trovarci”. E Marisa, con il suo solito faccino birichino, ha confermato. Ieri sera ho registrato una storia dei suoi tempi e del suo paese, narrata da un nonno in un libro di raccolta storie di nonni ospiti in una casa di riposo. Chissà quanti di questi nonni narratori, al tempo del coronavirus, sono ancora lì. Ma, bando alle tristezze, ho poi inviato via WhatsApp alle piccole. Le bambine hanno poi mandato un’audio-chiamata testuale come sotto. Elisa: "Ciao nonni, noi di oggi abbiamo giocato con la sabbia e adesso abbiamo fatto fuori cena con patatine, costine, finocchio, quello lo ha mangiato Marisa e stiamo ascoltando la musica. Buo- na notte e tanti sogni d’oro. Vi voglio tanto bene, ma cosa sta facendo nonno?”. Abbiamo sentito la storia, era molto bella, grazie, ma io l’avevo già sentita una volta da voi, a casa vostra, su quel li- bro". E Marisa: "Glazie nonni, voi me l’avete rimandata, perché io non me la ricordavo. Ciao vi mando tantissimi baci, due per nonna e due per nonno". Come sono simili, ma anche diverse le due sorelline! Zoe, quando le ho chiesto se era contenta di essere venuta dai nonni, mi ha detto "sì, perché io ti adoro" e alla domanda come mai mi ha risposto senza esitazione "perchè mi fai la minestra con le farfalline che sono le mie preferite!". E queste cose, si sa, fanno gioire i nonni! Quando usciamo per tornare a casa Marisa ci precede di corsa e si lancia sull'auto. Vuole venire a casa nonni. Le chiedo perché vuol venire in città, quando è lì libera a giocare. “Pelchè-dice-vollio stale con voi e poi da voi ci sono bellissimi playmobil. Gli affetti verso i cari. I Sentimenti di vicinanza e solidarietà Nipoti e figli sono sempre nei pensieri e nelle attività anche “in remoto” dei nonni. Ma pensieri e preoccupazioni vanno anche alle altre persone care, vecchi genitori, parenti in genere. I sentimenti di condivisione e solidarietà si estendono anche alle persone che non si conoscono direttamente. E’ chiara la coscienza che solo insieme ce la faremo. 17
  • 18. Alle 7 ogni mattina accendiamo la TV per assistere alla messa a Santa Marta di Papa Francesco. Ci conforta e ci fa iniziare meglio la giornata del tempo sospeso. Come dice lui facciamo la comu- nione "spirituale". Riflettiamo in silenzio per alcuni minuti, ricordando tutte le persone che non ci sono più a causa del coronavirus e al dolore dei loro familiari non solo per la perdita, ma anche per la solitudine totale nel distacco finale. Anche io sto vivendo a momenti alterni : aspetto con ansia la sera per vedere se i morti e i conta- giati sono diminuiti, inizio la giornata cercando di alzarmi a sentire la messa del Papa e cerco spe- ranza nelle sue parole, poi faccio qualcosa in casa, mentre il pomeriggio lo trascorro quasi tutto in lettura, computer, riflessioni varie . Penso a nostra figlia, lei che comunque noi abbiamo potuto seguire fino all'ultimo e penso con tan- ta angoscia a tutte le persone che in questo periodo sono rimaste sole nella sofferenza fino alla morte senza poter sentire i propri cari vicini. Quanta tristezza e dolore per loro e per chi rimane! Io credo e prego tanto . Grazie nonni per la vostra toccante testimonianza e un pensiero particolare. Così anche per i nipo- ti degli altri nonni che non hanno più la mamma. E per il nipotino di una nonna che conosco che sta lottando come un leone contro una brutta malattia. Nell'omelia di questa mattina a Santa Mar- ta, commentando il brano del Vangelo sulla resurrezione di Lazzaro, Papa Francesco ha insistito sul fatto che Gesù si è commosso e ha pianto di tenerezza verso l'amico morto. E' il Gesù uomo, quello più vicino a noi che condivide dolore e debolezza, ma anche solidarietà, amicizia, speranza. Grazie per le vostre espressioni di vicinanza in questi giorni, per noi particolarmente tristi, circon- dati anche da questo silenzio spettrale. Mi rendo conto che il gruppo si è dimostrato un riferimento validissimo, e per questo un grazie a tutti. Il dolore è sordo, ma se riesci ad attraversarlo senza esserne distrutto ne esci migliore sia come in- dividuo che come persona capace a capire ed aiutare gli altri. A quelle condizioni le difficoltà uni- scono e rendono stabile un legame molto più delle gioie e dei momenti felici. Quelli ti danno la ca- rica e sono assolutamente necessari, ma le prime sono il cemento delle relazioni. Sono contento che questi scambi a distanza siano comunque di aiuto per te e spero anche per tutti. Pasqua in ebraico significa “passare oltre” dall’Egitto alla terra promessa, attraversando il deser- to. Per i primi cristiani la Pasqua era quella dell’ultima cena: Pasqua di passione. Al tempo del co- ronavirus è difficile vivere una Pasqua di Resurrezione del Cristo Trionfante. Mi sento vicino non alla Pasqua del Cristo-Dio, ma a quella del Gesù uomo sofferente, nel deserto di un tempo sospeso tra un mondo finito e un altro sconosciuto. Una Pasqua di passione, non di re- surrezione. Auguri, della Pasqua tradizionale manteniamo comunque la speranza. Sono sconvolto. Alla televisione ho visto una serie di mezzi militari che uscivano dal cimitero di Bergamo carichi di bare da portare altrove per la cremazione, perché non c’era più posto. Ieri ho scoperto, leggendo La Stampa, che c'è stato un decesso per coronavirus nella Casa di ripo- so dove ho mia mamma, che non vedo da più di un mese e non sento, nemmeno più al telefono, da dieci giorni.  Non poter far nulla per aiutarla a capire cosa sta succedendo e per rassicurarla che non l'abbiamo dimenticata mi provoca un malessere che mi impedisce di soffermarmi su qualsiasi cosa. Anche in- viare una mail a Telenonni mi diventa difficile. 18
  • 19. Il timore poi che possa ammalarsi e la consapevolezza di non poterle essere vicina mi paralizza. Questa è la pena che stiamo vivendo in questo periodo. Spero finisca al più presto questa situazione assurda. Per fortuna la sera sentiamo i bimbi e questo ci rincuora. Ci preoccupa nostra figlia che è tecnico di radiologia in ospedale. Da ieri alterna i turni in reparto facendo RX e TAC a probabili infettati, a turni in pre-triage (la tenda esterna ai P.S.) Per questo se- condo lavoro si è offerta volontariamente e se da un lato l'ammiriamo per la sua generosità dall'altro non possiamo essere tanto sereni. Qualcuno di voi ha figli che lavorano tra il personale sanitario? Ieri sera al TG abbiamo visto me- dici ed infermieri con ferite e spaventosi arrossamenti sul viso e sulle mani dovuti all'uso prolunga- to di mascherine e guanti.   Per quel che riguarda la mamma nella casa di riposo la situazione è pesante. Ieri le hanno fatto il tampone, ci saranno i risultati domani. In casa di riposo la situazione è drammatica: ogni giorno ci sono due o tre decessi. E manca il per- sonale. Mi sento impotente, prego affinchè tutto si risolva nel modo per lei meno traumatico. Nostra figlia, che lavora in ospedale, a contatto continuo con pazienti Covid, è positiva! Per il mo- mento può rimanere a casa, ma se dovesse peggiorare dovrà essere ricoverata. Ci spiace davvero tanto Ma è giovane e siamo certi che guarirà presto e, come tanti, a casa. Un abbraccio grande grande . Come sto? Sono molto, molto preoccupata: ho mio cognato (72 anni), a Milano, ricoverato in ospe- dale da sabato, positivo al Covid-19. Pur presentando, fino a ieri, una condizione definita "stabile", continua ad avere la febbre ed è molto sfiduciato, tanto da aspettarsi il peggio. Mia sorella è ovvia- mente in quarantena, sola in casa con la sua gatta, e tanto per aggiungere apprensioni ha la nuora che dovrebbe partorire a breve. Mia figlia è stazionaria e questo sembrerebbe un bel segnale giacchè non è peggiorata; presto do- vrebbe fare un nuovo tampone per confermare la positività che non era così evidente la prima vol- ta, nonostante la presenza dei sintomi caratteristici del Covid.  Speriamo continui così senza peg- giorare. La sofferenza e la condivisione si estendono anche a persone e fatti lontani nel tempo. Spesso a proposito (o a sproposito) di coronavirus si parla di guerra. Presto sarà il 25 aprile, la li- berazione da un’altra guerra. Non dobbiamo dimenticare tutti i morti di quella e ancor prima le stragi naziste, le leggi razziali e anche poi le foibe. Ma un pensiero particolare penso sia dovuto agli eroi di allora, a quelli morti che sono stati dalla parte giusta, soprattutto quelli che lo hanno fatto per scelta consapevole, pur con diversi sogni per il futuro, ma anche quelli che sono diventati partigiani perchè non avevano altra scelta. Tutti hanno lottato e molti sono caduti per liberarci dal- la barbarie e consegnarci un mondo migliore. Un sentito grazie anche da parte di mio padre che non c’è più, e che in montagna è salito con tanti compagni per tornare poi da solo. Auguro per noi, e per chi ci seguirà, che il 25 aprile lo si possa festeggiare ancora per sempre. 19
  • 20. TELENONNI ATTO TERZO. LA LIBERTA’ CONDIZIONATA Di nuovo vicini. I primi assaggi Dal 4 maggio i N. (se nella stessa regione) possono rivedere figli e nipoti. Il desiderio di ricomin- ciare si alterna ai timori per la sicurezza e di non poter recuperare la ricchezza delle relazioni pre- Covid. Infatti il DPCM 26 aprile permette gli spostamenti dal 4 maggio all’interno del territorio regionale di residenza per incontrare congiunti, sempre mantenendo le distanze di sicurezza ed evitando as- sembramenti. Si avvicina la prospettiva della fase 2 e della progressiva apertura. Finalmente i N., dopo poco meno di due mesi, potranno andare dai nipoti e i nipoti da loro, mentre prima ci si poteva spostare solo per motivi di salute, necessità (es. procurarsi il cibo), lavoro. Niente feste e assembramenti, e, natural- mente, neanche ancora “Spazi nonni” in presenza. Con cautela, distanziamento e mascherine, altri- menti ancora in remoto. Per i nonni è un momento importantissimo e felice, ma anche con timori sia per la loro salute che per la ripresa della relazione con i nipoti dopo quasi due mesi. Questa mattina ci siamo svegliati e abbiamo riascoltato le voci delle nostre nipotine che ogni sera sentiamo in remoto e inventandoci i modi più creativi possibili per relazionarci con loro. "Ciao nonni!!! noi mangiamo pasta con zucchini, mentre papa' e mamma pasta con olio, aglio e peperon- cino che a noi non piace, poi giochiamo un poco e poi andiamo a nanna. Abbiamo chiesto a papi  se ci mette un cine family. Oggi ho fatto i compiti (Elisa)”. “Io invece ho fatto una casetta con due sedie e ho giocato li dento con le balbi......... nonni!!!, quando finisce il colonavilus venite su a tlo- valci tre volte! (Marisa). Che voglia di vivere! e che affetto che rimane anche a distanza e dopo quasi due mesi, per noi un'eternita' di tempo. Quante cose perse di loro e del piccolo Giuseppe che gorgheggiava in sottofondo. E quando poi li rivedremo saranno molto diversi, chissà quale sarà il ritorno e come ricostruire la relazione autentica, che richiede continuità. Staranno a un metro e ot- tanta centimetri di distanza e pure tutti con le mascherine? Con i guanti, lavandoci tutti le mani dopo che ci siamo toccati? Ci pare interessante seguire il dibattito proposto sul link inviatoci. E grazie anche per la documen- tazione di un sito sull’infanzia che tratta dei bambini nel periodo della fase 2. Meno male. In tutta questa confusione di proposte (apriamo, non apriamo, bisogna tornare al lavoro….) non abbiamo ancora sentito nessuno preoccuparsi seriamente dei bambini. A chi verranno affidati se i genitori lavorano? Torneranno in campo i nonni? Riapriranno a settembre le scuole nidi e materne com- presi? E allora? Ci rendiamo sempre più conto che sì, è tutto difficile, ma ci vorrebbe qualcuno con idee chiare e senso di responsabilità. Invece…temiamo che da questo sfacelo non ne usciremo tanto migliori!  Nonostante tutto cerchiamo sempre di mantenere viva la speranza! La situazione di Torino e del torinese risulta piuttosto pesante visto che siamo ormai al secondo po- sto e stiamo insidiando il triste primato a Milano. Voi avete notizie diverse? Il nostro medico di famiglia ci ha consigliato di stare ancora una quindi- cina di giorni a casa per vedre come vanno le cose. Se il 18 si riapre a tutti i negozi, perchè la si- tuazione è migliorata, allora possiamo stare più sereni. 20
  • 21. Anch'io sto vivendo male questa libertà che avremo da lunedì 4 maggio perchè qui in Piemonte sia- mo ancora ad alto rischio e uscendo ieri pomeriggio per il mio quarto d'ora di sole ho già visto cambiato attorno l'ambiente, cioè più gente in giro, diversi senza mascherine e ho immaginato cosa succederà lunedi 4 quando uscirà sicuramente tanta gente senza "la prudenza" suggerita anche dal Papa. Questa "paura" che ho contrasta fortemente con la grande voglia  di vedere i carissimi nipoti. A questo punto ieri sera ho approfittato della visita settimanale di nostro figlio che viene sul piane- rottolo a portarci la spesa, per chiedergli cosa ne pensano, loro genitori, della nostra eventuale vi- sita ai nipoti .   Mi ha risposto senza dubbi che possiamo andare (preciso che non hanno bisogno di noi per guar- darli perchè mia nuora non lavora), i nipoti ci aspettano con piacere e dobbiamo incominciare a convivere con questo virus che continuerà ancora per molto, altrimenti dovremo rinunciare a ve- derli per diversi mesi. Il dialogo è stato lungo ed io sono rimasta ancora più confusa. Ho sentito anche altri nonni con molte meno paure di me e allora ho pensato di essere io esagera- ta, ecco perchè mi ha fatto bene sentire siamo tutti combattuti tra la paura per la salute e la nostal- gia per i bimbi. Mi avessero detto che mi sarebbe capitato un giorno di restare chiusa in casa per tanti giorni con- secutivi (e non per malattia) non so come mi sarei sentita visto che soffro anche di claustrofobia e sono al quinto piano di un condominio. Per mia possibilità e scelta sono sempre stata volentie- ri fuori casa e quando mi impegnavo a fare la casalinga dopo un pò friggevo e mi dicevo :" Su, su esci , cammina finchè puoi, vai a trovare qualcuno, vai dai bimbi ecc." Quindi il cambiamento è stato proprio grande. Non penso comunque che "il via libera" mi dia problemi per farmi essere di nuovo entusiasta di ri- prendere le mie attività, anzi sogno che ciò avvenga presto. Noi siamo combattuti tra la paura per la salute e la nostalgia per i bimbi. Certo abbiamo il vantag- gio di poter scegliere. Non penso possa essere così per chi hai i nipoti a casa da scuola e i figli che devono prendere lavoro in sede. Ci piacerebbe confrontarci con voi, conoscere cosa sapete, pensate della situazione e come pensate di fare dal giorno 4 e dopo. Temo che la situazione da oggi sia ancora più stressante. Almeno prima non c'era possibilità di scelta: o stai a casa o stai a casa. La libertà, anche se parziale, ha i suoi costi! A me non più di tanto pesa la vita a casa tutto il giorno. Ho strutturato un piano di lavoro e della giornata che mi può impegnare ancora per almeno un mese. Ma mi angoscia da un lato il rischio di abituarmi ad un certo tipo di vita che mi avvicina allo status di vecchio (abitudinario, che fa le stesse cose, che non ha più voglia di fare cose nuove e di muoversi). Dall'altro lo sfilacciamento delle relazioni dirette soprattutto con i nipotini. Loro crescono e non si allenteranno le relazioni con noi? E come riprenderle in modo significativo in un clima in cui devi stare attento a tutto e con il patema d'animo di ammalarti, sapendo che non te lo puoi permettere? Se le scuole tutte non riapriranno fino a settembre e quest’estate non ci saranno attività per i bam- bini, mentre i genitori vanno a lavorare non si pensa ai dieci milioni di N. disponibili ad accoglierli e seguirli? Almeno per i bimbi si eviterebbero disagi e i costi per baby sitter non meglio individua- te. 21
  • 22. Allora questi fragili vecchietti chiusi e isolati finora nelle loro abitazioni diventerebbero di nuovo robusti e abilitati a stare con i nipotini. Vedremo. Per intanto se credete vedete la documentazione che vi ho mandato. Anche noi siamo combattuti tra il desiderio di rivedere nipotina e genitori, ma anche frenati dal pericolo che aleggia sui diversamente giovani. Staremo in giardino con mascherina e a debita di- stanza? Ma come potrebbe reagire una bimba di dieci mesi? Nei prossimi giorni arriverà nostra figlia con la nipotina e potranno vivere vicino a noi, nell’altro alloggio. Forse domani andremo dalla più piccola, ma mio figlio è perplesso e mio marito teme di soffrire troppo nel non poterla abbracciare e sbaciucchiare. Oggi è venuta nostra figlia che deve fare visite nella zona. Abbiamo preparato un nuovo pacchetto per le bimbe di cose recuperate: un giornalino, un libro di origami, un puzzle...tutte cose trovate in cantina e nel garage mentre facevo ordine e pulizie. Il coronavirus insegna la sobrietà. Lei ci ha portato una busta fatta da loro con dentro tantissimi loro disegni per noi. E poi la sera vediamo e sentiamo nelle video e nelle audiochiamate che ci vogliono ancora bene. Carissimi tutti, ci sentiamo disorientati ed incerti sul da farsi, sulle opportunità, sulle strategie da mettere in campo per non darla vinta al maledetto virus e per riuscire a riprendere, almeno un po', la nostra vita di relazioni, almeno di famiglia. In questo periodo veramente ci siamo resi meglio conto di ciò che può essere superfluo nella nostra vita e di ciò che ci manca, che sentiamo indi- spensabile. La prima esigenza è quella del poter stare con gli altri, con i nostri cari e specialmente con le nostre nipotine.   La nostra speranza è che la situazione in Piemonte migliori perchè solo così potremo avere indica- zioni più certe e rassicuranti; nell'attesa vi confermiamo l'importanza di avervi avuti ed avervi come compagni di viaggio. Anche noi siamo combattuti tra il desiderio di rivedere Isabella ed i suoi genitori, ma anche frenati dal pericolo che aleggia sui diversamente giovani. Abbiamo ipotizzato di incontrarci nel loro giar- dino (meglio sicuramente del chiuso di una casa) e comunque bardati di mascherina, a debita di- stanza. Ma a quel punto ci chiediamo: a che servirebbe per una bambina così piccola non poter ve- dere nemmeno l’espressione dei nostri visi coperti, ma solo gli occhi di persone che forse non rie- sce a riconoscere? Credo sia meglio essere prudenti ed aspettare l’evolvere della situazione, anche se dubito che ci sarà presto il “Liberi tutti!”. Per quel che riguarda nostra figlia poi, che lavora in un ospedale Covid, difficilmente la rivedre- mo in tempi brevi. Anzi: chissà che non debbano passare mesi se si vuole dar credito al dottor Fau- ci, consulente di Trump, che minaccia: “la pandemia avrà sicuramente una ripresa in autunno”. Noi comunque non ci scoraggiamo, ringraziando il Cielo per come abbiamo vissuto serenamente questo periodo di privazioni.Vi saluto caramente, ricordando di ognuno di voi le fatiche di questo tempo sospeso. Prepariamoci con coraggio per le prossime settimane e continuiamo i nostri scambi perché "l'unio- ne fa la forza"! Anche io ho avuto la sensazione di invecchiamento precoce nel non potermi muovere, ho fatto an- che un sacco di cose utili ( riordino di scartoffie, lettura di libri interessanti, etc.) e tante me ne re- stano da fare, ma non vedo l'ora di poter uscire in un mondo normale, che è quello che manca. 22
  • 23. Dopo il 4 maggio cosa faccio ? Visto la libertà verso i congiunti, il 5 vado a vedere i nipoti, ho bisogno del loro entusiasmo! (aspetto il 5 perchè il 4 si sono già prenotati gli altri nonni). Credo sia il momento buono, loro non hanno ancora avuto contatti esterni, anche noi siamo stati isolati al 99,9% da inizio marzo e se dovessero nuovamente chiudere , almeno ho interrotto il digiu- no! Poi si vedrà l'evolversi della situazione, se ci sarà o meno una ripresa del contagio, nessuno sa fare valide previsioni; se non si osa un po' adesso, per la massima prudenza si dovrebbe aspettare cosa ? Il vaccino? non me la sento! Buona serata e buona notte. Le relazioni educative tutte intrise di emozioni e affettività non si cancellano, rimangono e si fissa- no soprattutto nei primi anni di vita. E i N. possono verificarlo direttamente rivedendo finalmente i nipoti. Anche con qualche sorpresa. Buona giornata a tutti voi. Oggi sono contenta. Ieri (23 aprile) ho rivisto i nipotini, anzi ho trascorso un’intera giornata con loro. Nostro figlio lavorava e non aveva nessuno cui lasciarli. Erano felici, quasi increduli. Che sia di buon auspicio anche per voi. Grazie per averci resi partecipi della vostra gioia. Toccherà anche a noi prima o poi. Che bella notizia. Speriamo dopo il 4 maggio di rivederli anche noi. Ieri vi ho mandato una mail su una iniziativa per gli anziani attivi. In fondo, a parte questo pesante periodo, noi nonni siamo an- ziani attivi per definizione. L'inizio della fase 2 è vicino e nessuno sa bene che cosa potrà o sarà opportuno fare. Tutti abbiamo tanta voglia di normalità, ma tutti temiamo, muovendoci, di creare danni. Noi non abbiamo ancora deciso nulla. Credo però che tutto dipenderà dagli accordi che prenderemo con nostro figlio. Se avrà bisogno di aiuto, come avvenuto la scorsa settimana, andremo. Se non ci sarà questa necessità, una eventuale visita, se prevista dal decreto, sarà comunque con- cordata con lui. La nostra comunque è una situazione complessa. Cos'è più importante: la garanzia di non contrarre il virus (chissà quando l'avremo!) o soddisfare la necessità dei bambini di assaporare un po' di normalità famigliare? E' questo che mi chiedo. La settimana scorsa quando sono andata dai nipoti vi assicuro che non mi sono fatta domande, non ne ho avuto il tempo:quando Stella, vedendomi, mi è letteralmente saltata al collo, non ho potuto far altro che abbracciarla e darle tutti i baci di cui aveva bisogno. Vi assicuro che non ho nemmeno avuto la percezione di avere fatto qualcosa che poteva essere rischioso. La prossima volta che andrò o andremo mi sono ripromessa di tenere la mascherina, se non altro mi sentirò più a posto con la mia coscienza. Nell'attesa di avere linee guida meno confuse, a tutti un caro saluto. 23
  • 24. Procede il programma di visite ai nipoti in avvio di fase due? Noi prevediamo la prima mercoledì con tanto di mascherine e autocertificazione. Mi viene da ridere a pensare di presentarmi così ai nipoti. Già sento che il tutto finirà in un lungo abbraccio. E voi cosa pensate? Noi siamo andati dai nipoti questa mattina. Tanto entusiasmo da parte loro che ha sciolto l’appren- sione. Tutti con mascherina tranne la piccola. Siamo ripartiti con tanta gioia, speriamo adesso che non si debba tornare indietro. Condividiamo la vostra gioia, speriamo presto di poterla assaporare anche noi. Per noi l’incontro è fissato per domani. Che emozione! Noi ci siamo incontrati con le nostre nipotine. Ci hanno fatto giocare per quasi quattro ore mentre papà e mamma lavoravano in smart working. Non sembra che il tempo di separazione abbia cam- biato qualcosa. Sono più riservate nelle manifestazioni di affetto. Questo sì. Noi stiamo predisponendo la divisione degli ambienti della nostra casa, nei prossimi giorni arrive- rà nostra figlia con Alice e potranno vivere vicino a noi, ma per conto loro, con incontri in giardino e cibi passati dalla finestra. Buongiorno a tutti. Oggi ancora viviamo la felicità di ieri sera! Nel pomeriggio una vocina al can- cello chiamava nonno, nonno. Tanta è stata la sorpresa nel vedere tra le sbarre il musetto di Zoe coperto dalla mascherina e dietro di lei nostro figlio e nostra nuora anche loro opportunamente mascherinati. Non sapevamo più se ridere o piangere, come aprire il cancello, quale azione non scoordinata fare per prima. E’ stata una emozione che ci ha fatto toccare con mano la nostra fragi- lità. Grazie a tutti voi, cari nonni, per le belle e divertenti narrazioni delle visite ai nipoti! La mia espe- rienza non è stata altrettanto positiva. Quando la piccola Isabella ci ha visti tutti e due con la ma- scherina si è messa a piangere. Ci siamo rimasti molto male, ma confido che con le prossime visite si possa pian piano recuperare il rapporto con Isabella. Ieri è stato per noi il giorno che dovrebbe dare il via alle vecchie abitudini, quelle pre-Covid; ve- derci con regolarità almeno una volta a settimana (anche se noi spereremmo qualcosa in più). I bimbi erano proprio felici. Abbiamo trascorso con loro l'intera giornata. Francesco ha coinvolto il nonno, fin da subito, in un estenuante gioco a "nascondino", cui lui non era più abituato! Stella ed io, invece, siamo rimaste in casa, sedute sul divano, strette strette che più non si poteva, a leggere un numero imprecisato di storie. Nel pomeriggio abbiamo fatto un po' di "scuola all'aperto": giocato con le lettere dell'alfabeto, co- lorato, letto, qualche scheda di pregrafismo e assistito, purtroppo, alla cattura di una talpa da par- te di uno dei loro due cani. E poi Francesco ci ha chiesto se ci fermavamo a cena. Naturalmente sì, l'avevamo messo in cantie- re. Purtroppo c'è stato qualche capriccio prima di metterci a tavola, ma, considerando la situazione che vivono, direi che non è stato niente di drammatico. Certo noi nonni avremmo voluto non fosse successo...Il bilancio della giornata è stato senz'altro positivo. Aspettiamo già con impazienza il prossimo incontro. Lunedì abbiamo finalmente rivisto i nostri tre nipoti e con loro non abbiamo affatto rispettato il di- stanziamento sociale! Anche loro cercavano proprio un contatto fisico con noi e noi eravamo in 24
  • 25. astinenza da troppo tempo per rinunciare a tenerli in braccio e spupazzarceli. Proprio lunedì la no- stra famiglia ha dato il benvenuto ad un nuovo ingresso, al secondogenito di mio nipote figlio di mia sorella, la quale ha così raggiunto la quota di 4 nipoti tutti rigorosamente maschi. Nella nostra famiglia le femmine non sono evidentemente previste! Ieri anche noi abbiamo visto nipotine e nipotino. Marisa e Elisa ci sono corse incontro, anche loro ben addestrate non ci hanno abbracciati, ma si vedeva che erano felici. Giuseppe ci ha scrutati in- terdetto senza sorridere come faceva prima quando ci vedeva. Abbiamo giocato con la sabbia, for- mine, paletta e camiocino. Le bimbe hanno costruito un invaso per lago, mentre io, simulando una forte pioggia versavo acqua con il piccolo innaffiatoio creando un  laghetto. Giuseppe si divertiva a distruggere le sponde con disappunto delle sorelline , sempre però molto pazienti con lui, che si limitavano a dirgli "no Beppe". La nonna ha portato paninetti di nutella, marmellata e prosciutto  e io ho imprestato lo smarphone perchè potessero vedere 15 minuti di video. Abbiamo così ricreato un momento di quando venivano dai nonni. Abbiamo anche portato due mascherine per bimbi, ma non hanno voluto metterle. Peraltro siamo sempre stati fuori. Ma poi Marisa non ha resistito e mi è venuta in braccio appoggiando la testa al mio petto. E io non ho resistito a dirle di no. Ho stretto bene la mia super mascherina alle guance tenendo il più possibile la testa lontana da lei.  Quando abbiamo detto che tornavamo a casa subito le due nipotine si sono messe davanti al cancello dicen- do che era vietato passare e Marisa ci ha proposto i loro letti per dormire lì, dicendo che loro sa- rebbero andate nel lettone dei genitori. Mi è venuto in mente un bell'articolo apparso su “La Stam- pa”. Mi ha particolarmente colpito la frase: "La tua nipote vive, lasciala vivere, quel che è dato a te è di incontrarla ogni tanto, sentire i suoi racconti (se ha voglia di raccontare), ..." Pensavo a Eli- sa di adesso che già sta prendendo le distanze e non è più coccolona come Marisa, ma si relaziona raccontando cosa fa, le storie che inventa ecc. E se avremo la fortuna di vivere per un po di anni ancora ci racconterà le storie con i suoi amici e la super gioia o le pene con il suo amico, quel mi- nimo che è disposta a spartire con noi. I nonni che rivivono nei nipoti, vivono per i nipoti".  E così mi ha, ancora, colpito l’affermazione dell’autore:"i nipoti sono la vera reincarnazione dei nonni. Non lo sono i figli. La vera idea di una rinascita e di una immortalità te la danno i nipoti". Di nuovo con i Nipoti. Si ritorna (quasi) come prima Con decreto 18 maggio si prevede la riapertura delle attività produttive in tutto il territorio naziona- le per le aziende che rispettano i protocolli di sicurezza, previa adozione da parte delle singole azien- de delle regole di prevenzione e monitoraggio al contagio. Nonchè i viaggi nella propria regione senza limitazioni di motivazioni e necessità di autocertificazione. Molti genitori riprendono il lavoro in sede e quindi anche i N. la loro “attività ordinaria” e ancor di più perché i servizi educativi e scolastici non sono funzionanti e le misure di sostegno alle famiglie tipo buoni baby sitter tardano ad essere erogati e sono certo meno efficaci dell’apporto dei N., se di- sponibili e in grado di intervenire. Nota stonata, un insulto al loro amore disinteressato, i N. possono ottenere il buono baby sitter. Ieri siamo andati dai nipoti. Il papà ha costruito uno scivolo con corde che sale su una pianta per gli esercizi fisici delle bambine. Le bimbe amano ripetere con noi i riti pre-Covid. Per esempio la merenda di nonna. Prima di an- dare via ci vogliono offrire ciliegie da raccogliere direttamente sulla pianta salendo sulla scala. Decliniamo cortesemente per il fattore scala. Ma non sentono ragione. Certo non solo per il desi- 25
  • 26. derio di farci un dono, ma per una avventura sulla pianta. Scese dico loro che quell’albero l’avevo piantato io. “Lo so-risponde Marisa-di nonno so tutto”. Le nostre giornate sono piuttosto piene. La nostra casa risuona di canti, musica, risate e pallonate. Alice aveva proprio bisogno di cambiare atmosfera, di avere compagni di gioco disponibili, come solo i nonni sanno essere, di chiacchierare con qualcuno che non sia solo la sua mamma. Oggi per il primo giorno si avvicinano senza la mascherina, la loro quarantena è in pratica durata venti giorni e pensiamo possa essere sufficiente. Ci sentiamo però un poco in colpa con Zoe che al tele- fono chiede alla cuginetta cosa fai ancora lì voglio venire anch’io dai nonni. Io me le terrei tutte e due, ma mio figlio continua a temere che la piccola possa portarci il virus in quanto loro lavorano e pur con molte precauzioni sono a contatto con molte persone. Chissà se e quando si potrà tornare alla normalità. Oggi andremo di nuovo a trovare Isabella, ma dovremo stare in casa e non in giardino come sabato scorso. E sarà più complicato: infatti dovremo stare a distanza perché non vorremmo indossare mascherine per non renderci ancor più irriconoscibili agli occhi della bambina. Nell’occasione fe- steggeremo anche il quinto anniversario di nozze di nostro figlio e nostra nuora. Questa settimana siamo andati ben due volte dai nipotini ed ogni volta dal mattino alla sera. Feli- cissimi di vederci. Nonno è stato subito requisito da Francesco per giocare al solito “nascondino” e per andare in esplorazione nel bosco. Stella, che è un poco più sedentaria, ha preferito stare in casa. Insieme abbiamo letto, ritagliato, colorato e inventato storie. I bimbi, quando arriviamo, ci accolgono calorosamente. Stella saltandoci in braccio e Francesco andandosi a nascondere per poi farsi cercare. Ma quando arriva per noi il momento di tornare a casa tutti e due si concentrano su qualcosa di apparentemente interessante e non ci salutano quasi. A volte ci mandiamo un bacio a distanza o dicono ciao senza alzare lo sguardo da ciò che stanno facendo. Noi interpretiamo que- sta loro indifferenza nei nostri confronti non come indifferenza vera, ma piuttosto come dispiacere perché ce ne andiamo. I vostri nipoti salutano quando partite? Per quel che ci riguarda la visita di ieri è andata oltre le nostre più rosee aspettative. Isabella non era per niente turbata e dopo un attimo di studio della situazione è entrata subito in relazione esprimendosi con smorfiette e comici ammiccamenti del viso che ci hanno allargato il cuore. Quan- do poi ha incominciato ad avvicinarsi abbiamo dovuto accantonare il proposito di non indossare le lmascherine e ci siamo bardarti a dovere: ma la bambina non si è affatto spaventata sarà anche perché io ho trasformato il tutto in un gioco, in una specie di nascondino:”dove è nonna? Ecco la nonna” Siamo stati con lei ben tre ore giocando di continuo tanto che alla nostra partenza si è messa a piangere per il dispiacere e se questo da un lato ci ha addolorati, dall’altro ci ha fatto comprendere che i due mesi e mezzo di non rapporto erano stati dimenticati. Oggi vi mando, per i nipoti, una storia che mi ha inviato una mia amica nonna: “La zuppa di sas- so”. La storia della zuppa di sasso e del lupo buono mi è piaciuta molto perché molto educativa. Il lupo ritenuto cattivo è stato accolto da Cappuccetto Rosso e da tutti gli altri animali che si sono dati ap- puntamento a casa della nonna. Anche quelli considerati da tutti cattivi e tenuti in disparte, se ac- colti con fiducia e non respinti o emarginati possono diventare buoni ed insieme collaborare per il bene comune. Io mi aspettavo che il lupo aggredisse tutti gli altri piccoli animali, in particolare la gallina che lo aveva accolto con fiducia, per mangiarli e invece, colpo di scena, lui ha mangiato con gli altri di gusto la zuppa di sasso fatta con acqua, sedano, prezzemolo e un sasso e poi se ne è andato. Così ieri sera ho mandato questa storia alle nipotine che l’hanno molto gradita. 26
  • 27. Eccomi ci sono ancora!  Pur desiderandolo, non sono riuscita ad andare in vacanza (ah, ah che spiritosa), ma  sono stata impegnata piacevolmente tutta la settimana  dai nipoti piccoli e grandi; con i piccoli a fare giochi in giardino e in casa, con i più grandi a sentire un pò della loro vita, a chiacchierare gustando una buona torta di mele da me preparata con fatica (perchè sono una cuo- ca scadente), ma con tanto amore! Aprendo finalmente oggi la posta ho trovato tutte le vostre belle mail con racconti ricchi della gioia di aver incontrato i nipoti. Cosa di più bello ? Per quanto ri- guarda il comportamento dei nipoti alla partenza dei nonni dopo essere stati delle ore piacevol- mente assieme, devo dire che anche per i nostri è così. Ora ci prepariamo alla prima settimana di verifica dei contagi, in cui raccoglieremo i frutti del no- stro comportamento nei quindici giorni trascorsi. Speriamo tanto che vada bene e che possiamo continuare la nostra vita un pò più nella normalità. Anche se non potremo avere la libertà di pri- ma , riusciremo a godere maggiormente le piccole cose belle che non apprezzavamo abbastanza perchè erano" normali" tipo stare con i nipoti, o fare una bella passeggiata, o addirittura una gita in montagna, o trovarsi con gli amici e tanto altro. Quante cose belle ci aspettano Dunque avanti con speranza e fiducia che ANDRA' TUTTO BENE! Buona settimana a tutti. Buongiorno, a proposito della zuppa di sasso anche noi ci saremmo aspettati un finale diverso. Ali- ce, che a 9 anni si beve con avidità queste storielle, era un po' dispiaciuta, avrebbe voluto un finale un po' truculento, o almeno avventuroso, con fuga degli animali e disfatta del lupo. Abbiamo pen- sato invece che, quando si collabora e ognuno ci mette un po' del suo, una zuppa di sasso si tra- sforma in uno squisito minestrone! Domani ci sarà il nostro addio, o meglio arrivederci, a figlia e nipote. Devo dire che con la bambi- na siamo stati d'incanto, abbiamo cucito, cucinato, fatto i compiti, cantato, il nonno si è industriato nel costruirle un carretto e giocare a pallalena, un gioco inventato con la palla e l'altalena. Insom- ma, con Alice ci siamo divertiti, con nostra figlia un po' meno… La settimana prossima contiamo di andare dalla piccola e cercheremo di stare un po' con lei. Se i suoi genitori vorranno ce la porteremo un po' a casa. Auguriamo a tutti un buon pomeriggio domenicale. Noi ieri siamo andati da loro. Portiamo i palloncini trovati a casa e che le bimbe desideravano. Ci giocano in vario modo prima soffiando e poi lasciando andare perché volino in aria, Poi mi chie- dono di legare l’estremità per poter fare qualche gioco del tipo pallavolo. Nonna aiuta Elisa (che fatica!) a fare i compiti, mentre Marisa disegna e poi c’è la tradizionale graditissima merenda della nonna con visione video smartphone a cura del nonno che controlla rigorosamente i tempi massimi di visione concordati.  Giuseppe un poco ha dormito e poi ha fatto giochetti vari. Gli ho dato la scatola apribile di un DVD, gli ho fatto vedere il funzionamento e lui ha passato un'ora ad aprire e chiudere. Intanto le bimbe hanno trovato il gioco di spruzzare con un contenitore spray pieno d'acqua il cane, ma poi sono passate alla nonna, al papà e al nonno. Le loro birichinate erano certo una richiesta di attenzione. Io allora ho promesso che tra mezz'oretta avremmo giocato a nascondino. E così è successo. Ho fatto finta di non vedere Elisa che quindi è arrivata prima di me a toccare il punto convenuto. Ma Marisa non si trovava e poi Elisa mi ha detto che era sul lauro. Io ho guar- dato in basso e lei non c’era, poi l’ho vista in alto appollaiata su un ramo, tra le foglie. Alle mie ri- mostranze Elisa mi informa che vanno sempre ad arrampicarsi lì e a dimostrazione di ciò anche lei si arrampica. 27
  • 28. Sembrano contente e non par che pesi loro la mancanza di altri bimbi, ma la mancanza c'è. La li- bertà di vivere in campagna e in mezzo al verde è fondamentale soprattutto in questo periodo, sti- mola la creatività, ma non basta. Sta emergendo sempre più pressante la necessità di apertura dei servizi educativi e non solo perché i genitori vanno a lavorare. Bastano i nonni? E questi nonni an- ziani non vengono esposti a rischi connessi alla ancora presente diffusione del virus? Noi da questa sera abbiamo i bimbi quasi certamente fino a domenica. Siamo molto contenti di po- ter offrire loro tempo da trascorrere insieme e un poco di coccole. Hanno portato le bici e domani contiamo di andare al parco. Per quanto riguarda questa prima settimana della seconda fase bis ho trovato che è volata, since- ramente non mi sento più in isolamento, perchè il poter andare dai nipoti , a giorni alterni dai pic- coli e dai grandi , fa trascorrere il tempo  in fretta. E' sempre una gioia incontrarci. Abbiamo appena ricevuto ora una telefonata dalla penultima nipotina di nostro figlio che ha chie- sto per lei e la sorella più piccola, se possono venire lunedì mattina e fermarsi anche a pranzo. come già da due settimane ed è rimasta molto contenta quando il nonno le ha detto che ci fa molto piacere ad averle con noi . La bimba gioca a carte e ad altri giochi da tavolo con il nonno mentre la piccola sta con me a gio- care al playmobil, alle costruzioni e a giochi inventati, fino ad ora di pranzo . Poi ci disponiamo per un finto riposo durante il quale io leggo loro dei libri, quindi musica e spet- tacolo di danza inventato da loro. Due brevi cartoni animati per rilassarsi dopo la danza, per non essere sudate per tornare a casa.  Questo il programma dell'altra settimana, questa ne inventeremo un altro; con loro non può man- care la fantasia . Per domani invece ci prepariamo a festeggiare con gli altri nonni il decimo compleanno del secon- do nipotino di nostro figlio e così veramente tra una festa e l'altra andiamo avanti, sperando che le cose proseguano bene per tutti. Sinceramente mi preoccupa non poco l'apertura dei bar e dei ristoranti da oggi e anche il vedere in giro tanti giovani spavaldi, in gruppo senza mascherina . Mi chiedo perchè anche loro non possano fare uno sforzo a rispettare le regole come noi anziani.  Nel pomeriggio, di fronte ai disegni di streghe, maghi e principesse fatti da loro inizia una lunga storia da parte di Elisa, quella della strega dei sette mari cattivissima e che non può essere uccisa se non con una spada magica che si trova al di sotto di uno dei sette mari. Marisa non vuole essere da meno e deve anche lei raccontare la storia della strega questa volta dei cinque mari. Appuriamo che sono due storie diverse e che ciascuna vuole raccontarla in contemporanea. E’ un gran pastic- cio e come al solito Marisa viene subissata nel racconto dalla sorella maggiore. Allora nonno pro- pone di dividersi. Marisa e nonno vanno più lontano e Marisa gli racconta la storia della strega dei cinque mari, mentre Elisa racconta quella dei sette a nonna. La proposta viene accolta con en- tusiasmo e così avviene. Una sarabanda di streghe, maghi, fate, corse sulle nuvole e così via. Elisa continua a essere molto interessata alle storie storiche liberamente adattate e raccontate da nonno quando lei aveva tre anni tipo quella del Barbarossa sconfitto con l’astuzia dai Chieresi. E oggi la vuole risentire. E Marisa, che allora non era ancora nata, si affretta a precisare che non la ricorda. Segue una gita in piscina di due bambole. Quel bambinone del nonno, sempre molto creativo, sug- gerisce di riempire con acqua della cisterna un ampio contenitore, prendere i personaggini di pla- stica playmobil e giocare alla piscina. I bimbi si tuffano, qualcuno è in difficoltà, il bagnino lo sal- va. “Ti ricordi Elisa quando giocavamo a questo?”. Elisa dice di no e Marisa di nuovo conferma rammaricandosene e non considerando che anche in questo caso non era ancora nata. Giuseppe sul seggiolone gioca a buttare per terra gli oggetti, ma anche a darli a nonno che poi glieli restitui- 28
  • 29. sce con grandi esclamazioni e lui ride. Fa gridolini, gorgheggi e accenna anche a qualche lallazio- ne tipo no-no e ma-ma. In casa si aggrappa e si mette in piedi per poco tempo e subito si siede gat- tonando poi velocissimo con il culetto e azionando le due gambe per spingere e un braccio per di- rezionare l’andatura. Infila i dischi nella piattaforma a bastone e li sfila contento ogni volta che riesce. Tende non tanto a guardare per dirigere il movimento quanto piuttosto a provare muovendo il piattello su e intorno al bastone fino a quando non trova il foro. Gioca quindi a togliere un pezzo per volta da un contenitore e a collocarlo in un altro sempre muovendosi “culettando”. Noi abbiamo fatto cambio nipotina. Oggi e domani stiamo con la piccola che ieri quando siamo ar- rivati a casa sua ci ha accolti con lo zainetto sulle spalle dicendo di essere pronta per venire da noi. Tanto ha implorato i suoi genitori che tutti abbiamo dimenticato il virus e ce la siamo portata a casa. Il nostro lungo fine settimana (da giovedì a cena a domenica tardo pomeriggio) è stato più che sod- disfacente. Un po' faticoso, ma questo lo sapevamo, però bello per i bambini e per noi. Abbiamo fatto un po' di tutto. Venerdi mattina, come previsto, siamo andati al parco portando le bici. Francesco ha pedalato per più di un'ora, instancabile come sempre, mentre Stella, dopo i pri- mi venti minuti, ha abbandonato la bici e si è messa a cercare gli scoiattoli, che si vedono con estrema facilità.  Nel pomeriggio siamo andati tutti e quattro da Decathlon a comperare dei pantaloni per France- sco: è stata per lui una cosa insolita, era molto  contento di aver scelto qualcosa per sè e quando domenica li abbiamo riportati a casa, li ha messi nello zainetto e se lo è tenuto stretto  per tutto il viaggio. Sabato pomeriggio altra cosa non consueta: passeggiata a prendere il gelato. Per il resto il nonno ha dovuto giocare tanto a nascondino e a pallone. Stella ha trascorso più tempo con me, ma anche a giocare da sola con una serie di animaletti che si era portata da casa a cui faceva da mamma. Dopo pranzo, insieme, dopo essersi costruiti una casa con sedie e tovaglie hanno giocato "alla famiglia", gioco che fanno spesso.  La sera, per la nanna, solito rito: la storia letta dal nonno e i massaggi fatti dalla nonna. Speriamo di poter rivivere  presto momenti come questi. Propongo alle bimbe di aiutare papà nel trasportare alcuni listelli più corti e leggeri. E questo di- venta subito una gara a chi ne porta di più. Vince Elisa per due listelli di differenza. Proteste di Marisa che sostiene di aver invece vinto lei. Le spiego che Elisa è più alta e ha le gambe più lun- ghe. Allora Marisa osserva: “Se faccio una corsa con Eli lei deve stare indietro perché sia giusto decidere chi vince!” E brava Marisa! Verso le 19,30, mentre i genitori sono ancora a lavorare nel sottotetto, dico alle bimbe che andiamo a casa. Interviene Marisa che afferma:“Voi potete andare via solo con il nostro permesso”. Le chiedo perché e lei pronta risponde: “Mamma e papà non ci sono e noi non possiamo stare da sole. Andate via solo quando loro vengono giù”. Cari nonni, da domani comincerò il servizio di nonna a tempo pieno perché mia nuora ricomince- rà a lavorare. Questi pochi giorni di maggio servono per il rodaggio ancora con la mamma presen- te, perché Isabella ha perso il rapporto frequente con noi. Abbiamo concordato che non useremo presidi sanitari: che Dio ce la mandi buona. Neanche noi abbiamo usato mascherine. Non credo sia possibile H24. Speriamo in bene. Ora noi abbiamo restituito Zoe ai suoi genitori, la mamma questa settimana è a casa. Noi dopo il riordino 29
  • 30. del caso ci stiamo rilassando, riusciamo anche a fare passeggiate in campagna. Attendiamo così il prossimo giro nipotame e un’estate che sarà impegnativa. A tutti un abbraccio. Grazie per le notizie sulla scuola all’aperto con gli articoli del CAI e gli eventi al MUSLI. Noi sia- mo con i nipoti sempre all’aperto, tranne quando piove, indaffarati a ripetere alle bimbe di mettere le calze e le scarpe o gli stivali. Amano girare a piedi nudi in un cortile dove è possibile trovare chiodi e altri pezzi appuntiti o ferri arrugginiti lasciati dalla presenza dei muratori. Leggo che ci sono un nonno e una nonna che hanno (forse meglio avrebbero) la pretesa di veder camminare le nipotine con le scarpe...Pensavo fossero solo i nostri nipoti, essendo un pochino sel- vaggi, a non tollerare le scarpe o, come è successo ieri con Francesco, a tenere le pedule per  tutto il pomeriggio, nonostante il caldo. Lunedi sera per la prima volta, relativamente a quando hanno dormito da noi, i bimbi hanno fatto fatica a prendere sonno; ma sicuramente la cosa é stata causata dal fatto che proprio il giorno pri- ma avevano fatto delle cose che avevano risvegliato il ricordo della mamma.  E proprio per questo motivo ritengo che questi due giorni siano stati particolarmente significativi; almeno ce lo auguriamo. Appena arrivati Elisa ci offre alcuni disegni di cui uno molto bello e curato fatto due giorni prima di un castello di principesse. C’è la firma dell’autrice e anche il prezzo speciale per i nonni di euro 2. Ma anche Marisa ha i suoi disegni da vendere e anche lei vuole un piccolo compenso. Contratto sul prezzo e si concorda in euro 1 per ciascuna bimba da inserire nei loro salvadanai personali. E’ insorta l’abitudine che quando arriviamo le bimbe presentino il programma di giochi e attività con i nonni per la giornata.  Oggi pare si proceda così: disegni con nonno di Marisa e compiti di Elisa con nonna; pranzo,  video,  giochi liberi, giochi da  tavolino tipo dama e oca (Marisa chia- ma questo gioco “Gallina”), video conferenza con scuola, giochi liberi, passeggiata, lettura storie. Programma perfettamente seguito, tranne qualche piccolo inconveniente come sotto illustrato! Propongo alla bimbe di leggere una storia. Subito entrano in competizione, bisticciano su chi abbia la precedenza per la propria storia. Si tira a sorte e vince Elisa. Leggo un pezzo per ciascuna, Ma- risa protesta alla fine e dà in escandescenze. La sgrido e lei scoppia in un pianto disperato, scende le scale e riferisce a nonna che nonno l’ha ingiustamente sgridata e le ha letto un pezzo piccolo della sua storia mentre ad Elisa uno lungo. Allora nonna si offre di leggerla lei. Danneggiato il piccolo Giuseppe che viene svegliato dal gran trambusto. Per quanto riguarda i piedi senza scarpe, confermo che le bimbe continuano a muoversi prevalen- temente scalze anche su pietre e acciottolato! Elisa si è ferita l'alluce con un pezzo di ferro con cui ha urtato e Marisa si è piantata un scaglia di legno. Ciononostante continuano imperterrite, mentre noi siamo ormai esausti e rassegnati. E’ tornata Alice che doveva fare un lavoro con PowerPoint. Era molto felice del risultato ottenuto, abbiamo parlato con testo ed immagini degli effetti devastanti del disboscamento sulla vita della terra, degli animali e dell'uomo, abbiamo inserito la colonna sonora" madre Terra". Abbiamo pas- sato un pomeriggio piacevole e proficuo per entrambe. Vi volevo ancora raccontare che sempre lei aveva espresso il desiderio di una macchina da cucire, in cambio della paghetta per lavoretti da lei svolti in giardino o in casa. Gliene abbiamo regalata una ed ora si impegna molto, ha realizzato un papillon che ha regalato allo zio per il compleanno ed assieme abbiamo cucito altre cose. Carissimi, già nella fase 2 presumo che abbiamo iniziato a fare i nonni (pur con mascherina) come prima. Il diradamento delle comunicazioni tra noi è quindi fisiologico, in situazione di normalità ci 30
  • 31. vedevamo ogni 20 giorni e tra l'altro si avvicina la data di prevista fine dell'annualità degli incon- tri. Purtroppo sarà ancora impossibile, o per lo meno inopportuno, organizzare la cena in pizzeria di fine anno. Alle bimbe parlo di Telenonni spiegando come funziona. Loro capiscono subito sia perchè già sa- pevano che un gruppo di nonni faceva delle "riunioni", sia perchè la comunicazione a distanza la conoscono tramite la scuola di Elisa, adesso al tempo del coronavirus. Ho detto che prima, alla fine dell'anno di “scuola” per i nonni, si andava tutti a mangiare una pizza, ma quest’anno questa cattiva bestiaccia di virus non lo permetteva. Elisa dice subito che farà un disegno con nonni in pizzeria. Marisa, che non vuole essere da meno, ma anche esprimere una sua originalità, annuncia che ne farà uno anche lei, ma con nonni che mangiano una torta di fragole. Si mettono entrambe subito al lavoro. Bene i disegni. Ma vediamoci comunque tutti a casa nostra. Ci mettiamo in giardino e organizzia- mo una apericena. Ognuno porta qualcosa. 31
  • 32. TELENONNI ATTO QUARTO. E’ TUTTO FINITO ? Non più in remoto. Apericena in presenza Oggi, 15 giugno, termine della normale annualità di “Spazio Nonni” Telenonni chiude il suo pro- gramma con una apricena all’aperto e a distanza di sicurezza tra i componenti del gruppo protagoni- sta del “programma” E speriamo che non si debba riprenderlo, ma i livelli della pandemia grazie al suo controllo e alla sua definitiva sconfitta al più presto renda possibili gli incontri e il dialogo in presenza, magari ancora in una prima fase autunnale a distanza e con le mascherine, le mani igie- nizzate, in locali e con materiali disinfettati e senza poterci nè abbracciare, né darci la mano. Ma a settembre i nostri piccoli andranno finalmente a scuola? Non possiamo nasconderci una cer- ta preoccupazione perché tutto è in alto mare. Noi ci siamo, ma loro hanno bisogno di stare con quelli della loro età! Ho letto che nei mesi di chiusura molti piccini hanno manifestato ansie, pau- re, irrequietezza. Purtroppo i problemi sono tanti e si è molto in ritardo. Mancano insegnanti, aule, perché i bambini dovranno stare distanziati. Mi fa piacere intervenire a dare il mio parere, io sono per il graduale ritorno alla normalità e capi- sco che le agenzie educative siano la migliore risposta alle esigenze dei ragazzi che ne avrebbero bisogno, ma ritengo che il pericolo del contagio non sia passato. In Francia il numero delle scuole che hanno richiuso le porte sono 70 e in Inghilterra la sindrome di Kawasaki sta ancora mietendo vittime per cui non manderei a scuola i ragazzi che é vero patiscono un poco, ma hanno mille ri- sorse e tanto tempo per recuperare che gli adulti non hanno. Sarei più favorevole a rimettere in pi- sta i nonni che, se i ragazzi non frequentano altri ragazzi, non possono essere infettati dai nipoti. Ma i cuccioli si trovano a giugno da febbraio a non avere ancora alcun servizio educativo aperto, quando ormai tutta l’Italia sta mettendosi in moto. I centri estivi apriranno in ritardo, con molti meno posti disponibili e costi spesso anche quasi raddoppiati. Sono stati proprio molto importanti in questo periodo scambi e condivisioni, pur con le differenze individuali e di coppia, su una condizione in genere e specifica di questo periodo che ci accomu- na.  La tristezza, ma anche i sensi di colpa quasi di tradimento verso i nipoti per averli abbandonati sono stati più leggeri perché condivisi. I diversi modi di relazionarci con i nipoti, le diverse inven- zioni per stare vicini a loro essendo lontani sono stati una ricchezza che abbiamo condiviso. Forse il periodo di "arresti domiciliari" è stato anche occasione per fare qualche bilancio. Magari per condividere qualcosa anche di questo. Il gruppo è stato molto importante non solo nei riguardi dei nipoti con attività da proporre e da condividere tra nonni, ma ha anche avuto la funzione di sostegno tra persone che hanno dovuto sopportare un periodo comune molto difficile di solitudine e preoccupazione per la propria salute e 32