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Evoluzione del sistema minorile (Ciro Ruggerini e Sumire Manzotti)

  1. TRA TUTELA E PROTEZIONE: L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA MINORILE Reggio Emilia, 22 marzo 2013 Presentazione del Seminario Ciro Ruggerini* Sumire Manzotti** *Direttore Sanitario di L’Arcobaleno Servizi Neuropsichiatra Infantile, Psichiatra,Psicoterapeuta (Membro ordinario della SITCC) ** Neuropsichiatra Infantile, Direttore Generale del Minamiyachimata Mental Hospital (Giappone)
  2. Sergio G (2011), “Valutazione della genitorialità nelle condizioni di pregiudizio e di abbandono”. In GB Camerini, L Volpini, G Lopez, Manuale di valutazione delle capacità genitoriali, Santarcangelo di Romagna (RN), Maggioli Editore “ … ogni valutazione clinica e psicosociale con valenza psicoforense, che si collega e traduce in decisioni giudiziarie, deve essere caratterizzata da requisiti di scientificità sotto il profilo teorico, procedurale e metodologico. Deve perciò consentire: la “falsificazione” dei giudizi espressi, in considerazione di tutte le ipotesi alternative e del loro grado di validità; la “verificabilità”, attraverso l’analisi degli elementi osservati, l’affidabilità e replicabilità delle tecniche utilizzate, ovvero la probabilità di ottenere i medesimi risultati a partire da riscontri svolti da osservatori diversi …”
  3. Il giuramento di Ippocrate da un manoscritto bizantino dell'XI secolo (Biblioteca Vaticana
  4. “ … la Comunità è più protetta da chi amministra la legge che dagli esperti; costituzionali … “. Nordhaus B, Solnit AJ (1996), “The role of child expert in court-requested evaluations”, In M Lewis (a cura di), Child and adolescent psychiatry, Baltimora, Williams & Wilkins “ … ogni valutazione clinica e psicosociale con valenza psicoforense,… , deve essere caratterizzata da requisiti di scientificità…” Sergio G (2011), “Valutazione della genitorialità nelle condizioni di pregiudizio e di abbandono”. In GB Camerini, L Volpini, G Lopez, Manuale di valutazione delle capacità genitoriali, Santarcangelo di romagna (RN), Maggioli Editore
  5. Quale contributo può dare la conoscenza psicologica/psichiatrica alla applicazione del diritto?. Quale è la natura di questo contributo?. Possiamo dire di essere tout-court nel campo della scienza?.
  6. Lo spettro della scienza: tra realta’ (Kansas) e fantasia (Terra di OZ) Fonte: Lutus (2013): The trouble with Psychology
  7. i 5 requisiti della conoscenza scientifica 1. Terminologia ben definita 2. Quantificabilita’ 3. Condizioni sperimentali controllate 4. Riproducibilita’ 5. Predittivita’ e testabilita’ Fonte: Berezow AB (2012): “Why psychology isn’t science”, Los Angeles Times, July 13
  8. PSICOLOGIA E’ SCIENZA?
  9. Dichiarazioni della Societa’ Americana di Psicologia • Commisione per la “scientificita’” di psicologia: “… (in psicologia) ogni qual volta ci si sposta da una descrizione ad una spiegazione dei comportamenti umani, si passa dal terreno della scienza a quello della opinione” (Sigmund Koch, 1963) • Necessità della Psicologia di abbracciare una Evidence-Based Practice (“presidential address”, 2005)
  10. EBP in Psicologia: ricerca empirica sul valore della statistica in psicologia Fonte: Lutus (2013) • Valore-p: Una indice statistica che permette la inferenza che una ipotesi puo’ essere considerata come “scoperta (scientifica)” • Generalmente i valori-p compresi tra 0.01 e 0.05 vengono considerati statisticamente significativi; in psicologica il 70% delle ricerche che utilizzano valori che cadono nello stesso range non hanno valore scientifico
  11. Riconsiderazione della sulla definizione di scienza in ambito Psicologico • Il concetto di scienza nasce dalle scienze fisiche • La conoscenza psicologica richiede una definizione allargata di scienza come ricerca sistematica della conoscenza • Le metodologia della scienza fisica va modificata per adattarsi alla Psicologia
  12. Verita’ inosservabili: una verita’ alternativa • In psicologia non vi sono fatti osservabili ma comunicazioni • Il contenuto di comunicazione non è un fatto con un significato unico
  13. Ermeneutica • Tutte le forme di comunicazione richiedono una interpretazione; la natura della conoscenza psicologica è, dunque, ermeneutica.
  14. Obiettivo della Ermeneutica • L’attenzione della ermeneutica è per i singoli individui e non per le categorie (gruppi) a cui gli individui appartengono • Nella chimica o nella fisica, invece, l’oggetto di ricerca non sono gli oggetti , in se’, ma le classi alle quali appartengono
  15. LA NUOVA FRONTIERA DELLA RICERCA SCIENTIFICA IN PSICOLOGIA Quantificazione della esperienza soggettiva narrata
  16. Daniel Kahneman: l’unico psicologo Premio Nobel • Daniel Kahneman, Psicologo, Premio Nobel (2002) nelle Scienze Economiche • “…though their discussion sections are rich in cognitive theorizing, their core arguments make only sparing use of hypothetical constructs, focusing instead on functional relationships among observed variables.” • “Kahneman and Tversky's papers rely less on elaborate experimentation and psychometrics than on simple but powerful demonstrations of replicable phenomena that were "right under our noses" but had previously escaped our collective attention ROBERT MACCOUN. American Psychological Society OBSERVER Vol. 15, No. 10, December 2002 (pp. 1, 8) “Why a Psychologist Won the Nobel Prize in
  17. Contributo di Kahneman Ha introdotto la nozione di soggettività nelle teorie economiche neo-classiche. La qualità della esperienza soggettiva narrata dal soggetto stesso potrebbe diventare la misura essenziale della allocazione delle risorse economiche
  18. CONCLUSIONE
  19. Validità e utilità delle classificazioni (2) Quale validità hanno le categorie diagnostiche? Validità: definizione: “validus”, forte, “fondato in modo solido … contro il quale non è facile porre obiezioni …”; non c’è un consenso sulla definizione di validità, nella scienza; si concorda sull’idea che il concetto di valido ha a che fare con la “natura della realtà” e che la sua “definizione è un problema epistemologico e filosofico, non semplicemente un problema di misurazione” Fonte: Galtung (1969), Theory and Methods of Social Reserch
  20. Il termine valido continua ad ingannare perché fa presumere qualche tipo di rispettabilità scientifica. Al momento attuale vi è poca evidenza che la maggior parte delle diagnosi psichiatriche contemporanee siano valide. Al momento attuale valido significa poco più di Utile ( molte diagnosi sono preziose) Fonte: Kendell e Jabelensky (2003): Distinguishing Between the Validity and Utility of Psychiatric Diagnoses, Am J Psychiatry Validità e utilità delle classificazioni (3)
  21. Medicina e verità: tra scienza e narrazione Enrico Materia, Giovanni Baglio (2009) Riassunto. A quale idea di verità si fa riferimento in medicina? La medicina razionalista e la sua versione oggi in auge, la medicina basata sull’evidenza (EBM), si fondano sul concetto di verità scientifica. Per spiegarne il significato e seguirne l’evoluzione, nell’articolo è ripercorsa la storia della rivoluzione scientifica e la parabola della modernità, fino agli approdi del pragmatismo e dell’ermeneutica, dove il concetto stesso di verità diviene scomodo e l’orientamento è verso l’integrazione della pluralità dei punti di vista. Anche la teoria che definisce la malattia come un insieme sfumato (“fuzzy set”) e lo spostamento d’attenzione dal concetto di malattia a quello di sindrome, di rilevanza operativa in discipline come la geriatria, appare far riferimento a una prospettiva della conoscenza più articolata, anche se meno definita, rispetto alle classificazioni nosologiche ancora oggi utilizzate. I fautori della medicina narrativa ricercano una verità interpretativa nella storia dei pazienti, e si avvalgono delle “medical humanities” per rintracciare la verità nelle parole, nei sentimenti e nel contatto con i pazienti. Da qui si può risalire alla parresia, il parlar franco degli stoici e degli epicurei, una qualità morale e tecnica che consente di curare nel modo dovuto, un “discorso vero” per il proprio bagaglio morale. EBM e medicina narrativa sembrano intanto convergere verso un’integrazione che configura la medicina come una sapienza pratica. È proprio la prospettiva della complessità che spiega queste molteplici istanze, accoglie lo spirito del tempo, e propone la molteplicità e l’incertezza anche in riferimento alle verità e alla pratica della medicina.
  22. La prospettiva della complessità … l’incertezza richiama una cultura del dubbio inteso come controllo permanente delle proprie asserzioni, e come richiamo alla finitezza umana. L’”etica dell’incertezza” sollecita la composizione del bilancio tra benefici e rischi di un intervento sanitario e il coinvolgimento del paziente nelle decisioni cliniche che lo riguardano …
  23. Buon Lavoro
  24. Psicologia non e’ una scienza “dura” ma un sistema di pensiero
  25. LA VALUTAZIONE DELLE CAPACITA’ GENITORIALI Presentazione del Seminario Dott. Ciro Ruggerini Direttore Sanitario di L’Arcobaleno Servizi Neuropsichiatra Infantile, Psichiatra, Psicoterapeuta (Membro ordinario della SITCC) Reggio Emilia, 8 marzo 2013
  26. Cosa si intende per genitorialità? Genitorialità: "funzione autonoma e processuale dell'essere umano“, rappresenta il momento evolutivo più maturo della dinamica affettiva in cui convergono tutte le esperienze, le rappresentazioni, i ricordi, le convinzioni, i modelli comportamentali e relazionali, le fantasie, le angosce, i desideri della propria storia affettiva (Fava Vizziello G., 2003).
  27. Funzioni della genitorialità: • Protettiva: funzione tipica del cargiver che consiste nel fornire cure adeguate ai bisogni del bambino; • Affettiva: capacità di entrare in risonanza affettiva con l'altro senza esserne inglobato. La base psicodinamica di questa funzione è il desiderio di vivere emozioni positive con il proprio figlio. • Regolativa: per regolazione si intende la capacità che il bambino possiede fin dalla nascita di "regolare" appunto i propri stati emotivi e organizzare l'esperienza e le risposte comportamentali adeguate che ne conseguono. Inizialmente queste strategie di regolazione sono fornite dal caregiver e una difficoltà ad applicare questa funzione può portare a disturbi nella regolazione del piccolo. • Normativa: nella capacità di dare una cornice ponendo dei limiti, affinchè il bambino si ritrovi all’interno di una struttura di riferimento, in grado di assecondare quel bisogno fondamentale del bambino stesso, rappresentato dalla necessità di vivere dentro una struttura di comportamenti coerenti. • Predittiva: è rappresentata dalla capacità del genitore di prevedere il raggiungimento della tappa evolutiva imminente. • Rappresentativa: capacità di modificare continuamente le proprie rappresentazioni in base alla crescita del bambino e dell'evolvere delle sue interazioni, facendo nuove proposte o sapendo cogliere dal bambino i suoi nuovi segnali evolutivi • Significante: capacità di dare un contenuto pensabile e/o sognabile alle percezioni del neonato ancora prive di spessore psichico. • Proiettiva: capacità da parte della madre di tollerare la separazione, l'indipendenza, l'autonomia del figlio • Fantasmatica: Le fantasie servono non solo per conoscere la realtà , ma hanno soprattutto la funzione di "fondare l'essere e costituirne l’identità. • Differenziale: modalità relazionale duale, mentre quella paterna da una parte assume il compito di proteggere la diade da interferenze esterne e dall'altra di aprirla e riportarla in un ambito triadico. Nel corso della crescita evolutiva del bambino, quindi, il gioco tra le diverse modalità genitoriali diventa essenziale per uno sviluppo psichico sano. • Triadica: capacità dei genitori di avere tra loro un'alleanza cooperativa fatta di sostegno reciproco, di lasciare spazio all'altro o di entrare in una relazione empatica sia con il partner che con il bambino. • Transgenerazionale: l'immissione del figlio dentro una storia, una narrazione, che appare reale e anche un po' sognata. E' la storia della propria famiglia, è il continuum generazionale dove si inserisce la nascita Numerose funzioni sottolineano il vasto e complesso processo definito con il termine di GENITORIALITA’.
  28. John Bowlby (Londra, 1907- 1990) John Bowlby (Londra, 1907- 1990) Uno studio retrospettivo in cui venivano esaminate le storie di 44 giovani ladri (Bowlby 1944), portò Bowlby a formalizzare il proprio modo di considerare la distruzione della prima relazione madre-bambino come precursore chiave del disturbo mentale.
  29. Nel 1940 ricevette la qualifica, all’interno della Società Psicoanalitica Britannica, di membro ordinario con diritto di voto. È in quell'occasione che espose l’articolo intitolato “The Influence of Early Environment in the Development of the Neurosis and Neurotic Character" che si rivelerà di grande rilevanza per le sue future ricerche; con esso Bowlby propose una teoria con cui ipotizzava che determinati fattori ambientali, in particolare la separazione dalla madre durante i primi anni di vita, potessero essere elementi causa delle nevrosi. Queste supposizioni aprirono subito un raffronto diretto con Melanie Klein, la quale riteneva invece che al di là di ogni esperienza si trovasse la fantasia.
  30. Carenza di cure materne (OMS, 1951) Alla fine degli anni Quaranta, Bowlby estese il proprio interesse alle relazioni madre-bambino passando in rassegna i dati di ricerca sugli effetti dell’istituzionalizzazione durante l’infanzia (Bowlby,1951).
  31. LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO 2 Bowlby ha sempre più approfondito questi studi. La sua opera, pur partendo da un settore limitato come lo studio del comportamento dei bambini abbandonati, si estende fino alla psicopatologia dell’adulto. I suoi lavori, racchiusi nella trilogia Attaccamento e perdita, utilizzano gli studi svolti da numerosi altri studiosi di differenti aree disciplinari.
  32. • Una volta concluso il lavoro per l’OMS, gli studi di Bowlby si volsero ad indagare quali potessero essere le caratteristiche e lo sviluppo del legame che si instaura fra madre e bambino. Le ricerche, rigorose e confermate sperimentalmente, portarono Bowlby a formulare la Teoria dell’Attaccamento; i tratti peculiari di questa teoria vennero dapprima pubblicati sul “The International Journal of Psychoanalysis” in tre articoli, che, in seguito ulteriormente ampliati, diventarono i volumi della trilogia “Attaccamento e Perdita”. • Il primo volume “Attaccamento e Perdita. L’attaccamento alla madre”, pubblicato nel 1969, tratta dell’indagine fatta da Bowlby sul legame di attaccamento madre-bambino. • Nel secondo volume “Attaccamento e Perdita. La separazione dalla madre”, pubblicato nel 1972, Bowlby, mantenendo alcune idee freudiane, presenta le sue riflessioni sull’ansia che scaturirebbe in un bambino nel momento in cui vive la separazione da una figura di attaccamento. • Nel terzo volume “Attaccamento e Perdita. La perdita della madre”, pubblicato nel 1980, si tratta invece di come i bambini possano incorrere in un profondo lutto e dolore, prolungato anche nella vita adulta, se privati strutturalmente di un legame materno primario (ad esempio, per il decesso precoce della stessa).
  33. … PROVIDING EFFECTIVE EARLY INTERVENTION PROGRAMS FOR VULNERABLE CHILDREN AND THEIR FAMILIES CONSTITUTES ONE OF THE MOST IMPORTANT CHALLENGES FOR CONTEMPORARY SOCIETIES … I.S.E.I. (INTERNATIONAL SOCIETY ON EARLY INTERVENTION ) fondatore: M J Guralnick 1000 membri 70 paesi rivista di rIferimento: Infants and Young collana : International issues in early intervention (Paul H. Brookes Publishing Company, USA)
  34. “… almeno 780 milioni di bambini di età compresa tra 0 e 5 anni sono, nel mondo, a rischio di – o già presentano – una condizione di disabilità intellettuale , per il concorrere di fattori biologici o sociali …” Olness , K . ( 2003) “Effects on brain development leading to cognitive impairment : A worldwide epidemic” Journal of developmental and behavioural pediatrics , 24 , 120 – 130 Il tema dei fattori che favoriscono lo sviluppo ha un interesse sociale rilevante
  35. Tipi di interazione familiare associati agli outcomes di sviluppo: Fonte: Collins e coll. (2000). Contemporary research on parenting: the case for nature and nurture. American Psychologist, 55, 218-232 1. Interazioni genitori - bambino 2. Esperienze organizzate per il bambino dalla famiglia 3. Interazioni finalizzate alla salute e alla sicurezza
  36. Pattern di attaccamento e performance scolastica Ciro Ruggerini, Furio Lambruschi, Federica Vezzosi, Graziella Pirani Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (Direttore : Ernesto Caffo)
  37. La relazione di attaccamento costituisce un fattore fondamentale nella determinazione del contesto interpersonale nel quale i bambini imparano ad usare la propria mente ATTACCAMENTO SVILUPPO COGNITIVO
  38. Elizabeth Meins (“Sicurezza e Sviluppo Sociale della Conoscenza” – 1997) Osservazioni su bambini di età compresa tra 11 mesi e 5 anni e mezzo riguardo a: • Comportamento attivo di ricerca • Sviluppo linguistico • Gioco simbolico • Caratteristiche della relazione madre- bambino
  39. Elizabeth Meins Bambini con attaccamento sicuro • Maggiore senso di autoefficacia rispetto ai bambini insicuri • Capacità di raccogliere tutte le risorse cognitive appropriate per raggiungere l’obiettivo • Stile linguistico referenziale
  40. Elizabeth Meins Caratteristiche delle madri “sicure” • Maggiore capacità o disponibilità a considerare il proprio bambino un agente mentale (mind–mindedness) • Adeguato ruolo tutoriale della madre: capacità di “sostenere” l’attività dei loro figli offrendo rinforzi positivi
  41. Attaccamento insicuro • Scarse competenze metacognitive e autoriflessive • Rigidità di scambi sociali • Impulsività • Scarsi livelli di autostima e di fiducia nelle proprie abilità • Maggiore autoefficacia • Flessibilità sociale • Possibilità di pianificazione e organizzazione delle proprie attività • Maggiori livelli di autostima Attaccamento sicuro
  42. IL FILTRO – COLORE Corriere Della Sera, domenica 17 febbraio 2002 Vino colorato artificialmente dai docenti per un esperimento della facoltà di Enologia Bordeaux , 54 degustatori beffati da un rosso falso di Francesco Merlo
  43. Vino colorato artificialmente dai docenti per un esperimento della facoltà di Enologia Bordeaux, 54 degustatori beffati da un rosso falso Prima il bianco e poi il rosso. Del bianco hanno sentenziato che era miele, pompelmo, burro, e persino idrocarburo. Nel rosso hanno invece notato la violetta, il cacao, il tabacco, e addirittura un sentore di animale. I 54 degustatori, scelti tra i migliori studenti della facoltà di Enologia, non sapevano che bianco e rosso erano uguali, non sospettavano che i loro professori avevano usato un colorante e dunque quel colore rosso era falso. Insomma il bianco era stato tinto di rosso e nei due bicchieri c’era lo stesso identico vino, un bianco del 1966, vitigni Sèmillon e Sauvignon. Ovviamente, trattandosi di esperimenti universitari e scientifici, il colorante usato per tingere di rosso quel bianco era totalmente inodore e insapore (E 163, due grammi per litro). Ed è inutile aggiungere che i professori Gil Morrot , dell’Istituto Nazionale di Ricerca sugli Aromi (Inra) di Montpellier, e Frédeéric Brochet, dell’università di Bordeaux, non sono due monelli e neppure due inguaribili astemi. E’ anzi da gentiluomini che si comportano evitando ogni malizia sulla scienza del vino. Si limitano a registrare freddamente che la degustazione è un’illusione doppiamente orale , poiché è al tempo stesso boccale e verbale
  44. Arthur Stanlet Eddington (1822 – 1944) The Philosophy of Physical Science (1939) … immaginò un ittiologo munito di una rete con una maglia di tre centimetri con la quale pescava nell’oceano. Usando tale rete l’ittiologo sarebbe pervenuto probabilmente a conclusioni come : 1. nessun animale marino è largo meno di tre centimetri; 2. tutti gli animali marini hanno le branchie … le analogie con i procedimenti della ricerca scientifica potrebbero essere specificate nel modo seguente : __________________________________________________________ La rete L’equipaggiamento sensoriale e intellettuale usato per procurarsi la conoscenza scientifica L’ittiologo Il fisico Gettare la rete L’atto dell’osservazione Il pescato Il corpus di conoscenza che costituisce la teoria fisica Fonte: David Oldroyd, Storia della Filosofia della scienza, Il Saggiatore, Milano, 1989
  45. IL FILTRO DELLA CONOSCENZA La realtà è necessariamente co-costruita; non si tratta di concludere che la conoscenza “vera” è impossibile; è, piuttosto, necessario avere consapevolezza dei filtri utilizzati
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