La seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
Dai comuni alle signorie
1. DAI COMUNI ALLE SIGNORIE
L’Italia dal ‘300 al ‘400
Giorgio Rizzo, 3^E
2. Dopo la morte di Federico II di Svevia, «Stupor Mundi», il figlio
Corrado 4° lascia la reggenza della Sicilia al fratellastro Manfredi, ma
dato che il papa Innocenzo 4° voleva per sé il Regno di Sicilia, Corrado
fu costretto a scendere in armi dalla Germania.
Corrado muore a soli 26 anni lasciando il figlio Corradino sotto la
reggenza di Manfredi. Questo, ben presto, diffuse la notizia della morte
del nipote e si fece proclamare Re di Sicilia, incurante delle proteste del
Papa.
Manfredi si avviò a riorganizzare il Partito Ghibellino (pro-impero)
aiutando i signori dell’Italia Settentrionale contro il suo rivale Ezzelino
da Romano, sia quelli toscani in lotta contro i guelfi di Firenze (pro-
papato), che finirono sconfitti nella Battaglia di Montaperti, da Farinata
degli Uberti nel 1260.
A questo punto, prima papa Urbano 4° e poi papa Clemente 4° ,
entrambi francesi, offrirono la corona di Re di Sicilia a Carlo d’Angiò,
fratello di re Luigi 9° il Santo.
Carlo scese in Italia e sconfisse Manfredi a Benevento nel 1266 e qui
Manfredi morì.
FEDERICO II
3. Ma Carlo d’Angiò governò con mano pesante causando malcontento tra i
sudditi.
Di questo approfittò Corradino di Svevia .
Corradino scese in Italia ma fu sconfitto a Tagliacozzo nel 1268. Tradito e
deportato a Napoli vi fu decapitato lo stesso anno.
Nel 1272 moriva anche Enzo di Sardegna , figlio di Federico II.
Con Enzo (Heinz) si estinse la dinastia sveva.
Il cattivo governo di Carlo d’Angiò in Sicilia fece montare il malcontento
fino a farlo sfociare in una aperta rivolta, il Lunedi di Pasqua 31 marzo
1282, apparentemente a causa di un’offesa arrecata da un soldato
francese a una donna palermitana che usciva di chiesa. In pochi giorni gli
angioini francesi furono cacciati dalla Sicilia ma i siciliani, comprendendo
che non avrebbero potuto reggere il ritorno dei francesi, chiesero aiuto a
Pietro 3° d’Aragona.
Pietro venne incoronato Re di Sicilia il che provocò una guerra con i
francesi che durò ben vent’anni. La Guerra finì con la Pace di
Caltabellotta, stipulata tra Carlo di Valois e Federico 3°. Essa stabiliva che
la Sicilia restava a Federico fino alla sua morte e poi sarebbe tornata agli
angioini. In realtà essa restò agli aragonesi.
Da allora la Sicilia andò incontro ad un declino inarrestabile.
4. DECADIMENTO DI PAPATO E IMPERO
Tra la fine del 13°e l’inizio del 14° secolo, l’Impero perde l’Italia e la Germania. La lunga lotta contro i
Comuni e la Chiesa, da una parte, e quella contro i feudatari tedeschi, abeba indebolito l’Impero.
Una serie di imperatori (Rodolfo, Adolfo e Alberto) non scesero mai in Italia che restò abbandonata a se
stessa. Dopo di loro tre imperatori cercarono di gestire i due paesi senza riuscire.
-Enrico 7° venne accolto prima a Milano, quando i Visconti cacciarono i Torriani signori della città. Poi a
Roma, incoronato in S. Giovanni in Laterano perché la città era in mano agli angioini guelfi pro-papato. Morì
a Buoncovento vicino Siena forse di malaria, forse avvelenato.
-Lodovico il Bàvaro, scese in Italia contrastato dal papa Giovanni 22° da Avignone. Raggiunse Roma ma
rimase poco e tornò in Germania. Lottò contro altri papi: Benedetto 12° e Clemente 6°.
-Carlo 4° di Boemia, ricordato solo per la Bolla d’Oro, con cui in sostanza l’imperatore rinunciava ai propri
diritti e sanciva il ritorno del principio feudale in Germania.
Il Papato comincia a manifestare una grave crisi. Prima Celestino 5° che rinuncia al soglio pontificio. Poi
Bonifacio 8° che entrò in conflitto con Filippo il Bello re di Francia. Questo convocò per la prima volta gli
Stati Generali (assemblea dei rappresentanti di nobiltà, clero e borghesia) per denunciare il papa. Mandò il
ministro Nogaret a sequestrare il papa insieme ai Colonna signori di Roma, ad Anagni dove era fuggito. Qui
Sciarra Colonna schiaffeggiò il papa (schiaffo di Anagni). La città però si ribellò e cacciò i francesi.
Con Clemente 5°, papa francese, che trasferì la sede del papato ad Avignone, la vittoria dell’impero fu
completa.
5. NASCITA DELLE SIGNORIE
Le Signorie nascono da una profonda Crisi dei Comuni, che essendo preda di continue lotte civili, non
sono in grado di gestire la politica interna ed estera. Nel primo caso, i Comuni appoggiano la potente
borghesia cittadina, a danno dei contadini con tasse sempre più pesanti. Nel secondo caso, per le
continue lotte tra i partiti, non è possibile garantire la continuità per gestire uan valida politica estera.
Sintomo importante di questa crisi del Comune è il frequente conferimento di pieni poteri, la
cosiddetta balìa, ad alcuni cittadini per un certo tempo.
Il passaggio alla Signoria avviene:
1. Per voto popolare: quando i cittadini identificano un capo imparziale, come avviene con Obizzo
d’Este a Modena.
Caso particolare fu quello dei Medici a Firenze che con la balìa degli squittini, ottennero dai
concittadini il potere di nominare al Comune propri partigiani.
2. Per violenza (raramente): quando un personaggio potente come un Capitano di Ventura,
approfittando della debolezza del Comune, si impadronisce del potere con la forza, come fece
Francesco Sforza a Milano nel 1450.
6. POLITICA DELLA SIGNORIA
Scomparse ovviamente le lotte civili, la Signoria garantisce finalmente la buona gestione della Politica
Interna e della Politica Estera.
In Politica Interna, con imparzialità e giustizia elimina la partigianeria.
In Politica Estera, assicurando finalmente continuità di governo, permette di espandere il Comune e di far
sviluppare la Regione.
Per questi motivi la Signoria viene considerata il seme dello Stato Moderno.
In un primo periodo la Signoria è elettiva, perché il signore viene appunto eletto, per un certo tempo o a
vita. Rimangono attivi magistrati e milizie comunali.
In un secondo periodo, la Signoria diventa ereditaria perché, comprendendo di non poter riuscire a
completare tutti i progetti nell’arco della propria vita, il Signore sperava che lo fossero dai discendenti, per
cui si appellava all’imperatore per ottenere un titolo ereditario. In questo secondo periodo, milizie e
magistrati comunali spariscono . Per mantenere il potere il Signore ricorre a mercenari o Compagnie di
Ventura.
7. SIGNORIE
VERONA: La più antica signoria d’Italia. Tentò di unificare il Veneto senza successo. Ci riuscirà un secolo dopo
Venezia.
Famiglie: Da Romano (Ezzelino 3°) – Scaligeri . Presero il potere dopo la sconfitta di Ezzelino. Il capostipite
fu Mastino, ucciso nel 1277. A lui successero Can Grande e poi Mastino 2°- Verona fu conquistata dai
Veneziani nel 1405.
MILANO: Famiglie: Torriani. Cacciati dai Visconti nel 1277.
Visconti furono numerosi. Ricordiamo solo Gian Galeazzo artefice di una forte politica
espansionistica a danno di Genova, Bologna, Verona finendo per minacciare Firenze. Non ci riuscì per la morte
avvenuta nel 1402.
Sforza: Dopo la morte dell’ultimo Visconti, Filippo Maria, dopo una lunga lotta fu eletto
signore di Milano Francesco Sforza, marito di Bianca Maria Visconti.
FIRENZE. Quando si parla di Signorie, il primo riferimento è a Firenze e ai Medici. Dopo un lunghissimo
periodo di guerre e rivolte, il potere venne concesso a Cosimo de’ Medici . Lui e i suoi discendenti, Piero il
Gottoso e soprattutto il figlio di questo Lorenzo il Magnifico, portarono la Signoria di Firenze a fasti immensi.
Lorenzo fu considerato l’ago della bilancia tra gli stati d’Italia, ma la sua morte precoce a 44 anni, fu una
perdita irreparabile.