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  1. 1. Una delle branche dell’economia è l’economia politica, disciplina scientifica che studia la produzione, lo scambio e la distribuzione delle risorse tra i diversi soggetti e la scelta razionale dell’uomo che vuole soddisfare i propri bisogni, data la scarsità delle risorse, il costo di queste, e molti altri elementi. Prima di parlare della macroeconomia, partiamo dalla definizione di economia politica:
  2. 2. L’economia politica, a sua volta, si divide in due branche: La macroeconomia si concentra sulle grandezze aggregate, cioè quelle che riguardano una collettività. La microeconomia studia i comportamenti individuali del singolo consumatore.
  3. 3. La contabilità nazionale è l’insieme di informazioni quantitative che descrivono le attività economiche dei soggetti operanti in uno Stato in un determinato periodo di tempo. La macroeconomia si occupa dell’analisi delle grandezze aggregate, fondamentali per calcolare la contabilità nazionale.
  4. 4. Il dato statistico più importante della contabilità nazionale è il PIL.
  5. 5. Il PIL (Prodotto interno lordo) è l’insieme di beni e servizi finali prodotti nel sistema economico italiano da operatori economici italiani e stranieri in un certo periodo di tempo, generalmente un anno, quindi, chiunque lavori in Italia. Il PIL prende in esame esclusivamente beni e servizi finali, cioè quelli destinati agli utilizzatori finali e non considera quelli già esistenti nel mercato che vengono scambiati
  6. 6. 9 Il PIL corrisponde al valore aggiunto totale dell'intero sistema economico. Il valore aggiunto è l'incremento di valore di un bene dovuto al processo produttivo ed è dato dalla somma di tutti gli incrementi effettuati , risultanti nel prezzo di mercato del prodotto finale.
  7. 7. Come può essere espresso il PIL? Per valutare le variazioni del PIL, si distingue Pil nominale e Pil reale Il PIL nominale di un anno è calcolato ai prezzi di mercato di quell’anno. Il PIL reale di un anno è calcolato ai prezzi di mercato di un altro anno scelto come riferimento. Il PIL reale non tiene conto dell’aumento dei prezzi, eccetto per il primo anno in cui PIL reale e nominale coincidono.
  8. 8. L Limiti Informativi Del Pil Il PIL non fornisce un quadro esaustivo della reale situazione economica di un Paese poiché non tiene conto delle attività produttive illegali, nascoste o che non hanno un mercato ed ignora costi sociali e ambientali della produzione (inquinamento, criminalità, ecc…). Inoltre, non fornisce informazioni veritiere sul benessere e ricchezza della popolazione, calcolati attraverso l’ISU (Indice di Sviluppo Umano).
  9. 9. Quando si vuole analizzare, invece, l’insieme di beni e servizi che vengono prodotti da operatori economici italiani sia in Italia che all’estero, si prende in considerazione il PNL (Prodotto nazionale lordo). Se, ad esempio, vogliamo conoscere il risultato della produzione dell’azienda FIAT all’estero,
  10. 10. Al contrario, la domanda globale è il risultato della somma delle domande individuali e rappresenta la quantità di beni e servizi che tutti i consumatori sono disposti ad acquistare ad un determinato prezzo (viene espressa dal reddito nazionale). PIL e PNL esprimono il risultato della produzione, cioè l’offerta globale. L’offerta globale è il risultato della somma delle offerte individuali dei singoli venditori e rappresenta la quantità di beni e servizi che tutti i venditori sono disposti a vendere ad un determinato prezzo.
  11. 11. Rendite remunerazione degli immobili ceduti in uso (proprietari terrieri) Il reddito nazionale è la somma di tutti i redditi guadagnati e spesi da tutti gli operatori economici di un sistema economico, quindi è la somma delle loro remunerazioni: Salari remunerazione del lavoro ceduto (lavoratori) Profitti remunerazione di beni e servizi ceduti (imprenditori) Interessi remunerazione dei capitali ceduti(banche)
  12. 12. Domanda e offerta globale devono raggiungere un equilibrio nel tempo. Sono 2 i modi principali per risolvere il problema dell’equilibrio macroeconomico: teoria liberista neoclassica e teoria keynesiana. Analizziamole attentamente:
  13. 13. La teoria neoclassica è stata formulata dai seguaci di Adam Smith, professore di filosofia morale a Edimburgo e fondatore della scuola classica. Egli si ispirò al liberalismo di fine ‘700, che predicava la libertà dell’individuo, applicandolo al sistema economico e dando inizio al LIBERISMO.
  14. 14. 1.Legge del tornaconto: l’homo oeconomicus persegue il massimo risultato con il minimo sforzo 2.Mano invisibile: meccanismo autoregolatore spontaneo che fa sì che nel tempo domanda e offerta siano uguali 3.Valore lavoro: il valore di un bene prodotto
  15. 15. In particolare, sarà proprio la mano invisibile ad essere ripresa dai neoclassici in campo macroeconomico, elaborando la cosiddetta LEGGE DI SAY O LEGGE DEGLI SBOCCHI
  16. 16. «Ogni offerta globale crea la sua domanda globale» Secondo i neoclassici, tale legge assicura l’equilibrio di domanda e offerta, nonché CAPITAL GAIN
  17. 17. Per questo motivo, i produttori- venditori cominciano, a partire dall’800, a produrre in continuazione, con la convinzione che avrebbero venduto tutto quanto era stato prodotto nel lungo periodo. Anche in Borsa, gli imprenditori comprano azioni per poi poterle rivendere a un prezzo più alto.
  18. 18. Sempre secondo i neoclassici, lo Stato non sarebbe dovuto intervenire nel sistema economico del Paese, poiché avrebbe sottratto risorse ai privati.
  19. 19. La differenza tra l'incontrollata produzione di beni di consumo e la capacità di assorbimento del mercato provocarono un graduale crollo dei prezzi e dei valori dei titoli e successivamente anche della produzione industriale. Per paura di non riuscire a vendere le azioni acquistate precedentemente, gli imprenditori cominciarono a vendere tutto a partire dal 24 ottobre 1929, ricordato come il «giovedì nero».
  20. 20. Il crollo del mercato si diffuse su tutto il sistema economico mondiale, che ormai dipendeva da quello statunitense. La disoccupazione di massa ebbe un impatto enorme e traumatico sulla politica dei paesi industrializzati. Il 29 ottobre, il “martedì nero”, ci fu il crollo definitivo della Borsa di Wall Street, seguito da drammatici suicidi di speculatori e agenti di borsa.
  21. 21. I primi miglioramenti si ebbero solo dopo la promozione del New Deal, il programma per il rilancio economico del 1933 del presidente Franklin Delano Roosvelt, il quale si rivolse all’economista Keynes. Quest’ultimo ribaltava una legge fondamentale della teoria neoclassica, ovvero la regola per cui il mercato è in grado di autoregolarsi autonomamente, senza l’intervento dello Stato.
  22. 22. Lo Stato si procura i fondi per l’economia attraverso le tasse (ai pochi ricchi che erano rimasti)= SPESA AUTONOMA; Utilizza tali fondi per la costruzione di OPERE PUBBLICHE (e bonifica le paludi del Tennessee); Lo Stato dà, quindi, lavoro alle IMPRESE DISOCCUPATE che assumono DIPENDENTI; Di conseguenza, tutti si arricchiscono e cominciano a spendere denaro, provocando il RILANCIO DELLA DOMANDA (TEORIA DEL MOLTIPLICATORE); Aumenta, quindi, la PRODUZIONE di beni e servizi da parte delle imprese (TEORIA DELL’ACCELLERATORE) lo Stato è fattore di stabilizzazione, cioè avrebbe risolto la crisi economica attraverso le seguenti operazioni: IL NEW DEAL:
  23. 23. Sempre secondo Keynes, l’intervento dello Stato avrebbe portato il reddito effettivo a raggiungere quello potenziale: • Reddito effettivo, cioè quello che si realizza realmente nel sistema economico, affetto dall’inflazione, ecc… • Reddito potenziale, cioè quello che si ottiene usando tutti i fattori produttivi (lavoro, terra, ecc…) combinati nel miglior modo possibile. Si ottiene, quindi, il massimo della produzione possibile.
  24. 24. Conclusioni: Secondo la LEGGE DEGLI SBOCCHI, la produzione incontrollata dell’aziende, cioè l’offerta, stimola la domanda. Secondo la TEORIA DEL MOLTIPLICATORE, la spesa aggregata dello Stato stimola la domanda, che a sua volta, stimola l’offerta.
  25. 25. La moneta è l’insieme di tutti gli strumenti utilizzati per acquistare beni e servizi e in grado di svolgere le seguenti funzioni: Unità di conto, cioè la capacità di misurare il prezzo delle merci, facilitando il confronto tra i prezzi dei beni e gli scambi; Mezzo di pagamento negli scambi; Riserva di valore che consente di trasferire nel tempo e nello spazio il potere di acquisto.
  26. 26. L’offerta di moneta L’offerta di moneta è la quantità di moneta che circola in un Paese in un determinato momento e comprende la moneta metallica o il circolante, cioè il denaro contante nei portafogli e nelle mani del pubblico, la moneta bancaria, cioè il denaro depositato presso una banca o le Poste, e la moneta elettronica o denaro di plastica conservata su un supporto elettronico (carte di debito e di credito).
  27. 27. La domanda di moneta è l’insieme della moneta che un soggetto possiede in forma liquida (anche in conto corrente) e che è liberamente spendibile
  28. 28. Per questo motivo, dal baratto si passò alla moneta merce (beni come il sale o i capi di bestiame) che aveva valore d’uso e intrinseco, e, successivamente, alla moneta merce legale, emessa da una pubblica autorità e dotata di valore intrinseco perché coniata in metallo prezioso. Gli scambi monetari sono stati preceduti dal baratto, cioè lo scambio di merci a fronte di altri merci, sistema che tuttavia risultò molto inefficiente poiché era necessariamente richiesta la coincidenza bilaterale dei bisogni.
  29. 29. Il valore della moneta corrisponde al suo potere d’acquisto, ossia la quantità di beni acquistabili con una certa quantità di moneta. Il valore della moneta e il prezzo dei beni sono inversamente proporzionali: se il prezzo aumenta, diminuisce il valore della moneta e viceversa. Vm= valore della moneta P= livello generale dei prezzi (calcolato dall’ISTAT) M= quantità di moneta Q= quantità di bene acquistabile Quindi, Vm = Q = 𝑴 𝑷 M = 𝑷 × 𝑸
  30. 30. Se Q (quantità di bene acquistabile) restasse fissa, allora si avrebbe un rapporto diretto tra M (quantità di moneta) e P (livello generale dei prezzi); quindi, maggiore è la disponibilità monetaria degli acquirenti, maggiore è il prezzo che questi saranno disposti a pagare per una certa quantità di merce. Per i neoclassici, l’equilibrio nel mercato della moneta è regolato dalla Legge degli sbocchi, che, scritta in forma monetaria, si traduce nella TEORIA QUANTITATIVA DELLA MONETA di Irving Fisher. Alla base di tale teoria abbiamo le seguenti osservazioni:
  31. 31. V= velocità di circolazione della moneta, cioè il numero medio di volte in cui gli strumenti monetari (M) passano di mano nel periodo in esame. Equazione di Fisher 𝑀 × 𝑉 = 𝑃 × 𝑄 offerta globale = domanda globale La spesa totale di una comunità in un determinato periodo di tempo (P × Q) è pari alla quantità di moneta moltiplicata per la sua velocità di circolazione (M × V).
  32. 32. L’equazione di Fisher è interessante per la sua FORMULA INVERSA: 𝑷 = 𝑴𝑽 𝑸 Si nota che se aumenta la moneta, aumenta anche P. Se l’offerta di moneta aumenta, tutti i prezzi tendono ad aumentare.

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