Interlinguistica ed esperantologia oggi: l’esperienza di Amsterdam

Federico Gobbo
Federico GobboSpecial Chair in Interlinguistics and Esperanto at University of Amsterdam
Interlinguistica ed esperantologia oggi
l’esperienza di Amsterdam
Federico Gobbo, F.Gobbo@uva.nl
1 Maggio, Polyglot Online Gathering 2022 1
Interlinguistica, chi era costei?
Un ramo della linguistica non ortodosso
Interlinguistics is an unorthodox branch of language science. The re-
searchers are found in universities, post-graduate institutes, and the re-
search departments of software companies, but also in libraries, volunteer
language movements, and in their private studies.
Klaus Schubert, 1989
2
Che cos’è l’interlinguistica? La vecchia scuola
A new science is developing, Interlinguistics – that branch of the science of
language which deals with the structure and basic ideas of all languages
with the view to the establishing of a norm for interlanguages, i.e. au-
xiliary languages destined for oral and written use between people who
cannot make themselves understood by means of their mother tongues.
Otto Jespersen (1931)
3
Le maggiori Lingua Ausiliari Internazionali (LAI)
• Volapük (1879) di Johann Martin Schleyer;
• Esperanto (1887) di Ludovico Lazzaro Zamenhof;
• Latino sine Flexione (1903) di Giuseppe Peano;
• Ido (1908) di Louis de Beaufront e Louis Couturat;
• Occidental (1922) di Edgard de Wahl, poi Interlingue;
• Novial (1928) di Otto Jespersen;
• Basic English (1930) di Charles K. Ogden;
• Interlingua (1951) sostenuta dalla IALA, dopo il lavoro di Alexander Gode
in particolare.
4
La mancata priorità storica del parlato e sue conseguenze
Fonte: Gobbo 2008
5
LAI nella storia delle idee
Sono due i concetti chiave dietro tutte le proposte di LAI:
1. internazionalità
2. neutralità
Come vengono declinati i due concetti dipende dal contesto storico. Questi
aspetti li vediamo ad Amsterdam nel corso Introduction to Interlinguistics (in
inglese).
6
Esempio: quale lingua per la comunicazione scientifica?
Prima dell’ascesa dell’inglese come lingua globale, dalla Rivoluzione Scientifica
di Copernico il latino non bastava piú, e alla fine dell’Ottocento diverse lingue
vennero usate per risolvere la ‘Babele scientifica’.
Il volume di Michael D. Gordin Scientific Babel (2015) narra la storia del
francese, tedesco, inglese e russo come lingue scientifiche ma anche del piccolo
ma significativo ruolo a inizio Novecento di esperanto e ido.
A partire dal secondo dopoguerra e soprattutto dopo la caduta dell’URSS,
l’inglese è diventato predominante nella comunicazione scientifica
7
La forza del messaggio ideale di Zamenhof
Fonte: Gobbo & Gamberoni 2018
8
Un fumetto per le scuole medie inferiori
9
L’esperanto ha fortuna in Europa occidentale
10
L’inizio della comunità di pratica esperantista
11
La fine della belle époque
12
L’esperanto continua nel primo dopoguerra
13
Le persecuzioni dei totalitarismi del Novecento
Fonte: Mazur, Esperantists, in Subcultures 2014
14
L’esperanto diventa un fenomeno mondiale
15
Il Grande Inverno dell’interlinguistica: 1952-1993
Mentre il movimento esperantista si ritaglia un suo spazio nel periodo della
Guerra Fredda, i rivali sono pochi. Ma progetti diversi di lingue saltano fuori.
In particolare:
Arturo Alfandari Neo 1937 / 1961
Suzette Haden Elgin Láadan 1982
Marc Okrand Klingon 1984
16
La proposta di Valter Tauli del 1968
Fonte: V Tauli, Introduction to a Theory of Language Planning, 1968
Legenda
• (C)IL = (Constructed) International Language
• TLP = Theory of Language Planning
17
L’idea di Tauli in sintesi
General-L
Applied-L
. . .
Language-Planning
Regional-L
National-L
Interlinguistics
Theoretical-L
. . .
Syntax
. . .
Phonetics
. . .
18
Detlev Blanke (2004) and the scholarly literature
Source: D Blanke, Interlinguistics and Esperanto Studies: Paths to the scholarly literature, 2004
19
La scala di Blanke 1985/2006 in pillole
1. lingua progetto: il glottoteta mette la sua creazione nelle mani del
pubblico (con un libro, in sito web, non importa) cercando di convincerlo
ad usarla per qualche scopo. Perde il controllo sulla struttura originale, che
diventa praticamente intoccabile. +1000 lingue progetto registrate.
2. semilingue: il glottoteta riesca formare un movimento di attivisti per la
sua lingua che cerca riconoscimenti. La lingua viene usata per propaganda
e per congressi o festival, ma non su base quotidiana. Circa una dozzina;
momento cruciale: la morte del glottoteta.
3. lingua vivente appieno: il movimento di attivisti diventa abbastanza
grande da elaborare scopi diversi per la lingua che ne espandono i domini
d’uso. Viene usata anche su base quotidiana, in posti di lavoro e famiglie,
che la trasmettono attraverso le generazioni. Esperanto.
La definizione Fabrizio A. Pennacchietti 2011
Dopo quattordici anni d’insegnamento universitario di Interlinguistica, mi
piace definire tale disciplina come ‘la scienza dell’intervento co-
sciente dell’uomo sul linguaggio’. [...] Nell’interlinguistica si di-
stinguono due indirizzi: (a) uno storico e retrospettivo, mirante alla de-
scrizione, alla classificazione e allo studio comparativo dei progetti di lin-
gue pianificate [...] (b) un indirizzo teorico e prospettivo mirante alla
soluzione più efficace e razionale possibile del problema della comunica-
zione linguistica internazionale, in alternativa al cosiddetto “darwinismo
linguistico”. (neretto mio)
In: L’esperanto (88) A 50 anni dalla scomparsa di Giorgio Canuto, a cura di D Astori, 2011
21
La cattedra di Interlinguistica ed
esperanto all’Università di
Amsterdam
Storia della cattedra in pillole
Nel 1950 all’Università di Amsterdam ha inizio un lettorato di esperanto, grazie
a Sigismundo Pragano, un avvocato di Bucarest attivo nel movimento
esperantista dal 1923, insegnante Cseh e traduttore dal rumeno all’esperanto,
rifugiato ad Amsterdam durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il lettorato continua nei decenni, finché nel 1996 viene istituita una cattedra
speciale (bijzonder leerstoel) grazie alla Fondazione Middelkoop, intitolata
all’esperantista olandese che aveva tenuto il lettorato dal 1969 al 1978, la quale
lasciò una cospicua eredità per istituire la cattedra.
Il primo cattedratico è stato il noto fonologo Marc van Oostendoorp, a cui poi è
seguito l’ingegnere Wim Jansen.
22
La cattedra di Amsterdam dal 2014
Dal 2014 tiene la cattedra Federico Gobbo, già docente di interlinguistica ed
esperanto all’Università di Torino. Lo sponsor principale della cattedra è
l’Associazione Universale Esperanto (UEA).
Co-sponsor è Esperanto Nederland, l’associazione nazionale collegata con
l’UEA.
23
Presentazione della cattedra, 2014
24
La scuola torinese si trasferisce ad Amsterdam
L’interlinguistica è nota a Torino fin da Giuseppe Peano (1858-1932), logico
matematico, che propose il Latino sine Flexione, ma al di fuori della sua attività
accademica.
Fabrizio A. Pennacchietti è stato allievo di Alessandri Bausani ed è professore
emerito a Torino. Il suo insegnamento di Interlinguistica ed Esperantologia,
istituito nel 1994, è durato 15 anni e ha prodotto diverse tesi di laurea
importanti, fino al 2009.
Dal 2011 è stata istituita la cattedra di Pianificazione Linguistica e Lingue
Pianificate, ininterrottamente tenuta da Gobbo fino al 2019.
25
Lucien Tesnière e la sintassi strutturale
Lucien Tesnière (1893-1954) fu forse l’ultimo esponente della scuola
strutturalista francofona, che parte con Ferdinand de Saussure. Slavista,
elabora una analisi sintattica innovativa, rispettosa delle lingue dalla ricca
morfologia, che verrà pubblicata postuma presso la Sorbona nel 1959.
A lui dobbiamo due concetti che ora vengono adottati dalla stragrande
maggioranza dei sintatticisti:
1. la valenza, termine mutuato dalla chimica, che permette di distinguere tra
argomenti del verbo (attanti) ed elementi periferici (circostanti);
2. la dipendenza, dove c’è una coppia di morfi con relazione di
reggenza-dipendenza e uso della ricorsione.
26
Eredità esperantologica in Tesnière
Dall’edizione in inglese del 2015 del volume sulla sintassi strutturale del 1959:
33.2 We adopt the following representations:
O Noun
A Adjective
I Verb
E Adverb
33.3 It should be noted that these four letters correspond to the ends of
the four corresponding types of words in Esperanto: -o for noun, -a for
adjective, -i for infinitive, and -e for adverbs.
27
Le grammatiche adposizionali costruttive
Con il matematico Marco Benini, è stata elaborato un modello grammaticale
adposizionale (adgram) a partire dalla proposta tesneriana, descritta in termini
formali attraverso la teoria delle categorie (topologie di Grothendiek). Lo scopo
delle adgram è di avere una struttura leggera e ricorsiva che permetta di
evidenziare fenomeni morfosintattici efficacemente.
Le adgram sfruttano i caratteri grammaticali dell’esperanto usati in origine da
Tesnière e del tutto trascurati dai sintatticisti che sono venuti dopo.
28
Un esempio di albero adgrammaticale
The suspect was driving fast becasue he left a long trace of rubber on the road
the
A
q
←
ϵ
O
@
@
@
road
O
q
→
ϵ
E
@
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@
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@
@
△
the suspect
O1
q
←
ϵ
I2
1
@
@
@
△
was driving
I2
29
Sociolinguistica dell’esperanto
Research about Esperanto and the Esperanto movement has, until very
recently, been related almost without exception to one of three areas: hi-
storical, the linguistic, and the literary. [...] For many social scientists,
even to contemplate a study of the Esperanto Movement constitutes a hi-
ghrisk strategy very different from undertaking the study of other social
movements or group phenomena. To write about the Movement is to invite
association with it.
John Edwards (1986)
30
Esperanto lingua familiare
Un tema di interesse recente è l’uso dell’esperanto in famiglia, in Italia studiato
solo da Corsetti. Sono interessanti le motivazioni: a volte i genitori hanno la
stessa L1 in comune ma pensano che il bilinguismo sia un valore in sé cosı́ uno
dei due (il padre, spesso) parla in esperanto; a volte invece è la lingua
dell’innamoramento tra i genitori, e i figli lo acquiscono come competenza
passiva – vedi Mamma Europa sogna in esperanto su Radio 3 Europa (in onda il 5
giugno 2015).
Da un punto psico- e sociolinguistico, si tratta di un fenomeno interessante,
studiato a Leipzig dai colleghi Sabine Fiedler e Cyril Brosch nel contesto del
progetto europeo (7FP) MIME (Mobilità e Inclusione nell’Europa Multilingue)
dove Federico Gobbo ha partecipato come Università di Milano-Bicocca.
31
Questioni di genere nell’esperanto: il punto
Quasi tutti i glottoteti erano uomini – due eccezioni notevoli: il Ládaan di
Suzette Haden Elgin dek 1982 e la lingua ignota medievale di Hildegarda von
Bingen.
L’esperanto ha tre generi (maschile, femminile, neutro) con una preferenza per
il maschile: ‘madre’ è patrino, derivato da patro (‘padre), e analogamente
fratino, filino, ecc.
A volte arrivano proposte di cambiamento come ?matro o ?parencoj (invece di
gepatroj per ‘genitori’ ) ma per il momento nessuna si è radicata nell’uso.
32
Questioni di genere nell’esperanto: i pronomi
Il sistema pronominale dell’esperanto è preso di peso dall’inglese:
mi (‘I’) ni (‘we’)
vi (‘you’) vi (‘you’)
li (‘he’), ŝi (‘she’), ĝi (‘it’) ili (‘they’)
Si trovano a volte pronomi come ŝli (‘s/he’), iŝi (‘they-women’) o il piú radicale
ri (sottospecificato s/he), cuore della proposta detta riismo (Reguligo kaj
senseksismigo de Esperanto). Oggi ci sono piú esperantisti LGBTQ+ che in
passato, e il tema è molto piú sentito.
33
Esperanto e traduzione automatica: i pionieri
I legami tra esperanto e Intelligenza Artificiale sono antichi: Petr Trojanskij,
scienziato sovietico, aveva costruito una macchina per tradurre con l’esperanto
come ponte già negli anni 1930, progetto riscoperto solo nell’anno 2000.
Negli anni 1980 ci fu un progetto olandese chiamato DLT (Distributed
Language Translation) con l’esperanto come ponte. Uno studio di fattibilità fu
commissionato dalla Commissione CE all’azienda privata BSO per 100.000 ECU
(circa 250.000 fiorini olandesi dell’epoca). Un prototipo uscı́ nel 1987.
34
Esperanto e tradizione automatica: oggi
Nel 2005, un progetto open source project chiamato Apertium (licenza GPL)
viene lanciato da un consorzio di università spagnole. Viene poi allargato a
lingue non solo iberiche, e include anche l’esperanto.
La compagnia GramTrans, fondata da Eckard Bick, ricercatore alla Southern
Danish University, offre servizi di traduzione essenzialmente tra coppie di
lingue scandinave e l’inglese, ma include anche l’esperanto. `
E basato sulla
Constraint Grammar.
Esperanto è diventato la lingua numero 64 di Google Traduttore nel 2012.
35
Il punto di vista del team di Google Traduttore
The Google Translate team was actually surprised about the high qua-
lity of machine translation for Esperanto… For Esperanto, the number
of existing translations is comparatively small. German or Spanish, for
example, have more than 100 times the data; other languages on which
we focus our research efforts have similar amounts of data as Esperan-
to but don’t achieve comparable quality yet. Esperanto was constructed
such that it is easy to learn for humans, and this seems to help automatic
translation as well.
Thorsten Brants, Research Scientist, Google Translate
36
L’interlinguistica per Alessandro Bausani 1970/1974
Fonte: A Bausani, Lingue inventate, 1974
37
La tipologia Gobbo 1998/2017
communication
expression
exoteric
esoteric
<vuoto>
Esperanto
Latino sine Flexione
Ido
Basic English
Novial
Volapük (19th c.)
Interlingua
Interslavic
Lojban
Lincos
“Logic” languages
International Auxiliary Languages
Dothraki
Klingon
Neo-Tolkienian (21st c.)
Volapük (20th c.)
Na’vi
Hollywood Languages
Tolkien’s (20th c.)
Bâl-A I-Balan Toki Pona
Europanto
Gatlòik
Araı̀k
Montessori Secret Languages
Lingue di Hollywood
Campo emergente dell’interlinguistica sono le lingue di Hollywood. La prima
fu il Klingon, nell’universo di Star Trek, preparata da Marc Okrand nel 1985.
Klingon è diventato il riferimento per tutte la altre, come il neo-Sindarin o il
Black Speech nei film di Peter Jackson basati sulla Terra-di-Mezzo di Tolkien, o
il Na’vi preparato da Paul R. Frommer per il film Avatar, o il recente Kryptonian
di Christine Schreyer per Man of Steel, il remake di Superman.
David J. Peterson, già studente di interlinguistica alla UC San Diego, è
diventato il primo professionista (“alien language and culture consultant” sul
biglietto da visita!): ha preparato il Dothraki e il Valyrian per Games of Thrones,
e ora Castithan, Irathient e altre per la serie tivú Defiance.
39
Le lingue di Hollywood in aula
Gobbo (2014) porta questo tema nelle aule universitarie per primo. Per chi
studia lingue, pianificarne una come se ci fosse un produttore hollywoodiano è
un esercizio interessante di pianificazione linguistica, perché coinvolge molti
aspetti contemporaneamente, dalla fonetica alla pragmatica.
In particolare, tre studentesse di interlinguistica alla UvA, Sophie Brouwer,
Susannah Dijkstra, e Emma Konijn hanno lavorato sulla Lingua Antica del ciclo
Inheritance Cycle di Christopher Paolini. Il lavoro era molto buono, cosı́ gli ho
detto di spedirlo a Paolini per conoscenza.
40
Cosa è successo?
© 2015 Paolini.net
41
Conclusioni
Il fascino discreto dell’interlinguistica su tre fronti
• dal punto di vista linguistico, offre una serie di casi studio – in particolare
l’esperanto – che pongono problemi teorici, sociolinguistici e di politiche
linguistiche piuttosto interessanti;
42
Il fascino discreto dell’interlinguistica su tre fronti
• dal punto di vista linguistico, offre una serie di casi studio – in particolare
l’esperanto – che pongono problemi teorici, sociolinguistici e di politiche
linguistiche piuttosto interessanti;
• da un punto di vista filosofico, offre una linea di riflessione sulla natura
della conoscenza e la relazione tra linguaggio e mondo (epistemologia) e
anche sulla relazione tra lingua e potere (etica);
42
Il fascino discreto dell’interlinguistica su tre fronti
• dal punto di vista linguistico, offre una serie di casi studio – in particolare
l’esperanto – che pongono problemi teorici, sociolinguistici e di politiche
linguistiche piuttosto interessanti;
• da un punto di vista filosofico, offre una linea di riflessione sulla natura
della conoscenza e la relazione tra linguaggio e mondo (epistemologia) e
anche sulla relazione tra lingua e potere (etica);
• da un punto divista dell’informatica, la regolarità di una lingua come
l’esperanto facilita la sua codifica in termini computazionali rispetto alle
lingue storico-naturali.
42
Grazie per l’attenzione! Thanks! Dankon!
Federico Gobbo (he/him — lui / li(n))
University of Amsterdam
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Interlinguistica ed esperantologia oggi: l’esperienza di Amsterdam

  • 1. Interlinguistica ed esperantologia oggi l’esperienza di Amsterdam Federico Gobbo, F.Gobbo@uva.nl 1 Maggio, Polyglot Online Gathering 2022 1
  • 3. Un ramo della linguistica non ortodosso Interlinguistics is an unorthodox branch of language science. The re- searchers are found in universities, post-graduate institutes, and the re- search departments of software companies, but also in libraries, volunteer language movements, and in their private studies. Klaus Schubert, 1989 2
  • 4. Che cos’è l’interlinguistica? La vecchia scuola A new science is developing, Interlinguistics – that branch of the science of language which deals with the structure and basic ideas of all languages with the view to the establishing of a norm for interlanguages, i.e. au- xiliary languages destined for oral and written use between people who cannot make themselves understood by means of their mother tongues. Otto Jespersen (1931) 3
  • 5. Le maggiori Lingua Ausiliari Internazionali (LAI) • Volapük (1879) di Johann Martin Schleyer; • Esperanto (1887) di Ludovico Lazzaro Zamenhof; • Latino sine Flexione (1903) di Giuseppe Peano; • Ido (1908) di Louis de Beaufront e Louis Couturat; • Occidental (1922) di Edgard de Wahl, poi Interlingue; • Novial (1928) di Otto Jespersen; • Basic English (1930) di Charles K. Ogden; • Interlingua (1951) sostenuta dalla IALA, dopo il lavoro di Alexander Gode in particolare. 4
  • 6. La mancata priorità storica del parlato e sue conseguenze Fonte: Gobbo 2008 5
  • 7. LAI nella storia delle idee Sono due i concetti chiave dietro tutte le proposte di LAI: 1. internazionalità 2. neutralità Come vengono declinati i due concetti dipende dal contesto storico. Questi aspetti li vediamo ad Amsterdam nel corso Introduction to Interlinguistics (in inglese). 6
  • 8. Esempio: quale lingua per la comunicazione scientifica? Prima dell’ascesa dell’inglese come lingua globale, dalla Rivoluzione Scientifica di Copernico il latino non bastava piú, e alla fine dell’Ottocento diverse lingue vennero usate per risolvere la ‘Babele scientifica’. Il volume di Michael D. Gordin Scientific Babel (2015) narra la storia del francese, tedesco, inglese e russo come lingue scientifiche ma anche del piccolo ma significativo ruolo a inizio Novecento di esperanto e ido. A partire dal secondo dopoguerra e soprattutto dopo la caduta dell’URSS, l’inglese è diventato predominante nella comunicazione scientifica 7
  • 9. La forza del messaggio ideale di Zamenhof Fonte: Gobbo & Gamberoni 2018 8
  • 10. Un fumetto per le scuole medie inferiori 9
  • 11. L’esperanto ha fortuna in Europa occidentale 10
  • 12. L’inizio della comunità di pratica esperantista 11
  • 13. La fine della belle époque 12
  • 14. L’esperanto continua nel primo dopoguerra 13
  • 15. Le persecuzioni dei totalitarismi del Novecento Fonte: Mazur, Esperantists, in Subcultures 2014 14
  • 16. L’esperanto diventa un fenomeno mondiale 15
  • 17. Il Grande Inverno dell’interlinguistica: 1952-1993 Mentre il movimento esperantista si ritaglia un suo spazio nel periodo della Guerra Fredda, i rivali sono pochi. Ma progetti diversi di lingue saltano fuori. In particolare: Arturo Alfandari Neo 1937 / 1961 Suzette Haden Elgin Láadan 1982 Marc Okrand Klingon 1984 16
  • 18. La proposta di Valter Tauli del 1968 Fonte: V Tauli, Introduction to a Theory of Language Planning, 1968 Legenda • (C)IL = (Constructed) International Language • TLP = Theory of Language Planning 17
  • 19. L’idea di Tauli in sintesi General-L Applied-L . . . Language-Planning Regional-L National-L Interlinguistics Theoretical-L . . . Syntax . . . Phonetics . . . 18
  • 20. Detlev Blanke (2004) and the scholarly literature Source: D Blanke, Interlinguistics and Esperanto Studies: Paths to the scholarly literature, 2004 19
  • 21. La scala di Blanke 1985/2006 in pillole 1. lingua progetto: il glottoteta mette la sua creazione nelle mani del pubblico (con un libro, in sito web, non importa) cercando di convincerlo ad usarla per qualche scopo. Perde il controllo sulla struttura originale, che diventa praticamente intoccabile. +1000 lingue progetto registrate. 2. semilingue: il glottoteta riesca formare un movimento di attivisti per la sua lingua che cerca riconoscimenti. La lingua viene usata per propaganda e per congressi o festival, ma non su base quotidiana. Circa una dozzina; momento cruciale: la morte del glottoteta. 3. lingua vivente appieno: il movimento di attivisti diventa abbastanza grande da elaborare scopi diversi per la lingua che ne espandono i domini d’uso. Viene usata anche su base quotidiana, in posti di lavoro e famiglie, che la trasmettono attraverso le generazioni. Esperanto.
  • 22. La definizione Fabrizio A. Pennacchietti 2011 Dopo quattordici anni d’insegnamento universitario di Interlinguistica, mi piace definire tale disciplina come ‘la scienza dell’intervento co- sciente dell’uomo sul linguaggio’. [...] Nell’interlinguistica si di- stinguono due indirizzi: (a) uno storico e retrospettivo, mirante alla de- scrizione, alla classificazione e allo studio comparativo dei progetti di lin- gue pianificate [...] (b) un indirizzo teorico e prospettivo mirante alla soluzione più efficace e razionale possibile del problema della comunica- zione linguistica internazionale, in alternativa al cosiddetto “darwinismo linguistico”. (neretto mio) In: L’esperanto (88) A 50 anni dalla scomparsa di Giorgio Canuto, a cura di D Astori, 2011 21
  • 23. La cattedra di Interlinguistica ed esperanto all’Università di Amsterdam
  • 24. Storia della cattedra in pillole Nel 1950 all’Università di Amsterdam ha inizio un lettorato di esperanto, grazie a Sigismundo Pragano, un avvocato di Bucarest attivo nel movimento esperantista dal 1923, insegnante Cseh e traduttore dal rumeno all’esperanto, rifugiato ad Amsterdam durante la Seconda Guerra Mondiale. Il lettorato continua nei decenni, finché nel 1996 viene istituita una cattedra speciale (bijzonder leerstoel) grazie alla Fondazione Middelkoop, intitolata all’esperantista olandese che aveva tenuto il lettorato dal 1969 al 1978, la quale lasciò una cospicua eredità per istituire la cattedra. Il primo cattedratico è stato il noto fonologo Marc van Oostendoorp, a cui poi è seguito l’ingegnere Wim Jansen. 22
  • 25. La cattedra di Amsterdam dal 2014 Dal 2014 tiene la cattedra Federico Gobbo, già docente di interlinguistica ed esperanto all’Università di Torino. Lo sponsor principale della cattedra è l’Associazione Universale Esperanto (UEA). Co-sponsor è Esperanto Nederland, l’associazione nazionale collegata con l’UEA. 23
  • 27. La scuola torinese si trasferisce ad Amsterdam L’interlinguistica è nota a Torino fin da Giuseppe Peano (1858-1932), logico matematico, che propose il Latino sine Flexione, ma al di fuori della sua attività accademica. Fabrizio A. Pennacchietti è stato allievo di Alessandri Bausani ed è professore emerito a Torino. Il suo insegnamento di Interlinguistica ed Esperantologia, istituito nel 1994, è durato 15 anni e ha prodotto diverse tesi di laurea importanti, fino al 2009. Dal 2011 è stata istituita la cattedra di Pianificazione Linguistica e Lingue Pianificate, ininterrottamente tenuta da Gobbo fino al 2019. 25
  • 28. Lucien Tesnière e la sintassi strutturale Lucien Tesnière (1893-1954) fu forse l’ultimo esponente della scuola strutturalista francofona, che parte con Ferdinand de Saussure. Slavista, elabora una analisi sintattica innovativa, rispettosa delle lingue dalla ricca morfologia, che verrà pubblicata postuma presso la Sorbona nel 1959. A lui dobbiamo due concetti che ora vengono adottati dalla stragrande maggioranza dei sintatticisti: 1. la valenza, termine mutuato dalla chimica, che permette di distinguere tra argomenti del verbo (attanti) ed elementi periferici (circostanti); 2. la dipendenza, dove c’è una coppia di morfi con relazione di reggenza-dipendenza e uso della ricorsione. 26
  • 29. Eredità esperantologica in Tesnière Dall’edizione in inglese del 2015 del volume sulla sintassi strutturale del 1959: 33.2 We adopt the following representations: O Noun A Adjective I Verb E Adverb 33.3 It should be noted that these four letters correspond to the ends of the four corresponding types of words in Esperanto: -o for noun, -a for adjective, -i for infinitive, and -e for adverbs. 27
  • 30. Le grammatiche adposizionali costruttive Con il matematico Marco Benini, è stata elaborato un modello grammaticale adposizionale (adgram) a partire dalla proposta tesneriana, descritta in termini formali attraverso la teoria delle categorie (topologie di Grothendiek). Lo scopo delle adgram è di avere una struttura leggera e ricorsiva che permetta di evidenziare fenomeni morfosintattici efficacemente. Le adgram sfruttano i caratteri grammaticali dell’esperanto usati in origine da Tesnière e del tutto trascurati dai sintatticisti che sono venuti dopo. 28
  • 31. Un esempio di albero adgrammaticale The suspect was driving fast becasue he left a long trace of rubber on the road the A q ← ϵ O @ @ @ road O q → ϵ E @ @ @ on U q → ϵ I2 2 @ @ @ a A q ← ϵ O2 @ @ @ long A q → ϵ O2 @ @ @ rubber O q ← ϵ A @ @ @ of U q → ϵ O2 @ @ @ trace O2 q → ϵ I2 2 @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ he O1 q ← ϵ I2 1 @ @ @ left I2 q → because I2 2 @ @ @ fast E q ← ϵ I2 1 @ @ @ △ the suspect O1 q ← ϵ I2 1 @ @ @ △ was driving I2 29
  • 32. Sociolinguistica dell’esperanto Research about Esperanto and the Esperanto movement has, until very recently, been related almost without exception to one of three areas: hi- storical, the linguistic, and the literary. [...] For many social scientists, even to contemplate a study of the Esperanto Movement constitutes a hi- ghrisk strategy very different from undertaking the study of other social movements or group phenomena. To write about the Movement is to invite association with it. John Edwards (1986) 30
  • 33. Esperanto lingua familiare Un tema di interesse recente è l’uso dell’esperanto in famiglia, in Italia studiato solo da Corsetti. Sono interessanti le motivazioni: a volte i genitori hanno la stessa L1 in comune ma pensano che il bilinguismo sia un valore in sé cosı́ uno dei due (il padre, spesso) parla in esperanto; a volte invece è la lingua dell’innamoramento tra i genitori, e i figli lo acquiscono come competenza passiva – vedi Mamma Europa sogna in esperanto su Radio 3 Europa (in onda il 5 giugno 2015). Da un punto psico- e sociolinguistico, si tratta di un fenomeno interessante, studiato a Leipzig dai colleghi Sabine Fiedler e Cyril Brosch nel contesto del progetto europeo (7FP) MIME (Mobilità e Inclusione nell’Europa Multilingue) dove Federico Gobbo ha partecipato come Università di Milano-Bicocca. 31
  • 34. Questioni di genere nell’esperanto: il punto Quasi tutti i glottoteti erano uomini – due eccezioni notevoli: il Ládaan di Suzette Haden Elgin dek 1982 e la lingua ignota medievale di Hildegarda von Bingen. L’esperanto ha tre generi (maschile, femminile, neutro) con una preferenza per il maschile: ‘madre’ è patrino, derivato da patro (‘padre), e analogamente fratino, filino, ecc. A volte arrivano proposte di cambiamento come ?matro o ?parencoj (invece di gepatroj per ‘genitori’ ) ma per il momento nessuna si è radicata nell’uso. 32
  • 35. Questioni di genere nell’esperanto: i pronomi Il sistema pronominale dell’esperanto è preso di peso dall’inglese: mi (‘I’) ni (‘we’) vi (‘you’) vi (‘you’) li (‘he’), ŝi (‘she’), ĝi (‘it’) ili (‘they’) Si trovano a volte pronomi come ŝli (‘s/he’), iŝi (‘they-women’) o il piú radicale ri (sottospecificato s/he), cuore della proposta detta riismo (Reguligo kaj senseksismigo de Esperanto). Oggi ci sono piú esperantisti LGBTQ+ che in passato, e il tema è molto piú sentito. 33
  • 36. Esperanto e traduzione automatica: i pionieri I legami tra esperanto e Intelligenza Artificiale sono antichi: Petr Trojanskij, scienziato sovietico, aveva costruito una macchina per tradurre con l’esperanto come ponte già negli anni 1930, progetto riscoperto solo nell’anno 2000. Negli anni 1980 ci fu un progetto olandese chiamato DLT (Distributed Language Translation) con l’esperanto come ponte. Uno studio di fattibilità fu commissionato dalla Commissione CE all’azienda privata BSO per 100.000 ECU (circa 250.000 fiorini olandesi dell’epoca). Un prototipo uscı́ nel 1987. 34
  • 37. Esperanto e tradizione automatica: oggi Nel 2005, un progetto open source project chiamato Apertium (licenza GPL) viene lanciato da un consorzio di università spagnole. Viene poi allargato a lingue non solo iberiche, e include anche l’esperanto. La compagnia GramTrans, fondata da Eckard Bick, ricercatore alla Southern Danish University, offre servizi di traduzione essenzialmente tra coppie di lingue scandinave e l’inglese, ma include anche l’esperanto. ` E basato sulla Constraint Grammar. Esperanto è diventato la lingua numero 64 di Google Traduttore nel 2012. 35
  • 38. Il punto di vista del team di Google Traduttore The Google Translate team was actually surprised about the high qua- lity of machine translation for Esperanto… For Esperanto, the number of existing translations is comparatively small. German or Spanish, for example, have more than 100 times the data; other languages on which we focus our research efforts have similar amounts of data as Esperan- to but don’t achieve comparable quality yet. Esperanto was constructed such that it is easy to learn for humans, and this seems to help automatic translation as well. Thorsten Brants, Research Scientist, Google Translate 36
  • 39. L’interlinguistica per Alessandro Bausani 1970/1974 Fonte: A Bausani, Lingue inventate, 1974 37
  • 40. La tipologia Gobbo 1998/2017 communication expression exoteric esoteric <vuoto> Esperanto Latino sine Flexione Ido Basic English Novial Volapük (19th c.) Interlingua Interslavic Lojban Lincos “Logic” languages International Auxiliary Languages Dothraki Klingon Neo-Tolkienian (21st c.) Volapük (20th c.) Na’vi Hollywood Languages Tolkien’s (20th c.) Bâl-A I-Balan Toki Pona Europanto Gatlòik Araı̀k Montessori Secret Languages
  • 41. Lingue di Hollywood Campo emergente dell’interlinguistica sono le lingue di Hollywood. La prima fu il Klingon, nell’universo di Star Trek, preparata da Marc Okrand nel 1985. Klingon è diventato il riferimento per tutte la altre, come il neo-Sindarin o il Black Speech nei film di Peter Jackson basati sulla Terra-di-Mezzo di Tolkien, o il Na’vi preparato da Paul R. Frommer per il film Avatar, o il recente Kryptonian di Christine Schreyer per Man of Steel, il remake di Superman. David J. Peterson, già studente di interlinguistica alla UC San Diego, è diventato il primo professionista (“alien language and culture consultant” sul biglietto da visita!): ha preparato il Dothraki e il Valyrian per Games of Thrones, e ora Castithan, Irathient e altre per la serie tivú Defiance. 39
  • 42. Le lingue di Hollywood in aula Gobbo (2014) porta questo tema nelle aule universitarie per primo. Per chi studia lingue, pianificarne una come se ci fosse un produttore hollywoodiano è un esercizio interessante di pianificazione linguistica, perché coinvolge molti aspetti contemporaneamente, dalla fonetica alla pragmatica. In particolare, tre studentesse di interlinguistica alla UvA, Sophie Brouwer, Susannah Dijkstra, e Emma Konijn hanno lavorato sulla Lingua Antica del ciclo Inheritance Cycle di Christopher Paolini. Il lavoro era molto buono, cosı́ gli ho detto di spedirlo a Paolini per conoscenza. 40
  • 43. Cosa è successo? © 2015 Paolini.net 41
  • 45. Il fascino discreto dell’interlinguistica su tre fronti • dal punto di vista linguistico, offre una serie di casi studio – in particolare l’esperanto – che pongono problemi teorici, sociolinguistici e di politiche linguistiche piuttosto interessanti; 42
  • 46. Il fascino discreto dell’interlinguistica su tre fronti • dal punto di vista linguistico, offre una serie di casi studio – in particolare l’esperanto – che pongono problemi teorici, sociolinguistici e di politiche linguistiche piuttosto interessanti; • da un punto di vista filosofico, offre una linea di riflessione sulla natura della conoscenza e la relazione tra linguaggio e mondo (epistemologia) e anche sulla relazione tra lingua e potere (etica); 42
  • 47. Il fascino discreto dell’interlinguistica su tre fronti • dal punto di vista linguistico, offre una serie di casi studio – in particolare l’esperanto – che pongono problemi teorici, sociolinguistici e di politiche linguistiche piuttosto interessanti; • da un punto di vista filosofico, offre una linea di riflessione sulla natura della conoscenza e la relazione tra linguaggio e mondo (epistemologia) e anche sulla relazione tra lingua e potere (etica); • da un punto divista dell’informatica, la regolarità di una lingua come l’esperanto facilita la sua codifica in termini computazionali rispetto alle lingue storico-naturali. 42
  • 48. Grazie per l’attenzione! Thanks! Dankon! Federico Gobbo (he/him — lui / li(n)) University of Amsterdam # f.gobbo@uva.nl › uva.nl/profile/f.gobbo W federicogobbo.name Social media profiles ð linkedin.com/in/federicogobbo/ ‹ https://twitter.com/goberiko … facebook.com/federico.gobbo Ð instagram.com/la.profesoro _ slideshare.net/goberiko Messanging apps ~ ID Telegram goberiko « ID WeChat goberiko c b 4.0 Federico Gobbo