Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Funzioni dell’argano elettrico a fune
USO INTESO
L’argano elettrico a fune assolve alla funzione di
movimentare, sollevando verticalmente nello spazio
tramite il gancio di sollevamento e gli accessori
idonei allo scopo, merci o materiali nell’ambito di
installazioni industriali, artigianali e commerciali e
non è quindi idoneo per applicazioni civili, se non
opportunamente adeguato allo scopo.
L’argano può essere utilizzato in postazione fissa,
oppure scorrevole mediante carrello bitrave di
traslazione e può equipaggiare gru a ponte, a
portale, a cavalletto, ecc.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Modo d’uso
Le funzioni dell’insieme carrello/argano si
esplicano quindi attraverso due azioni
principali:
• sollevamento verticale del carico tramite
l’argano
• traslazione del carico tramite movimento del
carrello bitrave porta-argano
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Modo d’uso
Questi movimenti sono attivati tramite i pulsanti
della pulsantiera e precisamente:
•pulsanti SALITA e DISCESA per il comando deL
movimento di SOLLEVAMENTO
•pulsanti DESTRA e SINISTRA per il comando del
movimento di TRASLAZIONE (tranne per esplicite
richieste)
Essi attivano la funzione quando sono mantenuti
premuti e possono essere del tipo a“scalare” a due
scatti, il primo per il comando della velocità
“lenta” il secondo per comandare quella “veloce”.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Modo d’uso
Il pulsante di ARRESTO/EMERGENZA presente sulla
pulsantiera è a forma di fungo, di colore rosso, ed
attiva la funzione di STOP quando è premuto a
fondo. Per permettere il funzionamento
dell’argano è necessario ruotare il pulsante di
ARRESTO/EMERGENZA in senso orario e portarlo in
posizione “rialzata” di consenso di marcia (fig. 60).
L’argano può essere comandato anche tramite un
sistema a radiocomando; la funzionalità dei
pulsanti è invariata, rispetto a quanto sopra
specificato, e la pulsantiera è libera e non
vincolata all’argano.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Carichi consentiti
I carichi devono essere di forma e dimensioni
idonee alle caratteristiche del luogo in cui devono
essere movimentati ed alla macchina impiegata.
I materiali sfusi o sciolti devono essere imbracati
con appositi accessori che evitino la caduta
accidentale o dotati di appositi mezzi di aggancio.
I carichi non devono essere soggetti a cambiare la
loro configurazione statica durante l’operazione di
sollevamento.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Carichi non consentiti
Carichi il cui peso compreso l’eventuale accessorio
supera la portata dell’argano.
Carichi che per le loro caratteristiche chimico-
fisiche siano classificati come pericolosi
(per es.: materiali infiammabili, esplosivi, ecc.).
Carichi non dotati di accessori di cui al punto
seguente.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Accessori di sollevamento
Sono generalmente ammessi:
Imbracature costituite da funi e/o catene e/o fasce in
fibra tessile, corredate eventualmente da anelli di
sospensione e ganci terminali (fig. 61).
Accessori di sollevamento che si interpongono tra il
carico ed il gancio di sollevamento quali: bilancini,
pinze, ventose, magneti-elettromagneti, ecc. (fig. 62).
L’uso di tali accessori deve essere conforme alle
prescrizioni fornite dal fabbricante degli stessi.
Il peso degli accessori deve essere detratto dal valore
della portata nominale dell’argano per determinare il
carico utile che può essere sollevato (fig. 63).
Non sono generalmente ammessi:
Accessori le cui caratteristiche
funzionali/prestazionali possano
provocare all’argano sollecitazioni
dinamiche superiori a quelle ammissibili (fig. 64).
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Accessori di sollevamento
Non sono ammessi, ad esempio, accessori di
sollevamento che permettono un rilascio
immediato del carico e che possono quindi
provocare sovra sollecitazioni dinamiche e/o
sovraccarichi accidentali; che limitano la libera
movimentazione del carico; che sono collegati con
linee elettriche indipendenti; ecc.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Abilitazione
Prima di iniziare l’attività operativa con l’argano
eseguire le seguenti operazioni:
• controllare visivamente le condizioni dello stato
d’integrità dell’argano;
• attivare la linea di alimentazione ponendo
l’interruttore generale in posizione “ON” oppure
“1”;
• verificare la funzionalità dell’argano controllando i
movimenti descritti al paragrafo precedente
FUNZIONI ARGANO “Uso inteso” ed eseguire i
controlli preliminari come descritto al capitolo
“COSA FARE SEMPRE”.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Operatività
L’ambiente operativo - deve avere le seguenti
caratteristiche:
• temperatura min.: - 10°C, max.: +40°C; umidità
relativa max.: 80%; altitudine max.: 1000 m s.l.m.
• il carrello-argano non può essere impiegato in
ambiente con vapori, fumi o polveri cor rosivi e/o
abrasivi, con rischi d’incendio o di esplosione e
comunque non può essere utilizzato in ambiente
ove sia prescritto l’impiego di componenti
antideflagranti.
• non deve inoltre essere utilizzato in zone ove siano
presenti forti campi elettromagnetici che possono
generare accumuli di cariche elettrostatiche.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Operatività
L’ambiente operativo può inoltre essere:
Coperto: la macchina in tal caso, non essendo
esposta agli agenti atmosferici, non richiede di
alcuna particolare precauzione.
All’aperto: la macchina può essere esposta agli
agenti atmosferici durante e dopo l’utilizzo.
Occorrerà proteggere, ove possibile, le sue parti
elettriche con tettoie o ripari (fig. 65).
Per evitare ossidazioni proteggere
la struttura con adeguati trattamenti
e lubrificare i meccanismi.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Operatore
Operatore - deve essere persona idonea al lavoro e
psicofisicamente in grado di attendere alle
esigenze connesse con l’operatività del carrello-
argano nel suo uso inteso.
L’operatore non deve permettere ad alcuno di
avvicinarsi durante l’utilizzo dell’argano ed
impedirne l’uso a personale estraneo
(soprattutto a minori di 16 anni). Deve seguire le
indicazioni fornite per ottenere il massimo
rendimento, il minimo consumo e la maggior
sicurezza per sé e per gli altri nell’uso dell’argano.
In particolare deve osservare scrupolosamente le
indicazioni contenute nel presente manuale.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Portata
Portata - non deve mai essere superato il limite di
portata (applicando carichi superiori alla portata
nominale o sovraccarichi oppure modificando le
tarature del limitatore di carico) per quanto sia
determinato con ampi margini di sicurezza (fig.
66).
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Illuminazione
Illuminazione - il carrello-argano non è
generalmente dotato di sistema di illuminazione di
serie. Il livello di illuminazione ambiente deve
sempre essere tale da garantire l’operatività
dell’argano nella massima sicurezza possibile in
relazione all’utilizzo a cui è destinato. Nel caso di
operazioni di manutenzione localizzate in aree e/o
parti dell’argano non sufficientemente illuminate è
obbligatorio dotarsi di sistema di illuminazione
portatile avendo cura di evitare coni d’ombra, che
impediscano o riducano la visibilità del punto in cui
si va adoperare o delle zone circostanti.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Manovre
Manovre - è buona regola eseguire un movimento
alla volta, in quanto solo in questo modo una
manovra può essere iniziata, arrestata e
costantemente seguita dall’operatore, che dovrà
pure evitare di eseguire in modo continuo ripetute
inserzioni e disinserzioni anche nel caso di piccoli
spostamenti. Non corrisponde infatti a verità il
fatto che manovre attivate a “piccoli colpi di
corrente” possano risultare vantaggiose. Solo la
precisa definizione dei tempi di inizio e fine
manovra permette una reale economia di tempo e
di consumo energetico.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Sollevamento
L’operatore dovrà porre attenzione nel mantenere
sempre tese le funi di sollevamento, non
appoggiando mai il gancio a terra o sui carichi da
sollevare.
Le funi in bando possono attorcigliarsi, uscire dalle
spire dei tamburi o dalle carrucole del bozzello,
formare dei nodi, danneggiarsi anche gravemente e
creare improvvise situazioni pericolose.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Sollevamento
L’operatore dovrà tassativamente evitare di
effettuare tiri obliqui sempre pericolosi e mal
controllabili, e soprattutto tiri obliqui in senso
parallelo all’asse dei tamburi che possono
provocare il danneggiamento dei guidafune, se
installati, e delle scanalature con conseguente
avvolgimento irregolare (fig. 67).
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Traslazione carrello
E’ obbligatorio evitare urti violenti tra il carrello
ed i paraurti terminali al fine di non provocare
gravi ripercussioni sugli organi meccanici e sulla
carpenteria.
Si deve tener presente che gli interruttori di fine
corsa sono disposti in posizione tale da permettere
la completa corsa del carrello quando questo li
raggiunga a velocità ridotta e che lo spazio di
frenata richiesto è tanto maggiore quanto più
elevata è la velocità.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Emergenze e interblocchi
L’esclusione dell’alimentazione dell’argano
avviene disinserendo l’interruttore di linea (escluso
dalla fornitura) o premendo il pulsante “Arresto di
emergenza” sulla pulsantiera di comando.
Un interblocco elettrico e meccanico sui motori dei
movimenti impedisce il contemporaneo comando di
rotazione nei due sensi di rotazione; l’interblocco
elettrico posto sui motori di sollevamento per
velocità lenta e veloce ne impedisce una
contemporanea alimentazione.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Dispositivi di sicurezza
I fine corsa di sollevamento e di traslazione
delimitano la massima escursione del gancio, sono
dispositivi di emergenza e non possono quindi esse
re utilizzati sistematicamente come arresti di
servizio o dispositivi di consenso per successive
operazioni.
Il imitatore di carico impedisce l’utilizzo
dell’argano in sovraccarico. Sul gancio di
sollevamento è installato il moschettone di
sicurezza contro lo sganciamento accidentale
dell’imbracatura.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Dispositivi di sicurezza
Quando il carrello argano è dotato di paranco di
servizio, salvo diversamente predisposto, i due
mezzi di sollevamento non devono mai operare
contemporaneamente.
A tal scopo è prevista l’installazione di un sistema
di interblocco a selezione automatica per l’impiego
alternativo dei due apparecchi, reso possibile solo
quando uno dei due ganci è posizionato in massima
salita (fig. 70).
Disattivazione a termine lavoro
Per disattivare il carrello-argano al termine del lavoro rispettare le
seguenti disposizioni:
• liberare il gancio di sollevamento dalle imbracature usate per
movimentare il carico.
• ricoverare, nel caso di argano con carrello, la macchina nell’area
definita per la sua locazione durante i momenti di non
operatività (fig. 71).
• alzare il gancio ad una quota non inferiore a 250 cm. in modo
che non crei disturbo e pericolo al movimento di persone e cose
al di sotto dell’argano.
• arrestare tutti i movimenti premendo a fondo il pulsante rosso a
fungo “arresto di emergenza”.
• mettere la pulsantiera in posizione di “non disturbo” (fig. 72).
• togliere la tensione di alimentazione all’argano ponendo
l’interruttore generale in posizione “0FF” oppure “0” (zero).
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Cosa fare sempre!
Uso previsto, criteri e precauzioni d’uso
Il corretto utilizzo dell’argano consente di usufruire a
pieno delle prestazioni che l’argano è in grado di
fornire in completa sicurezza.
Tali potenzialità sono garantite solo attenendosi
scrupolosamente alle indicazioni sotto riportate e
pertanto:
SEMPRE seguire le indicazioni e le
istruzioni riportate nei manuali di
installazione e di uso e verificare l’integrità
dei componenti e delle parti dell’argano (fig. 73).
SEMPRE rispettare le istruzioni e gli avvertimenti evidenziati
sull’argano.
SEMPRE assicurarsi che l’argano operi in ambiente protetto
dagli agenti atmosferici (pioggia, vento, neve, ecc.), oppure, se
all’aperto, che sia dotato delle relative protezioni (tettuccio,
ecc.). (fig. 74).
SEMPRE verificare la rispondenza delle prestazioni dell’argano
in relazione al servizio a cui è destinato (cicli di lavoro -
intermittenza - tempo di utilizzo - carico da movimentare).
(fig. 75).
SEMPRE controllare la solidità delle strutture che sostengono
l’argano ed il relativo carrello.
SEMPRE verificare che la via di corsa di scorrimento del carrello-
argano sia posta ad una quota che non consenta all’operatore di
interferire con la sagoma del carrello-argano e/o delle sue parti
in movimento. Nel caso ciò non fosse possibile provvedere alla
sistemazioni di opportuni ripari o di cartellonistica posta nella
zona a rischio (fig. 76).
SEMPRE assicurarsi, prima di iniziare qualsiasi manovra, che la
zona di scorrimento del carrello-argano sia libera da ostacoli
(fig. 77).
SEMPRE accertare l’adeguatezza dello stato di conservazione
(pulizia, lubrificazioni) e di manutenzione dell’argano (funi,
tamburo, pulegge, limitatore di carico, bozzello-gancio,
pulsantiera, fine corsa, moto riduttori, ruote carrello, ecc.). (fig.
78).
SEMPRE verificare l’idoneità ed il funzionamento dell’impianto
elettrico, in particolare controllare la correttezza dei
collegamenti e che non vi siano allacciamenti precari e pericolosi.
Controllare il corretto funzionamento dei motori (argano e
carrello). (fìg. 79).
SEMPRE verificare la corrispondenza dei movimenti del carrello e
dell’argano (fig. 80).
SEMPRE verificare la funzionalità del pulsante di
arresto/emergenza (fig. 81).
SEMPRE controllare, in modo costante, l’efficienza dei
freni e dei fine corsa verificandone la funzionalità dei
movimenti (fig. 82).
SEMPRE eseguire controlli di funi, bozzello-gancio,
limitatore di carico e pulsantiera verificandone l’integrità
e l’efficienza (fig. 83).
SEMPRE assicurarsi che il gancio di sollevamento non sia
consumato, danneggiato, sprovvisto di sicurezze
(moschettone). (fig. 84).
SEMPRE verificare l’idoneità e l’efficienza delle imbracature
impiegate (funi-catene-cinghie-fasce-ecc.), controllare che
non presentino lacerazioni, schiacciamenti, trefoli rotti o parti
non lubrificate (fig. 85).
SEMPRE assicurarsi di aver centrato il gruppo di sollevamento
(argano e gancio) sulla perpendicolare del carico prima di aver
effettuato le imbracature e di movimentare il carico stesso
(fig. 86).
SEMPRE assicurare in modo corretto le imbracature del carico al
gancio di sollevamento, dopo aver provveduto ad equilibrare il
carico stesso prima di sollevarlo, porre in tensione le
imbracature con manovre lente e sicure (fig. 87).
SEMPRE accertarsi che il carico durante le operazioni di
movimentazione (sollevamento, traslazione) non incontri
ostacoli (fig. 88).
SEMPRE dare avvertenza al personale che lavora nella zona di
manovra dell’argano dell’inizio delle operazioni di
movimentazione del carico (fig. 89).
SEMPRE operare nelle migliori condizioni di illuminazione
dell’area e di visibilità del carico.
SEMPRE operare al di fuori del raggio di manovra del carico
sollevato (fig. 90).
SEMPRE azionare i vari movimenti evitando il più possibile di
procedere ad impulsi di comando in rapida successione (fig.
91).
SEMPRE impiegare le velocità “lente” per gli accostamenti e
posizionamenti del carico (fig. 92).
SEMPRE al termine lavoro, portare il carrello-argano in
postazione di “ricovero” pronto per l’uso, avendo cura di
posizionare il bozzello-gancio e la pulsantiera, in modo che non
costituiscano elementi di pericolo di collisione (fig. 93).
SEMPRE, prima di abbandonare il posto di manovra, premere a
fondo il pulsante rosso a fungo di “arresto di emergenza” sulla
pulsantiera e disinserire l’interruttore generale (fig. 94).
SEMPRE provvedere a togliere la tensione di alimentazione
dell’argano in caso di ispezioni, riparazioni, interventi di
manutenzione (fig. 95).
SEMPRE, per tutte le operazioni, usare abbigliamento di lavoro
idoneo, nel rispetto delle norme di sicurezza nell’ambiente di
lavoro (fig. 96).
SEMPRE segnalare eventuali anomalie di funziona mento
(comportamento difettoso, sospetto di rottura, movimenti non
corretti e rumorosità al di fuori della norma) al responsabile di
reparto e mettere l’argano in condizioni di fuori esercizio (fig. 97).
SEMPRE rispettare il programma degli interventi di manutenzione e
registrare, ad ogni controllo, eventuali osservazioni relative,
soprattutto, a gancio, fune, freni, limitatore di carico e fine corsa
(fig. 98).
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Cosa non fare mai!
Uso non previsto, uso non consentito.
Uso improprio prevedibile e non prevedibile.
Controindicazioni d’uso.
L’utilizzo dell’argano a fune per manovre non
consentite, il suo uso improprio e la carenza di
manutenzione possono comportare gravi situazioni di
pericolo per l’incolumità personale e di danno per
l’ambiente di lavoro oltre a pregiudicare la
funzionalità e la sicurezza intrinseca dell’argano. Le
azioni sottodescritte, che ovviamente non possono
coprire l’intero arco di potenziali possibilità di
“cattivo uso” dell’argano e costituiscono tuttavia
quelle “ragionevolmente” più prevedibili, sono da
considerarsi assolutamente vietate e pertanto:
MAI sollevare dei carichi mentre le persone transitano
nell’area di manovra sottostante (fig. 100).
MAI transitare, sostare, operare e manovrare al di sotto del
carico sospeso (fig. 101).
MAI consentire l’uso dell’argano a personale non addestrato
o minore di anni 16 (fìg. 102).
MAI usare l’argano se non si è fisicamente idonei (fig. 103).
MAI usare l’argano sprovvisti di idonei indumenti di lavoro
o misure di protezione personale (fig. 104).
MAI operare senza la dovuta attenzione durante le
manovre di sollevamento e traslazione (fig. 105).
MAI mettere le mani nelle pulegge in rotazione, sulle funi
in movimento, sulle imbracature in fase di
“tensionamento” nelle zone di contatto con il carico e tra
gancio e imbracatura (fig. 106).
MAI lasciare il carico sospeso incustodito (fig. 107).
MAI sollevare né applicare al gancio carichi superiori alla
portata nominale (fig. 108).
MAI usare il carrello-argano per servizi diversi da quelli a
cui è destinato, evitarne l’uso per altre operazioni come ad
esempio imbiancatura soffitti, sostituzione lampade, ecc.
(fig. 109).
MAI sollevare carichi non equilibrati (fig. 110).
MAI far oscillare il carico o il gancio durante la
traslazione (fig. 111).
MAI porre la fune in posizione di tiro in diagonale (fig.
112).
MAI utilizzare l’argano per trainare (fig. 113).
MAI usare la fune dell’argano come imbracatura per il
carico (fig. 114).
MAI utilizzare imbracature senza averne preventivamente
controllato l’idoneità (fig. 115)
MAI utilizzare la fune come cavo di messa a terra per
saldatrice (fig. 116).
MAI usare la punta del gancio come base di appoggio del
carico (fig. 117).
MAI impiegare l’argano per mantenere in tensione
elementi vincolati al suolo (fig. 118).
MAI sollevare carichi “guidati” (fig. 119).
MAI proseguire la corsa del gancio dopo il posizionamento
causando il bando della fune (fig. 120).
MAI urtare con il carico le strutture del capannone o di
altre macchine e/o impianti (fig. 121).
MAI utilizzare contemporaneamente due argani per
sollevare lo stesso carico, senza aver posto in atto
adeguate procedure di sicurezza (fig. 122).
MAI utilizzare l’argano con due movimenti contemporanei,
attendere il completo arresto del movimento prima di
iniziarne un altro (fig. 123).
MAI impiegare l’argano in condizioni ambientali non
previste (-10°C; ÷40°C; 80%). (fig. 124).
MAI impiegare il carrello-argano, o compiere operazioni di
manutenzione sullo stesso, in condizioni di illuminazione
e/o visibilità insufficienti (fig. 125).
MAI impiegare l’argano in aree dove è prescritto l’utilizzo
di componentistiche antideflagranti (fig. 126).
MAI utilizzare l’argano, arrestare o posizionare lo stesso al
termine lavoro in zone non protette dagli agenti atmosferici
(pioggia, vento, neve, ecc.). (fig. 127).
MAI far intervenire in modo continuo gli interruttori di fine
corsa del carrello-argano (fig. 128).
MAI eseguire brusche inversioni di marcia durante il
sollevamento e la traslazione (fig. 131)
MAI azionare in modo ripetuto i pulsanti di comando
dell’argano (fig. 132).
MAI modificare le caratteristiche funzionali/prestazionali
dell’argano (fig. 133).
MAI modificare, starare le regolazioni dei dispositivi di
sicurezza e/o provocare manomissioni all’apparecchio
(fig. 134).
MAI eseguire riparazioni provvisorie o interventi di
ripristino non conformi alle istruzioni (fig. 135).
MAI usare ricambistica non originale o non consigliata dal
costruttore (fig. 136).
MAI affidare le manutenzioni e le riparazioni a personale
non istruito dal costruttore (fig. 137).
MAI abbandonare l’argano senza aver posto in atto le
relative procedure di sicurezza (fig. 138).
MAI effettuare operazioni di manutenzione ordinaria,
ispezioni o riparazioni senza aver messo l’argano fuori
servizio ed aver attivato la relativa procedura (fig. 139).
MAI durante le fasi di manutenzione: (fig. 140):
usare mezzi non idonei
appoggiare scale ai carrello-argano
operare senza i mezzi di protezione personale
intervenire senza aver rimosso il carico sollevato.
MAI utilizzare l’argano se non perfettamente rispondente
in tutte le funzioni operative (fig. 141).
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Manutenzione
Il programma di manutenzione comprende interventi di
tipo ordinario, che prevedono ispezioni, controlli e
verifiche condotte direttamente dall’operatore e/o da
personale specializzato addetto alla normale
manutenzione aziendale e di tipo periodico che include
le operazioni di sostituzione, registrazione,
lubrificazione svolte da personale istruito allo
scopo.
Comprendono operazioni di verifiche che possono
essere eseguite direttamente dall’operatore o da
personale specializzato secondo quanto prescritto nella
presente documentazione e che non richiedono
particolare uso di strumenti e attrezzature.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Manutenzione
Tali operazioni si dividono in:
Verifiche giornaliere, a cura dell’operatore, che
includono:
- verifiche visive generali;
- verifiche funzionali (prova motori, prova fine
corsa, prove freni a vuoto, prova pulsante
“arresto/marcia” e delle altre funzioni della
pulsantiera
- verifica visiva condizioni funi e ganci.
Manutenzione
Verifiche annuali, a cura di personale specializzato, che
comprendono:
verifica logorio pulegge
verifica efficienza e integrità della linea di
alimentazione e dei suoi componenti.
Manutenzione periodica
Comprende gli interventi di
manutenzione, eseguiti da
personale istruito allo scopo,
relativi a sostituzioni, registrazioni
e lubrificazioni (per quest’ultima
operazione vedere paragrafo
specifico), secondo quanto indicato
in tabella. (Tab. 1).
Durante la manutenzione, delle
parti meccaniche ed elettriche, è
necessario disattivare il
sezionatore generale ed apporre un
cartello sull’argano con
l’indicazione di “macchina in
manutenzione” (fig. 145).
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Per le singole parti dell’argano osservare le
seguenti istruzioni:
Funi ed elementi di fissaggio - (fig. 146). controllare lo
stato di conservazione della fune per poter giudicare
l’eventuale degradamento, fune ed eventuale guida
fune sono materiali di usura. Una regolare
lubrificazione ne allunga la durata. È spesso possibile
migliorare le prestazioni delle funi accertando le cause
del loro deterioramento. L’accertamento di queste
cause avviene analizzando la fune usata. Nel corso delle
ispezioni è bene osservare con attenzione le parti delle
funi che si avvolgono sulle pulegge di rinvio ed i punti di
fissaggio alle estremità. Annotare la data e i risultati
degli esami come descritto nell’apposita tabella, in
modo da poter prevedere in futuro il periodo in cui la
fune dovrà essere sostituita.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Per le singole parti dell’argano osservare le
seguenti istruzioni:
La decisione di sostituire la fune deve essere determinata
innanzitutto dal numero e dalle posizioni delle rotture dei
fili costituenti i trefoli, dal grado di usura e di corrosione,
da altri danni o lacerazioni rilevanti. Le funi devono
essere sostituite quando le rotture dei fili visibili
raggiungono i valori di massimo deterioramento indicati
nelle tabelle e/o nelle dichiarazioni fornite dai
costruttori di funi. È da tenere presente che spesso le
rotture sono difficili da individuare, in quanto le
estremità del filo rotto rimangono nella posizione
primitiva e non sporgono dalla superficie della fune. Per
osservare queste rotture occorre rimuovere il grasso che
copre la fune, far scorrere lungo la fune un pezzo di
legno dolce e, se possibile, piegare a mano la fune, in
modo da costringere le estremità dei fili a sollevarsi, fino
a rendersi visibili.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Per le singole parti dell’argano osservare le
seguenti istruzioni:
Il controllo della fune deve essere effettuato
“senza carico”; per evidenziare più facilmente
eventuali rotture, prevedere un raggio di curvatura
circa corrispondente ai raggio della puleggia.
Durante l’ispezione controllare:
Numero dei fili rotti:sulla base delle caratteristiche della
fune è possibile individuare nella tabella del gruppo di
sollevamento il numero massimo ammissibile delle rotture
visibili di fili in un tratto qualsiasi di fune. Per valori
superiori a quelli indicati, la fune deve essere sostituita.
(fig. 147)
Diminuzione del diametro della fune:
se una fune presenta una sensibile diminuzione del valore del
diametro nominale dovuta a deteriora mento o alla rottura
dell’anima,essa deve essere sostituita. (fig. 148).
Corrosione e usura della fune:
se una fune presenta una diminuzione del diametro
dovuta all’usura dei fili pari o superiore al 7% in
rapporto al valore nominale è necessario
sostituirla anche se non sono visibili rotture dei
fili, in caso di seria corrosione interna la fune
deve essere sostituita. (fig. 149)
Deformazione della fune
le deformazioni possono essere di tipo ad elica dell’asse della
fune; con diminuzione di diametro concentrata in brevi tratti di
fune; con appiattimenti locali della fune o deformazioni
angolari dovute a cause esterne di elevata intensità. Nel primo
caso la deformazione provoca dei movimenti irregolari della
fune durante il trascinamento, movimenti che sono la causa
prima di una maggiore usura e della rottura dei fili, nel secondo
caso il difetto è frequente ai capofissi di estremità delle funi.
Effetto prodotto dal calore:
le funi che sono state sottoposte ad un effetto
termico eccezionale (riconoscibile
esteriormente a causa del colore di ferro
ricotto che la fune assume) devono essere
sostituite.
Per entrambe le lunghezze considerate, la condizione
deve essere rispettata. Se una delle due condizioni non è
soddisfatta, la fune non è idonea.
Per funi diverse da quelle riportate in tabella, il totale
dei fili esterni rotti su una lunghezza pari a 6 diametri non
dovrà superare il 3% dei fili costituenti tutti i trefoli
esterni.
Il gancio - verificare l’efficienza del dispositivo
antisgancio (moschettone). Controllare che le
carrucole di rinvio della fune siano libere nel loro
movimento di rotazione. Le carrucole del gancio
possono essere facilmente controllate a vista
osservando l’inclinazione a vuoto durante la
corsa di salita e successiva discesa. Se il
gancio durante tali manovre avesse
un’inclinazione notevole, prima da un lato e poi
dal l’altro della verticale, significa che l’attrito
delle carrucole è eccessivo e pertanto occorrerà
smontare le carrucole ed esaminare le superfici
di strisciamento. Controllare che il gancio ruoti
liberamente senza eccessivo attrito e che il
moto sia dolce e senza scatti. Diversamente
occorre smontarlo ed esaminare il cuscinetto.
Verificare l’usura della zona del gancio a
contatto con le imbracature (fig. 151).
Pulegge bozzello - osservare ogni singola puleggia in
rotazione e constatarne la regolarità di funzionamento; se
si riscontrano imperfezioni smontarla e verificare il relativo
cuscinetto. Controllare l’usura della gola (fig. 152).
Tamburo - controllare il serraggio delle viti blocca fune ed
esaminare lo stato di usura. Controllare l’integrità della
filettatura (fig. 153).
Riduttore argano - controllare il livello di rumorosità del riduttore, il
rumore deve essere continuo, costante, non presentare variazioni di
intensità ed inferiore ai valori riportati sulla targa del riduttore stesso.
Vibrazioni o rumorosità irregolari possono essere causate dal consumo
anomalo dei denti o dall’avaria di un cuscinetto; in questo caso si dovrà
smontare il riduttore, esaminare le ruote dentate ed i cuscinetti
sostituendo quelli difettosi (fig. 154).
Freni su motori auto-frenanti - controllare l’usura delle superfici
d’attrito sull’ancora mobile e sullo scudo posteriore del motore se
necessario provvedere alla regolazione e/o alla sostituzione della
guarnizione frenante, come descritto nei paragrafi e “sostituzioni” (fig.
155).
Ruote - controllare lo stato di usura dei bordini e delle fasce di
rotolamento; lo spessore di bordino ridotto al 50% e/o la fascia di
rotolamento con usura superiore a 5 mm rivelano la necessità di
sostituire le ruote. Verificare la rumorosità di rotolamento dei
cuscinetti; una rumorosità anomala rivela la necessità di sostituire
il cuscinetto. Controllare i giochi nel calettamento tra ruota ed assi
e fra asse e riduttore; la presenza di gioco evidenzia la necessità di
sostituire l’asse e/o le ruote (fig. 156).
Respingenti - controllare che gli arresti di estremità non siano
deformati e non ci siano segni di cedimenti nel loro fissaggio alle
strutture e che il respingente sia integro senza segni di rottura o
deformazione permanente e sia ben fissato al suo supporto (fig.
157).
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Impianto elettrico
Se facente parte della fornitura verificare che le
parti mobili dei contattori si muovano con il
minimo attrito; in caso contrario potrebbe
accadere che la forza dell’elettromagnete sia
insufficiente a garantire una buona pressione tra i
contatti.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Impianto elettrico
È necessario, inoltre, controllare la pulizia delle
superfici di contatto tra nucleo fisso ed ancora
mobile. I contatti non debbono mai essere lubrificati
con l’olio, il quale può carbonizzare ed opporre
resistenza al passaggio della corrente provocando
riscaldamenti locali che abbreviano la vita del
contattore.
Deve essere controllato anche il consumo dei
contatti, provvedendo alla loro sostituzione quando
questo (soprattutto se irregolare) pregiudichi
l’allineamento del complesso, o renda la freccia della
molla insufficiente a garantire una buona pressione
tra le superfici di contatto.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Impianto elettrico
Uguali cure debbono essere prestate ai contatti
ausiliari. In caso di smontaggio, maneggiare con
estrema cura la bobina per evitare danni
all’avvolgimento soprattutto agli estremi di
questo. Verificare periodicamente, per evitare
incerti contatti, riscaldamenti o rumorosità, che la
tensione di alimentazione delle bobine sia di valore
corretto (fig. 158).
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Fine corsa
Verificarne lo stato di conservazione ed il corretto
intervento (azionare più volte manualmente i fine
corsa). In particolare, per i fine corsa dei
movimenti, riscontrare il loro funzionamento
durante una normale manovra provando prima a
bassa velocità. Effettuare un controllo statistico
sulla tenuta agli agenti atmosferici. Controllare
l’integrità meccanica degli elementi
mobili (leva e molle) e verificare il
serraggio delle viti di fissaggio
(fig. 159).
Limitatore di carico – l’argano e l’eventuale paranco
elettrico a fune di servizio possono essere dotati di un
dispositivo di limitazione del carico.
Nell’argano il limitatore è generalmente costituito da un
sensibile ed affidabile sistema elettronico a perno
estensiometrico che può essere montato sul capofisso,
negli argani a un principio, o sulla puleggia di equilibrio
negli argani bielica a due principi. Le tensioni provocate
dai carichi e dagli eventuali sovraccarichi vengono
misurate e trasformate in altrettanti segnali elettrici;
tramite un’apposita centralina elettronica sono inviati al
circuito ausiliario dell’apparecchiatura di comando.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Limitatore di carico
Il limitatore svolge le seguenti funzioni:
•segnala il raggiungimento della soglia di
sovraccarico.
•inibisce tutte le funzioni (sollevamento e
traslazioni) ad esclusione della discesa, a
testimonianza del raggiunto sovraccarico.
Nel paranco il limitatore è generalmente costituito da un sensibile
sistema elettromeccanico a perni e molle pre-tarate.
La verifica dei valori di taratura del limite di intervento del
limitatore di carico deve essere effettuata, come previsto dalla
regola FEM 9.761, almeno una volta all’anno attraverso l’utilizzo di
masse di valore noto opportunamente predisposte e/o con l’ausilio
di una cella di carico con visualizzazione dei valori di sollecitazione
(fig. 160).
I risultati delle verifiche annuali vanno riportati sul registro
appositamente predisposto.
Fusibili - prevedere una regolare scorta per ciascun tipo
di fusibile installato, in modo da poter provvedere ad una
rapida sostituzione con lo stesso tipo di fusibile in caso di
necessità (fig. 161).
Morsetti - verificare periodicamente che i morsetti siano
ben serrati; controllare che il numero di identificazione
sia ben visibile e solidale con il morsetto; verificare
l’integrità del materiale termoisolante ed in caso di
cricche o rotture sostituire tempestivamente.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Periodicità e scadenze
La periodicità delle operazioni di manutenzione
che sono indicate nella tabella (fig. 203) che segue
si riferiscono ad una macchina sottoposta ad un
servizio di lavoro in condizioni normali previste
dalle regole FEM 9.511 per il gruppo 2m (M5); se
sussistono condizioni di lavoro differenti la
frequenza degli interventi di manutenzione deve
essere aumentata in rapporto al gruppo di utilizzo.
Se l’utilizzo dell’argano è normale e corretto, la
sua revisione potrà avvenire dopo un periodo di
impiego di circa 10 anni, secondo la regola FEM
9.755 (SW.R).
NOTA: (*) Queste
operazioni devono
essere annotate
nell’apposito registro
(paragrafo 6) oppure
in analoghi
documenti di
registrazione. In
quest’ultimo caso i
documenti di
registrazione devono
accompagnare
sempre il presente
libretto.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Lubrificazione
L’accurata gestione degli interventi di lubrificazione
dell’argano e dei meccanismi è la condizione
necessaria per garantire l’efficace rispondenza al
servizio a cui l’argano è destinato, nonché alla sua
durata. La lubrificazione di organi in movimento è
necessaria per evitare contatti diretti tra corpi
volventi.
Le condizioni più favorevoli si ottengono realizzando
la minor quantità di lubrificazione per ottenere una
lubrificazione efficace. Si tenga presente però che la
quantità minima del lubrificante dipende anche da
funzioni ausiliari che esso deve assolvere quali ad
esempio l’asportazione di calore.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Lubrificazione
Col tempo il potere lubrificante diminuisce per
effetto delle sollecitazioni, per cui si deve
procedere al ripristino o al rinnovo dei lubrificanti.
La lubrificazione nell’argano è molto semplice e
può essere effettuata da personale non altamente
specializzato attenendosi scrupolosamente alle
istruzioni contenute nel manuale istruzioni ed
effettuando le verifiche ed i rabbocchi necessari,
seguendo le frequenze indicate in tabella
“lubrificazione”.
Modalità di esecuzione di scarico e cambio olio:
Lo scarico dell’olio si deve effettuare a temperatura non inferiore a + 20°C (nel
caso di temperatura ambientale 20°C è necessario far “rullare”, a vuoto, per
qualche minuto i riduttori per riscaldare l’olio prima di evacuarlo).
Togliere il tappo di scarico e lasciare defluire l’olio, lavare il riduttore con
benzina, effettuare alcune manovre a vuoto e quindi scaricare completamente.
Versare l’olio molto lentamente per assicurare il tempo necessario per la messa a
livello; si presti attenzione a non superare il livello dell’indicatore.
Il tipo di lubrificante non deve mai essere più fluido di quello prescritto onde
evitare perdite.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
REGISTRO DELLE MANUTENZIONI TRIMESTRALI E
ANNUALI VERIFICARE REGISTRAZIONI E SOSTITUZIONI
Le operazioni di verifica e manutenzione vanno
registrate secondo la cadenza di esecuzione prevista
nella tabella di fig. 203.
La registrazione può essere fatta:
- negli appositi moduli di seguito predisposti;
- in qualsiasi altro modulo in cui siano riportate: data,
tipo di operazione, esito, nome di chi ha eseguito
l’operazione.
NON ESITARE a sostituire la parte e/o il componente in
esame, qualora lo stesso non fosse in grado di offrire
sufficienti garanzie di sicurezza e/o affidabilità
funzionali.
Sollevamento
di
carichi
Sicurezza
Master
Operazioni per cui è necessaria la registrazione:
• controllo funi ed elementi di fissaggio
• condizioni gancio (annuale)
• registrazione corsa freni
• pulsantiera giunzioni bullonate
• funzionamento riduttore fine corsa (annuale)
•motori
• ruote
• condizioni respingenti
• impianto elettrico
• lubrificazione
• pulegge.
Se ciò sembra appropriato, per esempio nel caso di ganci o di
accessori di estremità di grandi dimensioni, difetti minori, come
intagli e scanalature possono essere eliminati, molando o limando
con precauzione.
A seguito di una simile riparazione, la superficie deve
raccordarsi al metallo adiacente in modo da non provocare
bruschi cambiamenti della sezione. L’eliminazione completa dei
difetti non deve ridurre di più del 10% lo spessore della sezione
della parte riparata. Nel caso di brache riparate con saldatura,
ciascuna braca, dopo la riparazione, deve sottostare al carico di
prova ed essere ispezionata prima di essere rimessa in servizio.
Comunque se la riparazione è effettuata con l’inserzione di un
componente ad assemblaggio meccanico, l’esame del carico di
prova non è richiesto, a condizione che:
a) il componente abbia già subito un esame di carico di prova
eseguito dal costruttore (vedere UNI ISO 7593);
b) i regolamenti e le leggi nazionali e locali lo consentano. Il
carico di prova è stato fissato per ciascun grado e ciascuna
dimensione di braca a catena. Esso è indicato nelle norme
specifiche (vedere 2), che dovrebbero essere consultate. Se
l’etichetta che identifica la braca e il suo carico limite di servizio
(CLS) è scomparsa e le informazioni necessarie non sono marcate
anche sulla maglia di testa, o poste in qualche altro modo, la
braca deve essere ritirata dal servizio.
Immagazzinaggio e cure da apportare alle brache a catena
Le brache a catena devono essere normalmente depositate su
rastrelliere o supporti studiati a questo scopo. Esse non dovrebbero
essere lasciate a terra dopo l’utilizzo, con il rischio di essere
danneggiate. Se le brache a catena sono sospese al gancio di una gru,
il gancio della braca dovrebbe essere fissato su una delle maglie
superiori. Se le brache a catena non devono essere utilizzate per un
certo tempo, dovrebbero essere pulite (vedere 6.2), asciugate e
protette contro la corrosione, per esempio oliandole leggermente
Nota — Le brache a catena non dovrebbero essere galvanizzate né
avere rivestimenti di sorta senza il consenso del costruttore.
Registrazione dei rapporti
Appropriati rapporti sono essenziali per un buon utilizzo e la
manutenzione di tutta l’attrezzatura di sollevamento. In molti
casi, la regolamentazione nazionale prescrive le modalità di
conservazione dei rapporti. Il rapporto è la storia della braca a
catena e deve precisare le date d’ispezione, esami e
manutenzione; il rapporto iniziale è una descrizione della braca
a catena e del suo marchio d’identificazione. La periodicità
delle ispezioni e la frequenza delle prove dovrebbero essere
ben precisate e menzionate nel rapporto. Dopo ogni ispezione
periodica, si dovrebbe annotare nel rapporto lo stato della
braca a catena. Dovrebbero essere ugualmente registrati i
risultati di ciascun esame Ogni volta che la braca viene riparata
dovrebbero essere precisati nel rapporto i motivi e i dettagli
della riparazione.
Imbracatura dei carichi
Le funi metalliche, le catene e le fasce di nylon devono essere scelte
tenendo conto dell’angolo formato dai tratti; quanto maggiore è
l’angolo da essi formato tanto minore è il carico sollevabile.
In generale, per una braca doppia, si hanno le seguenti riduzioni di
portata.
NB: Nel caso di braca semplice usata doppia tenere conto di una
ulteriore riduzione di portata del 30% dovuta al raggio di piegatura
attorno al gancio od al carico.
Geometria della braca
Dalla geometria della braca viene derivato il numero di
tratti di catena e, nel caso di brache multitratti, deve
essere incluso l’angolo tra i tratti o l’angolo con la verticale.
Gli angoli tra i tratti o gli angoli con la verticale devono
essere determinati come descritto nella UNI ISO 4778 e
come illustrato nel prospetto II.
Tanto più grande è l’angolo tra i tratti, tanto più piccolo è
il carico che la braca può sopportare senza superare i carichi
ammessi sui tratti (vedere fig. 1). Ogni situazione dovrebbe
essere controllata per assicurarsi che i carichi ammessi su
ogni tratto non siano superati. L’utilizzo di tratti di braca
formanti degli angoli maggiori di 60° con la verticale (angoli
tra i tratti maggiori di 120° nei casi di brache con due o
quattro tratti) non è raccomandato.
Fig. 1 - Variazione di carico sul tratto della braca in
funzione dell’angolo tra i tratti, per il sollevamento di un
carico dato P
L’area tratteggiata indica gli angoli tra i tratti maggiori
di 120° (60° con la verticale); per tali angoli le brache
non dovrebbero essere utilizzate
I paraspigoli di alluminio o di materiale plastico
proteggono la cinghia di imbracatura ed il carico in modo
uguale dal danneggiamento.
Per l’imbracatura di carichi con angoli acuti si
raccomanda l’impiego del tubo flessibile paraspigolo in
PVC.
TIPICI ESEMPI DI DIFETTI CHE POSSONO PRESENTARSI IN
UNA FUNE METALLICA
(per dare maggiore risalto, molte illustrazioni mostrano
deterioramenti esaltati e le funi rappresentate devono
essere sostituite ad uno stadio precedente)
Fig. 1 - Fili rotti e spostamento dl fili in due trefoli
adiacenti in una fune ad avvolgimento crociato -
Condizione che richiede la sostituzione
TIPICI ESEMPI DI DIFETTI CHE POSSONO PRESENTARSI IN
UNA FUNE METALLICA
Fig. 2 - Notevole numero di fili rotti, unitamente ad una grave usura,
in una fune ad avvolgimento crociato - Condizione che richiede
l’immediata sostituzione
Fig. 3 - Fili rotti in un trefolo, unitamente a lieve usura, in una fune
ad avvolgimento parallelo - Condizione che richiede ulteriori
operazioni, se questo è l’aspetto peggiore (i fili spezzati devono
essere tagliati in modo che ‘estremità sia a raso del profilo esterno).
TIPICI ESEMPI DI DIFETTI CHE POSSONO PRESENTARSI IN
UNA FUNE METALLICA
Fig. 7 - Esempio di grave corrosione
interna. Sono evidenti la riduzione dell’area
di molti fili esterni nei trefoli, dove sono in
contatto con l’anima, l’alto grado di
compressione e la mancanza di spazio tra i
trefoli - Condizione che richiede
l’immediata sostituzione
TIPICI ESEMPI DI DIFETTI CHE POSSONO PRESENTARSI IN
UNA FUNE METALLICA
Fig. 8 - Distorsione a elica: una deformazione in cui
l’asse longitudinale della fune assume la forma di
un’elica. Se la formazione supera il valore indicato in
3.5.10.1, la fune deve essere sostituita.
TIPICI ESEMPI DI DIFETTI CHE POSSONO PRESENTARSI IN
UNA FUNE METALLICA
Fig. 14 - Incremento locale del
diametro della fune, dovuto alla
sporgenza dell’anima tessile, in uno
strato degradato nella zona tra i trefoli
esterni - Condizione che richiede la
sostituzione
TIPICI ESEMPI DI DIFETTI CHE POSSONO PRESENTARSI IN
UNA FUNE METALLICA
Fig. 15 - Un grave attorcigliamento. Da notare il contorto
che causa la fuoriuscita dell’anima tessile - Condizione
che richiede l’immediata sostituzione
TIPICI ESEMPI DI DIFETTI CHE POSSONO PRESENTARSI IN
UNA FUNE METALLICA
Fig. 16 - Fune metallica che è stata attorcigliata durante
l’installazione, ma che è stata messa in opera ed ora è
soggetta a usura localizzata e ad allentamento di funi -
Condizione che richiede la sostituzione
TIPICI ESEMPI DI DIFETTI CHE POSSONO PRESENTARSI IN
UNA FUNE METALLICA
Fig. 17 - Diminuzione locale del diametro della fune,
poiché i trefoli esterni occupano Il posto dell’anima
tessile, che è distrutta. Da rilevare anche la presenza di
fili rotti - Condizione che richiede l’immediata
sostituzione
TIPICI ESEMPI DI DIFETTI CHE POSSONO PRESENTARSI IN
UNA FUNE METALLICA
Fig. 18 - Porzione appiattita, causata da schiacciamento
locale, che provoca squilibrio nei trefoli. Contemporanea
presenza di fili rotti - Condizione che richiede la
sostituzione
TIPICI ESEMPI DI DIFETTI CHE POSSONO PRESENTARSI IN
UNA FUNE METALLICA
Fig. 19 - Porzione appiattita di una fune multitrefolo,
causata da non corretto svolgimento da un tamburo - Da
notare come è aumentata la lunghezza dell’avvolgimento
dello strato esterno del trefolo. Ci sarà anche squilibrio di
tensione in condizioni di carico - Condizione che richiede
la sostituzione
TIPICI ESEMPI DI DIFETTI CHE POSSONO PRESENTARSI IN
UNA FUNE METALLICA
Fig. 20 — Esempio di grave piegamento — Condizione che
richiede la sostituzione.