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Indice
Prefazione pag. 4
Biografiadi Emilio Baumann pag. 5
Introduzione pag. 15
Teoriae pratica degli appoggi Baumann pag. 16
Ordinativi pag. 21
Impugnature pag. 25
Posizioni principali pag. 29
Esercizi fondamentali pag. 34
Prima lezione pag. 37
Seconda lezione pag. 57
Terza lezione pag. 64
Esempi di esercizi pag. 65
Conclusioni pag. 132
Bibliografia pag. 133
Prefazione
Motivo principale di questo breve testo è di rendere omaggio alla memoria del grande Maestro Emilio
Baumann,padre dellaGinnasticaItaliana.Rendere giustiziaaungrande scienziatoe proporre unattrezzodi
sua invenzione, per riportarlo all’attenzione della platea degli insegnanti di Educazione Fisica affinché si
avvalganonelle lorodidattiche degli esercizi agli appoggi.Furonoideati peressere introdotti neiprogrammi
scolastici,edevidentementene avevanotitolo... Untempogli appoggi facevanoparte dell’arredamento di
base di attrezzi delle palestre delle scolastiche.Oggi siamofortunatise le scuole posseggonouna palestra e
qualche attrezzoreduce dagli sgomberi eseguitidainsegnanti conscarsavocazione perl’insegnamento,che
preferisconofarsi appellare come “professori”.Gli esercizi agli appoggi,come lagranparte di quelli svolti ai
grandi attrezzi,devonoesserestati conosciuti e praticati,perpoterli insegnare a chi non ne ha esperienza.
Il professore nonpuònemmenosperare nell’aiutodi unlibro, e delegare un gruppo di ragazzi che faccia le
sue veci nell’insegnamento, perché non ci sono più testi attuali che ne illustrino la didattica. Bisogna
insegnarli in prima persona, e questo costa impegno, allenamento, sacrificio, fatica, e implica il condurre
uno stile di vita adeguato… Io da studente ho creduto che questi pezzi di legno fossero una varietà di
ferma-portaoferma-carta,intal modo li hovisti utilizzare.Neglianni poi,dadocente,ne ho viste e sentite
di tutte… Qualcuno li ha definiti come ferri da stiro… Ovviamente questa di cui parlo è la mia esperienza,
quella da studente e da insegnante, che da dieci anni, ogni anno, è costretto a cambiar scuola, e che ha
potutoquindi farsi un’ampiaideadi come stianole cose nel proprioterritorio.Possoaffermare che quando
ho proposto ai ragazzi gli esercizi agli appoggi (i miei, portati da casa), ho riscontrato interesse ed
entusiasmo, lo stesso suscitato da un pallone da calcio, o da basket, o da pallavolo. Ovviamente parlo di
ragazzi motivati allostudio,allacrescitapersonale,che hannoinlorolavogliadi perfezionarsi e migliorarsi
peraffrontare al meglio,undomani,lasocietàdei grandi.Ma inquestasocietà,i grandi sonopoco propensi
a dare esempi,perlomeno positivi.Eallorabisognacercare di provocare, di polemizzare, di recitar la parte
di quello che sa tutto lui, per vedere se quantomeno delle cose se ne parla, se ne discute, si prendono in
considerazione, per il bene dei grandi di domani… Per vedere se finalmente sia possibile avere nelle
palestre scolasticheun’attrezzaturadecenteche comprenda,oltre che apalline e palloni di tutti tipi, anche
i grandi e piccoli attrezzi della Ginnastica Classica. Personalmente quando mi riunisco con i miei colleghi
all’iniziodell’annoperconcordare inbase al budgetassegnatoci ciòdi cui c’è necessitàinpalestra,nonmi è
mai riuscito di ottenere una scala orizzontale, una corda per arrampicare, gli appoggi, una pertica, un
quadrosvedese,unaspalliera…Mi sono sempre state addotte le scuse più variopinte. Evidentemente non
ce n’è più bisogno… Dove insegno quest’anno, ci sono ben quattro tavoli da ping-pong e gli immancabili
step,solotre spalliere sgangherate (coni fissaggi al muroinstabili) e con i pioli rotti,che sarebberodovute
essere sostituite condellenuove almenodaquindici anni. Non mi dispiace l’aver annoiato il lettore con le
mie polemichee vicende apparentemente fuoricontesto.Ioamol’EducazioneFisica, ritengo debba essere
la base di lavoroindispensabile ascuolaanche peravviare inmodocorrettoi ragazzi ai giochi sportivi, oltre
che per insegnare loro a muoversi, e chi legge e non è mosso da altrettanto amore può tranquillamente
fermarsi qui.Agli altri sperodi offrire unavisione senza troppi errori che renda giustizia a Emilio Baumann
e alla sua opera, compito oltremodo difficile, per uno che ha i miei limiti.
Agliana, 18- 05 -2015
Emilio Baumann
Emilio Baumann nasce il 9 aprile 1843 a
Canonicad’Adda,inprovinciadi Bergamo.Nel
1847 si trasferisce con la sua famiglia a
MontorioVeronese.All’etàdi dieci anni entra
nel collegio Mazza di Verona, dove frequenta
studi classici e ha il suo primo contatto con la
ginnastica, grazie a un compagno di studi
proveniente dal Theresianumdi Viennache gli
insegna alcuni esercizi agli attrezzi.
Nel 1859-’60 frequenta solo il VII anno di
ginnasio,maintollerante di restare oltre sotto
il dominio straniero, si prepara agli esami di
licenza liceale che, saltando un anno, supera
splendidamente al liceo di Bergamo.
I successivi studi li compie nella Scuola
Normale,rivoltaallaformazione professionale
degli insegnanti di scuola elementare (sarà, in
un secondo tempo, sostituita dall’Istituto
magistrale) di Treviglio. La speranza è quella
di, una volta conseguito il diploma, ottenere
un impiego da maestro elementare nel più
breve tempo possibile, così da riuscire a far
fronte alle difficoltà economiche. È qui che su
invito del Direttore prof. Giuseppe Tiragallo,
impartisce la sua prima lezione di ginnastica, insegnando ai propri compagni gli esercizi agli anelli.
Nel 1861 puòrecarsi a Torino per frequentare il primo Corso Magistrale di Ginnastica, tenuto dal maestro
Rodolfo Obermann. Ciò è reso possibile dal generoso contributo dei suoi compagni di corso, ognuno dei
quali mette adisposizione unacertasomma,inmododa permettergli il viaggioe il soggiornonella città per
la durata dell’intero corso.
È proprio lì che conosce Costantino Reyer (1838-1931), definito da Baumann “l’infaticabile apostolo della
ginnastica seria in Italia, cioè della ginnastica militare”1
.
I due condividono non solo l’esperienza, ma ben più profondamente, le idee e le vedute relative alle
problematiche ginnico-educative dell’epoca; da ciò scaturì la nascita dell’asse veneto-romagnolo
contrappostoallascuoladi Torino. Il loro percorso sarà da questo momento inestricabilmente intrecciato.
1 Lettera di Emilio Baumann al Ministro della Pubblica Istruzione in data 12-2 1884
Baumann si diploma a Torino maestro di ginnastica
col massimo dei voti, due dieci, in anatomia e
ginnastica (fig.1)2
. L’anno successivo rientra a
Treviglio e introduce nella Scuola normale
l’insegnamento della ginnastica, istruendo i suoi
colleghi. Si propone, una volta portati a termine gli
studi, di professare il mestiere in una città che sia
sede di Università, così da potersi iscrivere alla
facoltàdi medicinae immergersi negli studi ad essa
inerenti, per comprendere più a fondo quali
scientificamente siano gli effetti della ginnastica
sull’organismo umano.
Poco prima di conseguire la patente di maestro
elementare inferiore, la numerosa famiglia si trova
in forti ristrettezze economiche, in condizioni di
quasi miseria, a causa dello scoppio della guerra di
secessione americana che rende impossibile
l’importazione di cotone e costringe il padre a
chiudere lostabilimentoincui lavora. Per aiutare se
stesso e la famiglia, Baumann s’impegna sebbene
perpochi mesi,inuna scuolaelementare autunnale
di ripetizione a Treviglio, e in un’altra nel proprio
paese. Questogli impone di camminare ogni giorno
perotto chilometri e mezzopergiungere aTreviglio,
iniziare le lezionialle 8.00 precise per poi ripartire a
mezzogiorno, ripercorrere lo stesso tragitto e
affrontare un nuovo corso dalle 14.00 a Canonica. In questo modo riesce ad aiutare la famiglia e
provvedere a se stesso, nonché a pagarsi il viaggio e mantenersi il primo mese a Bologna, dove viene
mandato su incarico governativo appena dopo aver conseguito il diploma, nel 1862.
Ivi si prodiga come maestro elementare, e successivamente di ginnastica, nel Ginnasio e nella scuola
tecnicacomunale.Ladisciplinasul territoriobologneseè già nota e inserita in alcune scuole private fin dal
1859. È, da allora, insegnata da un maestro di scuola franco-italiana: Giovan Battista Giraud3
,
appositamente chiamatodaNizzadai direttori di alcune scuole private bolognesi. Poco dopo, Baumann, è
nominato direttore della ginnastica nella provincia rilevando Giraud, e sostituendolo anche nel ruolo di
maestro di ginnastica in gran parte delle scuole private, comunali, provinciali e governative della città.
Si dedica parallelamente alla stesura di manuali e trattati di ginnastica.
Primadi iscriversi all’Università,hapremuradi assicurarsi che allafamiglianonmanchi il sostentamento di
cui necessitapervivere,perciòse ne fa carico provvedendone in prima persona. Soltanto con la fine della
guerraamericana,la situazione migliorae riesce finalmente aiscriversiallafacoltàdi medicina, nel 1864. In
sei intensissimi anni incui nonsmette di impartire e ricevere lezioni, consegue la laurea, con tanto di lode.
La tesi è riconosciuta degna di stampa e s’intitola “La ginnastica nei suoi rapporti con la medicina e
l’igiene”: segna il principio del passaggio della ginnastica da empirica a scientifica.
2 Elenco degli aspiranti maestri intervenuti al Corso Magistrale di Ginnastica istituito con rd 13 Luglio 1861, presso la
Società Ginnastica di Torino, 1861. Al secondo posto dell’elenco spicca il nome di Emilio Baumann, futuro padre della
Ginnastica Italiana (10 in Ginnastica e in Anatomia), al quindicesimo quello di Costantino Reyer (8 in Ginnastica e 9 in
anatomia).-Archivio centrale di stato,Ministero della Pubblica Istruzione s.g 1861-1894.
3 Nel 1861 sarà anch’egli allievo dell’Obermann nel primo corso governativo presso la società torinese.
Figura 1
Durante il suo percorso universitario, fonda, nel 1868 la Federazione delle Società Ginnastiche italiana,
insieme aCostantinoReyerCastagna,PietroGallo,F.Ravano,G.B. Bizzarri,Caiol, Fidora ed Orsolato. I suoi
fini sono promuovere losviluppodi nuovesocietàginnastiche(inItaliaallora solo 6, in Germania ben 2000)
e risolvere i problemi deimaestri di ginnastica sottopagati e sottostimati nelle scuole. Avendo chiaro tale
proposito, Baumann costituisce nel 1870 la Società Ginnastica “Virtus”, inizialmente composta da soli 9
soci,giovani studenti di liceo e dell’università a cui venivano impartite le lezioni; nel giro di pochi mesi la
piccolapalestramessaa loro disposizione dal Comune non è più sufficiente, i soci hanno raggiunto le 160
unità4
.
In manieragraduale,dallasocietà, Baumann riesce ad aprire una scuola gratuita per operai, una scuola di
scherma, una scuola di nuoto, una scuola di ginnastica femminile (dove insegna sua moglie Maria), e una
scuola per maestri e maestre di ginnastica. Sempre allo scopo di promuovere le società e introdurre la
ginnastica nelle scuole, la “Virtus” ricorre ad un maestro di ginnastica e scherma pagato direttamente da
Costantino Reyer perché andasse per i comuni a diffondere e introdurre le innovazioni.
Rispetto alla scuola di Torino a base eminentemente aristocratica, la “Virtus” è caratterizzata
dall’estrazioneborghesee popolare dei suoi soci,e daunamaggiore considerazione per la realtà pratica in
cui gli uomini si trovano ad agire. La ginnastica promossa in seno alla società era proiettata nel civile:
doveva essere in grado di aiutare gli individui a superare le difficoltà della vita, come saper spegnere un
incendioosoccorrere unannegato,oltre che a muoversi e camminare in modo corretto. Significativo a tal
riguardo il pensiero del Baumann:
“Non ci persuadono quegli animi così sensibili che salverebbero una mosca da un ragno, ma se qualcuno
annega non sanno chegridardalla sponda epiangere e disperarsi; che maledicono il fuoco dell’incendio ma
non possono lavorar allle pompe per il pericolo di un sudore retrocesso o perchè l’abito della festa si
sciupa…Buona gente, tutta piena di intelligenza e di cuore e che farebbe assai se potesse!...”5
In questo periodo è in atto un grosso dibattito riguardo all’inserimento della Ginnastica nelle scuole:
Baumann in particolare concentra la propria attenzione sulla pratica della ginnastica nelle scuole
elementari, come dimostra la pubblicazione del volume Programmi di ginnastica per le scuole elementari
scrittoin collaborazioneconl’amicoPietroGallo. Questa iniziativa incontra grosse resistenze, sia da parte
dei politici, che da parte del suo primo maestro: Rodolfo Obermann. Questi, di risposta a un’opera
dedicatagli proprio dal Baumann nel 1866, il Manuale di ginnastica per le scuole elementari”6
, commenta:
“si tratta di una cattiva speculazione, poiché in nessuna nazione anche progredita si è introdotta ancora la
ginnastica nelle scuole elementari”.
Sorge quindi unaprofondadiscrepanzaconla scuola torinese rappresentatadallostessoObermann, che ha
permodellolatradizione tedescae consideralaginnasticacome strumentofinalizzatoapreparare i giovani
alla pratica militare; caratterizzata dall'uso esasperato dei grandi attrezzi e impostata essenzialmente su
robustezza fisica e disciplina.
Con Baumann la ginnastica è una scienza che mira a conseguire un fine più alto: educare lo spirito e più
specialmente la volontà, cioè a formare il carattere: “ Noi tendiamo in linea secondaria a conseguire il fine
igienico del movimento corporale,mirando molto più in alto, ad educare lo spirito e più specialmente la
volontà, cioè a formarne il carattere, […] per noi la stessa coltura del corpo finisce per essere non fine a sè
medesimo, bensì il mezzo anzi l’ottimo dei mezzi al conseguimento dello scopo psico-cinesico che è
4 Relazione sulla Società “Virtus” di Bologna del presidente Gaiani del febbraio 1878 al provveditore agli studi di
Bologna. “Atti della Società Ginnastica Bolognese”; sulla costituzione e sulla storia della Società Ginnastica “Virtus”
fino ai nostri giorni.
5 E. Baumann- Il fine della ginnastica (Discorso Inaugurale del I Congresso dell'Associazione dei Maestri di
Ginnastica, pag. 9, 10 Bologna 8 gennaio 1882)
6 E. Baumann, Manuale di ginnastica perle scuole elementari-Bologna 1866
l’educazionedella volontà,poichénon esiste alcun specchio,per leggervi lo stato d’animo dell’educando che
sia più teso, nitido e sicuro dei movimenti del suo corpo”.7
“ […] Non essendo questione di braccia e di gambe e di petto o di torso, ma d’una più forte, quella a cui
miriamo e più razionale: quella dello spirito. Tra la forza del corpo e quella dello spirito, la migliore cosa
senza dubbio è quella di possederletuttee due,ma qualora si debba rinunciare a una, siamo tutti concordi,
piuttosto uno strappo alla corporea, ma rimanga intatta la spirituale”.8
È ben distante da quella ginnastica che tende solo a ingrossare i muscoli e a conferire talenti acrobatici;
l’educazione fisica da Lui propugnata parte da una concezione elevatissima delle relazioni fra il fisico e il
morale.Baumanncontrastala ginnastica"coreografica"di stampomilitare, e gli oppone la sua “Ginnastica
fra i banchi”9
. Egli propone una ginnastica naturale: stare e reggersi bene in piedi, camminare, correre,
saltare, nuotare, arrampicarsi; per aiutare l’uomo a padroneggiare se stesso nella realtà, e contribuire a
formargli il carattere.L’individuodovevaessere tenace,coraggioso,energico,equilibrato e uomo d’azione.
Egli introduce cambiamenti rispettoal sistematorinese: allapraticadei grandi attrezzi (acui nonattribuisce
un ruolo di primo piano), affianca quella dei piccoli attrezzi, verso cui lo orientò Costantino Reyer (di sei
anni più grande, ha per Lui un ruolo trainante già dai tempi del corso in cui sono stati compagni). Tra i
piccoli attrezzi hanno larga diffusione i bastoni Jäger10
, che fanno riferimento alle teorie ginnastiche
dell’omonimo ideatore.
Lo stessoBaumannsi applicherànell’invenzione,nellostudioe nellarealizzazione di nuovi attrezzi atti alla
pratica di esercizi ginnici, alcuni dei quali sono ancora oggi validi e utili.
Il divariotra le due scuole si fa ancora piùevidentenel casodellaginnasticafemminile.Per lascuola
bolognese laginnasticadovevaconsistere inveroeserciziofisico,e nonrappresentareunasemplice
coreografia(nel romanzo AmoreeGinnastica11
di EdmondoDe Amicis,si affronta
anche……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………….
fine anteprima
7 E. Baumann, La ginnastica italiana, parte prima, cit., pp. XII-XIII - Roma 1907
8 E. Baumann, discorso al banchetto in suo onore a Bologna il 10 Dicembre 1911 in risposta a quello del presidente
della Virtus.
9 E. Baumann è autore di un testo intitolato appunto La Ginnastica fra i banchi,di cui la prima edizione risale al 1870.
10 A. Forti, Teoria e pratica della bacchetta e del bastone Jäger Agliana -2015
11 E. De Amicis, Amore e Ginnastica - 1892
Quinto esercizioFigura 1
Figura 2
Figura 3
Figura 4
Figura 5
Figura 6
Figura 7
Dalla posizione di partenza framezzo in piedi (fig. 1), piegare le ginocchia ed impugnare (fig. 2).
Sollevare i piedi da terra e distendere le gambe indietro fino ad assumere la posizione di corpo
protesodietro(fig.3).Saltare apiedi uniti inavanti finoallaposizionedi framezzo gambe piegate (fig.
4). Sollevare i piedi da terra e distendere le gambe in avanti fino ad assumere la posizione di corpo
protesoavanti (fig.5).Sollevare i piedi e flettere le ginocchiafinoatornare nellaposizione di partenza
framezzo gambe piegate (fig. 6). Lasciare gli appoggi a terra e raddrizzare le ginocchia fino alla
posizione in piedi (fig. 7).
Sesto esercizioFigura 1
Figura 2
Figura 3
Figura 4
Figura 5
Figura 6
Figura 7
Dallaposizione di partenza avanti in piedi (fig. 1) piegare le gambe ed impugnare (fig. 2). Sollevare i
piedi uniti e distenderele gambe indietrofinoadassumere laposizione di corpoprotesodietro(fig.3).
Saltare a piedi uniti in avanti fino alla posizione di partenza avanti gambe piegate (fig. 4). Sollevare i
piedi ed estendere le gambe in avanti fino a corpo proteso avanti (fig. 5). Tornare nella posizione di
partenzaavanti a gambe piegate (fig.6).Lasciare gli appoggi aterra e raddrizzare le ginocchia fino alla
posizione in piedi (fig. 7).
Settimo esercizio
Dallaposizione di partenzaframezzo in piedi (fig.
1), piegare le ginocchia ed impugnare (fig. 2).
Sollevare i piedi da terra e distendere le gambe
indietro fino ad assumere la posizione di corpo
proteso dietro (fig. 3).
Saltare direttamente in avanti, senza toccare i piedi a terra, fino alla posizione di corpo proteso
avanti (fig.4).Sollevare i piedie flettere le ginocchiafinoapartenzaframezzoagambe piegate (fig.
5). Lasciare gli appoggi a terra e raddrizzare le ginocchia fino alla posizione in piedi (fig. 7).
Figura 1
Figura 2
2
Figura 3
Figura 4
Figura 5
Figura 6
Terza lezione
Dellaterzalezione fannoparte gli esercizi piùimpegnativi,trai quali Baumann elenca come obiettivoda
raggiungere le seguenti posizioni:
Raccolta sollevata
framezzo
Raccolta sollevata dietro
Raccolta sollevata avanti Squadrasollevata
Esempi di esercizi possibili da eseguire a sé stanti o da
introdurre come varianti in quelli già illustrati
Primo esercizio
Dallaposizione inpiedi braccialungoi fianchi,mani libere,sbilanciarsi gradualmente inavanti fino
a perdere l’equilibrio e cadere, ammortizzando l’urto con un leggero piegamento sui gomiti, in
appoggio ritto sulle braccia, mani che impugnano gli appoggi, in corpo proteso dietro (fig. 1).
Dalla posizione in piedi braccia lungo i fianchi, mani che impugnano gli appoggi, sbilanciarsi
gradualmente in avanti fino a perdere l’equilibrio e cadere, ammortizzando l’urto con un leggero
piegamentosui gomiti, inappoggiorittosullebraccia, incorpo protesodietro(fig.2). I due esercizi
descritti sono fondamentali per educare i riflessi paracadute.
Figura 1
Figura 2
Secondo esercizio
Dalla posizione di corpo proteso dietro gambe divaricate (fig.1), eseguire prima una circonduzione
completa in avanti del braccio destro (fig. 2, 3, 4, 5), poi di quello sinistro (fig. 6, 7, 8, 9).
Figura 1 Figura 2 Figura 3
Figura 4 Figura 5 Figura 6
Figura 7 Figura 8 Figura 9
Fine anteprima

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Teoria e pratica degli appoggi Baumann Alberto Forti

  • 1.
  • 2. Indice Prefazione pag. 4 Biografiadi Emilio Baumann pag. 5 Introduzione pag. 15 Teoriae pratica degli appoggi Baumann pag. 16 Ordinativi pag. 21 Impugnature pag. 25 Posizioni principali pag. 29 Esercizi fondamentali pag. 34 Prima lezione pag. 37 Seconda lezione pag. 57 Terza lezione pag. 64 Esempi di esercizi pag. 65 Conclusioni pag. 132 Bibliografia pag. 133
  • 3. Prefazione Motivo principale di questo breve testo è di rendere omaggio alla memoria del grande Maestro Emilio Baumann,padre dellaGinnasticaItaliana.Rendere giustiziaaungrande scienziatoe proporre unattrezzodi sua invenzione, per riportarlo all’attenzione della platea degli insegnanti di Educazione Fisica affinché si avvalganonelle lorodidattiche degli esercizi agli appoggi.Furonoideati peressere introdotti neiprogrammi scolastici,edevidentementene avevanotitolo... Untempogli appoggi facevanoparte dell’arredamento di base di attrezzi delle palestre delle scolastiche.Oggi siamofortunatise le scuole posseggonouna palestra e qualche attrezzoreduce dagli sgomberi eseguitidainsegnanti conscarsavocazione perl’insegnamento,che preferisconofarsi appellare come “professori”.Gli esercizi agli appoggi,come lagranparte di quelli svolti ai grandi attrezzi,devonoesserestati conosciuti e praticati,perpoterli insegnare a chi non ne ha esperienza. Il professore nonpuònemmenosperare nell’aiutodi unlibro, e delegare un gruppo di ragazzi che faccia le sue veci nell’insegnamento, perché non ci sono più testi attuali che ne illustrino la didattica. Bisogna insegnarli in prima persona, e questo costa impegno, allenamento, sacrificio, fatica, e implica il condurre uno stile di vita adeguato… Io da studente ho creduto che questi pezzi di legno fossero una varietà di ferma-portaoferma-carta,intal modo li hovisti utilizzare.Neglianni poi,dadocente,ne ho viste e sentite di tutte… Qualcuno li ha definiti come ferri da stiro… Ovviamente questa di cui parlo è la mia esperienza, quella da studente e da insegnante, che da dieci anni, ogni anno, è costretto a cambiar scuola, e che ha potutoquindi farsi un’ampiaideadi come stianole cose nel proprioterritorio.Possoaffermare che quando ho proposto ai ragazzi gli esercizi agli appoggi (i miei, portati da casa), ho riscontrato interesse ed entusiasmo, lo stesso suscitato da un pallone da calcio, o da basket, o da pallavolo. Ovviamente parlo di ragazzi motivati allostudio,allacrescitapersonale,che hannoinlorolavogliadi perfezionarsi e migliorarsi peraffrontare al meglio,undomani,lasocietàdei grandi.Ma inquestasocietà,i grandi sonopoco propensi a dare esempi,perlomeno positivi.Eallorabisognacercare di provocare, di polemizzare, di recitar la parte di quello che sa tutto lui, per vedere se quantomeno delle cose se ne parla, se ne discute, si prendono in considerazione, per il bene dei grandi di domani… Per vedere se finalmente sia possibile avere nelle palestre scolasticheun’attrezzaturadecenteche comprenda,oltre che apalline e palloni di tutti tipi, anche i grandi e piccoli attrezzi della Ginnastica Classica. Personalmente quando mi riunisco con i miei colleghi all’iniziodell’annoperconcordare inbase al budgetassegnatoci ciòdi cui c’è necessitàinpalestra,nonmi è mai riuscito di ottenere una scala orizzontale, una corda per arrampicare, gli appoggi, una pertica, un quadrosvedese,unaspalliera…Mi sono sempre state addotte le scuse più variopinte. Evidentemente non ce n’è più bisogno… Dove insegno quest’anno, ci sono ben quattro tavoli da ping-pong e gli immancabili step,solotre spalliere sgangherate (coni fissaggi al muroinstabili) e con i pioli rotti,che sarebberodovute essere sostituite condellenuove almenodaquindici anni. Non mi dispiace l’aver annoiato il lettore con le mie polemichee vicende apparentemente fuoricontesto.Ioamol’EducazioneFisica, ritengo debba essere la base di lavoroindispensabile ascuolaanche peravviare inmodocorrettoi ragazzi ai giochi sportivi, oltre che per insegnare loro a muoversi, e chi legge e non è mosso da altrettanto amore può tranquillamente fermarsi qui.Agli altri sperodi offrire unavisione senza troppi errori che renda giustizia a Emilio Baumann e alla sua opera, compito oltremodo difficile, per uno che ha i miei limiti. Agliana, 18- 05 -2015
  • 4. Emilio Baumann Emilio Baumann nasce il 9 aprile 1843 a Canonicad’Adda,inprovinciadi Bergamo.Nel 1847 si trasferisce con la sua famiglia a MontorioVeronese.All’etàdi dieci anni entra nel collegio Mazza di Verona, dove frequenta studi classici e ha il suo primo contatto con la ginnastica, grazie a un compagno di studi proveniente dal Theresianumdi Viennache gli insegna alcuni esercizi agli attrezzi. Nel 1859-’60 frequenta solo il VII anno di ginnasio,maintollerante di restare oltre sotto il dominio straniero, si prepara agli esami di licenza liceale che, saltando un anno, supera splendidamente al liceo di Bergamo. I successivi studi li compie nella Scuola Normale,rivoltaallaformazione professionale degli insegnanti di scuola elementare (sarà, in un secondo tempo, sostituita dall’Istituto magistrale) di Treviglio. La speranza è quella di, una volta conseguito il diploma, ottenere un impiego da maestro elementare nel più breve tempo possibile, così da riuscire a far fronte alle difficoltà economiche. È qui che su invito del Direttore prof. Giuseppe Tiragallo, impartisce la sua prima lezione di ginnastica, insegnando ai propri compagni gli esercizi agli anelli. Nel 1861 puòrecarsi a Torino per frequentare il primo Corso Magistrale di Ginnastica, tenuto dal maestro Rodolfo Obermann. Ciò è reso possibile dal generoso contributo dei suoi compagni di corso, ognuno dei quali mette adisposizione unacertasomma,inmododa permettergli il viaggioe il soggiornonella città per la durata dell’intero corso. È proprio lì che conosce Costantino Reyer (1838-1931), definito da Baumann “l’infaticabile apostolo della ginnastica seria in Italia, cioè della ginnastica militare”1 . I due condividono non solo l’esperienza, ma ben più profondamente, le idee e le vedute relative alle problematiche ginnico-educative dell’epoca; da ciò scaturì la nascita dell’asse veneto-romagnolo contrappostoallascuoladi Torino. Il loro percorso sarà da questo momento inestricabilmente intrecciato. 1 Lettera di Emilio Baumann al Ministro della Pubblica Istruzione in data 12-2 1884
  • 5. Baumann si diploma a Torino maestro di ginnastica col massimo dei voti, due dieci, in anatomia e ginnastica (fig.1)2 . L’anno successivo rientra a Treviglio e introduce nella Scuola normale l’insegnamento della ginnastica, istruendo i suoi colleghi. Si propone, una volta portati a termine gli studi, di professare il mestiere in una città che sia sede di Università, così da potersi iscrivere alla facoltàdi medicinae immergersi negli studi ad essa inerenti, per comprendere più a fondo quali scientificamente siano gli effetti della ginnastica sull’organismo umano. Poco prima di conseguire la patente di maestro elementare inferiore, la numerosa famiglia si trova in forti ristrettezze economiche, in condizioni di quasi miseria, a causa dello scoppio della guerra di secessione americana che rende impossibile l’importazione di cotone e costringe il padre a chiudere lostabilimentoincui lavora. Per aiutare se stesso e la famiglia, Baumann s’impegna sebbene perpochi mesi,inuna scuolaelementare autunnale di ripetizione a Treviglio, e in un’altra nel proprio paese. Questogli impone di camminare ogni giorno perotto chilometri e mezzopergiungere aTreviglio, iniziare le lezionialle 8.00 precise per poi ripartire a mezzogiorno, ripercorrere lo stesso tragitto e affrontare un nuovo corso dalle 14.00 a Canonica. In questo modo riesce ad aiutare la famiglia e provvedere a se stesso, nonché a pagarsi il viaggio e mantenersi il primo mese a Bologna, dove viene mandato su incarico governativo appena dopo aver conseguito il diploma, nel 1862. Ivi si prodiga come maestro elementare, e successivamente di ginnastica, nel Ginnasio e nella scuola tecnicacomunale.Ladisciplinasul territoriobologneseè già nota e inserita in alcune scuole private fin dal 1859. È, da allora, insegnata da un maestro di scuola franco-italiana: Giovan Battista Giraud3 , appositamente chiamatodaNizzadai direttori di alcune scuole private bolognesi. Poco dopo, Baumann, è nominato direttore della ginnastica nella provincia rilevando Giraud, e sostituendolo anche nel ruolo di maestro di ginnastica in gran parte delle scuole private, comunali, provinciali e governative della città. Si dedica parallelamente alla stesura di manuali e trattati di ginnastica. Primadi iscriversi all’Università,hapremuradi assicurarsi che allafamiglianonmanchi il sostentamento di cui necessitapervivere,perciòse ne fa carico provvedendone in prima persona. Soltanto con la fine della guerraamericana,la situazione migliorae riesce finalmente aiscriversiallafacoltàdi medicina, nel 1864. In sei intensissimi anni incui nonsmette di impartire e ricevere lezioni, consegue la laurea, con tanto di lode. La tesi è riconosciuta degna di stampa e s’intitola “La ginnastica nei suoi rapporti con la medicina e l’igiene”: segna il principio del passaggio della ginnastica da empirica a scientifica. 2 Elenco degli aspiranti maestri intervenuti al Corso Magistrale di Ginnastica istituito con rd 13 Luglio 1861, presso la Società Ginnastica di Torino, 1861. Al secondo posto dell’elenco spicca il nome di Emilio Baumann, futuro padre della Ginnastica Italiana (10 in Ginnastica e in Anatomia), al quindicesimo quello di Costantino Reyer (8 in Ginnastica e 9 in anatomia).-Archivio centrale di stato,Ministero della Pubblica Istruzione s.g 1861-1894. 3 Nel 1861 sarà anch’egli allievo dell’Obermann nel primo corso governativo presso la società torinese. Figura 1
  • 6. Durante il suo percorso universitario, fonda, nel 1868 la Federazione delle Società Ginnastiche italiana, insieme aCostantinoReyerCastagna,PietroGallo,F.Ravano,G.B. Bizzarri,Caiol, Fidora ed Orsolato. I suoi fini sono promuovere losviluppodi nuovesocietàginnastiche(inItaliaallora solo 6, in Germania ben 2000) e risolvere i problemi deimaestri di ginnastica sottopagati e sottostimati nelle scuole. Avendo chiaro tale proposito, Baumann costituisce nel 1870 la Società Ginnastica “Virtus”, inizialmente composta da soli 9 soci,giovani studenti di liceo e dell’università a cui venivano impartite le lezioni; nel giro di pochi mesi la piccolapalestramessaa loro disposizione dal Comune non è più sufficiente, i soci hanno raggiunto le 160 unità4 . In manieragraduale,dallasocietà, Baumann riesce ad aprire una scuola gratuita per operai, una scuola di scherma, una scuola di nuoto, una scuola di ginnastica femminile (dove insegna sua moglie Maria), e una scuola per maestri e maestre di ginnastica. Sempre allo scopo di promuovere le società e introdurre la ginnastica nelle scuole, la “Virtus” ricorre ad un maestro di ginnastica e scherma pagato direttamente da Costantino Reyer perché andasse per i comuni a diffondere e introdurre le innovazioni. Rispetto alla scuola di Torino a base eminentemente aristocratica, la “Virtus” è caratterizzata dall’estrazioneborghesee popolare dei suoi soci,e daunamaggiore considerazione per la realtà pratica in cui gli uomini si trovano ad agire. La ginnastica promossa in seno alla società era proiettata nel civile: doveva essere in grado di aiutare gli individui a superare le difficoltà della vita, come saper spegnere un incendioosoccorrere unannegato,oltre che a muoversi e camminare in modo corretto. Significativo a tal riguardo il pensiero del Baumann: “Non ci persuadono quegli animi così sensibili che salverebbero una mosca da un ragno, ma se qualcuno annega non sanno chegridardalla sponda epiangere e disperarsi; che maledicono il fuoco dell’incendio ma non possono lavorar allle pompe per il pericolo di un sudore retrocesso o perchè l’abito della festa si sciupa…Buona gente, tutta piena di intelligenza e di cuore e che farebbe assai se potesse!...”5 In questo periodo è in atto un grosso dibattito riguardo all’inserimento della Ginnastica nelle scuole: Baumann in particolare concentra la propria attenzione sulla pratica della ginnastica nelle scuole elementari, come dimostra la pubblicazione del volume Programmi di ginnastica per le scuole elementari scrittoin collaborazioneconl’amicoPietroGallo. Questa iniziativa incontra grosse resistenze, sia da parte dei politici, che da parte del suo primo maestro: Rodolfo Obermann. Questi, di risposta a un’opera dedicatagli proprio dal Baumann nel 1866, il Manuale di ginnastica per le scuole elementari”6 , commenta: “si tratta di una cattiva speculazione, poiché in nessuna nazione anche progredita si è introdotta ancora la ginnastica nelle scuole elementari”. Sorge quindi unaprofondadiscrepanzaconla scuola torinese rappresentatadallostessoObermann, che ha permodellolatradizione tedescae consideralaginnasticacome strumentofinalizzatoapreparare i giovani alla pratica militare; caratterizzata dall'uso esasperato dei grandi attrezzi e impostata essenzialmente su robustezza fisica e disciplina. Con Baumann la ginnastica è una scienza che mira a conseguire un fine più alto: educare lo spirito e più specialmente la volontà, cioè a formare il carattere: “ Noi tendiamo in linea secondaria a conseguire il fine igienico del movimento corporale,mirando molto più in alto, ad educare lo spirito e più specialmente la volontà, cioè a formarne il carattere, […] per noi la stessa coltura del corpo finisce per essere non fine a sè medesimo, bensì il mezzo anzi l’ottimo dei mezzi al conseguimento dello scopo psico-cinesico che è 4 Relazione sulla Società “Virtus” di Bologna del presidente Gaiani del febbraio 1878 al provveditore agli studi di Bologna. “Atti della Società Ginnastica Bolognese”; sulla costituzione e sulla storia della Società Ginnastica “Virtus” fino ai nostri giorni. 5 E. Baumann- Il fine della ginnastica (Discorso Inaugurale del I Congresso dell'Associazione dei Maestri di Ginnastica, pag. 9, 10 Bologna 8 gennaio 1882) 6 E. Baumann, Manuale di ginnastica perle scuole elementari-Bologna 1866
  • 7. l’educazionedella volontà,poichénon esiste alcun specchio,per leggervi lo stato d’animo dell’educando che sia più teso, nitido e sicuro dei movimenti del suo corpo”.7 “ […] Non essendo questione di braccia e di gambe e di petto o di torso, ma d’una più forte, quella a cui miriamo e più razionale: quella dello spirito. Tra la forza del corpo e quella dello spirito, la migliore cosa senza dubbio è quella di possederletuttee due,ma qualora si debba rinunciare a una, siamo tutti concordi, piuttosto uno strappo alla corporea, ma rimanga intatta la spirituale”.8 È ben distante da quella ginnastica che tende solo a ingrossare i muscoli e a conferire talenti acrobatici; l’educazione fisica da Lui propugnata parte da una concezione elevatissima delle relazioni fra il fisico e il morale.Baumanncontrastala ginnastica"coreografica"di stampomilitare, e gli oppone la sua “Ginnastica fra i banchi”9 . Egli propone una ginnastica naturale: stare e reggersi bene in piedi, camminare, correre, saltare, nuotare, arrampicarsi; per aiutare l’uomo a padroneggiare se stesso nella realtà, e contribuire a formargli il carattere.L’individuodovevaessere tenace,coraggioso,energico,equilibrato e uomo d’azione. Egli introduce cambiamenti rispettoal sistematorinese: allapraticadei grandi attrezzi (acui nonattribuisce un ruolo di primo piano), affianca quella dei piccoli attrezzi, verso cui lo orientò Costantino Reyer (di sei anni più grande, ha per Lui un ruolo trainante già dai tempi del corso in cui sono stati compagni). Tra i piccoli attrezzi hanno larga diffusione i bastoni Jäger10 , che fanno riferimento alle teorie ginnastiche dell’omonimo ideatore. Lo stessoBaumannsi applicherànell’invenzione,nellostudioe nellarealizzazione di nuovi attrezzi atti alla pratica di esercizi ginnici, alcuni dei quali sono ancora oggi validi e utili. Il divariotra le due scuole si fa ancora piùevidentenel casodellaginnasticafemminile.Per lascuola bolognese laginnasticadovevaconsistere inveroeserciziofisico,e nonrappresentareunasemplice coreografia(nel romanzo AmoreeGinnastica11 di EdmondoDe Amicis,si affronta anche…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………………. fine anteprima 7 E. Baumann, La ginnastica italiana, parte prima, cit., pp. XII-XIII - Roma 1907 8 E. Baumann, discorso al banchetto in suo onore a Bologna il 10 Dicembre 1911 in risposta a quello del presidente della Virtus. 9 E. Baumann è autore di un testo intitolato appunto La Ginnastica fra i banchi,di cui la prima edizione risale al 1870. 10 A. Forti, Teoria e pratica della bacchetta e del bastone Jäger Agliana -2015 11 E. De Amicis, Amore e Ginnastica - 1892
  • 8. Quinto esercizioFigura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Dalla posizione di partenza framezzo in piedi (fig. 1), piegare le ginocchia ed impugnare (fig. 2). Sollevare i piedi da terra e distendere le gambe indietro fino ad assumere la posizione di corpo protesodietro(fig.3).Saltare apiedi uniti inavanti finoallaposizionedi framezzo gambe piegate (fig. 4). Sollevare i piedi da terra e distendere le gambe in avanti fino ad assumere la posizione di corpo protesoavanti (fig.5).Sollevare i piedi e flettere le ginocchiafinoatornare nellaposizione di partenza framezzo gambe piegate (fig. 6). Lasciare gli appoggi a terra e raddrizzare le ginocchia fino alla posizione in piedi (fig. 7).
  • 9. Sesto esercizioFigura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Dallaposizione di partenza avanti in piedi (fig. 1) piegare le gambe ed impugnare (fig. 2). Sollevare i piedi uniti e distenderele gambe indietrofinoadassumere laposizione di corpoprotesodietro(fig.3). Saltare a piedi uniti in avanti fino alla posizione di partenza avanti gambe piegate (fig. 4). Sollevare i piedi ed estendere le gambe in avanti fino a corpo proteso avanti (fig. 5). Tornare nella posizione di partenzaavanti a gambe piegate (fig.6).Lasciare gli appoggi aterra e raddrizzare le ginocchia fino alla posizione in piedi (fig. 7).
  • 10. Settimo esercizio Dallaposizione di partenzaframezzo in piedi (fig. 1), piegare le ginocchia ed impugnare (fig. 2). Sollevare i piedi da terra e distendere le gambe indietro fino ad assumere la posizione di corpo proteso dietro (fig. 3). Saltare direttamente in avanti, senza toccare i piedi a terra, fino alla posizione di corpo proteso avanti (fig.4).Sollevare i piedie flettere le ginocchiafinoapartenzaframezzoagambe piegate (fig. 5). Lasciare gli appoggi a terra e raddrizzare le ginocchia fino alla posizione in piedi (fig. 7). Figura 1 Figura 2 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6
  • 11. Terza lezione Dellaterzalezione fannoparte gli esercizi piùimpegnativi,trai quali Baumann elenca come obiettivoda raggiungere le seguenti posizioni: Raccolta sollevata framezzo Raccolta sollevata dietro Raccolta sollevata avanti Squadrasollevata
  • 12. Esempi di esercizi possibili da eseguire a sé stanti o da introdurre come varianti in quelli già illustrati Primo esercizio Dallaposizione inpiedi braccialungoi fianchi,mani libere,sbilanciarsi gradualmente inavanti fino a perdere l’equilibrio e cadere, ammortizzando l’urto con un leggero piegamento sui gomiti, in appoggio ritto sulle braccia, mani che impugnano gli appoggi, in corpo proteso dietro (fig. 1). Dalla posizione in piedi braccia lungo i fianchi, mani che impugnano gli appoggi, sbilanciarsi gradualmente in avanti fino a perdere l’equilibrio e cadere, ammortizzando l’urto con un leggero piegamentosui gomiti, inappoggiorittosullebraccia, incorpo protesodietro(fig.2). I due esercizi descritti sono fondamentali per educare i riflessi paracadute. Figura 1 Figura 2
  • 13. Secondo esercizio Dalla posizione di corpo proteso dietro gambe divaricate (fig.1), eseguire prima una circonduzione completa in avanti del braccio destro (fig. 2, 3, 4, 5), poi di quello sinistro (fig. 6, 7, 8, 9). Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9