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Editor's Notes

  1. Investire in salute nei primi anni di vita rende: arola di economista
  2. Con l’ entrata in vigore della c.d. Legge Gasparri, nel 2004, sull’ assetto del sistema televisivo, veniva vietato indiscriminatamente l’ impiego di minori degli anni quattordici nei messaggi pubblicitari radiotelevisivi e negli spot. Questo gettava nello sconforto il mondo della comunicazione, essendovi prodotti che, per loro natura, non possono che essere promossi attraverso immagini del mondo infantile (si pensi ai passeggini o agli alimenti per lo svezzamento). Il divieto parve aberrante, anche perché i minori continuavano ad essere utilizzabili per i messaggi stampa e per le affissioni, ad esempio, concernendo il divieto solo la radio e la televisione. Un’ altra stranezza della norma consisteva nel fatto che, mentre l’ utilizzo di minori degli anni quattordici era consentito in programmi radiotelevisivi, sia pure nel rispetto del regolamento (emanato nel 2006), l’ impiego di bambini era invece vietato tout court in pubblicità, dove comunque la presenza è molto più breve rispetto, ad esempio, a quella necessaria per registrare le puntate di una sit-comedy. Il divieto venne abrogato con la legge 6 febbraio 2006, n. 37. La Legge Gasparri, al di là dell’ utilizzo dei minori in pubblicità, vieta, comunque, ogni forma di comunicazione pubblicitaria avente come oggetto bevande contenenti alcool, sia all'interno dei programmi direttamente rivolti ai minori, sia nelle interruzioni pubblicitarie immediatamente precedenti e successive. Il Codice di Autodisciplina si occupa anche dei piccoli protagonisti dei messaggi pubblicitari e stabilisce che l'impiego di bambini e adolescenti nella comunicazione deve evitare ogni abuso dei naturali sentimenti degli adulti per i più giovani
  3. D.M. 27 aprile 2006, n. 218, Regolamento recante disciplina dell'impiego di minori di anni quattordici in programmi televisivi - D. Lgs. 2 agosto 2007, n. 145, Attuazione dell'articolo 14 della direttiva 2005/29/CE che modifica la direttiva 84/450/CEE sulla pubblicità ingannevole - Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale
  4. In alcune forme di pubblicità la partecipazione dei bambini è spesso “necessaria” per il fatto di riguardare prodotti specificamente ricvolti a questa fascia di mercato. Ci sono tuttavia molte pubblicità dove vengono utilizzati bambini anche se il prodotto non è affatto rivolto a loro. Questi tipi di pubblicità servono solo a fare leva sulle emozioni dello spettatore.
  5. Nell’età infantile i bambini attraversano una fase di apprendimento mediata dal gioco e dalla rappresentazione. Il gioco di fantasia o di finzione è comune a tutti i bambini già dal primo anno di vita. Dal 3 anno in poi il gioco di finzione richiede abilità sofisticate di interrelazione con i coetanei . In pratica sono in grado di rappresentare un personaggio e di capire quando un altro bambino si finge un altro personaggio. Tra i tre e i cinque anni i bambini perfezionato la capacità di differenziare la realtà dalla fantasia e solo dai sette anni consolidano il loro pensiero razionale basato sulla realtà. La funzione dell’adulto, soprattutto genitori e altre figure di riferimento , è di aiutare il bambino a capire ciò che è reale da ciò che non lo è.. I bambini apprendono nozioni sulla realtà dalle persone in cui credono o hanno fiducia . Se il bambino è sottoposto a situazioni difficili o non chiare e non è supportato da un adulto in questa fase di fragilità, diventerà fortemente confuso, incapace di analizzare ciò che gli viene proposto e adattarvisi. Se il bambino è fortemente supportato da un adulto è invece in grado di ricevere assistenza e interpretare il mondo.
  6. L’adulto che assiste il bambino coinvolto in una finzione a scopo di spettacolo o pubblicità è responsabile del fatto che il bambino comprenda le sue azioni in modo accurato e moralmente responsabile..
  7. A causa di questa spinta spesso vengono trascurati gli aspetti educativi e scolastici, dal momento che la scuola e il curriculum scolastico appaiono secondari rispetto al fatto di acquisire notorietà che potrebbe portare a fama e denaro in modo più rapido.
  8. A causa dell’aumento del numero di spot, trasmissioni e pubblicità che utilizzano i bambini come protagonisti, e delle forti aspettative che i genitori riversano su queste opportunità, i bambini devono affrontare situazioni spesso molto stressanti. Essere esposti in modo ridicolo o umiliante rappresenta un abuso emozionale e psicologico , grave quanto un abuso fisico nei suoi effetti. Infatti i bambini soggetti a questi stress spesso hanno danni permanenti della loro autostima.