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Dott.	Alberto	Ferrando	
Prof.	a	contratto	in	Pediatria	ambulatoriale
PEDIATRA
Coordinatore		Garanti	dell’Infanzia		UNICEF
Pres.		Ass.	pediatri	Extraospedalieri liguri	(APEL)
-www.apel-pediatri.org
-www.ferrandoalberto.blogspot.it
-aferrand@fastwebnet.it
-3388687583
3) Cassetta dei medicinali
Malattie
4) Anafilassi (trattasi di reazione allergica pericolosa)
5) Congiuntivite
6) Convulsioni Febbrili
7) Diarrea (Gastroenterite), rigurgito e vomito
8) Disidratazione
9) Dolore in generale
10) Dolore alle orecchie
11) Dolore ai denti
12) Dolore alla testa (cefalea)
SE	lasciate	la	vostra	mail	Vi	invio:
- Materiale	e	poster	su	manovre
- Vi	posso	inserire	nella	mailing	list	di	
discussione	di	pediatri	liguri	ove	si	parla	di	
bambini:	forum@apel-pediatri.it
- Vi	posso	inserire	nella	mailing	list	di	
informazione	(CORSI@forum@apel-
pediatri.it)
SITUAZIONI DA NON SOTTOVALUTARE MAI!!
• Si comporta in modo strano e appare sonnolento o meno vigile.
• Non risponde alle vostre domande.
• È privo di coscienza o non risponde agli stimoli.
• Ha convulsioni (contrazioni ritmiche e perdita di coscienza).
• Presenta difficoltà a respirare.
• Colorito della pelle o delle labbra blu, porpora o grigio.
• Rigidità al collo associato a febbre e a dolore marcato alle gambe o che
aumenta nel tempo e/o macchie diffuse di colore rosso intenso, che non
scompaiono se si preme la pelle intorno (si chiamano petecchie), su
qualsiasi parte del corpo (situazione di sospetta meningite).
• Perdita di coscienza, stato confusionale, mal di testa o vomito dopo un
trauma cranico.
• Febbre molto alta, sopra i 39-40°C, se associata a macchie rosso intenso
con emorragie (come lividi o ematomi).
• Tagli profondi che interessano la testa o il torace o l’addome, oppure
tagli da cui esce sangue a spruzzi (taglio di arteria).
• Un’ampia ustione o ustione che interessa il volto o le mani.
• Fratture scomposte.
• Morso di vipera.
COSA	FARE	IN	SITUAZIONI	DI	EMERGENZA
• Cercare	di	mantenere	la	calma		e	di	ragionare.
• Chiamare	aiuto	(in	casa,	un	vicino,	dei	passanti	per	la	strada).
• Se	è	stato	fatto	un	corso	di	rianimazione	cardiopolmonare	iniziare	a	metterlo	in	atto	
se	il	bambino	non	respira	e	richiedere	o	utilizzare,	se	a	disposizione,	un	
defibrillatore	semiautomatico.
• Se	il	bambino	ha	inalato	un	corpo	estraneo	chiedere	aiuto	e	praticare	
immediatamente	le	manovre	antisoffocamento.
• Se	ha	ingerito	sostanze	o	farmaci	tel al	Centro	Antiveleni	038224444
• Far	telefonare	o,	se	non	sono	presenti	altre	persone,	telefonare	al	118/112.
• Applicare	una	pressione	continua	nella	sede	del	sanguinamento,	se	presente.
• Sistemare	il	bambino	sul	pavimento	in	posizione	laterale	di	sicurezza	o	con	la	testa	
deviata	sul	lato	se	ha	una	convulsione.	Non	mettere	niente	in	bocca.
• Non	spostare	il	bambino	traumatizzato	salvo	che	non	sia	in	una	situazione	di	
pericolo.
• Restare	con	il	bambino	finché	non	arrivano	i	soccorsi.
• Portare	in	ospedale	qualsiasi	medicinale	o	sostanze	sospette	che	il	bambino	possa	
avere	ingerito.
• In	ospedale	comunicare	il	nome	del	vostro	pediatra.
La cassetta dei medicinali
Farmaci per patologie specifiche:
• antibiotico ad ampio spettro;
• cortisonico per bocca (per allergie);
• antistaminico per bocca;
• antidiarroico (nei bambini l’unico farmaco da usare per la
diarrea è il racecadotril) o prodotti che hanno una
funzione “locale” sull’intestino e non farmaci per l’adulto
come la loperamide;
• antipiretici e antidolorifici: paracetamolo e ibuprofene
disponibili in gocce (paracetamolo), sciroppo e supposte;
• integratori di sali minerali per ripristinare i liquidi in caso
di diarrea;
• supposte o perette di glicerina
• pomata antibiotico-cortisonica;
• pomata cicatrizzante;
• pomata al cloruro di alluminio (punture di insetti, meduse,
escoriazioni).
Attrezzature per le piccole emergenze
• kit di pronto soccorso per l’auto;
• termometro digitale;
• aghi sterili;
• guanti monouso sterili;
• 1 pinza per zecche;
• torcia tascabile;
• garze e bende;
• bende elastiche;
• disinfettante non alcolico;
• cerotti di vario tipo compresi i cerotti “Steri fix”;
• borsa per ghiaccio istantaneo;
• pinzettine sterili;
• siringa da 10 cc (per detersione ferite);
• soluzione fisiologica;
• Simeticone e carbone vegetale
• Infettiva
• Allergica
Cosa fare
• Se origine batterica, il pediatra può prescrivere
un antibiotico in crema o in collirio.
• Se l’irritazione è provocata da una congiuntivite
allergica, il medico può prescrivere uno o più tipi
di collirio indicati in caso di allergie (antistaminici
o cortisonici). A volte si può ricorrere a terapia
con antistaminici per bocca.
• In caso di congiuntivite allergica è necessario
cercare di evitare, se possibile, i fattori che
scatenano l’allergia.
• Lavare delicatamente le palpebre con soluzione
fisiologica o camomilla o acqua corrente.
• Un impacco freddo può essere utile per alleviare
la congiuntivite allergica.
Cosa non fare
Somministrare colliri antibiotici o
cortisonici o associati insieme, senza il
parere del medico.
Toccarsi gli occhi con le mani.
Condividere gli asciugamani e la biancheria.
E’ necessario consultare il pediatra se la
situazione non migliora, il dolore aumenta e
l’occhio diventa sempre più rosso o compare
la febbre.
La diagnosi differenziale va fatta con la
sinusite etmoidale che necessita
un’immediata terapia antibiotica
Cosa fate se un bambino vicino a voi fa uno
strano suono e poi cade improvvisamente a
terra, privo di conoscenza, si irrigidisce sulla
schiena per qualche secondo e poi comincia a
scuotere violentemente braccia e gambe?
CONVULSIONI
1.		Metti	qualcosa	tra	i	denti	per	evitare	che	si			
morda	la	lingua	
2. Allontana	gli	oggetti	che	possono	ferirlo	e	
ruotalo		su		un	fianco	
3. Trattieni		braccia	e	gambe	verso	terra		
4.	Inizia	la	respirazione	bocca-a-bocca
Cosa sapere
Le convulsioni febbrili (CF) sono crisi convulsive che si
manifestano quando il bambino ha la febbre o quando questa
sta salendo rapidamente.
Le crisi sono, in genere, tonico-cloniche e attraversano
queste fasi:
• Perdita di coscienza e globi oculari rivolti verso l'alto.
• Irrigidimento di tronco, arti e mascelle (FASE TONICA:
durata variabile da pochi secondi fino ad alcuni minuti).
• Scosse muscolari ritmiche (FASE CLONICA: della durata
di alcuni minuti).
• Stato di sonnolenza profonda spesso con perdita di urine
(FASE POST-CRITICA può durare anche qualche ora in
cui il bambino appare ipotonico).
A:	Bambini	con	CF	semplice	
• Durata	inferiore	ai	15	minuti;
• non	ripetuta	nelle	prime	24	ore;
• età	compresa	tra	6	mesi	e	5	anni;
• senza	problemi	neurologici	precedenti.
B:	Bambini	con	CF	complessa	
• Durata	superiore	ai	15	minuti;
• ripetuta	nelle	prime	24	ore;
• o	età	<	6	mesi	o	>	6	anni;
• o	soggetti	con	precedenti	problemi	neurologici.
Nei	bambini	che	presentano	le	caratteristiche	B	è	necessario	il	ricovero.	
Nei	bambini	con	caratteristiche	A	ricovero/osservazione	per	24	ore	se	di	
età	inferiore	ai	18	mesi.	
Negli	altri	bambini	un’osservazione	in	Pronto	Soccorso	di	alcune	ore.
Cosa fare
- verificare che il bambino non sia coperto da troppi vestiti e
liberarlo dagli indumenti stretti;
- allontanare oggetti o cose dal bambino (per la sua incolumità
e di chi è intorno a lui);
- metterlo delicatamente su un fianco, per evitare che aspiri
muco o materiale vomitato;
- verificare la durata della crisi convulsiva;
- somministrare, se disponibile, al più presto il clisterino già
pronto di farmaco consigliato dall’ospedale;
- ripetere il clistere se la prima dose viene espulsa o se la crisi
non finisce in 2-3 minuti.
IMPORTANTE:	prendere	il	tempo	e	mettere	il	bambino	in		posizione	
laterale	di	sicurezza
Cosa	non	fare	
- perdere	la	calma;
- scuotere	il	bambino;
- schiaffeggiarlo	o	chiamarlo	per	nome;
- cercare	di	bloccarlo;
- cercare	di	tenere	ferma	la	lingua.
Quando	portare	il	bambino	in	ospedale	
(chiamando	il	118/112):
- se	il	bambino	ha	meno	di	un	anno	di	età;
- se	la	crisi	non	regredisce	alla	seconda	somministrazione	di	
peretta	con	farmaco;
- se	le	crisi	si	susseguono	una	dopo	l’altra.
Convulsioni	febbrili
ConvulsIoni e	cosa	fare
Nella	maggior	parte	dei	casi,	è	causata	da	infezioni	virali,	
gastroenteriti,	(Rotavirus,	adenovirus	responsabili	di	oltre	il	50%	dei	
casi	di	diarrea)	o,	meno	frequentemente	batteriche	(salmonella	o	altri	
batteri	come	particolari	tipi	di	Escherichia	Coli,	Yersinia enterocolitica,	
Campilobacter jeunj,	shigella).
Il	microrganismo	che	causa	la	malattia	può	essere	trasmesso	al	
bambino	attraverso	cibi	od	oggetti	che	si	porta	alla	bocca,	contaminati	
dalle	feci	di	un	soggetto	malato.		
Si	associa	spesso	a	vomito	e	diarrea
Cosa fare
• Pesare il bambino ogni giorno per valutare l’entità della
perdita del peso (la diarrea si distingue in lieve, media e
grave in base alla perdita, rispettivamente del 5,10 o 15%
del peso).
• Verificare lo stato d’idratazione del bambino valutando
anche quanto urina.
• La diarrea, di solito, guarisce spontaneamente in pochi
giorni; la cosa importante è restituire al bambino tutta
l’acqua e i sali che perde utilizzando le soluzioni
reidratanti
Far bere la soluzione a piccoli sorsi, con un cucchiaino, un
cucchiaio o con la cannuccia; non datela troppo
velocemente perché ciò potrebbe provocare il vomito.
La soluzione è di sapore più gradevole se conservata in
frigorifero (100 ml ogni chilogrammo di peso nelle 24 ore:
ad esempio, per un bambino di 10 kg sarebbe di 1 litro al
giorno).
Se proprio il bambino non vuole la soluzione potete
mescolarla a piccole quantità di altri liquidi come l’acqua, la
camomilla e il tè che non devono essere zuccherati e
neppure vi devono essere aggiunti biscotti o altro.
Cosa non fare
• Somministrare antibiotici poiché la causa della diarrea
è un virus o un microbo non pericoloso (nel caso delle
enteriti da salmonelle comuni la terapia antibiotica
oltre a non essere utile può anche essere dannosa).
• Somministrare farmaci antidiarroici, se non su
indicazione del vostro pediatra.
• Far digiunare il bambino (il digiuno è sconsigliato e
prolunga la diarrea).
Rigurgito: emissione passiva, non forzata, involontaria, di
piccole quantità di latte che cola dalla bocca del lattante. Il
rigurgito può comparire subito dopo la poppata (in questo
caso è latte non digerito) o anche dopo ore.
Vomito: emissione forzata del contenuto gastrico
attraverso la bocca, spesso preceduto da nausea e da
intensa salivazione.
Il vomito rappresenta un sintomo di uno stato di malessere
o di malattia di cui si devono cercare e capire le cause.
Cause più comuni e frequenti di vomito:
• gastroenterite acuta : precede o si accompagna a diarrea
e febbre.
• Infezione (otite, tonsillite, ecc.) soprattutto nel bambino
nei primi anni di vita.
• Intossicazione alimentare.
• Ingestione di farmaci o sostanze tossiche.
• Stati emotivi: ansia, paura, stress.
• Trauma cranico: in questo caso è necessaria una visita
pediatrica urgente.
• Patologie congenite. La più frequente è la stenosi del
piloro.
Cosa fare: Nel caso di rigurgito
• Fare piccole pause durante la poppata.
• Dopo il pasto, mantenere il piccolo in posizione verticale.
• Seil lattante è alimentato con latte formulato, è possibile
ricorrere ad addensanti o a formule speciali che li
contengono.
• Consultare il pediatra se il rigurgito diventa un vero e
proprio vomito con conati prolungati o espulsione “a getto”
e se il piccolo manifesta segni di sofferenza (pianto
lamentoso o stato di agitazione persistente).
Cosa fare: Nel caso di vomito
• Digiuno totale per cibi solidi e liquidi per almeno 1 ora dopo il
vomito, anche se il bambino richiede di mangiare o bere.
• Dopo 1 ora somministrare un poco alla volta dei liquidi (un
cucchiaino ogni 2-3 minuti) anche leggermente zuccherati.
Aumentare gradualmente la quantità nelle ore successive.
• Se rivomita tenere il bambino a digiuno per un’ora e poi
ricominciare come indicato in precedenza. Dopo 4-6 ore
dall’ultimo episodio di vomito si possono dare al bambino
piccole quantità di cibi leggeri dando la preferenza a
carboidrati (cracker, pane, riso, patate bollite). Il bambino
alimentato al seno può riprendere regolarmente le poppate,
frazionandole).
• Cercare, senza forzarlo, di farlo bere, anche poco ma
spesso.
Cosa non fare
• Forzare il bambino a mangiare e a bere.
• Ricorrere a farmaci per il controllo del
- la metoclopramide in età pediatrica non va mai
somministrata sotto l’anno di età mentre da 1 anno a 18 anni
l’utilizzo è limitato a paatologie serie
- altri farmaci, come il domperidone, vanno somministrati solo
su indicazione del pediatra: sono stati segnalati effetti
collaterali dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
Segni di allarme
• ha meno di 3 mesi;
• ha febbre elevata e/o forte mal di testa;
• non ha urinato nelle ultime 8 ore;
• vomita con sangue;
• ha mal di pancia continuo che non si attenua;
• ha difficoltà a camminare o è confuso;
• ha ingerito sostanze tossiche e/o velenose;
• ha subito un trauma cranico.
si manifesta quando l’organismo perde più liquidi di quanti ne
assuma e, quindi, non ha abbastanza acqua e altri liquidi per
svolgere le normali funzioni.
CAUSE:
• Vomito, diarrea
• Eccessiva sudorazione, soprattutto nei climi caldi e secchi.
• Prolungata esposizione al sole (colpo di sole);
• Febbre;
• Ustioni;
• Diabete mal compensato;
• Assunzione di alcol (purtroppo è una situazione non rara già
in periodo pre-pubertario).
INFOSSAMENTO DELLA FONTANELLA ANTERIORE
Complicazioni gravi della disidratazione:
• Convulsioni.
• Edema cerebrale.
• Colpo di calore.
• Shock
• Insufficienza renale: si verifica quando i reni non sono più in
grado di espellere liquidi e sostanze di rifiuto.
• Coma fino alla morte
• Aritmie cardiache.
Cosa fare
Nel caso di diarrea, vomito o febbre è indispensabile,
per reintegrare sia i liquidi sia gli elettroliti persi
una soluzione reidratante orale contenente acqua e
sali in adeguate proporzioni.
Cosa non fare
Somministrare bevande gassate, bevande
contenenti caffeina, succhi di frutta o frullati che
potrebbero contenere troppo zucchero e troppo
poco sodio per reintegrare gli elettroliti persi.
La medicina cura spesso, guarisce qualche volta, allevia il
dolore e consola sempre. Anonimo
Uno stimolo doloroso lascia traccia nella memoria.
Un’adeguata terapia antidolorifica annulla gli effetti
negativi, sia fisici sia psicologici del dolore.
Cosa fare
Il dolore va valutato:
• ogni volta che il bambino presenta situazioni cliniche che
possono determinare dolore.
• Ogni volta che il bambino dice di avere dolore.
• Ogni volta che i genitori dicono che il loro figlio ha
dolore.
• Prima e dopo interventi dolorosi (procedure-manovre
diagnostico-terapeutiche).
• Durante la somministrazione di farmaci analgesici.
• Dopo la sospensione di farmaci analgesici.
La riduzione dell’ansia e della paura associate al
dolore e il comportamento dei genitori nella
gestione dello stesso, sono importanti strumenti
di cura che s’integrano con le terapie
farmacologiche.
Tabelle		tratte	dal	libro	“Il	dolore	nel	bambino.”	“Strumenti	pratici	di	valutazione	e	terapia	
scaricabile	dal	sito	http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2077_allegato.pdf
1. Il dolore ha sempre una componente emotiva e per alleviare il
dolore, la terapia non farmacologica è, a volte, altrettanto
importante della terapia farmacologica.
2. La riduzione dell’ansia e della paura associate al dolore e il
comportamento dei genitori nella gestione dello stesso, sono
importanti strumenti di cura che s’integrano con le terapie
farmacologiche.
3. Nella terapia non farmacologica del dolore è molto importante il
nostro comportamento: è necessario avere atteggiamento calmo
e tranquillizzante, parlare a voce bassa e tranquilla e se il
bambino è grande e comprende, spiegare cosa succede.
4. Importante anche l’ambiente cercando di mettere il bambino in
un ambiente confortevole e tranquillo, senza troppi rumori.
Terapia farmacologica a seconda dell’età:
0-2 anni: contatto fisico con il bambino: toccare, accarezzare,
cullare. Ascoltare musica, giocattoli sopra la culla, leggere ad
alta voce;
2-4 anni: giocare con pupazzi, raccontare storie, leggere libri,
respirazione e bolle di sapone;
4-6 anni: respirazione, racconto di storie, gioco con pupazzi,
parlare dei luoghi preferiti, guardare la televisione,
coinvolgimento;
6-11 anni: musica, respirazione, contare, parlare dei luoghi
preferiti, guardare la TV, leggere libro.
• In caso di dolore recidivante o cronico è necessario
somministrare il farmaco prima dell’insorgenza del dolore
prevedibile.
• È anche importante somministrare gli analgesici a orario
fisso, in modo da evitare l’insorgenza di “buchi” di dolore.
• Il dolore va sempre cercato e trattato, in tutte le situazioni
in cui vi siano segni e sintomi della sua presenza e anche
quando la situazione clinica depone per la presenza di dolore,
anche se il bambino non esprime verbalmente il suo disagio
.
• Quando possibile il dolore va sempre profilassato.
CAUSE:
• otite media acuta
• Corpo estraneo: determina infiammazione
• Puntura di un insetto (vedi foto).
• Foruncolo del condotto uditivo esterno.
• Patologia dentaria.
• Otite esterna: si manifesta spesso in estate favorita dai
bagni in mare e in piscina. Il dolore può essere evocato
tirando il padiglione auricolare verso l’alto o il basso,
soprattutto in caso di otite esterna.
• Dolore transitorio all’orecchio che può comparire per
variazioni della pressione esterna (fase di ascesa e di
discesa aerea o tuffi o immersioni subacquee).
Cosa fare
Contattare il pediatra
Iniziare da subito una terapia antidolorifica (paracetamolo,
ibuprofene).
Durante il riposo scegliere, se è presente dolore, la
posizione semiseduta.
Se oltre al dolore è presente anche scolo nasale o naso
“attappato” è opportuno fare frequenti lavaggi nasali con
soluzione salina.
In caso di persistenza dei sintomi far rivalutare la
situazione dal pediatra dopo 48-72 ore.
Cosa non fare
• Somministrare gocce auricolari, di qualsiasi tipo, prima di
una valutazione clinica.
• Pulire le orecchie con cotton fioc.
• Non dare terapia antidolorifica.
• Dare antibiotico senza indicazione medica.
Nel periodo in cui spuntano i primi dentini, in alcuni
bambini, il mal di denti potrebbe rappresentare un
momento di disagio e di malessere fisico
(irritabilità, alterazioni dell’intestino, calo
dell’appetito, talora una febbricola).
Se appare una febbre alta, è molto improbabile
che la causa siano i “dentini” e vanno cercate, o
almeno escluse, altre cause quali infezioni delle
vie aeree e delle vie urinarie.
Cosa fare
• Proporre al bambino oggetti gommosi piuttosto
duri, refrigerati, affinché il piccolo, mordendoli,
possa trovare sollievo.
• Dopo i primi 6 mesi è possibile usare gel gengivali
lenitivi, senza zucchero, anche se la loro efficacia
è scarsa.
• Somministrare paracetamolo su indicazione del
pediatra in casi selezionati.
• Se il bambino ha mal di denti a qualsiasi età farlo
visitare dallo specialista sin dai primi sintomi,
senza aspettare che il dolore diventi forte e
persistente.
Non è possibile visualizzare questa immagine.
Cosa non fare
• dare lo zucchero, il miele rosato, i
biscotti e tutto ciò che contiene
zucchero, in quanto cariogeni, sin
dall’inizio dell’eruzione dentaria.
• attribuire tutti i disturbi alla
dentizione.
Cefalea primitiva: affezione a decorso cronico-ricorrente
e ad andamento accessuale, discontinuo o continuo,
caratterizzata da dolore e, talora, associata a nausea, vomito,
sudorazione, fotofobia (eccessiva sensibilità alla luce), ecc.
Cefalea secondaria:
• cause generali: malattie febbrili ad es.;
• cause locali: trauma cranico recente o pregresso, sinusite,
disturbi oculari, patologie dentarie (carie o ascessi dentari)
La cefalea più frequente è la “muscolo-tensiva”
La situazione è tranquilla se il bambino:
• Non si sveglia alla notte per il dolore.
• Non piange per il dolore ma semplicemente
“dice” di aver mal di testa.
• Durante il mal di testa gioca e si comporta
normalmente.
La situazione merita una visita dal pediatra
se il bambino:
• ha un comportamento diverso e un rendimento scolastico
scarso.
• Il mal di testa è tale da bloccare le normali attività del
bambino.
• Il mal di testa è localizzato o insorge dopo uno forzo fisico.
• Ha mal di testa con febbre e collo rigido.
• Ha mal di testa con scolo nasale muco-purulento.
• Il mal di testa sveglia il bambino di notte.
• Il mal di testa è associato a vertigini.
ATTENZIONE: Sintomi che richiedono una visita
urgente
• Esordio recente e dolore che peggiora in
frequenza e intensità.
• Risveglio di notte.
• Cefalea mattutina con vomito non proceduto da
nausea.
• Tendenza, in breve tempo, al costante
peggioramento sia come intensità sia come
frequenza.
• Associato a crisi convulsive, disturbi
dell’equilibrio e della vista.
Cosa fare
• Far riposare un po’ il bambino, in un luogo
tranquillo e poco luminoso.
• Tranquillizzare il bambino.
• Se il mal di testa è frequente compilare, o far
compilare se il bambino è grandicello, il diario
della cefalea
• Somministrare farmaci antidolorifici, come il
paracetamolo o l’ibuprofene: è sempre consigliabile però
evitare l’autocura, anche quando si tratta di farmaci considerati sicuri in
età pediatrica, e concordare con il pediatra dosi e modalità di
somministrazione.
Cosa non fare
• Commentare il problema, magari minimizzando,
in presenza del bambino.
• Continuare a chiedere se ha ancora mal di
testa (un bambino, soprattutto se piccolo, non è
capace di nascondere un dolore importante).
13) Dolore osteo-artro-muscolare
14) Dolore toracico e mal di schiena
15) Dolore alle vie urinarie
16) Dolore addominale
17)Dolore ai genitali
18) Febbre
19) Infezioni delle vie respiratorie
DOLORE OSTEO-ARTRO-
MUSCOLARE
Le cause più frequenti sono:
• artrosinovite dell’anca
• osteocondrosi
• Più frequente nei maschi tra i 2 e i 10 anni di età
(più frequente sotto ai 5-6 anni).
• Si manifesta in modo acuto con dolore localizzato
all’anca o, qualche volta, a tutto l’arto inferiore
senza una sede ben definibile, di grado variabile,
qualche volta così intenso da impedire al paziente
l’appoggio del piede a terra.
• Altre volte l’esordio è meno violento e il bambino
riferisce dolore ma cammina lo stesso, pur
zoppicando, limitando la propria attività o la
funzionalità dell’arto.
Artrosinovite dell’anca
Cosa fare
• Riposo assoluto.
• Farmaci antidolorifici
• Attività tranquille (leggere un libro).
• Se i sintomi persistessero per più giorni,
consulenza ortopedica.
Cosa non fare:
• Attività fisica.
• Sollecitare il bambino a camminare.
• Anomalie dei nuclei di ossificazione, che
scompaiono a sviluppo ultimato delle ossa
in via di accrescimento.
• Si manifestano con dolore tale, in alcuni
casi, da limitare il movimento.
• Rappresentano una patologia tipica
dell’età della crescita che si risolve
spontaneamente al raggiungimento della
maturità scheletrica.
OSTEOCONDROSI
Le più frequenti sono:
• malattia di Osgood-Schlatter:
apofisi tibiale anteriore;
• malattia di Sever o tallonite.
Cosa fare
• Riposo;
• riduzione/sospensione dell'attività sportiva ;
• ghiaccio locale nella fase acuta;
• antinfiammatori/ antidolorifici nella fase
acuta;
• ripresa graduale dell’attività sportiva
incominciando con sport atraumatici;
Cosa non fare
• Proseguire attività fisica a tutti i
costi.
• Abusare di farmaci.
DOLORE TORACICO E
ALLA SCHIENA
DOLORE TORACICO: Cosa sapere
• La comparsa di un dolore toracico nei bambini
è abbastanza frequente.
• Quasi sempre il dolore è benigno e
autolimitante.
• Il dolore più comune è quello detto
“idiopatico” (non si riesce a identificare la
causa), seguito da quello muscolo-scheletrico.
• Il dolore toracico di natura cardiaca è il più
raro.
Cosa fare
• Cercare di avere un atteggiamento
tranquillizzante e rassicurare il
bambino, in assenza dei sintomi sotto
descritti.
• Chiamare il 118/112 o recarsi al PS se
presenti una situazione a rischio(vedi).
ATTENZIONE se il dolore è:
• persistente, localizzato ,si protrae per minuti e il
bambino appare sofferente.
• Associato a febbre e/o difficoltà respiratoria.
• Compare con lo sforzo e diminuisce a riposo.
• Associato a vertigini o a sincope.
• Associato a nausea o sudorazione a palpitazioni a
cianosi.
• Precordiale, opprimente che s’irradia al braccio
sinistro o alla mandibola.
Cosa non fare
Trascurare la comparsa del mal di
schiena nel bambino.
INFEZIONI DELLE VIE URINARIE: Cosa sapere
Nei bambini più piccoli i sintomi possono essere molto generici:
irritabilità, scarsa crescita, vomito. A volte l’unico sintomo è
una febbre senza altri disturbi.
Nei bambini più grandi possono essere presenti vari disturbi,
da soli o associati:
• dolore, bruciore, sensazione pungente al momento di urinare;
• crescente stimolo a urinare o una frequente minzione;
• febbre (non è sempre presente);
• risvegli durante la notte per andare in bagno;
• enuresi nei bambini, anche se il bambino ha imparato ad
andare in bagno;
• dolori addominali, più raramente dolori in sede lombare;
• urina che emana odore “forte”, di ammoniaca, o torbida o che
contiene sangue (ematuria).
Le infezioni delle vie urinarie (IVU)
rappresentano le infezioni più
frequenti in età pediatrica dopo quelle
delle vie aeree.
Cosa fare
• Far bere al bambino molti liquidi.
• Somministrare antidolorifici per febbre e/o
dolore.
• Esame delle urine, possibilmente, con
urinocoltura
Cosa non fare
• Somministrare antibiotici senza il
parere del medico.
• Somministrare ibuprofene, se il
bambino è disidratato.
• Non rispettare la durata della terapia
antibiotica.
Indicazioni al ricovero in ospedale:
• Stato generale compromesso,
• febbre che sale rapidamente e con brivi di:
i batteri dell’apparato urinario infettato possono essersi diffusi nel sangue
(sepsi).
• Disidratazione
• Vomito che impedisce di assumere liquidi
per bocca.
Esame chimico-fisico delle urine
Consente rapidamente di confermare,
o escludere, un’infezione delle vie
urinarie.
In presenza di una febbre senza causa
evidente è sempre utile l’esecuzione dell’esame
urine. Può essere eseguito agevolmente
nell’ambulatorio del pediatra di famiglia con
uno stick urinario. (vedere www.selfpediatrico.it).
L’urinocoltura fornisce risultati solo dopo alcuni giorni, è consigliabile, in presenza di
sintomi “importanti”, raccogliere le urine per eseguire l’urinocoltura e, nel
frattempo, far fare l’esame delle urine che fornisce un risultato immediato e dà la
possibilità di prendererpidamente decisioni sulla terapia da somministrare.
DOLORE ADDOMINALE: Cosa sapere
Il dolore addominale si può presentare in:
• forma acuta (ad es. appendicite),
• ricorrente
• cronica (dolore da cause psicologiche o emotive).
Può essere
continuo e costante come nell’appendicite,
colico (dolore che si accentua e poi si riduce fino a
scomparire, in alcuni casi, per poi ricomparire) come nella
invaginazione intestinale.
Solo il 5 % dei dolori addominali richiede
un’ospedalizzazione.
Ricordare che:
• I bambini soffrono di mal di pancia anche a
seguito di infezioni virali o cambi di
alimentazione.
• Il mal di pancia dei bambini è riconducibile,
nella maggior parte dei casi, a cause
psicologico-emotive.
• Mai trascurare comunque un mal di pancia
CAUSE ETA’ di maggior frequenza
Segni di preoccupazione :
• risveglio notturno;
• sangue nelle feci (in assenza di emorroidi o ragadi);
• dolore, anche se il bambino non si muove e
sta fermo;
• atteggiamento molto mogio o irritabile;
• vomito “biliare” ripetuto (vomito con eliminazione
di muco giallo e/o verde);
• mancata emissione di feci e gas (nella stipsi
avvengono le flatulenze);
• mal di pancia in un punto ben preciso.
I bambini vanno visitati in urgenza se
presentano dolore addominale nelle ore
successive a un trauma addominale
Cosa fare
In presenza di dolore addominale anche il
genitore a casa può fare alcune prove pratiche
da segnalare al proprio pediatra.
Queste semplici prove, se positive (il bambino
non riesce a compierle o evocano dolore),
indirizzano a contattare subito il pediatra in
quanto è probabile un’infiammazione
dell’appendice o del peritoneo.
• SEGNO DEL BALZELLO: Far fare dei salti.
La “prova del salto” si è rivelata essere
attendibile. Il bambino con appendicite avrà
dolore se saltella.
• FAR TOSSIRE IL BAMBINO: accentua il
dolore.
COLPI SUL LETTO: Se il bimbo e' disteso sul
letto dare dei piccoli colpi al materasso, in
modo da scuotere il piccolo senza, però,
toccarlo.
“LA MANO ALLONTANATA”: appoggiare
delicatamente, senza esercitare alcuna
pressione, la mano sulla pancia del bambino. Se
questo contatto è gradevole al bambino, oppure lo calma,
senz'altro non ha l'appendicite o un'altra malattia che
richiede l'intervento del chirurgo; se, invece, il bimbo
allontana la mano dell'adulto, va subito fatto visitare dal
medico.
Nel sospetto dell’origine psicologica
bisogna cercare di comprendere e
considerare il bambino e non minimizzare
con frasi tipo “non hai niente”.
Attraverso il mal di pancia il bambino cerca
attenzione da parte dell’ambiente famigliare. Il
dolore deve essere interpretato come una
richiesta di aiuto.
MAL DI PANCIA DA CAUSE
PSICOLOGICHE-EMOTIVE
Cosa fare
• Tranquillizzare il bambino e distrarlo.
• Massaggiare il pancino: nel dolore addominale da
cause psicologiche il massaggio delicato, con le mani calde,
fa “piacere” al bambino (in caso di patologia organica il
bambino allontana la mano).
• Telefonare al pediatra per una consulenza e
richiedere un appuntamento per parlare del
problema senza la presenza del bambino.
Cosa non fare
• Dire al bambino che non ha niente.
• Ignorare i sintomi lamentati.
• Fare lo “psicologo” del proprio figlio.
• Chiedere al bambino se ha mal di pancia e,
farne oggetto di conversazione con amici,
parenti e dal medico in presenza del
bambino.
Cosa fare
• Valutare lo stato generale del bambino;
• verificare se è andato di corpo nei giorni
precedenti;
• eseguire le manovre indicate sopra (segno
del balzello, la “mano allontanata”, dolore accentuato
dalla tosse o da colpi con la nostra mano sul materasso);
• contattare, anche solo nel dubbio, il
pediatra o il Pronto Soccorso;
• coccolare e consolare il bambino.
Cosa non fare
• Dare farmaci senza indicazione del medico;
• insistere a far mangiare e bere;
• far passare molto tempo prima di contattare
il pediatra.
•
Cosa sapere
• Non sono causate da dolori addominali
• Vengono definite come “crisi di pianto
inconsolabile”.
• Compaiono nel neonato nelle prime
settimane e proseguono e aumentano fino al
3° mese di vita circa, quando iniziano piano
piano ad attenuarsi.
Regola del tre.
1. Compaiono nelle prime 3 settimane di vita.
2. Aumentano fino al 3° mese e poi,
gradualmente, si riducono.
3. Vengono almeno 3 volte alla settimana.
4. Le crisi di pianto possono durare fino a 3
ore.
A volte si calmano coccolando e dondolando il bambino,
allattandolo o portandolo a fare un giro in macchina (vedi le 5 S
cap. pianto……)
Cosa fare
• Cercare di calmare il bambino: consolarlo e
coccolarlo, dargli il ciuccio, passeggiare, attaccarlo al seno.
• Favorire il “contenimento”: ad alcuni bambini piace
essere in una specie di nido.
• Si possono usare farmaci*. Per la scelta si
consiglia di rivolgersi al pediatra, anche se l’effetto non è
sempre garantito.
• Una delle cause di coliche potrebbe essere
l’intolleranza alle proteine del latte vaccino.
Perettina, sondine rettali e suppostine vanno
utilizzate solo in caso di stitichezza.
Se oltre alle crisi di pianto il bambino
vomita ripetutamente o non elimina feci
e gas (flatulenza) o evacua feci con
sangue contattare rapidamente il
pediatra o il Pronto Soccorso.
Cosa non fare
• Dare farmaci non consigliati dal pediatra.
• Usare routinariamente sondini rettali o
perettine o suppostine.
• Somministrare sostanze dolci (se non su
indicazione del pediatra).
• Colpevolizzarsi perché piange (non dipende
da voi).
• Ascoltare le accuse da parte di parenti e
amici.
Cosa sapere
Infiammazione dei linfonodi dell’addome
provocata in genere, da infezioni virali e si
manifesta con dolori addominali, soprattutto
in età pediatrica.
A volte il quadro del dolore addominale è tale
da far pensare a un’appendicite.
Adenite mesenterica
Il dolore addominale è solitamente in zona periombelicale o
nel lato inferiore destro dell’addome associato a febbre e
malessere generale. Possono essere presenti nausea e/o
diarrea o un’infezione delle vie respiratorie o un’infezione
può precedere l’insorgenza del dolore addominale.
Cosa fare
• Valutare lo stato generale del bambino.
• Coccolarlo e tranquillizzarlo.
• Fare le prove descritte per l’appendicite
(segno del balzello, massaggio dell’addome, ecc.) che
nella adenite mesenterica, in genere sono possibili.
• Somministrare antidolorifici (paracetamolo o
ibuprofene) dopo aver sentito il pediatra.
•
Cosa non fare
• Agitarsi non risolve il problema e
accentua la sofferenza del bambino.
• Evitare di contattare il pediatra per una
consulenza.
• Forzare il bambino a bere e a mangiare.
Cosa sapere
Consiste nella penetrazione di una porzione
d’intestino in quella adiacente con
conseguente occlusione intestinale.
Interessa prevalentemente i bambini tra i 4
e i 12 mesi di età.
INVAGINAZIONE INTESTINALE
• dolori addominali, di tipo colico, molto
forti seguiti da periodi di benessere;
• vomito, anche verde/giallo (biliare);
• abbondante aria nell’addome
(meteorismo);
• sangue e muco nelle feci.
STIPSI	(STITICHEZZA):	Cosa	sapere
Andare	di	corpo	a	intervalli	che	superano	le	48	ore	o	
anche	se,	per	periodi	più	brevi,	averedure c	he	
vengono	emesse	con	sforzo.
Il	dolore	addominale	è	spesso	molto	acuto,	di	tipo	colico,	riferito	a	
sinistra	in	genere.	In	alcuni	casi	l’entità	del	dolore	è	tale	da	far	porre	la	
diagnosi	differenziale	con	l’appendicite	da	cui	si	differenzia	per	la	
mancanza	di	febbre	e	per	la	risoluzione	della	stessa	dopo	aver	liberato	
l’intestino	tramite	una	perettina o	un	clisma	evacuativo.
Fattori che favoriscono la stipsi
• Cambio di alimentazione (svezzamento);
• episodi infettivi (portano a una perdita di liquidi);
• passaggio dal pannolino al vasino;
• predisposizione familiare;
• fattori psicologici;
• infiammazioni nella zona perianale;
• alimentazione povera di fibre.
Una stipsi può causare:
• dolori addominali anche importanti, soprattutto
nel lattante e nei primi anni di vita;
• emorroidi e sanguinamento;
• riduzione dell’appetito;
• nervosismo, irritabilità, irrequietezza.
Cosa fare
• Offrire da bere.
• Dare alimenti ricchi di fibre: farina integrale,
frutta (soprattutto pesche, prugne, melone) e verdura.
• Abituare il bambino ad andare alla toilette
quando avverte lo stimolo e a non trattenere
la defecazione.
• In caso di persistenza o non risoluzione con
la dieta si possono somministrare
rammollitori fecali
• In caso dolori addominali ricorrere alla
stimolazione locale
Norme igieniche:
- abituare bambino ad andare in bagno ogni
giorno alla stessa ora;
- farlo sedere con l’aiuto di un riduttore e di
uno sgabello
Cosa non fare
• Non tenerlo sul water o sul vasino troppo
tempo: se dopo qualche minuto non si
scarica, meglio ritentare dopo qualche ora.
• Minacciarlo o punirlo se trattiene le feci.
• Alimentarlo con poche fibre
• Offrirgli poco da bere.
DOLORE AI GENITALI
• Trauma ai testicoli
• Torsione del testicolo e delle appendici test.
• Balanopostite
• Fimosi e parafimosi
• Infezioni/infiammazioni dei genitali femminili
• Trauma ai testicoli
Cosa fare
E’ necessario chiamare il medico se:
• la pelle è lacerata o il sanguinamento non si
ferma.
• Il dolore è molto forte.
• Il bambino fatica a urinare o vi è ematuria.
• Il bambino ha le vertigini o sviene quando si
alza in piedi.
• Lo scroto è gonfio.
• Per il gonfiore applicare ghiaccio, non a
contatto della pelle, per 10 minuti.
Rivolgersi a un Pronto Soccorso se al dolore si
associa nausea o vomito, o se il dolore o il gonfiore
Torsione del testicolo e delle appendici
Cosa sapere
La torsione testicolare: si presenta con dolore
improvviso associato, spesso, a vomito e nausea.
esistono due picchi d’incidenza
-sotto l’anno di età
- tra gli 11 e i 13 anni.
La torsione delle: il quadro clinico è più attenuato
della torsione testicolare ma non sempre
Altre	situazioni	di	“ingrossamento”	
dei	testicoli
Idrocele: (vedi	foto)	accumulo	di	liquido	all’interno	
del	testicolo.	
Varicocele: dilatazione	delle	vene	del	testicolo	che	
diventano	evidenti.	Ha	un’incidenza	dal	2	al	15%	nei	bambini	in	
età	scolare	e	si	osserva	quasi	esclusivamente,	ma	non	solo,	nei	periodi	
pre-puberale	e	puberale,	Di	solito	interessa	il	lato	sinistro	(fino	al	93%	
dei	casi),	ma	può	essere	anche	bilaterale	(2-20%	dei	bambini).
Cosa fare
La torsione del testicolo è una emergenza
Rivolgersi urgentemente al Pronto Soccorso.
L’intervento è tanto più efficace quanto
viene eseguito precocemente.
La probabilità di “recuperare” il testicolo si aggira intorno al
90% quando l’intervento avviene entro 6 ore dall'esordio dei
sintomi, al 50% dopo 12 ore e al 10% dopo le 24 ore.
La balanopostite acuta
La balanopostite è una infezione del glande
infezione (balano) e del prepuzio (poste).
Glande e prepuzio appaiono tesi, caldi,
arrossati, edematosi e si forma del pus.
Il bambino può presentare disuria (dolore a urinare),
pollachiuria (minzioni molto frequenti), talora associati
anche ad aumento della temperatura corporea.
Cosa fare
• pulizia;
• impacchi caldo umidi con amuchina
sciolta in acqua;
• se necessario antibiotici per via
generale.
Cosa non fare
• Utilizzare creme cortisoniche che
favoriscono le infezioni.
Parafimosi:		il	prepuzio,	non	ancora	aperto	del	tutto,	
viene	retratto	dietro	al	glande e	non	può	essere	
riportato	alla	sua	posizione	originale.
Infezioni/infiammazioni dei genitali femminili
Sono più frequenti quando cominciano a
frequentare l’asilo o la scuola.
Fattore favorente è l’uso di detergenti non
risciacquati adeguatamente.
I genitali femminili sono
molto vicini all’ano (facile
la contaminazione da
germi che si trovano nelle
feci).

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  • 2. 3) Cassetta dei medicinali Malattie 4) Anafilassi (trattasi di reazione allergica pericolosa) 5) Congiuntivite 6) Convulsioni Febbrili 7) Diarrea (Gastroenterite), rigurgito e vomito 8) Disidratazione 9) Dolore in generale 10) Dolore alle orecchie 11) Dolore ai denti 12) Dolore alla testa (cefalea)
  • 3.
  • 4.
  • 5.
  • 7. SITUAZIONI DA NON SOTTOVALUTARE MAI!! • Si comporta in modo strano e appare sonnolento o meno vigile. • Non risponde alle vostre domande. • È privo di coscienza o non risponde agli stimoli. • Ha convulsioni (contrazioni ritmiche e perdita di coscienza). • Presenta difficoltà a respirare. • Colorito della pelle o delle labbra blu, porpora o grigio. • Rigidità al collo associato a febbre e a dolore marcato alle gambe o che aumenta nel tempo e/o macchie diffuse di colore rosso intenso, che non scompaiono se si preme la pelle intorno (si chiamano petecchie), su qualsiasi parte del corpo (situazione di sospetta meningite). • Perdita di coscienza, stato confusionale, mal di testa o vomito dopo un trauma cranico. • Febbre molto alta, sopra i 39-40°C, se associata a macchie rosso intenso con emorragie (come lividi o ematomi). • Tagli profondi che interessano la testa o il torace o l’addome, oppure tagli da cui esce sangue a spruzzi (taglio di arteria). • Un’ampia ustione o ustione che interessa il volto o le mani. • Fratture scomposte. • Morso di vipera.
  • 8. COSA FARE IN SITUAZIONI DI EMERGENZA • Cercare di mantenere la calma e di ragionare. • Chiamare aiuto (in casa, un vicino, dei passanti per la strada). • Se è stato fatto un corso di rianimazione cardiopolmonare iniziare a metterlo in atto se il bambino non respira e richiedere o utilizzare, se a disposizione, un defibrillatore semiautomatico. • Se il bambino ha inalato un corpo estraneo chiedere aiuto e praticare immediatamente le manovre antisoffocamento. • Se ha ingerito sostanze o farmaci tel al Centro Antiveleni 038224444 • Far telefonare o, se non sono presenti altre persone, telefonare al 118/112. • Applicare una pressione continua nella sede del sanguinamento, se presente. • Sistemare il bambino sul pavimento in posizione laterale di sicurezza o con la testa deviata sul lato se ha una convulsione. Non mettere niente in bocca. • Non spostare il bambino traumatizzato salvo che non sia in una situazione di pericolo. • Restare con il bambino finché non arrivano i soccorsi. • Portare in ospedale qualsiasi medicinale o sostanze sospette che il bambino possa avere ingerito. • In ospedale comunicare il nome del vostro pediatra.
  • 9. La cassetta dei medicinali Farmaci per patologie specifiche: • antibiotico ad ampio spettro; • cortisonico per bocca (per allergie); • antistaminico per bocca; • antidiarroico (nei bambini l’unico farmaco da usare per la diarrea è il racecadotril) o prodotti che hanno una funzione “locale” sull’intestino e non farmaci per l’adulto come la loperamide; • antipiretici e antidolorifici: paracetamolo e ibuprofene disponibili in gocce (paracetamolo), sciroppo e supposte; • integratori di sali minerali per ripristinare i liquidi in caso di diarrea; • supposte o perette di glicerina • pomata antibiotico-cortisonica; • pomata cicatrizzante; • pomata al cloruro di alluminio (punture di insetti, meduse, escoriazioni).
  • 10. Attrezzature per le piccole emergenze • kit di pronto soccorso per l’auto; • termometro digitale; • aghi sterili; • guanti monouso sterili; • 1 pinza per zecche; • torcia tascabile; • garze e bende; • bende elastiche; • disinfettante non alcolico; • cerotti di vario tipo compresi i cerotti “Steri fix”; • borsa per ghiaccio istantaneo; • pinzettine sterili; • siringa da 10 cc (per detersione ferite); • soluzione fisiologica; • Simeticone e carbone vegetale
  • 11.
  • 13. Cosa fare • Se origine batterica, il pediatra può prescrivere un antibiotico in crema o in collirio. • Se l’irritazione è provocata da una congiuntivite allergica, il medico può prescrivere uno o più tipi di collirio indicati in caso di allergie (antistaminici o cortisonici). A volte si può ricorrere a terapia con antistaminici per bocca. • In caso di congiuntivite allergica è necessario cercare di evitare, se possibile, i fattori che scatenano l’allergia. • Lavare delicatamente le palpebre con soluzione fisiologica o camomilla o acqua corrente. • Un impacco freddo può essere utile per alleviare la congiuntivite allergica.
  • 14. Cosa non fare Somministrare colliri antibiotici o cortisonici o associati insieme, senza il parere del medico. Toccarsi gli occhi con le mani. Condividere gli asciugamani e la biancheria.
  • 15. E’ necessario consultare il pediatra se la situazione non migliora, il dolore aumenta e l’occhio diventa sempre più rosso o compare la febbre. La diagnosi differenziale va fatta con la sinusite etmoidale che necessita un’immediata terapia antibiotica
  • 16. Cosa fate se un bambino vicino a voi fa uno strano suono e poi cade improvvisamente a terra, privo di conoscenza, si irrigidisce sulla schiena per qualche secondo e poi comincia a scuotere violentemente braccia e gambe? CONVULSIONI
  • 18. Cosa sapere Le convulsioni febbrili (CF) sono crisi convulsive che si manifestano quando il bambino ha la febbre o quando questa sta salendo rapidamente. Le crisi sono, in genere, tonico-cloniche e attraversano queste fasi: • Perdita di coscienza e globi oculari rivolti verso l'alto. • Irrigidimento di tronco, arti e mascelle (FASE TONICA: durata variabile da pochi secondi fino ad alcuni minuti). • Scosse muscolari ritmiche (FASE CLONICA: della durata di alcuni minuti). • Stato di sonnolenza profonda spesso con perdita di urine (FASE POST-CRITICA può durare anche qualche ora in cui il bambino appare ipotonico).
  • 19. A: Bambini con CF semplice • Durata inferiore ai 15 minuti; • non ripetuta nelle prime 24 ore; • età compresa tra 6 mesi e 5 anni; • senza problemi neurologici precedenti. B: Bambini con CF complessa • Durata superiore ai 15 minuti; • ripetuta nelle prime 24 ore; • o età < 6 mesi o > 6 anni; • o soggetti con precedenti problemi neurologici. Nei bambini che presentano le caratteristiche B è necessario il ricovero. Nei bambini con caratteristiche A ricovero/osservazione per 24 ore se di età inferiore ai 18 mesi. Negli altri bambini un’osservazione in Pronto Soccorso di alcune ore.
  • 20. Cosa fare - verificare che il bambino non sia coperto da troppi vestiti e liberarlo dagli indumenti stretti; - allontanare oggetti o cose dal bambino (per la sua incolumità e di chi è intorno a lui); - metterlo delicatamente su un fianco, per evitare che aspiri muco o materiale vomitato; - verificare la durata della crisi convulsiva; - somministrare, se disponibile, al più presto il clisterino già pronto di farmaco consigliato dall’ospedale; - ripetere il clistere se la prima dose viene espulsa o se la crisi non finisce in 2-3 minuti.
  • 22. Cosa non fare - perdere la calma; - scuotere il bambino; - schiaffeggiarlo o chiamarlo per nome; - cercare di bloccarlo; - cercare di tenere ferma la lingua.
  • 27. Cosa fare • Pesare il bambino ogni giorno per valutare l’entità della perdita del peso (la diarrea si distingue in lieve, media e grave in base alla perdita, rispettivamente del 5,10 o 15% del peso). • Verificare lo stato d’idratazione del bambino valutando anche quanto urina. • La diarrea, di solito, guarisce spontaneamente in pochi giorni; la cosa importante è restituire al bambino tutta l’acqua e i sali che perde utilizzando le soluzioni reidratanti
  • 28. Far bere la soluzione a piccoli sorsi, con un cucchiaino, un cucchiaio o con la cannuccia; non datela troppo velocemente perché ciò potrebbe provocare il vomito. La soluzione è di sapore più gradevole se conservata in frigorifero (100 ml ogni chilogrammo di peso nelle 24 ore: ad esempio, per un bambino di 10 kg sarebbe di 1 litro al giorno). Se proprio il bambino non vuole la soluzione potete mescolarla a piccole quantità di altri liquidi come l’acqua, la camomilla e il tè che non devono essere zuccherati e neppure vi devono essere aggiunti biscotti o altro.
  • 29. Cosa non fare • Somministrare antibiotici poiché la causa della diarrea è un virus o un microbo non pericoloso (nel caso delle enteriti da salmonelle comuni la terapia antibiotica oltre a non essere utile può anche essere dannosa). • Somministrare farmaci antidiarroici, se non su indicazione del vostro pediatra. • Far digiunare il bambino (il digiuno è sconsigliato e prolunga la diarrea).
  • 30. Rigurgito: emissione passiva, non forzata, involontaria, di piccole quantità di latte che cola dalla bocca del lattante. Il rigurgito può comparire subito dopo la poppata (in questo caso è latte non digerito) o anche dopo ore. Vomito: emissione forzata del contenuto gastrico attraverso la bocca, spesso preceduto da nausea e da intensa salivazione. Il vomito rappresenta un sintomo di uno stato di malessere o di malattia di cui si devono cercare e capire le cause.
  • 31. Cause più comuni e frequenti di vomito: • gastroenterite acuta : precede o si accompagna a diarrea e febbre. • Infezione (otite, tonsillite, ecc.) soprattutto nel bambino nei primi anni di vita. • Intossicazione alimentare. • Ingestione di farmaci o sostanze tossiche. • Stati emotivi: ansia, paura, stress. • Trauma cranico: in questo caso è necessaria una visita pediatrica urgente. • Patologie congenite. La più frequente è la stenosi del piloro.
  • 32. Cosa fare: Nel caso di rigurgito • Fare piccole pause durante la poppata. • Dopo il pasto, mantenere il piccolo in posizione verticale. • Seil lattante è alimentato con latte formulato, è possibile ricorrere ad addensanti o a formule speciali che li contengono. • Consultare il pediatra se il rigurgito diventa un vero e proprio vomito con conati prolungati o espulsione “a getto” e se il piccolo manifesta segni di sofferenza (pianto lamentoso o stato di agitazione persistente).
  • 33. Cosa fare: Nel caso di vomito • Digiuno totale per cibi solidi e liquidi per almeno 1 ora dopo il vomito, anche se il bambino richiede di mangiare o bere. • Dopo 1 ora somministrare un poco alla volta dei liquidi (un cucchiaino ogni 2-3 minuti) anche leggermente zuccherati. Aumentare gradualmente la quantità nelle ore successive. • Se rivomita tenere il bambino a digiuno per un’ora e poi ricominciare come indicato in precedenza. Dopo 4-6 ore dall’ultimo episodio di vomito si possono dare al bambino piccole quantità di cibi leggeri dando la preferenza a carboidrati (cracker, pane, riso, patate bollite). Il bambino alimentato al seno può riprendere regolarmente le poppate, frazionandole). • Cercare, senza forzarlo, di farlo bere, anche poco ma spesso.
  • 34. Cosa non fare • Forzare il bambino a mangiare e a bere. • Ricorrere a farmaci per il controllo del - la metoclopramide in età pediatrica non va mai somministrata sotto l’anno di età mentre da 1 anno a 18 anni l’utilizzo è limitato a paatologie serie - altri farmaci, come il domperidone, vanno somministrati solo su indicazione del pediatra: sono stati segnalati effetti collaterali dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
  • 35. Segni di allarme • ha meno di 3 mesi; • ha febbre elevata e/o forte mal di testa; • non ha urinato nelle ultime 8 ore; • vomita con sangue; • ha mal di pancia continuo che non si attenua; • ha difficoltà a camminare o è confuso; • ha ingerito sostanze tossiche e/o velenose; • ha subito un trauma cranico.
  • 36. si manifesta quando l’organismo perde più liquidi di quanti ne assuma e, quindi, non ha abbastanza acqua e altri liquidi per svolgere le normali funzioni.
  • 37. CAUSE: • Vomito, diarrea • Eccessiva sudorazione, soprattutto nei climi caldi e secchi. • Prolungata esposizione al sole (colpo di sole); • Febbre; • Ustioni; • Diabete mal compensato; • Assunzione di alcol (purtroppo è una situazione non rara già in periodo pre-pubertario).
  • 38.
  • 40. Complicazioni gravi della disidratazione: • Convulsioni. • Edema cerebrale. • Colpo di calore. • Shock • Insufficienza renale: si verifica quando i reni non sono più in grado di espellere liquidi e sostanze di rifiuto. • Coma fino alla morte • Aritmie cardiache.
  • 41. Cosa fare Nel caso di diarrea, vomito o febbre è indispensabile, per reintegrare sia i liquidi sia gli elettroliti persi una soluzione reidratante orale contenente acqua e sali in adeguate proporzioni.
  • 42. Cosa non fare Somministrare bevande gassate, bevande contenenti caffeina, succhi di frutta o frullati che potrebbero contenere troppo zucchero e troppo poco sodio per reintegrare gli elettroliti persi.
  • 43. La medicina cura spesso, guarisce qualche volta, allevia il dolore e consola sempre. Anonimo Uno stimolo doloroso lascia traccia nella memoria. Un’adeguata terapia antidolorifica annulla gli effetti negativi, sia fisici sia psicologici del dolore.
  • 44. Cosa fare Il dolore va valutato: • ogni volta che il bambino presenta situazioni cliniche che possono determinare dolore. • Ogni volta che il bambino dice di avere dolore. • Ogni volta che i genitori dicono che il loro figlio ha dolore. • Prima e dopo interventi dolorosi (procedure-manovre diagnostico-terapeutiche). • Durante la somministrazione di farmaci analgesici. • Dopo la sospensione di farmaci analgesici.
  • 45. La riduzione dell’ansia e della paura associate al dolore e il comportamento dei genitori nella gestione dello stesso, sono importanti strumenti di cura che s’integrano con le terapie farmacologiche.
  • 47.
  • 48.
  • 49.
  • 50. 1. Il dolore ha sempre una componente emotiva e per alleviare il dolore, la terapia non farmacologica è, a volte, altrettanto importante della terapia farmacologica. 2. La riduzione dell’ansia e della paura associate al dolore e il comportamento dei genitori nella gestione dello stesso, sono importanti strumenti di cura che s’integrano con le terapie farmacologiche. 3. Nella terapia non farmacologica del dolore è molto importante il nostro comportamento: è necessario avere atteggiamento calmo e tranquillizzante, parlare a voce bassa e tranquilla e se il bambino è grande e comprende, spiegare cosa succede. 4. Importante anche l’ambiente cercando di mettere il bambino in un ambiente confortevole e tranquillo, senza troppi rumori.
  • 51. Terapia farmacologica a seconda dell’età: 0-2 anni: contatto fisico con il bambino: toccare, accarezzare, cullare. Ascoltare musica, giocattoli sopra la culla, leggere ad alta voce; 2-4 anni: giocare con pupazzi, raccontare storie, leggere libri, respirazione e bolle di sapone; 4-6 anni: respirazione, racconto di storie, gioco con pupazzi, parlare dei luoghi preferiti, guardare la televisione, coinvolgimento; 6-11 anni: musica, respirazione, contare, parlare dei luoghi preferiti, guardare la TV, leggere libro.
  • 52.
  • 53. • In caso di dolore recidivante o cronico è necessario somministrare il farmaco prima dell’insorgenza del dolore prevedibile. • È anche importante somministrare gli analgesici a orario fisso, in modo da evitare l’insorgenza di “buchi” di dolore. • Il dolore va sempre cercato e trattato, in tutte le situazioni in cui vi siano segni e sintomi della sua presenza e anche quando la situazione clinica depone per la presenza di dolore, anche se il bambino non esprime verbalmente il suo disagio . • Quando possibile il dolore va sempre profilassato.
  • 54.
  • 55. CAUSE: • otite media acuta • Corpo estraneo: determina infiammazione • Puntura di un insetto (vedi foto). • Foruncolo del condotto uditivo esterno. • Patologia dentaria. • Otite esterna: si manifesta spesso in estate favorita dai bagni in mare e in piscina. Il dolore può essere evocato tirando il padiglione auricolare verso l’alto o il basso, soprattutto in caso di otite esterna. • Dolore transitorio all’orecchio che può comparire per variazioni della pressione esterna (fase di ascesa e di discesa aerea o tuffi o immersioni subacquee).
  • 56. Cosa fare Contattare il pediatra Iniziare da subito una terapia antidolorifica (paracetamolo, ibuprofene). Durante il riposo scegliere, se è presente dolore, la posizione semiseduta. Se oltre al dolore è presente anche scolo nasale o naso “attappato” è opportuno fare frequenti lavaggi nasali con soluzione salina. In caso di persistenza dei sintomi far rivalutare la situazione dal pediatra dopo 48-72 ore.
  • 57. Cosa non fare • Somministrare gocce auricolari, di qualsiasi tipo, prima di una valutazione clinica. • Pulire le orecchie con cotton fioc. • Non dare terapia antidolorifica. • Dare antibiotico senza indicazione medica.
  • 58.
  • 59. Nel periodo in cui spuntano i primi dentini, in alcuni bambini, il mal di denti potrebbe rappresentare un momento di disagio e di malessere fisico (irritabilità, alterazioni dell’intestino, calo dell’appetito, talora una febbricola). Se appare una febbre alta, è molto improbabile che la causa siano i “dentini” e vanno cercate, o almeno escluse, altre cause quali infezioni delle vie aeree e delle vie urinarie.
  • 60. Cosa fare • Proporre al bambino oggetti gommosi piuttosto duri, refrigerati, affinché il piccolo, mordendoli, possa trovare sollievo. • Dopo i primi 6 mesi è possibile usare gel gengivali lenitivi, senza zucchero, anche se la loro efficacia è scarsa. • Somministrare paracetamolo su indicazione del pediatra in casi selezionati. • Se il bambino ha mal di denti a qualsiasi età farlo visitare dallo specialista sin dai primi sintomi, senza aspettare che il dolore diventi forte e persistente.
  • 61. Non è possibile visualizzare questa immagine. Cosa non fare • dare lo zucchero, il miele rosato, i biscotti e tutto ciò che contiene zucchero, in quanto cariogeni, sin dall’inizio dell’eruzione dentaria. • attribuire tutti i disturbi alla dentizione.
  • 62.
  • 63. Cefalea primitiva: affezione a decorso cronico-ricorrente e ad andamento accessuale, discontinuo o continuo, caratterizzata da dolore e, talora, associata a nausea, vomito, sudorazione, fotofobia (eccessiva sensibilità alla luce), ecc. Cefalea secondaria: • cause generali: malattie febbrili ad es.; • cause locali: trauma cranico recente o pregresso, sinusite, disturbi oculari, patologie dentarie (carie o ascessi dentari) La cefalea più frequente è la “muscolo-tensiva”
  • 64. La situazione è tranquilla se il bambino: • Non si sveglia alla notte per il dolore. • Non piange per il dolore ma semplicemente “dice” di aver mal di testa. • Durante il mal di testa gioca e si comporta normalmente.
  • 65. La situazione merita una visita dal pediatra se il bambino: • ha un comportamento diverso e un rendimento scolastico scarso. • Il mal di testa è tale da bloccare le normali attività del bambino. • Il mal di testa è localizzato o insorge dopo uno forzo fisico. • Ha mal di testa con febbre e collo rigido. • Ha mal di testa con scolo nasale muco-purulento. • Il mal di testa sveglia il bambino di notte. • Il mal di testa è associato a vertigini.
  • 66. ATTENZIONE: Sintomi che richiedono una visita urgente • Esordio recente e dolore che peggiora in frequenza e intensità. • Risveglio di notte. • Cefalea mattutina con vomito non proceduto da nausea. • Tendenza, in breve tempo, al costante peggioramento sia come intensità sia come frequenza. • Associato a crisi convulsive, disturbi dell’equilibrio e della vista.
  • 67. Cosa fare • Far riposare un po’ il bambino, in un luogo tranquillo e poco luminoso. • Tranquillizzare il bambino. • Se il mal di testa è frequente compilare, o far compilare se il bambino è grandicello, il diario della cefalea • Somministrare farmaci antidolorifici, come il paracetamolo o l’ibuprofene: è sempre consigliabile però evitare l’autocura, anche quando si tratta di farmaci considerati sicuri in età pediatrica, e concordare con il pediatra dosi e modalità di somministrazione.
  • 68.
  • 69. Cosa non fare • Commentare il problema, magari minimizzando, in presenza del bambino. • Continuare a chiedere se ha ancora mal di testa (un bambino, soprattutto se piccolo, non è capace di nascondere un dolore importante).
  • 70. 13) Dolore osteo-artro-muscolare 14) Dolore toracico e mal di schiena 15) Dolore alle vie urinarie 16) Dolore addominale 17)Dolore ai genitali 18) Febbre 19) Infezioni delle vie respiratorie
  • 71. DOLORE OSTEO-ARTRO- MUSCOLARE Le cause più frequenti sono: • artrosinovite dell’anca • osteocondrosi
  • 72. • Più frequente nei maschi tra i 2 e i 10 anni di età (più frequente sotto ai 5-6 anni). • Si manifesta in modo acuto con dolore localizzato all’anca o, qualche volta, a tutto l’arto inferiore senza una sede ben definibile, di grado variabile, qualche volta così intenso da impedire al paziente l’appoggio del piede a terra. • Altre volte l’esordio è meno violento e il bambino riferisce dolore ma cammina lo stesso, pur zoppicando, limitando la propria attività o la funzionalità dell’arto. Artrosinovite dell’anca
  • 73. Cosa fare • Riposo assoluto. • Farmaci antidolorifici • Attività tranquille (leggere un libro). • Se i sintomi persistessero per più giorni, consulenza ortopedica.
  • 74. Cosa non fare: • Attività fisica. • Sollecitare il bambino a camminare.
  • 75. • Anomalie dei nuclei di ossificazione, che scompaiono a sviluppo ultimato delle ossa in via di accrescimento. • Si manifestano con dolore tale, in alcuni casi, da limitare il movimento. • Rappresentano una patologia tipica dell’età della crescita che si risolve spontaneamente al raggiungimento della maturità scheletrica. OSTEOCONDROSI
  • 76. Le più frequenti sono: • malattia di Osgood-Schlatter: apofisi tibiale anteriore; • malattia di Sever o tallonite.
  • 77. Cosa fare • Riposo; • riduzione/sospensione dell'attività sportiva ; • ghiaccio locale nella fase acuta; • antinfiammatori/ antidolorifici nella fase acuta; • ripresa graduale dell’attività sportiva incominciando con sport atraumatici;
  • 78. Cosa non fare • Proseguire attività fisica a tutti i costi. • Abusare di farmaci.
  • 80. DOLORE TORACICO: Cosa sapere • La comparsa di un dolore toracico nei bambini è abbastanza frequente. • Quasi sempre il dolore è benigno e autolimitante. • Il dolore più comune è quello detto “idiopatico” (non si riesce a identificare la causa), seguito da quello muscolo-scheletrico. • Il dolore toracico di natura cardiaca è il più raro.
  • 81. Cosa fare • Cercare di avere un atteggiamento tranquillizzante e rassicurare il bambino, in assenza dei sintomi sotto descritti. • Chiamare il 118/112 o recarsi al PS se presenti una situazione a rischio(vedi).
  • 82. ATTENZIONE se il dolore è: • persistente, localizzato ,si protrae per minuti e il bambino appare sofferente. • Associato a febbre e/o difficoltà respiratoria. • Compare con lo sforzo e diminuisce a riposo. • Associato a vertigini o a sincope. • Associato a nausea o sudorazione a palpitazioni a cianosi. • Precordiale, opprimente che s’irradia al braccio sinistro o alla mandibola.
  • 83. Cosa non fare Trascurare la comparsa del mal di schiena nel bambino.
  • 84. INFEZIONI DELLE VIE URINARIE: Cosa sapere Nei bambini più piccoli i sintomi possono essere molto generici: irritabilità, scarsa crescita, vomito. A volte l’unico sintomo è una febbre senza altri disturbi. Nei bambini più grandi possono essere presenti vari disturbi, da soli o associati: • dolore, bruciore, sensazione pungente al momento di urinare; • crescente stimolo a urinare o una frequente minzione; • febbre (non è sempre presente); • risvegli durante la notte per andare in bagno; • enuresi nei bambini, anche se il bambino ha imparato ad andare in bagno; • dolori addominali, più raramente dolori in sede lombare; • urina che emana odore “forte”, di ammoniaca, o torbida o che contiene sangue (ematuria).
  • 85. Le infezioni delle vie urinarie (IVU) rappresentano le infezioni più frequenti in età pediatrica dopo quelle delle vie aeree.
  • 86. Cosa fare • Far bere al bambino molti liquidi. • Somministrare antidolorifici per febbre e/o dolore. • Esame delle urine, possibilmente, con urinocoltura
  • 87. Cosa non fare • Somministrare antibiotici senza il parere del medico. • Somministrare ibuprofene, se il bambino è disidratato. • Non rispettare la durata della terapia antibiotica.
  • 88. Indicazioni al ricovero in ospedale: • Stato generale compromesso, • febbre che sale rapidamente e con brivi di: i batteri dell’apparato urinario infettato possono essersi diffusi nel sangue (sepsi). • Disidratazione • Vomito che impedisce di assumere liquidi per bocca.
  • 89. Esame chimico-fisico delle urine Consente rapidamente di confermare, o escludere, un’infezione delle vie urinarie. In presenza di una febbre senza causa evidente è sempre utile l’esecuzione dell’esame urine. Può essere eseguito agevolmente nell’ambulatorio del pediatra di famiglia con uno stick urinario. (vedere www.selfpediatrico.it). L’urinocoltura fornisce risultati solo dopo alcuni giorni, è consigliabile, in presenza di sintomi “importanti”, raccogliere le urine per eseguire l’urinocoltura e, nel frattempo, far fare l’esame delle urine che fornisce un risultato immediato e dà la possibilità di prendererpidamente decisioni sulla terapia da somministrare.
  • 90. DOLORE ADDOMINALE: Cosa sapere Il dolore addominale si può presentare in: • forma acuta (ad es. appendicite), • ricorrente • cronica (dolore da cause psicologiche o emotive). Può essere continuo e costante come nell’appendicite, colico (dolore che si accentua e poi si riduce fino a scomparire, in alcuni casi, per poi ricomparire) come nella invaginazione intestinale.
  • 91. Solo il 5 % dei dolori addominali richiede un’ospedalizzazione. Ricordare che: • I bambini soffrono di mal di pancia anche a seguito di infezioni virali o cambi di alimentazione. • Il mal di pancia dei bambini è riconducibile, nella maggior parte dei casi, a cause psicologico-emotive. • Mai trascurare comunque un mal di pancia
  • 92. CAUSE ETA’ di maggior frequenza
  • 93. Segni di preoccupazione : • risveglio notturno; • sangue nelle feci (in assenza di emorroidi o ragadi); • dolore, anche se il bambino non si muove e sta fermo; • atteggiamento molto mogio o irritabile; • vomito “biliare” ripetuto (vomito con eliminazione di muco giallo e/o verde); • mancata emissione di feci e gas (nella stipsi avvengono le flatulenze); • mal di pancia in un punto ben preciso.
  • 94. I bambini vanno visitati in urgenza se presentano dolore addominale nelle ore successive a un trauma addominale
  • 95. Cosa fare In presenza di dolore addominale anche il genitore a casa può fare alcune prove pratiche da segnalare al proprio pediatra. Queste semplici prove, se positive (il bambino non riesce a compierle o evocano dolore), indirizzano a contattare subito il pediatra in quanto è probabile un’infiammazione dell’appendice o del peritoneo.
  • 96. • SEGNO DEL BALZELLO: Far fare dei salti. La “prova del salto” si è rivelata essere attendibile. Il bambino con appendicite avrà dolore se saltella. • FAR TOSSIRE IL BAMBINO: accentua il dolore.
  • 97. COLPI SUL LETTO: Se il bimbo e' disteso sul letto dare dei piccoli colpi al materasso, in modo da scuotere il piccolo senza, però, toccarlo. “LA MANO ALLONTANATA”: appoggiare delicatamente, senza esercitare alcuna pressione, la mano sulla pancia del bambino. Se questo contatto è gradevole al bambino, oppure lo calma, senz'altro non ha l'appendicite o un'altra malattia che richiede l'intervento del chirurgo; se, invece, il bimbo allontana la mano dell'adulto, va subito fatto visitare dal medico.
  • 98. Nel sospetto dell’origine psicologica bisogna cercare di comprendere e considerare il bambino e non minimizzare con frasi tipo “non hai niente”. Attraverso il mal di pancia il bambino cerca attenzione da parte dell’ambiente famigliare. Il dolore deve essere interpretato come una richiesta di aiuto. MAL DI PANCIA DA CAUSE PSICOLOGICHE-EMOTIVE
  • 99. Cosa fare • Tranquillizzare il bambino e distrarlo. • Massaggiare il pancino: nel dolore addominale da cause psicologiche il massaggio delicato, con le mani calde, fa “piacere” al bambino (in caso di patologia organica il bambino allontana la mano). • Telefonare al pediatra per una consulenza e richiedere un appuntamento per parlare del problema senza la presenza del bambino.
  • 100. Cosa non fare • Dire al bambino che non ha niente. • Ignorare i sintomi lamentati. • Fare lo “psicologo” del proprio figlio. • Chiedere al bambino se ha mal di pancia e, farne oggetto di conversazione con amici, parenti e dal medico in presenza del bambino.
  • 101.
  • 102. Cosa fare • Valutare lo stato generale del bambino; • verificare se è andato di corpo nei giorni precedenti; • eseguire le manovre indicate sopra (segno del balzello, la “mano allontanata”, dolore accentuato dalla tosse o da colpi con la nostra mano sul materasso); • contattare, anche solo nel dubbio, il pediatra o il Pronto Soccorso; • coccolare e consolare il bambino.
  • 103. Cosa non fare • Dare farmaci senza indicazione del medico; • insistere a far mangiare e bere; • far passare molto tempo prima di contattare il pediatra. •
  • 104. Cosa sapere • Non sono causate da dolori addominali • Vengono definite come “crisi di pianto inconsolabile”. • Compaiono nel neonato nelle prime settimane e proseguono e aumentano fino al 3° mese di vita circa, quando iniziano piano piano ad attenuarsi.
  • 105. Regola del tre. 1. Compaiono nelle prime 3 settimane di vita. 2. Aumentano fino al 3° mese e poi, gradualmente, si riducono. 3. Vengono almeno 3 volte alla settimana. 4. Le crisi di pianto possono durare fino a 3 ore. A volte si calmano coccolando e dondolando il bambino, allattandolo o portandolo a fare un giro in macchina (vedi le 5 S cap. pianto……)
  • 106. Cosa fare • Cercare di calmare il bambino: consolarlo e coccolarlo, dargli il ciuccio, passeggiare, attaccarlo al seno. • Favorire il “contenimento”: ad alcuni bambini piace essere in una specie di nido. • Si possono usare farmaci*. Per la scelta si consiglia di rivolgersi al pediatra, anche se l’effetto non è sempre garantito. • Una delle cause di coliche potrebbe essere l’intolleranza alle proteine del latte vaccino. Perettina, sondine rettali e suppostine vanno utilizzate solo in caso di stitichezza.
  • 107. Se oltre alle crisi di pianto il bambino vomita ripetutamente o non elimina feci e gas (flatulenza) o evacua feci con sangue contattare rapidamente il pediatra o il Pronto Soccorso.
  • 108. Cosa non fare • Dare farmaci non consigliati dal pediatra. • Usare routinariamente sondini rettali o perettine o suppostine. • Somministrare sostanze dolci (se non su indicazione del pediatra). • Colpevolizzarsi perché piange (non dipende da voi). • Ascoltare le accuse da parte di parenti e amici.
  • 109. Cosa sapere Infiammazione dei linfonodi dell’addome provocata in genere, da infezioni virali e si manifesta con dolori addominali, soprattutto in età pediatrica. A volte il quadro del dolore addominale è tale da far pensare a un’appendicite. Adenite mesenterica Il dolore addominale è solitamente in zona periombelicale o nel lato inferiore destro dell’addome associato a febbre e malessere generale. Possono essere presenti nausea e/o diarrea o un’infezione delle vie respiratorie o un’infezione può precedere l’insorgenza del dolore addominale.
  • 110. Cosa fare • Valutare lo stato generale del bambino. • Coccolarlo e tranquillizzarlo. • Fare le prove descritte per l’appendicite (segno del balzello, massaggio dell’addome, ecc.) che nella adenite mesenterica, in genere sono possibili. • Somministrare antidolorifici (paracetamolo o ibuprofene) dopo aver sentito il pediatra. •
  • 111. Cosa non fare • Agitarsi non risolve il problema e accentua la sofferenza del bambino. • Evitare di contattare il pediatra per una consulenza. • Forzare il bambino a bere e a mangiare.
  • 112. Cosa sapere Consiste nella penetrazione di una porzione d’intestino in quella adiacente con conseguente occlusione intestinale. Interessa prevalentemente i bambini tra i 4 e i 12 mesi di età. INVAGINAZIONE INTESTINALE
  • 113. • dolori addominali, di tipo colico, molto forti seguiti da periodi di benessere; • vomito, anche verde/giallo (biliare); • abbondante aria nell’addome (meteorismo); • sangue e muco nelle feci.
  • 115. Fattori che favoriscono la stipsi • Cambio di alimentazione (svezzamento); • episodi infettivi (portano a una perdita di liquidi); • passaggio dal pannolino al vasino; • predisposizione familiare; • fattori psicologici; • infiammazioni nella zona perianale; • alimentazione povera di fibre.
  • 116. Una stipsi può causare: • dolori addominali anche importanti, soprattutto nel lattante e nei primi anni di vita; • emorroidi e sanguinamento; • riduzione dell’appetito; • nervosismo, irritabilità, irrequietezza.
  • 117. Cosa fare • Offrire da bere. • Dare alimenti ricchi di fibre: farina integrale, frutta (soprattutto pesche, prugne, melone) e verdura. • Abituare il bambino ad andare alla toilette quando avverte lo stimolo e a non trattenere la defecazione. • In caso di persistenza o non risoluzione con la dieta si possono somministrare rammollitori fecali • In caso dolori addominali ricorrere alla stimolazione locale
  • 118. Norme igieniche: - abituare bambino ad andare in bagno ogni giorno alla stessa ora; - farlo sedere con l’aiuto di un riduttore e di uno sgabello
  • 119. Cosa non fare • Non tenerlo sul water o sul vasino troppo tempo: se dopo qualche minuto non si scarica, meglio ritentare dopo qualche ora. • Minacciarlo o punirlo se trattiene le feci. • Alimentarlo con poche fibre • Offrirgli poco da bere.
  • 120. DOLORE AI GENITALI • Trauma ai testicoli • Torsione del testicolo e delle appendici test. • Balanopostite • Fimosi e parafimosi • Infezioni/infiammazioni dei genitali femminili
  • 121. • Trauma ai testicoli Cosa fare E’ necessario chiamare il medico se: • la pelle è lacerata o il sanguinamento non si ferma. • Il dolore è molto forte. • Il bambino fatica a urinare o vi è ematuria. • Il bambino ha le vertigini o sviene quando si alza in piedi. • Lo scroto è gonfio. • Per il gonfiore applicare ghiaccio, non a contatto della pelle, per 10 minuti. Rivolgersi a un Pronto Soccorso se al dolore si associa nausea o vomito, o se il dolore o il gonfiore
  • 122. Torsione del testicolo e delle appendici Cosa sapere La torsione testicolare: si presenta con dolore improvviso associato, spesso, a vomito e nausea. esistono due picchi d’incidenza -sotto l’anno di età - tra gli 11 e i 13 anni. La torsione delle: il quadro clinico è più attenuato della torsione testicolare ma non sempre
  • 124. Cosa fare La torsione del testicolo è una emergenza Rivolgersi urgentemente al Pronto Soccorso. L’intervento è tanto più efficace quanto viene eseguito precocemente. La probabilità di “recuperare” il testicolo si aggira intorno al 90% quando l’intervento avviene entro 6 ore dall'esordio dei sintomi, al 50% dopo 12 ore e al 10% dopo le 24 ore.
  • 125. La balanopostite acuta La balanopostite è una infezione del glande infezione (balano) e del prepuzio (poste). Glande e prepuzio appaiono tesi, caldi, arrossati, edematosi e si forma del pus. Il bambino può presentare disuria (dolore a urinare), pollachiuria (minzioni molto frequenti), talora associati anche ad aumento della temperatura corporea.
  • 126. Cosa fare • pulizia; • impacchi caldo umidi con amuchina sciolta in acqua; • se necessario antibiotici per via generale. Cosa non fare • Utilizzare creme cortisoniche che favoriscono le infezioni.
  • 128. Infezioni/infiammazioni dei genitali femminili Sono più frequenti quando cominciano a frequentare l’asilo o la scuola. Fattore favorente è l’uso di detergenti non risciacquati adeguatamente. I genitali femminili sono molto vicini all’ano (facile la contaminazione da germi che si trovano nelle feci).