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Consultazione
Pubblica sulle Riforme
Costituzionali
Executive	
 Summary
Introduzione
La Costituzione è un testo vivo. Ho di recente detto ad alcuni studenti di liceo che è come un vecchio orologio
lasciatoci da un parente lontano: ogni tanto ha bisogno di manutenzione per continuare a svolgere il proprio
dovere anche a distanza di moltissimi anni.
Per continuare a essere attuale, per garantire a tutti i diritti affermati nella sua prima parte, i suoi principi
immodificabili devono essere applicati e resi effettivi da una riforma della seconda parte che permetta alla
nostra Carta fondamentale di adattarsi non solo al trascorrere degli anni, ma anche ai cambiamenti sistemici,
alle mutate contingenze interne e internazionali, a una competitività sempre più agguerrita, alle sfide inedite
del nostro tempo.
La Carta costituzionale rappresenta l’architrave dell’ordinamento, codifica il lessico comune di una comunità,
fissa le basilari regole del gioco della convivenza civile. Appartiene a tutti. La sua revisione rappresenta dunque
una materia tanto complessa e delicata, quanto bisognosa del più ampio coinvolgimento.
Da qui, le due iniziative messe in campo dal governo in attesa che il Parlamento completi l’approvazione di un
iter di riforma certo nei tempi e garantista nelle procedure, per poi finalmente entrare nel merito: da un lato la
Commissione per le riforme costituzionali, che ha riunito studiosi ed esperti, fra i più autorevoli che il
costituzionalismo italiano possa vantare; dall’altro, un’iniziativa che portasse le riforme fuori dal palazzo e
riuscisse a coinvolgere i cittadini.
Da qui è nata l’idea di “Partecipa!”, la consultazione pubblica sulle riforme costituzionali.
Un cammino durato oltre tre mesi nei quali abbiamo ascoltato i cittadini, proponendo un modello di
partecipazione stratificato che arrivasse ai cittadini di tutte le età e con qualunque grado di istruzione. Un
primo questionario breve e da linguaggio semplice, per capire cosa ne pensassero i non addetti ai lavori. Un
secondo questionario, più complesso e articolato, per chi avesse voglia non solo di darci un’opinione più
ragionata, ma anche di approfondire questi argomenti insieme a noi. Quindi una terza fase di discussione
pubblica, attraverso la quale abbiamo reso commentabili online le proposte degli esperti, abbiamo incontrato
gli studenti, abbiamo chiesto contributi di idee e abbiamo approfondito gli argomenti attraverso dibattiti
pubblici.
I 203.061 questionari compilati e validati hanno fatto di questa la consultazione pubblica online più
partecipata in Italia e in Europa. A dimostrazione che le riforme non solo un esercizio intellettuale ma qualcosa
di molto concreto che ha a che fare con la vita di tutti i giorni, e che il distacco tra politica e cittadini, tra
persone e Istituzioni, non è poi così profondo se si trovano i giusti canali di comunicazione.
L’elevata partecipazione alla consultazione rappresenta il segnale di una voglia di cambiamento che non
significa sfiducia nelle istituzioni, ma voglia di riformarle per renderle più funzionanti e autorevoli.
Mi farò carico di portare questi dati, analizzati da statistici, metodologi, giuristi, linguisti e politologi e
supervisionati da un comitato scientifico a garanzia dell’imparzialità del risultato, in Parlamento, cosicché il
decisore pubblico sia informato di tutte le opinioni, degli esperti e dei cittadini, prima di giungere alle proprie
conclusioni.
Gaetano	
 Quagliariello
Ministro per le Riforme Costituzional
Executive Summary
IL	
 PROCESSO	
 

La consultazione pubblica sulle riforme costituzionali è stata articolata su due questionari di differente
ampiezza e approfondimento: un “questionario breve” e un “questionario di approfondimento”. Le domande
prevedevano delle scelte opzionali con l’aggiunta di alcuni campi aperti, ed erano corredate da didascalie,
approfondimenti e un glossario. La consultazione ha incluso inoltre una fase di dibattito online sulla
piattaforma CIVICI. Durante il periodo della consultazione sono stati organizzati diversi eventi e campagne di
sensibilizzazione per coinvolgere ed informare i cittadini di diverse fasce d’età, abilità e competenze.
La metodologia per la costruzione dei questionari e per la validazione dei relativi risultati ha seguito
strutturalmente i passi tipici di una rilevazione statistica di ampio raggio, sebbene la consultazione non ne
abbia le caratteristiche di rappresentatività.
Il corpus di informazioni emerso dalla consultazione e a disposizione del Dipartimento per le Riforme
Costituzionali è costituito da:
- 131.676 questionari brevi validati, con l’aggiunta di 45.052 commenti testuali al questionario;
- 71.385 questionari di approfondimento validati, con l’aggiunta di circa 32.000 commenti testuali al
questionario distribuiti tra commenti alla domanda 1 (Forma di Governo), alla domanda 7 (strumenti di
democrazia diretta) e commenti all’intero questionario;
- 595 proposte e 1763 commenti all’interno dello spazio di discussione pubblica su CIVICI, a cui si aggiungono
le 27 proposte tratte dalla Relazione Finale della Commissione Riforme Costituzionali, anch’esse discusse dai
cittadini.
L’analisi ha utilizzato tutte le informazioni prodotte dalla consultazione, compreso l’aggregato dei feedback
ricevuti dai cittadini tramite Linea Amica e i diversi canali di comunicazione associati.

I	
 DATI	
 DELLA	
 PARTECIPAZIONE

4 milioni di minuti spesi dai partecipanti alla consultazione;
4 milioni di pagine viste e 475.000 visite al sito, di cui oltre 21% da tablet o cellulari;
Partecipazione distribuita in misura omogenea tra i 18 e i 68 anni;
Hanno compilato il questionario: 66% uomini, 34% donne;
Titolo di studio: 43% diploma superiore, 32% laurea, 12% dottorato o master, 11% licenza di scuola media
inferiore;
Professioni: 21% impiegati, 15% pensionati, 14% funzionari, 11% studenti, 8% liberi professionisti;
450 amministrazioni ed enti pubblici coinvolti nella diffusione.

LE	
 PRINCIPALI	
 INDICAZIONI	
 DAI	
 QUESTIONARI

PARLAMENTARISMO O SEMI PRESIDENZIALISMO? Forte volontà di cambiamento,   ma opinioni diverse su
come cambiare la forma di governo. Dal questionario breve emerge che il 26,3% dei rispondenti vuole
mantenere lo status quo, mentre il 68,1% dei partecipanti ha voglia di cambiamento. Di questo 68,1% che ha
voglia di cambiamento, il 29,1% rafforzerebbe i poteri del governo (parlamentarismo razionalizzato), il 39%
vorrebbe l’elezione diretta del Presidente della Repubblica.
Nel questionario di approfondimento, emerge invece che il 44% preferisce un sistema Semi-Presidenziale,
mentre il 51,9% vorrebbe mantenere comunque una forma di governo di tipo parlamentare.
BICAMERALISMO PARITARIO L’87,8% dei cittadini vuole il superamento del bicameralismo paritario. Di
questi, il 41,8% propone il monocameralismo e il 40% propone di differenziare sia le funzioni che la
composizione del Senato, indicazione confermata anche dalla fase di discussione pubblica. Dal questionario di
approfondimento emerge che il 56% dei partecipanti preferirebbe un Senato composto da rappresentanti
provenienti dagli Enti territoriali (per il 60%, sia da Regioni che Comuni)
EFFICIENZA DEL PARLAMENTO Ridurre il numero dei parlamentari è considerato da 54% dei partecipanti di
massima o alta priorità. Poi riduzione di indennità e benefici accessori, miglioramento della qualità e della 
quantità e tempi di produzione delle leggi e trasparenza dell’operato del parlamento. Esigenza di generale
efficientamento dei lavori parlamentari, confermata dalla discussione pubblica e da reazioni positive alle
proposte della Commissione Riforme Costituzionali.
STRUMENTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA
REFERENDUM ABROGATIVO: Il 69% dei cittadini vorrebbe che fossero introdotti meccanismi per agevolare il
raggiungimento della validità del risultato del referendum, anche elevando il numero di firme necessarie per la
sua richiesta; NORME ABROGATE IN SEGUITO AD UN REFERENDUM: Per il 64,7% dei rispondenti ai quesiti,
le norme abrogate in seguito ad un referendum non dovrebbero essere reintrodotte per un numero ragionevole
di anni, per il 22,5% non prima delle successive elezioni. LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE Per il 92% dei
rispondenti le devono sempre essere discusse, anche se per il 38,5% occorre aumentare il numero minimo di
cittadini che sottoscrivono la proposta. REFERENDUM PER CONFERMARE LE MODIFICHE ALLA
COSTITUZIONE il 41,9% dei rispondenti alla consultazione ritiene che le condizioni attualmente previste
dalla costituzione siano sufficienti, il 38,4% chiede che sia fatto in ogni caso (senza necessità di richiesta)
AUTONOMIE TERRITORIALI
ORGANIZZAZIONE DEGLI ENTI LOCALI. L’88,2% dei rispondenti al questionario breve ritiene che l’attuale
organizzazione degli enti locali sia da modificare sostanzialmente; Il 42,1%   vorrebbe farlo abolendo le
Province, mentre il 46,1% vorrebbe semplificare l’attuale assetto accorpando enti e riorganizzandone le varie
funzioni. REGIONI: il 36% dei rispondenti al questionario di approfondimento vorrebbe ridefinire l’assetto
delle Regioni accorpandone alcune, il 7% vorrebbe che ci fosse un accorpamento volontario; Il 38% non
vorrebbe incidere sul numero ma rafforzarne   gli strumenti di cooperazione e coordinamento istituzionale;
L’11% vorrebbe invece che si mantenesse l’assetto attuale. PROVINCE: 8% dei cittadini vuole mantenere
l’attuale struttura, 16% vorrebbe ridurne il numero; 72% vorrebbe sopprimerle, trasferendone altrove le
funzioni. PICCOLI COMUNI: per il 50,1% dei rispondenti occorre fissare un numero minimo di abitanti.
AUTONOMIE TERRITORIALI: COMPETENZE LEGISLATIVE CONCORRENTI
Riorganizzazione e semplificazione dell’assetto per l’82% dei rispondenti al questionario breve.
Il 65% dei rispondenti vorrebbe aumentare le materie di competenza esclusiva dello Stato, il 17% vuole
modificarne il regime, attribuendole o allo Stato o alle Regioni.
Tra le materie da attribuire alla competenza esclusiva dello Stato, netta prevalenza di Tutela della Salute, Tutela
e sicurezza del Lavoro, Rapporti internazionali e con la Ue, Energia, Grandi reti di Trasporto e Istruzione (fatta
salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche).
Si sono inoltre confrontate le indicazioni dei cittadini e quanto prodotto dalla Commissione Riforme
Costituzionali e questo confronto ha mostrato un grado di coerenza elevato.
Infine, una nota significativa dall’analisi dei commenti testuali ai due questionari e dalle sollecitazioni ricevute
tramite i diversi canali di comunicazione disponibili ai cittadini: la grande maggioranza sollecita l’importanza
di tenere in considerazione i risultati della consultazione, e la speranza che l’iniziativa abbia un impatto
tangibile sulle decisioni del Governo.
Prossimi passi
Come annunciato sul sito www.partecipa.gov.it alle pagine “Consultazione” e “Note Legali”, la presentazione e
pubblicazione dei risultati della consultazione in forma sintetica (executive summary) e estesa, tramite questo
rapporto, sarà seguito da alcuni passi, che possiamo distinguere in tecnici, istituzionali e metodologici.

Passi	
 tecnici
I risultati della consultazione, nella forma di questo rapporto, saranno pubblicati sui siti istituzionali
www.partecipa.gov.it, www.governo.it, www.riformecostituzionali.gov.it e su tutti i siti delle amministrazioni
che, avendo collaborato all’iniziativa, vorranno darne diffusione.
In una fase immediatamente successiva i dati, opportunamente normalizzati secondo i criteri del segreto
statistico, saranno condivisi in formato open con licenza CC-BY 3.0, per permettere a ricercatori, giornalisti ed
ogni cittadino di sviluppare analisi ad hoc.
Il codice sorgente dell’applicativo sviluppato sarà quindi reso scaricabile, compatibilmente con i tempi tecnici
di rilascio, in licenza. Tutti i contenuti raccolti per il sito (materiali, note informative e glossario) e i materiali
grafici prodotti (loghi, banner e leaflet associati a “partecipa.gov.it”) vengono immediatamente messi a
disposizione della Presidenza del Consiglio.

Passi	
 istituzionali
I risultati della consultazione pubblica sono consegnati alla Presidenza del Consiglio il 12 Novembre e, nei
giorni successivi, consegnati e presentati insieme a questo rapporto al Presidente della Repubblica, al
Presidente del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato e ai presidenti delle Commissioni Affari Istituzionali.
Il Ministro e il Governo si faranno carico di illustrare i risultati e collocare l’orientamento dei cittadini
all’interno del percorso di riforme, insieme alle alla Relazione della Commissione Riforme Costituzionali, per
permettere al Parlamento di prendere decisioni informate sulla base di un corpus completo di indicazioni.

Passi	
 metodologici
Il progetto Partecipa! non si esaurisce con la consultazione pubblica sulle riforme costituzionali. Come deciso
congiuntamente alla Presidenza del Consiglio in sede di costruzione dell’iniziativa, Partecipa! è stato
immaginato per costituire il punto di partenza per un impegno di lungo periodo del Governo italiano verso
politiche di open government innovative e sempre più efficaci, anche in ottica di efficienza amministrativa. A
partire dal 12 Novembre, il gruppo di lavoro di Partecipa! lavora in collaborazione con il team della Presidenza
alla progettazione della transizione di www.partecipa.gov.it in spazio per altre iniziative del Governo,
capitalizzando sulle competenze e le sinergie organizzative sviluppate per la consultazione pubblica sulle
riforme costituzionali.
Alcuni membri del gruppo di lavoro di Partecipa!, a margine di questo rapporto, stanno inoltre lavorando a
pubblicazioni scientifiche di respiro internazionale a partire dagli insegnamenti dell’iniziativa e sono aperti a
collaborazione di ricerca e dibattiti approfonditi sul metodo sviluppato, con l’obiettivo di collaborare per
avanzare con forza il dibattito su e-participation e open government nel nostro Paese.
Executive summary del Report PARTECIPA! - Consultazione pubblica sulle riforme costituzionali

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  • 2. Introduzione La Costituzione è un testo vivo. Ho di recente detto ad alcuni studenti di liceo che è come un vecchio orologio lasciatoci da un parente lontano: ogni tanto ha bisogno di manutenzione per continuare a svolgere il proprio dovere anche a distanza di moltissimi anni. Per continuare a essere attuale, per garantire a tutti i diritti affermati nella sua prima parte, i suoi principi immodificabili devono essere applicati e resi effettivi da una riforma della seconda parte che permetta alla nostra Carta fondamentale di adattarsi non solo al trascorrere degli anni, ma anche ai cambiamenti sistemici, alle mutate contingenze interne e internazionali, a una competitività sempre più agguerrita, alle sfide inedite del nostro tempo. La Carta costituzionale rappresenta l’architrave dell’ordinamento, codifica il lessico comune di una comunità, fissa le basilari regole del gioco della convivenza civile. Appartiene a tutti. La sua revisione rappresenta dunque una materia tanto complessa e delicata, quanto bisognosa del più ampio coinvolgimento. Da qui, le due iniziative messe in campo dal governo in attesa che il Parlamento completi l’approvazione di un iter di riforma certo nei tempi e garantista nelle procedure, per poi finalmente entrare nel merito: da un lato la Commissione per le riforme costituzionali, che ha riunito studiosi ed esperti, fra i più autorevoli che il costituzionalismo italiano possa vantare; dall’altro, un’iniziativa che portasse le riforme fuori dal palazzo e riuscisse a coinvolgere i cittadini. Da qui è nata l’idea di “Partecipa!”, la consultazione pubblica sulle riforme costituzionali. Un cammino durato oltre tre mesi nei quali abbiamo ascoltato i cittadini, proponendo un modello di partecipazione stratificato che arrivasse ai cittadini di tutte le età e con qualunque grado di istruzione. Un primo questionario breve e da linguaggio semplice, per capire cosa ne pensassero i non addetti ai lavori. Un secondo questionario, più complesso e articolato, per chi avesse voglia non solo di darci un’opinione più ragionata, ma anche di approfondire questi argomenti insieme a noi. Quindi una terza fase di discussione pubblica, attraverso la quale abbiamo reso commentabili online le proposte degli esperti, abbiamo incontrato gli studenti, abbiamo chiesto contributi di idee e abbiamo approfondito gli argomenti attraverso dibattiti pubblici. I 203.061 questionari compilati e validati hanno fatto di questa la consultazione pubblica online più partecipata in Italia e in Europa. A dimostrazione che le riforme non solo un esercizio intellettuale ma qualcosa di molto concreto che ha a che fare con la vita di tutti i giorni, e che il distacco tra politica e cittadini, tra persone e Istituzioni, non è poi così profondo se si trovano i giusti canali di comunicazione. L’elevata partecipazione alla consultazione rappresenta il segnale di una voglia di cambiamento che non significa sfiducia nelle istituzioni, ma voglia di riformarle per renderle più funzionanti e autorevoli. Mi farò carico di portare questi dati, analizzati da statistici, metodologi, giuristi, linguisti e politologi e supervisionati da un comitato scientifico a garanzia dell’imparzialità del risultato, in Parlamento, cosicché il decisore pubblico sia informato di tutte le opinioni, degli esperti e dei cittadini, prima di giungere alle proprie conclusioni. Gaetano Quagliariello Ministro per le Riforme Costituzional
  • 3. Executive Summary IL PROCESSO La consultazione pubblica sulle riforme costituzionali è stata articolata su due questionari di differente ampiezza e approfondimento: un “questionario breve” e un “questionario di approfondimento”. Le domande prevedevano delle scelte opzionali con l’aggiunta di alcuni campi aperti, ed erano corredate da didascalie, approfondimenti e un glossario. La consultazione ha incluso inoltre una fase di dibattito online sulla piattaforma CIVICI. Durante il periodo della consultazione sono stati organizzati diversi eventi e campagne di sensibilizzazione per coinvolgere ed informare i cittadini di diverse fasce d’età, abilità e competenze. La metodologia per la costruzione dei questionari e per la validazione dei relativi risultati ha seguito strutturalmente i passi tipici di una rilevazione statistica di ampio raggio, sebbene la consultazione non ne abbia le caratteristiche di rappresentatività. Il corpus di informazioni emerso dalla consultazione e a disposizione del Dipartimento per le Riforme Costituzionali è costituito da: - 131.676 questionari brevi validati, con l’aggiunta di 45.052 commenti testuali al questionario; - 71.385 questionari di approfondimento validati, con l’aggiunta di circa 32.000 commenti testuali al questionario distribuiti tra commenti alla domanda 1 (Forma di Governo), alla domanda 7 (strumenti di democrazia diretta) e commenti all’intero questionario; - 595 proposte e 1763 commenti all’interno dello spazio di discussione pubblica su CIVICI, a cui si aggiungono le 27 proposte tratte dalla Relazione Finale della Commissione Riforme Costituzionali, anch’esse discusse dai cittadini. L’analisi ha utilizzato tutte le informazioni prodotte dalla consultazione, compreso l’aggregato dei feedback ricevuti dai cittadini tramite Linea Amica e i diversi canali di comunicazione associati. I DATI DELLA PARTECIPAZIONE 4 milioni di minuti spesi dai partecipanti alla consultazione; 4 milioni di pagine viste e 475.000 visite al sito, di cui oltre 21% da tablet o cellulari; Partecipazione distribuita in misura omogenea tra i 18 e i 68 anni; Hanno compilato il questionario: 66% uomini, 34% donne; Titolo di studio: 43% diploma superiore, 32% laurea, 12% dottorato o master, 11% licenza di scuola media inferiore; Professioni: 21% impiegati, 15% pensionati, 14% funzionari, 11% studenti, 8% liberi professionisti; 450 amministrazioni ed enti pubblici coinvolti nella diffusione. LE PRINCIPALI INDICAZIONI DAI QUESTIONARI PARLAMENTARISMO O SEMI PRESIDENZIALISMO? Forte volontà di cambiamento,   ma opinioni diverse su come cambiare la forma di governo. Dal questionario breve emerge che il 26,3% dei rispondenti vuole mantenere lo status quo, mentre il 68,1% dei partecipanti ha voglia di cambiamento. Di questo 68,1% che ha voglia di cambiamento, il 29,1% rafforzerebbe i poteri del governo (parlamentarismo razionalizzato), il 39% vorrebbe l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Nel questionario di approfondimento, emerge invece che il 44% preferisce un sistema Semi-Presidenziale, mentre il 51,9% vorrebbe mantenere comunque una forma di governo di tipo parlamentare.
  • 4. BICAMERALISMO PARITARIO L’87,8% dei cittadini vuole il superamento del bicameralismo paritario. Di questi, il 41,8% propone il monocameralismo e il 40% propone di differenziare sia le funzioni che la composizione del Senato, indicazione confermata anche dalla fase di discussione pubblica. Dal questionario di approfondimento emerge che il 56% dei partecipanti preferirebbe un Senato composto da rappresentanti provenienti dagli Enti territoriali (per il 60%, sia da Regioni che Comuni) EFFICIENZA DEL PARLAMENTO Ridurre il numero dei parlamentari è considerato da 54% dei partecipanti di massima o alta priorità. Poi riduzione di indennità e benefici accessori, miglioramento della qualità e della  quantità e tempi di produzione delle leggi e trasparenza dell’operato del parlamento. Esigenza di generale efficientamento dei lavori parlamentari, confermata dalla discussione pubblica e da reazioni positive alle proposte della Commissione Riforme Costituzionali. STRUMENTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA REFERENDUM ABROGATIVO: Il 69% dei cittadini vorrebbe che fossero introdotti meccanismi per agevolare il raggiungimento della validità del risultato del referendum, anche elevando il numero di firme necessarie per la sua richiesta; NORME ABROGATE IN SEGUITO AD UN REFERENDUM: Per il 64,7% dei rispondenti ai quesiti, le norme abrogate in seguito ad un referendum non dovrebbero essere reintrodotte per un numero ragionevole di anni, per il 22,5% non prima delle successive elezioni. LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE Per il 92% dei rispondenti le devono sempre essere discusse, anche se per il 38,5% occorre aumentare il numero minimo di cittadini che sottoscrivono la proposta. REFERENDUM PER CONFERMARE LE MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE il 41,9% dei rispondenti alla consultazione ritiene che le condizioni attualmente previste dalla costituzione siano sufficienti, il 38,4% chiede che sia fatto in ogni caso (senza necessità di richiesta) AUTONOMIE TERRITORIALI ORGANIZZAZIONE DEGLI ENTI LOCALI. L’88,2% dei rispondenti al questionario breve ritiene che l’attuale organizzazione degli enti locali sia da modificare sostanzialmente; Il 42,1%   vorrebbe farlo abolendo le Province, mentre il 46,1% vorrebbe semplificare l’attuale assetto accorpando enti e riorganizzandone le varie funzioni. REGIONI: il 36% dei rispondenti al questionario di approfondimento vorrebbe ridefinire l’assetto delle Regioni accorpandone alcune, il 7% vorrebbe che ci fosse un accorpamento volontario; Il 38% non vorrebbe incidere sul numero ma rafforzarne   gli strumenti di cooperazione e coordinamento istituzionale; L’11% vorrebbe invece che si mantenesse l’assetto attuale. PROVINCE: 8% dei cittadini vuole mantenere l’attuale struttura, 16% vorrebbe ridurne il numero; 72% vorrebbe sopprimerle, trasferendone altrove le funzioni. PICCOLI COMUNI: per il 50,1% dei rispondenti occorre fissare un numero minimo di abitanti. AUTONOMIE TERRITORIALI: COMPETENZE LEGISLATIVE CONCORRENTI Riorganizzazione e semplificazione dell’assetto per l’82% dei rispondenti al questionario breve. Il 65% dei rispondenti vorrebbe aumentare le materie di competenza esclusiva dello Stato, il 17% vuole modificarne il regime, attribuendole o allo Stato o alle Regioni. Tra le materie da attribuire alla competenza esclusiva dello Stato, netta prevalenza di Tutela della Salute, Tutela e sicurezza del Lavoro, Rapporti internazionali e con la Ue, Energia, Grandi reti di Trasporto e Istruzione (fatta salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche). Si sono inoltre confrontate le indicazioni dei cittadini e quanto prodotto dalla Commissione Riforme Costituzionali e questo confronto ha mostrato un grado di coerenza elevato. Infine, una nota significativa dall’analisi dei commenti testuali ai due questionari e dalle sollecitazioni ricevute tramite i diversi canali di comunicazione disponibili ai cittadini: la grande maggioranza sollecita l’importanza di tenere in considerazione i risultati della consultazione, e la speranza che l’iniziativa abbia un impatto tangibile sulle decisioni del Governo.
  • 5. Prossimi passi Come annunciato sul sito www.partecipa.gov.it alle pagine “Consultazione” e “Note Legali”, la presentazione e pubblicazione dei risultati della consultazione in forma sintetica (executive summary) e estesa, tramite questo rapporto, sarà seguito da alcuni passi, che possiamo distinguere in tecnici, istituzionali e metodologici. Passi tecnici I risultati della consultazione, nella forma di questo rapporto, saranno pubblicati sui siti istituzionali www.partecipa.gov.it, www.governo.it, www.riformecostituzionali.gov.it e su tutti i siti delle amministrazioni che, avendo collaborato all’iniziativa, vorranno darne diffusione. In una fase immediatamente successiva i dati, opportunamente normalizzati secondo i criteri del segreto statistico, saranno condivisi in formato open con licenza CC-BY 3.0, per permettere a ricercatori, giornalisti ed ogni cittadino di sviluppare analisi ad hoc. Il codice sorgente dell’applicativo sviluppato sarà quindi reso scaricabile, compatibilmente con i tempi tecnici di rilascio, in licenza. Tutti i contenuti raccolti per il sito (materiali, note informative e glossario) e i materiali grafici prodotti (loghi, banner e leaflet associati a “partecipa.gov.it”) vengono immediatamente messi a disposizione della Presidenza del Consiglio. Passi istituzionali I risultati della consultazione pubblica sono consegnati alla Presidenza del Consiglio il 12 Novembre e, nei giorni successivi, consegnati e presentati insieme a questo rapporto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato e ai presidenti delle Commissioni Affari Istituzionali. Il Ministro e il Governo si faranno carico di illustrare i risultati e collocare l’orientamento dei cittadini all’interno del percorso di riforme, insieme alle alla Relazione della Commissione Riforme Costituzionali, per permettere al Parlamento di prendere decisioni informate sulla base di un corpus completo di indicazioni. Passi metodologici Il progetto Partecipa! non si esaurisce con la consultazione pubblica sulle riforme costituzionali. Come deciso congiuntamente alla Presidenza del Consiglio in sede di costruzione dell’iniziativa, Partecipa! è stato immaginato per costituire il punto di partenza per un impegno di lungo periodo del Governo italiano verso politiche di open government innovative e sempre più efficaci, anche in ottica di efficienza amministrativa. A partire dal 12 Novembre, il gruppo di lavoro di Partecipa! lavora in collaborazione con il team della Presidenza alla progettazione della transizione di www.partecipa.gov.it in spazio per altre iniziative del Governo, capitalizzando sulle competenze e le sinergie organizzative sviluppate per la consultazione pubblica sulle riforme costituzionali. Alcuni membri del gruppo di lavoro di Partecipa!, a margine di questo rapporto, stanno inoltre lavorando a pubblicazioni scientifiche di respiro internazionale a partire dagli insegnamenti dell’iniziativa e sono aperti a collaborazione di ricerca e dibattiti approfonditi sul metodo sviluppato, con l’obiettivo di collaborare per avanzare con forza il dibattito su e-participation e open government nel nostro Paese.