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appunti e riflessioni sulla città
l’arcipelago
la comunità che lavora
la comunità che vive
la comunità che si muove
la comunità e la cultura
l’arcipelago
                                   La costruzione di un’idea di città, della sua immagine, è alla base dell’identità urbana e del
                                   suo rapporto con le comunità che vi vivono, lavorano, studiano o semplicemente la visitano
                                   e attraversano: il progetto di xVenezia nasce dalla desolante constatazione degli esiti ai
                                   quali ha portato la volontà politico-amministrativa degli ultimi vent’anni che per governare
                                   il passaggio da città insulare a Venezia metropolitana – nel tentativo di controllare e dare
                                   identità alle trasformazioni – ha imposto l’idea di città bipolare, agglomerato delle artico-
                                   late realtà del territorio comunale, semplicisticamente riassunte in Mestre e Venezia.
                                   Non c’è che da prendere atto del fallimento di questo disegno, con la città bipolare ridotta
                                   oggi ad una sorta di enorme clessidra, a scandire il lento, inesorabile svuotamento di at-
Non c’è che da prendere atto
                                   tività, residenza e servizi dall’acqua alla terraferma: travaso che ha portato ad una crisi di
del fallimento del disegno di      identità dell’una e dell’altra anima della città.
città bipolare, ridotta oggi ad
                                   La proposta dell’associazione xVenezia disegna una prospettiva radicalmente diversa di
una sorta di enorme clessidra
                                   Idea di città: una prospettiva che vede al centro il riconoscimento e la promozione delle
a scandire il lento, inesorabile   identità, vocazioni, sinergie che costituiscono il territorio della città metropolitana, in dia-
svuotamento di attività,           logo tra loro attraverso una nuova rete di relazioni a scala territoriale vasta. Relazioni e area
residenza e servizi.               vasta proprie della città metropolitana di Venezia, arcipelago di terra e di acqua.
                                   L’arcipelago urbano è il simbolo di questo approccio, con il quale si realizza una nuova
                                   geografia che – affondando le proprie origini nella storia stessa del territorio veneziano – sia
                                   in grado di dare risposta alle potenzialità, tensioni, bisogni della realtà metropolitana e delle
                                   comunità di persone che la animano e che, ancor più, la potranno animare se la clessidra
                                   della città bipolare sarà fermata e sostituita da una un sistema di connessioni fisiche e sociali
                                   capaci di far assumere a ogni parte dell’arcipelago un ruolo da protagonista nel sistema
                                   urbano.
Questo progetto di città che si è formato sulla base di elaborazioni,
                    dibatti e confronti, non vuole proporre un’astratta “città ideale”: si con-
                    fronta invece con il già fatto, con i programmi in essere e con quelli
                    futuri cercando le leve per una risposta nuova ed organica a temi che si-
                    nora non hanno trovato soluzione. Dalla visione generale all’intervento
                    locale, dall’area vasta della città metropolitana per giungere a risposte
                    puntuali e concrete.
documento n.14
Arcipelago urbano   È evidente che, partendo dal tessuto sociale, questo progetto di cit-
                    tà vede come attore principale la comunità degli abitanti e la sua
                    partecipazione consapevole alla gestione e allo sviluppo del territorio.
                    Dagli incontri pubblici al protocollo Onu di Agenda , la comunità
                    sociale – nelle sue varie accezioni – è la struttura stessa del progetto che
                    intendiamo proporre e che riteniamo si debba realizzare partendo dal
                    cittadino.




la città bipolare                    tendenza attuale                                         proposta 40xVenezia
la comunità che lavora
                                Le attuali condizioni della realtà economica veneziana sono note a tutti: una crisi irreversi-
Venezia può diventare
                                bile del settore chimico che impone di ripensare la vocazione di Porto Marghera in funzione
la capitale dei “talenti”.      logistica e di servizio; una monocultura turistica imperante che fa di questa indubbiamente
                                grande e insostituibile risorsa un grande argine allo sviluppo “altro” dell’economia venezia-
                                na; un Porto in costante crescita, strategico per l’occupazione e perché dalle sue decisioni
                                sinora unilaterali in materia di nuove infrastrutture, dipende lo sviluppo e la destinazione
                                futura di grandi aree di città.
a Marghera potrebbero           Se Venezia metropolitana vuole ambire ad essere la nuova Capitale del nord-est – inverten-
trovare collocazione            do così l’attuale deriva fatta di spopolamento e di vera e propria fuga delle attività produt-
il terziario dell’innovazione   tive – deve reinterpretare il territorio quale centro di studio e sperimentazione di sistemi
e del leisure.                  produttivi innovativi, promuovendo una politica di distretti e metadistretti regionali. Così,
                                a Marghera potrebbero trovare collocazione il terziario dell’innovazione e del leisure: il
                                polo di tutto ciò che è innovazione e cultura troverebbe così ampi sbocchi di sviluppo e
                                contaminazione di conoscenze, fondamentali per formare un substrato di competenze di
                                eccellenza.
                                                                                      Il nuovo sviluppo produttivo, suppor-
                                                                                      tato da una mobilità efficiente, con-
                                                                                      sentirà ad ogni cittadino di risiedere
                                                                                      nell’area metropolitana indipenden-
                                                                                      temente dal luogo di lavoro. Venezia
                                                                                      può diventare la capitale dei “talenti”
                                                                                      in un’epoca in cui qualità della vita e
                                                                                      rapporto umano avranno una sempre
                                                                                      maggiore incidenza su un Occidente
                                                                                      sempre meno manifatturiero e sempre
                                                                                      più digitale.
I xVenezia si ritrovano nell’innovazione e nella tecnologia applicate alla produzione indu-
striale – che proprio a Venezia potrebbe promuovere il binomio design e sostenibilità – alla
base di uno sviluppo economico cittadino al di fuori delle mere logiche turistiche. In poche
parole: l’obiettivo è realizzare una Innovation lagoon, una laguna urbana ... è invece necessario
che faccia tesoro del proprio sapere, proiettandolo nel futuro crescendo e
                                                                                 dare un senso alle enormi
accogliendo nuovi talenti.
                                                                                distese da bonificare per
Porto Marghera Le grandi aree ex-industriali ed industriali della gronda le quali non si è ancora
lagunare debbono essere viste in un’ottica di pianificazione estesa non solo
                                                                                progettato un quadro
geografica, ma anche temporale. Va subito programmato il passaggio dalle
attività industriali in dismissione alle nuove attività logistiche cui l’area è
                                                                                generale.
naturalmente vocata. A Marghera esiste, infatti, la possibilità di realizzare
– oltre ad un grande polo logistico e direzionale – un vero porto turistico in relazione al
sistema stradale/ferroviario/aereo, che non può più avere come unico fulcro la città d’acqua.
Ogni riconversione passa attraverso la bonifica dei siti industriali: deve perciò essere ricer-
cata con forza una sinergia pubblico-privato per far sì che i costi delle bonifiche siano per
quanto possibile resi sostenibili, considerando anche la realizzazione di parchi tematici che
offrano alternative turistiche.
Con Venezia riferimento per il territorio, Marghera potrà essere nuovo crocevia della rete
dei trasporti, di centri di ricerca, di concentramenti direzionali e del leisure capace così di
innescare un nuovo processo di promozione della produzione su scala territoriale.
Nell’ottica di governo del territorio pare, perciò, miope la visione che vede l’espansione
di attività ricettive sui terreni vergini della gronda di Tessera, con l’operazione Quadrante,
quando è invece necessario dare un senso alle enormi distese da bonificare per le quali non
si è ancora progettato un quadro generale.


                                                                                  documento n.30
                                                                                  Quadrante
                                                                                  allegato
oggi                  Vega – Parco Tecnologico Scientifico Deve essere interpretato come “cerniera” indu-
                      striale e direzionale tra la città storica e la terraferma, recuperando le aree dismesse e con una
                      accessibilità facilitata, che l’attuale sistema dei trasporti locali ha sinora trascurato inspiega-
                      bilmente. Il Vega in questi ultimi anni ha compiuto un notevole salto di qualità, ma perso
                      il treno della net-economy di fine anni ’: ora la competizione si chiama web . e c’è oggi
                      un mondo che si muove in città con assolute eccellenze nel campo delle nuove tecnologie
                      informatiche rivolte al turismo e alla cultura.
                      Porto L’aumento del traffico passeggeri e merci, unito alla crisi indu-           Marittima e Tronchetto,
                      striale di porto Marghera, apre nuove necessità e prospettive alla Venezia
                                                                                                      potrebbero diventare un
                      metropolitana. La volontà manifestata dall’Autorità Portuale di realiz-
                      zare una nuova stazione passeggeri in Vallone Moranzani, può risultare
                                                                                                      vero e proprio “settimo
quadrante             da catalizzatore di nuove iniziative per il fronte lagunare. Pensiamo a         sestiere” in chiave
                      strutture connesse ad un efficace collegamento ferrovia-gomma, capaci             residenziale, commerciale
                      di dare risposta all’aumentata gestione del traffico merci e – con la sta-        e direzionale della città
                      zione passeggeri – avviare quell’azione di riqualificazione territoriale per     insulare.
                      un nuovo ruolo di Marghera.
                      Date le strette connessioni con la Venezia insulare, lo sviluppo di Marghera in chia-
                      ve portuale può essere favorito dalla realizzazione in terraferma di un vero e proprio
                      Hub turistico a scala territoriale: la proposta concreta è quella di realizzare una grande
                      struttura per accogliere i turisti già in terraferma, per proporre loro tutto il ventaglio delle
                      possibilità e potenzialità del territorio, alleggerendo la pressione sulla città insulare, che oggi
                      vive come soffocante quella che dovrebbe essere una risorsa culturale ed economica.
proposta 40xVenezia
                      Per Venezia ciò significherebbe nuove opportunità per le aree dell’attuale Stazione Maritti-
                      ma e del Tronchetto, che potrebbero diventare un vero e proprio “settimo sestiere” in chiave
                      residenziale, commerciale e direzionale della città insulare.
                      Sul fronte dello scalo commerciale, la bonifica dei siti in connessione con la rete ferroviaria
                      presente può costituire il sito ottimale per la realizzazione di nuove banchine per navi ferry
                      e Ro-ro (vedi progetto Sava) e del terminale della nuova idrovia per il Centro intermodale
                      di Padova.
Turismo È indubbiamente l’industria attualmente più produttiva della città, un polmone
comunicato n. 5
                           economico che – però – è stato lasciato crescere in maniera esponenziale, incontrollato,
VE non è un albergo        fino al punto di accettarne gemmazioni nel mercato nero e dell’abusivismo, dannose per
                           l’economia, il mondo del lavoro, la residenzialità, la città tutta e i suoi stessi ospiti, utile solo
                           al lucro dei promotori.
comunicato n. 10
                           Il turismo è una risorsa da governare da un punto di vista sia economico che culturale. In
no al condono mascherato
                           particolare, è evidente che lo sviluppo ricettivo della città d’acqua ha avuto come conse-
                           guenza diretta un impoverimento e degrado della vocazione ricettiva in terraferma, dove
                           vive una crisi quasi paradossale. È necessario affermare con chiarezza che nella città d’ac-
comunicato n. 22
                           qua deve cessare a tutti i livelli la realizzazione di nuove attività ricettive e che debbono
legge 315 osservazioni
                           essere perseguiti con fermezza tutti gli abusi in atto. Tale scelta consentirà di liberare spazi,
allegato                   creando opportunità residenziali e produttive nella città d’acqua e spostando la domanda
                           di ospitalità da Venezia alle strutture ricettive già presenti in terraferma ed oggi in crisi
                           profonda: anche qui, comunque, è necessario porre sin d’ora un limite alla realizzazione di
                           nuove strutture ricettive, per sostenere le attività esistenti e non creare con la nuova offer-
                                                                         ta ulteriori processi di promozione turistica che
                                                                         finirebbero con l’aumentare un afflusso che, nel
                                                                         caso del territorio veneziano, ha già raggiunto e
                                                                         superato il livello di guardia. L’eventuale nuova
                                                                         concessione di licenze per attività ricettive dovrà
                                                                         confrontarsi con un’approfondita analisi che ne
                                                                         valuti la sostenibilità.


                                                                                                   Deve cessare a tutti i livelli
                                                                                                   la realizzazione di nuove
                                                                                                   attività ricettive e vanno
                                                                                                   perseguiti con fermezza
                                                                                                   tutti gli abusi.
Arsenale I profili più strettamente urbanistici devono trovare coordinamento con rigorose
politiche di incentivo al trasferimento nella città antica di abitanti, servizi e imprese diverse
dall’industria turistica. In questa ottica l’Arsenale può diventare luogo di insediamento di
industria e ricerca specializzata collegata al tema del mare, dalla scienza naturale e ambien-
tale all’innovazione di trasporti e logistica su vie d’acqua.
I grandi spazi consentirebbero inoltre la creazione di un polo espositivo di riferimento per
l’Adriatico, capace di ospitare manifestazioni in cui si offra alle imprese e all’artigianato –
legati alla tradizione e alle ricchezze ambientali della città – la possibilità di esibire i risultati
della ricerca prodotta nella città metropolitana e nel Triveneto. Ad esempio: servizi e pro-
dotti legati all’ambiente lagunare e biomarino, alla logistica navale e portuale, alla diporti-
stica, alla nautica e ai materiali.




                                                                         L’Arsenale può diventare luogo
                                                                         di insediamento di industria e
                                                                         ricerca specializzata collegata
                                                                         al tema del mare.
Le risorse
                        Una incisiva azione di governo del territorio non può prescindere da un’idea chiara sul
                        reperimento delle risorse per la sua attuazione. La fase economica attuale – unitamente
                        alla corrente evoluzione legislativa e di riforma costituzionale – ha condotto i xVenezia a
                        individuare alcune linee guida per un’efficace e coerente azione amministrativa. Un’azione
                        politico-economica espansiva che, rimodulati gli attuali regimi impositivi fiscali, caratterizzi
                        un intervento pubblico locale dotato di autonomia tributaria.
                                                                                                  All’interno della Venezia
                        •   per le aree soggette a bonifica (es. Marghera, Marittima), una
                            diversa gestione della leva fiscale attraverso una aliquota age-
                                                                                                  metropolitana è la città
                                                                                                  antica che manifesta le
                            volata o un differimento dell’Iva, parametrizzati sui costi dei
                                                                                                  maggiori sofferenze.
                            terreni da recuperare ad attività produttiva;
Una efficace azione
di controllo al         •   l’inserimento nei piani di manutenzione delle barriere alle bocche di porto anche di fon-
                            di per gli interventi di salvaguardia del tessuto urbano che le opere stesse sono chiamate
fine di garantire            a proteggere, compresa la promozione della residenzialità nella città d’acqua. Si deve, in-
un equilibrio del           fatti, tenere conto del concetto di “specificità di Venezia” ribadito anche nella Legge na-
gettito e una verifica       zionale per la salvaguardia di Venezia e nel progetto di legge regionale  sul turismo;
delle politiche di
investimento.
                        •   introduzione della “tassa di scopo”, al fine di operare per ambiti ed aree in maniera spe-
                            cifica, con risorse provenienti direttamente dal territorio a cui si rimanda la funzione di
                            controllo per la corretta gestione della spesa;

                        •   una efficace azione di controllo nel rispetto del principio di equità etico-sociale al fine di
                            garantire, da parte di tutti e a beneficio di tutti, un equilibrio del gettito e una verifica
                            delle politiche di investimento;

                        •   ritorno sul territorio di una parte consistente del gettito Iva, da indirizzare in via priorita-
                            ria agli interventi di bonifica da condurre per mano pubblica e agli interventi di recupero
                            e investimento per nuova residenza, e servizi relativi, in quelle aree del territorio comu-
                            nale che denunciano una maggior sofferenza, città d’acqua e isole in primis.
la comunità che vive
Abitare, relazionarsi, lavorare, avere accesso a servizi adeguati, da una sanità qualificata ad
asili nido che accompagnino i più piccoli nella loro crescita, a una rete di trasporti che in-
terconnetta tutte le diverse anime della città: tutto questo è “residenzialità”, il concetto che
ha guidato xVenezia in questi anni, nel suo approccio con lo sviluppo e la crescita della
città metropolitana. Residenzialità è quell’insieme di funzioni e opportunità che permette a
una comunità di insediarsi e di svilupparsi come serbatoio di lavoro e di idee: senza abitanti
la città si dissolve.


La città antica è una realtà storica, urbana, ambientale d’impareggiabile
                                                                                Senza abitanti (effettivi
bellezza e dove la qualità di vita può essere altissima, ma come in un circo-
lo vizioso, l’impoverimento del tessuto residenziale – tagliato fuori da un
                                                                                non equivalenti!) non si
mercato inaccessibile per prezzi e inesistente quanto ad affitti – porta come     perpetua cultura, non
conseguenza l’impoverimento di tutte le anime della città: dalla chiusura       si tramanda memoria,
di attività produttive al silente spostamento in terraferma di servizi per la   non si creano movimenti
cura, formazione, sport, mobilità, intrattenimento. Senza abitanti (effet-       innovativi che rendono
tivi non equivalenti!) non si perpetua cultura, non si tramanda memoria,        possibile lo sviluppo
non si creano movimenti innovativi che rendono possibile lo sviluppo del-       della città.
la città: un’emergenza – quella residenziale – che attualmente colpisce in
particolare la città d’acqua, ma ha interconnessioni con la città di terra.
Per questo la prima emergenza da affrontare è – al momento – quella abitativa: perché si
porta appresso la contrazione di funzioni, di relazioni, attività, servizi. È perciò necessario
passare da una politica di difesa ad una politica di promozione della residenza che attragga
nuovi abitanti, a partire proprio da quei lavoratori pendolari e studenti che le condizioni
attuali escludono.
La città viva, dinamica, pulsante che xVenezia immaginano per Venezia e Mestre passa
attraverso una serie di decisioni ed interventi non più procrastinabili a tutela della legalità,
d’incentivo all’affitto, di stimolo al vivere e lavorare in città.
Affittacamere E’ necessario che la normativa regionale sul turismo riconosca la specificità
comunicato n. 8    di Venezia stabilendo l’obbligo di cambio di destinazione d’uso da residenziale a turistico/
documento casa     ricettiva per gli immobili adibiti ad affittacamere sul territorio comunale.
                   Incentivi al privato che affitta a residenti o ad attività di artigianato qualificato e di
comunicato n. 28   servizio alla residenza (alimentari, calzolai, parrucchieri, materiale elettrico ed idraulico...).
residenza          Incentivi che variano dalla detassazione (Ici) a priorità nei finanziamenti pubblici per i
                   restauri (legge speciale o altro) o nell’accesso ad altre agevolazioni sui servizi cittadini (ad
                   esempio Imob e car-sharing).
                   Lotta all’abusivismo, con verifica attenta del pagamento degli oneri concessori per i
                   cambi d’uso per le attività ricettive e delle caratteristiche dei Bed&breakfast, attività
                   strettamente legata alla residenza del titolare. Introduzione di una “tassa di scopo” legata
                   anche al semplice utilizzo a B&B sulla falsa riga del “contributo di costruzione” attinente
                   alle nuove edificazioni.
                   Negozi di vicinato Convenzioni con la grande distribuzione per incentivare l’apertura
                   di piccoli punti vendita con prezzi calmierati nella città storica a fronte di sgravi fiscali,
                   finanziamenti o prestiti per eventuali lavori di messa a norma dei locali e incentivi alla
                   effettuazione della spesa a domicilio, per titolare e proprietario del fondo. E, ancora,
                   possibilità di avere per i residenti nella città d’acqua la spesa a domicilio e la possibilità di
                   servizio di noleggio di imbarcazioni (boat sharing).
                   Stop alla vendita di patrimonio Riuso e valorizzazione del patrimonio immobiliare
                   pubblico, interrompendo immediatamente la vendita dei prestigiosi palazzi comunali. Si
                   potrà valutare l’affitto del palazzo o la concessione trentennale, con esclusione di un utilizzo
                   alberghiero. In tal senso andranno sperimentate forme di co-housing (abitazioni collettive)
                   che potrebbero essere particolarmente compatibili con il recupero dei prestigiosi palazzi,
                   nei quali la sala passante centrale potrebbe essere lo spazio di soggiorno/studio/festa/ritrovo
                   comune ai singoli alloggi.
                   Graduatoria Creazione di una graduatoria unificata ed aperta per l’intero Comune, sia per
                   gli assegnatari di case pubbliche, già in possesso dell’alloggio che per i richiedenti futuri.
                   Banca dati alloggi Formazione di una banca dati degli immobili ad uso residenziale di
                   proprietà di tutti gli enti pubblici e privati – come fondazioni, Curia, istituti caritatevoli,
                   associazioni, banche – presenti nel territorio per avere un esatto scenario delle disponibilità
                   e dello stato del patrimonio residenziale.
Interventi
                   Se a Mestre l’amministrazione comunale ha avviato un ampio ventaglio di progetti in
                   campo residenziale, con operazioni Ive di social housing, molto resta da fare a Venezia,
                   dove prendono il via solo ora i primi interventi, in misura ampiamente minimale. In una
                   prospettiva medio-lunga è necessario individuare le aree da destinarsi alla realizzazione di
                   nuova residenza pubblica (social housing), convenzionata o attraverso cooperative. A titolo
                   esemplificativo:
                   Area Italgas progetto di edilizia convenzionata e social housing, ad esempio attraverso
comunicato n. 23   lo strumento delle cooperative di costruzione. L’associazione xVenezia ha già presentato
ex Italgas         pubblicamente un possibile intervento che può essere realizzato con il coordinamento del
                   Comune di Venezia, mettendo in luce la possibilità di una realizzazione con l’acquisizione
allegato           e bonifica dei terreni a prezzi di mercato.
                   Area di Sant’Elena (cantieri Actv), con avvio dello spostamento delle attività di cantiere,
                   si dovrà dare il via ad una pianificazione di nuova residenza, anche di tipo innovativo, in
                   regime di social housing, completata da una rete di nuovi servizi, quali commercio, sanità
                   e mobilità;
                   Area di San Giobbe e Scalera, lo stato dei lavori e
                   dell’iter burocratico dovrebbe essere ormai avanzato,
                   ma non si hanno notizie certe né sul cantiere né su qua-
                   li siano i criteri di formazione della graduatoria degli
                   aventi diritto all’acquisto a prezzo convenzionato dei
                   nuovi appartamenti.
sanità
                                  Pur comprendendo la necessità di un mirato e ottimale utilizzo delle risorse, a più di un
                                  anno dall’inaugurazione il nuovo ospedale all’Angelo stenta a decollare, probabilmente an-
                                  che perché costruito in un’area decentrata sulla base di un errore strategico. A fronte di ciò,
                                  l’ospedale civile di Venezia vive in una situazione di incertezza e prosegue ormai da troppo
                                  tempo la mancanza – o non comunicazione – della strategia dell’Ulss  a governo dell’of-
                                  ferta di sanità nella città d’acqua. Urgono alcune risposte:
... conoscere i programmi
di pianificazione strategica
                                  •   è prioritario e inderogabile, per la città d’acqua e le isole, conoscere i programmi di
                                      pianificazione strategica della struttura ospedaliera di SS. Giovanni e Paolo e della sua
della struttura ospedaliera ...       permanenza (o meno) in città: ovvero dove e con quali servizi. Si ritiene indispensabile
                                      una chiara programmazione delle azioni di sviluppo delle strutture principali, sia di
                                      terraferma che della città d’acqua, attraverso una politica di concertazione attiva tra Co-
                                      mune, Regione e Ulss , con prospettiva a - anni. Essenziale sarà poi procedere ad
                                      una adeguata divulgazione di tale programmazione alla città, oggi del tutto assente;

                                  •   è prioritario e inderogabile, per la città d’acqua e le isole, procedere alla pianificazione
                                      dei servizi sul territorio (ambulatoriali, diagnostici ecc.) e concordare con gli altri Enti
                                      quali dovranno essere smantellati, ridimensionati, incrementati, approntati a supporto
                                      dello spostamento di settori dell’Ospedale civile verso l’Ospedale all’Angelo;

                                  •   è prioritario e inderogabile, per la città d’acqua e le isole, approntare un piano di gestio-
                                      ne dei trasporti per i pazienti nei casi di emergenza (come per il Lido o Pellestrina), di
                                      trasporto regolare (ospedale-casa) e anche per i lavoratori nelle strutture sanitarie (poiché
                                      influenza la difficoltà nel reperire impiegati, infermieri ecc.).
la comunità che si muove
                             Una comunità insediata nel territorio si sposta, viaggia, si relaziona con il contesto: non può
                             mancare una rete efficiente di collegamenti e di relazioni dirette tra le diverse identità del
... la recente decisione     territorio metropolitano. La stessa conformazione urbana e ambientale veneziana, unita alla
di realizzare un nodo di     vocazione della città ad essere riferimento per un’area vasta, spinge alla realizzazione di una
interscambio a Tessera può   rete di sistemi di trasporti, dall’aereo all’alta velocità sino alla rete regionale e locale su ferro,
                             acqua e gomma. Un sistema che non sia l’obiettivo della pianificazione, ma lo strumento
condurre ai margini vaste
                             per realizzarla.
aree di Mestre ipotecando
il futuro di Marghera.       Nell’ambito di un progetto di “città arcipelago”, la scelta di confermare le direttrici già esi-
                             stenti senza porre alternative può voler dire rinunciare ad una grande occasione di sviluppo
                             armonico.
                             Riteniamo quindi che, nell’ottica “della rete dei collegamenti”, il sistema internazionale ad
                             alta velocità debba essere innervato al sistema regionale Sfmr (sistema ferroviario metropo-
                             litano regionale) e alla rete dei collegamenti locali: al contrario, la recente decisione di rea-
                                                                  lizzare un nodo di interscambio a Tessera può condurre
                                                                  ai margini vaste aree di Mestre ipotecando il futuro di
                                                                  Marghera.
                                                                   La proposta dei xVenezia per un Hub turistico in terra-
                                                                   ferma tra Mestre e Marghera ha questo doppio obiettivo:
                                                                   ri-allocare e controllare i flussi e “dedicare” ai residenti
                                                                   il Ponte della Libertà, dedicando la rete ferroviaria del
                                                                   ponte translagunare a collegamenti veloci con l’area della
                                                                   terraferma attraverso Sfmr e tram.
                                                                    In quest’ottica, la previsione di capolinea del tram a San
                                                                   Basilio è completamento necessario ad una rete di mobi-
                                                                   lità locale diffusa ed efficace.
La necessità di creare finalmente un’adeguata interconnessione fisica e sociale tra i cittadini,
per consentire anche grazie alle infrastrutture la nascita dal basso di un vero senso di appar-
tenenza, richiede che siano completati in tempi brevi tutti i progetti già in fase esecutiva in
tutto il territorio metropolitano, senza stralciarne o ritardarne alcuni.
Per questo dev’essere una priorità per l’Amministrazione comunale l’intervenire presso
l’Amministrazione regionale affinché sia sbloccato al più presto lo stallo dei lavori per il
cavalcavia di San Giuliano, consentendo così il tempestivo completamento del percorso del
tram sino alla città antica.
Anche l’incentivo e il miglioramento del servizio di car sharing potrà essere utile a consentire
una reale libertà di movimento nel territorio, superando sia i problemi connessi alla costruzio-
ne di nuovi parcheggi, sia quelli legati al costo proibitivo dei parcheggi nella città antica.
Per quanto riguarda la sublagunare, crediamo che in un ambiente così fragile come quello
anfibio non vi possa essere confusione tra strumento e scopo. Va quindi richiamata l’atten-
zione sul fatto che il dibattito attuale sia troppo focalizzato sulla soluzione tecnologica e non
sulla necessità di raggiungere il risultato.
I cittadini hanno il diritto ad una mobilità rapida e circolare nell’area vasta, da ottenere con
la più idonea soluzione tecnologica, qualunque essa sia.
Ciò che è chiaramente inutile, se non potenzialmente dannoso, è il prevedere una mera
spola tra Tessera e Venezia (Fondamente Nuove) che non risolverebbe alcuna delle istanze
della città.
Ciò che è necessario è la realizzazione di un vero circuito che colleghi tra loro Tessera/Mu-
rano / Venezia / Lido / Marghera-Fusina, capace quindi di connettere aree dell’”arcipelago”
che da troppi anni soffrono ai margini, se non alla frontiera, dell’area metropolitana, come
ad esempio l’area di S. Elena e il Lido.
È quindi necessario procedere senza indugio all’analisi e studio dell’intero sistema dei tra-
sporti e ad effettuare seri studi sull’impatto ambientale di un’opera sotterranea.
Tutto ciò, in netta discontinuità con quanto sino ad oggi accaduto, dovrà avvenire con la
massima trasparenza dell’iter procedimentale e con il reale coinvolgimento democratico dei
cittadini.
Qualora l’opera si dimostri oggettivamente non attuabile, sarà possibile e necessario procedere
                               alla valutazione di altri mezzi ad avanzata innovazione per raggiungere il medesimo scopo.
                               Per quanto riguarda il sistema di navigazione lagunare, dato il suo impatto sulla conservazione
                               della città e dell’ecosistema, dovranno essere seguite queste linee guida:
                               Trasporto pubblico di linea i mezzi dovrebbero avere obbligatoriamente nuove carene
                               antimoto ondoso e motori non inquinanti, con una diversa sistemazione degli ingressi
                               (entrata diversa dall’uscita come sui bus) per accelerare i tempi di imbarco, privilegiando
                               inoltre l’accesso da parte dei residenti. Prevediamo inoltre la rimodulazione tariffaria con
                               l’introduzione di nuove categorie (famiglia, scolaro residente, collegamenti Tronchetto-Via
                               Righi - S.Giuliano), l’esenzione per i bimbi sotto i 6 anni, l’abolizione della tariffa di bordo
                               e la semplificazione delle fasce orarie.
comunicato 13
riforma servizio taxi acqueo   Trasporto pubblico non di linea partendo dalle nuove licenze che dovessero essere
                               rilasciate e programmando, in un arco temporale medio-lungo, la sostituzione di tutte le
                               unità esistenti, prevedere unità più piccole, costruite dalla cantieristica minore locale con
                                                                             materiali non inquinanti, con carene antimoto
                                                                             ondoso e motori ibridi od elettrici.
                                                                             Grandi navi arrivo in Marittima, fino ad
                                                                             una data e certa dimensione, con obbligatorio
                                                                             allaccio elettricità a terra, per le navi superiori
                                                                             l’ingresso dal canale di Malamocco con
                                                                             ormeggi attrezzati in zona San Leonardo.
                                                                             Interscambio ottimizzazione distribuzione
                                                                             merci con magazzino centralizzato al
                                                                             Tronchetto (in esecuzione), a San Giuliano
                                                                             (da costruire nell’isola delle Statue) e a Tessera
                                                                             (merci aviotrasportate) con relativo porticciolo
                                                                             in tutte e tre le aree per le imbarcazioni da
                                                                             trasporto.
                                                                             Terminal diversificazione dei terminal turistici
                                                                             da quelli per residenti, lavoratori e studenti.
la comunità culturale
Si può certamente dire che Venezia sia un organismo vivente, in continua evoluzione, luogo
di produzione prima che di conservazione. Invece, si parla spesso di conservazione e quasi
mai di innovazione, produzione, fruizione e trasmissione culturale, riferendosi ad una ge-
nerica “cultura del territorio” .
Venezia “città della cultura” implica prima di tutto uno sguardo prospettico in chiave
di Distretto culturale, con pieno coinvolgimento della terraferma. Il sistema della cultura
genera un’ampia gamma di ricadute sull’ambiente metropolitano: dall’impatto economi-
co – misurabile in termini di spesa, occupazione e conseguenti moltiplicatori diretti e
indiretti – fino ad effetti più difficilmente misurabili di animazione e miglioramento della
qualità della vita.
Per i xVenezia, la dimensione cultura dev’essere considerata una “invariante”, ma non
può essere ridotta all’esclusiva dimensione storico-monumentale che insiste su una defi-
nizione della cultura da un punto di vista puramente conservativo, con la città ridotta a
contenitore o vetrina fungibile solo in senso turistico.



                                                     La condivisione del patrimonio
                                                     culturale come diritto da tutelare
                                                     favorisce la costruzione di solidi
                                                     legami interpersonali e sociali
                                                     ancorati ad un insieme di valori
                                                     che ne moltiplicano nel tempo
                                                     gli effetti positivi.


documento 1
Fondazione musei
L’invar
                                                           L’invariante culturale va intesa – a nostro modo di vedere – almeno nelle seguenti sei accezioni:

                                                           •   patrimonio artistico-architettonico, conservazione e valorizzazione museale;
il progetto del Comune
Sin qui, l’agire del Comune è parso contraddittorio.
                                                           •   formazione: scuole, istituti, enti di ricerca, istituti stranieri, fondazioni culturali, atenei,
                                                               consorzi, scuole professionali, enti per l’artigianato, istituzioni nazionali e internaziona-
Il Piano strategico approvato dal Consiglio comu-              li, archivi e biblioteche sia pubblici che privati, comitati.
nale con la delibera del marzo  – basato sul
documento Venezia città metropolitana,  –
parlava di valorizzazione delle capacità artistiche
                                                           •   cultura nel significato più ampio; non soltanto promozione delle arti e della letteratura
                                                               ma anche delle scienze che si sono enormemente sviluppate nell’ultimo secolo;
e produttive del sistema locale, di relazione tra
                                                           •   cultura dell’artigianato e professionale, associazionismo;
cultura ed economia, favorendo attività in grado
di innescare processi di sviluppo.                         •   produzione di eventi culturali di largo impatto (Biennale, Mostra del Cinema per dire
                                                               dei più noti);
Veniva poi ribadita la necessità di una rigenerazio-
ne culturale puntando:                                     •   produzione di eventi culturali di medie e piccole dimensioni (per incoraggiare una dif-

•   sull’interpretazione di Venezia come rete cultu-
    rale;
                                                               fusione capillare della cultura).


•   sulla promozione di una visione condivisa di Ve-
    nezia come Città della cultura e sulla sua valoriz-
    zazione pluriarticolata attraverso la ricognizione
    delle risorse culturali disponibili;

•   sulla necessità di fare sistema attraverso un co-
    ordinamento permanente delle attività;

•   sulla costruzione di polarità urbane per la pro-
    duzione culturale;

•   sulla programmazione del marketing territoriale
    e del fund raising destinato alle risorse culturali;

•   sullo sviluppo di offerte culturali specializzate.
Eppure, questa condivisibile articolazione viene
omessa nell’attuale documento preliminare al Pat
(Piano di assetto territoriale) del Comune di Vene-
zia, nel quale la “dimensione cultura” è affrontata in
modo inadeguato e poco sistematico.

Riteniamo indispensabile che vadano invece re-
cuperate le osservazioni proposte in origine nel
Piano strategico.
Come si può facilmente constatare queste accezioni mettono in gioco fattori e soggetti
                                            attivi che non solo diventano volano di economia diretta o indotta, ma un vero e proprio
                                            argine al deflusso della popolazione.
                                            Contro il rischio di un impoverimento della complessità sociale e dello stesso tessuto eco-
                                            nomico della città storica se viene appiattita sulla “monocultura turistica”, la Convenzione
                                            di Faro (vedi box) permette di considerare il patrimonio culturale come una risorsa e non
                                            come un costo, in termini di qualità della vita, di coesione sociale, di etica della politica.
                                            Una visione strettamente “monumentale” e “turistica” del patrimonio ha finora avuto un
                                            impatto negativo sul versante della qualità della vita, della coesione sociale e della polis ve-
                                            neziana intesa come cittadinanza partecipe prima di tutto del proprio destino.
Convenzione di Faro                                                          Il patrimonio culturale è ciò che la popolazione considera come
Diventa interessante a questo punto far interagire le riflessioni con-        tale e dunque anche un campo, un’osteria, una piazza, una tradi-
dotte fin qui con il testo della Convenzione di Faro sul “Diritto al pa-      zione: sottrarre le occasioni e le pratiche culturali dalle mani della
trimonio culturale”, tenendo presente il termine inglese heritage che
contempla il diritto/dovere di accesso a un bene comune anche in as-
                                                                             comunità cittadina significa impoverire il tessuto sociale e depau-
senza di proprietà privata.                                                  perare di fatto la città. Preservare questo patrimonio ampiamente
La Convenzione di Faro definisce patrimonio culturale come “l’insie-          inteso è obbligo imprescindibile per una comunità cittadina dav-
me di risorse ereditate dal passato che alcune persone identificano,          vero attiva, se non altro nella rivendicazione di alcuni suoi precisi
indipendentemente dalla proprietà, come una riflessione sui, ed
                                                                             diritti. Una comunità che però va formata in tal senso: serve una
espressione dei, propri valori, credenze, conoscenze e tradizioni co-
stantemente in evoluzione e che comprende tutti gli aspetti di un            rete di interazione davvero multipolare ed intelligente per collega-
ambiente derivati dall’interazione fra le persone e i luoghi nel tempo”.     re tutti i soggetti che possono contribuire allo scopo (scuole, enti
I soggetti che accedono al patrimonio culturale sono definiti comunità
                                                                             di ricerca, università, istituzioni).
patrimoniale, e cioè “persone che valorizzano specifiche funzioni del
patrimonio culturale, che esse desiderano sostenere e trasmettere alle
generazioni future, nel quadro di un’azione pubblica”.

Tutto ciò ci permette di considerare i tanti e diversificati operato-
ri culturali di Venezia non solo come conservatori del patrimonio o
gestori economici dello stesso in un’ottica di puro management del
patrimonio medesimo, quanto piuttosto come tessuto di connessione
socio-culturale della stessa città. Il soggetto del patrimonio culturale è
l’insieme della popolazione: la comunità attiva dei cittadini e gli ope-
ratori culturali diventano l’interlocutore privilegiato (nonché una parte
                                                                                                                             comunicato n. 26
costitutiva) di quella comunità.                                                                                             passeggiate patrimoniali
Obiettivo: produrre un network conoscitivo fra i vari soggetti (correla-       Una visione strettamente
                       zione soft) e favorire l’esistenza di tali soggetti (correlazione hard: pra-   “monumentale” e
                       tiche urbanistiche e politiche pensate a questo specifico scopo, agevo-
                                                                                                      “turistica” del patrimonio
                       lazioni fiscali, immobiliari, specificazione delle destinazioni d’uso). Un
                                                                                                      ha finora avuto un impatto
                       esempio fra molti di questo nuovo modo d’intendere il rapporto tra la
                       comunità e il suo patrimonio culturale, potrebbe riguardare proprio le         negativo sul versante
                       destinazioni d’uso: un edificio adibito a funzioni culturali non potrà          della qualità della vita,
                       essere ceduto per un utilizzo sostanzialmente diverso; un edificio che          della coesione sociale
                       ospita un’istituzione culturale potrà essere alienato solo per un utilizzo a   e della polis veneziana
                       fini culturali. Paradigmatico a tal proposito il lavoro svolto dall’associa-    intesa come cittadinanza
                       zione a sostegno dell’uso pubblico del Fontego dei Tedeschi.                   partecipe prima di tutto
comunicato n. 24
fontego dei Tedeschi                                                                                  del proprio destino.
                       Così intesa, la cultura:
comunicato n. 27
fontego dei Tedeschi   •   stimola una massa critica della residenzialità urbana, specie nella città storica che non
                           può contare su un’industria e su un terziario che sempre più si spostano in terraferma;

                       •   funge da punto di incontro per tutta quell’area che ha in Venezia il suo epicentro cul-
                           turale (e fisico) ideale: comunità ampia che si riconosce “compartecipe” del patrimonio
                           culturale;

                       •   produce un vasto indotto economico, non solo per il mondo del turismo, ma anche per
                           i suoi operatori, dal guardasala al direttore di museo;

                       •   contribuisce a fare di Venezia una “piazza” in cui la cultura è prodotta, gestita e fruita, e
                           non solo presentata in passerella;

                       •   richiama soggetti che interagiscono, anche economicamente, con la città, spingendoli
                           a restarvi per svolgere le proprie attività e contribuendo in tal modo a invertire il trend
                           negativo di “emorragia residenziale” che Venezia ha subìto negli ultimi decenni.
Così intesa, la filiera culturale ha molte declinazioni possibili.
filiere artistico-produttive dai fondaci della cultura a filiere tematiche capaci di con-
tenere e produrre creatività, comunicazione, catalogazione, conservazione, riproduzione,
innovazione. Venezia potrebbe attivare una “cittadella della cultura” per associazioni, sul
modello degli incubatori d’impresa già realizzati, prevedendo agevolazioni anche per le
attività culturali diffuse sul territorio urbano;
filiere formative: vanno individuate aree per le attrezzature culturali, come già oggi lo
sono per l’università le zone di S. Basilio o di via Torino. Va realizzato un portale, che metta
in connessione la variegata offerta formativa presente sul territorio, e debbono essere so-
stenuti con agevolazioni amministrative e fiscali enti e istituzioni che vogliano operare sul
piano della formazione. Il Comune di Venezia (specie la città d’acqua) va concepito come
un vasto e capillare campus formativo, perciò adeguati collegamenti dovranno essere garan-
titi per assicurare il contatto diretto tra soggetti che vi interagiscono. Un esempio? L’inten-
sificazione e miglioramento dei contatti tra i principali poli universitari e istituti cittadini
di cultura (Ca’ Foscari, Iuav, Accademia di Belle Arti, Conservatorio, Venice International
University), ma anche quelli fra centro Candiani a Mestre e istituti scolastici, oppure fra
Candiani e città d’acqua.
In particolare bisognerà chiedere alle amministrazioni competenti, prima fra tutte quel-
la del Comune, di farsi carico di implementare la formazione scolastica ad ogni livello
predisponendo ed incentivando la preparazione, ove occorra, di programmi integrativi: si
deve rifondare, in sostanza, l’“impresa culturale” nella prospettiva del raggiungimento degli
obiettivi stabiliti dall’art.  della Costituzione senza dimenticare di rimuovere gli “ostacoli
di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” La scuola è, e resta, la
principale agenzia di socializzazione e acculturazione che promuove la crescita personale e
collettiva di una cittadinanza consapevole del proprio ruolo, dei propri diritti e dei propri
doveri.
filiere professionali va promossa la formazione di laboratori nella città d’acqua per le
                attività artigianali e le professioni legate al territorio, al fine di evitare il trasferimento di
                questi laboratori in terraferma o al di là dello stesso comune di Venezia (senza concentrare
                l’attenzione esclusivamente sul parco scientifico-tecnologico).
                internazionalizzazione delle filiere i processi sinora descritti dovrebbero trovare nel
                Comune e nelle altre istituzioni cittadine un’interfaccia fra realtà veneziana e internazio-
                nale, con la creazione di sportelli per lo scambio di studenti, ricercatori, formatori, artisti,
                operatori culturali.
                 La traduzione sul piano urbanistico di queste filiere può essere molteplice, a partire dalle
                agevolazioni per individuare zone di conservazione non solo artistico-architettoniche, ma
                più largamente culturali: spazi della produzione culturale da articolare in maniera organica,
                con il recupero della residenzialità e il sistema dei trasporti pubblici, migliorando decisa-
                mente la qualità della vita.




Resta, fondamentale, il carattere invariante della cultura (dall’etimo colere,
vale a dire coltivare) senza la quale il luogo pubblico, la polis della civitas,
si riduce a banale contenitore per visitatori di passaggio che possono
certamente portare moneta sonante, ma che – senza una “comunità attiva”
e consapevole ad accoglierli – rischiano di impoverire e degradare il tessuto
sociale e urbano: unico e reale patrimonio vivo della città.




                                                                             Arcipelago urbano, allegato 02
                                                                             attività culturali, associative, ricreative
40xVenezia
c/o Ateneo Veneto,
San Marco 1897
30124 Venezia
fax 041 5241243
40xvenezia@gmail.com

social forum
http://40xvenezia.ning.com

sito internet
www.40xvenezia.it

Direttivo
presidente
Claudio Paggiarin

consiglieri
Andrea Casadei
Davide Federici
Samantha Lenarda
Marco Malafante
Sabina Tutone
Francesco Versace


Questo documento è una
proposta alla Città da parte
dell’Associazione 40xVenezia ed
è il frutto della sintesi di quanto
elaborato in due anni di lavoro
dagli oltre 1.700 iscritti al social
network. Persone diverse per
formazione culturale,
professione, estrazione sociale e
preferenze politiche, unite dalla
volontà di essere Cittadini attivi.



chiuso in redazione
nel febbraio 2010

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40xVenezia documento "politico" 2010

  • 1. appunti e riflessioni sulla città
  • 2. l’arcipelago la comunità che lavora la comunità che vive la comunità che si muove la comunità e la cultura
  • 3. l’arcipelago La costruzione di un’idea di città, della sua immagine, è alla base dell’identità urbana e del suo rapporto con le comunità che vi vivono, lavorano, studiano o semplicemente la visitano e attraversano: il progetto di xVenezia nasce dalla desolante constatazione degli esiti ai quali ha portato la volontà politico-amministrativa degli ultimi vent’anni che per governare il passaggio da città insulare a Venezia metropolitana – nel tentativo di controllare e dare identità alle trasformazioni – ha imposto l’idea di città bipolare, agglomerato delle artico- late realtà del territorio comunale, semplicisticamente riassunte in Mestre e Venezia. Non c’è che da prendere atto del fallimento di questo disegno, con la città bipolare ridotta oggi ad una sorta di enorme clessidra, a scandire il lento, inesorabile svuotamento di at- Non c’è che da prendere atto tività, residenza e servizi dall’acqua alla terraferma: travaso che ha portato ad una crisi di del fallimento del disegno di identità dell’una e dell’altra anima della città. città bipolare, ridotta oggi ad La proposta dell’associazione xVenezia disegna una prospettiva radicalmente diversa di una sorta di enorme clessidra Idea di città: una prospettiva che vede al centro il riconoscimento e la promozione delle a scandire il lento, inesorabile identità, vocazioni, sinergie che costituiscono il territorio della città metropolitana, in dia- svuotamento di attività, logo tra loro attraverso una nuova rete di relazioni a scala territoriale vasta. Relazioni e area residenza e servizi. vasta proprie della città metropolitana di Venezia, arcipelago di terra e di acqua. L’arcipelago urbano è il simbolo di questo approccio, con il quale si realizza una nuova geografia che – affondando le proprie origini nella storia stessa del territorio veneziano – sia in grado di dare risposta alle potenzialità, tensioni, bisogni della realtà metropolitana e delle comunità di persone che la animano e che, ancor più, la potranno animare se la clessidra della città bipolare sarà fermata e sostituita da una un sistema di connessioni fisiche e sociali capaci di far assumere a ogni parte dell’arcipelago un ruolo da protagonista nel sistema urbano.
  • 4. Questo progetto di città che si è formato sulla base di elaborazioni, dibatti e confronti, non vuole proporre un’astratta “città ideale”: si con- fronta invece con il già fatto, con i programmi in essere e con quelli futuri cercando le leve per una risposta nuova ed organica a temi che si- nora non hanno trovato soluzione. Dalla visione generale all’intervento locale, dall’area vasta della città metropolitana per giungere a risposte puntuali e concrete. documento n.14 Arcipelago urbano È evidente che, partendo dal tessuto sociale, questo progetto di cit- tà vede come attore principale la comunità degli abitanti e la sua partecipazione consapevole alla gestione e allo sviluppo del territorio. Dagli incontri pubblici al protocollo Onu di Agenda , la comunità sociale – nelle sue varie accezioni – è la struttura stessa del progetto che intendiamo proporre e che riteniamo si debba realizzare partendo dal cittadino. la città bipolare tendenza attuale proposta 40xVenezia
  • 5. la comunità che lavora Le attuali condizioni della realtà economica veneziana sono note a tutti: una crisi irreversi- Venezia può diventare bile del settore chimico che impone di ripensare la vocazione di Porto Marghera in funzione la capitale dei “talenti”. logistica e di servizio; una monocultura turistica imperante che fa di questa indubbiamente grande e insostituibile risorsa un grande argine allo sviluppo “altro” dell’economia venezia- na; un Porto in costante crescita, strategico per l’occupazione e perché dalle sue decisioni sinora unilaterali in materia di nuove infrastrutture, dipende lo sviluppo e la destinazione futura di grandi aree di città. a Marghera potrebbero Se Venezia metropolitana vuole ambire ad essere la nuova Capitale del nord-est – inverten- trovare collocazione do così l’attuale deriva fatta di spopolamento e di vera e propria fuga delle attività produt- il terziario dell’innovazione tive – deve reinterpretare il territorio quale centro di studio e sperimentazione di sistemi e del leisure. produttivi innovativi, promuovendo una politica di distretti e metadistretti regionali. Così, a Marghera potrebbero trovare collocazione il terziario dell’innovazione e del leisure: il polo di tutto ciò che è innovazione e cultura troverebbe così ampi sbocchi di sviluppo e contaminazione di conoscenze, fondamentali per formare un substrato di competenze di eccellenza. Il nuovo sviluppo produttivo, suppor- tato da una mobilità efficiente, con- sentirà ad ogni cittadino di risiedere nell’area metropolitana indipenden- temente dal luogo di lavoro. Venezia può diventare la capitale dei “talenti” in un’epoca in cui qualità della vita e rapporto umano avranno una sempre maggiore incidenza su un Occidente sempre meno manifatturiero e sempre più digitale.
  • 6.
  • 7. I xVenezia si ritrovano nell’innovazione e nella tecnologia applicate alla produzione indu- striale – che proprio a Venezia potrebbe promuovere il binomio design e sostenibilità – alla base di uno sviluppo economico cittadino al di fuori delle mere logiche turistiche. In poche parole: l’obiettivo è realizzare una Innovation lagoon, una laguna urbana ... è invece necessario che faccia tesoro del proprio sapere, proiettandolo nel futuro crescendo e dare un senso alle enormi accogliendo nuovi talenti. distese da bonificare per Porto Marghera Le grandi aree ex-industriali ed industriali della gronda le quali non si è ancora lagunare debbono essere viste in un’ottica di pianificazione estesa non solo progettato un quadro geografica, ma anche temporale. Va subito programmato il passaggio dalle attività industriali in dismissione alle nuove attività logistiche cui l’area è generale. naturalmente vocata. A Marghera esiste, infatti, la possibilità di realizzare – oltre ad un grande polo logistico e direzionale – un vero porto turistico in relazione al sistema stradale/ferroviario/aereo, che non può più avere come unico fulcro la città d’acqua. Ogni riconversione passa attraverso la bonifica dei siti industriali: deve perciò essere ricer- cata con forza una sinergia pubblico-privato per far sì che i costi delle bonifiche siano per quanto possibile resi sostenibili, considerando anche la realizzazione di parchi tematici che offrano alternative turistiche. Con Venezia riferimento per il territorio, Marghera potrà essere nuovo crocevia della rete dei trasporti, di centri di ricerca, di concentramenti direzionali e del leisure capace così di innescare un nuovo processo di promozione della produzione su scala territoriale. Nell’ottica di governo del territorio pare, perciò, miope la visione che vede l’espansione di attività ricettive sui terreni vergini della gronda di Tessera, con l’operazione Quadrante, quando è invece necessario dare un senso alle enormi distese da bonificare per le quali non si è ancora progettato un quadro generale. documento n.30 Quadrante allegato
  • 8. oggi Vega – Parco Tecnologico Scientifico Deve essere interpretato come “cerniera” indu- striale e direzionale tra la città storica e la terraferma, recuperando le aree dismesse e con una accessibilità facilitata, che l’attuale sistema dei trasporti locali ha sinora trascurato inspiega- bilmente. Il Vega in questi ultimi anni ha compiuto un notevole salto di qualità, ma perso il treno della net-economy di fine anni ’: ora la competizione si chiama web . e c’è oggi un mondo che si muove in città con assolute eccellenze nel campo delle nuove tecnologie informatiche rivolte al turismo e alla cultura. Porto L’aumento del traffico passeggeri e merci, unito alla crisi indu- Marittima e Tronchetto, striale di porto Marghera, apre nuove necessità e prospettive alla Venezia potrebbero diventare un metropolitana. La volontà manifestata dall’Autorità Portuale di realiz- zare una nuova stazione passeggeri in Vallone Moranzani, può risultare vero e proprio “settimo quadrante da catalizzatore di nuove iniziative per il fronte lagunare. Pensiamo a sestiere” in chiave strutture connesse ad un efficace collegamento ferrovia-gomma, capaci residenziale, commerciale di dare risposta all’aumentata gestione del traffico merci e – con la sta- e direzionale della città zione passeggeri – avviare quell’azione di riqualificazione territoriale per insulare. un nuovo ruolo di Marghera. Date le strette connessioni con la Venezia insulare, lo sviluppo di Marghera in chia- ve portuale può essere favorito dalla realizzazione in terraferma di un vero e proprio Hub turistico a scala territoriale: la proposta concreta è quella di realizzare una grande struttura per accogliere i turisti già in terraferma, per proporre loro tutto il ventaglio delle possibilità e potenzialità del territorio, alleggerendo la pressione sulla città insulare, che oggi vive come soffocante quella che dovrebbe essere una risorsa culturale ed economica. proposta 40xVenezia Per Venezia ciò significherebbe nuove opportunità per le aree dell’attuale Stazione Maritti- ma e del Tronchetto, che potrebbero diventare un vero e proprio “settimo sestiere” in chiave residenziale, commerciale e direzionale della città insulare. Sul fronte dello scalo commerciale, la bonifica dei siti in connessione con la rete ferroviaria presente può costituire il sito ottimale per la realizzazione di nuove banchine per navi ferry e Ro-ro (vedi progetto Sava) e del terminale della nuova idrovia per il Centro intermodale di Padova.
  • 9. Turismo È indubbiamente l’industria attualmente più produttiva della città, un polmone comunicato n. 5 economico che – però – è stato lasciato crescere in maniera esponenziale, incontrollato, VE non è un albergo fino al punto di accettarne gemmazioni nel mercato nero e dell’abusivismo, dannose per l’economia, il mondo del lavoro, la residenzialità, la città tutta e i suoi stessi ospiti, utile solo al lucro dei promotori. comunicato n. 10 Il turismo è una risorsa da governare da un punto di vista sia economico che culturale. In no al condono mascherato particolare, è evidente che lo sviluppo ricettivo della città d’acqua ha avuto come conse- guenza diretta un impoverimento e degrado della vocazione ricettiva in terraferma, dove vive una crisi quasi paradossale. È necessario affermare con chiarezza che nella città d’ac- comunicato n. 22 qua deve cessare a tutti i livelli la realizzazione di nuove attività ricettive e che debbono legge 315 osservazioni essere perseguiti con fermezza tutti gli abusi in atto. Tale scelta consentirà di liberare spazi, allegato creando opportunità residenziali e produttive nella città d’acqua e spostando la domanda di ospitalità da Venezia alle strutture ricettive già presenti in terraferma ed oggi in crisi profonda: anche qui, comunque, è necessario porre sin d’ora un limite alla realizzazione di nuove strutture ricettive, per sostenere le attività esistenti e non creare con la nuova offer- ta ulteriori processi di promozione turistica che finirebbero con l’aumentare un afflusso che, nel caso del territorio veneziano, ha già raggiunto e superato il livello di guardia. L’eventuale nuova concessione di licenze per attività ricettive dovrà confrontarsi con un’approfondita analisi che ne valuti la sostenibilità. Deve cessare a tutti i livelli la realizzazione di nuove attività ricettive e vanno perseguiti con fermezza tutti gli abusi.
  • 10. Arsenale I profili più strettamente urbanistici devono trovare coordinamento con rigorose politiche di incentivo al trasferimento nella città antica di abitanti, servizi e imprese diverse dall’industria turistica. In questa ottica l’Arsenale può diventare luogo di insediamento di industria e ricerca specializzata collegata al tema del mare, dalla scienza naturale e ambien- tale all’innovazione di trasporti e logistica su vie d’acqua. I grandi spazi consentirebbero inoltre la creazione di un polo espositivo di riferimento per l’Adriatico, capace di ospitare manifestazioni in cui si offra alle imprese e all’artigianato – legati alla tradizione e alle ricchezze ambientali della città – la possibilità di esibire i risultati della ricerca prodotta nella città metropolitana e nel Triveneto. Ad esempio: servizi e pro- dotti legati all’ambiente lagunare e biomarino, alla logistica navale e portuale, alla diporti- stica, alla nautica e ai materiali. L’Arsenale può diventare luogo di insediamento di industria e ricerca specializzata collegata al tema del mare.
  • 11. Le risorse Una incisiva azione di governo del territorio non può prescindere da un’idea chiara sul reperimento delle risorse per la sua attuazione. La fase economica attuale – unitamente alla corrente evoluzione legislativa e di riforma costituzionale – ha condotto i xVenezia a individuare alcune linee guida per un’efficace e coerente azione amministrativa. Un’azione politico-economica espansiva che, rimodulati gli attuali regimi impositivi fiscali, caratterizzi un intervento pubblico locale dotato di autonomia tributaria. All’interno della Venezia • per le aree soggette a bonifica (es. Marghera, Marittima), una diversa gestione della leva fiscale attraverso una aliquota age- metropolitana è la città antica che manifesta le volata o un differimento dell’Iva, parametrizzati sui costi dei maggiori sofferenze. terreni da recuperare ad attività produttiva; Una efficace azione di controllo al • l’inserimento nei piani di manutenzione delle barriere alle bocche di porto anche di fon- di per gli interventi di salvaguardia del tessuto urbano che le opere stesse sono chiamate fine di garantire a proteggere, compresa la promozione della residenzialità nella città d’acqua. Si deve, in- un equilibrio del fatti, tenere conto del concetto di “specificità di Venezia” ribadito anche nella Legge na- gettito e una verifica zionale per la salvaguardia di Venezia e nel progetto di legge regionale  sul turismo; delle politiche di investimento. • introduzione della “tassa di scopo”, al fine di operare per ambiti ed aree in maniera spe- cifica, con risorse provenienti direttamente dal territorio a cui si rimanda la funzione di controllo per la corretta gestione della spesa; • una efficace azione di controllo nel rispetto del principio di equità etico-sociale al fine di garantire, da parte di tutti e a beneficio di tutti, un equilibrio del gettito e una verifica delle politiche di investimento; • ritorno sul territorio di una parte consistente del gettito Iva, da indirizzare in via priorita- ria agli interventi di bonifica da condurre per mano pubblica e agli interventi di recupero e investimento per nuova residenza, e servizi relativi, in quelle aree del territorio comu- nale che denunciano una maggior sofferenza, città d’acqua e isole in primis.
  • 12. la comunità che vive Abitare, relazionarsi, lavorare, avere accesso a servizi adeguati, da una sanità qualificata ad asili nido che accompagnino i più piccoli nella loro crescita, a una rete di trasporti che in- terconnetta tutte le diverse anime della città: tutto questo è “residenzialità”, il concetto che ha guidato xVenezia in questi anni, nel suo approccio con lo sviluppo e la crescita della città metropolitana. Residenzialità è quell’insieme di funzioni e opportunità che permette a una comunità di insediarsi e di svilupparsi come serbatoio di lavoro e di idee: senza abitanti la città si dissolve. La città antica è una realtà storica, urbana, ambientale d’impareggiabile Senza abitanti (effettivi bellezza e dove la qualità di vita può essere altissima, ma come in un circo- lo vizioso, l’impoverimento del tessuto residenziale – tagliato fuori da un non equivalenti!) non si mercato inaccessibile per prezzi e inesistente quanto ad affitti – porta come perpetua cultura, non conseguenza l’impoverimento di tutte le anime della città: dalla chiusura si tramanda memoria, di attività produttive al silente spostamento in terraferma di servizi per la non si creano movimenti cura, formazione, sport, mobilità, intrattenimento. Senza abitanti (effet- innovativi che rendono tivi non equivalenti!) non si perpetua cultura, non si tramanda memoria, possibile lo sviluppo non si creano movimenti innovativi che rendono possibile lo sviluppo del- della città. la città: un’emergenza – quella residenziale – che attualmente colpisce in particolare la città d’acqua, ma ha interconnessioni con la città di terra. Per questo la prima emergenza da affrontare è – al momento – quella abitativa: perché si porta appresso la contrazione di funzioni, di relazioni, attività, servizi. È perciò necessario passare da una politica di difesa ad una politica di promozione della residenza che attragga nuovi abitanti, a partire proprio da quei lavoratori pendolari e studenti che le condizioni attuali escludono. La città viva, dinamica, pulsante che xVenezia immaginano per Venezia e Mestre passa attraverso una serie di decisioni ed interventi non più procrastinabili a tutela della legalità, d’incentivo all’affitto, di stimolo al vivere e lavorare in città.
  • 13. Affittacamere E’ necessario che la normativa regionale sul turismo riconosca la specificità comunicato n. 8 di Venezia stabilendo l’obbligo di cambio di destinazione d’uso da residenziale a turistico/ documento casa ricettiva per gli immobili adibiti ad affittacamere sul territorio comunale. Incentivi al privato che affitta a residenti o ad attività di artigianato qualificato e di comunicato n. 28 servizio alla residenza (alimentari, calzolai, parrucchieri, materiale elettrico ed idraulico...). residenza Incentivi che variano dalla detassazione (Ici) a priorità nei finanziamenti pubblici per i restauri (legge speciale o altro) o nell’accesso ad altre agevolazioni sui servizi cittadini (ad esempio Imob e car-sharing). Lotta all’abusivismo, con verifica attenta del pagamento degli oneri concessori per i cambi d’uso per le attività ricettive e delle caratteristiche dei Bed&breakfast, attività strettamente legata alla residenza del titolare. Introduzione di una “tassa di scopo” legata anche al semplice utilizzo a B&B sulla falsa riga del “contributo di costruzione” attinente alle nuove edificazioni. Negozi di vicinato Convenzioni con la grande distribuzione per incentivare l’apertura di piccoli punti vendita con prezzi calmierati nella città storica a fronte di sgravi fiscali, finanziamenti o prestiti per eventuali lavori di messa a norma dei locali e incentivi alla effettuazione della spesa a domicilio, per titolare e proprietario del fondo. E, ancora, possibilità di avere per i residenti nella città d’acqua la spesa a domicilio e la possibilità di servizio di noleggio di imbarcazioni (boat sharing). Stop alla vendita di patrimonio Riuso e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, interrompendo immediatamente la vendita dei prestigiosi palazzi comunali. Si potrà valutare l’affitto del palazzo o la concessione trentennale, con esclusione di un utilizzo alberghiero. In tal senso andranno sperimentate forme di co-housing (abitazioni collettive) che potrebbero essere particolarmente compatibili con il recupero dei prestigiosi palazzi, nei quali la sala passante centrale potrebbe essere lo spazio di soggiorno/studio/festa/ritrovo comune ai singoli alloggi. Graduatoria Creazione di una graduatoria unificata ed aperta per l’intero Comune, sia per gli assegnatari di case pubbliche, già in possesso dell’alloggio che per i richiedenti futuri. Banca dati alloggi Formazione di una banca dati degli immobili ad uso residenziale di proprietà di tutti gli enti pubblici e privati – come fondazioni, Curia, istituti caritatevoli, associazioni, banche – presenti nel territorio per avere un esatto scenario delle disponibilità e dello stato del patrimonio residenziale.
  • 14. Interventi Se a Mestre l’amministrazione comunale ha avviato un ampio ventaglio di progetti in campo residenziale, con operazioni Ive di social housing, molto resta da fare a Venezia, dove prendono il via solo ora i primi interventi, in misura ampiamente minimale. In una prospettiva medio-lunga è necessario individuare le aree da destinarsi alla realizzazione di nuova residenza pubblica (social housing), convenzionata o attraverso cooperative. A titolo esemplificativo: Area Italgas progetto di edilizia convenzionata e social housing, ad esempio attraverso comunicato n. 23 lo strumento delle cooperative di costruzione. L’associazione xVenezia ha già presentato ex Italgas pubblicamente un possibile intervento che può essere realizzato con il coordinamento del Comune di Venezia, mettendo in luce la possibilità di una realizzazione con l’acquisizione allegato e bonifica dei terreni a prezzi di mercato. Area di Sant’Elena (cantieri Actv), con avvio dello spostamento delle attività di cantiere, si dovrà dare il via ad una pianificazione di nuova residenza, anche di tipo innovativo, in regime di social housing, completata da una rete di nuovi servizi, quali commercio, sanità e mobilità; Area di San Giobbe e Scalera, lo stato dei lavori e dell’iter burocratico dovrebbe essere ormai avanzato, ma non si hanno notizie certe né sul cantiere né su qua- li siano i criteri di formazione della graduatoria degli aventi diritto all’acquisto a prezzo convenzionato dei nuovi appartamenti.
  • 15. sanità Pur comprendendo la necessità di un mirato e ottimale utilizzo delle risorse, a più di un anno dall’inaugurazione il nuovo ospedale all’Angelo stenta a decollare, probabilmente an- che perché costruito in un’area decentrata sulla base di un errore strategico. A fronte di ciò, l’ospedale civile di Venezia vive in una situazione di incertezza e prosegue ormai da troppo tempo la mancanza – o non comunicazione – della strategia dell’Ulss  a governo dell’of- ferta di sanità nella città d’acqua. Urgono alcune risposte: ... conoscere i programmi di pianificazione strategica • è prioritario e inderogabile, per la città d’acqua e le isole, conoscere i programmi di pianificazione strategica della struttura ospedaliera di SS. Giovanni e Paolo e della sua della struttura ospedaliera ... permanenza (o meno) in città: ovvero dove e con quali servizi. Si ritiene indispensabile una chiara programmazione delle azioni di sviluppo delle strutture principali, sia di terraferma che della città d’acqua, attraverso una politica di concertazione attiva tra Co- mune, Regione e Ulss , con prospettiva a - anni. Essenziale sarà poi procedere ad una adeguata divulgazione di tale programmazione alla città, oggi del tutto assente; • è prioritario e inderogabile, per la città d’acqua e le isole, procedere alla pianificazione dei servizi sul territorio (ambulatoriali, diagnostici ecc.) e concordare con gli altri Enti quali dovranno essere smantellati, ridimensionati, incrementati, approntati a supporto dello spostamento di settori dell’Ospedale civile verso l’Ospedale all’Angelo; • è prioritario e inderogabile, per la città d’acqua e le isole, approntare un piano di gestio- ne dei trasporti per i pazienti nei casi di emergenza (come per il Lido o Pellestrina), di trasporto regolare (ospedale-casa) e anche per i lavoratori nelle strutture sanitarie (poiché influenza la difficoltà nel reperire impiegati, infermieri ecc.).
  • 16. la comunità che si muove Una comunità insediata nel territorio si sposta, viaggia, si relaziona con il contesto: non può mancare una rete efficiente di collegamenti e di relazioni dirette tra le diverse identità del ... la recente decisione territorio metropolitano. La stessa conformazione urbana e ambientale veneziana, unita alla di realizzare un nodo di vocazione della città ad essere riferimento per un’area vasta, spinge alla realizzazione di una interscambio a Tessera può rete di sistemi di trasporti, dall’aereo all’alta velocità sino alla rete regionale e locale su ferro, acqua e gomma. Un sistema che non sia l’obiettivo della pianificazione, ma lo strumento condurre ai margini vaste per realizzarla. aree di Mestre ipotecando il futuro di Marghera. Nell’ambito di un progetto di “città arcipelago”, la scelta di confermare le direttrici già esi- stenti senza porre alternative può voler dire rinunciare ad una grande occasione di sviluppo armonico. Riteniamo quindi che, nell’ottica “della rete dei collegamenti”, il sistema internazionale ad alta velocità debba essere innervato al sistema regionale Sfmr (sistema ferroviario metropo- litano regionale) e alla rete dei collegamenti locali: al contrario, la recente decisione di rea- lizzare un nodo di interscambio a Tessera può condurre ai margini vaste aree di Mestre ipotecando il futuro di Marghera. La proposta dei xVenezia per un Hub turistico in terra- ferma tra Mestre e Marghera ha questo doppio obiettivo: ri-allocare e controllare i flussi e “dedicare” ai residenti il Ponte della Libertà, dedicando la rete ferroviaria del ponte translagunare a collegamenti veloci con l’area della terraferma attraverso Sfmr e tram. In quest’ottica, la previsione di capolinea del tram a San Basilio è completamento necessario ad una rete di mobi- lità locale diffusa ed efficace.
  • 17. La necessità di creare finalmente un’adeguata interconnessione fisica e sociale tra i cittadini, per consentire anche grazie alle infrastrutture la nascita dal basso di un vero senso di appar- tenenza, richiede che siano completati in tempi brevi tutti i progetti già in fase esecutiva in tutto il territorio metropolitano, senza stralciarne o ritardarne alcuni. Per questo dev’essere una priorità per l’Amministrazione comunale l’intervenire presso l’Amministrazione regionale affinché sia sbloccato al più presto lo stallo dei lavori per il cavalcavia di San Giuliano, consentendo così il tempestivo completamento del percorso del tram sino alla città antica. Anche l’incentivo e il miglioramento del servizio di car sharing potrà essere utile a consentire una reale libertà di movimento nel territorio, superando sia i problemi connessi alla costruzio- ne di nuovi parcheggi, sia quelli legati al costo proibitivo dei parcheggi nella città antica. Per quanto riguarda la sublagunare, crediamo che in un ambiente così fragile come quello anfibio non vi possa essere confusione tra strumento e scopo. Va quindi richiamata l’atten- zione sul fatto che il dibattito attuale sia troppo focalizzato sulla soluzione tecnologica e non sulla necessità di raggiungere il risultato. I cittadini hanno il diritto ad una mobilità rapida e circolare nell’area vasta, da ottenere con la più idonea soluzione tecnologica, qualunque essa sia. Ciò che è chiaramente inutile, se non potenzialmente dannoso, è il prevedere una mera spola tra Tessera e Venezia (Fondamente Nuove) che non risolverebbe alcuna delle istanze della città. Ciò che è necessario è la realizzazione di un vero circuito che colleghi tra loro Tessera/Mu- rano / Venezia / Lido / Marghera-Fusina, capace quindi di connettere aree dell’”arcipelago” che da troppi anni soffrono ai margini, se non alla frontiera, dell’area metropolitana, come ad esempio l’area di S. Elena e il Lido. È quindi necessario procedere senza indugio all’analisi e studio dell’intero sistema dei tra- sporti e ad effettuare seri studi sull’impatto ambientale di un’opera sotterranea. Tutto ciò, in netta discontinuità con quanto sino ad oggi accaduto, dovrà avvenire con la massima trasparenza dell’iter procedimentale e con il reale coinvolgimento democratico dei cittadini.
  • 18. Qualora l’opera si dimostri oggettivamente non attuabile, sarà possibile e necessario procedere alla valutazione di altri mezzi ad avanzata innovazione per raggiungere il medesimo scopo. Per quanto riguarda il sistema di navigazione lagunare, dato il suo impatto sulla conservazione della città e dell’ecosistema, dovranno essere seguite queste linee guida: Trasporto pubblico di linea i mezzi dovrebbero avere obbligatoriamente nuove carene antimoto ondoso e motori non inquinanti, con una diversa sistemazione degli ingressi (entrata diversa dall’uscita come sui bus) per accelerare i tempi di imbarco, privilegiando inoltre l’accesso da parte dei residenti. Prevediamo inoltre la rimodulazione tariffaria con l’introduzione di nuove categorie (famiglia, scolaro residente, collegamenti Tronchetto-Via Righi - S.Giuliano), l’esenzione per i bimbi sotto i 6 anni, l’abolizione della tariffa di bordo e la semplificazione delle fasce orarie. comunicato 13 riforma servizio taxi acqueo Trasporto pubblico non di linea partendo dalle nuove licenze che dovessero essere rilasciate e programmando, in un arco temporale medio-lungo, la sostituzione di tutte le unità esistenti, prevedere unità più piccole, costruite dalla cantieristica minore locale con materiali non inquinanti, con carene antimoto ondoso e motori ibridi od elettrici. Grandi navi arrivo in Marittima, fino ad una data e certa dimensione, con obbligatorio allaccio elettricità a terra, per le navi superiori l’ingresso dal canale di Malamocco con ormeggi attrezzati in zona San Leonardo. Interscambio ottimizzazione distribuzione merci con magazzino centralizzato al Tronchetto (in esecuzione), a San Giuliano (da costruire nell’isola delle Statue) e a Tessera (merci aviotrasportate) con relativo porticciolo in tutte e tre le aree per le imbarcazioni da trasporto. Terminal diversificazione dei terminal turistici da quelli per residenti, lavoratori e studenti.
  • 19. la comunità culturale Si può certamente dire che Venezia sia un organismo vivente, in continua evoluzione, luogo di produzione prima che di conservazione. Invece, si parla spesso di conservazione e quasi mai di innovazione, produzione, fruizione e trasmissione culturale, riferendosi ad una ge- nerica “cultura del territorio” . Venezia “città della cultura” implica prima di tutto uno sguardo prospettico in chiave di Distretto culturale, con pieno coinvolgimento della terraferma. Il sistema della cultura genera un’ampia gamma di ricadute sull’ambiente metropolitano: dall’impatto economi- co – misurabile in termini di spesa, occupazione e conseguenti moltiplicatori diretti e indiretti – fino ad effetti più difficilmente misurabili di animazione e miglioramento della qualità della vita. Per i xVenezia, la dimensione cultura dev’essere considerata una “invariante”, ma non può essere ridotta all’esclusiva dimensione storico-monumentale che insiste su una defi- nizione della cultura da un punto di vista puramente conservativo, con la città ridotta a contenitore o vetrina fungibile solo in senso turistico. La condivisione del patrimonio culturale come diritto da tutelare favorisce la costruzione di solidi legami interpersonali e sociali ancorati ad un insieme di valori che ne moltiplicano nel tempo gli effetti positivi. documento 1 Fondazione musei
  • 20. L’invar L’invariante culturale va intesa – a nostro modo di vedere – almeno nelle seguenti sei accezioni: • patrimonio artistico-architettonico, conservazione e valorizzazione museale; il progetto del Comune Sin qui, l’agire del Comune è parso contraddittorio. • formazione: scuole, istituti, enti di ricerca, istituti stranieri, fondazioni culturali, atenei, consorzi, scuole professionali, enti per l’artigianato, istituzioni nazionali e internaziona- Il Piano strategico approvato dal Consiglio comu- li, archivi e biblioteche sia pubblici che privati, comitati. nale con la delibera del marzo  – basato sul documento Venezia città metropolitana,  – parlava di valorizzazione delle capacità artistiche • cultura nel significato più ampio; non soltanto promozione delle arti e della letteratura ma anche delle scienze che si sono enormemente sviluppate nell’ultimo secolo; e produttive del sistema locale, di relazione tra • cultura dell’artigianato e professionale, associazionismo; cultura ed economia, favorendo attività in grado di innescare processi di sviluppo. • produzione di eventi culturali di largo impatto (Biennale, Mostra del Cinema per dire dei più noti); Veniva poi ribadita la necessità di una rigenerazio- ne culturale puntando: • produzione di eventi culturali di medie e piccole dimensioni (per incoraggiare una dif- • sull’interpretazione di Venezia come rete cultu- rale; fusione capillare della cultura). • sulla promozione di una visione condivisa di Ve- nezia come Città della cultura e sulla sua valoriz- zazione pluriarticolata attraverso la ricognizione delle risorse culturali disponibili; • sulla necessità di fare sistema attraverso un co- ordinamento permanente delle attività; • sulla costruzione di polarità urbane per la pro- duzione culturale; • sulla programmazione del marketing territoriale e del fund raising destinato alle risorse culturali; • sullo sviluppo di offerte culturali specializzate. Eppure, questa condivisibile articolazione viene omessa nell’attuale documento preliminare al Pat (Piano di assetto territoriale) del Comune di Vene- zia, nel quale la “dimensione cultura” è affrontata in modo inadeguato e poco sistematico. Riteniamo indispensabile che vadano invece re- cuperate le osservazioni proposte in origine nel Piano strategico.
  • 21. Come si può facilmente constatare queste accezioni mettono in gioco fattori e soggetti attivi che non solo diventano volano di economia diretta o indotta, ma un vero e proprio argine al deflusso della popolazione. Contro il rischio di un impoverimento della complessità sociale e dello stesso tessuto eco- nomico della città storica se viene appiattita sulla “monocultura turistica”, la Convenzione di Faro (vedi box) permette di considerare il patrimonio culturale come una risorsa e non come un costo, in termini di qualità della vita, di coesione sociale, di etica della politica. Una visione strettamente “monumentale” e “turistica” del patrimonio ha finora avuto un impatto negativo sul versante della qualità della vita, della coesione sociale e della polis ve- neziana intesa come cittadinanza partecipe prima di tutto del proprio destino. Convenzione di Faro Il patrimonio culturale è ciò che la popolazione considera come Diventa interessante a questo punto far interagire le riflessioni con- tale e dunque anche un campo, un’osteria, una piazza, una tradi- dotte fin qui con il testo della Convenzione di Faro sul “Diritto al pa- zione: sottrarre le occasioni e le pratiche culturali dalle mani della trimonio culturale”, tenendo presente il termine inglese heritage che contempla il diritto/dovere di accesso a un bene comune anche in as- comunità cittadina significa impoverire il tessuto sociale e depau- senza di proprietà privata. perare di fatto la città. Preservare questo patrimonio ampiamente La Convenzione di Faro definisce patrimonio culturale come “l’insie- inteso è obbligo imprescindibile per una comunità cittadina dav- me di risorse ereditate dal passato che alcune persone identificano, vero attiva, se non altro nella rivendicazione di alcuni suoi precisi indipendentemente dalla proprietà, come una riflessione sui, ed diritti. Una comunità che però va formata in tal senso: serve una espressione dei, propri valori, credenze, conoscenze e tradizioni co- stantemente in evoluzione e che comprende tutti gli aspetti di un rete di interazione davvero multipolare ed intelligente per collega- ambiente derivati dall’interazione fra le persone e i luoghi nel tempo”. re tutti i soggetti che possono contribuire allo scopo (scuole, enti I soggetti che accedono al patrimonio culturale sono definiti comunità di ricerca, università, istituzioni). patrimoniale, e cioè “persone che valorizzano specifiche funzioni del patrimonio culturale, che esse desiderano sostenere e trasmettere alle generazioni future, nel quadro di un’azione pubblica”. Tutto ciò ci permette di considerare i tanti e diversificati operato- ri culturali di Venezia non solo come conservatori del patrimonio o gestori economici dello stesso in un’ottica di puro management del patrimonio medesimo, quanto piuttosto come tessuto di connessione socio-culturale della stessa città. Il soggetto del patrimonio culturale è l’insieme della popolazione: la comunità attiva dei cittadini e gli ope- ratori culturali diventano l’interlocutore privilegiato (nonché una parte comunicato n. 26 costitutiva) di quella comunità. passeggiate patrimoniali
  • 22. Obiettivo: produrre un network conoscitivo fra i vari soggetti (correla- Una visione strettamente zione soft) e favorire l’esistenza di tali soggetti (correlazione hard: pra- “monumentale” e tiche urbanistiche e politiche pensate a questo specifico scopo, agevo- “turistica” del patrimonio lazioni fiscali, immobiliari, specificazione delle destinazioni d’uso). Un ha finora avuto un impatto esempio fra molti di questo nuovo modo d’intendere il rapporto tra la comunità e il suo patrimonio culturale, potrebbe riguardare proprio le negativo sul versante destinazioni d’uso: un edificio adibito a funzioni culturali non potrà della qualità della vita, essere ceduto per un utilizzo sostanzialmente diverso; un edificio che della coesione sociale ospita un’istituzione culturale potrà essere alienato solo per un utilizzo a e della polis veneziana fini culturali. Paradigmatico a tal proposito il lavoro svolto dall’associa- intesa come cittadinanza zione a sostegno dell’uso pubblico del Fontego dei Tedeschi. partecipe prima di tutto comunicato n. 24 fontego dei Tedeschi del proprio destino. Così intesa, la cultura: comunicato n. 27 fontego dei Tedeschi • stimola una massa critica della residenzialità urbana, specie nella città storica che non può contare su un’industria e su un terziario che sempre più si spostano in terraferma; • funge da punto di incontro per tutta quell’area che ha in Venezia il suo epicentro cul- turale (e fisico) ideale: comunità ampia che si riconosce “compartecipe” del patrimonio culturale; • produce un vasto indotto economico, non solo per il mondo del turismo, ma anche per i suoi operatori, dal guardasala al direttore di museo; • contribuisce a fare di Venezia una “piazza” in cui la cultura è prodotta, gestita e fruita, e non solo presentata in passerella; • richiama soggetti che interagiscono, anche economicamente, con la città, spingendoli a restarvi per svolgere le proprie attività e contribuendo in tal modo a invertire il trend negativo di “emorragia residenziale” che Venezia ha subìto negli ultimi decenni.
  • 23. Così intesa, la filiera culturale ha molte declinazioni possibili. filiere artistico-produttive dai fondaci della cultura a filiere tematiche capaci di con- tenere e produrre creatività, comunicazione, catalogazione, conservazione, riproduzione, innovazione. Venezia potrebbe attivare una “cittadella della cultura” per associazioni, sul modello degli incubatori d’impresa già realizzati, prevedendo agevolazioni anche per le attività culturali diffuse sul territorio urbano; filiere formative: vanno individuate aree per le attrezzature culturali, come già oggi lo sono per l’università le zone di S. Basilio o di via Torino. Va realizzato un portale, che metta in connessione la variegata offerta formativa presente sul territorio, e debbono essere so- stenuti con agevolazioni amministrative e fiscali enti e istituzioni che vogliano operare sul piano della formazione. Il Comune di Venezia (specie la città d’acqua) va concepito come un vasto e capillare campus formativo, perciò adeguati collegamenti dovranno essere garan- titi per assicurare il contatto diretto tra soggetti che vi interagiscono. Un esempio? L’inten- sificazione e miglioramento dei contatti tra i principali poli universitari e istituti cittadini di cultura (Ca’ Foscari, Iuav, Accademia di Belle Arti, Conservatorio, Venice International University), ma anche quelli fra centro Candiani a Mestre e istituti scolastici, oppure fra Candiani e città d’acqua. In particolare bisognerà chiedere alle amministrazioni competenti, prima fra tutte quel- la del Comune, di farsi carico di implementare la formazione scolastica ad ogni livello predisponendo ed incentivando la preparazione, ove occorra, di programmi integrativi: si deve rifondare, in sostanza, l’“impresa culturale” nella prospettiva del raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’art.  della Costituzione senza dimenticare di rimuovere gli “ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” La scuola è, e resta, la principale agenzia di socializzazione e acculturazione che promuove la crescita personale e collettiva di una cittadinanza consapevole del proprio ruolo, dei propri diritti e dei propri doveri.
  • 24. filiere professionali va promossa la formazione di laboratori nella città d’acqua per le attività artigianali e le professioni legate al territorio, al fine di evitare il trasferimento di questi laboratori in terraferma o al di là dello stesso comune di Venezia (senza concentrare l’attenzione esclusivamente sul parco scientifico-tecnologico). internazionalizzazione delle filiere i processi sinora descritti dovrebbero trovare nel Comune e nelle altre istituzioni cittadine un’interfaccia fra realtà veneziana e internazio- nale, con la creazione di sportelli per lo scambio di studenti, ricercatori, formatori, artisti, operatori culturali. La traduzione sul piano urbanistico di queste filiere può essere molteplice, a partire dalle agevolazioni per individuare zone di conservazione non solo artistico-architettoniche, ma più largamente culturali: spazi della produzione culturale da articolare in maniera organica, con il recupero della residenzialità e il sistema dei trasporti pubblici, migliorando decisa- mente la qualità della vita. Resta, fondamentale, il carattere invariante della cultura (dall’etimo colere, vale a dire coltivare) senza la quale il luogo pubblico, la polis della civitas, si riduce a banale contenitore per visitatori di passaggio che possono certamente portare moneta sonante, ma che – senza una “comunità attiva” e consapevole ad accoglierli – rischiano di impoverire e degradare il tessuto sociale e urbano: unico e reale patrimonio vivo della città. Arcipelago urbano, allegato 02 attività culturali, associative, ricreative
  • 25. 40xVenezia c/o Ateneo Veneto, San Marco 1897 30124 Venezia fax 041 5241243 40xvenezia@gmail.com social forum http://40xvenezia.ning.com sito internet www.40xvenezia.it Direttivo presidente Claudio Paggiarin consiglieri Andrea Casadei Davide Federici Samantha Lenarda Marco Malafante Sabina Tutone Francesco Versace Questo documento è una proposta alla Città da parte dell’Associazione 40xVenezia ed è il frutto della sintesi di quanto elaborato in due anni di lavoro dagli oltre 1.700 iscritti al social network. Persone diverse per formazione culturale, professione, estrazione sociale e preferenze politiche, unite dalla volontà di essere Cittadini attivi. chiuso in redazione nel febbraio 2010