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1. UNI ISO 26000: l'identikit dell'azienda "responsabile" del terzo millennio
Sono sette comandamenti e non dieci, ma di impatto ugualmente forte. Sette criteri di comportamento
che andranno presi alla lettera dall'azienda o dall'organizzazione che vuole avere una responsabilità
sociale vera, un atteggiamento virtuoso che non sfoci solo in una filantropia "di facciata". Li ha elaborati
l'ISO (International Organization for Standardization), l'organizzazione mondiale per la definizione di
norme tecniche, e raccolti nelle linee guida della futura norma UNI ISO 26000.
"La UNI ISO 26000 rappresenta un salto di qualità epocale nell'ambito della normazione - spiega Piero
Torretta, presidente dell'UNI, l'ente di normazione che rappresenta l’Italia in seno all'ISO -. Con questa
norma, infatti, gli enti di normazione dei diversi Paesi del mondo che decideranno di applicarla, si sono
fatti carico di indicare gli standard che posso no definire l'impresa o l'organizzazione virtuosa, moderna
e, per questo, anche di maggiore successo.
È indubbio che un'organizzazione riconosciuta dal pubblico anche quale modello di realtà rispettosa dei
diritti umani, dell'ambiente e dei diritti sindacali, sia anche maggiormente considerata sotto il profilo
dell'affidabilità dei propri servizi e prodotti. La responsabilità sociale ha evidenti riflessi sulla brand
reputation, incidendo direttamente sul business".
Un'impresa o una qualsiasi organizzazione pubblica o privata che adotti un comportamento socialmente
responsabile, monitorando e rispondendo alle aspettative economiche, ambientali, sociali di tutti i
portatori di interesse (stakeholders), dovrà secondo la UNI ISO 26000 rispettare le seguenti linee guida:
Responsabilità: l'organizzazione deve assumersi la responsabilità del suo impatto sulla società e sullo
sviluppo. Deve accettare eventuali controlli e ha il dovere di risponderne
Trasparenza: l'organizzazione deve essere trasparente in tutte le sue decisioni ed attività, in particolare in
relazione alla sua natura, ai suoi obiettivi, ai risultati in termini di responsabilità sociale e alla
provenienza delle sue risorse finanziarie
Etica: l'organizzazione deve comportarsi sempre in modo onesto, equo e integro moralmente. In questo
atteggiamento deve essere compreso il rispetto per persone, ambiente, animali e il rispetto delle esigenze
di tutti coloro che in qualche modo sono coinvolti nella attività dell'azienda
Rispetto degli stakeholders: l'organizzazione deve identificare tutti coloro che, direttamente o
indirettamente, sono coinvolti nell'attività d'impresa e avere particolare attenzione per le loro necessità
Rispetto della legge: l'organizzazione deve accettare che il rispetto del ruolo della legge è obbligatorio e
accettare che nessun individuo o ente è al di sopra di esso
Rispetto degli standard di comportamento internazionali: conseguentemente, l'organizzazione dovrà
aderire ai principi stabiliti a livello internazionale, e rispettarli il più possibile nel caso in cui operino in
nazioni con una legislazione che entri in conflitto con queste norme
Rispetto dei diritti umani: l'organizzazione deve riconoscere l'importanza e l'universalità di questi diritti
ed evitare di trarre vantaggio da situazioni in cui tali diritti non siano rispettati.
La UNI ISO 26000 è il frutto di un lavoro di armonizzazione a livello internazionale che è durato diversi
anni, dovuto alla necessità di avere un documento di riferimento ufficiale, di valore mondiale,
massimamente rappresentativo per fare chiarezza sulla responsabilità sociale di tutte le organizzazioni
(imprese, pubbliche amministrazioni, no-profit...) perché sebbene la sensibilità verso la responsabilità
sociale sia in continua crescita, sono ancora troppe le interpretazioni - a volte riduttive se non addirittura
strumentali - che se ne danno.
In linea con le ultime tendenze dell’attività ISO, la guida non riguarda dei prodotti fisici ma dei processi
e dei sistemi organizzativi immateriali, il che ha reso necessaria la formazione di un gruppo di lavoro
formato non solo dagli addetti ai lavori, ma anche dai portatori d'interesse stessi, tra cui spiccano i
2. sindacati, che per la prima volta hanno partecipato molto attivamente ai lavori di normazione. In totale
l'elaborazione della ISO 26000 ha visto il coinvolgimento volontario di oltre 400 esperti e 175
osservatori provenienti da 91 Paesi di tutto il mondo.
Su esplicita sollecitazione delle parti interessate coinvolte nei lavori di normazione e alla luce della sua
peculiarità, la UNI ISO 26000 non prevede alcuna verifica sulla sua esecuzione né conseguenti
certificazioni. Spetterà dunque alle varie imprese ed organizzazioni mettere in atto i principi e le
indicazioni in essa contenute, lasciando ad ogni Paese la libertà sulle modalità di applicazione. I lavori
arriveranno a conclusione entro la fine del 2010.
Lucina Mercadante (Direzione centrale prevenzione INAIL): "La sicurezza sul lavoro è un tema
fondamentale della responsabilità sociale. I punti chiave della redazione del documento sono il
coinvolgimento, l'applicabilità estesa, la base volontaria, non prevedere un meccanismo di certificazione,
non prevedere uno sviluppo secondo un modello di gestione".
Pia Valota (esperto UNI per le politiche per i consumatori): "Nessuno chiede alle imprese di trasformarsi
in istituti di carità, ma semplicemente di contribuire ad un sistema di consumo adeguato ai tempi
arrivando ad un'offerta sostenibile. Non bisogna dimenticare, come diceva Ford, che il consumatore è in
tutta la catena di produzione, in tutti i ruoli, ovvero è il lavoratore che consuma".
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per visualizzare e scaricare i documenti - in formato PDF - presentati nel corso dell'incontro
"Responsabilità Sociale: le prime anticipazioni sulla linea guida UNI ISO 26000, clicca qui
http://www.uni.com/uni/controller/it/soci/documenti_pop.htm?newWindow=true