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Attività della Fondazione Vodafone Italia
www.fondazionevodafoneitalia.it
2002anno di costituzione di FVI
24.246.363 eurodestinati al finanziamento dei progetti
158i progetti finanziati
153.458 eurol’erogazione media dei progetti
102i dipendenti Vodafone che hanno partecipato al Progetto Fellow
23le Fondazioni di Vodafone Group in tutto il mondo
1.286gli enti non profit registrati sul sito internet di FVI
998i progetti di enti non profit caricati sul sito internet di FVI
i fondi erogati 7.204.874 euro
i fondi distribuiti rispetto al 2005-2006 + 6,5 %
i progetti finanziati 49
i beneficiari diretti dei progetti 8.740
le risorse di FVI destinate al finanziamento dei progetti 90,5 %
i dipendenti Vodafone che hanno partecipato al Progetto Fellow 72
i progetti proposti a FVI nel 2006-2007 252
l’integrazione di FVI alle donazioni dei dipendenti 14.613 euro
pag. 3
Si può affermare con serenità che Fondazione Vodafone Italia sta crescendo di anno in anno.
Non è una valutazione legata semplicemente alle somme erogate o al numero di progetti finanziati, bensì
al ruolo di Fondazione che progressivamente va aumentando e alle modalità con cui interloquisce
con gli altri soggetti del Terzo Settore, gli enti pubblici e le imprese, tra cui la stessa società Vodafone.
Le risorse finanziarie gestite sono di una certa rilevanza, ma risultano sempre poche rispetto alle esigenze
che vengono sottoposte e alla entità dei bisogni da affrontare.
A fronte delle richieste di aiuto e del numero crescente di progetti presentati, la Fondazione si è dovuta
organizzare per una selezione sempre maggiore, per mirare alla valutazione di efficacia dei progetti in
coerenza con le linee programmatiche attuate.
Si sono scelti progetti che mostrassero affidabilità nella gestione e capacità da parte dell’ente proponente
di sostenerli in futuro, una volta avviati e consolidati. Parte fondamentale del lavoro e del ruolo
di Fondazione rimane il dialogo con gli operatori del Terzo Settore favorendo la connessione e il confronto
tra varie realtà che spesso operano nei medesimi settori, ma non hanno occasione di confrontarsi.
Per questo motivo è stato realizzato a novembre 2006 un workshop nel quale si sono discusse con diversi
enti non profit le linee di indirizzo di Fondazione e l’evoluzione dei bisogni verso cui orientare gli impegni.
è stata un’esperienza che forse sarà opportuno riproporre in forme adeguate, come occasione di confronto
con operatori non profit e istituzioni pubbliche.
è stato un lavoro di collaborazione tra tutti coloro che sono impegnati in Fondazione - staff,
Consiglio di Amministrazione, Comitato Scientifico - i diversi enti non profit, le istituzioni,
la stessa società Vodafone, che hanno reso possibile i risultati che qui vengono presentati.
A tutti un vivo ringraziamento.
Antonio Bernardi
Presidente
Sono passati soltanto cinque anni dalla nascita di Fondazione Vodafone Italia.
Un tempo forse breve per trarre bilanci conclusivi, ma sufficiente per dire che abbiamo attraversato
esperienze che hanno cambiato molto dentro e intorno a noi. La nostra attività è volta a migliorare
le condizioni di uomini e donne che vivono le situazioni di maggior disagio e difficoltà.
Pensiamo di aver fatto qualcosa di buono ed utile.
Abbiamo vissuto esperienze straordinarie e spesso inaspettate, ci siamo confrontati con l’universo
delle associazioni di volontariato, conosciuto tante persone della pubblica amministrazione impegnate
nella lotta al disagio sociale. ll Gruppo Vodafone opera per connettere persone ad altre persone,
uomini e donne si affidano a noi per scambiarsi informazioni ed emozioni annullando, con il supporto tecnologico,
la distanza fisica. è questa collettività il nostro traguardo e la nostra stessa ragione d’esistere.
Fondazione Vodafone Italia è quindi, tra i tanti strumenti, quello dedicato e qualificato per ridurre le distanze sociali,
l’emarginazione e l’esclusione dal mondo della conoscenza e del lavoro. Cinque anni fa, l’impegno di una
grande impresa commerciale nelle aree della sofferenza umana era visto con sospetto, interpretato come
occasione per vendere meglio i propri prodotti, come strumento per ottenere vantaggi fiscali o infine come occasione
per “ripulire” un’immagine aziendale in qualche modo macchiata. Oggi, e forse grazie al lavoro nostro e delle
altre Fondazioni d’Impresa, questa “cultura dello scetticismo e del sospetto” si e’ notevolmente affievolita.
è evidente, infatti, che la stretta collaborazione tra pubblico, privato e mondo del volontariato permette
di realizzare azioni altrimenti impossibili da attuare singolarmente in un momento storico nel quale aumenta
il disagio sociale ma non aumentano le risorse per contrastarlo. Siamo convinti che con l’integrazione
di competenze e le contaminazioni tra i diversi modi di pensare, nella società possa crescere il valore
della “responsabilità collettiva”, una responsabilità che impone ad ognuno (individuo, associazione, istituzione o azienda)
il compito di operare, come sa e come può, per il bene comune.
ida linzalone
Segretario Generale
Premessa metodologica pag. 8
PROFILO pag. 10
MISSIONE pag. 11
Criteri di gestione pag. 12
Storia pag. 13
ASSETTO ORGANIZZATIVO pag. 14
Attività 2006-2007 pag. 16
COINVOLGIMENTO stakeholder pag. 28
MODELLO OPERATIVO pag. 41
Linee guida 2007-2008 PAG. 47
AMBITO MINORI DISAGIATI pag. 48
AMBITO ANZIANI DISAGIATI pag. 72
AMBITO PERIFERIE URBANE pag. 83
ALTRI PROGETTI pag. 90
Bilancio 2006-2007 pag. 105
Siamo al terzo numero di Fond of Life (FoL) nel quale intendiamo raccontare le iniziative intraprese,
i progetti finanziati e i risultati raggiunti da Fondazione Vodafone Italia nell’ultimo esercizio di attività da aprile 2006 a marzo 2007.
Giunti a questo punto è doveroso chiedersi se lo stile e la forma fino ad oggi utilizzata, impostata
su foto e linguaggio comunicativo semplice e diretto è apprezzato dai nostri lettori.
Il precedente Fond of Life è piaciuto agli stakeholder? Decisamente sì.
è ciò che è emerso dalla lettura dei dati tratti dai questionari di gradimento, restituiti a Fondazione Vodafone Italia.
Gli stakeholder, interni ed esterni all’Azienda, hanno sottolineato che il FoL è “facilmente leggibile”
e che rappresenta chiaramente le attività svolte, oltre che fare capire qual’è il “ruolo sociale svolto da Fondazione Vodafone Italia”.
Così come pare assolutamente ben descritta e definita la mission e la struttura organizzativa, con ruoli e funzioni.
Particolarmente apprezzata è stata anche la rappresentazione visiva e sintetica dei progetti sostenuti da Fondazione Vodafone Italia.
Gli stakeholder sono stati, quindi, coinvolti nel fornire proposte e suggerimenti per migliorare sempre più Fond of Life.
Coerentemente con le indicazioni raccolte e tenendo in debito conto le aspettative create, abbiamo adottato,
in questo FoL, i suggerimenti di dare ampio spazio alle testimonianze dirette,
sia degli enti non profit sostenuti, sia dei dipendenti di Vodafone Italia coinvolti nel Progetto Fellow,
impegnandoci ancora di più nella comunicazione e visibilità dei risultati che Fondazione Vodafone Italia ha raggiunto.
Per meglio coinvolgere i nostri principali interlocutori, abbiamo organizzato nel novembre 2006
un workshop allo scopo di confrontarci con alcuni tra gli enti non profit conosciuti in questi anni di attività
e alcuni rappresentanti di enti pubblici al fine di raccogliere idee e suggerimenti relativi alle
“strade da percorrere” insieme. Il workshop è stato apprezzato anche come momento
di confronto tra operatori del settore ed è stato molto significativo per la definizione delle strategie
di Fondazione Vodafone Italia. Nel questionario sul FoL dello scorso anno si chiedeva agli stakeholder di dare un giudizio
sulla percezione di Fondazione e delle sue attività. I risultati?
Fondazione Vodafone Italia si dimostra “collaborativa con gli enti non profit”, “attenta ai bisogni della società”,
“trasparente nel suo operato” ed “efficace nel suo intervento”.
Proprio nell’ottica della trasparenza e dell’efficacia abbiamo introdotto nell’ultimo esercizio un nuovo modello di domanda che significa
anche un nuovo e più affinato sistema di valutazione dei progetti di cui diamo conto in questo Bilancio di Missione.
Fond of Life è sì il Bilancio di Missione di Fondazione Vodafone Italia, ma è anche un modo di comunicare
e condividere i valori che hanno portato alla costituzione di Fondazione Vodafone Italia, con tutti coloro che apprezzano il nostro operato
o ci accompagnano in questo faticoso ma avvincente mestiere di essere strumento di solidarietà.
Fond of Life è inoltre occasione per dare voce e visibilità a tanti enti che operano nel sociale a favore
delle categorie più deboli che non sempre trovano giusta rilevanza e comunicazione per il lavoro che svolgono.
Fond of Life rappresenta il nostro “stile operativo” di Fondazione di Impresa
insieme ad altri enti non profit, accanto a bambini, anziani e immigrati.
Per ulteriori informazioni e per richiedere copia del FoL :
Fondazione Vodafone Italia
Piazza SS. Apostoli, 81
00187 Roma
Tel. 06.6783211 (dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.30)
Fax 06.69941473
e-mail: info@fondazionevodafone.it
Il FoL è disponibile sul sito Internet www.fondazionevodafoneitalia.it
Gli indicatori di questo numero del FoL sono tratti dai seguenti standard di rendicontazione:
• Global Reporting Initiative, Sustainability Reporting Guidelines, 2002
• Global Reporting Initiative, RG Linee guida per il reporting di sostenibilità, 2006
• Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale, Principi di redazione del Bilancio Sociale, 2001
pag. 9
Fondazione Vodafone Italia intende offrire il proprio contributo
alla soluzione delle criticità del contesto sociale attuale e
contrastare l’insorgere di nuove forme di disagio.
Quindi dedicherà le proprie risorse:
alla diffusione dei valori
di solidarietà e sussidiarietà
alla ricerca
di soluzioni efficaci
per il miglioramento
della qualità della vita
delle persone
al miglioramento
delle condizioni ambientali
alla salvaguardia
dei beni artistici e storici
Fondazione Vodafone Italia è stata costituita da Vodafone Italia nel 2002 ed è finanziata principalmente da
Vodafone Group Foundation.
Fondazione Vodafone Italia ha sede a Roma. Presso la Fondazione operano un Presidente, un Comitato Scientifico composto da
cinque personalità di alto profilo professionale, un Consiglio di Amministrazione composto da sette persone,
un Collegio dei Revisori dei Conti di tre persone e lo staff di sei dipendenti.
Nel periodo aprile 2006 - marzo 2007 Fondazione Vodafone Italia ha sostenuto progetti per un importo pari a 7.204.874 euro.
Fondazione Vodafone Italia vuole contribuire, attraverso il finanziamento di progetti sociali, alla crescita di una società
equilibrata e solidale. L’obiettivo è sostenere enti non profit, con esperienza e capacità progettuale, che operano
sul territorio nazionale a favore delle fasce della società più disagiate ed emarginate.
Fondazione Vodafone Italia svolge un ruolo di interconnessione tra i diversi soggetti (operatori e finanziatori) per
sensibilizzare la società sui temi di frontiera e stimolarla nella ricerca di soluzioni e azioni preventive.
Fondazione Vodafone Italia ritiene necessario costruire reti di solidarietà, con la presenza di altri co-finanziatori
ed il coinvolgimento della comunità locale.
Fondazione Vodafone Italia nasce dall’attenzione che l’Azienda pone all’impatto complessivo della sua attività ed ai risvolti
sociali che globalizzazione e sviluppo tecnologico comportano. Essere Fondazione di Impresa vuole dire adottare un approccio
concreto e pragmatico che guarda ai risultati e qualifica le attività, senza perdere di vista i valori, nell’ambito di una visione
strategica di lungo periodo. Significa anche ricerca dell’efficienza, perseguimento di obiettivi annuali e managerialità di gestione
da trasferire anche ai progetti e agli enti non profit finanziati.
Possono accedere ai programmi di erogazione di Fondazione Vodafone Italia tutti gli enti non profit, qualunque sia la loro
forma giuridica, compresi, a titolo esemplificativo e non esaustivo, le associazioni riconosciute e non riconosciute,
le fondazioni, i comitati, le cooperative sociali, le organizzazioni di volontariato, le Organizzazioni Non Governative e le
Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale.
Gli enti dovranno rispondere a criteri di affidabilità ed esperienza misurati in termini di:
• redazione di un bilancio d’esercizio chiaro, dettagliato e regolarmente approvato;
• trasparenza sui risultati raggiunti nei confronti dei soci sostenitori/donatori;
• appartenenza a organismi riconosciuti a livello nazionale e/o internazionale;
• svolgimento di un’attività documentata preferibilmente da almeno cinque anni.
Sono esclusi dalle attività di Fondazione Vodafone Italia gli enti con scopo esplicito di lucro a insindacabile giudizio
di Fondazione. Non possono inoltre ricevere erogazioni da Fondazione le persone fisiche.
Gli enti pubblici, a discrezione di Fondazione Vodafone Italia, possono ricevere erogazioni solo per progetti alla cui realizzazione
compartecipino insieme ad una o più enti non profit di natura privata.
pag. 11
Trasparenza
Fondazione Vodafone Italia vuole essere il più possibile trasparente nei confronti dei soggetti con cui opera.
Trasparenza significa chiarezza dei rapporti innanzitutto con gli enti finanziati, ma anche con tutti gli enti e soggetti
che contattano la Fondazione.
Infatti a tutti gli enti che hanno presentato domanda di finanziamento viene inviata risposta positiva o negativa di accoglimento.
Trasparenza vuole dire anche definizione di chiari requisiti di pre-selezione e specifica individuazione del processo di erogazione
cui sono sottoposti i progetti. Le risultanze delle selezioni e l’elenco dei finanziamenti erogati agli enti
vengono resi noti al pubblico mediante pubblicazione sul sito internet www.fondazionevodafoneitalia.it.
Collaborazione e coinvolgimento
Lo sviluppo di un progetto richiede il coinvolgimento di più parti: la Fondazione, gli altri finanziatori, l’ente o gli enti che realizzano
il progetto, le amministrazioni pubbliche e la comunità locale. Lo staff di Fondazione si propone di operare affinché
tra i diversi soggetti si instauri un clima di collaborazione in modo da rendere possibile la realizzazione efficiente del progetto
e la convergenza delle aspirazioni e degli intenti dei diversi enti. La Fondazione ritiene fondamentale che le comunità
locali siano coinvolte nella realizzazione dei progetti ed è pronta a partecipare
a convegni, gruppi di lavoro e incontri con organizzazioni di rete fra enti non profit.
Managerialità e controllo
Dall’essere Fondazione di Impresa, Fondazione Vodafone Italia fa discendere anche una gestione manageriale
del processo di erogazione e richiede agli enti operativi una gestione simile del progetto a partire dalla realizzazione
di un piano dettagliato riguardante la definizione degli obiettivi e il successivo mantenimento.
L’impegno dello staff di Fondazione, con il supporto del Progetto Fellow e degli enti non profit,
è volto al costante controllo dell’utilizzo dei fondi e delle fasi di avanzamento del progetto.
Con gli enti finanziati sono concordati criteri di misurabilità dei risultati intermedi e finali.
2002 Nasce Fondazione Vodafone Italia
Vodafone Italia decide di creare una Fondazione completamente dedicata ad attività di servizio e di solidarietà
sociale a favore della comunità e in particolare dei soggetti in situazioni più disagiate.
L’obiettivo principe? Realizzare “investimenti sociali” finalizzati alla promozione dell’uomo e della società
2003 Primi passi
Fondazione Vodafone Italia muove i primi passi nel complesso mondo del non profit cercando modalità
efficienti per erogare finanziamenti.
Da questo anno in poi al contributo di Vodafone Group Foundation si aggiunge una quota
di utili dalla società Vodafone Omnitel NV
2004 Consolidamento
Fondazione Vodafone Italia si dota di un proprio staff e consolida le proprie attività, avanzando
il processo di definizione della propria identità
2005 Affinamento della strategia
Il Comitato Scientifico di Fondazione orienta le scelte di intervento prevalentemente verso l’ambito sociale
con particolare attenzione ai minori. Si strutturano i finanziamenti attraverso uno o più bandi annuali di erogazione
2006 Pro-attività
Crescono esponenzialmente le richieste di finanziamento di progetti alla Fondazione, che cercando di interpretare
al meglio il proprio ruolo di Fondazione di Impresa, affina le procedure di selezione e valutazione.
La Fondazione risulta molto apprezzata dagli enti non profit per l’atteggiamento collaborativo.
Viene introdotto l’ambito “periferie urbane”, inoltre si passa da un sistema di erogazione esclusivamente reactive
(su bando) a un sistema proactive (promozione e coordinamento di finanziatori ed enti operativi)
pag. 13
L’assetto organizzativo di Fondazione Vodafone Italia, così come previsto dallo statuto, rispecchia uno schema
consolidato con la presenza di un organo di gestione, di un organo di controllo e di un organo qualificato di
consulenza scientifica. I poteri di gestione di Fondazione sono attribuiti al Consiglio di Amministrazione,
al cui vertice si colloca il Presidente che non ha funzioni operative, ma ha la rappresentanza legale
e i compiti di coordinamento e vigilanza sul buon andamento della gestione.
La gestione operativa, su delega del Consiglio di Amministrazione è affidata al Segretario Generale
che si occupa del funzionamento di Fondazione e del coordinamento del personale.
I membri del Consiglio di Amministrazione di Fondazione Vodafone Italia
sono nominati da Vodafone Omnitel N.V. tra i dirigenti delle diverse aree funzionali della società
attraverso un processo di selezione interna. Il controllo della gestione è attribuito al Collegio dei Revisori che,
nella funzione di controllo contabile, è affiancato da una società di revisione,
cui spetta anche la certificazione del bilancio. In Fondazione Vodafone Italia il Comitato Scientifico è parte attiva
del processo decisionale ed ha un ruolo centrale nella scelta delle aree di intervento e nella valutazione dei
progetti. Il Consiglio di Amministrazione è stato rinnovato nel giugno 2007; alla data di pubblicazione del
documento risulta composto da: Antonio Bernardi - Presidente, Massimo Ferrari - Vice Presidente,
Silvia Candiani, Tito Chini, Gaetano Coscia, Roberta Perricone, Fabrizio Salvatore.
Collegio
dei Revisori
Claudio Lesca 		
Presidente			
Luca Lavazza
Paolo Rota
Nel novembre 2006 a seguito delle
dimissioni del Revisore Luca Lavazza, è
subentrato nel Collegio GiuseppeCosta,
già membro supplente dello stesso
segretario
generale
Ida Linzalone
staff della
fondazione
Silvia Brambilla
Project Specialist
Giulia Carrera
Project Manager
Edmondo Esposito
Project Manager
Mario Irace
Financial & Budgeting Analyst
Rossella Mangione
Senior Project Manager
e Comunicazione
Consiglio di
Amministrazione
Antonio Bernardi
Presidente
Massimo Ferrari
Vice Presidente
Sabrina Baggioni
Gaetano Coscia
Fabio Ficca
Maria Paola Masturzo
Stefano Takacs
Michele Angelo Verna
Presidente
Antonio Bernardi
Tito Boeri
Professore di Economia
del Lavoro all’Università
Bocconi di Milano
Franco Bomprezzi
Giornalista, responsabile
Area Sociale Agenzia AGR
Ferruccio de Bortoli
Direttore Responsabile
Il Sole 24 Ore
Simonetta Matone
Consigliere di Cassazione con
funzioni di Sostituto
Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale dei Minorenni
di Roma
Don Gino Rigoldi
Cappellano dell’IPM
(Istituto Penale per i
Minorenni) “C. Beccaria”
e coordinatore
per la Lombardia del CNCA
(Coordinamento Nazionale delle
Comunità di Accoglienza)
comitato
scientifico
pag. 15
Da un’analisi condotta dall’istat nel 2005 SUlla povertà in Italia, risulta che le famiglie italiane che vivono
sotto la soglia di povertà sono oggi poco più dell’11% delle famiglie residenti. L’incidenza delle famiglie
povere è maggiore nel Sud (24%) con punte del 42,7% se i figli minori sono più di tre. Anche la popolazione
anziana mostra un disagio diffuso: tra le famiglie con almeno un anziano l’incidenza di povertà (13,6%)
è superiore di oltre due punti percentuali alla media nazionale e sale al 15,2% tra quelle con almeno due
ultrasessantaquattrenni. Tale disagio è particolarmente evidente nelle regioni del Centro e Del Nord,
che si caratterizzano per la maggiore presenza di anziani nella popolazione residente.
a) minori DISAGIATI
La povertà dei minori ha dimensioni rilevanti del nostro Paese. In Italia i minori “poveri” sono un milione e settecentomila,
quasi il 17% di tutti i minori. Nel Sud la percentuale supera il 29%. Le categorie maggiormente a rischio sono rappresentate
dai minori immigrati, rom e minori italiani che vivono in famiglie disagiate.
Mancano in Italia politiche di inclusione sociale e di assistenza per le famiglie a rischio di povertà:
l’Italia è uno dei pochi paesi Ocse senza prestazioni di “ultima istanza” per le famiglie.
Le priorità d’intervento individuate da Fondazione Vodafone Italia sono state le seguenti:
1) La trasformazione degli istituti in comunità familiare o comunità educativa, anche a seguito della chiusura degli istituti per i minori
entro il 31 dicembre 2006. Gli istituti ancora in funzione al 30 giugno 2003 ammontano a 215 unità e ospitano 2.633 bambini e adolescenti.
Sono concentrati nelle regioni del Sud e nelle isole. La regione che presenta il maggior numero di strutture è la Sicilia
con 63 istituti, seguita dalla Puglia con 35. Le due regioni che presentano il numero maggiore di minori accolti
sono la Sicilia e la Campania con 547 e 500 bambini.
Il 44% dei minori ha un’età compresa tra i 12 e 17 anni e circa il 4% con più di 18 anni.
2) Problemi legati alla salute mentale degli adolescenti. 1 adolescente su 5 in Europa presenta difficoltà evolutive,
emozionali e comportamentali. 1 adolescente su 8 soffre di un vero e proprio disturbo mentale: disturbi d’ansia e depressivi,
disturbi alimentari, ritardo mentale. Tra i disturbi più attuali emerge l’Internet Addiction Disorder, che si manifesta
con effetti simili a quelli che insorgono tra gli alcolisti: difficoltà relazionali e professionali, sintomi astinenziali.
In Italia il suicidio è la seconda causa di morte nella fascia d’età tra i 15 e 19 anni.
Solo il 20% della popolazione infantile arriva ai servizi di consultazione.
Nell’esercizio aprile 2006 - marzo 2007 Fondazione Vodafone Italia
ha individuato tre settori di erogazione tutti rientranti in ambito sociale:
a) minori disagiati
b) anziani disagiati
c) periferie urbane
3) Devianza minorile e bullismo. Si registra dal 2004 un aumento del numero dei minori negli IPM (Istituti Penali per i Minorenni),
CPA (Centri di Prima Accoglienza), nelle Comunità e dei minori segnalati agli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni e in particolare un
aumento dell’utenza straniera. Il bullismo può essere considerato come fenomeno predittivo alla comparsa in età adolescenziale
di comportamenti devianti. Da una ricerca condotta in Italia risulta che il numero degli alunni oggetto di prepotenza è pari al 41% nella
scuola primaria e al 26% nella scuola media. Il fenomeno del bullismo e della devianza minorile in generale
assume dimensioni allarmanti in particolare tra i ragazzi delle scuole campane: il 45% degli adolescenti
campani denuncia atti di prepotenza.
4) Sfruttamento minorile (lavoro minorile e minori vittime di tratta). L’Istat nel 2000 aveva stimato che in Italia i bambini
(minori di 15 anni) “economicamente attivi” fossero circa il 3% di tutti i bambini. Oltre al 3% di bambini italiani bisogna
considerare i bambini immigrati, spesso minori non accompagnati costretti a svolgere lavori pesanti di pulizia,
a vendere prodotti agli angoli delle strade o a chiedere l’elemosina. Secondo le stime Ires/Cgil il numero complessivo
dei minori coinvolti in lavori precoci salirebbe a 460.000-500.000.
5) Tratta di minori. Coinvolge l’Italia sia come paese di transito che come paese di destinazione.
I minori vittime di tratta arrivano soprattutto dai paesi dell’Est Europa, ma le rotte sono in continuo mutamento.
Il fenomeno è di difficile monitoraggio; i minori sono molto spesso coinvolti in attività illegali, quali lo sfruttamento
sessuale e la prostituzione. La prostituzione non riguarda solo le ragazze straniere, ma comprende
anche la più sommersa prostituzione maschile.
b) Anziani DISAGIATI
Il 19% della popolazione italiana ha più di 65 anni. Tra gli anziani esiste un’elevata incidenza della disabilità,
gli anziani rappresentano infatti il 75% dei disabili italiani. Varie indagini hanno messo in evidenza la ridotta sopravvivenza di anziani esposti
ad una condizione di solitudine, confermando l’isolamento come fattore di rischio.
Le priorità d’intervento individuate da Fondazione Vodafone Italia sono state le seguenti:
1) Assistenza domiciliare. Costituisce una valida alternativa alla istituzionalizzazione e al ricovero per gli anziani malati
cronici o con problemi di autosufficienza. Il ricorso all’assistenza domiciliare, ove possibile, consente
di mantenere l’anziano nel suo ambiente di vita.
Nonostante molte esperienze positive, però, la situazione italiana su questo fronte non è tra le più incoraggianti:
sebbene tutti i paesi dell’Unione Europea abbiano individuato l’assistenza domiciliare come asse strategico per rispondere
alle necessità degli anziani nei prossimi decenni, grandissima è ancora la distanza che separa l’Italia dai paesi del Nord Europa,
dove la percentuale di anziani assistiti a domicilio è incomparabilmente più alta.
2) Sviluppo di centri ricreativi e di aggregazione in zone periferiche. La condizione di solitudine nella nostra società frenetica
e spesso troppo individualistica costituisce forma di disagio da non sottovalutare soprattutto nei grandi centri urbani e nelle periferie. La
costituzione di centri di aggregazione può essere parziale risposta all’esigenza di ciascun anziano di non essere abbandonato, qualora non
possa contare sull’affetto dei propri familiari o amici.
c) Periferie urbane
Il fenomeno della rivolta delle periferie francesi ha aperto numerosi dibattiti sulle condizioni delle aree periferiche
delle grandi città italiane che rappresentano da sempre luoghi a rischio, dove sono da fronteggiare
problemi quali il degrado, l’abusivismo, la micro-criminalità.
La riqualificazione delle periferie delle grandi città italiane ha bisogno di interventi a largo respiro,
che non si fermino a dare una soluzione temporanea alle emergenze che di volta in volta si vengono a creare,
ma che siano risposte ampie non estemporanee, che possano rappresentare e costruire una nuova idea di periferia urbana,
ridisegnando spazi non solo architettonici ma anche sociali, riuscendo a muoversi nella direzione tracciata dalla conferenza
di Rio de Janeiro (1992), di uno sviluppo sostenibile, cioè di una modalità di azione che coniughi tutela ambientale,
sviluppo economico ed eliminazione della povertà.
In Italia esistono politiche integrate per poter affrontare al meglio lo sviluppo e la riqualificazione sociale e territoriale:
i piani strategici di area, oppure i nuovi strumenti di riqualificazione urbana come i contratti di quartiere,
i Prusst (Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio) sono alcune delle politiche
di riqualificazione integrata sviluppate in questi ultimi anni.
La priorità d’intervento che è stata individuata è la seguente:
Riqualificazione delle periferie attraverso un processo di coinvolgimento dei residenti e di integrazione.
Sono necessari interventi integrati per poter affrontare al meglio lo sviluppo sociale e territoriale e azioni mirate su più fronti,
da quello urbanistico a quello culturale. La riqualificazione passa, però, soprattutto attraverso un processo culturale di integrazione
e crescita che coinvolga le persone residenti e le nuove generazioni.
pag. 18
Sono 45 i progetti che Fondazione Vodafone Italia ha deciso di sostenere nell’anno di attività 2006-2007.
A questi si sono aggiunte le donazioni di Natale e una quota di integrazione alle donazioni effettuate dai dipendenti di Vodafone Italia.
Le erogazioni sono arrivate a toccare quota 7.204.874 euro.
La maggior parte dei progetti, coerentemente con il numero di richieste, è stata finanziata nel nord Italia,
a cui fa riferimento il 43% dei progetti. Il 33% dei progetti finanziati è al centro del Paese,
al sud e isole il 22%. Applicabile al territorio nazionale è invece un progetto.
Tale ripartizione mostra una sostanziale riequilibratura rispetto all’attività dell’anno precedente
a favore del centro (22% dei progetti sostenuti).
Le percentuali relative alla distribuzione geografica delle risorse rispecchiano gli equilibri posti
dalla distribuzione territoriale dei progetti: al nord è andato il 44% dei fondi disponibili,
il 30% al centro, il 22% al sud e isole. Il 4% infine è stato destinato per proposte di carattere nazionale.
Considerando la distribuzione dei progetti per ambito, dei 49 progetti finanziati 31 afferiscono all’ambito sociale:
22 riguardano minori disagiati, 8 anziani disagiati e 1 immigrati e integrazione. Sono 4 i progetti finanziati nell’ambito periferie urbane
e 10 quelli in ambito accessibilità alla cultura. Proporzionali sono anche le risorse destinate ai vari ambiti: 74% all’ambito sociale
(67% minori disagiati, 31% anziani disagiati e 2% immigrati e integrazione); 11% alle periferie urbane, 15% all’accessibilità della cultura.
Nel periodo considerato, sulla base delle informazioni che ci hanno fornito gli enti non profit finanziati,
i beneficiari diretti dei progetti riguardanti l’ambito sociale sono 7.370, di cui 4.627 sono minori, 1.243 anziani
e 1.050 residenti in contesti di periferie urbane. Sono 450 i beneficiari diretti in ambito immigrazione e integrazione.
distribuzione geografica dei progetti
43% nord
distribuzione beneficiari PER AMBITo DI INTERVENTO
63% minori
disagiati22% sud e isole
2% Progetti nazionali
33% centro
distribuzione geografica delle risorse
44% nord
22% sud e isole
4% Progetti nazionali
30% centro
17% anziani disagiati
14% periferie urbane
6% IMMIGRAZIONE-INTEGRAZIONE
pag. 21
Anno fiscale 2006-2007	 Vodafone Group Foundation	 Vodafone Italia	Totale
Totale fondi ricevuti	 5.557.770	 2.230.000	 7.787.770
Totale fondi utilizzati per la gestione operativa	 0	 684.552	 684.552
Totale progetti approvati da CdA(*)	 5.557.770	 1.647.104	 7.204.874
Donazioni Natale (**) 2006
Associazione 	Città	Regione	Importo
1. Save the Children
_
	 	 Italia	 30.000
			
Integrazione Donazione Dipendenti (***) 2006-2007
Associazione 	Città	Regione	Importo
1. Ass. Presenza Amica	 Garbagnate (MI)	 Lombardia	 5.805
2. Parrocchia Maria SS. delle Grazie al Purgatorio	 Napoli	 Campania	 7.495
3. Ass. Culturale e Sportiva “Castelli Romani Bike” 	 Roma	 Lazio	 1.313
	
*	 Incluso fondo liberato dell’anno fiscale 2005-2006 e riutilizzato su un progetto dell’anno fiscale 2006-2007 (57.770 euro)
**	 Donazione: in occasione delle festività natalizie viene chiesto ai fornitori di Vodafone Italia di devolvere le somme destinate ai regali
	 per i dipendenti dell’azienda a favore di associazioni non profit. Tale donazione avviene attraverso Fondazione Vodafone Italia.
***	Donazione Dipendenti - “Ci sentiamo di donare”: iniziativa di Vodafone Italia che consente a tutti i dipendenti di donare mensilmente,
	 per la durata di tre mesi, uno, cinque o dieci euro da devolvere a favore di un’associazione o di un ente non profit da essi stessi
	 suggerito. Ogni tre mesi, attraverso la Vodafone Intranet viene segnalato un nuovo progetto. Fondazione Vodafone Italia integra
	 l’importo laddove non venga raggiunto l’ammontare prefissato.
Risorse della Fondazione
Anno fiscale 2006-2007	 valori espressi in euro
Totale 30.000
Totale 14.613
Provenienza fondi
Anno fiscale	 Vodafone Group Foundation	 Vodafone Italia	Totale
2002-2003	 1.550.000	 0	 1.550.000
2003-2004	 1.335.900	 1.500.000	 2.835.900
2004-2005	 4.501.707	 2.368.482	 6.870.189
2005-2006	 5.483.300	 2.277.000	 7.760.300
2006-2007	 5.500.000	 2.230.000	 7.730.000
Distribuzione risorse
Anno fiscale	Progetti	 Gestione 	Totale	 nr progetti
2002-2003	 1.300.000	 0	 1.300.000	 11
2003-2004	 2.170.900	 445.724	 2.616.624	 13
2004-2005	 6.806.225	 495.849	 7.302.074	 34
2005-2006	 6.764.364	 593.417	 7.357.781	 51 (*)
2006-2007	 7.204.874	 684.552	 7.889.426	 49
(*) nell’anno fiscale 2005-2006 il progetto del “Consorzio la città esistenziale” è stato ritirato (57.770 euro)
5 anni a confronto		 valori espressi in euro
Totale	 18.370.907	 8.375.482	 26.746.389
Totale	 24.246.363	 2.219.542	 26.465.905	 158
La maggior parte degli enti finanziati è costituita da enti privati nella veste giuridica di associazioni, fondazioni
o cooperative sociali, ma non mancano altre tipologie di enti non profit anche pubblici.
Di essi la maggior parte opera a livello locale. Il numero di enti coinvolti è ben maggiore del numero dei progetti
in quanto, nell’ottica di costruzione di reti solidali, molti enti, anche su invito di Fondazione,
hanno presentato progetti in collaborazione con altre organizzazioni e sono presenti anche consorzi di cooperative.
Dal lato dei finanziatori, la Fondazione favorisce e promuove il coordinamento e predilige quei progetti in cui sia possibile
ottimizzare l’investimento sociale insieme ad altri soggetti pubblici e privati. In quasi tutti i progetti la Fondazione
si affianca a cofinanziatori di natura pubblica nazionale o locale, ma sono presenti in maniera significativa anche altri
finanziatori che vanno da fondazioni bancarie o di altra natura a singoli privati.
pag. 23
ANZIANI
disagiati
Associazione Ryder Italia Onlus
A.V.A.P.O. Mestre Onlus
Caritas Diocesi Bolzano-Bressanone
Caritas Diocesana Salerno
Comunità Solidali S.C.S.
Fondazione Fratelli di S. Francesco d’Assisi*
L’ARCOBALENO Società Cooperativa
Sociale Onlus
SOL.CO. Solidarietà e Cooperazione
Ospedale virtuale: attivazione di una rete
telematica di sostegno per l’assistenza
domiciliare
Sorridere alla vita: insieme si può
Una nuova Mensa a Merano
Anziani mai soli
Legami di prossimità
Anziani insieme
LASER
Fermata a richiesta
Minori
disagiati
A.N.G.E. - Associazione Nazionale
Giovani Europei
Arci Genova
Archè O.N.L.U.S.
Associazione Bloom Culture Teatri
Associazione “Casa dell’Angelo”
Associazione Comunità Il Gabbiano “Onlus”
L’amico Charly Onlus
Associazione Onlus
Accademia l’Arte nel Cuore
Associazione LULE o.n.l.u.s.
COMIN Coop. Soc. di Solidarietà Onlus
Consorzio di cooperative sociali
“Il Nodo” A.R.L.*
Soc. Coop. Sociale A.R.L. “La Dimora”
Dedalus Cooperativa Sociale
Cooperativa Sociale Lavoro
e Integrazione Onlus
Cooperativa Sociale Macramé
Coop. Soc. Società Dolce
Fondazione Exodus
Mentoring Usa/Italia Onlus
Segnavia - Padri Somaschi (PLOCRS)
Save the Children Italia
Spes contra Spem
SOS il Telefono Azzurro Onlus*
Comunicare con...
Aggiungi un posto a tavola...
Gatto Silvestro: la cura oltre la terapia
Progetto teatro 2007 IPM Bologna
Comunità S. Brigida
Todo cambia
Gli occhi del futuro: I laboratori
L’Arte nel Cuore
Donne in volo
Spazio Cassiopea
C’e’ chi dice no
Nuvola
Grecale
Ricomincio da te
Centro Adolescenti di Campi Bisenzio
La Ginestra
EDUCA - percorso di
accompagnamento per i minori
Progetto Mentore
Fiori di strada
Orizzonti a colori
Approdo
Implementazione del tetto azzurro
104.944
169.440
150.000
202.000
286.300
173.300
250.000
313.379
55.780
103.000
109.780
35.000
110.000
54.810
300.000
172.800
155.462
197.950
207.080
207.000
161.300
116.400
87.100
217.116
275.000
267.150
85.500
313.540
76.000
250.000
76
77
78
79
80
-
81
82
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
-
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
-
Periferie
Urbane
V Dipartimento politiche sociali
del Comune di Roma
Associazione Amici del Banco Alimentare
Palermo Onlus
Associazione Spes - Cultura e Servizi
tra la Gente - Onlus
Ente Giuridico Collegio Maria Ausiliatrice
Oratorio Centro Giovanile Giovanni Paolo II
Polo per l’Inclusione Sociale
di via Amarilli
Và e anche tu fà lo stesso:
la persona innanzitutto
San Cristoforo “Un quartiere aperto
per la città”
Non più per strada
Altri
progetti
Agenzia per lo Sviluppo Locale
di San Salvario
Associazione culturale e socio-assistenziale
Il Cammino Onlus
Associazione Culturale Ondadurto Teatro
Associazione MusicaEuropa
Ce.S.Vol. Centro Servizi per il Volontariato
Centro di Solidarietà Il Ponte
Arrivano dal Mare Soc. Coop. A.R.L.
Cresc Onlus
IRPA - Istituto di Ricerche sulla Pubblica
Amministrazione
Istituto David Chiossone per i ciechi
e gli ipovedenti Onlus
Missione di Speranza e Carità Onlus
ConverGente. Casa delle culture
L’amicizia educa
romAteatro
Arthmos
Donne in vista
Portofranco
La baracca dei diversi talenti
Cresc..ere insieme
I beni culturali e la globalizzazione
Percorsi di integrazione culturale
per gli ipovedenti
Cittadella del Povero e della Speranza
(valori espressi in Euro) Totale 7.160.261
86
87
88
89
94
95
96
97
98
99
100
101
102
103
104
277.250
240.000
158.000
90.800
439.000
74.425
53.764
183.300
72.179
37.500
71.410
30.000
60.000
74.762
90.740
ENTE PROGETTO PAGINA
IMPORTO
APPROVATO ENTE PROGETTO PAGINA
IMPORTO
APPROVATO
*Progetti deliberati dal CdA di Fondazione Vodafone Italia di cui non si sono sottoscritti i relativi accordi.
dEi progetti completati
nell’esercizio 2006-2007
ENTE PROGETTO
Casa Famiglia
l’Argine
La Cura
Ristrutturazione dell’attuale
sede del Centro di Aiuto
al bambino maltrattato e alla
famiglia in crisi
Batik
FC Check Web
Storievasive
Koinè
Musica per la libertà
Casa delle stelle
Comunità Alloggio
“Casa San Rocco”
Sostegno psicologico e
sanitario per l’autogestione
del diabete nell’età evolutiva
Centro diurno integrato per
anziani non autosufficienti
Esercizio
delibera OBIETTIVO
Ristrutturazione di una casafamiglia per
minori problematici
Centro di prima accoglienza e accompagnamento
lavorativo per persone svantaggiate ed emarginate
Ristrutturazione del centro aiuto del bambino che
offre servizi ambulatoriali ed educativi e percorsi di
supporto alla genitorialità
Sviluppo di un servizio di mediazione all’interno
dell’Ospedale Sacco per donne immigrate e
di uno sportello di orientamento per immigrati
sul territorio della Zona 8 di Milano
Sviluppo di un sistema di collegamento via internet
della casa del paziente affetto da fibrosi cistica
con il suo centro medico di riferimento
Sviluppo di un percorso educativo interculturale
per ragazzi stranieri seguiti dai Centri di Giustizia
Minorile di Milano e Firenze
Creazione di una comunità protetta per l’accoglienza di
8 minori stranieri non accompagnati, sostegno all’attività di
accompagnamento e supporto finalizzato all’assistenza di
minori rumeni nel territorio di origine
Realizzazione di corsi di strumento individuali e di un laboratorio per la
formazione professionale di tecnici del suono e di produttori multimediali
con lo scopo di offrire un’esperienza formativa, professionale e di
valorizzazione personale a minori inseriti nel circuito carcerario
Creazione di una comunità destinata ai minori vittime di abusi,
all’assistenza alle madri in situazione di disagio, con una parte dedicata
ai neonati e ai bambini non accompagnati
Creazione di una casa alloggio per minori a rischio sociale affidati
dal tribunale e/o dai servizi sociali
Sostenere l’attività di istruzione, educazione ed aiuto a
bambini/giovani diabetici e alle loro famiglie nell’affrontare
i problemi quotidiani mediante una concreta attività di formazione
Realizzazione di un Centro diurno per anziani bisognosi di prestazioni
assistenziali, sanitarie e relazionali
LOCALITÀ
Senna
Lodigiana
(LO)
Messina
Milano
Milano
Italia
Milano
e Firenze
Torino
Milano
Quartucciu
(CA)
Cagliari
Milano
Cuneo (CN)
Risultati al 30 giugno 2007
Ampliamento della Casafamiglia
•	6 posti disponibili per minori per i quali i Servizi Sociali non riescono a trovare un’idonea collocazione.
	 I posti, ad oggi tutti occupati, hanno permesso l’avvio di progetti educativi individualizzati in un contesto adeguato ai bisogni dei minori
•	Spazi specifici e ampi per favorire la convivenza di minori di diverse età ed esigenze, sia dal punto di vista igienico,
	 che da un punto di vista ludico, relazionale, sociale, sanitario
•	Il “modello” di Casafamiglia si sta rilevando di interesse tale da essere replicato in altri contesti
•	10.829 pasti erogati
•	117 persone (di cui 52 immigrati) seguite, fornendogli servizi di accoglienza diurna-notturna, servizio doccia e lavanderia
•	Il servizio di inserimento lavorativo ha interessato il 60% degli utenti, permettendo agli stessi di trovare una collocazione
	 autonoma nell’arco di 2 mesi
•	30 bambini ospiti delle Comunità Elfi, Folletti e Gnomi sono entrati nelle loro nuove case più accoglienti e a misura di
	 bambino, in cui trovare uno spazio solo per sé o condividerlo con gli altri
•	Nel 2006 accolti 57 bambini
•	Sede più rispondente ai bisogni dei bambini in grado di rendere il lavoro degli operatori più efficiente ed efficace
•	Attenzione alla persona-paziente
•	Disponibilità di ginecologhe per donne arabe
•	Identificazione di un luogo all’interno dell’ospedale per l’accoglienza delle donne straniere
•	Miglioramento di strumenti ospedalieri
•	Uso di procedure in lingua
•	Molte donne hanno imparato ad utilizzare lo sportello e gli ambulatori in modo regolare, vivendo come
	 un diritto il percorso di accompagnamento in una struttura non sempre familiare come quella ospedaliera
•	Distribuzione e attivazione degli apparecchi di Telemetria ai pazienti affetti da fibrosi cistica
•	Coinvolgimento di 200 pazienti e 26 centri ospedalieri
•	Riduzione di un eventuale declino di funzione polmonare e quindi riduzione dei costi per la sanità pubblica
•	Stimolo per i ragazzi al recupero della memoria, alla rievocazione del periodo dell’infanzia e della propria storia
•	I racconti sono stati riadattati e trascritti sia in italiano che nella lingua di origine da Carthusia Edizioni,
	 producendo 4 volumi illustrati
•	Realizzazione kit “Storievasive”, distribuito gratuitamente nelle scuole e, sul territorio nazionale, in tutti
	 i Centri di Giustizia Minorile, gli Istituti Penali Minorili e le Comunità convenzionate
•	450 inserimenti totali di cui oltre 250 avvenuti nella nuova sede ristrutturata; fra questi sono stati accolti
	 bimbi di 21 nazionalità differenti anche se l’80% del totale provengono dalla Romania e dal Marocco
•	Il progetto Koinè è spesso presentato ai tavoli istituzionali come un progetto pilota e di riferimento per le nuove politiche
	 rispetto ai minori extracomunitari
•	Realizzazione di 2 laboratori musicali
•	Ristrutturazione del laboratorio già esistente presso l’Istituto Penale Minorile “C. Beccaria”
•	Corsi di strumenti individuale e di musica d’insieme all’interno dei 3 spazi, rivolti ai giovani detenuti
	 che intendono intraprendere un percorso educativo e formativo attraverso la musica
•	Accoglienza di 12 ospiti (2 mamme e 10 bambini), alcuni dei quali in pronto intervento
•	Oggi nella casa delle stelle ci sono 7 minori tra i 3 e i 12 anni e 1 mamma
•	12 persone al lavoro affinché gli ospiti abbiano non solo un presente ma anche un futuro migliore
•	Ristrutturazione dell’edificio per garantire spazi adeguati alla vita dei giovani ancora minorenni, con l’eccezione di
	 2 maggiorenni che proseguono la permanenza nella struttura perché impossibilitati a rientrare in famiglia
•	Riqualificazione degli spazi esterni sotto il profilo della sicurezza e dell’impatto estetico
•	Incontri di educazione sanitaria ed aggiornamenti
•	Incontri di educazione alimentare
•	Supporto psicologico (corsi di formazione rivolti a genitori e bambini)
•	Soggiorni educativo-terapeutici
•	Altri eventi (Giornata Nazionale del Diabete, Festa di Natale)
•	Sostegno alle Cliniche Pediatriche di Milano e Brescia
•	Acquisizione di strumentazione medica
•	Inserite attualmente 15 persone bisognose seguite a turno da 7 operatori ed una ragazza in servizio civile volontario
•	Attività svolte: fisioterapia, ginnastica dolce, creatività, uscite, ecocarta, manualità, psicomotricità, spiritualità, musica, cucito
Associazione Comunità
Famiglia Nuova
Associazione Penelope
Coordinamento
Solidarietà Sociale
CAF Onlus
Società Cooperativa
Sociale San Martino
Lega Italiana Fibrosi
Cistica
Articolo 3 Cooperativa
Sociale
AVP - Associazione
Volontariato
Penitenziario
Mechor Società
Cooperativa Sociale
Associazione
Suonisonori Onlus
Fondazione Domus
de Luna Onlus
Provincia Ligure dei
Padri Somaschi
Sostegno 70
insieme ai ragazzi
diabetici Onlus
Il Ramo Società
Cooperativa Sociale Onlus
•	Enti beneficiari ed Enti non beneficiari
•	Destinatari dei progetti
•	Amministrazioni Pubbliche
•	Media Partner
•	Studiosi del Terzo Settore
•	Clienti di Vodafone
•	Terzo Settore
•	Opinion makers
•	Mondo della CR (Università, Centri di Ricerca,
	 Organizzazioni di promozione, Istituzioni)
EsterniINterniSistema Azienda
• Vodafone Group
• Vodafone Italia
• Dipendenti di Vodafone Italia
Fondazione Vodafone Italia
• Comitato Scientifico
• Consiglio di Amministrazione
• Collegio dei Revisori
• Staff di Fondazione
• Vodafone Group Foundation
• Fondazioni Vodafone nel mondo
Fondazione Vodafone Italia, in collaborazione con la Direzione Risorse Umane e Organizzazione
di Vodafone Italia, ha sviluppato e avviato il Progetto Fellow, iniziativa che prevede il
coinvolgimento dei dipendenti dell’Azienda nell’attività di Fondazione.
Il Programma vuole essere un’opportunità per le persone di Vodafone che sentono di poter
contribuire con il proprio tempo e capacità al lavoro della Fondazione e desiderano verificare
direttamente i risultati dei progetti.
Due gli obiettivi prioritari che si vogliono cogliere:
1) IL COINVOLGIMENTO DEI COLLEGHI DI VODAFONE NELLE ATTIVITÀ DI FONDAZIONE VODAFONE ITALIA
I dipendenti Vodafone, dislocati in ogni parte di Italia, possono partecipare su base volontaria alla fase di monitoraggio
e valutazione ex post dei progetti, effettuando sopralluoghi (due nell’arco di vita di un progetto, mediamente di 1 anno)
per verificare l’avanzamento e la conclusione dei lavori, fornendo alla fine anche un report con i risultati quantitativi
e qualitativi da loro stessi registrati. I Fellow possono produrre, laddove sussistano le condizioni necessarie,
anche materiale video/fotografico a supporto della loro esperienza.
2) GESTIONE EFFICACE E CONTROLLO CAPILLARE DELLE ATTIVITÀ SOSTENUTE
Le attività di verifica sono considerate dall’Azienda come giornate lavorative a tutti gli effetti. Sono previsti dei
momenti di formazione, in cui la Fondazione fornisce il materiale descrittivo del progetto e in cui i colleghi possono
approfondire la conoscenza del bisogno espresso dal progetto stesso e dell’ente sostenuto. Per la formazione
e la compilazione dei report di verifica i Fellow mettono a disposizione il proprio tempo libero.
IL PROGRAMMA È PARTITO NEL SETTEMBRE 2005 con una prima fase di monitoraggio di 15 progetti
ed il coinvolgimento iniziale di 30 colleghi.
La PRIMA FASE si è conclusa il 12 settembre 2006 a Milano, presso l’Auditorium di Vodafone in via Bisceglie,
con una giornata di formazione e dibattito sui temi della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI):
cosa si intende per RSI, lo scenario, l’attuale dibattito, gli orientamenti delle imprese che vogliono essere leader.
Durante l’incontro, oltre alla partecipazione di Fondazione Vodafone, alcuni Fellow e un responsabile Risorse Umane
dell’Azienda, sono intervenuti Giorgio Del Mare, Presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica, Don Gino Rigoldi,
Cappellano dell’IPM “C. Beccaria” di Milano e coordinatore per la Lombardia del CNCA e Franco Bomprezzi,
Giornalista responsabile Area Sociale Agenzia AGR.
La SECONDA FASE del progetto è stata avviata nel novembre 2006, attualmente in fase conclusiva,
con il coinvolgimento di 72 colleghi per un totale di 36 progetti su tutto il territorio nazionale.
Nel corso dell’anno 2007 si avvierà la terza fase del programma, con nuovi colleghi su altri progetti.
Fondazione Vodafone Italia assume impegni e responsabilità nei confronti di varie categorie
di portatori di interesse, che è possibile classificare in interni ed esterni.
pag. 30
Qual è stata la molla che ti ha spinto
a partecipare al progetto Fellow?
“Ci sono realtà che non ci toccano direttamente, ma che hanno un disperato bisogno di aiuto”
“Fa vedere la vita in un modo diverso (più reale) e fa apprezzare quella quotidianità che molti desidererebbero avere”
“Poter verificare come un’azienda possa dare il suo contributo alla società,
non solo dal punto di vista del business commerciale ma anche da quello sociale e culturale”
“Fare qualcosa nel mio piccolo per aiutare le persone meno fortunate di me”
Quali erano le aspettative legate alla partecipazione
al progetto Fellow? Sono state soddisfatte?
“Partecipando ad un laboratorio teatrale sono migliorato dentro”
“Speriamo che almeno a qualcuno rimanga una fantasia di bambino
e non sia costretto a diventare subito grande”
“Ho appurato l’accurato lavoro che precede la nascita di un progetto nell’ambito del sociale e del no profit”
“Sarebbe bello stabilire un rapporto continuativo sui loro continui sviluppi”
Qual è l’aspetto che più ti ha colpito del progetto
CHE HAI seguito?
“La sofferenza in tutte le sue forme ti scuote sempre, ma il pensiero di entrare in contatto con persone
così fisicamente e mentalmente provate mi ha tenuta con il fiato sospeso.
È stato così finché non li ho incontrati: tutt’altro che chiusi al mondo, mi hanno accolto nel loro
con la semplicità di gesti affettuosi, senza barriere e con fiducia. Dal turbamento alla commozione,
e dalla commozione all’ammirazione per la forza con la quale gli assistiti combattono le loro piccole battaglie
quotidiane, per la serenità e la pazienza con la quale gli operatori li accompagnano”
“La serenità che regnava in un ambiente in cui coesistono persone di culture ed etnie differenti”
“Inserimento nel mondo del lavoro e l’integrazione sociale, e non il puro assistenzialismo,
mi sono sembrati validi obiettivi, gli unici realmente in grado di garantire un futuro migliore”
“il progetto è gestito ed organizzato da suore cattoliche,
ma coinvolge anche ragazzi di altre religioni nel rispetto della loro cultura”
Qual è l’aspetto che più ti ha colpito dell’ente
che hai visitato?
“Tutti gli operatori che ho conosciuto lavorano con serietà e senza pietismi
e pur nella consapevolezza delle difficoltà mantengono un clima sereno e uno sguardo
rivolto al futuro dei loro assistiti”
“Sembrava che tutti i partecipanti non fossero lì per lavorare, c’era qualcosa di più,
era come se si creasse un legame fra loro e i bambini”
“Sono state le persone. La loro passione, la loro voglia incondizionata e la loro devozione
ad aiutare il prossimo senza ricevere nulla in cambio. L’entusiasmo
che ci mettono ogni giorno per aiutare i ragazzi e le loro famiglie”
Pensi di essere stato utile all’ente che ti ha accolto? Come?
“Credo che in queste occasioni sia sempre maggiore il beneficio ricevuto che quello portato”
“Avrei piacere di dare un contributo maggiore”
La partecipazione al Progetto Fellow ha influito sulla tua attività
professionale? E sulla tua sfera privata?
“quando entro a contatto con la sofferenza, e soprattutto con persone che di fronte ad essa
reagiscono con orgoglio e dignità, una parte di me si sveglia e apre, come si suol dire,
una nuova finestra sul mondo”
“Nel desiderio di ottenere buoni risultati educativi con i miei figli”
“ho avuto l’opportunità di sviluppare ed approfondire una passione già esistente verso i temi del sociale”
“mi ha fatto rendere conto di alcunE realtà che sono vicine a noi forse un po’ nascoste, ma ci sono.
Ho imparato ad apprezzare di più ciò che ho”
Pensi che Fondazione Vodafone Italia possa costituire
uno strumento di miglioramento per gli enti non profit
(oltre l’aspetto del finanziamento)? Se sì, come?
“Ci possono essere ottime idee ed ideali, ma ciò che li rende attuabili è solo il denaro”
“affiancare e trasferire questo modus operandi a delle persone che hanno tanta buona volontà,
ma che in corso d’opera si possono trovare spiazzati da difficoltà
operative/burocratiche/legislative/organizzative/ecc”
pag. 33
Fare il punto sulle priorità di minori, anziani, immigrati e periferie. Per progettare gli interventi futuri. Insieme.
Questo il senso di “Fondazione Vodafone ed enti non profit: quali strade percorrere?”
Un workshop voluto da Fondazione Vodafone Italia che ha riunito a Roma, lo scorso 8 novembre 2006 presso l’Istituto Luigi Sturzo,
rappresentanti di enti non profit e della Pubblica Amministrazione.
Particolarmente apprezzata la volontà da parte di Fondazione Vodafone Italia di costruire “strade comuni”:
“Abbiamo voluto raccogliere idee e suggerimenti, ma anche confrontarci, con chi vive a contatto diretto con problemi sociali
e con persone in stato di disagio. Per noi, è importante anche rafforzare la conoscenza tra le persone di Fondazione
e gli operatori degli enti non profit. Se siamo soddisfatti?
Direi proprio di sì, abbiamo tratto molti spunti che sono già tornati utili per il nostro lavoro.
Per quanto riguarda la prospettiva degli enti non profit, ci ha fatto particolarmente piacere una sorta di nota a margine:
è raro, ci hanno detto, essere coinvolti nella progettazione delle strategie e confrontarsi con enti erogatori”,
sottolinea Ida Linzalone, Segretario Generale di Fondazione Vodafone Italia.
Un dato di grande soddisfazione riguarda la partecipazione al workshop:
“È stata una piacevole sorpresa. Abbiamo raccolto l’interesse di 60 persone che lavorano ogni giorno
nei campi in cui è impegnata Fondazione Vodafone Italia. È un dato che premia la nostra volontà di innovazione
nella definizione delle linee guida d’intervento e nella programmazione. I partecipanti hanno anche apprezzato la possibilità
di conoscersi e di condividere le rispettive esperienze”.
Quali indicazioni emergenti dal workshop rientreranno all’interno del modello operativo di Fondazione Vodafone Italia?
“Innanzitutto, ci è chiaro il concetto di personalizzazione degli interventi.
La crescente complessità con cui abbiamo a che fare comporta un approccio ad hoc, e non standardizzato,
nel dare risposta ai bisogni. Anche se questa dinamica, è in genere più onerosa, in termini di risorse economiche e tempo”.
Un accento particolare al tema della prevenzione: “È difficile da tradurre in termini concreti e misurabili.
E quindi finanziabili. Eppure è strategica. Per noi “fare prevenzione” vuole dire educare ad affrontare la complessità
e disporre le persone al cambiamento culturale per continuare a stare dentro la società, facilitarle nel mantenere
la propria identità per evitare l’espulsione dal sistema”.
Quindi, la rete: “Interventi isolati non portano grandi frutti. Condividere le risorse, anche intellettuali,
vuole dire darsi la possibilità di realizzare progetti a più alto potenziale”.
Per quanto riguarda le attività di erogazione, le indicazioni consegnate a Fondazione Vodafone Italia
“sono focalizzate sull’ottimizzazione delle risorse che già ci sono, nei termini di progetti e di strutture.
Un altro forte accento è stato dato alla replicabilità del progetto e alla sua adattabilità presso altri contesti territoriali.
La partnership? È meglio se ha i caratteri di continuità nel tempo per favorire il completo avvio del progetto.
Privilegiare il tema dell’innovazione in ambito progettuale è considerata una priorità.
I progetti finanziati con questa filosofia possono poi essere “adottati” e sostenuti dagli enti locali”.
Gli aspetti prioritari da tutelare negli ambiti di intervento di Fondazione Vodafone Italia emersi nel corso del workshop.
Minori
• Accompagnamento all’età adulta
• Area penale esterna al carcere
• Adozioni e affidi nazionali e internazionali
• Utilizzo del tempo libero
Anziani
• Incontro tra le generazioni
• Permanenza nella propria casa
• Animazione per coinvolgere l’anziano, la sua famiglia e la comunità
Immigrati
• Orientamento e accesso ai servizi
• Salvaguardia dell’identità culturale
• Inserimento scolastico
Periferie
• Povertà relazionale si assomma a quella materiale
• Intervento nelle scuole
• Attenzione ai formatori (insegnanti ed educatori) e creazione di spazi d’incontro
• Disagio dei “normali”
pag. 35
Fondazioni Vodafone nel mondo
Vodafone Netherlands Foundation
Vodafone Malta Foundation
Vodafone New Zealand Foundation
Vodafone Italy Foundation
Vodafone Ireland Foundation
Vodafone Hungary Foundation
Vodafone Greece Foundation
Vodafone Germany Foundation
Vodafone Egypt Foundation
Vodafone Czech Republic Foundation
Vodafone Australia Foundation
Vodafone Albania Foundation
Foundation projects funded in Poland
Vodafone ATH Fiji Foundation
Vodafone Group Foundation
Vodacom Foundation (Belgium)
The Safaricom Charitable Foundation (Kenya)
Vodafone US Foundation
Vodafone UK Foundation
Vodafone Turkey Foundation
Vodafone Spain Foundation
Vodafone Romania Foundation
Vodafone Portugal Foundation
Il sito internet di Fondazione Vodafone Italia (www.fondazionevodafoneitalia.it)
è un importante canale di comunicazione e dialogo con gli stakeholder.
Iniziative, bandi, regole per delineare una proposta progettuale, ambiti di finanziamento e procedure per la selezione.
Questo e altro è possibile trovare sul sito internet di Fondazione,
che oltre a essere una vetrina delle attività è anche un luogo di scambio di informazioni:
news, video, rassegna tematica progetti in corso e progetti conclusi.
Un’attenzione particolare è dedicata ai progetti presentati dagli enti non profit.
Questi ultimi possono registrarsi e proporre a Fondazione il proprio progetto online,
secondo un modello di domanda predefinito.
Sono 1.286 gli enti non profit che hanno percorso questa strada
e 998 i progetti che sono stati inseriti. Anche l’esito delle istruttorie sui progetti viene comunicato
attraverso il sito. All’interno dell’area riservata, tramite username e password,
è possibile accedere in qualsiasi momento per verificare se ci sono aggiornamenti
sullo stato di avanzamento della selezione e valutazione della propria proposta.
Il sito internet è accessibile a tutti i cittadini e rispetta le regole della comunicazione per le persone disabili.
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la media
mensile
di visitatori
Fondazione Vodafone Italia è espressione nazionale di un impegno che Vodafone Group spende a livello internazionale,
tramite Vodafone Group Foundation. Le Fondazioni Vodafone sono 23 in tutto il mondo e ogni anno si riuniscono, 2 volte,
per discutere i progetti più significativi, confrontare le best practices sviluppate e per programmare gli orientamenti futuri.
Fondazione Vodafone Italia ritiene che la partecipazione a questi eventi sia un’importante opportunità di crescita e di confronto,
utile a migliorare l’approccio agli ambiti di intervento e a cogliere dinamiche e scenari internazionali, calandoli nella realtà nazionale
locale. Fondazione Vodafone Italia ha partecipato lo scorso novembre 2006 alla sessione invernale, a Il Cairo (Egitto),
e a quella tenutasi a luglio 2007, a Newbury (Inghilterrra).
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Costruire conoscenza diffusa di Fondazione Vodafone Italia e condivisione dei suoi obiettivi attraverso l’uso delle immagini.
Quelle scattate dai fotografi, che hanno contribuito a realizzare gli ultimi due numeri di Fond of Life,
sono servite a realizzare una mostra fotografica itinerante che ha seguito da vicino l’evento “Focus on us”,
il momento annuale di incontro e confronto tra le persone di Vodafone Italia,
l’Amministratore Delegato e il top management aziendale.
La mostra ha toccato 8 città italiane (Bologna, Catania, Ivrea, Milano, Napoli, Padova, Pisa e Roma)
tra gennaio e marzo 2007 e coinvolto 6 mila dipendenti di Vodafone Italia.
La mostra fotografica si inserisce a pieno titolo all’interno dell’ampia azione di sensibilizzazione dei dipendenti
circa le attività di responsabilità sociale di Vodafone Italia, di cui Fondazione è espressione.
pag. 39
Staff: verifica i requisiti formali e sostanziali e i criteri utilizzati, l’opportunità e la presentabilità del progetto
al Comitato Scientifico e al Consiglio di Amministrazione
Comitato Scientifico: valuta il valore, i contenuti, la congruità
Consiglio di Amministrazione: decide in merito ai costi-benefici del progetto, la capacità dell’ente non profit
di raggiungere gli obiettivi con efficienza ed efficacia
IL PROCESSO: Linee generali sul flusso decisionale
Il Fond of Life (FoL) di Fondazione Vodafone Italia piace ai portatori di interesse?
Decisamente sì. è ciò che emerge dalla lettura dei dati tratti dai questionari di gradimento,
restituiti a Fondazione Vodafone Italia.
I portatori di interesse, interni ed esterni all’Azienda, sottolineano che il FoL precedente è “facilmente leggibile”
e che rappresenta chiaramente le attività svolte, oltre che fare capire qual è il
“ruolo sociale svolto da Fondazione Vodafone Italia”.
Così come pare assolutamente ben descritta e definita la mission e la struttura organizzativa,
con ruoli e funzioni. Particolarmente apprezzata è anche la rappresentazione visiva
e sintetica dei progetti sostenuti da Fondazione Vodafone Italia.
L’ultima domanda chiedeva ai portatori di interesse di dare un giudizio sulla percezione di Fondazione e delle sue attività.
I risultati? Fondazione Vodafone Italia si dimostra “collaborativa con gli enti non profit”,
“attenta ai bisogni della società”, “trasparente nel suo operato” ed “efficace nel suo intervento”.
Gli stakeholder sono quindi stati coinvolti nel fornire proposte e suggerimenti per migliorare sempre più Fond of Life.
Fondazione Vodafone Italia, tenendo in debito conto le aspettative create,
ha adottato i suggerimenti di dare ampio spazio alle testimonianze dirette,
sia degli enti non profit sostenuti sia dei dipendenti coinvolti nel Progetto Fellow,
e di impegnarsi ancora di più nella comunicazione e visibilità dei risultati che coglie.
In più, si ritiene strategico fornire maggiori informazioni su come è possibile presentare i progetti
da parte degli enti non profit e adottare indicatori di performance specifici per la propria attività,
oltre che aprirsi alla collaborazione con realtà non profit di minore dimensione.
L’impegno di Fondazione Vodafone Italia è di arrivare a coinvolgere
tramite il questionario un numero crescente di stakeholder.
1) ricerche e analisi	 STAFF
3) attività e BILANCIO preventivo	 CDA
4) PRE-SELEZIONE PROGETTI	 STAFF
5) VALUTAZIONE
E SELEZIONE PROGETTI Comitato Scientifico
2) scelta ambiti di intervento Comitato Scientifico
6) APPROVAZIONE PROGETTI E FINANZIAMENTO	 CDA
7) GESTIONE E CONTROLLO EROGAZIONI	 STAFF
organi e tipologia di potere decisionale
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2Il Comitato Scientifico esprime il proprio parere a partire dal report che gli viene sottoposto e indica gli aspetti e gli ambiti
da prediligere fra quelli individuati nel documento, eventualmente evidenziando anche altri aspetti
ritenuti prioritari e dando indicazioni sulle modalità di approccio alle problematiche emerse.
A partire dalle indicazioni del Comitato Scientifico, il Consiglio di Amministrazione approva gli ambiti di intervento
dell’esercizio e il programma annuale di attività.
1Lo staff di Fondazione Vodafone Italia raccoglie dati e ricerche negli ambiti di possibile intervento previsti dallo
Statuto, effettuando anche interviste agli studiosi di settore e ai principali operatori.
Sulla base dei dati raccolti vengono individuate priorità di azione sulle quali si approfondisce la ricerca,
stilando un report statistico e documentale da presentare agli organi deliberanti.
3
I possibili interlocutori vengono ricercati mediante due modalità: il contatto diretto e la pubblicazione dei bandi sul sito internet.
a. Secondo la prima modalità vengono individuati alcuni enti che operano negli ambiti di azione
approvati per l’esercizio. Gli enti sono contattati al fine di sviluppare un progetto comune che vada nella direzione di risolvere il
problema o di ridurlo mediante un’efficace prevenzione.
b. Per le tematiche individuate vengono, due volte all’anno, pubblicati dei bandi sul sito internet di Fondazione Vodafone Italia
nei quali gli enti non profit sono invitati a presentare progetti conformi alle indicazioni.
5I progetti selezionati vengono presentati al Comitato Scientifico che, a partire dalle proprie conoscenze ed esperienze,
ne valuta la qualità, l’importanza dell’impatto e l’efficacia, decidendo quali progetti promuovere e quali progetti respingere.
Successivamente il Consiglio di Amministrazione prende in considerazione solo i progetti approvati dal Comitato Scientifico
e delibera se abbandonare o finanziare il progetto definendo anche l’ammontare dell’erogazione e ponendo,
eventualmente, dei vincoli sulle tipologie di costo da finanziare.
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a. Con gli enti interpellati direttamente si sviluppano progetti sulla base della loro esperienza operativa,
che vengono valutati ed eventualmente modificati in corso di progettazione dallo staff di Fondazione Vodafone Italia.
Solo se al termine della procedura di progettazione, la proposta risulta pienamente soddisfacente
per Fondazione Vodafone Italia (cioè il più possibile efficace), si procede a inoltrarlo agli organi deliberanti.
b. I progetti presentati mediante bando pubblico sono dapprima soggetti a due ordini di valutazioni:
a) di pertinenza: rispondono in effetti al bando e alle sue indicazioni?
b) di completezza: la domanda è completa di tutte le informazioni richieste?
La selezione avviene mediante l’analisi di due aspetti:
1) la solidità, l’esperienza e l’adeguatezza dell’ente e la sua prevedibile capacità di portare
a termine il progetto e successivamente continuarlo senza l’apporto di Fondazione Vodafone Italia;
2) il contenuto del progetto.
Quest’ultimo aspetto assume ovviamente il peso più rilevante nella valutazione.
6Tra Fondazione Vodafone Italia e gli enti proponenti i progetti approvati, viene stilato un contratto
che garantisce la Fondazione in relazione all’effettivo utilizzo delle somme per il progetto individuato.
Successivamente alla firma del contratto e con l’inizio del progetto, viene erogata la prima tranche
di finanziamento in genere corrispondente al 40% della somma che la Fondazione ha deciso di erogare.
7
Gli enti finanziati sono soggetti al controllo di Fondazione mediante la visita degli operatori della stessa
o di dipendenti di Vodafone (Progetto Fellow), che si prestano volontariamente a tale attività.
Gli enti devono inoltre presentare in genere due report:
il primo è intermedio e corrisponde a una fase avanzata del progetto, è completato dalla descrizione
e dalle prove concernenti le attività svolte e dalle fatture di spesa;
il report finale descrive l’attività e le spese effettuate dalla verifica intermedia al termine del progetto,
e illustra i risultati raggiunti dal progetto. A seguito del report intermedio la Fondazione, in genere, eroga il 40%
delle somme stanziate, mentre il restante 20% è erogato al termine del progetto.
1)	 Ricerche e analisi relative agli ambiti di intervento
2)	Approvazione ambiti di intervento e
	 programma annuale attività
3)	Individuazione possibili interlocutori
4)	Valutazione e selezione dei progetti
5)	Scelta dei progetti e dell’ammontare
	 delle erogazioni
6)	CONTRATTO, partenza progetto
	 e prima rata di finanziamento
7)	Monitoraggio (fase intermedia e report finale)
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Per Fondazione Vodafone Italia, essere Fondazione di Impresa vuole dire adottare un approccio concreto
e pragmatico che guarda ai risultati e ne qualifica la portata, senza perdere di vista i valori,
nell’ambito di una visione strategica di lungo periodo.
Proprio da questo approccio nasce il nuovo “modello” della domanda di finanziamento utilizzata nell’esercizio 2006-2007
che intende meglio strutturare le richieste di erogazione che pervengono alla Fondazione.
IL NUOVO MODELLO DI DOMANDA HA DIVERSI OBIETTIVI:
• aiutare gli enti non profit a stendere un progetto coerente e strutturato in tutte le sue parti;
• consentire a Fondazione Vodafone Italia una migliore analisi dell’assetto degli enti non profit e dei progetti assicurando a tutti i richiedenti
uniformità di valutazione;
• facilitare il successivo controllo dell’intervento mediante l’individuazione di obiettivi, azioni per raggiungere gli obiettivi, indicatori per
misurare obiettivi e azioni e possibilmente di un cronogramma per la definizione temporale dello sviluppo del progetto.
Il nuovo modello si compone di due documenti:
• la parte descrittiva dell’ente e del progetto;
• la formulazione del budget relativo al progetto.
Il documento descrittivo dell’ente e del progetto deve essere formulato secondo il seguente contenuto:
•	DATI GENERALI
•	PRESENTAZIONE DELL’ENTE
•	ANALISI DEL BISOGNO
•	ILLUSTRAZIONE DEL PROGETTO E DEGLI OBIETTIVI
•	PIANO DIVALUTAZIONEPEROGNIOBIETTIVOSPECIFICO
•	ALLEGATI
nome progetto e dati di sintesi
forma giuridica
organi sociali
personale
dati di bilancio
contesto
dati statistici e fonti
aspetti critici
bibliografia
il progetto
obiettivo generale e obiettivi specifici
stato del progetto
swot analysis
indicatori di risultato
azioni
risultato atteso per ciascuna azione
Documentazione da inviare
in forma cartacea composta da:
statuto
organi sociali
ultimo bilancio
cronogramma
altra documentazione
Il BUDGETdel progetto deve essere ugualmente presentato secondo uno schema prefissato,
presente sul sito internet di Fondazione; nel quale devono essere indicati e specificati, come da istruzioni, imputandoli
alle apposite voci, i costi così suddivisi:
• costi per le risorse umane;
• costi per investimenti;
• costi per attrezzature, materiali e forniture;
• costi per beni e servizi;
• costi per attività ordinaria.
Per ciascuna tipologia di costo deve essere indicata la fonte di copertura
(fondi propri, altri finanziatori privati, finanziatori pubblici, Fondazione Vodafone Italia).
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Minori• disagio adolescenziale, disagio psichico e bullismo
• area penale, con focus su percorsi alternativi al carcere
• prostituzione minorile
• minori non accompagnati
Immigrati• povertà delle famiglie
• esigenza di accesso ai servizi
• salvaguardia delle identità culturali e integrazione nella scuola
Anziani• difficoltà economiche e relazionali
• non autosufficienza (carenza di servizi al Sud)
• attivazione dei legami di prossimità
Sul tema periferie urbane, in particolare nel Sud, venGONo privilegiati
gli interventi educativi sui giovani, attraverso il presidio della
scuola e lo sviluppo di iniziative, strutture e servizi che consentano
la diffusione di una cultura della legalità.
PRIMA FASE: AMMISSIBILITÀ – NON AMMISSIBILITÀ
Nella prima fase lo staff di Fondazione Vodafone Italia procede a verificare se il progetto è ammissibile. In caso di non ammissibilità il
progetto viene respinto senza essere ulteriormente analizzato.
Cause di non ammissibilità possono essere, per esempio:
1. ente avente forma giuridica non finanziabile;
2. ente con finalità non coerenti con il progetto proposto;
3. ente di troppo recente costituzione che non presenta adeguato grado di affidabilità;
4. progetto al di fuori degli ambiti di intervento;
5. domanda incompleta;
6. l’analisi del bisogno non riconosce un gruppo di utenti e di beneficiari ben precisi;
7. dalla descrizione del progetto risulta difficile riconoscere il disagio sociale degli utenti dell’interventi;
8. Fondazione Vodafone Italia è l’unico finanziatore;
9. non sono definiti gli obiettivi specifici;
10. non sono chiaramente indicati gli indicatori di risultato o di processo;
11. viene richiesto prevalentemente il finanziamento di spese ordinarie dell’ente;
12. viene richiesto prevalentemente il finanziamento di spese di promozione/eventi (sponsorizzazione).
SECONDA FASE: ATTRIBUZIONE DI UN PUNTEGGIO
Per i progetti ritenuti ammissibili si procede nella valutazione con i seguenti criteri:
1. il punteggio massimo attribuibile a un progetto è 100 punti;
2. viene dapprima effettuata una valutazione della domanda (fino a 10 punti), poi la valutazione dell’ente proponente
(fino a 30 punti) e successivamente una valutazione del progetto (fino a 60 punti).
La valutazione della domanda viene effettuata in base alla completezza, chiarezza, esaustività e adeguata sinteticità.
La valutazione dell’ente è effettuata in base a molteplici criteri relativi all’assetto giuridico, organizzazione,
gestione ed esperienza nel proprio settore.
La valutazione del progetto è ovviamente la più complessa: parte dalla coerenza del progetto presentato con le attività dell’ente,
valutando poi la modalità di finanziamento, il numero di utenti coinvolti, le risorse del personale utilizzate,
i costi, la fattibilità, la misurabilità (cioè le modalità di controllo, la possibilità effettiva di verificare gli indicatori proposti, ecc)
e la sostenibilità.
Si tratta di una valutazione a uso interno di Fondazione Vodafone Italia,
che non viene resa pubblica in quanto strumento di ausilio per la pre-selezione.
Nell’esercizio 1 aprile 2007-31 marzo 2008 Fondazione Vodafone Italia ha stabilito di
intervenire nei seguenti ambiti, con particolare attenzione alle rispettive specifiche:
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Intervista a Valerio Pedroni (nella foto a sinistra)
Responsabile del Pronto Intervento Segnavia
Prostituzione e tratta di minori
Botte, vita di strada, abusi sessuali. Se il tuo mondo è stato questo non è poi così male stare con un ragazzo, il tuo sfruttatore,
che ti spinge a fare “la vita”, ma che non ti picchia e ti lascia in tasca il 10 % di quello che hai guadagnato in un mese,
circa 1.000 euro, per soddisfare le tue necessità. Provocatori? Sì, ma “occorre cambiare la prospettiva,
se vogliamo trovare i motivi che spingono le ragazzine straniere a vendersi sui marciapiedi e negli appartamenti”,
spiega Valerio Pedroni, 29 anni, di Milano, responsabile del Pronto Intervento Segnavia,
promotore del progetto “Fiori di strada”, sostenuto da Fondazione Vodafone Italia.
“Tra i due estremi degli stereotipi sulla prostituzione, quello della scelta consapevole e quello della schiavitù,
ci sono sfumature infinite di colore”. Un buon punto di partenza per addentrarsi in questo ambito del disagio è assumere
che “spesso chi si prostituisce non è assolutamente consapevole di avere una dignità e dei diritti”.
Come può averli una ragazzina Rom di 14 anni? “Come quella arrivata da noi qualche giorno fa.
Sui documenti c’è scritto che ha 14 anni, ma non ne può avere più di 11”.
Quali storie hanno alle spalle le ragazze che incontrate? “Le più diverse. Le ragazze romene, sulle quali ci stiamo concentrando
nell’ultimo periodo, non hanno una famiglia alle spalle o hanno un solo genitore, hanno vissuto spesso per strada e vengono da esperienze
di violenza domestica. Nella maggior parte dei casi sono sprovviste di regolarizzazione e vengono in Italia sulla “via della speranza”
a bordo di piccoli furgoni. Sono reclutate e vendute in Italia alla mafia albanese per 1.500-2.000 euro.
Se sono giovani è meglio, perché lavoreranno di più”.
Vengono quindi affidate a ragazzi giovani, 20-25 anni d’età, che “le fanno innamorare, non le picchiano, le proteggono,
lasciano loro dei soldi. I proventi della prostituzione finiscono poi in mano ai “fratelli maggiori”, persone di 30-35 anni, che li investono
nel traffico di narcotici, molto più remunerativo e scarico da pericoli”.
Un altro grande bacino di reclutamento è l’ex-Unione Sovietica. Poi c’è la Nigeria:
“Le ragazze provengono tutte, 9 casi su 10, dalla stessa zona, vengono prese in consegna in Italia da una madame,
che le costringe a onorare un debito considerevole, 50-60.000 euro, condito da minacce di malefici che attengono
al mondo delle credenze religiose. A loro viene fatto pagare anche l’affitto del posto che occupano in strada”.
La prostituzione sudamericana invece segue altre regole:
“Le ragazze si prostituiscono in appartamento e devono pagare un canone elevatissimo al mese, impostogli dalla loro caffettona,
che motiva tale spesa elencando i costi che derivano dagli annunci sui giornali e in internet”.
Mai avuto problemi con i protettori?
“Abbiamo capito che il modo migliore per affrontarli è non temerli. Accettano il contatto con la loro prostituta, ma non per più di 5 minuti,
dopodiché alla ragazza suona il cellulare, che è un potente strumento di controllo. E poi abbiamo un ottimo rapporto
con la Squadra Mobile e i Nuclei Operativi dei Carabinieri, ci sentiamo praticamente ogni giorno: quelli del racket lo sanno benissimo.
Siamo visti come una sorta di poliziotti sociali”.
Un tema delicato è il rimpatrio nel Paese d’origine delle ragazze, previsto dalla legge:
“Uno strumento che registra un utilizzo crescente da parte delle vittime della tratta. La speranza è che dall’altra parte
ci sia un nucleo familiare in grado di ri-accogliere la persona. In caso diverso è tutto più difficile,
a partire dall’inevitabilità dello stigma sociale che queste ragazze portano con sé”.
Ci sono casi di successo anche tra le persone che hanno deciso di fermarsi in Italia:
“Ragazze con alle spalle esperienze di prostituzione hanno cambiato vita e lavorano al fianco delle Forze dell’Ordine
come mediatrici culturali per tirare fuori dal “giro” altre ragazze. Mi dicono che per loro è il lavoro più bello”.
Come vede il futuro?
“Quello che siamo abituati tutti a considerare, anche un po’ benevolmente, il mestiere più vecchio del mondo ha registrato
negli ultimi 15 anni un boom incredibile. Penso che sia il risultato dell’opulenza della nostra società.
E la domanda genera l’offerta. Ciò che occorre di più è strutturare, consolidare i servizi per operare in continuità e allargare le attività.
Lo Stato, ai suoi vari livelli, deve fare la sua parte con interventi importanti e significativi.
Troppo spesso siamo legati all’arbitrarietà decisionale degli amministratori locali. I progetti vanno pensati con una logica
che va oltre l’annualità di applicazione, per superare la fragilità degli interventi e dare certezze alle persone con cui lavoriamo”.
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UN FUTURO IN TV?
A.N.G.E. - Associazione Nazionale Giovani Europei
I giovani in carcere hanno una bassissima scolarizzazione o sono addirittura analfabeti. Inoltre, si registra una presenza crescente di
extracomunitari senza riferimenti affettivi e familiari sul territorio nazionale. L’Associazione Nazionale Giovani Europei vuole fornire sia
un’opportunità formativa per i ragazzi detenuti, per apprendere abilità e competenze in materia di comunicazione televisiva spendibili
poi sul mercato del lavoro, sia un’occasione di sensibilizzazione della cittadinanza sulle problematiche della carcerazione minorile,
attraverso la produzione di trasmissioni a cura dei ragazzi.
Beneficiari finali	 20 ragazzi detenuti nell’Istituto Penale per i Minorenni di Catanzaro
Obiettivi del progetto	 •	Offrire ai ragazzi detenuti formazione, che permetta loro di recuperare fiducia nelle proprie 	
		 capacità, e di acquisire le prime competenze tecniche della professione di operatore televisivo
	 •	Promuovere, attraverso lo strumento televisivo, una cultura sensibile alle
		 problematiche connesse alla carcerazione minorile
Descrizione	 •	Realizzazione di un corso di operatore televisivo, con un approccio teorico
		 (nozioni sulla regia, sulla telecamera, sulle tecniche di ripresa, ecc.)
	 	 e pratico (analisi di testi  filmici e di altri output televisivi ed esercitazioni pratiche di ripresa)
	 •	Promozione di uno stage post-corso
Località	 Catanzaro
Tempi di realizzazione	 9 mesi
Partner	 •	1 ente: Istituto Penale per Minorenni “S. Paternostro” di Catanzaro
	 •	2 associazioni: Associazione Diventeranno Famosi
	 (e il suo partner, la televisione satellitare Oasi Tv); Associazione Athena
Azioni realizzate	 Start up
AFFIDOOMOCULTURALE
Arci Genova - www.arcigenova.it
La comunità straniera è risorsa e non solo destinataria di servizi. Il progetto vuole favorire l’integrazione di minori stranieri in difficoltà
attraverso una partecipazione attiva delle famiglie straniere, che aiutino e sostengano famiglie, del loro stesso Paese, in situazioni critiche,
attraverso l’accoglienza dei minori. È prevista la costruzione di una solida rete di partecipazione, collaborazione e responsabilizzazione di
diversi soggetti coinvolti, che giocano un ruolo di attori del cambiamento.
Beneficiari finali	 30 minori di seconda generazione e loro familiari
Obiettivo del progetto	 • Favorire l’integrazione di minori stranieri in situazioni critiche attraverso:
	 	 •	la valorizzazione della cultura di appartenenza;
	 	 •	il sostegno da parte di famiglie straniere ormai integrate;
	 	 •	la collaborazione di associazioni e della rete di servizi del territorio
Descrizione	 •	Costituzione di reti di famiglie straniere (latinoamericana e maghrebina)
	 	 disposte a sostenere famiglie in difficoltà attraverso l’accoglienza dei figli nelle ore di studio,
		 dei pasti o durante le vacanze
	 •	Condivisione delle buone prassi e dell’esperienza dei diversi progetti di affido omo-culturale attivi 	
	 	 in Italia (tavolo di rappresentanti dei progetti di affido omo-culturale, pubblicazione di un report,
		 convegno)
Località	 Genova
Tempi di realizzazione	 28 mesi
Partner	 1 ente: Regione Liguria
Persone coinvolte	 •	8 operatori
	 •	7 volontari
Azioni realizzate	 Start up
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PER BAMBINI E ADOLESCENTI CON DISAGIO PSICHICO
E PER LE LORO FAMIGLIE
Archè O.N.L.U.S. - www.arche.it
I minori destinatari dei progetti personalizzati di assistenza e accompagnamento vengono indirizzati a questo servizio dal reparto di
Neuropsichiatria dell’Ospedale San Paolo di Milano o dall’Associazione Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Disabili intellettivi
e/o relazionali). L’intervento si affianca alla terapia medica, a cui questi bambini sono sottoposti, creando per ognuno di essi un percorso
individuale con un volontario dedicato. Insieme al volontario il bambino vive esperienze e relazioni fondamentali per sviluppare il
proprio sé.
Beneficiari finali	 30 minori affetti da disagio psichico e le loro famiglie
Obiettivo del progetto	 •	Favorire la crescita personale, la costruzione dell’identità e la capacità di progettare
		 il proprio futuro nei bambini
	 •	Promuovere l’uscita dall’isolamento delle famiglie e l’apertura al contesto comunitario
Descrizione	 •	Reclutamento e formazione di giovani volontari disponibili a realizzare un progetto di assistenza
		 e accompagnamento della durata di un anno
	 •	Laboratori espressivi e multimediali, con momenti di ascolto e counselling informale con i minori
	 •	Attivazione di reti di aiuto informale di riferimento per la famiglia
	 •	Momenti di confronto di esperienze e di condivisione tra famiglie
Località	 Milano (zona Stazione Centrale )
Tempi di realizzazione	 18 mesi
Partner 	 1 ente: Comune di Milano
Persone coinvolte	 •	6 operatori
	 •	20 volontari
Azioni realizzate	 Start up
A teatro per dialogare e coinvolgere
Associazione Bloom Culture Teatri - www.teatrodelpratello.it
Il progetto teatrale presso l’Istituto Penale Minorile di Bologna coinvolge i ragazzi detenuti presso l’Istituto per un periodo di 6 mesi.
Vengono attivati numerosi laboratori (teatro, scenotecnica, attrezzeria teatrale, sartoria, illuminotecnica, canto, movimento, danza) nel
corso dei quali sono realizzate con il diretto coinvolgimento dei ragazzi tutte le componenti di uno spettacolo teatrale.
Lo spettacolo realizzato verrà replicato per circa tre settimane e sarà aperto alla cittadinanza, previa autorizzazione
dell’autorità giudiziaria competente. Particolare attenzione verrà rivolta a un pubblico di adolescenti,
composto di classi di Istituti Superiori accompagnate da insegnanti e genitori, attraverso la collaborazione con
l’Ufficio Scolastico Regionale e la Regione Emilia-Romagna.
Beneficiari finali	 15 minori sottoposti a procedimento penale
Obiettivo del progetto	 •	Educare alla convivenza, al rispetto reciproco, al lavoro di gruppo
	 •	Offrire pari opportunità di sperimentare linguaggi creativi, espressivi,
		 comunicativi, che sostengono l’accettazione di sé e l’autostima
	 •	Costruire uno spettacolo teatrale dove l’adolescenza è protagonista
	 •	Creare occasioni di incontro e di scambio tra il carcere e la cittadinanza
		 e tra adolescenze vissute dentro, fuori dal carcere
Descrizione	 •	Promozione di laboratori teatrali
		 (scrittura, movimento, canto, danza, scenotecnica, sartoria, illuminotecnica, attrezzeria)
	 •	Rappresentazione dello spettacolo finale
Località	 Bologna
Tempi di realizzazione	 6 mesi
Partner 	 •	4 enti: Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Ministero del Lavoro, Comunità Europea
	 •	2 fondazioni: Fondazione CaRisBo, Fondazione del Monte
	 •	1 cooperativa: Cooperativa Manutencoop
Persone coinvolte	 15 operatori e 10 volontari
Azioni realizzate	 Il Progetto Teatro presso l’IPM di Bologna ha cadenza annuale dal 1998.
	 è in corso l’annualità 2006
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una speranza per chi viene allontanato dalla famiglia
Associazione “Casa dell’Angelo” - www.casadellangelo.org
Nel territorio con il maggior tasso di disoccupazione di tutta Italia, in cui il rischio di devianza ha un indice elevato, l’istituzione nel 2006
della prima comunità di accoglienza per minori di sesso maschile, rappresenta un’opportunità unica per chi viene allontanato dalla propria
famiglia. Il progetto si propone non solo di offrire una casa, ma anche di far intraprendere ai ragazzi in affidamento percorsi educativi,
formativi e orientativi che costituiscono una reale educazione personale, civica e morale.
Beneficiari finali	 8 minori di sesso maschile (14-18 anni)
Obiettivo del progetto	 Realizzare una casa alloggio per l’affidamento temporaneo di minori allontanati dal nucleo familiare,
	 sia con provvedimenti d’autorità (Tribunale dei Minori) sia su indicazione dei Servizi Sociali,  
	 assicurando loro non solo il soddisfacimento dei bisogni primari, ma intervenendo in ogni aspetto 	
	 della loro vita (formazione, educazione, salute, assistenza psico-fisica) con percorsi specifici
Descrizione	 •	Alloggio per minori e soddisfazione dei bisogni primari di sostegno e cura
	 •	Azioni educative, di orientamento professionale e di sostegno scolastico, di socializzazione
	 •	Percorsi di educazione alla legalità, di volontariato e di catechesi
	 •	Colloqui di sostegno con lo psicologo
	 •	Incontri con la famiglia
Località	 Caltanissetta
Tempi di realizzazione	 24 mesi
Partner 	 1 ente: Comune di Caltanissetta
Persone coinvolte	 •	7 operatori
	 •	2 volontari
Azioni realizzate	 Il progetto è in fase intermedia
Beneficiari finali	 •	15 adolescenti e giovani adulti multiproblematici e devianti
	 •	50 operatori e volontari partecipanti alla formazione
Obiettivo del progetto	 Attivare, sperimentare e valutare un modulo di accoglienza e trattamento attraverso percorsi
	 specifici e mirati, all’interno di una casa di accoglienza per minori
Descrizione	 •	Completamento della ristrutturazione e dell’adeguamento dei locali della casa di accoglienza
	 •	Attivazione del modulo per l’accoglienza e il trattamento (corsi di formazione per gli operatori,
		 promozione dell’iniziativa e sensibilizzazione del territorio, inserimento degli utenti nel progetto)
	 •	Momenti di incontro e confronto con i servizi territoriali di zona e con gli operatori del progetto
		 per la stesura di linee guida operative condivise
Località	 Morbegno (So) - Località Dos de la Lumaga
Tempi di realizzazione	 12 mesi
Partner 	 •	1 fondazione: Fondazione Cariplo
	 •	1 ente: Comune di Morbegno
Persone coinvolte	 •	13 operatori
	 •	3 volontari
Azioni realizzate	 Start up
MODULO RESIDENZIALE PER GIOVANI DEVIANTI
E MULTIPROBLEMATICI
Associazione Comunità Il Gabbiano “Onlus” - www.gabbianoonlus.it
L’Associazione Comunità Il Gabbiano intende attivare un programma di accoglienza e trattamento per giovani devianti e
multiproblematici, all’interno di una casa di accoglienza per minori. La scelta è dettata dalla forte carenza di strutture comunitarie che si
occupano nello specifico di questi soggetti. Il modulo prevede un approccio multi-disciplinare, con la presenza di diverse figure professionali
(educatore, psicologo-psicoterapeuta, psichiatra, assistente sociale), una personalizzazione dei percorsi di trattamento e di aiuto, un forte
coinvolgimento delle famiglie e un lavoro sul territorio, per strutturare interventi che aiutino i giovani a progettare il loro futuro.
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un centro per... incontrarsi e dialogare
L’amico Charly Onlus - www.amicocharly.it
Un Centro Giovanile: luogo di incontro, ascolto, collaborazione e progettualità. Questa filosofia ispira il recupero dell’area di
via Guerzoni  23, a Milano (assegnata con bando dal Comune). Qui, l’associazione L’amico Charly Onlus intende creare uno spazio di relazione,
di collaborazione e di aiuto reciproco tra i giovani, nel confronto, nel dialogo e in un’ottica di integrazione interculturale.
Il Centro vuole diventare un punto di riferimento per i giovani della zona 9 e dell’intera città di Milano, un luogo di incontro per i genitori
e i docenti e, in prospettiva, un Osservatorio nel campo delle dinamiche giovanili.
Beneficiari finali	 •	1.500 giovani
	 •	2.500 genitori
	 •	300 docenti
Obiettivo del progetto	 Creare un Centro Giovanile per adolescenti “a rischio” e non, dove svolgere attività di studio e
	 ricreative, finalizzate al confronto e all’aiuto reciproco tra i ragazzi
Descrizione	 Ristrutturazione e allestimento di un capannone assegnato dal Comune di Milano, per la
	 realizzazione di laboratori (teatrale, fotografico, di scrittura creativa, di cinema, di informatica),
	 di aree per il recupero scolastico, di una sala registrazione, di una sala esposizioni e di uffici
Località	 Milano (Zona 9)
Tempi di realizzazione	 12 mesi
Partner 	 2 fondazioni: Fondazione Cariplo e Fondazione Pirelli
Persone coinvolte	 12 operatori
Azioni già realizzate	 Il progetto è in fase intermedia
diversamente abili protagonisti del proprio futuro
Associazione Onlus Accademia l’Arte nel Cuore - www.artenelcuore.it
Il progetto propone un vero e proprio percorso di studi che offre al minore l’occasione di essere protagonista attivo della propria
realizzazione umana e professionale e differisce dalle consuete azioni socio-assistenziali che tendono a considerare i diversamente
abili soggetti passivi e bisognosi di perenne sostegno. L’Accademia L’Arte nel Cuore, inoltre, va a completare l’area di solidarietà voluta
dal Comune di Roma all’interno del bio-parco che vede già in piena funzione luoghi di assistenza e sostegno per anziani e minori,
in un’ottica di completa integrazione ambientale, sociale ed economica.
Beneficiari finali	 80 ragazzi disagiati e diversamente abili
Obiettivo del progetto	 Realizzare un percorso formativo artistico per aiutare concretamente nello sviluppo
	 delle potenzialità artistiche, verso il raggiungimento di importanti risultati professionali
Descrizione	 •	Selezione e reclutamento, anche attraverso contatti con i servizi sociali e le altre realtà
		 del settore, di ragazzi disagiati e diversamente abili
	 •	Formazione artistica dei ragazzi diversamente abili e accompagnamento al superamento
	 	 degli esami finali        
	 •	Realizzazione di corsi professionali nel settore artistico per ragazzi normodotati
Località	 Roma
Tempi di realizzazione	 9 mesi
Partner 	 1 ente: Comune di Roma
Persone coinvolte	 •	17 operatori
	 •	20 volontari
Azioni realizzate	 Start up
pag. 59
incontrarsi per scoprirsi risorsa
COMIN Coop. Soc. di Solidarietà ONLUS - www.coopcomin.org
Il progetto vuole essere un luogo di accoglienza e incontro per ragazzi e famiglie, per sostenere il processo di crescita identitario dei
minori stranieri di seconda generazione e ricongiunti, affinché possano serenamente riconoscersi appartenenti alla cultura di origine
e a quella che li ospita, riducendo la conflittualità spesso esistente tra le diverse generazioni.
Il progetto vuole inoltre essere un luogo di incontro con altre famiglie straniere, nel quale potersi non solo sentire ascoltati e affiancati,
ma anche sollecitati a partecipare attivamente. Si dovrà percepire come uno spazio di crescita dove ciascuno si possa sperimentare anche
come risorsa per gli altri oltre che come portatore di bisogni e dove realizzare un reale incontro tra culture.
integrazione e autonomia
Associazione LULE o.n.l.u.s. - www.luleonlus.it
Il progetto risponde al bisogno d’integrazione sociale delle minori vittime di tratta. Prevede di realizzare interventi rivolti all’incontro,
all’accoglienza e all’inserimento socio-lavorativo al fine di definire percorsi di integrazione che conducano a una reale autonomia.
Le azioni sono localizzate in Lombardia e in una rete nazionale.
Beneficiari finali	 •	200 minori, prostitute sulle strade
	 •	40 minori vittime della tratta accolte in comunità
Obiettivo del progetto	 Raggiungere autonomia sociale, lavorativa e abitativa
Descrizione	 •	Attività delle Unità Mobili di Strada: incontro, conoscenza e costruzione di relazioni fiduciarie
		 con le minori prostitute
	 •	Presentazione del progetto alle minori, accompagnamento delle minori ai servizi medici territoriali,
		 inserimento delle minori in comunità
	 •	Sostegno socio-educativo, psicologico e legale
	 •	Inserimento delle minori in appartamenti di semi-autonomia
	 •	Orientamento al lavoro e sostegno all’inserimento lavorativo
	 •	Accompagnamento all’autonomia abitativa
	 •	Incontri divulgativi nelle scuole sui temi della tratta e sfruttamento dei minori
Località	 Abbiategrasso (Mi)
Tempi di realizzazione	 24 mesi
Partner 	 Enti: Comuni di provenienza delle ragazze, Provincia e Regione,
	 Ministero della Solidarietà Sociale
Persone coinvolte	 •	16 operatori
	 •	20 volontari
Azioni realizzate	 Il progetto è in fase intermedia
Beneficiari finali	 50 minori e famiglie immigrate con figli di seconda generazione e/o figli ricongiunti
Obiettivo del progetto	 Sviluppare un’identità plurima e un’integrazione di successo, offrendo ai ragazzi spazi
	 di socializzazione, sostegno scolastico, aggregazione e rielaborazione della quotidianità
Descrizione	 •	Incontri individuali e di gruppo rivolti agli adolescenti e alle loro famiglie
	 •	Organizzazione di momenti ricreativi per le famiglie
	 •	Colloqui individuali di supporto educativo per i genitori
	 •	Laboratori espressivi
	 •	Vacanze comunitarie per le famiglie
	 •	Valorizzazione delle culture di origine
	 •	Sostegno scolastico e apprendimento della lingua italiana
	 •	Sinergie operative con le realtà pubbliche e private
	 •	Incontri formativi sulle procedure e aspetti psicologici legati ai ricongiungimenti familiari
Località	 Milano
Tempi di realizzazione	 24 mesi
Partner 	 •	1 ente: Comune di Milano-Ufficio stranieri
	 •	1 fondazione: Fondazione Cariplo
Persone coinvolte	 •	13 operatori
	 •	Volontari
Azioni realizzate	 Start up
pag. 61
presa in carico globale di minori stranieri soli
Dedalus Cooperativa Sociale - www.coopdedalus.it
Il progetto si rivolge ai minori stranieri non accompagnati, attraverso azioni di segretariato sociale, accoglienza, supporto
all’inserimento scolastico e lavorativo e, più in generale, di sostegno all’inclusione sociale e alla cittadinanza.
Ci si avvale di una metodologia innovativa basata su “programmi individualizzati di benessere e cittadinanza”,
che prevedono la presa in carico complessiva dei destinatari, considerandoli nel loro complesso di difficoltà e risorse.
Beneficiari finali	 123 minori marocchini e 40 minori rumeni
Obiettivo del progetto	 •	Costruire condizioni stabili e certe di diritto, cura ed emancipazione per l’inclusione sociale
	 •	Migliorare le condizioni della convivenza tra minori stranieri e popolazione autoctona
Descrizione	 •	Tutoraggio e supporto alla regolarizzazione
	 •	Accompagnamento e mediazione linguistico-culturale in azioni di prevenzione e cura delle malattie
	 •	Lavoro di strada, informazione e prevenzione sanitaria
	 •	Corsi di alfabetizzazione italiana e informatica
	 •	Iscrizione al centro di educazione per adulti e conseguimento della licenza media
	 •	Orientamento e formazione professionale
	 •	Erogazione “Borse di Cittadinanza”
	 •	Inserimento in comunità
	 •	Percorsi di autonomia abitativa
	 •	Creazione di un appartamento di semi-autonomia per adolescenti
Località 	 Regione Campania
Tempi di realizzazione	 12 mesi
Partner 	 •	1 ente: Comune di Napoli
	 •	1 fondazione: Fondazione Banco di Napoli
Persone coinvolte	 13 operatori
Azioni realizzate	 Il progetto è in fase intermedia
nuOve opportunità lavorative
Soc. Coop. Sociale A.R.L. “La Dimora” - www.edimargroup.com
Il progetto vuole creare un percorso formativo, di accompagnamento e di inserimento al lavoro rivolto a giovani che vivono situazioni
di precarietà ed esclusione, attraverso l’offerta di una prima occupazione nell’ambiente protetto dell’azienda New Labor, che reinvestirà
l’utile annuale per le attività della Cooperativa La Dimora. Il progetto si ispira all’Impresa di Transizione, già attiva in Francia, in cui
si coniugano orientamento, formazione, accompagnamento e inserimento al lavoro in maniera unitaria e senza discontinuità.
Rispetto al target di riferimento, non esiste in Italia una normativa di riferimento che tuteli, ai fini lavorativi, i giovani in disagio socio-familiare.
Beneficiari finali	 120 ragazzi (10 ragazzi all’anno per 12 anni) che vivono condizioni di precarietà ed esclusione
Obiettivo del progetto	 Sperimentare nuovi circuiti di occupabilità, creando ambienti e processi in grado di inserire giovani
	 che vivono situazioni di precarietà ed esclusione. Il percorso del giovane lavoratore è sostenuto da
	 un “progetto di transizione personalizzato”, alla cui stesura anch’egli è coinvolto, al termine del
	 quale sarà possibile l’inserimento definitivo nel mondo del lavoro
Descrizione	 •	Realizzazione del capannone dell’impresa di transizione New Labor
	 •	Acquisto e installazione dei macchinari necessari alle attività
	 •	Implementazione delle seguenti attività lavorative: imballaggio di materiale plastico;
		 stampa digitale; imbustamento e spedizioni di materiale cartaceo conto terzi;
		 produzione e riparazione di scarpe
Località	 Padova
Tempi di realizzazione	 24 mesi
Partner	 Aziende, Comune di Padova, Regione Veneto, Fondazione Cassa di Risparmio
Persone coinvolte	 •	2 operatori
	 •	10 volontari
Azioni realizzate	 Start up
pag. 63
FOL_Fondazione_2007
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FOL_Fondazione_2007

  • 1. Attività della Fondazione Vodafone Italia www.fondazionevodafoneitalia.it
  • 2.
  • 3. 2002anno di costituzione di FVI 24.246.363 eurodestinati al finanziamento dei progetti 158i progetti finanziati 153.458 eurol’erogazione media dei progetti 102i dipendenti Vodafone che hanno partecipato al Progetto Fellow 23le Fondazioni di Vodafone Group in tutto il mondo 1.286gli enti non profit registrati sul sito internet di FVI 998i progetti di enti non profit caricati sul sito internet di FVI i fondi erogati 7.204.874 euro i fondi distribuiti rispetto al 2005-2006 + 6,5 % i progetti finanziati 49 i beneficiari diretti dei progetti 8.740 le risorse di FVI destinate al finanziamento dei progetti 90,5 % i dipendenti Vodafone che hanno partecipato al Progetto Fellow 72 i progetti proposti a FVI nel 2006-2007 252 l’integrazione di FVI alle donazioni dei dipendenti 14.613 euro pag. 3
  • 4. Si può affermare con serenità che Fondazione Vodafone Italia sta crescendo di anno in anno. Non è una valutazione legata semplicemente alle somme erogate o al numero di progetti finanziati, bensì al ruolo di Fondazione che progressivamente va aumentando e alle modalità con cui interloquisce con gli altri soggetti del Terzo Settore, gli enti pubblici e le imprese, tra cui la stessa società Vodafone. Le risorse finanziarie gestite sono di una certa rilevanza, ma risultano sempre poche rispetto alle esigenze che vengono sottoposte e alla entità dei bisogni da affrontare. A fronte delle richieste di aiuto e del numero crescente di progetti presentati, la Fondazione si è dovuta organizzare per una selezione sempre maggiore, per mirare alla valutazione di efficacia dei progetti in coerenza con le linee programmatiche attuate. Si sono scelti progetti che mostrassero affidabilità nella gestione e capacità da parte dell’ente proponente di sostenerli in futuro, una volta avviati e consolidati. Parte fondamentale del lavoro e del ruolo di Fondazione rimane il dialogo con gli operatori del Terzo Settore favorendo la connessione e il confronto tra varie realtà che spesso operano nei medesimi settori, ma non hanno occasione di confrontarsi. Per questo motivo è stato realizzato a novembre 2006 un workshop nel quale si sono discusse con diversi enti non profit le linee di indirizzo di Fondazione e l’evoluzione dei bisogni verso cui orientare gli impegni. è stata un’esperienza che forse sarà opportuno riproporre in forme adeguate, come occasione di confronto con operatori non profit e istituzioni pubbliche. è stato un lavoro di collaborazione tra tutti coloro che sono impegnati in Fondazione - staff, Consiglio di Amministrazione, Comitato Scientifico - i diversi enti non profit, le istituzioni, la stessa società Vodafone, che hanno reso possibile i risultati che qui vengono presentati. A tutti un vivo ringraziamento. Antonio Bernardi Presidente Sono passati soltanto cinque anni dalla nascita di Fondazione Vodafone Italia. Un tempo forse breve per trarre bilanci conclusivi, ma sufficiente per dire che abbiamo attraversato esperienze che hanno cambiato molto dentro e intorno a noi. La nostra attività è volta a migliorare le condizioni di uomini e donne che vivono le situazioni di maggior disagio e difficoltà. Pensiamo di aver fatto qualcosa di buono ed utile. Abbiamo vissuto esperienze straordinarie e spesso inaspettate, ci siamo confrontati con l’universo delle associazioni di volontariato, conosciuto tante persone della pubblica amministrazione impegnate nella lotta al disagio sociale. ll Gruppo Vodafone opera per connettere persone ad altre persone, uomini e donne si affidano a noi per scambiarsi informazioni ed emozioni annullando, con il supporto tecnologico, la distanza fisica. è questa collettività il nostro traguardo e la nostra stessa ragione d’esistere. Fondazione Vodafone Italia è quindi, tra i tanti strumenti, quello dedicato e qualificato per ridurre le distanze sociali, l’emarginazione e l’esclusione dal mondo della conoscenza e del lavoro. Cinque anni fa, l’impegno di una grande impresa commerciale nelle aree della sofferenza umana era visto con sospetto, interpretato come occasione per vendere meglio i propri prodotti, come strumento per ottenere vantaggi fiscali o infine come occasione per “ripulire” un’immagine aziendale in qualche modo macchiata. Oggi, e forse grazie al lavoro nostro e delle altre Fondazioni d’Impresa, questa “cultura dello scetticismo e del sospetto” si e’ notevolmente affievolita. è evidente, infatti, che la stretta collaborazione tra pubblico, privato e mondo del volontariato permette di realizzare azioni altrimenti impossibili da attuare singolarmente in un momento storico nel quale aumenta il disagio sociale ma non aumentano le risorse per contrastarlo. Siamo convinti che con l’integrazione di competenze e le contaminazioni tra i diversi modi di pensare, nella società possa crescere il valore della “responsabilità collettiva”, una responsabilità che impone ad ognuno (individuo, associazione, istituzione o azienda) il compito di operare, come sa e come può, per il bene comune. ida linzalone Segretario Generale
  • 5. Premessa metodologica pag. 8 PROFILO pag. 10 MISSIONE pag. 11 Criteri di gestione pag. 12 Storia pag. 13 ASSETTO ORGANIZZATIVO pag. 14 Attività 2006-2007 pag. 16 COINVOLGIMENTO stakeholder pag. 28 MODELLO OPERATIVO pag. 41 Linee guida 2007-2008 PAG. 47 AMBITO MINORI DISAGIATI pag. 48 AMBITO ANZIANI DISAGIATI pag. 72 AMBITO PERIFERIE URBANE pag. 83 ALTRI PROGETTI pag. 90 Bilancio 2006-2007 pag. 105
  • 6. Siamo al terzo numero di Fond of Life (FoL) nel quale intendiamo raccontare le iniziative intraprese, i progetti finanziati e i risultati raggiunti da Fondazione Vodafone Italia nell’ultimo esercizio di attività da aprile 2006 a marzo 2007. Giunti a questo punto è doveroso chiedersi se lo stile e la forma fino ad oggi utilizzata, impostata su foto e linguaggio comunicativo semplice e diretto è apprezzato dai nostri lettori. Il precedente Fond of Life è piaciuto agli stakeholder? Decisamente sì. è ciò che è emerso dalla lettura dei dati tratti dai questionari di gradimento, restituiti a Fondazione Vodafone Italia. Gli stakeholder, interni ed esterni all’Azienda, hanno sottolineato che il FoL è “facilmente leggibile” e che rappresenta chiaramente le attività svolte, oltre che fare capire qual’è il “ruolo sociale svolto da Fondazione Vodafone Italia”. Così come pare assolutamente ben descritta e definita la mission e la struttura organizzativa, con ruoli e funzioni. Particolarmente apprezzata è stata anche la rappresentazione visiva e sintetica dei progetti sostenuti da Fondazione Vodafone Italia. Gli stakeholder sono stati, quindi, coinvolti nel fornire proposte e suggerimenti per migliorare sempre più Fond of Life. Coerentemente con le indicazioni raccolte e tenendo in debito conto le aspettative create, abbiamo adottato, in questo FoL, i suggerimenti di dare ampio spazio alle testimonianze dirette, sia degli enti non profit sostenuti, sia dei dipendenti di Vodafone Italia coinvolti nel Progetto Fellow, impegnandoci ancora di più nella comunicazione e visibilità dei risultati che Fondazione Vodafone Italia ha raggiunto. Per meglio coinvolgere i nostri principali interlocutori, abbiamo organizzato nel novembre 2006 un workshop allo scopo di confrontarci con alcuni tra gli enti non profit conosciuti in questi anni di attività e alcuni rappresentanti di enti pubblici al fine di raccogliere idee e suggerimenti relativi alle “strade da percorrere” insieme. Il workshop è stato apprezzato anche come momento di confronto tra operatori del settore ed è stato molto significativo per la definizione delle strategie di Fondazione Vodafone Italia. Nel questionario sul FoL dello scorso anno si chiedeva agli stakeholder di dare un giudizio sulla percezione di Fondazione e delle sue attività. I risultati? Fondazione Vodafone Italia si dimostra “collaborativa con gli enti non profit”, “attenta ai bisogni della società”, “trasparente nel suo operato” ed “efficace nel suo intervento”. Proprio nell’ottica della trasparenza e dell’efficacia abbiamo introdotto nell’ultimo esercizio un nuovo modello di domanda che significa anche un nuovo e più affinato sistema di valutazione dei progetti di cui diamo conto in questo Bilancio di Missione. Fond of Life è sì il Bilancio di Missione di Fondazione Vodafone Italia, ma è anche un modo di comunicare e condividere i valori che hanno portato alla costituzione di Fondazione Vodafone Italia, con tutti coloro che apprezzano il nostro operato o ci accompagnano in questo faticoso ma avvincente mestiere di essere strumento di solidarietà. Fond of Life è inoltre occasione per dare voce e visibilità a tanti enti che operano nel sociale a favore delle categorie più deboli che non sempre trovano giusta rilevanza e comunicazione per il lavoro che svolgono. Fond of Life rappresenta il nostro “stile operativo” di Fondazione di Impresa insieme ad altri enti non profit, accanto a bambini, anziani e immigrati. Per ulteriori informazioni e per richiedere copia del FoL : Fondazione Vodafone Italia Piazza SS. Apostoli, 81 00187 Roma Tel. 06.6783211 (dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.30) Fax 06.69941473 e-mail: info@fondazionevodafone.it Il FoL è disponibile sul sito Internet www.fondazionevodafoneitalia.it Gli indicatori di questo numero del FoL sono tratti dai seguenti standard di rendicontazione: • Global Reporting Initiative, Sustainability Reporting Guidelines, 2002 • Global Reporting Initiative, RG Linee guida per il reporting di sostenibilità, 2006 • Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale, Principi di redazione del Bilancio Sociale, 2001 pag. 9
  • 7. Fondazione Vodafone Italia intende offrire il proprio contributo alla soluzione delle criticità del contesto sociale attuale e contrastare l’insorgere di nuove forme di disagio. Quindi dedicherà le proprie risorse: alla diffusione dei valori di solidarietà e sussidiarietà alla ricerca di soluzioni efficaci per il miglioramento della qualità della vita delle persone al miglioramento delle condizioni ambientali alla salvaguardia dei beni artistici e storici Fondazione Vodafone Italia è stata costituita da Vodafone Italia nel 2002 ed è finanziata principalmente da Vodafone Group Foundation. Fondazione Vodafone Italia ha sede a Roma. Presso la Fondazione operano un Presidente, un Comitato Scientifico composto da cinque personalità di alto profilo professionale, un Consiglio di Amministrazione composto da sette persone, un Collegio dei Revisori dei Conti di tre persone e lo staff di sei dipendenti. Nel periodo aprile 2006 - marzo 2007 Fondazione Vodafone Italia ha sostenuto progetti per un importo pari a 7.204.874 euro. Fondazione Vodafone Italia vuole contribuire, attraverso il finanziamento di progetti sociali, alla crescita di una società equilibrata e solidale. L’obiettivo è sostenere enti non profit, con esperienza e capacità progettuale, che operano sul territorio nazionale a favore delle fasce della società più disagiate ed emarginate. Fondazione Vodafone Italia svolge un ruolo di interconnessione tra i diversi soggetti (operatori e finanziatori) per sensibilizzare la società sui temi di frontiera e stimolarla nella ricerca di soluzioni e azioni preventive. Fondazione Vodafone Italia ritiene necessario costruire reti di solidarietà, con la presenza di altri co-finanziatori ed il coinvolgimento della comunità locale. Fondazione Vodafone Italia nasce dall’attenzione che l’Azienda pone all’impatto complessivo della sua attività ed ai risvolti sociali che globalizzazione e sviluppo tecnologico comportano. Essere Fondazione di Impresa vuole dire adottare un approccio concreto e pragmatico che guarda ai risultati e qualifica le attività, senza perdere di vista i valori, nell’ambito di una visione strategica di lungo periodo. Significa anche ricerca dell’efficienza, perseguimento di obiettivi annuali e managerialità di gestione da trasferire anche ai progetti e agli enti non profit finanziati. Possono accedere ai programmi di erogazione di Fondazione Vodafone Italia tutti gli enti non profit, qualunque sia la loro forma giuridica, compresi, a titolo esemplificativo e non esaustivo, le associazioni riconosciute e non riconosciute, le fondazioni, i comitati, le cooperative sociali, le organizzazioni di volontariato, le Organizzazioni Non Governative e le Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale. Gli enti dovranno rispondere a criteri di affidabilità ed esperienza misurati in termini di: • redazione di un bilancio d’esercizio chiaro, dettagliato e regolarmente approvato; • trasparenza sui risultati raggiunti nei confronti dei soci sostenitori/donatori; • appartenenza a organismi riconosciuti a livello nazionale e/o internazionale; • svolgimento di un’attività documentata preferibilmente da almeno cinque anni. Sono esclusi dalle attività di Fondazione Vodafone Italia gli enti con scopo esplicito di lucro a insindacabile giudizio di Fondazione. Non possono inoltre ricevere erogazioni da Fondazione le persone fisiche. Gli enti pubblici, a discrezione di Fondazione Vodafone Italia, possono ricevere erogazioni solo per progetti alla cui realizzazione compartecipino insieme ad una o più enti non profit di natura privata. pag. 11
  • 8. Trasparenza Fondazione Vodafone Italia vuole essere il più possibile trasparente nei confronti dei soggetti con cui opera. Trasparenza significa chiarezza dei rapporti innanzitutto con gli enti finanziati, ma anche con tutti gli enti e soggetti che contattano la Fondazione. Infatti a tutti gli enti che hanno presentato domanda di finanziamento viene inviata risposta positiva o negativa di accoglimento. Trasparenza vuole dire anche definizione di chiari requisiti di pre-selezione e specifica individuazione del processo di erogazione cui sono sottoposti i progetti. Le risultanze delle selezioni e l’elenco dei finanziamenti erogati agli enti vengono resi noti al pubblico mediante pubblicazione sul sito internet www.fondazionevodafoneitalia.it. Collaborazione e coinvolgimento Lo sviluppo di un progetto richiede il coinvolgimento di più parti: la Fondazione, gli altri finanziatori, l’ente o gli enti che realizzano il progetto, le amministrazioni pubbliche e la comunità locale. Lo staff di Fondazione si propone di operare affinché tra i diversi soggetti si instauri un clima di collaborazione in modo da rendere possibile la realizzazione efficiente del progetto e la convergenza delle aspirazioni e degli intenti dei diversi enti. La Fondazione ritiene fondamentale che le comunità locali siano coinvolte nella realizzazione dei progetti ed è pronta a partecipare a convegni, gruppi di lavoro e incontri con organizzazioni di rete fra enti non profit. Managerialità e controllo Dall’essere Fondazione di Impresa, Fondazione Vodafone Italia fa discendere anche una gestione manageriale del processo di erogazione e richiede agli enti operativi una gestione simile del progetto a partire dalla realizzazione di un piano dettagliato riguardante la definizione degli obiettivi e il successivo mantenimento. L’impegno dello staff di Fondazione, con il supporto del Progetto Fellow e degli enti non profit, è volto al costante controllo dell’utilizzo dei fondi e delle fasi di avanzamento del progetto. Con gli enti finanziati sono concordati criteri di misurabilità dei risultati intermedi e finali. 2002 Nasce Fondazione Vodafone Italia Vodafone Italia decide di creare una Fondazione completamente dedicata ad attività di servizio e di solidarietà sociale a favore della comunità e in particolare dei soggetti in situazioni più disagiate. L’obiettivo principe? Realizzare “investimenti sociali” finalizzati alla promozione dell’uomo e della società 2003 Primi passi Fondazione Vodafone Italia muove i primi passi nel complesso mondo del non profit cercando modalità efficienti per erogare finanziamenti. Da questo anno in poi al contributo di Vodafone Group Foundation si aggiunge una quota di utili dalla società Vodafone Omnitel NV 2004 Consolidamento Fondazione Vodafone Italia si dota di un proprio staff e consolida le proprie attività, avanzando il processo di definizione della propria identità 2005 Affinamento della strategia Il Comitato Scientifico di Fondazione orienta le scelte di intervento prevalentemente verso l’ambito sociale con particolare attenzione ai minori. Si strutturano i finanziamenti attraverso uno o più bandi annuali di erogazione 2006 Pro-attività Crescono esponenzialmente le richieste di finanziamento di progetti alla Fondazione, che cercando di interpretare al meglio il proprio ruolo di Fondazione di Impresa, affina le procedure di selezione e valutazione. La Fondazione risulta molto apprezzata dagli enti non profit per l’atteggiamento collaborativo. Viene introdotto l’ambito “periferie urbane”, inoltre si passa da un sistema di erogazione esclusivamente reactive (su bando) a un sistema proactive (promozione e coordinamento di finanziatori ed enti operativi) pag. 13
  • 9. L’assetto organizzativo di Fondazione Vodafone Italia, così come previsto dallo statuto, rispecchia uno schema consolidato con la presenza di un organo di gestione, di un organo di controllo e di un organo qualificato di consulenza scientifica. I poteri di gestione di Fondazione sono attribuiti al Consiglio di Amministrazione, al cui vertice si colloca il Presidente che non ha funzioni operative, ma ha la rappresentanza legale e i compiti di coordinamento e vigilanza sul buon andamento della gestione. La gestione operativa, su delega del Consiglio di Amministrazione è affidata al Segretario Generale che si occupa del funzionamento di Fondazione e del coordinamento del personale. I membri del Consiglio di Amministrazione di Fondazione Vodafone Italia sono nominati da Vodafone Omnitel N.V. tra i dirigenti delle diverse aree funzionali della società attraverso un processo di selezione interna. Il controllo della gestione è attribuito al Collegio dei Revisori che, nella funzione di controllo contabile, è affiancato da una società di revisione, cui spetta anche la certificazione del bilancio. In Fondazione Vodafone Italia il Comitato Scientifico è parte attiva del processo decisionale ed ha un ruolo centrale nella scelta delle aree di intervento e nella valutazione dei progetti. Il Consiglio di Amministrazione è stato rinnovato nel giugno 2007; alla data di pubblicazione del documento risulta composto da: Antonio Bernardi - Presidente, Massimo Ferrari - Vice Presidente, Silvia Candiani, Tito Chini, Gaetano Coscia, Roberta Perricone, Fabrizio Salvatore. Collegio dei Revisori Claudio Lesca Presidente Luca Lavazza Paolo Rota Nel novembre 2006 a seguito delle dimissioni del Revisore Luca Lavazza, è subentrato nel Collegio GiuseppeCosta, già membro supplente dello stesso segretario generale Ida Linzalone staff della fondazione Silvia Brambilla Project Specialist Giulia Carrera Project Manager Edmondo Esposito Project Manager Mario Irace Financial & Budgeting Analyst Rossella Mangione Senior Project Manager e Comunicazione Consiglio di Amministrazione Antonio Bernardi Presidente Massimo Ferrari Vice Presidente Sabrina Baggioni Gaetano Coscia Fabio Ficca Maria Paola Masturzo Stefano Takacs Michele Angelo Verna Presidente Antonio Bernardi Tito Boeri Professore di Economia del Lavoro all’Università Bocconi di Milano Franco Bomprezzi Giornalista, responsabile Area Sociale Agenzia AGR Ferruccio de Bortoli Direttore Responsabile Il Sole 24 Ore Simonetta Matone Consigliere di Cassazione con funzioni di Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Roma Don Gino Rigoldi Cappellano dell’IPM (Istituto Penale per i Minorenni) “C. Beccaria” e coordinatore per la Lombardia del CNCA (Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza) comitato scientifico pag. 15
  • 10.
  • 11. Da un’analisi condotta dall’istat nel 2005 SUlla povertà in Italia, risulta che le famiglie italiane che vivono sotto la soglia di povertà sono oggi poco più dell’11% delle famiglie residenti. L’incidenza delle famiglie povere è maggiore nel Sud (24%) con punte del 42,7% se i figli minori sono più di tre. Anche la popolazione anziana mostra un disagio diffuso: tra le famiglie con almeno un anziano l’incidenza di povertà (13,6%) è superiore di oltre due punti percentuali alla media nazionale e sale al 15,2% tra quelle con almeno due ultrasessantaquattrenni. Tale disagio è particolarmente evidente nelle regioni del Centro e Del Nord, che si caratterizzano per la maggiore presenza di anziani nella popolazione residente. a) minori DISAGIATI La povertà dei minori ha dimensioni rilevanti del nostro Paese. In Italia i minori “poveri” sono un milione e settecentomila, quasi il 17% di tutti i minori. Nel Sud la percentuale supera il 29%. Le categorie maggiormente a rischio sono rappresentate dai minori immigrati, rom e minori italiani che vivono in famiglie disagiate. Mancano in Italia politiche di inclusione sociale e di assistenza per le famiglie a rischio di povertà: l’Italia è uno dei pochi paesi Ocse senza prestazioni di “ultima istanza” per le famiglie. Le priorità d’intervento individuate da Fondazione Vodafone Italia sono state le seguenti: 1) La trasformazione degli istituti in comunità familiare o comunità educativa, anche a seguito della chiusura degli istituti per i minori entro il 31 dicembre 2006. Gli istituti ancora in funzione al 30 giugno 2003 ammontano a 215 unità e ospitano 2.633 bambini e adolescenti. Sono concentrati nelle regioni del Sud e nelle isole. La regione che presenta il maggior numero di strutture è la Sicilia con 63 istituti, seguita dalla Puglia con 35. Le due regioni che presentano il numero maggiore di minori accolti sono la Sicilia e la Campania con 547 e 500 bambini. Il 44% dei minori ha un’età compresa tra i 12 e 17 anni e circa il 4% con più di 18 anni. 2) Problemi legati alla salute mentale degli adolescenti. 1 adolescente su 5 in Europa presenta difficoltà evolutive, emozionali e comportamentali. 1 adolescente su 8 soffre di un vero e proprio disturbo mentale: disturbi d’ansia e depressivi, disturbi alimentari, ritardo mentale. Tra i disturbi più attuali emerge l’Internet Addiction Disorder, che si manifesta con effetti simili a quelli che insorgono tra gli alcolisti: difficoltà relazionali e professionali, sintomi astinenziali. In Italia il suicidio è la seconda causa di morte nella fascia d’età tra i 15 e 19 anni. Solo il 20% della popolazione infantile arriva ai servizi di consultazione. Nell’esercizio aprile 2006 - marzo 2007 Fondazione Vodafone Italia ha individuato tre settori di erogazione tutti rientranti in ambito sociale: a) minori disagiati b) anziani disagiati c) periferie urbane 3) Devianza minorile e bullismo. Si registra dal 2004 un aumento del numero dei minori negli IPM (Istituti Penali per i Minorenni), CPA (Centri di Prima Accoglienza), nelle Comunità e dei minori segnalati agli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni e in particolare un aumento dell’utenza straniera. Il bullismo può essere considerato come fenomeno predittivo alla comparsa in età adolescenziale di comportamenti devianti. Da una ricerca condotta in Italia risulta che il numero degli alunni oggetto di prepotenza è pari al 41% nella scuola primaria e al 26% nella scuola media. Il fenomeno del bullismo e della devianza minorile in generale assume dimensioni allarmanti in particolare tra i ragazzi delle scuole campane: il 45% degli adolescenti campani denuncia atti di prepotenza. 4) Sfruttamento minorile (lavoro minorile e minori vittime di tratta). L’Istat nel 2000 aveva stimato che in Italia i bambini (minori di 15 anni) “economicamente attivi” fossero circa il 3% di tutti i bambini. Oltre al 3% di bambini italiani bisogna considerare i bambini immigrati, spesso minori non accompagnati costretti a svolgere lavori pesanti di pulizia, a vendere prodotti agli angoli delle strade o a chiedere l’elemosina. Secondo le stime Ires/Cgil il numero complessivo dei minori coinvolti in lavori precoci salirebbe a 460.000-500.000. 5) Tratta di minori. Coinvolge l’Italia sia come paese di transito che come paese di destinazione. I minori vittime di tratta arrivano soprattutto dai paesi dell’Est Europa, ma le rotte sono in continuo mutamento. Il fenomeno è di difficile monitoraggio; i minori sono molto spesso coinvolti in attività illegali, quali lo sfruttamento sessuale e la prostituzione. La prostituzione non riguarda solo le ragazze straniere, ma comprende anche la più sommersa prostituzione maschile. b) Anziani DISAGIATI Il 19% della popolazione italiana ha più di 65 anni. Tra gli anziani esiste un’elevata incidenza della disabilità, gli anziani rappresentano infatti il 75% dei disabili italiani. Varie indagini hanno messo in evidenza la ridotta sopravvivenza di anziani esposti ad una condizione di solitudine, confermando l’isolamento come fattore di rischio. Le priorità d’intervento individuate da Fondazione Vodafone Italia sono state le seguenti: 1) Assistenza domiciliare. Costituisce una valida alternativa alla istituzionalizzazione e al ricovero per gli anziani malati cronici o con problemi di autosufficienza. Il ricorso all’assistenza domiciliare, ove possibile, consente di mantenere l’anziano nel suo ambiente di vita. Nonostante molte esperienze positive, però, la situazione italiana su questo fronte non è tra le più incoraggianti: sebbene tutti i paesi dell’Unione Europea abbiano individuato l’assistenza domiciliare come asse strategico per rispondere alle necessità degli anziani nei prossimi decenni, grandissima è ancora la distanza che separa l’Italia dai paesi del Nord Europa, dove la percentuale di anziani assistiti a domicilio è incomparabilmente più alta. 2) Sviluppo di centri ricreativi e di aggregazione in zone periferiche. La condizione di solitudine nella nostra società frenetica e spesso troppo individualistica costituisce forma di disagio da non sottovalutare soprattutto nei grandi centri urbani e nelle periferie. La costituzione di centri di aggregazione può essere parziale risposta all’esigenza di ciascun anziano di non essere abbandonato, qualora non possa contare sull’affetto dei propri familiari o amici. c) Periferie urbane Il fenomeno della rivolta delle periferie francesi ha aperto numerosi dibattiti sulle condizioni delle aree periferiche delle grandi città italiane che rappresentano da sempre luoghi a rischio, dove sono da fronteggiare problemi quali il degrado, l’abusivismo, la micro-criminalità. La riqualificazione delle periferie delle grandi città italiane ha bisogno di interventi a largo respiro, che non si fermino a dare una soluzione temporanea alle emergenze che di volta in volta si vengono a creare, ma che siano risposte ampie non estemporanee, che possano rappresentare e costruire una nuova idea di periferia urbana, ridisegnando spazi non solo architettonici ma anche sociali, riuscendo a muoversi nella direzione tracciata dalla conferenza di Rio de Janeiro (1992), di uno sviluppo sostenibile, cioè di una modalità di azione che coniughi tutela ambientale, sviluppo economico ed eliminazione della povertà. In Italia esistono politiche integrate per poter affrontare al meglio lo sviluppo e la riqualificazione sociale e territoriale: i piani strategici di area, oppure i nuovi strumenti di riqualificazione urbana come i contratti di quartiere, i Prusst (Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio) sono alcune delle politiche di riqualificazione integrata sviluppate in questi ultimi anni. La priorità d’intervento che è stata individuata è la seguente: Riqualificazione delle periferie attraverso un processo di coinvolgimento dei residenti e di integrazione. Sono necessari interventi integrati per poter affrontare al meglio lo sviluppo sociale e territoriale e azioni mirate su più fronti, da quello urbanistico a quello culturale. La riqualificazione passa, però, soprattutto attraverso un processo culturale di integrazione e crescita che coinvolga le persone residenti e le nuove generazioni. pag. 18
  • 12. Sono 45 i progetti che Fondazione Vodafone Italia ha deciso di sostenere nell’anno di attività 2006-2007. A questi si sono aggiunte le donazioni di Natale e una quota di integrazione alle donazioni effettuate dai dipendenti di Vodafone Italia. Le erogazioni sono arrivate a toccare quota 7.204.874 euro. La maggior parte dei progetti, coerentemente con il numero di richieste, è stata finanziata nel nord Italia, a cui fa riferimento il 43% dei progetti. Il 33% dei progetti finanziati è al centro del Paese, al sud e isole il 22%. Applicabile al territorio nazionale è invece un progetto. Tale ripartizione mostra una sostanziale riequilibratura rispetto all’attività dell’anno precedente a favore del centro (22% dei progetti sostenuti). Le percentuali relative alla distribuzione geografica delle risorse rispecchiano gli equilibri posti dalla distribuzione territoriale dei progetti: al nord è andato il 44% dei fondi disponibili, il 30% al centro, il 22% al sud e isole. Il 4% infine è stato destinato per proposte di carattere nazionale. Considerando la distribuzione dei progetti per ambito, dei 49 progetti finanziati 31 afferiscono all’ambito sociale: 22 riguardano minori disagiati, 8 anziani disagiati e 1 immigrati e integrazione. Sono 4 i progetti finanziati nell’ambito periferie urbane e 10 quelli in ambito accessibilità alla cultura. Proporzionali sono anche le risorse destinate ai vari ambiti: 74% all’ambito sociale (67% minori disagiati, 31% anziani disagiati e 2% immigrati e integrazione); 11% alle periferie urbane, 15% all’accessibilità della cultura. Nel periodo considerato, sulla base delle informazioni che ci hanno fornito gli enti non profit finanziati, i beneficiari diretti dei progetti riguardanti l’ambito sociale sono 7.370, di cui 4.627 sono minori, 1.243 anziani e 1.050 residenti in contesti di periferie urbane. Sono 450 i beneficiari diretti in ambito immigrazione e integrazione. distribuzione geografica dei progetti 43% nord distribuzione beneficiari PER AMBITo DI INTERVENTO 63% minori disagiati22% sud e isole 2% Progetti nazionali 33% centro distribuzione geografica delle risorse 44% nord 22% sud e isole 4% Progetti nazionali 30% centro 17% anziani disagiati 14% periferie urbane 6% IMMIGRAZIONE-INTEGRAZIONE pag. 21
  • 13. Anno fiscale 2006-2007 Vodafone Group Foundation Vodafone Italia Totale Totale fondi ricevuti 5.557.770 2.230.000 7.787.770 Totale fondi utilizzati per la gestione operativa 0 684.552 684.552 Totale progetti approvati da CdA(*) 5.557.770 1.647.104 7.204.874 Donazioni Natale (**) 2006 Associazione Città Regione Importo 1. Save the Children _ Italia 30.000 Integrazione Donazione Dipendenti (***) 2006-2007 Associazione Città Regione Importo 1. Ass. Presenza Amica Garbagnate (MI) Lombardia 5.805 2. Parrocchia Maria SS. delle Grazie al Purgatorio Napoli Campania 7.495 3. Ass. Culturale e Sportiva “Castelli Romani Bike” Roma Lazio 1.313 * Incluso fondo liberato dell’anno fiscale 2005-2006 e riutilizzato su un progetto dell’anno fiscale 2006-2007 (57.770 euro) ** Donazione: in occasione delle festività natalizie viene chiesto ai fornitori di Vodafone Italia di devolvere le somme destinate ai regali per i dipendenti dell’azienda a favore di associazioni non profit. Tale donazione avviene attraverso Fondazione Vodafone Italia. *** Donazione Dipendenti - “Ci sentiamo di donare”: iniziativa di Vodafone Italia che consente a tutti i dipendenti di donare mensilmente, per la durata di tre mesi, uno, cinque o dieci euro da devolvere a favore di un’associazione o di un ente non profit da essi stessi suggerito. Ogni tre mesi, attraverso la Vodafone Intranet viene segnalato un nuovo progetto. Fondazione Vodafone Italia integra l’importo laddove non venga raggiunto l’ammontare prefissato. Risorse della Fondazione Anno fiscale 2006-2007 valori espressi in euro Totale 30.000 Totale 14.613 Provenienza fondi Anno fiscale Vodafone Group Foundation Vodafone Italia Totale 2002-2003 1.550.000 0 1.550.000 2003-2004 1.335.900 1.500.000 2.835.900 2004-2005 4.501.707 2.368.482 6.870.189 2005-2006 5.483.300 2.277.000 7.760.300 2006-2007 5.500.000 2.230.000 7.730.000 Distribuzione risorse Anno fiscale Progetti Gestione Totale nr progetti 2002-2003 1.300.000 0 1.300.000 11 2003-2004 2.170.900 445.724 2.616.624 13 2004-2005 6.806.225 495.849 7.302.074 34 2005-2006 6.764.364 593.417 7.357.781 51 (*) 2006-2007 7.204.874 684.552 7.889.426 49 (*) nell’anno fiscale 2005-2006 il progetto del “Consorzio la città esistenziale” è stato ritirato (57.770 euro) 5 anni a confronto valori espressi in euro Totale 18.370.907 8.375.482 26.746.389 Totale 24.246.363 2.219.542 26.465.905 158 La maggior parte degli enti finanziati è costituita da enti privati nella veste giuridica di associazioni, fondazioni o cooperative sociali, ma non mancano altre tipologie di enti non profit anche pubblici. Di essi la maggior parte opera a livello locale. Il numero di enti coinvolti è ben maggiore del numero dei progetti in quanto, nell’ottica di costruzione di reti solidali, molti enti, anche su invito di Fondazione, hanno presentato progetti in collaborazione con altre organizzazioni e sono presenti anche consorzi di cooperative. Dal lato dei finanziatori, la Fondazione favorisce e promuove il coordinamento e predilige quei progetti in cui sia possibile ottimizzare l’investimento sociale insieme ad altri soggetti pubblici e privati. In quasi tutti i progetti la Fondazione si affianca a cofinanziatori di natura pubblica nazionale o locale, ma sono presenti in maniera significativa anche altri finanziatori che vanno da fondazioni bancarie o di altra natura a singoli privati. pag. 23
  • 14. ANZIANI disagiati Associazione Ryder Italia Onlus A.V.A.P.O. Mestre Onlus Caritas Diocesi Bolzano-Bressanone Caritas Diocesana Salerno Comunità Solidali S.C.S. Fondazione Fratelli di S. Francesco d’Assisi* L’ARCOBALENO Società Cooperativa Sociale Onlus SOL.CO. Solidarietà e Cooperazione Ospedale virtuale: attivazione di una rete telematica di sostegno per l’assistenza domiciliare Sorridere alla vita: insieme si può Una nuova Mensa a Merano Anziani mai soli Legami di prossimità Anziani insieme LASER Fermata a richiesta Minori disagiati A.N.G.E. - Associazione Nazionale Giovani Europei Arci Genova Archè O.N.L.U.S. Associazione Bloom Culture Teatri Associazione “Casa dell’Angelo” Associazione Comunità Il Gabbiano “Onlus” L’amico Charly Onlus Associazione Onlus Accademia l’Arte nel Cuore Associazione LULE o.n.l.u.s. COMIN Coop. Soc. di Solidarietà Onlus Consorzio di cooperative sociali “Il Nodo” A.R.L.* Soc. Coop. Sociale A.R.L. “La Dimora” Dedalus Cooperativa Sociale Cooperativa Sociale Lavoro e Integrazione Onlus Cooperativa Sociale Macramé Coop. Soc. Società Dolce Fondazione Exodus Mentoring Usa/Italia Onlus Segnavia - Padri Somaschi (PLOCRS) Save the Children Italia Spes contra Spem SOS il Telefono Azzurro Onlus* Comunicare con... Aggiungi un posto a tavola... Gatto Silvestro: la cura oltre la terapia Progetto teatro 2007 IPM Bologna Comunità S. Brigida Todo cambia Gli occhi del futuro: I laboratori L’Arte nel Cuore Donne in volo Spazio Cassiopea C’e’ chi dice no Nuvola Grecale Ricomincio da te Centro Adolescenti di Campi Bisenzio La Ginestra EDUCA - percorso di accompagnamento per i minori Progetto Mentore Fiori di strada Orizzonti a colori Approdo Implementazione del tetto azzurro 104.944 169.440 150.000 202.000 286.300 173.300 250.000 313.379 55.780 103.000 109.780 35.000 110.000 54.810 300.000 172.800 155.462 197.950 207.080 207.000 161.300 116.400 87.100 217.116 275.000 267.150 85.500 313.540 76.000 250.000 76 77 78 79 80 - 81 82 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 - 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 - Periferie Urbane V Dipartimento politiche sociali del Comune di Roma Associazione Amici del Banco Alimentare Palermo Onlus Associazione Spes - Cultura e Servizi tra la Gente - Onlus Ente Giuridico Collegio Maria Ausiliatrice Oratorio Centro Giovanile Giovanni Paolo II Polo per l’Inclusione Sociale di via Amarilli Và e anche tu fà lo stesso: la persona innanzitutto San Cristoforo “Un quartiere aperto per la città” Non più per strada Altri progetti Agenzia per lo Sviluppo Locale di San Salvario Associazione culturale e socio-assistenziale Il Cammino Onlus Associazione Culturale Ondadurto Teatro Associazione MusicaEuropa Ce.S.Vol. Centro Servizi per il Volontariato Centro di Solidarietà Il Ponte Arrivano dal Mare Soc. Coop. A.R.L. Cresc Onlus IRPA - Istituto di Ricerche sulla Pubblica Amministrazione Istituto David Chiossone per i ciechi e gli ipovedenti Onlus Missione di Speranza e Carità Onlus ConverGente. Casa delle culture L’amicizia educa romAteatro Arthmos Donne in vista Portofranco La baracca dei diversi talenti Cresc..ere insieme I beni culturali e la globalizzazione Percorsi di integrazione culturale per gli ipovedenti Cittadella del Povero e della Speranza (valori espressi in Euro) Totale 7.160.261 86 87 88 89 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 277.250 240.000 158.000 90.800 439.000 74.425 53.764 183.300 72.179 37.500 71.410 30.000 60.000 74.762 90.740 ENTE PROGETTO PAGINA IMPORTO APPROVATO ENTE PROGETTO PAGINA IMPORTO APPROVATO *Progetti deliberati dal CdA di Fondazione Vodafone Italia di cui non si sono sottoscritti i relativi accordi.
  • 15. dEi progetti completati nell’esercizio 2006-2007 ENTE PROGETTO Casa Famiglia l’Argine La Cura Ristrutturazione dell’attuale sede del Centro di Aiuto al bambino maltrattato e alla famiglia in crisi Batik FC Check Web Storievasive Koinè Musica per la libertà Casa delle stelle Comunità Alloggio “Casa San Rocco” Sostegno psicologico e sanitario per l’autogestione del diabete nell’età evolutiva Centro diurno integrato per anziani non autosufficienti Esercizio delibera OBIETTIVO Ristrutturazione di una casafamiglia per minori problematici Centro di prima accoglienza e accompagnamento lavorativo per persone svantaggiate ed emarginate Ristrutturazione del centro aiuto del bambino che offre servizi ambulatoriali ed educativi e percorsi di supporto alla genitorialità Sviluppo di un servizio di mediazione all’interno dell’Ospedale Sacco per donne immigrate e di uno sportello di orientamento per immigrati sul territorio della Zona 8 di Milano Sviluppo di un sistema di collegamento via internet della casa del paziente affetto da fibrosi cistica con il suo centro medico di riferimento Sviluppo di un percorso educativo interculturale per ragazzi stranieri seguiti dai Centri di Giustizia Minorile di Milano e Firenze Creazione di una comunità protetta per l’accoglienza di 8 minori stranieri non accompagnati, sostegno all’attività di accompagnamento e supporto finalizzato all’assistenza di minori rumeni nel territorio di origine Realizzazione di corsi di strumento individuali e di un laboratorio per la formazione professionale di tecnici del suono e di produttori multimediali con lo scopo di offrire un’esperienza formativa, professionale e di valorizzazione personale a minori inseriti nel circuito carcerario Creazione di una comunità destinata ai minori vittime di abusi, all’assistenza alle madri in situazione di disagio, con una parte dedicata ai neonati e ai bambini non accompagnati Creazione di una casa alloggio per minori a rischio sociale affidati dal tribunale e/o dai servizi sociali Sostenere l’attività di istruzione, educazione ed aiuto a bambini/giovani diabetici e alle loro famiglie nell’affrontare i problemi quotidiani mediante una concreta attività di formazione Realizzazione di un Centro diurno per anziani bisognosi di prestazioni assistenziali, sanitarie e relazionali LOCALITÀ Senna Lodigiana (LO) Messina Milano Milano Italia Milano e Firenze Torino Milano Quartucciu (CA) Cagliari Milano Cuneo (CN) Risultati al 30 giugno 2007 Ampliamento della Casafamiglia • 6 posti disponibili per minori per i quali i Servizi Sociali non riescono a trovare un’idonea collocazione. I posti, ad oggi tutti occupati, hanno permesso l’avvio di progetti educativi individualizzati in un contesto adeguato ai bisogni dei minori • Spazi specifici e ampi per favorire la convivenza di minori di diverse età ed esigenze, sia dal punto di vista igienico, che da un punto di vista ludico, relazionale, sociale, sanitario • Il “modello” di Casafamiglia si sta rilevando di interesse tale da essere replicato in altri contesti • 10.829 pasti erogati • 117 persone (di cui 52 immigrati) seguite, fornendogli servizi di accoglienza diurna-notturna, servizio doccia e lavanderia • Il servizio di inserimento lavorativo ha interessato il 60% degli utenti, permettendo agli stessi di trovare una collocazione autonoma nell’arco di 2 mesi • 30 bambini ospiti delle Comunità Elfi, Folletti e Gnomi sono entrati nelle loro nuove case più accoglienti e a misura di bambino, in cui trovare uno spazio solo per sé o condividerlo con gli altri • Nel 2006 accolti 57 bambini • Sede più rispondente ai bisogni dei bambini in grado di rendere il lavoro degli operatori più efficiente ed efficace • Attenzione alla persona-paziente • Disponibilità di ginecologhe per donne arabe • Identificazione di un luogo all’interno dell’ospedale per l’accoglienza delle donne straniere • Miglioramento di strumenti ospedalieri • Uso di procedure in lingua • Molte donne hanno imparato ad utilizzare lo sportello e gli ambulatori in modo regolare, vivendo come un diritto il percorso di accompagnamento in una struttura non sempre familiare come quella ospedaliera • Distribuzione e attivazione degli apparecchi di Telemetria ai pazienti affetti da fibrosi cistica • Coinvolgimento di 200 pazienti e 26 centri ospedalieri • Riduzione di un eventuale declino di funzione polmonare e quindi riduzione dei costi per la sanità pubblica • Stimolo per i ragazzi al recupero della memoria, alla rievocazione del periodo dell’infanzia e della propria storia • I racconti sono stati riadattati e trascritti sia in italiano che nella lingua di origine da Carthusia Edizioni, producendo 4 volumi illustrati • Realizzazione kit “Storievasive”, distribuito gratuitamente nelle scuole e, sul territorio nazionale, in tutti i Centri di Giustizia Minorile, gli Istituti Penali Minorili e le Comunità convenzionate • 450 inserimenti totali di cui oltre 250 avvenuti nella nuova sede ristrutturata; fra questi sono stati accolti bimbi di 21 nazionalità differenti anche se l’80% del totale provengono dalla Romania e dal Marocco • Il progetto Koinè è spesso presentato ai tavoli istituzionali come un progetto pilota e di riferimento per le nuove politiche rispetto ai minori extracomunitari • Realizzazione di 2 laboratori musicali • Ristrutturazione del laboratorio già esistente presso l’Istituto Penale Minorile “C. Beccaria” • Corsi di strumenti individuale e di musica d’insieme all’interno dei 3 spazi, rivolti ai giovani detenuti che intendono intraprendere un percorso educativo e formativo attraverso la musica • Accoglienza di 12 ospiti (2 mamme e 10 bambini), alcuni dei quali in pronto intervento • Oggi nella casa delle stelle ci sono 7 minori tra i 3 e i 12 anni e 1 mamma • 12 persone al lavoro affinché gli ospiti abbiano non solo un presente ma anche un futuro migliore • Ristrutturazione dell’edificio per garantire spazi adeguati alla vita dei giovani ancora minorenni, con l’eccezione di 2 maggiorenni che proseguono la permanenza nella struttura perché impossibilitati a rientrare in famiglia • Riqualificazione degli spazi esterni sotto il profilo della sicurezza e dell’impatto estetico • Incontri di educazione sanitaria ed aggiornamenti • Incontri di educazione alimentare • Supporto psicologico (corsi di formazione rivolti a genitori e bambini) • Soggiorni educativo-terapeutici • Altri eventi (Giornata Nazionale del Diabete, Festa di Natale) • Sostegno alle Cliniche Pediatriche di Milano e Brescia • Acquisizione di strumentazione medica • Inserite attualmente 15 persone bisognose seguite a turno da 7 operatori ed una ragazza in servizio civile volontario • Attività svolte: fisioterapia, ginnastica dolce, creatività, uscite, ecocarta, manualità, psicomotricità, spiritualità, musica, cucito Associazione Comunità Famiglia Nuova Associazione Penelope Coordinamento Solidarietà Sociale CAF Onlus Società Cooperativa Sociale San Martino Lega Italiana Fibrosi Cistica Articolo 3 Cooperativa Sociale AVP - Associazione Volontariato Penitenziario Mechor Società Cooperativa Sociale Associazione Suonisonori Onlus Fondazione Domus de Luna Onlus Provincia Ligure dei Padri Somaschi Sostegno 70 insieme ai ragazzi diabetici Onlus Il Ramo Società Cooperativa Sociale Onlus
  • 16.
  • 17. • Enti beneficiari ed Enti non beneficiari • Destinatari dei progetti • Amministrazioni Pubbliche • Media Partner • Studiosi del Terzo Settore • Clienti di Vodafone • Terzo Settore • Opinion makers • Mondo della CR (Università, Centri di Ricerca, Organizzazioni di promozione, Istituzioni) EsterniINterniSistema Azienda • Vodafone Group • Vodafone Italia • Dipendenti di Vodafone Italia Fondazione Vodafone Italia • Comitato Scientifico • Consiglio di Amministrazione • Collegio dei Revisori • Staff di Fondazione • Vodafone Group Foundation • Fondazioni Vodafone nel mondo Fondazione Vodafone Italia, in collaborazione con la Direzione Risorse Umane e Organizzazione di Vodafone Italia, ha sviluppato e avviato il Progetto Fellow, iniziativa che prevede il coinvolgimento dei dipendenti dell’Azienda nell’attività di Fondazione. Il Programma vuole essere un’opportunità per le persone di Vodafone che sentono di poter contribuire con il proprio tempo e capacità al lavoro della Fondazione e desiderano verificare direttamente i risultati dei progetti. Due gli obiettivi prioritari che si vogliono cogliere: 1) IL COINVOLGIMENTO DEI COLLEGHI DI VODAFONE NELLE ATTIVITÀ DI FONDAZIONE VODAFONE ITALIA I dipendenti Vodafone, dislocati in ogni parte di Italia, possono partecipare su base volontaria alla fase di monitoraggio e valutazione ex post dei progetti, effettuando sopralluoghi (due nell’arco di vita di un progetto, mediamente di 1 anno) per verificare l’avanzamento e la conclusione dei lavori, fornendo alla fine anche un report con i risultati quantitativi e qualitativi da loro stessi registrati. I Fellow possono produrre, laddove sussistano le condizioni necessarie, anche materiale video/fotografico a supporto della loro esperienza. 2) GESTIONE EFFICACE E CONTROLLO CAPILLARE DELLE ATTIVITÀ SOSTENUTE Le attività di verifica sono considerate dall’Azienda come giornate lavorative a tutti gli effetti. Sono previsti dei momenti di formazione, in cui la Fondazione fornisce il materiale descrittivo del progetto e in cui i colleghi possono approfondire la conoscenza del bisogno espresso dal progetto stesso e dell’ente sostenuto. Per la formazione e la compilazione dei report di verifica i Fellow mettono a disposizione il proprio tempo libero. IL PROGRAMMA È PARTITO NEL SETTEMBRE 2005 con una prima fase di monitoraggio di 15 progetti ed il coinvolgimento iniziale di 30 colleghi. La PRIMA FASE si è conclusa il 12 settembre 2006 a Milano, presso l’Auditorium di Vodafone in via Bisceglie, con una giornata di formazione e dibattito sui temi della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI): cosa si intende per RSI, lo scenario, l’attuale dibattito, gli orientamenti delle imprese che vogliono essere leader. Durante l’incontro, oltre alla partecipazione di Fondazione Vodafone, alcuni Fellow e un responsabile Risorse Umane dell’Azienda, sono intervenuti Giorgio Del Mare, Presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica, Don Gino Rigoldi, Cappellano dell’IPM “C. Beccaria” di Milano e coordinatore per la Lombardia del CNCA e Franco Bomprezzi, Giornalista responsabile Area Sociale Agenzia AGR. La SECONDA FASE del progetto è stata avviata nel novembre 2006, attualmente in fase conclusiva, con il coinvolgimento di 72 colleghi per un totale di 36 progetti su tutto il territorio nazionale. Nel corso dell’anno 2007 si avvierà la terza fase del programma, con nuovi colleghi su altri progetti. Fondazione Vodafone Italia assume impegni e responsabilità nei confronti di varie categorie di portatori di interesse, che è possibile classificare in interni ed esterni. pag. 30
  • 18. Qual è stata la molla che ti ha spinto a partecipare al progetto Fellow? “Ci sono realtà che non ci toccano direttamente, ma che hanno un disperato bisogno di aiuto” “Fa vedere la vita in un modo diverso (più reale) e fa apprezzare quella quotidianità che molti desidererebbero avere” “Poter verificare come un’azienda possa dare il suo contributo alla società, non solo dal punto di vista del business commerciale ma anche da quello sociale e culturale” “Fare qualcosa nel mio piccolo per aiutare le persone meno fortunate di me” Quali erano le aspettative legate alla partecipazione al progetto Fellow? Sono state soddisfatte? “Partecipando ad un laboratorio teatrale sono migliorato dentro” “Speriamo che almeno a qualcuno rimanga una fantasia di bambino e non sia costretto a diventare subito grande” “Ho appurato l’accurato lavoro che precede la nascita di un progetto nell’ambito del sociale e del no profit” “Sarebbe bello stabilire un rapporto continuativo sui loro continui sviluppi” Qual è l’aspetto che più ti ha colpito del progetto CHE HAI seguito? “La sofferenza in tutte le sue forme ti scuote sempre, ma il pensiero di entrare in contatto con persone così fisicamente e mentalmente provate mi ha tenuta con il fiato sospeso. È stato così finché non li ho incontrati: tutt’altro che chiusi al mondo, mi hanno accolto nel loro con la semplicità di gesti affettuosi, senza barriere e con fiducia. Dal turbamento alla commozione, e dalla commozione all’ammirazione per la forza con la quale gli assistiti combattono le loro piccole battaglie quotidiane, per la serenità e la pazienza con la quale gli operatori li accompagnano” “La serenità che regnava in un ambiente in cui coesistono persone di culture ed etnie differenti” “Inserimento nel mondo del lavoro e l’integrazione sociale, e non il puro assistenzialismo, mi sono sembrati validi obiettivi, gli unici realmente in grado di garantire un futuro migliore” “il progetto è gestito ed organizzato da suore cattoliche, ma coinvolge anche ragazzi di altre religioni nel rispetto della loro cultura” Qual è l’aspetto che più ti ha colpito dell’ente che hai visitato? “Tutti gli operatori che ho conosciuto lavorano con serietà e senza pietismi e pur nella consapevolezza delle difficoltà mantengono un clima sereno e uno sguardo rivolto al futuro dei loro assistiti” “Sembrava che tutti i partecipanti non fossero lì per lavorare, c’era qualcosa di più, era come se si creasse un legame fra loro e i bambini” “Sono state le persone. La loro passione, la loro voglia incondizionata e la loro devozione ad aiutare il prossimo senza ricevere nulla in cambio. L’entusiasmo che ci mettono ogni giorno per aiutare i ragazzi e le loro famiglie” Pensi di essere stato utile all’ente che ti ha accolto? Come? “Credo che in queste occasioni sia sempre maggiore il beneficio ricevuto che quello portato” “Avrei piacere di dare un contributo maggiore” La partecipazione al Progetto Fellow ha influito sulla tua attività professionale? E sulla tua sfera privata? “quando entro a contatto con la sofferenza, e soprattutto con persone che di fronte ad essa reagiscono con orgoglio e dignità, una parte di me si sveglia e apre, come si suol dire, una nuova finestra sul mondo” “Nel desiderio di ottenere buoni risultati educativi con i miei figli” “ho avuto l’opportunità di sviluppare ed approfondire una passione già esistente verso i temi del sociale” “mi ha fatto rendere conto di alcunE realtà che sono vicine a noi forse un po’ nascoste, ma ci sono. Ho imparato ad apprezzare di più ciò che ho” Pensi che Fondazione Vodafone Italia possa costituire uno strumento di miglioramento per gli enti non profit (oltre l’aspetto del finanziamento)? Se sì, come? “Ci possono essere ottime idee ed ideali, ma ciò che li rende attuabili è solo il denaro” “affiancare e trasferire questo modus operandi a delle persone che hanno tanta buona volontà, ma che in corso d’opera si possono trovare spiazzati da difficoltà operative/burocratiche/legislative/organizzative/ecc” pag. 33
  • 19. Fare il punto sulle priorità di minori, anziani, immigrati e periferie. Per progettare gli interventi futuri. Insieme. Questo il senso di “Fondazione Vodafone ed enti non profit: quali strade percorrere?” Un workshop voluto da Fondazione Vodafone Italia che ha riunito a Roma, lo scorso 8 novembre 2006 presso l’Istituto Luigi Sturzo, rappresentanti di enti non profit e della Pubblica Amministrazione. Particolarmente apprezzata la volontà da parte di Fondazione Vodafone Italia di costruire “strade comuni”: “Abbiamo voluto raccogliere idee e suggerimenti, ma anche confrontarci, con chi vive a contatto diretto con problemi sociali e con persone in stato di disagio. Per noi, è importante anche rafforzare la conoscenza tra le persone di Fondazione e gli operatori degli enti non profit. Se siamo soddisfatti? Direi proprio di sì, abbiamo tratto molti spunti che sono già tornati utili per il nostro lavoro. Per quanto riguarda la prospettiva degli enti non profit, ci ha fatto particolarmente piacere una sorta di nota a margine: è raro, ci hanno detto, essere coinvolti nella progettazione delle strategie e confrontarsi con enti erogatori”, sottolinea Ida Linzalone, Segretario Generale di Fondazione Vodafone Italia. Un dato di grande soddisfazione riguarda la partecipazione al workshop: “È stata una piacevole sorpresa. Abbiamo raccolto l’interesse di 60 persone che lavorano ogni giorno nei campi in cui è impegnata Fondazione Vodafone Italia. È un dato che premia la nostra volontà di innovazione nella definizione delle linee guida d’intervento e nella programmazione. I partecipanti hanno anche apprezzato la possibilità di conoscersi e di condividere le rispettive esperienze”. Quali indicazioni emergenti dal workshop rientreranno all’interno del modello operativo di Fondazione Vodafone Italia? “Innanzitutto, ci è chiaro il concetto di personalizzazione degli interventi. La crescente complessità con cui abbiamo a che fare comporta un approccio ad hoc, e non standardizzato, nel dare risposta ai bisogni. Anche se questa dinamica, è in genere più onerosa, in termini di risorse economiche e tempo”. Un accento particolare al tema della prevenzione: “È difficile da tradurre in termini concreti e misurabili. E quindi finanziabili. Eppure è strategica. Per noi “fare prevenzione” vuole dire educare ad affrontare la complessità e disporre le persone al cambiamento culturale per continuare a stare dentro la società, facilitarle nel mantenere la propria identità per evitare l’espulsione dal sistema”. Quindi, la rete: “Interventi isolati non portano grandi frutti. Condividere le risorse, anche intellettuali, vuole dire darsi la possibilità di realizzare progetti a più alto potenziale”. Per quanto riguarda le attività di erogazione, le indicazioni consegnate a Fondazione Vodafone Italia “sono focalizzate sull’ottimizzazione delle risorse che già ci sono, nei termini di progetti e di strutture. Un altro forte accento è stato dato alla replicabilità del progetto e alla sua adattabilità presso altri contesti territoriali. La partnership? È meglio se ha i caratteri di continuità nel tempo per favorire il completo avvio del progetto. Privilegiare il tema dell’innovazione in ambito progettuale è considerata una priorità. I progetti finanziati con questa filosofia possono poi essere “adottati” e sostenuti dagli enti locali”. Gli aspetti prioritari da tutelare negli ambiti di intervento di Fondazione Vodafone Italia emersi nel corso del workshop. Minori • Accompagnamento all’età adulta • Area penale esterna al carcere • Adozioni e affidi nazionali e internazionali • Utilizzo del tempo libero Anziani • Incontro tra le generazioni • Permanenza nella propria casa • Animazione per coinvolgere l’anziano, la sua famiglia e la comunità Immigrati • Orientamento e accesso ai servizi • Salvaguardia dell’identità culturale • Inserimento scolastico Periferie • Povertà relazionale si assomma a quella materiale • Intervento nelle scuole • Attenzione ai formatori (insegnanti ed educatori) e creazione di spazi d’incontro • Disagio dei “normali” pag. 35
  • 20. Fondazioni Vodafone nel mondo Vodafone Netherlands Foundation Vodafone Malta Foundation Vodafone New Zealand Foundation Vodafone Italy Foundation Vodafone Ireland Foundation Vodafone Hungary Foundation Vodafone Greece Foundation Vodafone Germany Foundation Vodafone Egypt Foundation Vodafone Czech Republic Foundation Vodafone Australia Foundation Vodafone Albania Foundation Foundation projects funded in Poland Vodafone ATH Fiji Foundation Vodafone Group Foundation Vodacom Foundation (Belgium) The Safaricom Charitable Foundation (Kenya) Vodafone US Foundation Vodafone UK Foundation Vodafone Turkey Foundation Vodafone Spain Foundation Vodafone Romania Foundation Vodafone Portugal Foundation Il sito internet di Fondazione Vodafone Italia (www.fondazionevodafoneitalia.it) è un importante canale di comunicazione e dialogo con gli stakeholder. Iniziative, bandi, regole per delineare una proposta progettuale, ambiti di finanziamento e procedure per la selezione. Questo e altro è possibile trovare sul sito internet di Fondazione, che oltre a essere una vetrina delle attività è anche un luogo di scambio di informazioni: news, video, rassegna tematica progetti in corso e progetti conclusi. Un’attenzione particolare è dedicata ai progetti presentati dagli enti non profit. Questi ultimi possono registrarsi e proporre a Fondazione il proprio progetto online, secondo un modello di domanda predefinito. Sono 1.286 gli enti non profit che hanno percorso questa strada e 998 i progetti che sono stati inseriti. Anche l’esito delle istruttorie sui progetti viene comunicato attraverso il sito. All’interno dell’area riservata, tramite username e password, è possibile accedere in qualsiasi momento per verificare se ci sono aggiornamenti sullo stato di avanzamento della selezione e valutazione della propria proposta. Il sito internet è accessibile a tutti i cittadini e rispetta le regole della comunicazione per le persone disabili. 2.232 la media mensile di visitatori Fondazione Vodafone Italia è espressione nazionale di un impegno che Vodafone Group spende a livello internazionale, tramite Vodafone Group Foundation. Le Fondazioni Vodafone sono 23 in tutto il mondo e ogni anno si riuniscono, 2 volte, per discutere i progetti più significativi, confrontare le best practices sviluppate e per programmare gli orientamenti futuri. Fondazione Vodafone Italia ritiene che la partecipazione a questi eventi sia un’importante opportunità di crescita e di confronto, utile a migliorare l’approccio agli ambiti di intervento e a cogliere dinamiche e scenari internazionali, calandoli nella realtà nazionale locale. Fondazione Vodafone Italia ha partecipato lo scorso novembre 2006 alla sessione invernale, a Il Cairo (Egitto), e a quella tenutasi a luglio 2007, a Newbury (Inghilterrra). pag. 37
  • 21. Costruire conoscenza diffusa di Fondazione Vodafone Italia e condivisione dei suoi obiettivi attraverso l’uso delle immagini. Quelle scattate dai fotografi, che hanno contribuito a realizzare gli ultimi due numeri di Fond of Life, sono servite a realizzare una mostra fotografica itinerante che ha seguito da vicino l’evento “Focus on us”, il momento annuale di incontro e confronto tra le persone di Vodafone Italia, l’Amministratore Delegato e il top management aziendale. La mostra ha toccato 8 città italiane (Bologna, Catania, Ivrea, Milano, Napoli, Padova, Pisa e Roma) tra gennaio e marzo 2007 e coinvolto 6 mila dipendenti di Vodafone Italia. La mostra fotografica si inserisce a pieno titolo all’interno dell’ampia azione di sensibilizzazione dei dipendenti circa le attività di responsabilità sociale di Vodafone Italia, di cui Fondazione è espressione. pag. 39
  • 22. Staff: verifica i requisiti formali e sostanziali e i criteri utilizzati, l’opportunità e la presentabilità del progetto al Comitato Scientifico e al Consiglio di Amministrazione Comitato Scientifico: valuta il valore, i contenuti, la congruità Consiglio di Amministrazione: decide in merito ai costi-benefici del progetto, la capacità dell’ente non profit di raggiungere gli obiettivi con efficienza ed efficacia IL PROCESSO: Linee generali sul flusso decisionale Il Fond of Life (FoL) di Fondazione Vodafone Italia piace ai portatori di interesse? Decisamente sì. è ciò che emerge dalla lettura dei dati tratti dai questionari di gradimento, restituiti a Fondazione Vodafone Italia. I portatori di interesse, interni ed esterni all’Azienda, sottolineano che il FoL precedente è “facilmente leggibile” e che rappresenta chiaramente le attività svolte, oltre che fare capire qual è il “ruolo sociale svolto da Fondazione Vodafone Italia”. Così come pare assolutamente ben descritta e definita la mission e la struttura organizzativa, con ruoli e funzioni. Particolarmente apprezzata è anche la rappresentazione visiva e sintetica dei progetti sostenuti da Fondazione Vodafone Italia. L’ultima domanda chiedeva ai portatori di interesse di dare un giudizio sulla percezione di Fondazione e delle sue attività. I risultati? Fondazione Vodafone Italia si dimostra “collaborativa con gli enti non profit”, “attenta ai bisogni della società”, “trasparente nel suo operato” ed “efficace nel suo intervento”. Gli stakeholder sono quindi stati coinvolti nel fornire proposte e suggerimenti per migliorare sempre più Fond of Life. Fondazione Vodafone Italia, tenendo in debito conto le aspettative create, ha adottato i suggerimenti di dare ampio spazio alle testimonianze dirette, sia degli enti non profit sostenuti sia dei dipendenti coinvolti nel Progetto Fellow, e di impegnarsi ancora di più nella comunicazione e visibilità dei risultati che coglie. In più, si ritiene strategico fornire maggiori informazioni su come è possibile presentare i progetti da parte degli enti non profit e adottare indicatori di performance specifici per la propria attività, oltre che aprirsi alla collaborazione con realtà non profit di minore dimensione. L’impegno di Fondazione Vodafone Italia è di arrivare a coinvolgere tramite il questionario un numero crescente di stakeholder. 1) ricerche e analisi STAFF 3) attività e BILANCIO preventivo CDA 4) PRE-SELEZIONE PROGETTI STAFF 5) VALUTAZIONE E SELEZIONE PROGETTI Comitato Scientifico 2) scelta ambiti di intervento Comitato Scientifico 6) APPROVAZIONE PROGETTI E FINANZIAMENTO CDA 7) GESTIONE E CONTROLLO EROGAZIONI STAFF organi e tipologia di potere decisionale pag. 41
  • 23. 2Il Comitato Scientifico esprime il proprio parere a partire dal report che gli viene sottoposto e indica gli aspetti e gli ambiti da prediligere fra quelli individuati nel documento, eventualmente evidenziando anche altri aspetti ritenuti prioritari e dando indicazioni sulle modalità di approccio alle problematiche emerse. A partire dalle indicazioni del Comitato Scientifico, il Consiglio di Amministrazione approva gli ambiti di intervento dell’esercizio e il programma annuale di attività. 1Lo staff di Fondazione Vodafone Italia raccoglie dati e ricerche negli ambiti di possibile intervento previsti dallo Statuto, effettuando anche interviste agli studiosi di settore e ai principali operatori. Sulla base dei dati raccolti vengono individuate priorità di azione sulle quali si approfondisce la ricerca, stilando un report statistico e documentale da presentare agli organi deliberanti. 3 I possibili interlocutori vengono ricercati mediante due modalità: il contatto diretto e la pubblicazione dei bandi sul sito internet. a. Secondo la prima modalità vengono individuati alcuni enti che operano negli ambiti di azione approvati per l’esercizio. Gli enti sono contattati al fine di sviluppare un progetto comune che vada nella direzione di risolvere il problema o di ridurlo mediante un’efficace prevenzione. b. Per le tematiche individuate vengono, due volte all’anno, pubblicati dei bandi sul sito internet di Fondazione Vodafone Italia nei quali gli enti non profit sono invitati a presentare progetti conformi alle indicazioni. 5I progetti selezionati vengono presentati al Comitato Scientifico che, a partire dalle proprie conoscenze ed esperienze, ne valuta la qualità, l’importanza dell’impatto e l’efficacia, decidendo quali progetti promuovere e quali progetti respingere. Successivamente il Consiglio di Amministrazione prende in considerazione solo i progetti approvati dal Comitato Scientifico e delibera se abbandonare o finanziare il progetto definendo anche l’ammontare dell’erogazione e ponendo, eventualmente, dei vincoli sulle tipologie di costo da finanziare. 4 a. Con gli enti interpellati direttamente si sviluppano progetti sulla base della loro esperienza operativa, che vengono valutati ed eventualmente modificati in corso di progettazione dallo staff di Fondazione Vodafone Italia. Solo se al termine della procedura di progettazione, la proposta risulta pienamente soddisfacente per Fondazione Vodafone Italia (cioè il più possibile efficace), si procede a inoltrarlo agli organi deliberanti. b. I progetti presentati mediante bando pubblico sono dapprima soggetti a due ordini di valutazioni: a) di pertinenza: rispondono in effetti al bando e alle sue indicazioni? b) di completezza: la domanda è completa di tutte le informazioni richieste? La selezione avviene mediante l’analisi di due aspetti: 1) la solidità, l’esperienza e l’adeguatezza dell’ente e la sua prevedibile capacità di portare a termine il progetto e successivamente continuarlo senza l’apporto di Fondazione Vodafone Italia; 2) il contenuto del progetto. Quest’ultimo aspetto assume ovviamente il peso più rilevante nella valutazione. 6Tra Fondazione Vodafone Italia e gli enti proponenti i progetti approvati, viene stilato un contratto che garantisce la Fondazione in relazione all’effettivo utilizzo delle somme per il progetto individuato. Successivamente alla firma del contratto e con l’inizio del progetto, viene erogata la prima tranche di finanziamento in genere corrispondente al 40% della somma che la Fondazione ha deciso di erogare. 7 Gli enti finanziati sono soggetti al controllo di Fondazione mediante la visita degli operatori della stessa o di dipendenti di Vodafone (Progetto Fellow), che si prestano volontariamente a tale attività. Gli enti devono inoltre presentare in genere due report: il primo è intermedio e corrisponde a una fase avanzata del progetto, è completato dalla descrizione e dalle prove concernenti le attività svolte e dalle fatture di spesa; il report finale descrive l’attività e le spese effettuate dalla verifica intermedia al termine del progetto, e illustra i risultati raggiunti dal progetto. A seguito del report intermedio la Fondazione, in genere, eroga il 40% delle somme stanziate, mentre il restante 20% è erogato al termine del progetto. 1) Ricerche e analisi relative agli ambiti di intervento 2) Approvazione ambiti di intervento e programma annuale attività 3) Individuazione possibili interlocutori 4) Valutazione e selezione dei progetti 5) Scelta dei progetti e dell’ammontare delle erogazioni 6) CONTRATTO, partenza progetto e prima rata di finanziamento 7) Monitoraggio (fase intermedia e report finale) pag. 43
  • 24. pag. 45 Per Fondazione Vodafone Italia, essere Fondazione di Impresa vuole dire adottare un approccio concreto e pragmatico che guarda ai risultati e ne qualifica la portata, senza perdere di vista i valori, nell’ambito di una visione strategica di lungo periodo. Proprio da questo approccio nasce il nuovo “modello” della domanda di finanziamento utilizzata nell’esercizio 2006-2007 che intende meglio strutturare le richieste di erogazione che pervengono alla Fondazione. IL NUOVO MODELLO DI DOMANDA HA DIVERSI OBIETTIVI: • aiutare gli enti non profit a stendere un progetto coerente e strutturato in tutte le sue parti; • consentire a Fondazione Vodafone Italia una migliore analisi dell’assetto degli enti non profit e dei progetti assicurando a tutti i richiedenti uniformità di valutazione; • facilitare il successivo controllo dell’intervento mediante l’individuazione di obiettivi, azioni per raggiungere gli obiettivi, indicatori per misurare obiettivi e azioni e possibilmente di un cronogramma per la definizione temporale dello sviluppo del progetto. Il nuovo modello si compone di due documenti: • la parte descrittiva dell’ente e del progetto; • la formulazione del budget relativo al progetto. Il documento descrittivo dell’ente e del progetto deve essere formulato secondo il seguente contenuto: • DATI GENERALI • PRESENTAZIONE DELL’ENTE • ANALISI DEL BISOGNO • ILLUSTRAZIONE DEL PROGETTO E DEGLI OBIETTIVI • PIANO DIVALUTAZIONEPEROGNIOBIETTIVOSPECIFICO • ALLEGATI nome progetto e dati di sintesi forma giuridica organi sociali personale dati di bilancio contesto dati statistici e fonti aspetti critici bibliografia il progetto obiettivo generale e obiettivi specifici stato del progetto swot analysis indicatori di risultato azioni risultato atteso per ciascuna azione Documentazione da inviare in forma cartacea composta da: statuto organi sociali ultimo bilancio cronogramma altra documentazione Il BUDGETdel progetto deve essere ugualmente presentato secondo uno schema prefissato, presente sul sito internet di Fondazione; nel quale devono essere indicati e specificati, come da istruzioni, imputandoli alle apposite voci, i costi così suddivisi: • costi per le risorse umane; • costi per investimenti; • costi per attrezzature, materiali e forniture; • costi per beni e servizi; • costi per attività ordinaria. Per ciascuna tipologia di costo deve essere indicata la fonte di copertura (fondi propri, altri finanziatori privati, finanziatori pubblici, Fondazione Vodafone Italia). pag. 45
  • 25. Minori• disagio adolescenziale, disagio psichico e bullismo • area penale, con focus su percorsi alternativi al carcere • prostituzione minorile • minori non accompagnati Immigrati• povertà delle famiglie • esigenza di accesso ai servizi • salvaguardia delle identità culturali e integrazione nella scuola Anziani• difficoltà economiche e relazionali • non autosufficienza (carenza di servizi al Sud) • attivazione dei legami di prossimità Sul tema periferie urbane, in particolare nel Sud, venGONo privilegiati gli interventi educativi sui giovani, attraverso il presidio della scuola e lo sviluppo di iniziative, strutture e servizi che consentano la diffusione di una cultura della legalità. PRIMA FASE: AMMISSIBILITÀ – NON AMMISSIBILITÀ Nella prima fase lo staff di Fondazione Vodafone Italia procede a verificare se il progetto è ammissibile. In caso di non ammissibilità il progetto viene respinto senza essere ulteriormente analizzato. Cause di non ammissibilità possono essere, per esempio: 1. ente avente forma giuridica non finanziabile; 2. ente con finalità non coerenti con il progetto proposto; 3. ente di troppo recente costituzione che non presenta adeguato grado di affidabilità; 4. progetto al di fuori degli ambiti di intervento; 5. domanda incompleta; 6. l’analisi del bisogno non riconosce un gruppo di utenti e di beneficiari ben precisi; 7. dalla descrizione del progetto risulta difficile riconoscere il disagio sociale degli utenti dell’interventi; 8. Fondazione Vodafone Italia è l’unico finanziatore; 9. non sono definiti gli obiettivi specifici; 10. non sono chiaramente indicati gli indicatori di risultato o di processo; 11. viene richiesto prevalentemente il finanziamento di spese ordinarie dell’ente; 12. viene richiesto prevalentemente il finanziamento di spese di promozione/eventi (sponsorizzazione). SECONDA FASE: ATTRIBUZIONE DI UN PUNTEGGIO Per i progetti ritenuti ammissibili si procede nella valutazione con i seguenti criteri: 1. il punteggio massimo attribuibile a un progetto è 100 punti; 2. viene dapprima effettuata una valutazione della domanda (fino a 10 punti), poi la valutazione dell’ente proponente (fino a 30 punti) e successivamente una valutazione del progetto (fino a 60 punti). La valutazione della domanda viene effettuata in base alla completezza, chiarezza, esaustività e adeguata sinteticità. La valutazione dell’ente è effettuata in base a molteplici criteri relativi all’assetto giuridico, organizzazione, gestione ed esperienza nel proprio settore. La valutazione del progetto è ovviamente la più complessa: parte dalla coerenza del progetto presentato con le attività dell’ente, valutando poi la modalità di finanziamento, il numero di utenti coinvolti, le risorse del personale utilizzate, i costi, la fattibilità, la misurabilità (cioè le modalità di controllo, la possibilità effettiva di verificare gli indicatori proposti, ecc) e la sostenibilità. Si tratta di una valutazione a uso interno di Fondazione Vodafone Italia, che non viene resa pubblica in quanto strumento di ausilio per la pre-selezione. Nell’esercizio 1 aprile 2007-31 marzo 2008 Fondazione Vodafone Italia ha stabilito di intervenire nei seguenti ambiti, con particolare attenzione alle rispettive specifiche: pag. 47
  • 26.
  • 27. Intervista a Valerio Pedroni (nella foto a sinistra) Responsabile del Pronto Intervento Segnavia Prostituzione e tratta di minori Botte, vita di strada, abusi sessuali. Se il tuo mondo è stato questo non è poi così male stare con un ragazzo, il tuo sfruttatore, che ti spinge a fare “la vita”, ma che non ti picchia e ti lascia in tasca il 10 % di quello che hai guadagnato in un mese, circa 1.000 euro, per soddisfare le tue necessità. Provocatori? Sì, ma “occorre cambiare la prospettiva, se vogliamo trovare i motivi che spingono le ragazzine straniere a vendersi sui marciapiedi e negli appartamenti”, spiega Valerio Pedroni, 29 anni, di Milano, responsabile del Pronto Intervento Segnavia, promotore del progetto “Fiori di strada”, sostenuto da Fondazione Vodafone Italia. “Tra i due estremi degli stereotipi sulla prostituzione, quello della scelta consapevole e quello della schiavitù, ci sono sfumature infinite di colore”. Un buon punto di partenza per addentrarsi in questo ambito del disagio è assumere che “spesso chi si prostituisce non è assolutamente consapevole di avere una dignità e dei diritti”. Come può averli una ragazzina Rom di 14 anni? “Come quella arrivata da noi qualche giorno fa. Sui documenti c’è scritto che ha 14 anni, ma non ne può avere più di 11”. Quali storie hanno alle spalle le ragazze che incontrate? “Le più diverse. Le ragazze romene, sulle quali ci stiamo concentrando nell’ultimo periodo, non hanno una famiglia alle spalle o hanno un solo genitore, hanno vissuto spesso per strada e vengono da esperienze di violenza domestica. Nella maggior parte dei casi sono sprovviste di regolarizzazione e vengono in Italia sulla “via della speranza” a bordo di piccoli furgoni. Sono reclutate e vendute in Italia alla mafia albanese per 1.500-2.000 euro. Se sono giovani è meglio, perché lavoreranno di più”. Vengono quindi affidate a ragazzi giovani, 20-25 anni d’età, che “le fanno innamorare, non le picchiano, le proteggono, lasciano loro dei soldi. I proventi della prostituzione finiscono poi in mano ai “fratelli maggiori”, persone di 30-35 anni, che li investono nel traffico di narcotici, molto più remunerativo e scarico da pericoli”. Un altro grande bacino di reclutamento è l’ex-Unione Sovietica. Poi c’è la Nigeria: “Le ragazze provengono tutte, 9 casi su 10, dalla stessa zona, vengono prese in consegna in Italia da una madame, che le costringe a onorare un debito considerevole, 50-60.000 euro, condito da minacce di malefici che attengono al mondo delle credenze religiose. A loro viene fatto pagare anche l’affitto del posto che occupano in strada”. La prostituzione sudamericana invece segue altre regole: “Le ragazze si prostituiscono in appartamento e devono pagare un canone elevatissimo al mese, impostogli dalla loro caffettona, che motiva tale spesa elencando i costi che derivano dagli annunci sui giornali e in internet”. Mai avuto problemi con i protettori? “Abbiamo capito che il modo migliore per affrontarli è non temerli. Accettano il contatto con la loro prostituta, ma non per più di 5 minuti, dopodiché alla ragazza suona il cellulare, che è un potente strumento di controllo. E poi abbiamo un ottimo rapporto con la Squadra Mobile e i Nuclei Operativi dei Carabinieri, ci sentiamo praticamente ogni giorno: quelli del racket lo sanno benissimo. Siamo visti come una sorta di poliziotti sociali”. Un tema delicato è il rimpatrio nel Paese d’origine delle ragazze, previsto dalla legge: “Uno strumento che registra un utilizzo crescente da parte delle vittime della tratta. La speranza è che dall’altra parte ci sia un nucleo familiare in grado di ri-accogliere la persona. In caso diverso è tutto più difficile, a partire dall’inevitabilità dello stigma sociale che queste ragazze portano con sé”. Ci sono casi di successo anche tra le persone che hanno deciso di fermarsi in Italia: “Ragazze con alle spalle esperienze di prostituzione hanno cambiato vita e lavorano al fianco delle Forze dell’Ordine come mediatrici culturali per tirare fuori dal “giro” altre ragazze. Mi dicono che per loro è il lavoro più bello”. Come vede il futuro? “Quello che siamo abituati tutti a considerare, anche un po’ benevolmente, il mestiere più vecchio del mondo ha registrato negli ultimi 15 anni un boom incredibile. Penso che sia il risultato dell’opulenza della nostra società. E la domanda genera l’offerta. Ciò che occorre di più è strutturare, consolidare i servizi per operare in continuità e allargare le attività. Lo Stato, ai suoi vari livelli, deve fare la sua parte con interventi importanti e significativi. Troppo spesso siamo legati all’arbitrarietà decisionale degli amministratori locali. I progetti vanno pensati con una logica che va oltre l’annualità di applicazione, per superare la fragilità degli interventi e dare certezze alle persone con cui lavoriamo”. pag. 51
  • 28. UN FUTURO IN TV? A.N.G.E. - Associazione Nazionale Giovani Europei I giovani in carcere hanno una bassissima scolarizzazione o sono addirittura analfabeti. Inoltre, si registra una presenza crescente di extracomunitari senza riferimenti affettivi e familiari sul territorio nazionale. L’Associazione Nazionale Giovani Europei vuole fornire sia un’opportunità formativa per i ragazzi detenuti, per apprendere abilità e competenze in materia di comunicazione televisiva spendibili poi sul mercato del lavoro, sia un’occasione di sensibilizzazione della cittadinanza sulle problematiche della carcerazione minorile, attraverso la produzione di trasmissioni a cura dei ragazzi. Beneficiari finali 20 ragazzi detenuti nell’Istituto Penale per i Minorenni di Catanzaro Obiettivi del progetto • Offrire ai ragazzi detenuti formazione, che permetta loro di recuperare fiducia nelle proprie capacità, e di acquisire le prime competenze tecniche della professione di operatore televisivo • Promuovere, attraverso lo strumento televisivo, una cultura sensibile alle problematiche connesse alla carcerazione minorile Descrizione • Realizzazione di un corso di operatore televisivo, con un approccio teorico (nozioni sulla regia, sulla telecamera, sulle tecniche di ripresa, ecc.) e pratico (analisi di testi filmici e di altri output televisivi ed esercitazioni pratiche di ripresa) • Promozione di uno stage post-corso Località Catanzaro Tempi di realizzazione 9 mesi Partner • 1 ente: Istituto Penale per Minorenni “S. Paternostro” di Catanzaro • 2 associazioni: Associazione Diventeranno Famosi (e il suo partner, la televisione satellitare Oasi Tv); Associazione Athena Azioni realizzate Start up AFFIDOOMOCULTURALE Arci Genova - www.arcigenova.it La comunità straniera è risorsa e non solo destinataria di servizi. Il progetto vuole favorire l’integrazione di minori stranieri in difficoltà attraverso una partecipazione attiva delle famiglie straniere, che aiutino e sostengano famiglie, del loro stesso Paese, in situazioni critiche, attraverso l’accoglienza dei minori. È prevista la costruzione di una solida rete di partecipazione, collaborazione e responsabilizzazione di diversi soggetti coinvolti, che giocano un ruolo di attori del cambiamento. Beneficiari finali 30 minori di seconda generazione e loro familiari Obiettivo del progetto • Favorire l’integrazione di minori stranieri in situazioni critiche attraverso: • la valorizzazione della cultura di appartenenza; • il sostegno da parte di famiglie straniere ormai integrate; • la collaborazione di associazioni e della rete di servizi del territorio Descrizione • Costituzione di reti di famiglie straniere (latinoamericana e maghrebina) disposte a sostenere famiglie in difficoltà attraverso l’accoglienza dei figli nelle ore di studio, dei pasti o durante le vacanze • Condivisione delle buone prassi e dell’esperienza dei diversi progetti di affido omo-culturale attivi in Italia (tavolo di rappresentanti dei progetti di affido omo-culturale, pubblicazione di un report, convegno) Località Genova Tempi di realizzazione 28 mesi Partner 1 ente: Regione Liguria Persone coinvolte • 8 operatori • 7 volontari Azioni realizzate Start up pag. 53
  • 29. PER BAMBINI E ADOLESCENTI CON DISAGIO PSICHICO E PER LE LORO FAMIGLIE Archè O.N.L.U.S. - www.arche.it I minori destinatari dei progetti personalizzati di assistenza e accompagnamento vengono indirizzati a questo servizio dal reparto di Neuropsichiatria dell’Ospedale San Paolo di Milano o dall’Associazione Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Disabili intellettivi e/o relazionali). L’intervento si affianca alla terapia medica, a cui questi bambini sono sottoposti, creando per ognuno di essi un percorso individuale con un volontario dedicato. Insieme al volontario il bambino vive esperienze e relazioni fondamentali per sviluppare il proprio sé. Beneficiari finali 30 minori affetti da disagio psichico e le loro famiglie Obiettivo del progetto • Favorire la crescita personale, la costruzione dell’identità e la capacità di progettare il proprio futuro nei bambini • Promuovere l’uscita dall’isolamento delle famiglie e l’apertura al contesto comunitario Descrizione • Reclutamento e formazione di giovani volontari disponibili a realizzare un progetto di assistenza e accompagnamento della durata di un anno • Laboratori espressivi e multimediali, con momenti di ascolto e counselling informale con i minori • Attivazione di reti di aiuto informale di riferimento per la famiglia • Momenti di confronto di esperienze e di condivisione tra famiglie Località Milano (zona Stazione Centrale ) Tempi di realizzazione 18 mesi Partner 1 ente: Comune di Milano Persone coinvolte • 6 operatori • 20 volontari Azioni realizzate Start up A teatro per dialogare e coinvolgere Associazione Bloom Culture Teatri - www.teatrodelpratello.it Il progetto teatrale presso l’Istituto Penale Minorile di Bologna coinvolge i ragazzi detenuti presso l’Istituto per un periodo di 6 mesi. Vengono attivati numerosi laboratori (teatro, scenotecnica, attrezzeria teatrale, sartoria, illuminotecnica, canto, movimento, danza) nel corso dei quali sono realizzate con il diretto coinvolgimento dei ragazzi tutte le componenti di uno spettacolo teatrale. Lo spettacolo realizzato verrà replicato per circa tre settimane e sarà aperto alla cittadinanza, previa autorizzazione dell’autorità giudiziaria competente. Particolare attenzione verrà rivolta a un pubblico di adolescenti, composto di classi di Istituti Superiori accompagnate da insegnanti e genitori, attraverso la collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e la Regione Emilia-Romagna. Beneficiari finali 15 minori sottoposti a procedimento penale Obiettivo del progetto • Educare alla convivenza, al rispetto reciproco, al lavoro di gruppo • Offrire pari opportunità di sperimentare linguaggi creativi, espressivi, comunicativi, che sostengono l’accettazione di sé e l’autostima • Costruire uno spettacolo teatrale dove l’adolescenza è protagonista • Creare occasioni di incontro e di scambio tra il carcere e la cittadinanza e tra adolescenze vissute dentro, fuori dal carcere Descrizione • Promozione di laboratori teatrali (scrittura, movimento, canto, danza, scenotecnica, sartoria, illuminotecnica, attrezzeria) • Rappresentazione dello spettacolo finale Località Bologna Tempi di realizzazione 6 mesi Partner • 4 enti: Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Ministero del Lavoro, Comunità Europea • 2 fondazioni: Fondazione CaRisBo, Fondazione del Monte • 1 cooperativa: Cooperativa Manutencoop Persone coinvolte 15 operatori e 10 volontari Azioni realizzate Il Progetto Teatro presso l’IPM di Bologna ha cadenza annuale dal 1998. è in corso l’annualità 2006 pag. 55
  • 30. una speranza per chi viene allontanato dalla famiglia Associazione “Casa dell’Angelo” - www.casadellangelo.org Nel territorio con il maggior tasso di disoccupazione di tutta Italia, in cui il rischio di devianza ha un indice elevato, l’istituzione nel 2006 della prima comunità di accoglienza per minori di sesso maschile, rappresenta un’opportunità unica per chi viene allontanato dalla propria famiglia. Il progetto si propone non solo di offrire una casa, ma anche di far intraprendere ai ragazzi in affidamento percorsi educativi, formativi e orientativi che costituiscono una reale educazione personale, civica e morale. Beneficiari finali 8 minori di sesso maschile (14-18 anni) Obiettivo del progetto Realizzare una casa alloggio per l’affidamento temporaneo di minori allontanati dal nucleo familiare, sia con provvedimenti d’autorità (Tribunale dei Minori) sia su indicazione dei Servizi Sociali, assicurando loro non solo il soddisfacimento dei bisogni primari, ma intervenendo in ogni aspetto della loro vita (formazione, educazione, salute, assistenza psico-fisica) con percorsi specifici Descrizione • Alloggio per minori e soddisfazione dei bisogni primari di sostegno e cura • Azioni educative, di orientamento professionale e di sostegno scolastico, di socializzazione • Percorsi di educazione alla legalità, di volontariato e di catechesi • Colloqui di sostegno con lo psicologo • Incontri con la famiglia Località Caltanissetta Tempi di realizzazione 24 mesi Partner 1 ente: Comune di Caltanissetta Persone coinvolte • 7 operatori • 2 volontari Azioni realizzate Il progetto è in fase intermedia Beneficiari finali • 15 adolescenti e giovani adulti multiproblematici e devianti • 50 operatori e volontari partecipanti alla formazione Obiettivo del progetto Attivare, sperimentare e valutare un modulo di accoglienza e trattamento attraverso percorsi specifici e mirati, all’interno di una casa di accoglienza per minori Descrizione • Completamento della ristrutturazione e dell’adeguamento dei locali della casa di accoglienza • Attivazione del modulo per l’accoglienza e il trattamento (corsi di formazione per gli operatori, promozione dell’iniziativa e sensibilizzazione del territorio, inserimento degli utenti nel progetto) • Momenti di incontro e confronto con i servizi territoriali di zona e con gli operatori del progetto per la stesura di linee guida operative condivise Località Morbegno (So) - Località Dos de la Lumaga Tempi di realizzazione 12 mesi Partner • 1 fondazione: Fondazione Cariplo • 1 ente: Comune di Morbegno Persone coinvolte • 13 operatori • 3 volontari Azioni realizzate Start up MODULO RESIDENZIALE PER GIOVANI DEVIANTI E MULTIPROBLEMATICI Associazione Comunità Il Gabbiano “Onlus” - www.gabbianoonlus.it L’Associazione Comunità Il Gabbiano intende attivare un programma di accoglienza e trattamento per giovani devianti e multiproblematici, all’interno di una casa di accoglienza per minori. La scelta è dettata dalla forte carenza di strutture comunitarie che si occupano nello specifico di questi soggetti. Il modulo prevede un approccio multi-disciplinare, con la presenza di diverse figure professionali (educatore, psicologo-psicoterapeuta, psichiatra, assistente sociale), una personalizzazione dei percorsi di trattamento e di aiuto, un forte coinvolgimento delle famiglie e un lavoro sul territorio, per strutturare interventi che aiutino i giovani a progettare il loro futuro. pag. 56
  • 31. un centro per... incontrarsi e dialogare L’amico Charly Onlus - www.amicocharly.it Un Centro Giovanile: luogo di incontro, ascolto, collaborazione e progettualità. Questa filosofia ispira il recupero dell’area di via Guerzoni 23, a Milano (assegnata con bando dal Comune). Qui, l’associazione L’amico Charly Onlus intende creare uno spazio di relazione, di collaborazione e di aiuto reciproco tra i giovani, nel confronto, nel dialogo e in un’ottica di integrazione interculturale. Il Centro vuole diventare un punto di riferimento per i giovani della zona 9 e dell’intera città di Milano, un luogo di incontro per i genitori e i docenti e, in prospettiva, un Osservatorio nel campo delle dinamiche giovanili. Beneficiari finali • 1.500 giovani • 2.500 genitori • 300 docenti Obiettivo del progetto Creare un Centro Giovanile per adolescenti “a rischio” e non, dove svolgere attività di studio e ricreative, finalizzate al confronto e all’aiuto reciproco tra i ragazzi Descrizione Ristrutturazione e allestimento di un capannone assegnato dal Comune di Milano, per la realizzazione di laboratori (teatrale, fotografico, di scrittura creativa, di cinema, di informatica), di aree per il recupero scolastico, di una sala registrazione, di una sala esposizioni e di uffici Località Milano (Zona 9) Tempi di realizzazione 12 mesi Partner 2 fondazioni: Fondazione Cariplo e Fondazione Pirelli Persone coinvolte 12 operatori Azioni già realizzate Il progetto è in fase intermedia diversamente abili protagonisti del proprio futuro Associazione Onlus Accademia l’Arte nel Cuore - www.artenelcuore.it Il progetto propone un vero e proprio percorso di studi che offre al minore l’occasione di essere protagonista attivo della propria realizzazione umana e professionale e differisce dalle consuete azioni socio-assistenziali che tendono a considerare i diversamente abili soggetti passivi e bisognosi di perenne sostegno. L’Accademia L’Arte nel Cuore, inoltre, va a completare l’area di solidarietà voluta dal Comune di Roma all’interno del bio-parco che vede già in piena funzione luoghi di assistenza e sostegno per anziani e minori, in un’ottica di completa integrazione ambientale, sociale ed economica. Beneficiari finali 80 ragazzi disagiati e diversamente abili Obiettivo del progetto Realizzare un percorso formativo artistico per aiutare concretamente nello sviluppo delle potenzialità artistiche, verso il raggiungimento di importanti risultati professionali Descrizione • Selezione e reclutamento, anche attraverso contatti con i servizi sociali e le altre realtà del settore, di ragazzi disagiati e diversamente abili • Formazione artistica dei ragazzi diversamente abili e accompagnamento al superamento degli esami finali • Realizzazione di corsi professionali nel settore artistico per ragazzi normodotati Località Roma Tempi di realizzazione 9 mesi Partner 1 ente: Comune di Roma Persone coinvolte • 17 operatori • 20 volontari Azioni realizzate Start up pag. 59
  • 32. incontrarsi per scoprirsi risorsa COMIN Coop. Soc. di Solidarietà ONLUS - www.coopcomin.org Il progetto vuole essere un luogo di accoglienza e incontro per ragazzi e famiglie, per sostenere il processo di crescita identitario dei minori stranieri di seconda generazione e ricongiunti, affinché possano serenamente riconoscersi appartenenti alla cultura di origine e a quella che li ospita, riducendo la conflittualità spesso esistente tra le diverse generazioni. Il progetto vuole inoltre essere un luogo di incontro con altre famiglie straniere, nel quale potersi non solo sentire ascoltati e affiancati, ma anche sollecitati a partecipare attivamente. Si dovrà percepire come uno spazio di crescita dove ciascuno si possa sperimentare anche come risorsa per gli altri oltre che come portatore di bisogni e dove realizzare un reale incontro tra culture. integrazione e autonomia Associazione LULE o.n.l.u.s. - www.luleonlus.it Il progetto risponde al bisogno d’integrazione sociale delle minori vittime di tratta. Prevede di realizzare interventi rivolti all’incontro, all’accoglienza e all’inserimento socio-lavorativo al fine di definire percorsi di integrazione che conducano a una reale autonomia. Le azioni sono localizzate in Lombardia e in una rete nazionale. Beneficiari finali • 200 minori, prostitute sulle strade • 40 minori vittime della tratta accolte in comunità Obiettivo del progetto Raggiungere autonomia sociale, lavorativa e abitativa Descrizione • Attività delle Unità Mobili di Strada: incontro, conoscenza e costruzione di relazioni fiduciarie con le minori prostitute • Presentazione del progetto alle minori, accompagnamento delle minori ai servizi medici territoriali, inserimento delle minori in comunità • Sostegno socio-educativo, psicologico e legale • Inserimento delle minori in appartamenti di semi-autonomia • Orientamento al lavoro e sostegno all’inserimento lavorativo • Accompagnamento all’autonomia abitativa • Incontri divulgativi nelle scuole sui temi della tratta e sfruttamento dei minori Località Abbiategrasso (Mi) Tempi di realizzazione 24 mesi Partner Enti: Comuni di provenienza delle ragazze, Provincia e Regione, Ministero della Solidarietà Sociale Persone coinvolte • 16 operatori • 20 volontari Azioni realizzate Il progetto è in fase intermedia Beneficiari finali 50 minori e famiglie immigrate con figli di seconda generazione e/o figli ricongiunti Obiettivo del progetto Sviluppare un’identità plurima e un’integrazione di successo, offrendo ai ragazzi spazi di socializzazione, sostegno scolastico, aggregazione e rielaborazione della quotidianità Descrizione • Incontri individuali e di gruppo rivolti agli adolescenti e alle loro famiglie • Organizzazione di momenti ricreativi per le famiglie • Colloqui individuali di supporto educativo per i genitori • Laboratori espressivi • Vacanze comunitarie per le famiglie • Valorizzazione delle culture di origine • Sostegno scolastico e apprendimento della lingua italiana • Sinergie operative con le realtà pubbliche e private • Incontri formativi sulle procedure e aspetti psicologici legati ai ricongiungimenti familiari Località Milano Tempi di realizzazione 24 mesi Partner • 1 ente: Comune di Milano-Ufficio stranieri • 1 fondazione: Fondazione Cariplo Persone coinvolte • 13 operatori • Volontari Azioni realizzate Start up pag. 61
  • 33. presa in carico globale di minori stranieri soli Dedalus Cooperativa Sociale - www.coopdedalus.it Il progetto si rivolge ai minori stranieri non accompagnati, attraverso azioni di segretariato sociale, accoglienza, supporto all’inserimento scolastico e lavorativo e, più in generale, di sostegno all’inclusione sociale e alla cittadinanza. Ci si avvale di una metodologia innovativa basata su “programmi individualizzati di benessere e cittadinanza”, che prevedono la presa in carico complessiva dei destinatari, considerandoli nel loro complesso di difficoltà e risorse. Beneficiari finali 123 minori marocchini e 40 minori rumeni Obiettivo del progetto • Costruire condizioni stabili e certe di diritto, cura ed emancipazione per l’inclusione sociale • Migliorare le condizioni della convivenza tra minori stranieri e popolazione autoctona Descrizione • Tutoraggio e supporto alla regolarizzazione • Accompagnamento e mediazione linguistico-culturale in azioni di prevenzione e cura delle malattie • Lavoro di strada, informazione e prevenzione sanitaria • Corsi di alfabetizzazione italiana e informatica • Iscrizione al centro di educazione per adulti e conseguimento della licenza media • Orientamento e formazione professionale • Erogazione “Borse di Cittadinanza” • Inserimento in comunità • Percorsi di autonomia abitativa • Creazione di un appartamento di semi-autonomia per adolescenti Località Regione Campania Tempi di realizzazione 12 mesi Partner • 1 ente: Comune di Napoli • 1 fondazione: Fondazione Banco di Napoli Persone coinvolte 13 operatori Azioni realizzate Il progetto è in fase intermedia nuOve opportunità lavorative Soc. Coop. Sociale A.R.L. “La Dimora” - www.edimargroup.com Il progetto vuole creare un percorso formativo, di accompagnamento e di inserimento al lavoro rivolto a giovani che vivono situazioni di precarietà ed esclusione, attraverso l’offerta di una prima occupazione nell’ambiente protetto dell’azienda New Labor, che reinvestirà l’utile annuale per le attività della Cooperativa La Dimora. Il progetto si ispira all’Impresa di Transizione, già attiva in Francia, in cui si coniugano orientamento, formazione, accompagnamento e inserimento al lavoro in maniera unitaria e senza discontinuità. Rispetto al target di riferimento, non esiste in Italia una normativa di riferimento che tuteli, ai fini lavorativi, i giovani in disagio socio-familiare. Beneficiari finali 120 ragazzi (10 ragazzi all’anno per 12 anni) che vivono condizioni di precarietà ed esclusione Obiettivo del progetto Sperimentare nuovi circuiti di occupabilità, creando ambienti e processi in grado di inserire giovani che vivono situazioni di precarietà ed esclusione. Il percorso del giovane lavoratore è sostenuto da un “progetto di transizione personalizzato”, alla cui stesura anch’egli è coinvolto, al termine del quale sarà possibile l’inserimento definitivo nel mondo del lavoro Descrizione • Realizzazione del capannone dell’impresa di transizione New Labor • Acquisto e installazione dei macchinari necessari alle attività • Implementazione delle seguenti attività lavorative: imballaggio di materiale plastico; stampa digitale; imbustamento e spedizioni di materiale cartaceo conto terzi; produzione e riparazione di scarpe Località Padova Tempi di realizzazione 24 mesi Partner Aziende, Comune di Padova, Regione Veneto, Fondazione Cassa di Risparmio Persone coinvolte • 2 operatori • 10 volontari Azioni realizzate Start up pag. 63