2. Cos’è l’immigrazione?
L’immigrazione è un fenomeno che ha talvolta caratterizzato la
formazione dei popoli, spesso influenzandone la politica sociale ed
economica. Fin dall’antichità si sono verificate immigrazioni, a volte anche
di massa, e, ancora oggi, questi spostamenti influenzano il mondo.
Dove e perché avviene?
-Avviene per vari motivi:
Guerre che coinvolgono gli stati di provenienza
Mancanza di lavoro nel proprio stato
Sogno di trovare benessere nel paese di destinazione.
Perciò il motivo principale per cui molte persone emigrano sta nel
fatto che nel loro paese non trovano quel che vorrebbero e pensano
che arrivando nei paesi Occidentali e, soprattutto, in Europa riescano
a trovare ciò che vogliono ma, purtroppo, non è per tutti così.
3. 3 MIGRAZIONI GLOBALI
MIGRZIONE REGOLARE sono gli migranti in possesso di passaporto valido
e muniti di permesso di soggiorno, rilasciati a norma di legge rilasciato
dalla competente autorità di uno Stato appartenente all’Unione
europea.
MIGRAZIONE CLANDESTINA è l'ingresso o il soggiorno di cittadini stranieri
in violazione delle leggi di immigrazione del paese di destinazione.
ASILO POLITICO Il diritto di asilo è un'antica nozione giuridica, in base
alla quale una persona perseguitata nel suo paese d'origine può essere
protetta da un'altra autorità sovrana, un paese straniero, o un santuario
religioso.
4. COME AVVENGONO E DA CHI VENGONO
ORGANIZZATE LE MIGRAZIONI CLANDESTINE?
A volte gli immigrati seguono vie illegali per raggiungere il paese di destinazione,
e si affidano ad associazioni criminali che sono veri e propri schiavisti che
gestiscono, in maniera bestiale e disumana, l’arrivo di questi immigranti in Italia.
Un esempio sono i cosiddetti scafisti che ammassano enormi quantità di persone
su delle carrette del mare partendo dalle coste settentrionali dell'Africa per
arrivare nei Paesi mediterranei: l'Italia è una delle mete preferite perché il tratto
dall'Africa alla Sicilia e in particolare a Lampedusa è molto corto rispetto agli altri
possibili percorsi. Per molti di loro il viaggio continua verso altri Paesi europei.
Questi scafisti si fanno pagare somme altissime e non è nemmeno detto che
queste povere persone riescano ad arrivare nel paese desiderato perché molti
muoiono lungo il tragitto. Essendo entrati illegalmente, i clandestini non possono
entrare nel mercato del lavoro ufficiale. Pertanto, arrivati a destinazione, vengono
sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli che li usano come manodopera a basso
costo, approfittando del fatto che non sono regolarizzabili e sono facilmente
ricattabili a causa della loro posizione irregolare.
5. Come risolvere queste problematiche
Si dovrebbe contrastare l’immigrazione illegale facendo dei concordati con i paesi
di provenienza e si dovrebbero creare delle nuove leggi per regolamentare i diritti
d’ingresso come per esempio il diritto d’asilo e il rilascio di visti d’ingresso per
motivi di lavoro, di studio e di ricongiungimento familiare. Dopodichè si
dovrebbero regolamentare i flussi di migrazione sfruttandoli a proprio favore; per
esempio la popolazione italiana è molto vecchia rispetto a quella subsahriana e
perciò servirebbero persone giovani per portare avanti questa repubblica e,
secondo me, se cercassimo di far entrare gli immigrati secondo le norme della
legge e facendogli pagare le tasse riusciremmo a migliorare i servizi pubblici e
portare avanti l’economia italiana.
Un grandissimo esempio di come tutto ciò possa solo essere un lato positivo è
l’immigrazione turca in germania.
6. Immigrazione turca in Germania
Il fenomeno dell'immigrazione turca in Germania ha seguito un percorso
particolare e travagliato. Oggi ci sono ben 2,7 milioni di turchi, molti dei
quali integrati pienamente nella società tedesca. I rapporti con la Turchia
furono siglati da un accordo bilaterale firmato nel 1961, riguardante
l'invio di forza lavoro in Germania. La Turchia dopotutto soffriva di una
forte disoccupazione perciò tantissime persone emigrarono. Inizialmente
furono rilasciati permessi di soggiorno della durata di un anno,
successivamente allungati fino a 2 e 5 anni. Gli accordi iniziali puntavano
sulla strategia di ricambio continuo dei lavoratori, ma dopo un breve
rodaggio ci si rese conto che i nuovi arrivati tendevano a mettere radici nel
paese di destinazione, inceppando il sistema. Se non ci fosse stata questa
immigrazione forse la Germania non sarebbe mai diventata una grande
forza Europea.
7. Per completare questo progetto abbiamo deciso di intervistare alla
signora Ruby Agustin alla quale abbiamo fatto le segunti domande:
Cosa dovrebbe fare l’Italia per accogliere gli immigrati?
Che difficoltà hai avuto nei tuoi primi giorni in Italia?
Senti la nostalgia di casa? Cosa ti manca?
Cosa significa per te essere un immigrato?
Come ti trovi adesso?
Intervista
8. Cosa dovrebbe fare l’Italia per
accogliere gli immigrati?
L’Italia, secondo me, dovrebbe offrire subito posti di lavoro così in maniera
tale che le persone che emigrano riescano subito a integrarsi e a guadagnare
qualcosa almeno per sopravvivere e non soffrire la fame.
9. Che difficoltà hai avuto nei tuoi primi giorni
in Italia?
Non capivo le parole, quando dovevo comprare qualche prodotto non
riuscivo mai a trovarlo. All'inizio i lavori erano difficili per me perché non capivo
bene cosa dovevo fare, però i datori di lavoro mi hanno sempre aiutata e
soprattutto cercavano di spiegarmi bene i miei compiti. Ho avuto anche difficoltà
nei cambiamenti delle stagioni, soprattutto all'inverno, perchè prendevo sempre
l'influenza per il fatto che non ero abituata alla temperatura.
Senti la nostalgia di casa? Cosa ti manca?
Si, certamente, perché lì ci sta la mia famiglia, i miei amici e la casa dove sono
cresciuta. Sentire la nostalgia di casa è anche uno delle difficoltà che ho avuto
perchè, oltre sentirti uno straniero, tutto per te è nuovo. Per esempio il pullman
nelle Filippine ti fa scendere dove vuoi tu mentre qua ci sono delle fermate... e
varie cose.
10. Cosa significa per te essere un immigrato?
Per me significa che devi lavorare per sopravvivere nel paese
dove ti trovi e abituarsi al loro modo di vivere. Essere un immigrato per
me significa anche di fare un grande sacrificio cioè di lasciare la famiglia
per lavorare lontano e dare una vita migliore per loro.
11. Come ti trovi adesso?
Mi sto trovando bene perchè nonostante ho lasciato la
mia famiglia nelle Filippine, ho costruito una nuova con mio
marito e abbiamo avuto due figli. Avvolte festeggiamo
l'anniversario della comunità Filippina e andiamo a ballare
balli e a mangiare cibi tradizionali Filippini
12. Resoconto:
Con questa intervista possiamo capire che una
persona immigrata legalmente riesce, con duro
impegno e tanta forza di volontà, sia a trovare lavoro
e a crearsi una nuova famiglia. Perciò secondo me se
tutti noi, insieme a tutta l’Italia e l’unione Europea, ci
impegnassimo ad essere meno egoisti con il prossimo
ed ad accogliere queste povere persone creando
nuove leggi per regolamentare i flussi migratori ,
probabilmente, riusciremmo a levare l’Italia dalla crisi
e a garantire una vita migliore a tutti, sia agli
immigrati e a noi Italiani. Perciò possiamo dire che
quando più persone o più elementi concorrono uniti
nel volere la stessa cosa, tanto più facile è ottenerla,
per questo con la solidarietà e l’unione potremmo
sicuramente affrontare tutte le difficoltà e a superarle
con successo ottenendo ciò che vogliamo: il meglio
per tutti noi.