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Siti web e social networking per avvocati
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Brescia, 12 Dicembre 2014
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Convegno “Deontologia e tecnologia” - Centro Congressi Paolo VI
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Mobile e total digital audience
settembre 2014
L’ultimo rilievo Audiweb indica il primato del mobile nella
fruizione quotidiana di internet (in Italia):
• 21milioni di utenti al giorno collegati per 2 ore cad.
• 28,6 milioni al mese per 46 ore cad.
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Statistica digitale mondiale
Qualche numero sulla fruizione globale di internet, social
media,
mobile users (dati We Are Social 2014)
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E noi avvocati…
Cosa possiamo fare?
!
• Non possiamo fare questo:
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E noi avvocati…
Cosa possiamo fare? !
• …e forse per questo non siamo pronti:
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E noi avvocati…
Cosa possiamo fare?
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Ma possiamo (e dobbiamo) informare per:
• essere trovati da chi cerca proprio noi
• essere reperibili per chi ha solo sentito parlare di noi
• intercettare la domanda latente in base alle ricerche che i
potenziali clienti effettuano sul web relative ai loro bisogni
legali
• e, in altri termini, confermare la nostra presenza e la
nostra reputazione
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Lo strumento primario: il sito
web
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Una buona comunicazione parte da un buon sito:
• responsive (adattabile alla navigazione da smartphone
ecc.)
• immediato e fruibile (linguaggio semplice ma
personalizzato, con meno immagini di toghe e martelli
possibile)
• dinamico (non una brochure in formato digitale ma un
luogo dove comunicare ed essere editori di sé)
• social-media friendly (direttamente connesso alle
piattaforme di social networking che usiamo)
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…e i social network
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I social network hanno rivoluzionato il nostro modo di
comunicare e acquisire informazioni.
Poiché sono diversi e hanno proprie specificità, occorre
individuare i più adatti a noi.
I principali:
•
•
•
•
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…e i social network
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Facebook:
Con oltre 1,2 miliardi di utenti è il sito più visitato al mondo. In
Italia si connettono 17 milioni di italiani al giorno (fonte
vincos.it).
È percepito come un social dedicato più specificatamente allo
svago che non alla condivisione di temi tecnici, ma in realtà gli
utenti condividono informazioni su infiniti argomenti.
Distingue tra profilo personale e pagina istituzionale e, se si
parla di avvocati e professionisti in genere, è bene separare le
due cose.
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…e i social network
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Twitter:
A fine dicembre 2013 eravamo alla soglia dei 10 milioni di
italiani iscritti di cui 3,4 attivi (fonte wearesocial.it)
È percepito come un social dedicato all’informazione in tempo
reale: immediato, breve, diretto. L’obsolescenza di una notizia
viaggia sul filo di qualche ora.
Utilizza il meccanismo delle parole chiave (#ashtag) per
argomenti di interesse.
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…e i social network
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LinkedIn:
A maggio 2014 ha festeggiato i 7 milioni di utenti in Italia (fonte
Corriere.it).
È un social professionale e come tale va utilizzato: serve per
entrare in contatto con altri professionisti, con potenziali
clienti, come cassa di risonanza dei nostri contenuti
professionali.
Anche questo social distingue tra profilo personale (una sorta
di CV) e la pagina istituzionale.
È molto importante interagire all’interno dei gruppi ma
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…e i social network
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Google plus:
Conta 11,7 milioni di utenti registrati ma circa 3,8 di utenti
“attivi”, in crescita (fonte wearesocial.it).
È definito un social layer, più che un social network, perché
consente l’integrazione con tutti i prodotti di Google (Maps,
Place, Search…).
È utile perché, come “social di Google” favorisce la visibilità sul
motore di ricerca più usato al mondo (e dunque
l’indicizzazione)
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Principali utilità comuni dei
social-media
• accesso alle informazioni in tempo reale (notizie, sentenze,
pubblicazioni in G.U. ecc.)
• condivisione e diffusione dei nostri contenuti (informazione
e, indirettamente, “promozione”)
• monitoraggio dei trend dei nostri settori di riferimento,
prospective clients, concorrenti
• indicizzazione (nostra e del nostro sito) sui motori di ricerca
e dunque reperibilità diretta e attrazione della domanda
latente
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Ma come gestire un profilo social
istituzionale?
Personalizzazione e partecipazione:
Bisogna metterci la faccia e il curriculum: è necessario
aggiornare il profilo e movimentare la pagina (senza
esagerare: per noi conta la qualità non la quantità)
Condividiamo contenuti, rispondiamo alle persone, facciamo
domande, partecipiamo a gruppi.
Personalizziamo le richieste di contatto.
Immaginiamo i social network come una tavola imbandita a
cui siamo invitati: se partecipiamo, è buona norma essere
cordiali e comunicare con i vicini.
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Ma come gestire un profilo social
istituzionale?
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• distinguere il profilo personale dalla pagina di Studio
(quando possibile)
• qualità e programmazione: un buon post al mese, può
essere sufficiente. Non conta il numero di follower, ma
confermare la nostra buona reputazione, condividere
informazioni. Non improvvisare, ma nemmeno affidare con
leggerezza la nostra reputazione a terzi “inesperti”. E se non
abbiamo ancora vinto la causa della nostra vita
professionale, siamo pur liberi di esprimere un parere su
una sentenza o un fatto di cronaca.
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Ma come gestire un profilo social
istituzionale?
• professionalità e precisione devono sposarsi con un
linguaggio semplice e diretto. Il tempo di attenzione del
fruitore è pochissimo
• abbiamo qualcosa da dire? Diciamolo ma, a seconda delle
piattaforme, moduliamo il linguaggio: faciliterà la
condivisione (e l’indicizzazione!)
• continuità: la nostra reputazione e il numero dei nostri
contatti (reali e digitali, conosciuti o casuali) dipendono
sempre da:
1) qualità del nostro lavoro
2) comunicazione
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In pillole: cosa fare…
• reciprocità: (per esempio seguiamo chi ci segue) se
qualcuno condivide i nostri contenuti, ricambiamo alla
prima occasione utile;
• rispondere alle critiche: meglio argomentare che cancellare
• non temiamo i concorrenti. Seguire altri avvocati,
condividere o mettere “mi piace” non nuocerà alla nostra
professionalità, così come vale il contrario
• prendere parte sulle questioni calde, partecipare alle
discussioni particolarmente in voga
• cercare di rispondere o commentare in tempi congrui
(inutile prendere posizione su post ormai obsoleti)
• cerca di non contraddirti e ricorda che quando ti esprimi
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In pillole: cosa non fare…
• “chi si loda si …” ovvero: non promuovere te stesso (tra
l’altro, non possiamo!)
• non partecipare a conversazioni se non puoi aggiungere
valore, se non hai davvero necessità di dire la tua
• non dimenticare di inserire i link delle nostre fonti o delle
fonti a cui ci siamo ispirati (attenzione al copyright delle
foto non c’è bisogno di dirlo…) e, ogni tanto, anche quello
del tuo sito
• non avere un profilo professionale vuoto e lacunoso. O
addirittura dormiente. Meglio non averlo.
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Nuovo Codice Deontologico
Quale grande novità?
attuale art. 17 bis
L’avvocato può utilizzare
esclusivamente i siti web con domini
propri e direttamente riconducibili a
sé, allo studio legale associato o alla
società di avvocati alla quale partecipa,
previa comunicazione tempestiva al
Consiglio dell’Ordine di appartenenza
della forma e del contenuto in cui è
espresso.
Il professionista è responsabile del
contenuto del sito e in esso deve
indicare i dati previsti dal primo
comma.
Il sito non può contenere riferimenti
commerciali e/o pubblicitari mediante
l’indicazione diretta o tramite banner o
pop-up di alcun tipo.
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nuovo art. 35
9. L’avvocato può utilizzare, a fini
informativi, esclusivamente i siti web
con domini propri senza
reindirizzamento, direttamente
riconducibili a sé, allo studio legale
associato o alla società di avvocati alla
quale partecipi, previa comunicazione
al Consiglio dell’Ordine di
appartenenza della forma e del
contenuto del sito stesso.
10. L’avvocato è responsabile del
contenuto e della sicurezza del proprio
sito, che non può contenere riferimenti
commerciali o pubblicitari sia
mediante l’indicazione diretta che
mediante strumenti di collegamento
interni o esterni al sito.
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a dispetto di ciò…
7.967 777 500
1.777 492 2.173
938 105 190
518 303 1.588
167 — 110
101 284 446
— 809 2.263
— 189 2.105
15 — 135
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come comportarsi dunque
• La norma deontologica è formulata in modo equivoco,
sembra scagliarsi contro le forme di promozione a
pagamento (AdWords) ma innegabilmente una
interpretazione ristretta mette a rischio la presenza sui
social, (come probabilmente la menzione sul sito delle Pagine
Gialle).
• All’ultima conferenza organizzata dall’IBA al CNF il 4
novembre scorso, abbiamo saggiato il polso di alcuni grandi
studi nazionali ed internazionali e sembra che molti si
assumeranno il rischio di stare sul mercato, che oggi vuol
dire anche web
• a conforto del complessivo dissenso avverso l’atteggiamento
del CNF ricordiamo la recente sentenza dell’Antitrust che ha
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in attesa di una risposta dal
CNF Con le parole di Nicoletta Giorgi presidente di AIGA
“La restrizione dell’utilizzo del web, oltre ad essere un vero bavaglio
anacronistico, porrebbe la nostra categoria professionale in una
condizione di forte disparità e svantaggio, anche rispetto agli altri
colleghi professionisti che non devono sottostare a limiti di scelta degli
strumenti con cui veicolare le proprie informazioni (omissis).
Confidiamo che la risposta del CNF sia fondata su una lettura
moderna della materia e della realtà in cui i professionisti si trovano a
svolgere la propria attività, in concorrenza anche con studi
internazionali che fanno uso massiccio delle nuove tecnologie e degli
strumenti di informazione e pubblicità.
Diversamente, ostacoli e costi ricadrebbero al solito sui giovani,
impediti ad utilizzare strumenti economici ma ampiamente diffusivi.
Evidentemente ciò che non si conosce fa paura: ma questo limite di chi
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Grazie per l’attenzione
cristina.montaruli@parisandbold.com
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