Il Decreto Rilancio ha imposto nuovi adempimenti a tutte le aziende italiane, abbassando da 300 a 100 dipendenti la soglia per l’obbligo di nomina del Mobility Manager aziendale, e imponendo alle aziende in questione di redigere ed aggiornare annualmente il Piano Spostamenti Casa-Lavoro. Il Decreto Rilancio in realtà non fa che evidenziare l'importanza, in “era Covid”, della figura del Mobility Manager nell’ambito della pianificazione dei trasporti e della mobilità, figura che trae origine da un provvedimento datato 1998 e rimasto in larga parte inapplicato. Oggi, con le esigenze legate al distanziamento fisico interpersonale dovuto al contenimento della pandemia da Covid-19, occorre inquadrare la figura del Mobility Manager in modo nuovo. Sono infatti cambiate le “condizioni al contorno”, non solo in merito alla mobilità in itinere (come ad esempio un uso diverso del trasporto pubblico e dei mezzi in sharing) ma anche in merito alla stessa generazione degli spostamenti, molti dei quali si è visto possono essere “annullati” dallo smart working. In diverse città la circolazione urbana può quindi manifestare variazioni sostanziali rispetto alla situazione pre-Covid, che se mal governate possono provocare una maggiore congestione rispetto alle “condizioni normali”. Ma, viceversa, se ben gestite possono migliorare in modo significativo la vivibilità delle stesse città. Il Mobility Manager Aziendale cambia quindi pelle rispetto al passato, rivestendo ora non più solo il ruolo di importante funzione a servizio dei datori di lavoro, ma anche quello di “alleato” delle amministrazioni pubbliche, che operano attraverso la funzione dei Mobility Manager di area e che sono oggi alle prese con la duplice esigenza di facilitare gli spostamenti delle persone e di ridurre il rischio di contagio intervenendo sul loro distanziamento fisico. È quindi importante che le amministrazioni, le aziende e le figure professionali conoscano bene le condizioni di questo mutato contesto, per poter garantire in ogni momento l’efficienza del sistema dei trasporti urbani e, nei casi più indovinati, consentire persino di fare un passo avanti verso l’obiettivo di trasformare le nostre città in smart cities.
Il Decreto Rilancio ha imposto nuovi adempimenti a tutte le aziende italiane, abbassando da 300 a 100 dipendenti la soglia per l’obbligo di nomina del Mobility Manager aziendale, e imponendo alle aziende in questione di redigere ed aggiornare annualmente il Piano Spostamenti Casa-Lavoro. Il Decreto Rilancio in realtà non fa che evidenziare l'importanza, in “era Covid”, della figura del Mobility Manager nell’ambito della pianificazione dei trasporti e della mobilità, figura che trae origine da un provvedimento datato 1998 e rimasto in larga parte inapplicato. Oggi, con le esigenze legate al distanziamento fisico interpersonale dovuto al contenimento della pandemia da Covid-19, occorre inquadrare la figura del Mobility Manager in modo nuovo. Sono infatti cambiate le “condizioni al contorno”, non solo in merito alla mobilità in itinere (come ad esempio un uso diverso del trasporto pubblico e dei mezzi in sharing) ma anche in merito alla stessa generazione degli spostamenti, molti dei quali si è visto possono essere “annullati” dallo smart working. In diverse città la circolazione urbana può quindi manifestare variazioni sostanziali rispetto alla situazione pre-Covid, che se mal governate possono provocare una maggiore congestione rispetto alle “condizioni normali”. Ma, viceversa, se ben gestite possono migliorare in modo significativo la vivibilità delle stesse città. Il Mobility Manager Aziendale cambia quindi pelle rispetto al passato, rivestendo ora non più solo il ruolo di importante funzione a servizio dei datori di lavoro, ma anche quello di “alleato” delle amministrazioni pubbliche, che operano attraverso la funzione dei Mobility Manager di area e che sono oggi alle prese con la duplice esigenza di facilitare gli spostamenti delle persone e di ridurre il rischio di contagio intervenendo sul loro distanziamento fisico. È quindi importante che le amministrazioni, le aziende e le figure professionali conoscano bene le condizioni di questo mutato contesto, per poter garantire in ogni momento l’efficienza del sistema dei trasporti urbani e, nei casi più indovinati, consentire persino di fare un passo avanti verso l’obiettivo di trasformare le nostre città in smart cities.