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    Consorzio ZENIT
    Cooperativa Sociale Consortile a r.l. - Onlus




EUROSOCIALNETWORK

     I servizi socio-educativi per i minori
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TITOLO


Il Consorzio Zenit, Cooperativa Sociale Consortile a responsabilità
limitata - Onlus, è stato fondato a Firenze nel 1989, su iniziativa di un
gruppo di cooperative già operanti nel settore dell’attività educativa,
socio-assistenziale e sanitaria fin dal 1981.
Il Consorzio Zenit si configura come organizzazione di terzo livello,
avendo tra i suoi associati non solo singole Cooperative, ma anche
Consorzi di Cooperative, e opera su tutto il territorio nazionale, in
particolare nelle regioni Toscana e Lombardia.
Ai sensi del D.Lgs. 460/97, il Consorzio Zenit è anche una O.N.L.U.S.
(Organizzazione non lucrativa di utilità sociale).
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TITOLO


La mission del Consorzio Zenit è chiaramente identificabile in quanto
indicato nell’art. 1 della Legge sulla Cooperazione sociale n. 381 del
1991:
«perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione
umana ed all'integrazione sociale dei cittadini attraverso la gestione di
servizi socio-sanitari ed educativi (cooperative sociali di tipo A) o lo
svolgimento di attività diverse - agricole, industriali, commerciali o di
servizi - finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate
(cooperative sociali di tipo B)»
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TITOLO



La mission del Consorzio si realizza nelle comunità territoriali in cui è
presente attraverso la progettazione, l’organizzazione e la gestione di
interventi e di servizi educativi, sociali, socio-sanitari e per la
formazione e l’aggiornamento professionale.
In tutte le sue attività, il Consorzio promuove l’autonomia personale,
l’esercizio attivo dei diritti di cittadinanza, l’autorealizzazione delle
persone che vi partecipano.
Ciò attraverso l’impiego di metodologie, continuamente sottoposte a
verifica e miglioramento, all’interno di processi di sviluppo al quale
partecipano attivamente tutti le cooperative associate, nella
valorizzazione della loro specializzazione nei diversi settori di attività.
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TITOLO

I servizi e gli interventi del Consorzio Zenit sono finalizzati allo sviluppo di
una rete di promozione e protezione sociale in cui esso assume il ruolo di
nodo “attivo” ed “attivante” altri nodi, attraverso:
1. l’analisi dettagliata della realtà contestuale, attraverso metodologie
     partecipative mirate alla costruzione e condivisione di significato, al
     fine di evidenziare i bisogni specifici e le problematiche in atto e, allo
     stesso tempo, le risorse (attuali o potenziali) delle persone e della
     comunità cui il servizio o gli interventi sono rivolti.
2. Il coinvolgimento, fin dalla fase di progettazione, dei soggetti che nel
     territorio sono identificabili come gli stakeholders nei confronti del
     progetto (associazioni, volontariato, ecc.), al fine di condividere la
     lettura del bisogno e del processo di risposta e favorire la costituzione
     di una estesa rete di sinergie e collaborazioni.
3. L’avvio ed il rafforzamento continuo di un rapporto di stretta
     collaborazione con gli Enti Locali, impostato nell’ottica della
     sussidiarietà e complementarietà e volto alla partecipazione attiva alla
     definizione e realizzazione della pianificazione nelle sue diverse
     articolazioni e settori.
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TITOLO

Lo stile di gestione dei propri servizi è intenzionalmente orientato verso
l’interscambio continuo con il territorio, in particolare alla di quelle
componenti vitali e solidaristiche della comunità locale, in grado di
integrare l’azione professionale svolta dagli operatori.
Senza di ciò, il prendersi cura di persone in condizioni di fragilità, di
svantaggio , quando non addirittura di emarginazione, può rappresentare
per esse un confinamento nella solitudine di un disagio avvicinato solo
dagli “addetti ai lavori”.
Inoltre il Consorzio partecipa anche alla costruzione e ampliamento di “reti
di reti”, mediante l’attiva e significativa adesione - ricoprendo con i propri
rappresentanti anche cariche di responsabilità al loro interno - ad
associazioni della Cooperazione Sociale e del Terzo Settore.
Per questo motivo, il Consorzio Zenit è ormai da tempo riconosciuto come
valido interlocutore dai diversi Enti Locali e come tale coinvolto nei
momenti di confronto e di partecipazione ai diversi livelli di
programmazione interistituzionale in cui le varie componenti del welfare
locale “pensano”, si confrontano, scambiano le proprie esperienze,
progettano servizi e pianificano le politiche locali e regionali in materia
formazione, educazione, servizi sociali, salute e lavoro.
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TITOLO


Le molteplici attività promosse dal Consorzio Zenit si articolano nelle
seguenti aree:
1. Servizi educativi per la prima infanzia.
2. Servizi socio-educativi per minori
3. Centro Psicologico e Diagnostico per l’Età Evolutiva
4. Servizi socio-sanitari per anziani, disabili e per la salute mentale
5. Servizi per la formazione professionale
6. Scuola Superiore di Scienze dell’Educazione
7. Servizi ricettivi per il turismo sociale
8. Librerie Marzocco e Casa Editrice Zenit
9. Attività di ricerca sulle nuove tecnologie applicate ai servizi socio-
    educativi e socio-assistenziali
10. Servizi amministrativi per le imprese
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TITOLO

Tra i servizi socio-educativi per i minori, il Consorzio Zenit ha
promosso direttamente:
• Centro Semiresidenziale “Pinocchio”
• Centri di pronta accoglienza “Gian Burrasca 1” e “Gian Burrasca 2”
• Comunità educative “Demidoff” e “San Filippo Neri”
I servizi sono tutti autorizzati al funzionamento e convenzionati con il
Comune di Firenze.

A seguito di aggiudicazione di gara di appalto, gestisce invece:
• Servizi di sostegno educativo domiciliare
• Servizio di sostegno educativo scolastico per alunni con disabilità
• Servizio di pre e post scuola

Giornalmente, gli oltre 200 educatori impegnati nelle diverse tipologie
di servizio assistono quasi 3000 minori.
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TITOLO

Tra il 1987 e il 2001 in Italia, a livello legislativo, si produce la
“scoperta” di un nuovo soggetto sociale: i bambini e i ragazzi.
Legge 285/1987
Tutte le articolazioni dello Stato (Governo, Regioni, Enti Locali), devono
offrire ai genitori un sistema di servizi, strutture, opportunità per
• promuovere la loro funzione educativa;
• riuscire a conciliare le esigenze familiari e quelle sociali e lavorative;
• offrire luoghi e opportunità di confronto e rafforzamento delle
proprie competenze educative
• per superare situazioni più specifiche di difficoltà e fragilità dovute a
problematiche personali, relazionali o sociali, malattia , disabilità o
altro ancora.
La 285/1987 promuove un articolato complesso di interventi e servizi
per minori in condizione di disagio, di servizi ricreativi, di promozione
della partecipazione dei bambini e ragazzi alla vita sociale e pubblica.
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TITOLO

Legge Quadro n. 328/00 per la realizzazione di un sistema integrato d’interventi
e servizi sociali”.
Nel nuovo welfare disegnato dalla legge, le Regioni e lo Stato ricoprono un ruolo
di governo, di coordinamento e di programmazione, l’ Ente locale ha compiti di
progettazione e di regista del sistema integrato degli interventi e servizi sociali, il
privato sociale partecipa alla progettazione e concorre alla gestione dei servizi.
Il sistema integrato di interventi e servizi sociali riconosce e sostiene il ruolo
peculiare delle famiglie nella formazione e nella cura della persona, nella
promozione del benessere e nel perseguimento della coesione sociale; sostiene
e valorizza i molteplici compiti che le famiglie svolgono sia nei momenti critici e
di disagio, sia nello sviluppo della vita quotidiana.
Tra i servizi da promuovere localmente a favore delle famiglie, si ricordano:
• servizi formativi ed informativi di sostegno alla genitorialità, anche attraverso
    la promozione del mutuo aiuto tra le famiglie;
• prestazioni di aiuto e sostegno domiciliare, in particolare per le famiglie che
    assumono compiti di accoglienza, di cura di disabili fisici, psichici e sensoriali e
    di altre persone in difficoltà, di minori in affidamento, di anziani;
• servizi per l’affido familiare, per sostenere, con qualificati interventi e percorsi
    formativi, i compiti educativi delle famiglie interessate.
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TITOLO

La legge 149/2001, che riprende l’impostazione della precedentemente
Legge 184/1983, intende difendere con le misure proposte il diritto del
minore di crescere in una famiglia e dichiara molto fermamente l’obbligo di
tutte le Istituzioni e delle componenti della società di rimuovere gli
eventuali ostacoli che non consentirebbero il pieno esercizio di questo
diritto.
Le condizioni di indigenza dei genitori non possono costituire un motivo per
togliere il minore alla propria famiglia: a favore della famiglia gli Enti Locali
devono disporre interventi di sostegno e di aiuto, al fine di prevenire
l’abbandono e di consentire al minore di essere educato nell’ambito della
propria famiglia.
In caso di situazioni di effettiva e motivata non opportunità nel continuare
la convivenza con i propri genitori, la 149/2001 promuove l’affidamento
nelle sue diverse modalità:
• affidamento a famiglie possibilmente con figli propri;
• affidamento a singoli adulti;
• affidamento a comunità di tipo familiare.
La legge, infine, stabilì la definitiva chiusura dei grandi istituti per minori
entro il 31 dicembre 2006.
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TITOLO

 La Legge della Regione Toscana n. 41/2005 “Sistema integrato di
interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale”.
Definisce le direttrici fondamentali del sistema welfare toscano con
l’obiettivo di promuovere e garantire l’attuazione dei diritti di
cittadinanza sociale, la qualità della vita e l’autonomia individuale, le
pari opportunità, la non discriminazione, la coesione sociale,
l’eliminazione e la riduzione delle condizioni di disagio e di esclusione.
 Nel rispetto del principio della sussidiarietà, la Regione e gli enti locali
riconoscono, all’art. 17 della LR 41/2005, la rilevanza sociale
dell’attività svolta dai soggetti del terzo settore e, nell’ambito delle
risorse disponibili, promuovono azioni per il loro sostegno e
qualificazione. Ai fini della suddetta legge si considerano soggetti del
terzo settore, in particolare le organizzazioni di volontariato, le
associazioni e gli enti di promozione sociale, le cooperative sociali e gli
altri soggetti privati non a scopo di lucro.
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TITOLO

CENTRO SEMIRESIDENZIALE “PINOCCHIO”
Il Centro PINOCCHIO è stato aperto nel 1989 nel Quartiere 1 presso l’ex-
IPAB Istituto Demidoff, gestita dal Consorzio Zenit. Dal settembre 2006 è
stato trasferito nel Quartiere 5, in zona Peretola, in una nuova sede dotata
di un’ampia disponibilità di spazi sia al chiuso che all’aperto, compresa
un’area di verde attrezzata per giochi e sport.
Il Centro “PINOCCHIO” ha una capacità di accoglienza di 25 posti che,
durante i mesi estivi, vengono ampliati a 35 per la realizzazione di Centri
estivi. E’ una servizio autorizzato dal Comune di Firenze, con il quale ha in
essere un rapporto convenzionale per l’accoglienza di minori inviati dai
Servizi Sociali Territoriali.
Il Centro Semiresidenziale è uno dei servizi previsti dal sistema definito
nella Legge della Regione Toscana n. 42/2005, finalizzato a:
   • garantire al minore la protezione e le cure necessarie per il suo
     benessere e a promuoverne il pieno e armonico sviluppo psicofisico,
     l’educazione e la crescita in un idoneo ambiente familiare e sociale;
   • promuovere l’esercizio dei diritti di cittadinanza sociale dei minori;
   • prevenire forme di esclusione e di devianza, privilegiando la crescita
     del minore nel proprio ambiente familiare.
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TITOLO


Il Centro Pinocchio è una risorsa territoriale nata per rispondere alle
esigenze di minori che necessitano di un forte sostegno educativo
finalizzato alla prevenzione secondaria del disagio.
I minori accolti nel Centro vengono individuati dai Servizi Sociali
territoriali del Comune di Firenze, o dai Servizi Socio-Sanitari di altre
zone limitrofe, che richiedono l’inserimento in base alle procedure
convenzionalmente concordate. Spesso l’utilizzo del Centro rientra
nell’ambito di provvedimenti assunti dal Tribunale per i Minorenni.
L’inserimento nel Centro avviene sulla base di un progetto socio-
educativo concordato con il Servizio inviante che riguarda il bambino
e la sua famiglia che può avere durata anche superiore all'anno.
Il Centro è anche una risorsa per bambini o ragazzi che necessitano di
un sostegno educativo dopo il rientro in famiglia successivo ad un
periodo di collocamento in comunità.
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TITOLO


Il Centro PINOCCHIO intende offrire ai minori accolti un “luogo” (fisico e relazionale) di
riferimento, accogliente e capace di valorizzare le risorse e le ricchezze personali dei minori,
prestando particolare attenzione ai loro bisogni, che per vari motivi, rimangono spesso
inespressi, diventando così fonti di disagio e di sofferenza.
Attraverso l'instaurarsi di relazioni significative, un clima familiare e di amichevole solidarietà,
gli educatori predispongono un sostegno educativo personalizzato ed un sistema di
opportunità socio-educative all’interno del quale ciascun minore possa raggiungere una
maturazione globale, attraverso lo sviluppo delle abilità di base e delle capacità logico-critiche,
lo sviluppo delle capacità relazionali e l'assunzione di comportamenti sociali responsabili.
Tale finalità viene perseguita attraverso la realizzazione dei seguenti obiettivi generali:
1. acquisire e/o rafforzare le diverse autonomie necessarie per lo svolgimento delle attività
    quotidiane.
2. Potenziare lo sviluppo delle capacità neuro-motorie.
3. Acquisire e/o rafforzare le capacità espressive.
4. Favorire il compimento del percorso scolastico, diminuendo la dispersione e gli insuccessi
5. Migliorare la capacità di gestione della realtà emotiva.
6. Acquisire e/o rafforzare le competenze sociali e relazionali.
7. Favorire il processo di sviluppo dell’identità personale.
8. Migliorare la qualità delle relazioni con i propri familiari.
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TITOLO


Il modello pedagogico e antropologico di riferimento per l’azione educativa trova
i suoi fondamenti nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del fanciullo, nella
prima parte della Costituzione della Repubblica Italiana e, soprattutto, in un
modello antropologico/pedagogico di ispirazione cristiana
Nel lavoro educativo, gli operatori fanno riferimento a sei principi metodologici
che, vista la loro particolare importanza, costituiscono una sorta di “bussola” per
orientare l’azione educativa:
1. Il lavoro di équipe.
2. La personalizzazione dell’intervento educativo.
3. La valorizzazione della quotidianità e del contesto educativo (ambiente
     fisico, attività, relazioni)
4. La gestione condivisa del sistema delle regole.
5. La partecipazione attiva dei ragazzi
6. L’apertura al territorio.
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TITOLO

Le finalità e gli obiettivi vengono realizzate mediante l’attuazione di
processi di lavoro.
I processi primari sono tre, anche se la distinzione dei tre processi ha
valore solo da un punto di vista operativo, dato che essi sono in continua
interazione tra loro e possono influenzarsi vicendevolmente, sia in modo
positivo che negativo:
1. intervento di sostegno socio-educativo personalizzato: è il processo
   relativo al lavoro di sostegno socio-educativo rivolto al singolo minore
   con cui, a partire dal Progetto Educativo Individualizzato concordato con i
   Servizi Sociosanitari invianti, giunge alla definizione di un piano di
   intervento in grado di rispondere ai suoi specifici bisogni.
2. Attività educative di gruppo: il processo descrive le attività rivolte al
   gruppo dei minori accolti, svolta in base a un programmazione annuale
   che comprende attività svolte internamente che all’esterno del Centro.
3. Azioni di sostegno alla famiglia: questo terzo processo descrive le
   modalità operative con cui l’equipe educativa svolge azioni di sostegno
   direttamente a favore dei familiari dei minori; in questo caso, abbiamo
   distinto tra intervento offerto alla generalità e quelli rivolti a singoli
   nuclei, dietro formale richiesta e in base ad un programma concordato
   con i Servizi per rispondere a specifici bisogni.
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TITOLO


Ai processi primari, svolti dagli educatori, si affiancano i processi
secondari, svolti da altre unità operative del Consorzio Zenit o di
cooperative associate:
 1. Servizi per la gestione del personale
 2. Servizi amministrativi
 3. Servizi di supporto: trasporto, approvvigionamento pasti e pulizie
      degli ambienti, approvvigionamento.
 4. Sistema di controllo e miglioramento della qualità
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TITOLO


La giornata del Centro ruota attorno ad alcuni momenti cardine, appuntamenti
della giornata che danno il ritmo ma, al tempo stesso, lasciano anche spazi liberi
che gli educatori e i ragazzi possono riempire “improvvisando” all’interno di un
contesto che mantiene sempre alta la valenza educativa delle esperienze vissute.
I momenti individuati sono:
• il viaggio di andata/ritorno in pulmino: l’accompagnatore (educatore o
   volontario) può utilizzare il tempo trascorso sul mezzo per trattenersi in
   colloquio con tutti o un singolo ragazzo (ad es. ascoltando le loro
   “vicissitudini” scolastiche o al centro), in modo da creare un clima di piacevole
   confidenza;
• il momento dei pasti: come in famiglia, è sempre un’ottima occasione per
   ritrovarsi a condividere esperienze, emozioni, ecc. Ottimo momento anche per
   offrire indicazioni di educazione alimentare;
• il relax pomeridiano: sempre di più la giornata dei bambini e dei ragazzi
   assomiglia a quella di un adulto stressato da impegni e obblighi; è importante
   anche avere a disposizione momenti di relax, dove lo scorrere del tempo non
   è finalizzato a produrre qualcosa, ma a giocare per divertirsi…;
• lo studio: non solo compiti, ma anche e soprattutto momento per apprendere
   un metodo di studio, per sviluppare le abilità di base, per arricchire il proprio
   vocabolario e la capacità di espressione, ecc.;
• i centri di interesse: sono attività piacevoli, ma finalizzate allo sviluppo di
   particolari aspetti (psicomotricità, espressività, ecc.).
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Le attività del Centro si differenziano in base al periodo:
1. periodo scolastico: durante questo arco di tempo, gli educatori
     pianificano una serie di attività strutturate interne o all’esterno del
     Centro, da realizzare sia con tutti i minori che in piccoli gruppi. Vi sono
     poi degli appuntamenti che costituiscono ormai dei momenti di forte
     appartenenza e di celebrazione festosa che coinvolgono minori,
     educatori, famiglie, volontari e altre risorse della comunità:
        • Festa di inizio anno, con la partecipazione dei genitori.
        • Festa natalizia.
        • Festa di Carnevale
        • “Memorial Alberto Corri”, con tornei sportivi con il
           coinvolgimento degli altri Centri Semiresidenziali per minori della
           città e festa-spettacolo con la partecipazione dei genitori
2. periodo estivo: la sua durata coincide con quello dell’inizio e termine
    delle vacanze scolastiche; in questo periodo l’attività del Centro si
    svolge dal mattino al pomeriggio, articolandosi in periodi e rifacendosi
    al modello di funzionamento dei Centri Estivi (mattina-pomeriggio), pur
    rimanendo caratterizzata dalla metodologia educativa propria del
    Centro Pinocchio.
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Attività educative strutturate
1. Centri di interesse: in base alle caratteristiche dei minori iscritti e
     seguendo un sistema ciclico di offerta, gli educatori individuano
     quattro/cinque attività a tema per piccoli gruppi, a cadenza
     settimanale: teatro, produzione video, bricolage e pittura, educazione
     alimentare, danza, calcio, karate, ceramica, informatizzazione di
     base, giornalismo, fotografia, apprendimento di una seconda lingua,
     ecc. Ogni ragazzo è invitato a partecipare ad almeno uno dei Centri di
     interesse, che si sono rivelati molto importanti da un punto di vista
     educativo, per valorizzare al massimo le potenzialità di ciascun minore.
2. Gruppi a tema: dedicati ai ragazzi più grandi, sono centrati su
     tematiche che in quel momento possono risultare particolarmente
     coinvolgenti o che gli educatori reputano necessarie da trattare. Il
     piccolo gruppo è animato da un educatore e/o da un esperto invitato
     presso il Centro; vengono utilizzate dinamiche di gruppo che facilitino
     la presentazione del tema e la discussione tra i partecipanti. Tra le
     tematiche già affrontate ricordiamo: igiene e salute, educazione
     sessuale, rapporti affettivi e amicali, rapporto con i genitori,
     orientamento formativo.
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3. Attività di conoscenza del territorio: è dedicata a supportare i ragazzi,
   specialmente quelli più grandi, a diventare progressivamente sempre più
   capaci di individuare e accedere alle risorse presenti sul territorio.
   Attraverso l’accompagnamento e una sistematica offerta di informazioni
   e segnalazioni, gli educatori aiuteranno i ragazzi a crearsi una “mappa
   personale” così da essere in grado di poter accedere da solo o con i
   propri familiari a servizi e attività per il tempo libero, servizi per l’attività
   sportiva, manifestazioni culturali, beni artistici del quartiere e della città,
   principali servizi pubblici, ecc.
4. Attività di orientamento formativo: vede coinvolti con i ragazzi più
   grandi, specialmente quelli che si trovano a dover scegliere (o
   rimodulare) il percorso formativo alla conclusione della scuola
   secondaria di primo grado, gli educatori svolgono un attività di
   orientamento. Grazie ad un efficace raccordo con le Scuole e i Centri di
   Formazione Professionale, gli educatori attueranno interventi
   individualizzati o in piccoli gruppi che prevedono, tra l’altro, visite presso
   Scuole, incontri con insegnanti, tecnici esperti dei vari settori
   professionali, accessi a sportelli informativi, attività di bilanciamento
   delle risorse personali, ecc.
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Attività di sostegno alla famiglia
L’intervento di sostegno direttamente rivolto ai familiari dei minori accolti si articola
secondo alcune modalità che prevedono livelli sempre più intensi di aiuto:
1. iniziative per tutti i genitori: sono interventi finalizzati principalmente a
      promuovere il coinvolgimento dei familiari nella vita del Centro e a diffondere
      informazioni a carattere generale (prevenzione primaria). I genitori vengono
      inviatati a partecipare a riunioni dei genitori e alle feste e iniziative del Centro.
2. interventi per favorire la partecipazione dei genitori all’intervento educativo
      personalizzato: le azioni sono concordate e condivise con i Servizi Sociali referenti
      e vengono realizzate con tutti i genitori. Prevedono:
         • colloquio iniziale, congiuntamente con l’Assistente Sociale, finalizzato alla
            definizione del progetto educativo;
         • colloqui intermedi, anche di natura informale, per valutare l’andamento
            dell’intervento;
         • colloqui per situazione di emergenza (es. a seguito di comportamenti
            fortemente problematici dei minori);
         • colloquio finale, per preparare le dimissioni e valutare l’intero percorso.
3. interventi speciali: si svolgono solo quando sono richiesti e concordati con i
      Servizi Sociali invianti; vengono esplicitati all’interno del Progetto Educativo
      Individualizzato e possono prevedere varie forme di intervento a sostegno della
      genitorialità (es. colloqui protetti).
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Centro di Pronta Accoglienza
Con funzione prevalentemente assistenziale e tutelare, la struttura
accoglie persone minori di età, in situazione di abbandono o in
condizione di urgente bisogno di pronto accoglimento e protezione da
rischi per l’integrità psicofisica, accolti sulla base di provvedimento e/o
intervento disposto dall’Autorità Giudiziaria Minorile o dietro richiesta
dei Servizi Sociali del comune competente.
Per rispondere alle necessità di pronta accoglienza del Comune di
Firenze, il Consorzio Zenit ha apertura, nel 1996, i due Centri “Gian
Burrasca”, per un totale di 15 posti per minori in età compresa tra i 12
ed i 17 anni.
Nel 1997 i due Centri sono trasferiti presso una Villa medicea sulle
colline di Careggi, sempre a Firenze.
Durante questi anni, sono oltre 1200 i minori accolti presso le due
strutture, la stragrande maggioranza dei quali risultano essere minori
stranieri non accompagnati provenienti da Albania, Kossovo, Romania,
Marocco, Somalia.
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I minori accolti presso i due Centri si trovano in una situazione personale di
emergenza quasi sempre determinata da:
a) gravi problematiche familiari, per i minori adolescenti italiani, o stranieri in
      regola con le normative sul soggiorno, che vivono una particolare situazione
      di emergenza;
b) l’assenza dei genitori o di un adulto responsabile per i minori stranieri non
      in regola con le normative sul soggiorno.
Anche se, come vedremo in seguito, all’interno del primo gruppo è possibile
distinguere una certa varietà di situazioni di emergenza, gli interventi educativi
e, soprattutto, la durata del periodo di accoglienza si differenziano
enormemente quando si accolgono minori appartenenti alle due diverse
tipologie.
Nel caso dei minori appartenenti alla prima tipologia, infatti, la richiesta di
accoglienza parte dai Servizi Territoriali, con cui collaborare per il superamento
dell’emergenza, e si può fare riferimento alla risorse, anche se residue, delle reti
formale ed informale.
Per i minori stranieri non accompagnati si tratta, invece, di affrontare sia un
percorso di conoscenza reciproca, talvolta reso arduo dalle difficoltà di
comunicazione, che un percorso teso all’individuazione di quella che,
compatibilmente con la normativa vigente, potrà essere la soluzione
maggiormente adeguata al superamento dell’emergenza.
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Sono essenzialmente tre le finalità del servizio di pronta accoglienza:
1. una rapida ed efficace risposta alla situazione di emergenza;
2. l’attivazione immediata, a partire dal momento dell’ingresso, di un
      percorso di “riduzione del danno”
3. il lavoro di sostegno educativo individualizzato e di supporto ai Servizi
      finalizzato al superamento dell’emergenza.
All’interno del contesto educativo del Centro, gli educatori offrono un
clima di protezione e di cura e il sostentamento materiale, capace di
rinforza le funzioni intrapsichiche e di migliorare le problematiche
comportamentali, le competenze sociali.
In stretta collaborazione con i Servizi competenti, gli educatori
predispongono un progetto d’intervento che attivi le risorse disponibili, a
livello personale, familiare e territoriale, per non alterare il percorso di
crescita e di formazione, in un ottica di ottimizzazione della relazione con la
famiglia.
Fondamentale sarà, durante l’intervento di superamento dell’emergenza, il
coinvolgimento del minore stesso, impegnandolo a superare quegli
atteggiamenti negativi, come l’aggressività, la provocazione, la chiusura,
che possono aver contribuito a precipitare la situazione di crisi personale e
familiare.
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All’interno del Centro le categorie pedagogiche di riferimento sono le
seguenti:
L’accoglienza.
La comprensione interpersonale.
La condivisione.
Il rafforzamento dell’autostima.
Lo sviluppo della responsabilità.
L’apertura al futuro.
Due gli strumenti che consentiranno una migliore personalizzazione degli
interventi:
a) il Progetto d’Intervento Individuale, con cui gli educatori, raccolte le
      informazioni personali e familiari e le osservazioni su problematiche e
      potenzialità, esplicitano obiettivi, metodologie e tempi per il
      superamento dell’emergenza, in stretta collaborazione con i Servizi
      territorialmente competenti.
b) la figura del tutor, ossia l’educatore che si assumerà la responsabilità
      di seguire da vicino la presa in carico di un determinato minore, con
      interventi coordinati e integrati con quelli degli altri membri
      dell’Équipe.
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Comunità per minori a dimensione familiare
La Comunità Educativa per Minori “S. Filippo Neri” offre un servizio di
accoglienza residenziale e un sostegno socio-educativo a ragazzi e
ragazze preadolescenti e adolescenti che si trovano in particolari
situazioni di bisogno, mettendo i posti a disposizione, in modo
convenzionale, per il Comune di Firenze.
La comunità è stata aperta nell’agosto del 1990 nel contesto dell’IPAB
S.Silvestro in Borgo Pinti. Agli inizi del 1996, la comunità si trasferisce
in Via Alfani in un appartamento di 300 mq. e cambia il proprio nome
in “Comunità Educativa S. Filippo Neri”, santo fiorentino che rinnovò in
modo significativo la pratica educativa del suo tempo.
Nel 1997, insieme ai Centri Gian Burrasca, la Comunità è trasferita
nella villa Medicea nella zona del Poggetto, dotata appunto di un
grande parco di circa 3500 mq.
I minori accolti in questi anni sono oltre 100.
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TITOLO


La Comunità a dimensione familiare, con funzione socioeducativa, accoglie
persone minori di età per le quali la permanenza nella famiglia di origine
sia temporaneamente impossibile, accolti sulla base di provvedimento e/o
intervento disposto dall’Autorità Giudiziaria Minorile, o della richiesta dei
Servizi Sociali del Comune competente.
La finalità della Comunità Educativa è quella di dare un’accoglienza a
ragazzi con difficoltà familiari e personali all’interno di un significativo
contesto relazionale, educativo e comunitario capace di:
• offrire un clima di protezione e di cura e il sostentamento materiale;
• rinforzare le funzioni intrapsichiche;
• migliorare le problematiche comportamentali e le competenze sociali.
Ciò attraverso la realizzazione di un progetto educativo individualizzato che
attivi tutte quelle risorse e offra tutte quelle opportunità necessarie allo
sviluppo dell’identità e del progetto personale e alla riduzione del danno
che la situazione di allontanamento dal nucleo familiare ha provocato, in un
ottica di ottimizzazione della relazione con la famiglia.
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TITOLO


Con l’accoglienza del minore in Comunità, gli educatori danno inizio ad un
processo educativo che cerca di ristabilire delle condizioni adeguate di vita
e di esperienza. Così cercano di offrire al minore l’opportunità di vivere
alcune esperienze fondamentali, quali:
• ricevere la necessaria protezione da input troppo stressanti, dalla paura
   del presente e di quanto gli è accaduto, sentendosi sostenuto nelle sue
   parti più deboli, disorientate e sovraccaricate dagli eventi familiari;
• scoprire che il rapporto umano è piacevole e che, pertanto, si può
   abbandonare una condizione di isolamento o la tendenza ad utilizzare
   unicamente modalità aggressive di relazione;
• scoprire che si può essere apprezzati per ciò che si è e non solo per ciò
   che si fa, non si fa o si possiede.
• affrontare gradualmente i compiti propri dell’età e richiesti dalla vita
   quotidiana, come, ad es. obblighi legati al suo stato di salute, la
   conclusione del percorso formativo;
• riuscire ad entrare in un’ampia e ricca rete di rapporti con gli i coetanei,
   gli adulti, la comunità territoriale.
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Obiettivi dell’intervento educativo
                                                                                     Area cognitiva e della formazione
Area dell’autonomia                                                                  Consolidamento delle abilità metacognitive di base
Capacità di curare l'igiene personale e l’aspetto fisico.                            Motivazione e consolidamento di una metodologia di
Capacità di orientamento e movimento nell’ambiente.                                  studio.
Capacità di accedere ai servizi del territorio
Capacità di organizzare, svolgere e portare a termine da solo i propri
                                                                                     Orientamento nella scelta e verifica del percorso
impegni e interessi.                                                                 formativo
Capacità di gestione della propria salute fisica.                                    Sviluppo di specifiche abilità e capacità per l’attività
                                                                                     lavorativa.
Area dell’identità
Miglioramento della propria immagine corporea.
Miglioramento della stima di sé e della fiducia nelle proprie capacità.              Area delle relazioni
Capacità di capire e osservare le regole comportamentali e sociali                   Consolidamento dell’intelligenza emotiva
Adeguata percezione della propria identità sessuale.                                 Consolidamento delle capacità relazionali di base
Individuazione, riconoscimento e rispetto di valori fondamentali
Individuazione, riconoscimento e attuazione coerente di modelli di
                                                                                     Consolidamento della capacità di partecipazione al
comportamento                                                                        gruppo dei pari
Capacità di apertura alla trascendenza                                               Consolidamento delle capacità di relazionarsi
                                                                                     positivamente con gli adulti
Area della comunicazione ed espressione
Sviluppo delle capacità psico-motorie e della manualità fino-motoria
Capacità di uso di diverse tecniche espressive (disegno, pittura, musica,            Area famiglia
teatro, ecc.).                                                                       Potenziamento nei genitori delle capacità di leggere e
Capacità di uso e di espressione dei mezzi multimediali (pc, video, ecc.).           interpretare i comportamenti dei figli e di cogliere i
Capacità di individuare e utilizzare le risorse del territorio per le attività del   bisogni latenti.
tempo libero
                                                                                     Potenziamento delle capacità dei genitori di svolgere
                                                                                     le funzioni del ruolo in modo appropriato e autorevole
                                                                                     Partecipazione dei genitori alle attività della Comunità
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Il processo di intervento educativo della Comunità prevede lo svolgimento delle
seguenti fasi:
 1) Richiesta d’inserimento: Il Servizio Sociale che ha incarico il minore e la sua
famiglia,dopo aver valutato ed individuato all’interno dell’equipe
multidisciplinare la struttura più idonea al bisogno manifestato,contatta il
Responsabile della Comunità per verificare la disponibilità del posto.
2) Progetto Educativo Individuale: in caso di risposta affermativa il
Responsabile del Servizio Residenziale, l’Assistente Sociale e gli altri Operatori
Socio-sanitari eventualmente coinvolti, realizzano uno o più incontri per:
• approfondire la situazione del minore;
• fissare la durata del periodo di permanenza e le linee generali dell’intervento
    educativo, con indicazione degli obiettivi da raggiungere a lungo termine,
    della durata della fase dedicata dall’Equipe Educativa all’osservazione e
    all’approfondimento dei bisogni socio-educativo e delle risorse personali del
    minore;
• definire le modalità relazione/collaborazione con i familiari, con indicazione
    degli obiettivi e delle risorse, anche in base ad eventuali disposizioni della
    Magistratura Minorile;
• concordare la data e le modalità d’inserimento, nonché dell’acquisizione del
    parere del minore in merito all’inserimento, a partire dal 14° anno di età.
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TITOLO


3) Osservazione e approfondimento dei bisogni socio-educativi: a partire dall’ingresso del
    minore nel Servizio Residenziale l’Equipe degli educatori mette in atto un complesso di
    interventi educativi finalizzati all’osservazione e approfondimento dei bisogni socio-
    educativi del minore accolto e delle risorse personali e all’individuazione degli obiettivi
    socio-educativi, delle attività da realizzare e dei risultati da ottenere con l’intervento
    dell’Equipe educativa. La durata del periodo di osservazione viene concordata in sede di
    definizione del Progetto Educativo Individuale.

4) Piano d’Intervento Educativo Personalizzato: Terminata la fase di analisi, l’Equipe educativa
   del Servizio Residenziale predispone un Piano d’Intervento Educativo Personalizzato, da
   concordare con gli Operatori Socio-sanitari coinvolti, tenendo conto delle risorse
   istituzionali, personali, familiari e di rete. Il Piano d’Intervento Educativo deve contenere gli
   obiettivi a medio e breve termine, le attività da svolgere con o a favore del minore, le
   risorse, i risultati previsti.

5) Realizzazione delle attività programmate: l’Equipe educativa realizza le attività previste
   dalla programmazione, avendo cura di documentare il percorso personale di ogni minore
   attraverso la raccolta di:
    • registrazioni sull’osservazione dei rapporti con la famiglia;
    • annotazioni sulla realizzazione delle attività socio-educative programmate e valutazioni
        sul conseguimento dei risultati;
    • verbali delle riunioni dell’Equipe educativa;
    • verbali delle riunioni effettuate con i servizi socio-sanitari e dei contatti con gli altri
        servizi e risorse del territorio.
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TITOLO


6) Verifiche e Valutazioni: Semestralmente il Servizio Sociale e gli altri
  Operatori Socio-sanitari eventualmente coinvolti, si incontrano con
  l’Equipe Educativa per verificare l’andamento dell’intervento a
  favore del minore e della famiglia. In occasione dell’incontro, il
  Responsabile del Servizio Residenziale consegna agli operatori socio-
  sanitari coinvolti una relazione sull’intervento educativo svolto.
7) Dimissioni: Almeno sei mesi prima dello scadere del periodo di
  permanenza indicato nel Progetto Educativo Individuale, tutti gli
  Operatori Socio-sanitari coinvolti ed il Responsabile del Servizio
  Residenziale valutano congiuntamente il grado di raggiungimento
  degli obiettivi a lungo termine e concordano se rinnovare il Progetto
  Educativo Individualizzato, prorogando così il periodo di
  permanenza.

In caso di particolari necessità, può essere prevista la prosecuzione
della permanenza nel Servizio residenziale oltre il 18° anno al fine di
raggiungere gli obiettivi definiti nel Progetto Educativo Individuale

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  • 2. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Il Consorzio Zenit, Cooperativa Sociale Consortile a responsabilità limitata - Onlus, è stato fondato a Firenze nel 1989, su iniziativa di un gruppo di cooperative già operanti nel settore dell’attività educativa, socio-assistenziale e sanitaria fin dal 1981. Il Consorzio Zenit si configura come organizzazione di terzo livello, avendo tra i suoi associati non solo singole Cooperative, ma anche Consorzi di Cooperative, e opera su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle regioni Toscana e Lombardia. Ai sensi del D.Lgs. 460/97, il Consorzio Zenit è anche una O.N.L.U.S. (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale).
  • 3. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO La mission del Consorzio Zenit è chiaramente identificabile in quanto indicato nell’art. 1 della Legge sulla Cooperazione sociale n. 381 del 1991: «perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana ed all'integrazione sociale dei cittadini attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi (cooperative sociali di tipo A) o lo svolgimento di attività diverse - agricole, industriali, commerciali o di servizi - finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate (cooperative sociali di tipo B)»
  • 4. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO La mission del Consorzio si realizza nelle comunità territoriali in cui è presente attraverso la progettazione, l’organizzazione e la gestione di interventi e di servizi educativi, sociali, socio-sanitari e per la formazione e l’aggiornamento professionale. In tutte le sue attività, il Consorzio promuove l’autonomia personale, l’esercizio attivo dei diritti di cittadinanza, l’autorealizzazione delle persone che vi partecipano. Ciò attraverso l’impiego di metodologie, continuamente sottoposte a verifica e miglioramento, all’interno di processi di sviluppo al quale partecipano attivamente tutti le cooperative associate, nella valorizzazione della loro specializzazione nei diversi settori di attività.
  • 5. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO I servizi e gli interventi del Consorzio Zenit sono finalizzati allo sviluppo di una rete di promozione e protezione sociale in cui esso assume il ruolo di nodo “attivo” ed “attivante” altri nodi, attraverso: 1. l’analisi dettagliata della realtà contestuale, attraverso metodologie partecipative mirate alla costruzione e condivisione di significato, al fine di evidenziare i bisogni specifici e le problematiche in atto e, allo stesso tempo, le risorse (attuali o potenziali) delle persone e della comunità cui il servizio o gli interventi sono rivolti. 2. Il coinvolgimento, fin dalla fase di progettazione, dei soggetti che nel territorio sono identificabili come gli stakeholders nei confronti del progetto (associazioni, volontariato, ecc.), al fine di condividere la lettura del bisogno e del processo di risposta e favorire la costituzione di una estesa rete di sinergie e collaborazioni. 3. L’avvio ed il rafforzamento continuo di un rapporto di stretta collaborazione con gli Enti Locali, impostato nell’ottica della sussidiarietà e complementarietà e volto alla partecipazione attiva alla definizione e realizzazione della pianificazione nelle sue diverse articolazioni e settori.
  • 6. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Lo stile di gestione dei propri servizi è intenzionalmente orientato verso l’interscambio continuo con il territorio, in particolare alla di quelle componenti vitali e solidaristiche della comunità locale, in grado di integrare l’azione professionale svolta dagli operatori. Senza di ciò, il prendersi cura di persone in condizioni di fragilità, di svantaggio , quando non addirittura di emarginazione, può rappresentare per esse un confinamento nella solitudine di un disagio avvicinato solo dagli “addetti ai lavori”. Inoltre il Consorzio partecipa anche alla costruzione e ampliamento di “reti di reti”, mediante l’attiva e significativa adesione - ricoprendo con i propri rappresentanti anche cariche di responsabilità al loro interno - ad associazioni della Cooperazione Sociale e del Terzo Settore. Per questo motivo, il Consorzio Zenit è ormai da tempo riconosciuto come valido interlocutore dai diversi Enti Locali e come tale coinvolto nei momenti di confronto e di partecipazione ai diversi livelli di programmazione interistituzionale in cui le varie componenti del welfare locale “pensano”, si confrontano, scambiano le proprie esperienze, progettano servizi e pianificano le politiche locali e regionali in materia formazione, educazione, servizi sociali, salute e lavoro.
  • 7. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Le molteplici attività promosse dal Consorzio Zenit si articolano nelle seguenti aree: 1. Servizi educativi per la prima infanzia. 2. Servizi socio-educativi per minori 3. Centro Psicologico e Diagnostico per l’Età Evolutiva 4. Servizi socio-sanitari per anziani, disabili e per la salute mentale 5. Servizi per la formazione professionale 6. Scuola Superiore di Scienze dell’Educazione 7. Servizi ricettivi per il turismo sociale 8. Librerie Marzocco e Casa Editrice Zenit 9. Attività di ricerca sulle nuove tecnologie applicate ai servizi socio- educativi e socio-assistenziali 10. Servizi amministrativi per le imprese
  • 8. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Tra i servizi socio-educativi per i minori, il Consorzio Zenit ha promosso direttamente: • Centro Semiresidenziale “Pinocchio” • Centri di pronta accoglienza “Gian Burrasca 1” e “Gian Burrasca 2” • Comunità educative “Demidoff” e “San Filippo Neri” I servizi sono tutti autorizzati al funzionamento e convenzionati con il Comune di Firenze. A seguito di aggiudicazione di gara di appalto, gestisce invece: • Servizi di sostegno educativo domiciliare • Servizio di sostegno educativo scolastico per alunni con disabilità • Servizio di pre e post scuola Giornalmente, gli oltre 200 educatori impegnati nelle diverse tipologie di servizio assistono quasi 3000 minori.
  • 9. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Tra il 1987 e il 2001 in Italia, a livello legislativo, si produce la “scoperta” di un nuovo soggetto sociale: i bambini e i ragazzi. Legge 285/1987 Tutte le articolazioni dello Stato (Governo, Regioni, Enti Locali), devono offrire ai genitori un sistema di servizi, strutture, opportunità per • promuovere la loro funzione educativa; • riuscire a conciliare le esigenze familiari e quelle sociali e lavorative; • offrire luoghi e opportunità di confronto e rafforzamento delle proprie competenze educative • per superare situazioni più specifiche di difficoltà e fragilità dovute a problematiche personali, relazionali o sociali, malattia , disabilità o altro ancora. La 285/1987 promuove un articolato complesso di interventi e servizi per minori in condizione di disagio, di servizi ricreativi, di promozione della partecipazione dei bambini e ragazzi alla vita sociale e pubblica.
  • 10. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Legge Quadro n. 328/00 per la realizzazione di un sistema integrato d’interventi e servizi sociali”. Nel nuovo welfare disegnato dalla legge, le Regioni e lo Stato ricoprono un ruolo di governo, di coordinamento e di programmazione, l’ Ente locale ha compiti di progettazione e di regista del sistema integrato degli interventi e servizi sociali, il privato sociale partecipa alla progettazione e concorre alla gestione dei servizi. Il sistema integrato di interventi e servizi sociali riconosce e sostiene il ruolo peculiare delle famiglie nella formazione e nella cura della persona, nella promozione del benessere e nel perseguimento della coesione sociale; sostiene e valorizza i molteplici compiti che le famiglie svolgono sia nei momenti critici e di disagio, sia nello sviluppo della vita quotidiana. Tra i servizi da promuovere localmente a favore delle famiglie, si ricordano: • servizi formativi ed informativi di sostegno alla genitorialità, anche attraverso la promozione del mutuo aiuto tra le famiglie; • prestazioni di aiuto e sostegno domiciliare, in particolare per le famiglie che assumono compiti di accoglienza, di cura di disabili fisici, psichici e sensoriali e di altre persone in difficoltà, di minori in affidamento, di anziani; • servizi per l’affido familiare, per sostenere, con qualificati interventi e percorsi formativi, i compiti educativi delle famiglie interessate.
  • 11. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO La legge 149/2001, che riprende l’impostazione della precedentemente Legge 184/1983, intende difendere con le misure proposte il diritto del minore di crescere in una famiglia e dichiara molto fermamente l’obbligo di tutte le Istituzioni e delle componenti della società di rimuovere gli eventuali ostacoli che non consentirebbero il pieno esercizio di questo diritto. Le condizioni di indigenza dei genitori non possono costituire un motivo per togliere il minore alla propria famiglia: a favore della famiglia gli Enti Locali devono disporre interventi di sostegno e di aiuto, al fine di prevenire l’abbandono e di consentire al minore di essere educato nell’ambito della propria famiglia. In caso di situazioni di effettiva e motivata non opportunità nel continuare la convivenza con i propri genitori, la 149/2001 promuove l’affidamento nelle sue diverse modalità: • affidamento a famiglie possibilmente con figli propri; • affidamento a singoli adulti; • affidamento a comunità di tipo familiare. La legge, infine, stabilì la definitiva chiusura dei grandi istituti per minori entro il 31 dicembre 2006.
  • 12. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO La Legge della Regione Toscana n. 41/2005 “Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale”. Definisce le direttrici fondamentali del sistema welfare toscano con l’obiettivo di promuovere e garantire l’attuazione dei diritti di cittadinanza sociale, la qualità della vita e l’autonomia individuale, le pari opportunità, la non discriminazione, la coesione sociale, l’eliminazione e la riduzione delle condizioni di disagio e di esclusione. Nel rispetto del principio della sussidiarietà, la Regione e gli enti locali riconoscono, all’art. 17 della LR 41/2005, la rilevanza sociale dell’attività svolta dai soggetti del terzo settore e, nell’ambito delle risorse disponibili, promuovono azioni per il loro sostegno e qualificazione. Ai fini della suddetta legge si considerano soggetti del terzo settore, in particolare le organizzazioni di volontariato, le associazioni e gli enti di promozione sociale, le cooperative sociali e gli altri soggetti privati non a scopo di lucro.
  • 13. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO CENTRO SEMIRESIDENZIALE “PINOCCHIO” Il Centro PINOCCHIO è stato aperto nel 1989 nel Quartiere 1 presso l’ex- IPAB Istituto Demidoff, gestita dal Consorzio Zenit. Dal settembre 2006 è stato trasferito nel Quartiere 5, in zona Peretola, in una nuova sede dotata di un’ampia disponibilità di spazi sia al chiuso che all’aperto, compresa un’area di verde attrezzata per giochi e sport. Il Centro “PINOCCHIO” ha una capacità di accoglienza di 25 posti che, durante i mesi estivi, vengono ampliati a 35 per la realizzazione di Centri estivi. E’ una servizio autorizzato dal Comune di Firenze, con il quale ha in essere un rapporto convenzionale per l’accoglienza di minori inviati dai Servizi Sociali Territoriali. Il Centro Semiresidenziale è uno dei servizi previsti dal sistema definito nella Legge della Regione Toscana n. 42/2005, finalizzato a: • garantire al minore la protezione e le cure necessarie per il suo benessere e a promuoverne il pieno e armonico sviluppo psicofisico, l’educazione e la crescita in un idoneo ambiente familiare e sociale; • promuovere l’esercizio dei diritti di cittadinanza sociale dei minori; • prevenire forme di esclusione e di devianza, privilegiando la crescita del minore nel proprio ambiente familiare.
  • 14. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Il Centro Pinocchio è una risorsa territoriale nata per rispondere alle esigenze di minori che necessitano di un forte sostegno educativo finalizzato alla prevenzione secondaria del disagio. I minori accolti nel Centro vengono individuati dai Servizi Sociali territoriali del Comune di Firenze, o dai Servizi Socio-Sanitari di altre zone limitrofe, che richiedono l’inserimento in base alle procedure convenzionalmente concordate. Spesso l’utilizzo del Centro rientra nell’ambito di provvedimenti assunti dal Tribunale per i Minorenni. L’inserimento nel Centro avviene sulla base di un progetto socio- educativo concordato con il Servizio inviante che riguarda il bambino e la sua famiglia che può avere durata anche superiore all'anno. Il Centro è anche una risorsa per bambini o ragazzi che necessitano di un sostegno educativo dopo il rientro in famiglia successivo ad un periodo di collocamento in comunità.
  • 15. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Il Centro PINOCCHIO intende offrire ai minori accolti un “luogo” (fisico e relazionale) di riferimento, accogliente e capace di valorizzare le risorse e le ricchezze personali dei minori, prestando particolare attenzione ai loro bisogni, che per vari motivi, rimangono spesso inespressi, diventando così fonti di disagio e di sofferenza. Attraverso l'instaurarsi di relazioni significative, un clima familiare e di amichevole solidarietà, gli educatori predispongono un sostegno educativo personalizzato ed un sistema di opportunità socio-educative all’interno del quale ciascun minore possa raggiungere una maturazione globale, attraverso lo sviluppo delle abilità di base e delle capacità logico-critiche, lo sviluppo delle capacità relazionali e l'assunzione di comportamenti sociali responsabili. Tale finalità viene perseguita attraverso la realizzazione dei seguenti obiettivi generali: 1. acquisire e/o rafforzare le diverse autonomie necessarie per lo svolgimento delle attività quotidiane. 2. Potenziare lo sviluppo delle capacità neuro-motorie. 3. Acquisire e/o rafforzare le capacità espressive. 4. Favorire il compimento del percorso scolastico, diminuendo la dispersione e gli insuccessi 5. Migliorare la capacità di gestione della realtà emotiva. 6. Acquisire e/o rafforzare le competenze sociali e relazionali. 7. Favorire il processo di sviluppo dell’identità personale. 8. Migliorare la qualità delle relazioni con i propri familiari.
  • 16. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Il modello pedagogico e antropologico di riferimento per l’azione educativa trova i suoi fondamenti nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del fanciullo, nella prima parte della Costituzione della Repubblica Italiana e, soprattutto, in un modello antropologico/pedagogico di ispirazione cristiana Nel lavoro educativo, gli operatori fanno riferimento a sei principi metodologici che, vista la loro particolare importanza, costituiscono una sorta di “bussola” per orientare l’azione educativa: 1. Il lavoro di équipe. 2. La personalizzazione dell’intervento educativo. 3. La valorizzazione della quotidianità e del contesto educativo (ambiente fisico, attività, relazioni) 4. La gestione condivisa del sistema delle regole. 5. La partecipazione attiva dei ragazzi 6. L’apertura al territorio.
  • 17. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Le finalità e gli obiettivi vengono realizzate mediante l’attuazione di processi di lavoro. I processi primari sono tre, anche se la distinzione dei tre processi ha valore solo da un punto di vista operativo, dato che essi sono in continua interazione tra loro e possono influenzarsi vicendevolmente, sia in modo positivo che negativo: 1. intervento di sostegno socio-educativo personalizzato: è il processo relativo al lavoro di sostegno socio-educativo rivolto al singolo minore con cui, a partire dal Progetto Educativo Individualizzato concordato con i Servizi Sociosanitari invianti, giunge alla definizione di un piano di intervento in grado di rispondere ai suoi specifici bisogni. 2. Attività educative di gruppo: il processo descrive le attività rivolte al gruppo dei minori accolti, svolta in base a un programmazione annuale che comprende attività svolte internamente che all’esterno del Centro. 3. Azioni di sostegno alla famiglia: questo terzo processo descrive le modalità operative con cui l’equipe educativa svolge azioni di sostegno direttamente a favore dei familiari dei minori; in questo caso, abbiamo distinto tra intervento offerto alla generalità e quelli rivolti a singoli nuclei, dietro formale richiesta e in base ad un programma concordato con i Servizi per rispondere a specifici bisogni.
  • 18. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Ai processi primari, svolti dagli educatori, si affiancano i processi secondari, svolti da altre unità operative del Consorzio Zenit o di cooperative associate: 1. Servizi per la gestione del personale 2. Servizi amministrativi 3. Servizi di supporto: trasporto, approvvigionamento pasti e pulizie degli ambienti, approvvigionamento. 4. Sistema di controllo e miglioramento della qualità
  • 19. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO La giornata del Centro ruota attorno ad alcuni momenti cardine, appuntamenti della giornata che danno il ritmo ma, al tempo stesso, lasciano anche spazi liberi che gli educatori e i ragazzi possono riempire “improvvisando” all’interno di un contesto che mantiene sempre alta la valenza educativa delle esperienze vissute. I momenti individuati sono: • il viaggio di andata/ritorno in pulmino: l’accompagnatore (educatore o volontario) può utilizzare il tempo trascorso sul mezzo per trattenersi in colloquio con tutti o un singolo ragazzo (ad es. ascoltando le loro “vicissitudini” scolastiche o al centro), in modo da creare un clima di piacevole confidenza; • il momento dei pasti: come in famiglia, è sempre un’ottima occasione per ritrovarsi a condividere esperienze, emozioni, ecc. Ottimo momento anche per offrire indicazioni di educazione alimentare; • il relax pomeridiano: sempre di più la giornata dei bambini e dei ragazzi assomiglia a quella di un adulto stressato da impegni e obblighi; è importante anche avere a disposizione momenti di relax, dove lo scorrere del tempo non è finalizzato a produrre qualcosa, ma a giocare per divertirsi…; • lo studio: non solo compiti, ma anche e soprattutto momento per apprendere un metodo di studio, per sviluppare le abilità di base, per arricchire il proprio vocabolario e la capacità di espressione, ecc.; • i centri di interesse: sono attività piacevoli, ma finalizzate allo sviluppo di particolari aspetti (psicomotricità, espressività, ecc.).
  • 20. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Le attività del Centro si differenziano in base al periodo: 1. periodo scolastico: durante questo arco di tempo, gli educatori pianificano una serie di attività strutturate interne o all’esterno del Centro, da realizzare sia con tutti i minori che in piccoli gruppi. Vi sono poi degli appuntamenti che costituiscono ormai dei momenti di forte appartenenza e di celebrazione festosa che coinvolgono minori, educatori, famiglie, volontari e altre risorse della comunità: • Festa di inizio anno, con la partecipazione dei genitori. • Festa natalizia. • Festa di Carnevale • “Memorial Alberto Corri”, con tornei sportivi con il coinvolgimento degli altri Centri Semiresidenziali per minori della città e festa-spettacolo con la partecipazione dei genitori 2. periodo estivo: la sua durata coincide con quello dell’inizio e termine delle vacanze scolastiche; in questo periodo l’attività del Centro si svolge dal mattino al pomeriggio, articolandosi in periodi e rifacendosi al modello di funzionamento dei Centri Estivi (mattina-pomeriggio), pur rimanendo caratterizzata dalla metodologia educativa propria del Centro Pinocchio.
  • 21. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Attività educative strutturate 1. Centri di interesse: in base alle caratteristiche dei minori iscritti e seguendo un sistema ciclico di offerta, gli educatori individuano quattro/cinque attività a tema per piccoli gruppi, a cadenza settimanale: teatro, produzione video, bricolage e pittura, educazione alimentare, danza, calcio, karate, ceramica, informatizzazione di base, giornalismo, fotografia, apprendimento di una seconda lingua, ecc. Ogni ragazzo è invitato a partecipare ad almeno uno dei Centri di interesse, che si sono rivelati molto importanti da un punto di vista educativo, per valorizzare al massimo le potenzialità di ciascun minore. 2. Gruppi a tema: dedicati ai ragazzi più grandi, sono centrati su tematiche che in quel momento possono risultare particolarmente coinvolgenti o che gli educatori reputano necessarie da trattare. Il piccolo gruppo è animato da un educatore e/o da un esperto invitato presso il Centro; vengono utilizzate dinamiche di gruppo che facilitino la presentazione del tema e la discussione tra i partecipanti. Tra le tematiche già affrontate ricordiamo: igiene e salute, educazione sessuale, rapporti affettivi e amicali, rapporto con i genitori, orientamento formativo.
  • 22. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO 3. Attività di conoscenza del territorio: è dedicata a supportare i ragazzi, specialmente quelli più grandi, a diventare progressivamente sempre più capaci di individuare e accedere alle risorse presenti sul territorio. Attraverso l’accompagnamento e una sistematica offerta di informazioni e segnalazioni, gli educatori aiuteranno i ragazzi a crearsi una “mappa personale” così da essere in grado di poter accedere da solo o con i propri familiari a servizi e attività per il tempo libero, servizi per l’attività sportiva, manifestazioni culturali, beni artistici del quartiere e della città, principali servizi pubblici, ecc. 4. Attività di orientamento formativo: vede coinvolti con i ragazzi più grandi, specialmente quelli che si trovano a dover scegliere (o rimodulare) il percorso formativo alla conclusione della scuola secondaria di primo grado, gli educatori svolgono un attività di orientamento. Grazie ad un efficace raccordo con le Scuole e i Centri di Formazione Professionale, gli educatori attueranno interventi individualizzati o in piccoli gruppi che prevedono, tra l’altro, visite presso Scuole, incontri con insegnanti, tecnici esperti dei vari settori professionali, accessi a sportelli informativi, attività di bilanciamento delle risorse personali, ecc.
  • 23. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Attività di sostegno alla famiglia L’intervento di sostegno direttamente rivolto ai familiari dei minori accolti si articola secondo alcune modalità che prevedono livelli sempre più intensi di aiuto: 1. iniziative per tutti i genitori: sono interventi finalizzati principalmente a promuovere il coinvolgimento dei familiari nella vita del Centro e a diffondere informazioni a carattere generale (prevenzione primaria). I genitori vengono inviatati a partecipare a riunioni dei genitori e alle feste e iniziative del Centro. 2. interventi per favorire la partecipazione dei genitori all’intervento educativo personalizzato: le azioni sono concordate e condivise con i Servizi Sociali referenti e vengono realizzate con tutti i genitori. Prevedono: • colloquio iniziale, congiuntamente con l’Assistente Sociale, finalizzato alla definizione del progetto educativo; • colloqui intermedi, anche di natura informale, per valutare l’andamento dell’intervento; • colloqui per situazione di emergenza (es. a seguito di comportamenti fortemente problematici dei minori); • colloquio finale, per preparare le dimissioni e valutare l’intero percorso. 3. interventi speciali: si svolgono solo quando sono richiesti e concordati con i Servizi Sociali invianti; vengono esplicitati all’interno del Progetto Educativo Individualizzato e possono prevedere varie forme di intervento a sostegno della genitorialità (es. colloqui protetti).
  • 24. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO CONTENUTI:
  • 25. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Centro di Pronta Accoglienza Con funzione prevalentemente assistenziale e tutelare, la struttura accoglie persone minori di età, in situazione di abbandono o in condizione di urgente bisogno di pronto accoglimento e protezione da rischi per l’integrità psicofisica, accolti sulla base di provvedimento e/o intervento disposto dall’Autorità Giudiziaria Minorile o dietro richiesta dei Servizi Sociali del comune competente. Per rispondere alle necessità di pronta accoglienza del Comune di Firenze, il Consorzio Zenit ha apertura, nel 1996, i due Centri “Gian Burrasca”, per un totale di 15 posti per minori in età compresa tra i 12 ed i 17 anni. Nel 1997 i due Centri sono trasferiti presso una Villa medicea sulle colline di Careggi, sempre a Firenze. Durante questi anni, sono oltre 1200 i minori accolti presso le due strutture, la stragrande maggioranza dei quali risultano essere minori stranieri non accompagnati provenienti da Albania, Kossovo, Romania, Marocco, Somalia.
  • 26. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO I minori accolti presso i due Centri si trovano in una situazione personale di emergenza quasi sempre determinata da: a) gravi problematiche familiari, per i minori adolescenti italiani, o stranieri in regola con le normative sul soggiorno, che vivono una particolare situazione di emergenza; b) l’assenza dei genitori o di un adulto responsabile per i minori stranieri non in regola con le normative sul soggiorno. Anche se, come vedremo in seguito, all’interno del primo gruppo è possibile distinguere una certa varietà di situazioni di emergenza, gli interventi educativi e, soprattutto, la durata del periodo di accoglienza si differenziano enormemente quando si accolgono minori appartenenti alle due diverse tipologie. Nel caso dei minori appartenenti alla prima tipologia, infatti, la richiesta di accoglienza parte dai Servizi Territoriali, con cui collaborare per il superamento dell’emergenza, e si può fare riferimento alla risorse, anche se residue, delle reti formale ed informale. Per i minori stranieri non accompagnati si tratta, invece, di affrontare sia un percorso di conoscenza reciproca, talvolta reso arduo dalle difficoltà di comunicazione, che un percorso teso all’individuazione di quella che, compatibilmente con la normativa vigente, potrà essere la soluzione maggiormente adeguata al superamento dell’emergenza.
  • 27. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Sono essenzialmente tre le finalità del servizio di pronta accoglienza: 1. una rapida ed efficace risposta alla situazione di emergenza; 2. l’attivazione immediata, a partire dal momento dell’ingresso, di un percorso di “riduzione del danno” 3. il lavoro di sostegno educativo individualizzato e di supporto ai Servizi finalizzato al superamento dell’emergenza. All’interno del contesto educativo del Centro, gli educatori offrono un clima di protezione e di cura e il sostentamento materiale, capace di rinforza le funzioni intrapsichiche e di migliorare le problematiche comportamentali, le competenze sociali. In stretta collaborazione con i Servizi competenti, gli educatori predispongono un progetto d’intervento che attivi le risorse disponibili, a livello personale, familiare e territoriale, per non alterare il percorso di crescita e di formazione, in un ottica di ottimizzazione della relazione con la famiglia. Fondamentale sarà, durante l’intervento di superamento dell’emergenza, il coinvolgimento del minore stesso, impegnandolo a superare quegli atteggiamenti negativi, come l’aggressività, la provocazione, la chiusura, che possono aver contribuito a precipitare la situazione di crisi personale e familiare.
  • 28. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO All’interno del Centro le categorie pedagogiche di riferimento sono le seguenti: L’accoglienza. La comprensione interpersonale. La condivisione. Il rafforzamento dell’autostima. Lo sviluppo della responsabilità. L’apertura al futuro. Due gli strumenti che consentiranno una migliore personalizzazione degli interventi: a) il Progetto d’Intervento Individuale, con cui gli educatori, raccolte le informazioni personali e familiari e le osservazioni su problematiche e potenzialità, esplicitano obiettivi, metodologie e tempi per il superamento dell’emergenza, in stretta collaborazione con i Servizi territorialmente competenti. b) la figura del tutor, ossia l’educatore che si assumerà la responsabilità di seguire da vicino la presa in carico di un determinato minore, con interventi coordinati e integrati con quelli degli altri membri dell’Équipe.
  • 29. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Comunità per minori a dimensione familiare La Comunità Educativa per Minori “S. Filippo Neri” offre un servizio di accoglienza residenziale e un sostegno socio-educativo a ragazzi e ragazze preadolescenti e adolescenti che si trovano in particolari situazioni di bisogno, mettendo i posti a disposizione, in modo convenzionale, per il Comune di Firenze. La comunità è stata aperta nell’agosto del 1990 nel contesto dell’IPAB S.Silvestro in Borgo Pinti. Agli inizi del 1996, la comunità si trasferisce in Via Alfani in un appartamento di 300 mq. e cambia il proprio nome in “Comunità Educativa S. Filippo Neri”, santo fiorentino che rinnovò in modo significativo la pratica educativa del suo tempo. Nel 1997, insieme ai Centri Gian Burrasca, la Comunità è trasferita nella villa Medicea nella zona del Poggetto, dotata appunto di un grande parco di circa 3500 mq. I minori accolti in questi anni sono oltre 100.
  • 30. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO La Comunità a dimensione familiare, con funzione socioeducativa, accoglie persone minori di età per le quali la permanenza nella famiglia di origine sia temporaneamente impossibile, accolti sulla base di provvedimento e/o intervento disposto dall’Autorità Giudiziaria Minorile, o della richiesta dei Servizi Sociali del Comune competente. La finalità della Comunità Educativa è quella di dare un’accoglienza a ragazzi con difficoltà familiari e personali all’interno di un significativo contesto relazionale, educativo e comunitario capace di: • offrire un clima di protezione e di cura e il sostentamento materiale; • rinforzare le funzioni intrapsichiche; • migliorare le problematiche comportamentali e le competenze sociali. Ciò attraverso la realizzazione di un progetto educativo individualizzato che attivi tutte quelle risorse e offra tutte quelle opportunità necessarie allo sviluppo dell’identità e del progetto personale e alla riduzione del danno che la situazione di allontanamento dal nucleo familiare ha provocato, in un ottica di ottimizzazione della relazione con la famiglia.
  • 31. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Con l’accoglienza del minore in Comunità, gli educatori danno inizio ad un processo educativo che cerca di ristabilire delle condizioni adeguate di vita e di esperienza. Così cercano di offrire al minore l’opportunità di vivere alcune esperienze fondamentali, quali: • ricevere la necessaria protezione da input troppo stressanti, dalla paura del presente e di quanto gli è accaduto, sentendosi sostenuto nelle sue parti più deboli, disorientate e sovraccaricate dagli eventi familiari; • scoprire che il rapporto umano è piacevole e che, pertanto, si può abbandonare una condizione di isolamento o la tendenza ad utilizzare unicamente modalità aggressive di relazione; • scoprire che si può essere apprezzati per ciò che si è e non solo per ciò che si fa, non si fa o si possiede. • affrontare gradualmente i compiti propri dell’età e richiesti dalla vita quotidiana, come, ad es. obblighi legati al suo stato di salute, la conclusione del percorso formativo; • riuscire ad entrare in un’ampia e ricca rete di rapporti con gli i coetanei, gli adulti, la comunità territoriale.
  • 32. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Obiettivi dell’intervento educativo Area cognitiva e della formazione Area dell’autonomia Consolidamento delle abilità metacognitive di base Capacità di curare l'igiene personale e l’aspetto fisico. Motivazione e consolidamento di una metodologia di Capacità di orientamento e movimento nell’ambiente. studio. Capacità di accedere ai servizi del territorio Capacità di organizzare, svolgere e portare a termine da solo i propri Orientamento nella scelta e verifica del percorso impegni e interessi. formativo Capacità di gestione della propria salute fisica. Sviluppo di specifiche abilità e capacità per l’attività lavorativa. Area dell’identità Miglioramento della propria immagine corporea. Miglioramento della stima di sé e della fiducia nelle proprie capacità. Area delle relazioni Capacità di capire e osservare le regole comportamentali e sociali Consolidamento dell’intelligenza emotiva Adeguata percezione della propria identità sessuale. Consolidamento delle capacità relazionali di base Individuazione, riconoscimento e rispetto di valori fondamentali Individuazione, riconoscimento e attuazione coerente di modelli di Consolidamento della capacità di partecipazione al comportamento gruppo dei pari Capacità di apertura alla trascendenza Consolidamento delle capacità di relazionarsi positivamente con gli adulti Area della comunicazione ed espressione Sviluppo delle capacità psico-motorie e della manualità fino-motoria Capacità di uso di diverse tecniche espressive (disegno, pittura, musica, Area famiglia teatro, ecc.). Potenziamento nei genitori delle capacità di leggere e Capacità di uso e di espressione dei mezzi multimediali (pc, video, ecc.). interpretare i comportamenti dei figli e di cogliere i Capacità di individuare e utilizzare le risorse del territorio per le attività del bisogni latenti. tempo libero Potenziamento delle capacità dei genitori di svolgere le funzioni del ruolo in modo appropriato e autorevole Partecipazione dei genitori alle attività della Comunità
  • 33. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO Il processo di intervento educativo della Comunità prevede lo svolgimento delle seguenti fasi: 1) Richiesta d’inserimento: Il Servizio Sociale che ha incarico il minore e la sua famiglia,dopo aver valutato ed individuato all’interno dell’equipe multidisciplinare la struttura più idonea al bisogno manifestato,contatta il Responsabile della Comunità per verificare la disponibilità del posto. 2) Progetto Educativo Individuale: in caso di risposta affermativa il Responsabile del Servizio Residenziale, l’Assistente Sociale e gli altri Operatori Socio-sanitari eventualmente coinvolti, realizzano uno o più incontri per: • approfondire la situazione del minore; • fissare la durata del periodo di permanenza e le linee generali dell’intervento educativo, con indicazione degli obiettivi da raggiungere a lungo termine, della durata della fase dedicata dall’Equipe Educativa all’osservazione e all’approfondimento dei bisogni socio-educativo e delle risorse personali del minore; • definire le modalità relazione/collaborazione con i familiari, con indicazione degli obiettivi e delle risorse, anche in base ad eventuali disposizioni della Magistratura Minorile; • concordare la data e le modalità d’inserimento, nonché dell’acquisizione del parere del minore in merito all’inserimento, a partire dal 14° anno di età.
  • 34. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO 3) Osservazione e approfondimento dei bisogni socio-educativi: a partire dall’ingresso del minore nel Servizio Residenziale l’Equipe degli educatori mette in atto un complesso di interventi educativi finalizzati all’osservazione e approfondimento dei bisogni socio- educativi del minore accolto e delle risorse personali e all’individuazione degli obiettivi socio-educativi, delle attività da realizzare e dei risultati da ottenere con l’intervento dell’Equipe educativa. La durata del periodo di osservazione viene concordata in sede di definizione del Progetto Educativo Individuale. 4) Piano d’Intervento Educativo Personalizzato: Terminata la fase di analisi, l’Equipe educativa del Servizio Residenziale predispone un Piano d’Intervento Educativo Personalizzato, da concordare con gli Operatori Socio-sanitari coinvolti, tenendo conto delle risorse istituzionali, personali, familiari e di rete. Il Piano d’Intervento Educativo deve contenere gli obiettivi a medio e breve termine, le attività da svolgere con o a favore del minore, le risorse, i risultati previsti. 5) Realizzazione delle attività programmate: l’Equipe educativa realizza le attività previste dalla programmazione, avendo cura di documentare il percorso personale di ogni minore attraverso la raccolta di: • registrazioni sull’osservazione dei rapporti con la famiglia; • annotazioni sulla realizzazione delle attività socio-educative programmate e valutazioni sul conseguimento dei risultati; • verbali delle riunioni dell’Equipe educativa; • verbali delle riunioni effettuate con i servizi socio-sanitari e dei contatti con gli altri servizi e risorse del territorio.
  • 35. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. EUROSOCIALNETWORK TITOLO 6) Verifiche e Valutazioni: Semestralmente il Servizio Sociale e gli altri Operatori Socio-sanitari eventualmente coinvolti, si incontrano con l’Equipe Educativa per verificare l’andamento dell’intervento a favore del minore e della famiglia. In occasione dell’incontro, il Responsabile del Servizio Residenziale consegna agli operatori socio- sanitari coinvolti una relazione sull’intervento educativo svolto. 7) Dimissioni: Almeno sei mesi prima dello scadere del periodo di permanenza indicato nel Progetto Educativo Individuale, tutti gli Operatori Socio-sanitari coinvolti ed il Responsabile del Servizio Residenziale valutano congiuntamente il grado di raggiungimento degli obiettivi a lungo termine e concordano se rinnovare il Progetto Educativo Individualizzato, prorogando così il periodo di permanenza. In caso di particolari necessità, può essere prevista la prosecuzione della permanenza nel Servizio residenziale oltre il 18° anno al fine di raggiungere gli obiettivi definiti nel Progetto Educativo Individuale