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La sostenibilità vale la candela?
Luca Paolazzi
Direttore Centro Studi Confindustria
I temi
Un quiz sulla sostenibilità.
Cos’è la sostenibilità? Le 3 regole d’oro.
La sostenibilità vale la candela? Sì...
... e l’Italia ha 3 assi da giocare.
Le mosse vincenti.
I temi
Un quiz sulla sostenibilità.
Quale immagine associate istintivamente
alla parola “sostenibilità”?
Vediamo ora quali associazioni fanno gli italiani
La sostenibilità per gli italiani è…
Associazione principale della sostenibilità.
Fonte: indagine IPSOS per CSC, Sostenibilità e Cultura, 2017.
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%
nessuna di queste
sociale
economica
ambientale
4%
10%
25%
61%
I temi
Cos’è la sostenibilità? Le 3 regole d’oro.
«È la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare
il soddisfacimento dei bisogni della generazione
presente senza compromettere la possibilità
delle generazioni future di realizzare i propri».
Enciclopedia italiana
Partiamo dalla definizione di sostenibilità
Quando si verifica questa condizione?
Quando la crescita economica rispetta 3 regole d’oro.
Regola no1: l’economia è in equilibrio
Se guardiamo all’andamento del debito
c’è da dubitarne.
Ma si osservano miglioramenti
nella disoccupazione.
Debito mondiale al top…
Paesi G20, debito lordo pubblico e privato, escluse società finanziarie, in % del PIL.
Fonte: elaborazioni CSC su dati FMI.
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200%
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Centinaia
… e la disoccupazione è alta ma migliora
Paesi OCSE, milioni.
Fonte: elaborazioni CSC su dati FMI.
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2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
Disoccupati
Disoccupati + part-time involontari
Regola no2: in equilibrio con l’ambiente
Qui c’è molto da lavorare.
Lo dice la dinamica della temperatura globale.
Temperatura terrestre dal 1980 al 2017
Regola no3: si mantiene l’equilibrio sociale
L’ultima fase della globalizzazione e le nuove
tecnologie hanno accentuato la disuguaglianza.
Come si vede dall’andamento dei redditi.
0%
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150%
200%
250%
10 20 30 40 50 60 70 80 90 99
Centinaia
La crescita dei redditi è molto disuguale
Mondo, crescita reale del reddito per adulto per percentile cumulata, 1980–2016.
Fonte: elaborazioni CSC su dati World Inequality Lab.
Discreta per
i cittadini dei paesi
emergenti
Molto bassa per la classe
media dei paesi avanzati
(USA, UE occidentale)
Altissima per
l’1% più ricco
della popolazione
È stata imposta all’attenzione generale
dai risultati elettorali degli ultimi due anni
e dai pesanti effetti della crisi.
Di per sé globalizzazione
e cambiamento tecnologico non sono una novità.
Lo sono le loro velocità e pervasività.
A ciò si aggiunge un altro fattore inedito
di cui parleremo dopo.
Qual è l’origine della terza regola d’oro?
Riguardo alla globalizzazione, che coinvolge quasi
tutti anche nei luoghi più remoti, possiamo dire che
fino al 1990 c’erano invece due mondi ben separati…
Economie avanzate
Alto know-how e alti salari
Economie “terziste”
Basso know-how e bassi salari
… poi c’è stata l’apertura tra questi due mondi,
anche attraverso il «canale know-how»
Economie avanzate
Economie “terziste”
Alto know-how e alti salari
Basso know-how e bassi salari
Riguardo alle nuove tecnologie,
le innovazioni sempre più rapide e incalzanti
interessano ormai quasi tutti i campi
dell’attività umana, con l’intelligenza artificiale
e le macchine che imparano dall’esperienza
di altre macchine.
Gli stessi esperti si interrogano su quali saranno
le conseguenze per il lavoro e non sanno indicarle,
se non con grande approssimazione.
Gli sviluppi futuri
della relazione
uomo-macchina alimentano
paure e ansie
No matter what job or skills you have,
you can’t really be sure
your job won’t be the next.
Richard Baldwin, The great convergence, 2016.
L’incertezza è tanto aumentata che:
La crescente disuguaglianza non è solo nei redditi
tra persone e gruppi sociali o nelle performance
tra imprese, è anche e soprattutto
nei saperi e nelle competenze.
Nelle capacità di apprendimento
e di adattamento, che selezionano e dividono
chi può cogliere le opportunità del cambiamento
da chi lo subisce.
Gli effetti travolgenti della globalizzazione
e delle nuove tecnologie si combinano con un altro
fenomeno, inedito nella storia dell’umanità:
l’invecchiamento della popolazione. Che rende più
arduo l’apprendimento e riduce l’apertura al nuovo.
Si osserva a colpo d’occhio in tutti i paesi avanzati
(Germania, Giappone e Italia in testa)
e tra non molto anche in Cina.
L’invecchiamento avanza spedito
Rapporto % tra popolazione over 65 e under 25.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite.
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1950 1980 2015 2030
Centinaia
Mondo Avanzati Cina
Sia ben chiaro: le tecnologie sono potenti strumenti
senza i quali poco sarebbe realizzabile.
Proprio grazie a esse si può conseguire
una crescita economica sostenibile,
al servizio della qualità della vita.
Anche nel caso della robotica.
Con i robot si può tornare a camminare
Insomma, cosa ci dicono le tre regole d’oro?
Ci dicono che il concetto di limite è entrato con forza
dirompente nel dibattito sulle caratteristiche
della crescita, costringendo a cercare
nuovi modelli di sviluppo.
Vanno rispettati due limiti:
uno superiore e uno inferiore.
I due limiti cruciali della crescita
Cambiamenti
climatici Acidificazione
degli oceani
Inquinamento
chimico
Ciclo dell’azoto
e del fosforo
Consumo
di acqua dolce
Cambiamento di uso
del suolo
Perdita
di biodiversità
Carico
di aerosol
atmosferico
Riduzione dello
strato
di ozono
ECCESSO
Istruzione
CARENZA
Fonte: Le sostenibili carte dell’Italia/Giovannini.
Spazio equo e sicuro
per l’umanità
I temi
La sostenibilità vale la candela? Sì...
La risposta è «sì» in base ad alcuni importanti
elementi di valutazione. Anzitutto, si deve osservare
che è sempre più rischioso vivere
(e fare impresa) in un mondo dove il clima è impazzito
e le disuguaglianze sociali diventano intollerabili.
Mentre sul piano economico ecco tre ottime ragioni:
 la sostenibilità è un driver di sviluppo globale;
 è un business;
 attrae finanziamenti.
Il Mondo punta sulla sostenibilità.
Lo testimonia l’adozione nel 2015 dei 17 obiettivi
sostenibili (SDGs) dell’Agenda 2030 da parte
dei 193 paesi membri dell’ONU.
La sostenibilità è un driver di sviluppo globale
Agenda 2030: 17 obiettivi e 169 target
È forte l’impegno della UE
e, nei fatti, anche quello USA.
La Cina, poi, è passata dal rivendicare
il «diritto a inquinare» allo…
… sviluppo sostenibile come priorità assoluta
Nelle tesi del 19° congresso, si legge:
 il nostro sviluppo deve essere sano, innovativo,
verde, aperto, per tutti;
 la costruzione di una civiltà ecologica è vitale
per sostenere lo sviluppo della nazione cinese.
Rispetto all’Agenda 2030 l’Italia che voto merita?
Posizionamento dell’Italia rispetto a 143 target valutabili dell’Agenda 2030.
NegativoInsufficientePositivo
Per molti la sostenibilità è già un ottimo business,
redditizio e in crescita esponenziale.
Sono oltre 2.400 le B Corp nel Mondo (quasi triplicate
rispetto a 4 anni fa), di cui 54 in Italia (prima
in Europa), e operano in più di 50 paesi e 130 settori.
Nei mercati maturi, che sono prevalentemente
di sostituzione, la sostenibilità rappresenta la novità,
un must che non può mancare.
La sostenibilità è un business
Una quota crescente degli investimenti finanziari
mondiali è occupata da impieghi in settori
e imprese sostenibili.
Alla fine del 2015 tale quota era del 26%,
per un totale di quasi 23mila miliardi di dollari,
in aumento del 25%
rispetto a due anni prima.
La sostenibilità attrae finanziamenti
Investimenti finanziari sostenibili
Asset in gestione, dati in %, fine 2015.
Fonte: elaborazioni CSC su dati GSI-Alliance.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Asia ex
Giappone
Giappone Australia Canada USA Europa
0.2%
2.1% 2.3%
4.7%
38.1%
52.6%
Larry Fink, fondatore di BlackRock (6 trilioni di dollari
gestiti) scrive ai CEO delle imprese partecipate:
«Che ruolo giochiamo nella società? Come stiamo
gestendo il nostro impatto sull’ambiente? Stiamo
lavorando per creare una diversa forza lavoro?
Ci stiamo adattando al cambiamento tecnologico?
I nostri clienti, che sono i tuoi azionisti, chiedono
non solo redditività ma anche prosperità e sicurezza
per i loro concittadini».
I temi
... e l’Italia ha 3 assi da giocare.
Perché il faro che guida tutta l’attività del CSC
è l’obiettivo della crescita,
inclusiva e sostenibile.
Perché una ricerca sulla sostenibilità?
Una ricerca fatta da oltre 30 esperti
che affrontano aspetti diversi.
Quali sono
le sostenibili
carte dell’Italia?
L’economia circolare
si può applicare anche
ai saperi dei territori?
I distretti
sono ancora
una risorsa?
L’Italia riuscirà
a farsi pagare il suo
valore/valori
nel mercato globale?
Il patrimonio
culturale è fonte
di sostenibilità?
Come includere
i territori periferici
nello sviluppo?
Quanto è importante
il ruolo delle imprese?
Cosa possono fare?
Quanto valore
può derivare
dalla rigenerazione
di territori e città?
Qual è l’origine
del successo
del made in Italy?
E del sistema del gusto?
Che ruolo ha
la tecnologia per
la sostenibilità?
Qual è il ruolo
economico
della cultura?
Una ricerca con tre istantanee di trasformazioni
sostenibili che dimostrano come la cultura può
diventare motore di rinascimento e innovazione.
Su Milano che punta sulle filiere di arte, cultura e design
e sulle scienze della vita.
Su Torino che passa dalla monocoltura della fabbrica
alle fabbriche della cultura.
Sulla Puglia dove la nuova imprenditorialità è all’incrocio
tra cultura, innovazione e turismo.
Se il Mondo punta sulla sostenibilità,
l’Italia deve fare altrettanto,
pena trovarsi spiazzata e perdere terreno
anche nella competitività, che molto si gioca
sul piano della reputazione.
Ma quali valori distinguono il Paese e possono
diventare un vantaggio se trasformati
in generatori di “ben-essere”?
L’Italia ha tre carte, tre assi:
il territorio, inteso come paesaggio
e deposito di saperi e competenze;
il patrimonio culturale, come attrazione turistica
e soprattutto fonte inesauribile di creatività;
gli imprenditori, attivatori dello sviluppo
e traghettatori verso il futuro.
Prima carta: il territorio
i distretti industriali sono ancora una grande risorsa
anche se hanno bisogno di aprirsi e reinventarsi;
i territori periferici, se inclusi nelle strategie
di sviluppo, rappresentano un’opportunità;
l’economia circolare può essere applicata
più diffusamente, anche ai saperi;
la rigenerazione di territori, infrastrutture e città,
grandi e piccole, produce occupazione e reddito.
Il territorio è un asso perché:
La mappa dei distretti…
… e delle medie imprese industriali
Fonte: Federazione distretti industriali e Mediobanca.
La diffusione delle aree…
… e dei comuni interni
Fonte: Le sostenibili carte dell’Italia/Barca, Carrosio, Lucatelli.
L’Italia si caratterizza per essere densa di città
di medie e soprattutto piccole dimensioni.
Un tessuto a maglie strette variegato
per storia, tradizioni, relazioni,
saperi e specializzazioni.
Sono circa 23.000 i “centri minori” del Bel Paese.
L’Italia spicca per l’urbanizzazione diffusa
% di popolazione residente fuori dalle aree metropolitane.
Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE.
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10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
2000 2005 2010 2014
Giappone StatiUniti Regno Unito Francia Germania Spagna Italia
Seconda carta: la cultura
l’Italia nel Mondo è reputata il Bel Paese, non solo
per i paesaggi e per il patrimonio culturale ma anche
grazie a un’industria che sa usare la bellezza come
materia prima. Questa creatività, questa capacità
di coniugare l’innovazione con saperi antichi,
costituiscono un punto di forza dell’Italia e possono
distinguerci se miscelate con le nuove tecnologie.
La cultura è un asso perché:
La produzione culturale e creativa è all’origine
della creazione del valore contemporanea.
Elevati benefici economici e sociali si ottengono
se la cultura si interfaccia con altre filiere produttive,
perché nell’economia della conoscenza la produzione
di contenuti è la materia prima che genera
il valore economico. Sempre più si osserva
una relazione positiva tra attività culturali
e innovazione dei prodotti e dei processi.
La cultura è il motore dell’ecosfera
creatività-innovazione
Nucleo
cultura
Industrie
culturali
Industrie
creative
Piattaforme
digitali
Settori
complementari
Experience
economy
Scienza e tecnologia
Fonte: Le sostenibili carte dell’Italia/Sacco.
Il sistema del gusto italiano è un bell’esempio
Musei
e patrimonio
Paesaggi
culturali
Editoria
Industria
dei contenuti
Media
e comunicazione
Arte
Architettura
Artigianato
Moda Le reti intersettoriali della creatività del gusto italiano.
Fonte: Le sostenibili carte dell’Italia/Friel.
Design
Terza carta: gli imprenditori
il ruolo degli imprenditori e delle imprese
è fondamentale per le sfide della sostenibilità.
Danno un’inesauribile spinta all’innovazione.
Il raggiungimento degli obiettivi
di sostenibilità, non solo ambientale, dipende
dalle loro scelte di cosa e come produrre
(con quali tecnologie e con quali organizzazioni).
Gli imprenditori sono un asso perché:
In Italia un lavoratore su 5 è intraprendente
Totale economia, % degli occupati indipendenti 15-64 anni, 2016. * Per USA dati 2014.
Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE, Eurostat.
0%
5%
10%
15%
20%
25%
USA* Germania Francia UE-28 UK Spagna Italia
In particolare nel settore manifatturiero,
che ha un ruolo chiave nell’orientare l’innovazione
verso la sostenibilità.
Infatti, le imprese manifatturiere hanno una maggiore
propensione a innovare.
In Italia fanno il 70% della spesa privata in R&S.
La manifattura è la principale fonte di R&S
Composizione %, spesa in R&S delle imprese, 2015. * dati 2013.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
0%
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20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Germania Italia Svezia Finlandia Francia* Spagna UK
Manifattura Servizi Utilities Altro
I temi
Le mosse vincenti.
Se queste sono le tendenze globali, come giocare
gli assi dell’Italia per vincere la difficile partita?
Per rispondere occorre anzitutto conoscere cosa
pensano gli italiani del binomio cultura-sostenibilità.
Sono uniti (91%) nell’affermare che la cultura
è una “priorità per lo sviluppo sostenibile”.
Italiani consapevoli che con la cultura “si mangia”
e si “rilanciano i territori”
Percezione della cultura in Italia.
Fonte: indagine IPSOS per CSC, Sostenibilità e Cultura, 2017.
0 10
Secondo lei, la produzione culturale e i beni culturali dell’Italia costituiscono:
Un elemento
di orgoglio
e di identità
nazionale
Una risorsa
economica
per valorizzare
i territori
Rappresentano un costo o un beneficio economico?
0 10
Un beneficio
economico
per il territorio
Un costo
per il territorio
Tuttavia, gli italiani sono divisi su come gestire
la risorsa cultura/paesaggio/patrimonio culturale.
Si dividono in 5 gruppi, tra i quali domina quello
di chi punta l’attenzione all’emergenza ambientale
e adotta un atteggiamento di chiusura (49%).
Negli altri 4 gruppi c’è più apertura al confronto,
ma con molti distinguo.
Italiani divisi sulle priorità per la sostenibilità
Gruppi classificati sulla base di più domande del questionario.
Fonte: indagine IPSOS per CSC, Sostenibilità e cultura, 2017.
8%
17%
49%
12%
10%
4%
Preoccupati per la crescita
Interessati allo sviluppo
Ambiente e basta
Socio-ambientalisti
Preoccupati per il sociale
Non risponde
Comunque, tutti i 5 gruppi convergono sulla “tutela”
di paesaggio e patrimonio culturale. Un termine
che presenta un ampio ventaglio di significati,
che vanno dall’immobilismo conservatore fino
alla valorizzazione con modalità innovative
e al coinvolgimento delle imprese private.
Ora, tenendo conto dell’opinione degli italiani,
estrapoliamo dalla ricerca alcuni suggerimenti
per le mosse vincenti della politica, delle associazioni
e delle imprese stesse.
Le mosse della politica
Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Le mosse della politica
 adottando una cabina di regia nazionale;
 fissando tappe intermedie per misurare i progressi;
 includendo ricerca e innovazione tra gli indicatori BES
utilizzati per la programmazione di finanza pubblica;
 rafforzando i servizi essenziali per le aree interne
attraverso la SNAI;
 intensificando le azioni nel Mezzogiorno.
Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030:
Le mosse della politica
Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Fare della cultura un vero motore di sviluppo.
Fare della cultura un vero motore di sviluppo:
Le mosse della politica
 svolgendo continue azioni di sensibilizzazione
e divulgazione per superare le divergenze di opinione;
 promuovendo la partecipazione operosa
della popolazione alle attività artistiche e creative;
 agevolando il coinvolgimento delle imprese
nelle attività culturali.
Le mosse della politica
Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Fare della cultura un vero motore di sviluppo.
Potenziare la domanda di attività culturali.
Potenziare la domanda di attività culturali:
Le mosse della politica
 ampliando la facoltà di scelta di materie artistiche
e musicali alle scuole superiori;
 valorizzando l’attrattività internazionale dell’Alta
formazione artistica e musicale;
 stanziando fondi condizionati per l’istruzione
secondaria e universitaria in tali discipline.
Le mosse della politica
Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Fare della cultura un vero motore di sviluppo.
Potenziare la domanda di attività culturali.
Diffondere la pratica di arte, cultura e tecnologia.
Diffondere la pratica di arte, cultura e tecnologia:
Le mosse della politica
 recuperando e rimettendo in circolo saperi
e competenze, sull’esempio del sistema del gusto;
 supportando i maker;
 lasciando spazio alle diversità creative (immigrati);
 formando architetti e tecnici del riuso.
Le mosse della politica
Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Fare della cultura un vero motore di sviluppo.
Potenziare la domanda di attività culturali.
Diffondere la pratica di arte, cultura e tecnologia.
Fare leva sul turismo per creare benessere.
Fare leva sul turismo per creare benessere:
Le mosse della politica
 esaltandone il ruolo di ambasciatore
del made in Italy;
 innalzandone la qualità e la sostenibilità;
 riequilibrando i flussi fra grandi attrattori e centri
minori.
Le mosse della politica
Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Fare della cultura un vero motore di sviluppo.
Potenziare la domanda di attività culturali.
Diffondere la pratica di arte, cultura e tecnologia.
Fare leva sul turismo per creare benessere.
Prendersi cura del paesaggio.
Prendersi cura del paesaggio:
Le mosse della politica
 attuando il piano antisismico, bonificando
e riutilizzando i siti industriali dismessi;
 contrastando il dissesto idrogeologico;
 recuperando centri storici e rigenerando le periferie;
 sfruttando le tecnologie per realizzare smart city.
Le mosse delle associazioni
Sensibilizzare gli associati.
Le mosse delle associazioni
Sensibilizzare gli associati:
 spiegando con storytelling come la sostenibilità
sia un driver e un business;
 promuovendo la rendicontazione integrata
e le società benefit;
 diffondendo l’economia circolare;
 creando un advisory board per la sostenibilità.
Le mosse delle associazioni
Sensibilizzare gli associati.
Fornire nuovi servizi agli associati.
Le mosse delle associazioni
Fornire nuovi servizi agli associati:
 realizzando missioni per apprendere le best practice
sulla sostenibilità adottate all’estero;
 mettendo a disposizione delle PMI strumenti
di valutazione pratici della sostenibilità;
 formando su come reinventare in ambito digitale
produzioni e relazioni e creando laboratori.
Le mosse delle associazioni
Sensibilizzare gli associati.
Fornire nuovi servizi agli associati.
Stimolare le comunità locali.
Le mosse delle associazioni
Stimolare le comunità locali a:
 divenire sostenibili nei gesti di vita quotidiana;
 promuovere cultura e manifattura insieme,
anche sul piano turistico;
 rafforzare l’arte come fonte di creatività;
 valorizzare il paesaggio e riutilizzare i siti abbandonati.
Le mosse delle imprese
Riconoscere nel beneficio per gli stakeholder
un proprio interesse di lungo periodo.
Rinnovare i modelli di business.
Guardare alle buone pratiche legate all’ambiente.
Stringere alleanze con altre imprese per condividere
i costi fissi di attività socialmente responsabili.
Adottare in modo esteso le tecnologie digitali.
Le mosse delle imprese
Cavalcare le cinque grandi onde della trasformazione
in corso (networking, automazione, globalizzazione,
worldmaking, ri-personalizzazione).
Miscelare i saperi tradizionali con quelli digitali.
Promuovere presso il consumatore finale la qualità
anche dei prodotti intermedi italiani.
Qualunque siano le misure adottate, la responsabilità
della sostenibilità coinvolge tutta la società italiana.
Occorre una strategia complessiva dell’intero Paese,
che è chiamato ad affrontare,
con spirito imprenditoriale finalmente consapevole,
la riconciliazione della crescita economica,
dell’equilibrio ambientale e dell’equità.
Insomma, della sostenibilità a tutto tondo.
Biennale CSC 2018 - Le sostenibili carte dell'Italia

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Biennale CSC 2018 - Le sostenibili carte dell'Italia

  • 1.
  • 2. La sostenibilità vale la candela? Luca Paolazzi Direttore Centro Studi Confindustria
  • 3. I temi Un quiz sulla sostenibilità. Cos’è la sostenibilità? Le 3 regole d’oro. La sostenibilità vale la candela? Sì... ... e l’Italia ha 3 assi da giocare. Le mosse vincenti.
  • 4. I temi Un quiz sulla sostenibilità.
  • 5. Quale immagine associate istintivamente alla parola “sostenibilità”?
  • 6.
  • 7.
  • 8.
  • 9.
  • 10.
  • 11.
  • 12. Vediamo ora quali associazioni fanno gli italiani
  • 13. La sostenibilità per gli italiani è… Associazione principale della sostenibilità. Fonte: indagine IPSOS per CSC, Sostenibilità e Cultura, 2017. 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% nessuna di queste sociale economica ambientale 4% 10% 25% 61%
  • 14. I temi Cos’è la sostenibilità? Le 3 regole d’oro.
  • 15. «È la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri». Enciclopedia italiana Partiamo dalla definizione di sostenibilità
  • 16. Quando si verifica questa condizione? Quando la crescita economica rispetta 3 regole d’oro.
  • 17. Regola no1: l’economia è in equilibrio
  • 18. Se guardiamo all’andamento del debito c’è da dubitarne. Ma si osservano miglioramenti nella disoccupazione.
  • 19. Debito mondiale al top… Paesi G20, debito lordo pubblico e privato, escluse società finanziarie, in % del PIL. Fonte: elaborazioni CSC su dati FMI. 180% 190% 200% 210% 220% 230% 240% 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 Centinaia
  • 20. … e la disoccupazione è alta ma migliora Paesi OCSE, milioni. Fonte: elaborazioni CSC su dati FMI. 30 35 40 45 50 55 60 65 70 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Disoccupati Disoccupati + part-time involontari
  • 21. Regola no2: in equilibrio con l’ambiente
  • 22. Qui c’è molto da lavorare. Lo dice la dinamica della temperatura globale.
  • 24. Regola no3: si mantiene l’equilibrio sociale
  • 25. L’ultima fase della globalizzazione e le nuove tecnologie hanno accentuato la disuguaglianza. Come si vede dall’andamento dei redditi.
  • 26. 0% 50% 100% 150% 200% 250% 10 20 30 40 50 60 70 80 90 99 Centinaia La crescita dei redditi è molto disuguale Mondo, crescita reale del reddito per adulto per percentile cumulata, 1980–2016. Fonte: elaborazioni CSC su dati World Inequality Lab. Discreta per i cittadini dei paesi emergenti Molto bassa per la classe media dei paesi avanzati (USA, UE occidentale) Altissima per l’1% più ricco della popolazione
  • 27. È stata imposta all’attenzione generale dai risultati elettorali degli ultimi due anni e dai pesanti effetti della crisi. Di per sé globalizzazione e cambiamento tecnologico non sono una novità. Lo sono le loro velocità e pervasività. A ciò si aggiunge un altro fattore inedito di cui parleremo dopo. Qual è l’origine della terza regola d’oro?
  • 28. Riguardo alla globalizzazione, che coinvolge quasi tutti anche nei luoghi più remoti, possiamo dire che fino al 1990 c’erano invece due mondi ben separati… Economie avanzate Alto know-how e alti salari Economie “terziste” Basso know-how e bassi salari
  • 29. … poi c’è stata l’apertura tra questi due mondi, anche attraverso il «canale know-how» Economie avanzate Economie “terziste” Alto know-how e alti salari Basso know-how e bassi salari
  • 30. Riguardo alle nuove tecnologie, le innovazioni sempre più rapide e incalzanti interessano ormai quasi tutti i campi dell’attività umana, con l’intelligenza artificiale e le macchine che imparano dall’esperienza di altre macchine. Gli stessi esperti si interrogano su quali saranno le conseguenze per il lavoro e non sanno indicarle, se non con grande approssimazione.
  • 31. Gli sviluppi futuri della relazione uomo-macchina alimentano paure e ansie
  • 32. No matter what job or skills you have, you can’t really be sure your job won’t be the next. Richard Baldwin, The great convergence, 2016. L’incertezza è tanto aumentata che:
  • 33. La crescente disuguaglianza non è solo nei redditi tra persone e gruppi sociali o nelle performance tra imprese, è anche e soprattutto nei saperi e nelle competenze. Nelle capacità di apprendimento e di adattamento, che selezionano e dividono chi può cogliere le opportunità del cambiamento da chi lo subisce.
  • 34. Gli effetti travolgenti della globalizzazione e delle nuove tecnologie si combinano con un altro fenomeno, inedito nella storia dell’umanità: l’invecchiamento della popolazione. Che rende più arduo l’apprendimento e riduce l’apertura al nuovo. Si osserva a colpo d’occhio in tutti i paesi avanzati (Germania, Giappone e Italia in testa) e tra non molto anche in Cina.
  • 35. L’invecchiamento avanza spedito Rapporto % tra popolazione over 65 e under 25. Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite. 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 1950 1980 2015 2030 Centinaia Mondo Avanzati Cina
  • 36. Sia ben chiaro: le tecnologie sono potenti strumenti senza i quali poco sarebbe realizzabile. Proprio grazie a esse si può conseguire una crescita economica sostenibile, al servizio della qualità della vita. Anche nel caso della robotica.
  • 37. Con i robot si può tornare a camminare
  • 38. Insomma, cosa ci dicono le tre regole d’oro? Ci dicono che il concetto di limite è entrato con forza dirompente nel dibattito sulle caratteristiche della crescita, costringendo a cercare nuovi modelli di sviluppo. Vanno rispettati due limiti: uno superiore e uno inferiore.
  • 39. I due limiti cruciali della crescita Cambiamenti climatici Acidificazione degli oceani Inquinamento chimico Ciclo dell’azoto e del fosforo Consumo di acqua dolce Cambiamento di uso del suolo Perdita di biodiversità Carico di aerosol atmosferico Riduzione dello strato di ozono ECCESSO Istruzione CARENZA Fonte: Le sostenibili carte dell’Italia/Giovannini. Spazio equo e sicuro per l’umanità
  • 40. I temi La sostenibilità vale la candela? Sì...
  • 41. La risposta è «sì» in base ad alcuni importanti elementi di valutazione. Anzitutto, si deve osservare che è sempre più rischioso vivere (e fare impresa) in un mondo dove il clima è impazzito e le disuguaglianze sociali diventano intollerabili. Mentre sul piano economico ecco tre ottime ragioni:  la sostenibilità è un driver di sviluppo globale;  è un business;  attrae finanziamenti.
  • 42. Il Mondo punta sulla sostenibilità. Lo testimonia l’adozione nel 2015 dei 17 obiettivi sostenibili (SDGs) dell’Agenda 2030 da parte dei 193 paesi membri dell’ONU. La sostenibilità è un driver di sviluppo globale
  • 43. Agenda 2030: 17 obiettivi e 169 target
  • 44. È forte l’impegno della UE e, nei fatti, anche quello USA. La Cina, poi, è passata dal rivendicare il «diritto a inquinare» allo…
  • 45. … sviluppo sostenibile come priorità assoluta Nelle tesi del 19° congresso, si legge:  il nostro sviluppo deve essere sano, innovativo, verde, aperto, per tutti;  la costruzione di una civiltà ecologica è vitale per sostenere lo sviluppo della nazione cinese.
  • 46. Rispetto all’Agenda 2030 l’Italia che voto merita? Posizionamento dell’Italia rispetto a 143 target valutabili dell’Agenda 2030. NegativoInsufficientePositivo
  • 47. Per molti la sostenibilità è già un ottimo business, redditizio e in crescita esponenziale. Sono oltre 2.400 le B Corp nel Mondo (quasi triplicate rispetto a 4 anni fa), di cui 54 in Italia (prima in Europa), e operano in più di 50 paesi e 130 settori. Nei mercati maturi, che sono prevalentemente di sostituzione, la sostenibilità rappresenta la novità, un must che non può mancare. La sostenibilità è un business
  • 48.
  • 49. Una quota crescente degli investimenti finanziari mondiali è occupata da impieghi in settori e imprese sostenibili. Alla fine del 2015 tale quota era del 26%, per un totale di quasi 23mila miliardi di dollari, in aumento del 25% rispetto a due anni prima. La sostenibilità attrae finanziamenti
  • 50. Investimenti finanziari sostenibili Asset in gestione, dati in %, fine 2015. Fonte: elaborazioni CSC su dati GSI-Alliance. 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% Asia ex Giappone Giappone Australia Canada USA Europa 0.2% 2.1% 2.3% 4.7% 38.1% 52.6%
  • 51. Larry Fink, fondatore di BlackRock (6 trilioni di dollari gestiti) scrive ai CEO delle imprese partecipate: «Che ruolo giochiamo nella società? Come stiamo gestendo il nostro impatto sull’ambiente? Stiamo lavorando per creare una diversa forza lavoro? Ci stiamo adattando al cambiamento tecnologico? I nostri clienti, che sono i tuoi azionisti, chiedono non solo redditività ma anche prosperità e sicurezza per i loro concittadini».
  • 52. I temi ... e l’Italia ha 3 assi da giocare.
  • 53. Perché il faro che guida tutta l’attività del CSC è l’obiettivo della crescita, inclusiva e sostenibile. Perché una ricerca sulla sostenibilità?
  • 54. Una ricerca fatta da oltre 30 esperti che affrontano aspetti diversi. Quali sono le sostenibili carte dell’Italia? L’economia circolare si può applicare anche ai saperi dei territori? I distretti sono ancora una risorsa? L’Italia riuscirà a farsi pagare il suo valore/valori nel mercato globale? Il patrimonio culturale è fonte di sostenibilità? Come includere i territori periferici nello sviluppo? Quanto è importante il ruolo delle imprese? Cosa possono fare? Quanto valore può derivare dalla rigenerazione di territori e città? Qual è l’origine del successo del made in Italy? E del sistema del gusto? Che ruolo ha la tecnologia per la sostenibilità? Qual è il ruolo economico della cultura?
  • 55. Una ricerca con tre istantanee di trasformazioni sostenibili che dimostrano come la cultura può diventare motore di rinascimento e innovazione. Su Milano che punta sulle filiere di arte, cultura e design e sulle scienze della vita. Su Torino che passa dalla monocoltura della fabbrica alle fabbriche della cultura. Sulla Puglia dove la nuova imprenditorialità è all’incrocio tra cultura, innovazione e turismo.
  • 56. Se il Mondo punta sulla sostenibilità, l’Italia deve fare altrettanto, pena trovarsi spiazzata e perdere terreno anche nella competitività, che molto si gioca sul piano della reputazione. Ma quali valori distinguono il Paese e possono diventare un vantaggio se trasformati in generatori di “ben-essere”?
  • 57. L’Italia ha tre carte, tre assi: il territorio, inteso come paesaggio e deposito di saperi e competenze; il patrimonio culturale, come attrazione turistica e soprattutto fonte inesauribile di creatività; gli imprenditori, attivatori dello sviluppo e traghettatori verso il futuro.
  • 58. Prima carta: il territorio
  • 59. i distretti industriali sono ancora una grande risorsa anche se hanno bisogno di aprirsi e reinventarsi; i territori periferici, se inclusi nelle strategie di sviluppo, rappresentano un’opportunità; l’economia circolare può essere applicata più diffusamente, anche ai saperi; la rigenerazione di territori, infrastrutture e città, grandi e piccole, produce occupazione e reddito. Il territorio è un asso perché:
  • 60. La mappa dei distretti… … e delle medie imprese industriali Fonte: Federazione distretti industriali e Mediobanca.
  • 61. La diffusione delle aree… … e dei comuni interni Fonte: Le sostenibili carte dell’Italia/Barca, Carrosio, Lucatelli.
  • 62. L’Italia si caratterizza per essere densa di città di medie e soprattutto piccole dimensioni. Un tessuto a maglie strette variegato per storia, tradizioni, relazioni, saperi e specializzazioni. Sono circa 23.000 i “centri minori” del Bel Paese.
  • 63. L’Italia spicca per l’urbanizzazione diffusa % di popolazione residente fuori dalle aree metropolitane. Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE. 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 2000 2005 2010 2014 Giappone StatiUniti Regno Unito Francia Germania Spagna Italia
  • 64. Seconda carta: la cultura
  • 65. l’Italia nel Mondo è reputata il Bel Paese, non solo per i paesaggi e per il patrimonio culturale ma anche grazie a un’industria che sa usare la bellezza come materia prima. Questa creatività, questa capacità di coniugare l’innovazione con saperi antichi, costituiscono un punto di forza dell’Italia e possono distinguerci se miscelate con le nuove tecnologie. La cultura è un asso perché:
  • 66. La produzione culturale e creativa è all’origine della creazione del valore contemporanea. Elevati benefici economici e sociali si ottengono se la cultura si interfaccia con altre filiere produttive, perché nell’economia della conoscenza la produzione di contenuti è la materia prima che genera il valore economico. Sempre più si osserva una relazione positiva tra attività culturali e innovazione dei prodotti e dei processi.
  • 67. La cultura è il motore dell’ecosfera creatività-innovazione Nucleo cultura Industrie culturali Industrie creative Piattaforme digitali Settori complementari Experience economy Scienza e tecnologia Fonte: Le sostenibili carte dell’Italia/Sacco.
  • 68. Il sistema del gusto italiano è un bell’esempio Musei e patrimonio Paesaggi culturali Editoria Industria dei contenuti Media e comunicazione Arte Architettura Artigianato Moda Le reti intersettoriali della creatività del gusto italiano. Fonte: Le sostenibili carte dell’Italia/Friel. Design
  • 69. Terza carta: gli imprenditori
  • 70. il ruolo degli imprenditori e delle imprese è fondamentale per le sfide della sostenibilità. Danno un’inesauribile spinta all’innovazione. Il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, non solo ambientale, dipende dalle loro scelte di cosa e come produrre (con quali tecnologie e con quali organizzazioni). Gli imprenditori sono un asso perché:
  • 71. In Italia un lavoratore su 5 è intraprendente Totale economia, % degli occupati indipendenti 15-64 anni, 2016. * Per USA dati 2014. Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE, Eurostat. 0% 5% 10% 15% 20% 25% USA* Germania Francia UE-28 UK Spagna Italia
  • 72. In particolare nel settore manifatturiero, che ha un ruolo chiave nell’orientare l’innovazione verso la sostenibilità. Infatti, le imprese manifatturiere hanno una maggiore propensione a innovare. In Italia fanno il 70% della spesa privata in R&S.
  • 73. La manifattura è la principale fonte di R&S Composizione %, spesa in R&S delle imprese, 2015. * dati 2013. Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Germania Italia Svezia Finlandia Francia* Spagna UK Manifattura Servizi Utilities Altro
  • 74. I temi Le mosse vincenti.
  • 75. Se queste sono le tendenze globali, come giocare gli assi dell’Italia per vincere la difficile partita? Per rispondere occorre anzitutto conoscere cosa pensano gli italiani del binomio cultura-sostenibilità. Sono uniti (91%) nell’affermare che la cultura è una “priorità per lo sviluppo sostenibile”.
  • 76. Italiani consapevoli che con la cultura “si mangia” e si “rilanciano i territori” Percezione della cultura in Italia. Fonte: indagine IPSOS per CSC, Sostenibilità e Cultura, 2017. 0 10 Secondo lei, la produzione culturale e i beni culturali dell’Italia costituiscono: Un elemento di orgoglio e di identità nazionale Una risorsa economica per valorizzare i territori Rappresentano un costo o un beneficio economico? 0 10 Un beneficio economico per il territorio Un costo per il territorio
  • 77. Tuttavia, gli italiani sono divisi su come gestire la risorsa cultura/paesaggio/patrimonio culturale. Si dividono in 5 gruppi, tra i quali domina quello di chi punta l’attenzione all’emergenza ambientale e adotta un atteggiamento di chiusura (49%). Negli altri 4 gruppi c’è più apertura al confronto, ma con molti distinguo.
  • 78. Italiani divisi sulle priorità per la sostenibilità Gruppi classificati sulla base di più domande del questionario. Fonte: indagine IPSOS per CSC, Sostenibilità e cultura, 2017. 8% 17% 49% 12% 10% 4% Preoccupati per la crescita Interessati allo sviluppo Ambiente e basta Socio-ambientalisti Preoccupati per il sociale Non risponde
  • 79. Comunque, tutti i 5 gruppi convergono sulla “tutela” di paesaggio e patrimonio culturale. Un termine che presenta un ampio ventaglio di significati, che vanno dall’immobilismo conservatore fino alla valorizzazione con modalità innovative e al coinvolgimento delle imprese private.
  • 80. Ora, tenendo conto dell’opinione degli italiani, estrapoliamo dalla ricerca alcuni suggerimenti per le mosse vincenti della politica, delle associazioni e delle imprese stesse.
  • 81. Le mosse della politica Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030.
  • 82. Le mosse della politica  adottando una cabina di regia nazionale;  fissando tappe intermedie per misurare i progressi;  includendo ricerca e innovazione tra gli indicatori BES utilizzati per la programmazione di finanza pubblica;  rafforzando i servizi essenziali per le aree interne attraverso la SNAI;  intensificando le azioni nel Mezzogiorno. Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030:
  • 83. Le mosse della politica Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030. Fare della cultura un vero motore di sviluppo.
  • 84. Fare della cultura un vero motore di sviluppo: Le mosse della politica  svolgendo continue azioni di sensibilizzazione e divulgazione per superare le divergenze di opinione;  promuovendo la partecipazione operosa della popolazione alle attività artistiche e creative;  agevolando il coinvolgimento delle imprese nelle attività culturali.
  • 85. Le mosse della politica Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030. Fare della cultura un vero motore di sviluppo. Potenziare la domanda di attività culturali.
  • 86. Potenziare la domanda di attività culturali: Le mosse della politica  ampliando la facoltà di scelta di materie artistiche e musicali alle scuole superiori;  valorizzando l’attrattività internazionale dell’Alta formazione artistica e musicale;  stanziando fondi condizionati per l’istruzione secondaria e universitaria in tali discipline.
  • 87. Le mosse della politica Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030. Fare della cultura un vero motore di sviluppo. Potenziare la domanda di attività culturali. Diffondere la pratica di arte, cultura e tecnologia.
  • 88. Diffondere la pratica di arte, cultura e tecnologia: Le mosse della politica  recuperando e rimettendo in circolo saperi e competenze, sull’esempio del sistema del gusto;  supportando i maker;  lasciando spazio alle diversità creative (immigrati);  formando architetti e tecnici del riuso.
  • 89. Le mosse della politica Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030. Fare della cultura un vero motore di sviluppo. Potenziare la domanda di attività culturali. Diffondere la pratica di arte, cultura e tecnologia. Fare leva sul turismo per creare benessere.
  • 90. Fare leva sul turismo per creare benessere: Le mosse della politica  esaltandone il ruolo di ambasciatore del made in Italy;  innalzandone la qualità e la sostenibilità;  riequilibrando i flussi fra grandi attrattori e centri minori.
  • 91. Le mosse della politica Puntare decisamente agli obiettivi dell’Agenda 2030. Fare della cultura un vero motore di sviluppo. Potenziare la domanda di attività culturali. Diffondere la pratica di arte, cultura e tecnologia. Fare leva sul turismo per creare benessere. Prendersi cura del paesaggio.
  • 92. Prendersi cura del paesaggio: Le mosse della politica  attuando il piano antisismico, bonificando e riutilizzando i siti industriali dismessi;  contrastando il dissesto idrogeologico;  recuperando centri storici e rigenerando le periferie;  sfruttando le tecnologie per realizzare smart city.
  • 93. Le mosse delle associazioni Sensibilizzare gli associati.
  • 94. Le mosse delle associazioni Sensibilizzare gli associati:  spiegando con storytelling come la sostenibilità sia un driver e un business;  promuovendo la rendicontazione integrata e le società benefit;  diffondendo l’economia circolare;  creando un advisory board per la sostenibilità.
  • 95. Le mosse delle associazioni Sensibilizzare gli associati. Fornire nuovi servizi agli associati.
  • 96. Le mosse delle associazioni Fornire nuovi servizi agli associati:  realizzando missioni per apprendere le best practice sulla sostenibilità adottate all’estero;  mettendo a disposizione delle PMI strumenti di valutazione pratici della sostenibilità;  formando su come reinventare in ambito digitale produzioni e relazioni e creando laboratori.
  • 97. Le mosse delle associazioni Sensibilizzare gli associati. Fornire nuovi servizi agli associati. Stimolare le comunità locali.
  • 98. Le mosse delle associazioni Stimolare le comunità locali a:  divenire sostenibili nei gesti di vita quotidiana;  promuovere cultura e manifattura insieme, anche sul piano turistico;  rafforzare l’arte come fonte di creatività;  valorizzare il paesaggio e riutilizzare i siti abbandonati.
  • 99. Le mosse delle imprese Riconoscere nel beneficio per gli stakeholder un proprio interesse di lungo periodo. Rinnovare i modelli di business. Guardare alle buone pratiche legate all’ambiente. Stringere alleanze con altre imprese per condividere i costi fissi di attività socialmente responsabili. Adottare in modo esteso le tecnologie digitali.
  • 100. Le mosse delle imprese Cavalcare le cinque grandi onde della trasformazione in corso (networking, automazione, globalizzazione, worldmaking, ri-personalizzazione). Miscelare i saperi tradizionali con quelli digitali. Promuovere presso il consumatore finale la qualità anche dei prodotti intermedi italiani.
  • 101. Qualunque siano le misure adottate, la responsabilità della sostenibilità coinvolge tutta la società italiana. Occorre una strategia complessiva dell’intero Paese, che è chiamato ad affrontare, con spirito imprenditoriale finalmente consapevole, la riconciliazione della crescita economica, dell’equilibrio ambientale e dell’equità. Insomma, della sostenibilità a tutto tondo.