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Corso di formazione "CRM per lo sviluppo business"

  1. CORSO FORMAZIONE LA GESTIONE DEL CLIENTE & I FONDAMENTALI DEL CRM COSTRUIRE IL PROPRIO DATA BASE CLIENTI ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com
  2. CRM e Digital Marketing Manager «Il profilo dovrà supervisionare l'organizzazione e la gestione di una squadra al lavoro per sviluppare tutto quello che riguarda il marketing digitale per le concessionarie del Gruppo xxx. Dovrà inoltre organizzare i processi di acquisizione e gestione dei clienti, attraverso logiche customer oriented e configurare il CRM aziendale in modo da aumentare, e massimizzare, le relazioni con i nostri clienti; dovrà inoltre pianificare strategie di lead generation, studiando i benchmark di settore, basate su un marketing mix composto da Direct Email Marketing, Search Engine Marketing, Search Engine Optimization e Social Media Marketing» ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com
  3. PRIMA SESSIONE: IL PROGETTO CRM Il CRM è un percorso di sviluppo business e come tale va vissuto come una strategia di medio-lungo termine, non come semplice strumento. Per questo rientra nell’offerta formativa MARKETING EVENDITE Per noi è uno strumento che deve portare alla crescita del fatturato. Il CRM nasce e non finisce mai: è l’inizio dell’approccio moderno al mercato, in quanto basato sulla sua effettiva conoscenza. Deve avere la forza di una vision Attuare percorsi di crescita attraverso ilCRM  Uscire dal corso con spunti per il miglioramento di asset aziendali Esercitazione: quanti hanno un CRM come è usato, che risultati dà, chi è coinvolto in azienda?? Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 3
  4. COSA E’ e A COSA SERVE IL CRM Il CRM serve alle aziende per costruire e gestire i profili di clienti acquisiti e potenziali: è «clientecentrico» Il CRM è una valida occasione per mettere a punto strategie e attività per: • conoscere i clienti e i loro bisogni, cioè conoscere il mercato; • massimizzare i profitti sui clienti fedeli, cercando di comprenderne ed anticiparne esigenze e aspettative; • ottenere nuovi clienti (business development); • Costruire la conoscenza e quindi ottimizzare la comunicazione (secondo il principio che comunico di più con chi conosco meglio) Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 4
  5. COSA E’ e A COSA SERVE IL CRM E’ uno strumento di crescita e di velocizzazione dei processi In più, consente di trattenere in azienda le informazioni e ridurre rischi del turnover del personale E’ uno strumento che stimola a comunicare con l’esterno e con l’interno Aiuta a creare relazioni dirette 1-2-1 e stimola la personalizzazione, simile al moderno approccio social Stimola attitudini analitiche verso il mercato Stimola all’ascolto Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 5
  6. COSA NON E’ IL CRM • Non è un semplice software di gestione clienti e back-office • Non è il gestionale dell’azienda (amministrazione) DUNQUE • Il CRM non è una semplice questione di marketing né di sistemi informatici, ma riguarda l’azienda e la sua visione nel complesso. • E’ un approccio strettamente legato alla strategia, alla comunicazione, all’integrazione tra i processi aziendali, alle persone ed alla cultura. • Essendo modulare, può avere un taglio marketing, sales, service oriented • A suo modo il CRM è uno strumento di marketing analitico Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 6
  7. STRUTTURA DEL CRM Il CRM può essere scomposto in 4 macro aree: vendita, collaborativo, marketing, supporto L’architettura tecnologica o framework rappresenta il substrato che ne rende possibile l’applicazione. » Il CRM vendita è costituito dalle applicazioni CRM rivolte al cliente che supportano le attività di: • back office per la gestione trattative ed ordini; • front office per l’automazione delle forze vendita; • mobile office per il supporto alle attività degli agenti/area managers e per altri servizi di supporto. Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 8
  8. STRUTTURA DEL CRM » Il CRM collaborativo è la piattaforma di collaborazione e comunicazione: - mail e rubrica centralizzata e condivisa - archiviazione e gestione documentale » CRM marketing (B2B): - acquisizione, profilazione, inserimento e aggiornamento nominativi di persone e aziende - creazione di liste di distribuzione - creazione del messaggio (newsletter) - spedizione e monitoraggio del tasso di apertura, click-thru etc (metrics) » CRM supporto o service, inerente l’assistenza tecnica Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 9
  9. UN PASSO INDIETRO: ALLE SORGENTI DEL CRM I 10 punti abituali di debolezza aziendale: il CRM come rimedio Case history: Progetti CCIAA, 130 aziende manifatturiero, commercio e servizi Le 4 principali sofferenze aziendali: Conoscere meglio il cliente e suoi bisogni  CUSTOMER Organizzare le risorse umane e migliorare clima interno  RELATIONSHIP Migliorare immagine e comunicazione  RELATIONSHIP Disporre di strumenti per decisione, programmazione attività, controllo di gestione  MANAGEMENT Tutto è pertinente al percorso CRM Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 10
  10. I 10 punti abituali di debolezza aziendale 1a. Il focus sul prodotto Lasciare per ultimo il prodotto: è reperibile ovunque La focalizzazione sul prodotto penalizza il 70% delle aziende che vogliono esportare Ricorda: chi vende deve innanzitutto ascoltare 1b. Gli investimenti negli asset materiali ha valore ciò che vedo e tocco gli asset materiali sono la vera ricchezza i clienti mi valutano in base a tali asset Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 11
  11. I 10 punti abituali di debolezza aziendale 2. La mancata segmentazione dei clienti storici • Non sfrutto l’esperienza storica: da dove arrivano i clienti? Quale il canale più efficace? • Non si conosce il mercato in cui si vende • Non si capisce qual è (era) il settore merceologico più redditizio • Non vi è un ordine mentale per lo scouting • Si procede per tentativi senza una rotta Considerare clienti attuali (attivi e dormienti), clienti persi e prospects  l’analisi approfondita dei clienti ne fa trovare altri, è un must dello sviluppo business Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 12
  12. I 10 punti abituali di debolezza aziendale 3. La mancata segmentazione del mercato target » lavorazioni meccaniche medio-piccole (da barra e da ripresa) Settori di destinazione: fonderie, esclusi quelli con lavorazioni interne (die-casting), piccole forge, costruttori equipment (etichettatrici, confezionamento),OEM power transmission (organi trasmissione, pulegge, scatole cambio, coperchi differenziale), pompe/compressori, motion control (riduttori, servoattuatori, variatori) » costruzione stampi iniezione Settori di destinazione: packaging, automotive, medicale, HVAC, bianco, elettrico/domotica  Il prospect si deve riconoscere nella segmentazione Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 13
  13. I 10 punti abituali di debolezza aziendale 3. La mancata segmentazione del mercato target » equipment caldareria in titanio http://www.loterios.com/marketsegment.asp » costruzione rampe alluminio Settori di destinazione: costruttori trailers, MMT, operatori logistica, giardinaggio, lifting equipment  Esercitazione: segmentazione mercati target, gruppi da 5 Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 14
  14. I 10 punti abituali di debolezza aziendale 4. Il mancato monitoraggio della concorrenza Obiettivo: segmentare i target markets (ma ve ne sono molti altri ….)  Ricavare il maggior numero possibile di operatori  Analizzare i siti  Studiare i settori in cui sono attivi  Studiare i paesi in cui sono attivi  Studiare la tipologia di rete commerciale  Studiare i punti di forza conclamati: sono anche i miei?  Leggere le case histories, referenze etc  Valutare se posso entrare nei loro mercati: si, no, perché? Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 15
  15. I 10 punti abituali di debolezza aziendale 5. La insufficiente comunicazione la carenza di contenuti: il sito internet scarno e non porta richieste l’incapacità di declinare il valore: l’elevator pitch concetti confusi di mission (che bisogni soddisfo) e vision (dove voglio arrivare) incapacità di cogliere i canali efficaci di comunicazione Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 16
  16. I 10 punti abituali di debolezza aziendale 6. L’incapacita’ di declinare la propria offerta Il criterio di valore e successo è il prezzo Non si scompone l’offerta in “voci” di valore Non si evidenziano abbastanza le novità Non si comunica da esperti Non si dimostra dinamica e inventiva (l’esempio delle notizie vecchie sul web) Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 17
  17. I 10 punti abituali di debolezza aziendale 7. Il carente follow up delle offerte Capire punti di forza e debolezza Scusa per relazionarsi col cliente Dimostrazione di serietà Dimostrazione di interesse Strumento di moderata pressione (faccio sul serio) Arrivare prima dei concorrenti Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 18
  18. I 10 punti abituali di debolezza aziendale 8. La limitata relazione col cliente Non si fanno chiamate periodiche ai key customers per avere info su: andamento mercato tendenze grado di soddisfazione cliente suggerimenti su prodotto/servizio info su concorrenza (ove pertinente) Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 19
  19. I 10 punti abituali di debolezza aziendale 9. L’insufficiente sviluppo business Condizioni indispensabili:  avere segmentazione mercato e cliente (dove cercare)  avere contenuti adeguati (cosa/come comunicare)  conoscere i bisogni dei clienti (cosa soddisfare)  conoscere il matching tra valore aziendale e bisogno del cliente  sapere in cosa si riconoscono i clienti (identità del cliente)  conoscere i canali di comunicazione (dove comunicare) Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 20
  20. I 10 punti abituali di debolezza aziendale 10. Il limitato coinvolgimento delle risorse umane  Si fanno pochi incontri di coordinamento tra le diverse aree aziendali  Non si coinvolgono le risorse nel raggiungimento degli obiettivi  Non ci si confronta sulle criticità  Non si stimolano i suggerimenti dalla base il CRM diventa una piattaforma di collaborazione, un punto di incontro: si parla di CRM collaborativo Esercitazione: chi ha risolto qualche debolezza menzionata grazie a percorsiCRM? Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 21
  21. L’USO DEL CRM: LE PROFILAZIONI CLIENTI 1. Profilazione clienti per tipologia A. Abituali o storici B. Persi (nel bene e nel male …) C. Dormienti o meteore D. Leads (conosco la persona di contatto dell’azienda) E. Prospects (cliente potenziale, ho nome dell’azienda) Porsi obiettivi per ciascuna tipologia: creare strategie differenti nel tempo a seconda di bisogni o emergenze Per ogni tipologia occorre la giusta strategia relazionale ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 22
  22. 1a. ANALISI CLIENTI ABITUALI O STORICI Obiettivo: segmentare i target markets per ottimizzare relazione e comunicazione Sono i cosiddetti clienti attivi (es. ultimi 12mesi o due anni a seconda del tipo di bene: consumer, investment etc) Classificazione per settori di appartenenza, chiedendomi:  In quali ambiti opero?  Chi può acquistare i miei prodotti/servizi?  Su quali canali opera la concorrenza?  Quali esigenze soddisfo?  Chi ha comprato da me in passato? Ulteriore suddivisione: quali tipologie di clienti posseggo (intermediari, utilizzatori finali, partner companies) Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 23
  23. 1b. ANALISI CLIENTI PERSI Obiettivo: recuperarli, se vale la pena… Perché li ho persi? Indicare  Non pagano  Ho perso una o più offerte  E’ cambiato il buyer  Hanno chiuso  Sono fedeli al fornitore attuale  Ho smesso di contattarli  C’è stata forte contestazione  Non sono all’altezza di servirlo per tempistiche, volumi etc Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 24
  24. 1c. ANALISI CLIENTI DORMIENTI o METEORE Obiettivo: rivitalizzarli Li abbiamo persi per strada, ma possono tornare, spontaneamente o stimolati Sono una categoria estesa: possono esser risvegliati in 1000 modi  Nuova gamma prodotti/servizi  Campagna esaurimento scorte  Lancio promozionale  Nuova applicazione del prodotto  Migliore magazzino e consegne  Nuovo agente locale che può andare a visitarli  Service migliorato Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 25
  25. 1d. ANALISI DEI LEADS Obiettivo: convertirli (engagement) ovvero stimolare il processo d’acquisto  Conosco la persona di contatto, ho la sua mail diretta  C’è stato un interessamento generico  Creo contenuti inerente lo specifico interesse  Posso mandare newsletters secondo un piano editoriale  Può esistere uno storico di offerte da studiare, di esigenze manifestate in passato  Faccio “lead nurturing” attraverso campagne e-mail marketing  Cerco un incontro diretto (visita al lead, invito a open day, invito a fiera, coinvolgimento in promozione con invio voucher propedeutico a una «call to action» etc) Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 26
  26. 1e. ANALISI PROSPECTS Obiettivo: trasformarli in leads  I prospects sono individuati nello scouting di mercato;  Sono aziende segmentate nei settori target;  I prospects possono essere vecchi contatti mai approfonditi (es. fiere, vecchie richieste via mail etc)  Non conosco ancora il decisore, devo creare il contatto  Può esistere uno storico di offerte da studiare, di esigenze manifestate  Posso fare campagne DEM ma non e-mail marketing  Esercitazione: segmentazione clienti per tipologia, come è stata fatta? Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 27
  27. L’USO DEL CRM: LE PROFILAZIONI CLIENTI 2. Profilazione clienti per bisogni Alla base vi è l’ascolto del bisogno: • Cosa gli serve? Bisogni generici • Perché compra da noi? Nostri punti di forza • Quali bisogni soddisfo? Parzialità della nostra offerta • Perché compra dalla concorrenza? Nostri punti di debolezza • Perché perdo clienti? Che bisogni non soddisfo? abituarsi a contatti telefonici periodici col cliente, limitare uso mail, idealmente visitarli (area managers, agenti)  Esercitazione: profilare clienti in base ai bisogni, gruppi di 5 ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 28
  28. IL «BUYER PERSONAS» Rappresenta la “summa” dell’inbound marketing poiché è costruito su esigenze specifiche del cliente, che occorre conoscere (difficile!) • E’ il top della profilazione del cliente, della sua identità: lo chiamo per nome! • Il “Buyer Personas” è una rappresentazione generalizzata del tuo cliente ideale • Definire il buyer personas ti serve per capire sia i tuoi attuali clienti ma soprattutto ti aiuta ad identificare quelli potenziali, rendendoti molto più facile il lavoro di personalizzazione dei contenuti. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 29
  29. IL BUYER PERSONAS A cosa serve? Puoi costruire contenuti mirati per ciascun buyer personas (tendendo conto del loro buyer’s journey) Il tuo sito sarà in linea con le esigenze dei potenziali clienti quindi troveranno contenuti inerenti alle loro ricerche e saranno molto più propensi a compiere azioni; La percentuale di conversione da visitatore a lead aumenta notevolmente perché sai cosa sta cercando e quello che ha bisogno; Potrai segmentare le tue campagne di marketing senza fare spam; Per approfondimenti: http://mariacristinapizzato.it/buyer-personas-12-tool-per-aiutarvi-a-crearle/ ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 30
  30. L’USO DEL CRM: LE PROFILAZIONI CLIENTI 3. Profilazione clienti per fedeltà e profittabilità Le 4 tipologie clienti su base durata relazione/fedeltà (asse X) vs redditività/valore (asseY): gli occasionali gli estranei i top customers gli approfittatori Il quadro è sempre in movimento e le relazioni fluide  monitoraggio continuo ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 31 occasionali Top customers estranei approfittatori
  31. OBIETTIVI DELLA PROFILAZIONE Associare strategie relazionali ad ogni classe di cliente Ricordare • non sempre i clienti più fedeli (o longevi) generano minori costi di mantenimento, possono avere atteggiamenti opportunistici crescenti • non sempre per i clienti più fedeli (o longevi) è possibile l’up-selling • ogni business ha approcci diversi ai profili, non è detto che interessino gli amici veri • effettuare analisi nel tempo del portafoglio, revisione almeno annuale  attenzione che solo una parte dei clienti fedeli è redditizia ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 32
  32. OBIETTIVI DELLA PROFILAZIONE Associare strategie relazionali ad ogni classe di cliente Scopo: • occasionali  top customers: consolidare la relazione • approfittatori: consapevolezza e monitoraggio lato costi gestione • estranei  occasionali: massimizzare le singole transazioni  Esercitazione: azioni da svolgere per elevare i profili dei clienti ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 33
  33. DEFINIZIONE DEI PARAMETRI QUANTITATIVI Non esiste legge, ciascuno deve contestualizzare: • durata relazione/fedeltà (X): scala degli anni per beni strumentali, dei mesi per beni consumer; in alternativa fare ABC della frequenza ordinativi • redditività (Y): ipotizzare scale di marginalità, facendoABC (come per il fatturato); in alternativa fare ABC del fatturato Assegnare max. classi da 1 a 4 (due macro-classi suddivise ciascuna in due sub-classi) • estraneo 1 e 2, approfittatore 1 e 2 oppure fedele 1,2,3,4 (f1,f2,f3,f4) • estraneo 1 e 2; occasionali 1 e 2 oppure redditivo 1,2,3,4 (R1, R2, R3, R4) Utilizzare criteri semplici e non esagerare nel dettagli ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 34
  34. SECONDA SESSIONE: IMPLEMENTAZIONE DEL CRM 3 fasi: - strategica (analisi bisogni interni, scelta percorsi CRM, costi, tempi) - organizzativa (come ottenerlo, gruppo di lavoro, responsabilità) - tecnologica (scelta e implementazione tool) ESEMPIO: sales & marketing pipelines Focus su cliente esistente: dalla profilazione alla vendita al follow up Focus su cliente potenziale: dalla lead generation al nurturing alla conversione in logica inbound Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 35
  35. I MILESTONES DEL CRM - IL PROCESSO DI ASCOLTO DEL CLIENTE - IL PROCESSO DI FIDELIZZAZIONE DEL CLIENTE, basato sulla profilazione - IL PROCESSO DI MARKETING ONE-to-ONE o marketing relazionale E’ quanto avviene nel moderno retail e nel SMM, anche con spinti automatismi NB: fare marketing vuol dire fare mercato, partendo dall’ascolto ed approdando alla relazione: questo è il nuovo marketing, che trova la «summa» nel SMM IL CRM costruisce la visione del mercato e consente di pianificare azioni Si pianificano molto meglio le azioni che analizzando solamente i dettagli di fatturato ed ordinativi Ing. ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 36
  36. IL PROCESSO DI ASCOLTO DEL CLIENTE o prevendita Conoscenza attraverso il contatto periodico (offerte, service, consegne, andamento mercato etc) Osservazione dei dati comportamentali (maturazione scelta e modalità di acquisto) Le visite periodiche (area manager, agenti) I questionari online sul gradimento Lo storico delle richieste d’offerta: cosa sta cercando? Predizione dei suoi comportamenti  Obiettivo: anticipare i suoi bisogni e suscitare nuove esigenze NB: Facebook non fa così? Google non registra i trends e le key words? Chi studia gli utenti comanda ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 37
  37. IL PROCESSO DI FIDELIZZAZIONE DEL CLIENTE o vendita E’ sempre più raro trovare clienti fidelizzati, non solo perché distratti ma perché non sappiamo dar loro valore e trasmettere il nostro Fidelizzare vuol dire dare al cliente ciò che gli: fa aumentare il business (B2B) fa guadagnare prestigio fa risparmiare tempo, risorse, persone fa stare tranquillo fa sentire protagonista nei confronti dei destini del fornitore ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 38
  38. IL MARKETING ONE-to-ONE o post vendita (Una volta si chiamava relazione …) E’ alla base della strategia CRM, perchè è necessario? Il cliente è sempre più abituato ad un trattamento personalizzato, forse dal nostro competitor E’ abituato alla personalizzazione dalla frequentazione dei social media Ha sempre meno tempo da dedicare al fornitore E’ più distratto e “volatile” di un tempo, in quanto più informato e autonomo Ha maggiori conoscenze dei prodotti grazie al web Può diventare Ambassador dell’azienda ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 39
  39. ANALISI DELLE AREE DI MIGLIORAMENTO INTERNE Il CRM obbliga a rivedere efficacia processi Il CRM diventa criterio di valutazione delle competenze interne Il CRM è anche una piattaforma di comunicazione e collaborazione tra distinte unità aziendali E’ necessario il coinvolgimento delle risorse per l’ottenimento di uno scopo: indicare un percorso con un traguardo e assegnare eventualmente benefit Non va presentato come un tool qualsiasi, ma come un elemento stimolo e di valutazione  Esercitazione: chi ha mai presentato un CRM in azienda? E come? Che risorse ha coinvolto e con quali risultati? ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 40
  40. QUALI MIGLIORAMENTI ATTESI DAL CRM? I miglioramenti più frequenti: Collaborazione tra colleghi Miglior relazione col cliente Offerte più veloci Follow up offerte Service più efficace (es. help desk, assistenza online etc) Risoluzione dei claims Soprattutto  Conoscenza dei bisogni del mercato ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 41
  41. CHE PERCORSO CRM FARE? Individuare priorità, ad esempio:  recupero clienti persi;  stimolo clienti meteore  scouting mercato  miglioramento service  consegne più veloci  verifica bisogni  fidelizzazione  cross selling ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 42
  42. CHE PERCORSO CRM FARE? E poi:  up selling  miglioramento marginalità  risposta più veloce alle offerte  miglior follow up delle offerte Intraprendere uno o due percorsi contemporaneamente, ma non di più Incominciare dal miglioramento del lavoro quotidiano  Esercitazione: che percorsi CRM fareste? ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 43
  43. TENDENZE CRM  CRM social: inserimento delle interazioni social (ascolto della base) o inserimento aggiornamenti delle info contatto utenti  CRM mobile: logica «always on» per accedere alle info contatto, dati vendita etc da mobile ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 44
  44. BASICS DI e-mail MARKETING Alla base vi sono: profilazione clienti e segmentazione mercati  La foto giusta  Il titolo rispecchia il segmento target  Un capoverso per dire chi siamo  Una parte centrale con indicazione dei vantaggi  Chiusura con call to action Il prospect si deve riconoscere nel titolo e nella foto (è lo spirito dei blog e piattaforme social) e poi misurare le metriche! ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 45
  45. AZIONI COMMERCIALI DA REMOTO SUI PROSPECTS (1) IlTelemarketing – Contact center (Outbound mkt) • Ristretta platea di destinatari (centinaia), va costruita • Metodologia nemica dei social, in realtà utilizzatissima • Selezionare il Paese target • Selezionare clienti target con ricerca sul web • Utilizzare una persona madrelingua • Utilizzare una traccia di telefonata • Ottenere indirizzo e-mail della funzione d’interesse (acquisti, tecnico, marketing etc, anche il manutentore) • Fare seguito con una email personalizzata ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com
  46. AZIONI COMMERCIALI DA REMOTO SUI PROSPECTS (2) Il DEM - Digital Email Marketing (Outbound mkt) • Obiettivo: portare traffico al sito, ma non sempre qualificato • Serve un piano editoriale – vasta platea di destinatari (migliaia), DBASE acquistato – funziona ancora bene anche se è spamming – affidabilità del provider ed autorizzazioni – durata almeno sei mesi – monitorare i risultati ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com
  47. AZIONI COMMERCIALI DA REMOTO SUI PROSPECTS (3) Il Social Media Marketing (inbound mkt) • Utilizzo delle piattaforme social e professionali per avere nominativi • Generazione di contenuti di valore • Obiettivo: generare traffico qualificato sul sito • Scelta di contatti in target • Prevedere campagne social media ADS • Blog, forum, gruppi di discussione, media sharing (Slideshare,Youtube), lead magnet ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com
  48. AZIONI COMMERCIALI DA REMOTO SUI PROSPECTS (4) IlWeb site e la CallTo Action (inbound mkt) Premessa: buon posizionamento del sito (SEO, SEM) • Portale clienti, accesso vincolato • Download di cataloghi, files 3D, altra documentazione tecnica di valore • Download e-book • Download statistiche di mercato • lead magnet (incentivo alla CtA)  Discussione: altri sistemi per avere indirizzi e-mail? ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com
  49. CRITERI DI FOLLOW UP E FIDELIZZAZIONE Le Newsletters • Azione di mantenimento su DBASE PROSPECTS esistente • Non servono per presentazione, ma per News e «nurturing» • Destinatari segmentati perché siano pertinenti al messaggio • Piattaforme di invio con segmentazione (mailUp, mail chimp) • Analisi delle statistiche  non fare nulla che non sia misurabile ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com
  50. LA MISURA DEI RISULTATI: I KPI • Al massimo 5 (es tempo di consegna, numero di visite, tempo risoluzione claim, redemption offerte) • Devono essere utili per la strategia messa in atto e variare con essa • Devono essere facilmente misurabili • Semplicità: definiti dall’alto, condivisi dai manager, facile misurazione ad opera della base • Non devono sovrapporsi tra loro • Devono evolvere nel tempo ed adattarsi ai singoli mercati • Formazione graduale sui KPI: follow up e reporting  Discussione: altri tipi di KPI? ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com
  51. CRITERI DI SCELTA DELLA RETE COMMERCIALE (1) • tempo dedicato dal canale prescelto al nostro prodotto • complessità e gestibilità dell’offerta • velocità di penetrazione richiesta • investimento necessario (formazione, magazzino locale etc) • velocità di consegna • capacità di follow up del canale • necessità di visibilità del brand • risorse locali per il service https://www.linkedin.com/pulse/pmi5-criteri-per-la-ricerca-dei-giusti-partner-alberto-scanziani?trk=mp-reader-card ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 52
  52. CRITERI DI SCELTA DELLA RETE COMMERCIALE (2) Esempi: • USA ci vogliono distributori anche per questioni di omologazioni, differenti basi giuridiche e normative • USA : nelle forniture industriali 95% dei casi vi sono distributori • Russia: nuovi regolamenti EURASEC (ex Gost certificate), gestione complessa • Cina: preferito distributore locale • UAE: importatori, criticità legge islamica • Francia, Spagna, Germania: agenzia o distributore • Svizzera: difficile reperimento agenti, figura non ben definita Altri esempi di canali di successo? ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 53
  53. INDIVIDUAZIONE DEI MERCATITARGET IN BASE AD ATTRATTIVITA’ E COMPETITIVITA’ Analisi qualitativa del potenziale • La segmentazione di prodotto per definire i settori merceologici target • Valutazione dei Paesi in cui i settori merceologici target (proprio settore di appartenenza) sono fiorenti • L’analisi dei codici NC8 nel portale http://actea.ice.it/seleziona_analisi.aspx • L’analisi dei volumi di acquisto complessivi nei Paesi target • Analisi dei fattori critici di successo nei mercati target • Analisi dei prodotti complementari • Analisi del potenziale per quel prodotto nel tempo nel mercato target  Esercizio: scelta di un’azienda, segmentazione prodotto, settori target ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 54
  54. INDIVIDUAZIONE DEI MERCATITARGET IN BASE AD ATTRATTIVITA’ E COMPETITIVITA’ Attrattività del mercato • accordi commerciali con UE (es: Maghreb, Mercosur, Messico) • contesto Paese, cultura dei venditori, presenza concorrenza etc • barriere all’entrata e costo del trasporto • vincoli da normativa contrattuale • presenza di canali distributivi idonei • trend di crescita popolazione, PIL • informazioni su solidità patrimoniale aziende e sistema bancario locale • presenza di fiere del settore http://www.doingbusiness.org/rankings ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 55
  55. INDIVIDUAZIONE DEI MERCATITARGET IN BASE AD ATTRATTIVITA’ E COMPETITIVITA’ Competitività propria ed elementi di forza in quel mercato • Presenza e struttura concorrenza nel mercato target • Competitività dei propri prezzi: il feedback dai clienti esistenti • Valore percepito per i prodotti in quel mercato • Valore percepito della propria immagine aziendale • Presenza succursale propria banca, studi di mercato (bene UBI, BNL-BNP, UNICREDIT, INTESA) • Presenza Enti governativi (ICE, Italian Chamber of Commerce,Ambasciate): sono sorgenti di informazioni e sempre più di servizi (vedi Messico su LinkedIn) ALBERTO SCANZIANI - Consulenze direzionali alberto.scanziani@gmail.com 56
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