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09 FEBBRAIO 2012
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                             Coordinamento degli interventi e moderazione
                             dibattito




                                                                            2/46
BENVENUTI
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2.   La registrazione del Webinar sarà disponibile su
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3.   Al termine, riceverete un invito per la compilazione
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4.   A coloro che compileranno il WEBinar Satisfaction
     sarà inviato l’attestato di partecipazione
                                                            3/46
Webinar – Pannello di controllo
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                   • Invia domande al presentatore
                   • Alza la mano per chiedere la parola
                   • Per gli utenti iPad inviare un sms al
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                                                         4
Relatori




        Fabrizio Barbon
        Esperto di diritto     Luca Lezzerini
        ambientale e della     Consulente organizzativo
        sicurezza del lavoro   e formatore




                                                    5/46
Obiettivo del Webinar


              Presentare in forma
              divulgativa e sintetica gli
              effetti del D.Lgs. 231/01 sulla
              responsabilità amministrativa
              delle persone giuridiche e
              sulle modalità per prevenire
              impatti negativi sull’Azienda


                                                6/46
Indice

•   Breve descrizione del D.Lgs. 231/01
•   Elenco dei reati presupposto
•   Art. 30 D.Lgs. 81/08
•   Sanzioni 231
•   Come evitare le sanzioni
•   Cosa si deve fare
•   Modus operandi tipico e risultati
•   A chi si applica la 231
•   Le società pubbliche e quelle miste
                                          7/46
Breve descrizione del D.Lgs. 231/01




  Riferimenti normativi

  Senso della legge

                                      8/46
Riferimenti normativi




• La Legge 300 del 29 settembre del 2000 delega il
  Governo a produrre una legge sulla responsabilità
  delle persone giuridiche
• Il D.Lgs. 231dell’8 giugno 2001 la recepisce ma
  non per tutti i reati previsti
                                                 9/46
Senso della Legge

Per responsabilità amministrativa di una
persona giuridica si intende che:
Se un “lavoratore” commette un reato
penale, da cui la persona giuridica trae
vantaggio, la persona giuridica viene
sanzionata.
Fine del Societas delinquere non potest
Unica difesa???



   Dotarsi di un modello organizzativo per la
              prevenzione dei reati
                                                10/46
Elenco dei reati presupposto




  I reati presupposto
  I reati previsti dal D.Lgs. 231/01
  Di quali reati si tratta?
  Di quali reati si tratta/2?

                                        11/46
I reati presupposto

• Il D.Lgs. 231/01 si applica solo ai reati di una data lista
• Tali reati sono reati presupposto
• Verranno sempre imputati alle persone fisiche che li
  hanno commessi
• In caso di interesse o vantaggio, la persona giuridica sarà
  perseguita e sanzionata
• A meno che non dimostri di aver fatto tutto il possibile
  per prevenire i reati suddetti


                                                           12/46
I reati previsti dal D.Lgs. 231/01


• Sono in continuo aumento per modifiche al
  decreto stesso

• Sono di tipo doloso (prevalentemente) ma
  anche colposo

• E’ possibile che altre leggi facciano
  riferimento alla 231/01 per determinati reati


                                                  13/46
Di quali reati si tratta?

Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione


Delitti informatici e trattamento illecito di dati


Reati di falso nummario (monete e carte da bollo false)


Reati societari


Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico


Delitti contro la personalità individuale

                                                                          14/46
Di quali reati si tratta/2?

Reati abuso di mercato

Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle
norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro (art. 30 D.Lgs. 81/08)


Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita


Reati transnazionali


Reati ambientali


……………….

                                                                                               15/46
Secondo voi, il D.Lgs. 231/01 definisce i requisiti di
dettaglio del modello organizzativo?

1. Sì, fornisce uno schema generale da seguire
2. No, si limita ad asserire la necessità della
   prevenzione del reato

                                                         16/46
17/46
L’art. 30 del D.Lgs. 81/08

L’art. 30 del D.Lgs. 81/08 definisce i requisiti di dettaglio che
il Modello Organizzativo deve rispettare.




Il modello di organizzazione ……. deve essere adottato ed
efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale
per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi:
                                                              18/46
al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di
lavoro, agenti chimici, fisici e biologici;
alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e
protezione conseguenti;
alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti,
riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;

alle attività di sorveglianza sanitaria;


alle attività di informazione e formazione dei lavoratori;

alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in
sicurezza da parte dei lavoratori;

alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge;


alle periodiche verifiche dell'applicazione e dell'efficacia delle procedure adottate.
                                                                                                 19/46
Il modello organizzativo deve prevedere

• sistemi di registrazione
• un'articolazione di funzioni che assicuri le
  competenze tecniche e i poteri necessari per la
  verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio
• un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il
  mancato rispetto delle misure indicate nel modello
• un sistema di controllo sull'attuazione del modello e
  sul mantenimento nel tempo delle condizioni di
  idoneità delle misure adottate
• il riesame e l'eventuale modifica del modello
  organizzativo devono essere adottati, quando siano
  scoperte violazioni significative delle norme relative
  alla prevenzione degli infortuni, ovvero in occasione
  di mutamenti nell'organizzazione e nell'attività in
  relazione al progresso scientifico e tecnologico

                                                            20/46
L’art. 30 del D.Lgs. 81/08

La commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul
lavoro elabora procedure semplificate per la adozione e la efficace
attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza
nelle piccole e medie imprese. Tali procedure sono recepite con
decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.




                                                                        21/46
I requisiti di dettaglio di un modello 231 sono definiti:
1. Da nessuna parte: le norme sono generiche e parlano
    solo di “prevenzione”
2. Nel caso dei reati in tema di salute e sicurezza sono
    definiti dall’art. 30 del D.Lgs. 81/08
3. Nel D.Lgs. 231/01 troviamo sempre la definizione dei
    requisiti di dettaglio del modello
                                                      22/46
Secondo voi quali aziende
si sono trovate o si
trovano a subire gli effetti
di uno dei reati appena
citati?




                               23/46
Tipologia delle sanzioni

Sanzione pecuniaria

Confisca del profitto o del prezzo del reato

Chiusura anche temporanea


Sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione del reato

Interdizione anche temporanea dall'esercizio dell'attività ed eventuale nomina di altro soggetto per
l'esercizio vicario quando la prosecuzione dell'attività è necessaria per evitare pregiudizi ai terzi

Divieto anche temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione

Esclusione temporanea da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi, ed eventuale revoca di quelli
già concessi

Divieto anche temporaneo di pubblicizzare beni e servizi
Pubblicazione della sentenza                                                                             24/46
Le sanzioni appena presentate vi sembrano:
1. Appropriate
2. Inefficaci
3. Esagerate



                                             25/46
26/46
Come evitare le sanzioni




La persona giuridica potrà essere esonerata dalla
responsabilità solo se potrà dimostrare di avere adottato un
Modello di organizzazione idoneo a prevenire reati della
specie di quello verificatosi (e quindi l’autore materiale del
reato ha eluso fraudolentemente il Modello).
                                                            27/46
Come evitare le sanzioni




Altra condizione è che il Modello medesimo venga
sottoposto a periodica verifica da parte di un Organismo
dell’ente (c.d. Organismo di Vigilanza) dotato di autonomi
poteri e specificamente preposto a tale attività.
Infine, tutte le violazioni del Modello dovranno essere
sanzionate secondo un definito Codice Disciplinare.        28/46
Secondo voi, l’Organismo di Vigilanza interviene nei processi aziendali?

1. Mai: l’OdV deve solo verificare l’adeguatezza del modello e la sua
   applicazione, non portare avanti l’attività dell’Azienda
2. L’OdV interviene nei processi aziendali in base alle regole definite
   nel Modello organizzativo
3. L’OdV ha un reale potere organizzativo e quindi dispone dello
   svolgimento delle attività aziendali in modo che non si possano
   commettere reati. Il suo compito è quindi di natura organizzativa
                                                                     29/46
30/46
Cosa si deve fare


L’obiettivo è di predisporre un Modello organizzativo
finalizzato alla prevenzione dei reati presupposto.

Il Modello deve, ai sensi dell’art. 6 del Decreto, rispondere
a diverse esigenze.




                                                            31/46
Requisiti del Modello/1


• individuare le “aree a rischio” per i vari reati
  presupposto
• prevedere specifici protocolli diretti a programmare
  la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente
  in relazione ai reati da prevenire

                         e quindi



                                                           32/46
Cosa facciamo?


Inventariazione degli ambiti aziendali di attività e delle infrastrutture a supporto


Analisi dei rischi potenziali


Valutazione/costruzione/adeguamento del sistema di controlli preventivi



Predisposizione/integrazione del Codice Etico.


Predisposizione del Modello di organizzazione, gestione e controllo parte generale


                                                                                  33/46
Requisiti del Modello/2


• individuare specifiche modalità di gestione delle
  risorse finanziarie
• Prevedere obblighi d’informazione nei confronti
  dell’Organismo di Vigilanza
• Introdurre un sistema disciplinare per sanzionare il
  mancato rispetto del Modello
                        e quindi



                                                         34/46
Cosa facciamo?


Individuazione dell’Organismo di Vigilanza in aderenza ai criteri di legge ed in base
ai requisiti indicati dalle Linee guida emesse dalle Associazioni di categoria




Implementazione di idonei canali informativi e di coordinamento tra gli organi
societari di gestione e controllo e l’Organismo di Vigilanza




                                                                                   35/46
Requisiti del Modello/3


• Il modello deve tenere conto di eventuali altri modelli
  organizzativi già esistenti (ad es. ISO 9001).
• Il modello organizzativo non può ridursi ad un’attività una
  tantum, bensì deve tradursi in un processo continuo (o con
  periodicità adeguata), da reiterare con particolare attenzione
  nei momenti di cambiamento aziendale.


                          e quindi



                                                               36/46
Cosa facciamo?



progettazione del sistema disciplinare e dei meccanismi sanzionatori




predisposizione di un sistema di formazione del personale.




definizione di strumenti automatici a supporto della vigilanza, della formazione e
consapevolezza del personale e dell’operatività




                                                                                     37/46
Output del Processo

• Documento di analisi dei rischi
• Modello organizzativo (parte generale e parte
  speciale)
• Procedure, policy, modelli predefiniti
• Codice etico
• Regolamento dell’Organismo di Vigilanza
• Sistema disciplinare
• Materiale didattico per la formazione
                                                  38/46
In caso di commissione di reato, perché l’Azienda sia esentata dagli
   effetti del D.Lgs. 231/01:
1. Il modello 231 deve essere stato definito nel dettaglio
2. Il modello 231 deve essere stato attuato
3. Il modello 231 deve essere stato attuato e mantenuto idoneo a
     prevenire i reati
4. Il modello 231 e la sua attuazione devono essere ritenuti idonei
     dal Giudice

                                                                       39/46
A chi si applica la 231




Il D. Lgs. 231/01 si applica agli enti forniti di personalità
giuridica e alle società e associazioni anche prive di
personalità giuridica.
Non si applica allo Stato, agli enti pubblici territoriali, agli
altri enti pubblici non economici nonché agli enti che
svolgono funzioni di rilievo costituzionale.
                                                                   40/46
L’impresa individuale

Il 20 aprile 2011, con la sentenza n. 15657, la Corte di
Cassazione (sezione III penale) ha ritenuta fondata l'ipotesi
di applicabilità all'impresa individuale delle disposizioni del
D.Lgs. 231/01.




Nella stessa sentenza ne ha motivato le ragioni
                                                              41/46
Le società pubbliche e quelle miste


La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28699 del 9 luglio
2010, depositata il 21/07/2010, ha precisato che la natura
pubblicistica di un ente è condizione necessaria ma non
sufficiente perché sia esonerato dalla responsabilità da
reato ex D.Lgs. 231/01, dovendo in tal caso sussistere anche
la condizione che lo stesso ente non svolga attività
economica.


                                                           42/46
Conclusioni

    Un modello organizzativo 231 ha numerosi vantaggi:

•   Difende l’Azienda da sanzioni devastanti
•   Migliora la governance dell’Azienda
•   Rende l’Azienda socialmente responsabile
•   Tutela i posti di lavoro
•   Protegge i capitali di chi investe
    nell’Azienda



                                                         43/46
44/46
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  • 1. Quando le colpe dei collaboratori I ricadono sull’Azienda: breve LA FORMAZIONE FONDI INTERPROFESSIONALI PER CONTINUA PER Ial D.Lgs. 231/01 introduzione DIPENDENTI DI VILLA CHIARUGI 09 FEBBRAIO 2012
  • 2. BENVENUTI Valeria Raito Resp. Fondi Interprofessionali e Sviluppo Business Coordinamento degli interventi e moderazione dibattito 2/46
  • 3. BENVENUTI 1. Difficoltà tecniche? Inviare e-mail a twebinar@triboomanagement.it 2. La registrazione del Webinar sarà disponibile su www.triboomanagement.it 3. Al termine, riceverete un invito per la compilazione del Webinar Satisfaction 4. A coloro che compileranno il WEBinar Satisfaction sarà inviato l’attestato di partecipazione 3/46
  • 4. Webinar – Pannello di controllo • Mostra / Nascondi il pannello di controllo • Per gli utenti iPad questo pannello al momento non è disponibile • Configura e Prova l’audio del tuo sistema • Invia domande al presentatore • Alza la mano per chiedere la parola • Per gli utenti iPad inviare un sms al 3351288334 4
  • 5. Relatori Fabrizio Barbon Esperto di diritto Luca Lezzerini ambientale e della Consulente organizzativo sicurezza del lavoro e formatore 5/46
  • 6. Obiettivo del Webinar Presentare in forma divulgativa e sintetica gli effetti del D.Lgs. 231/01 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e sulle modalità per prevenire impatti negativi sull’Azienda 6/46
  • 7. Indice • Breve descrizione del D.Lgs. 231/01 • Elenco dei reati presupposto • Art. 30 D.Lgs. 81/08 • Sanzioni 231 • Come evitare le sanzioni • Cosa si deve fare • Modus operandi tipico e risultati • A chi si applica la 231 • Le società pubbliche e quelle miste 7/46
  • 8. Breve descrizione del D.Lgs. 231/01 Riferimenti normativi Senso della legge 8/46
  • 9. Riferimenti normativi • La Legge 300 del 29 settembre del 2000 delega il Governo a produrre una legge sulla responsabilità delle persone giuridiche • Il D.Lgs. 231dell’8 giugno 2001 la recepisce ma non per tutti i reati previsti 9/46
  • 10. Senso della Legge Per responsabilità amministrativa di una persona giuridica si intende che: Se un “lavoratore” commette un reato penale, da cui la persona giuridica trae vantaggio, la persona giuridica viene sanzionata. Fine del Societas delinquere non potest Unica difesa??? Dotarsi di un modello organizzativo per la prevenzione dei reati 10/46
  • 11. Elenco dei reati presupposto I reati presupposto I reati previsti dal D.Lgs. 231/01 Di quali reati si tratta? Di quali reati si tratta/2? 11/46
  • 12. I reati presupposto • Il D.Lgs. 231/01 si applica solo ai reati di una data lista • Tali reati sono reati presupposto • Verranno sempre imputati alle persone fisiche che li hanno commessi • In caso di interesse o vantaggio, la persona giuridica sarà perseguita e sanzionata • A meno che non dimostri di aver fatto tutto il possibile per prevenire i reati suddetti 12/46
  • 13. I reati previsti dal D.Lgs. 231/01 • Sono in continuo aumento per modifiche al decreto stesso • Sono di tipo doloso (prevalentemente) ma anche colposo • E’ possibile che altre leggi facciano riferimento alla 231/01 per determinati reati 13/46
  • 14. Di quali reati si tratta? Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Delitti informatici e trattamento illecito di dati Reati di falso nummario (monete e carte da bollo false) Reati societari Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico Delitti contro la personalità individuale 14/46
  • 15. Di quali reati si tratta/2? Reati abuso di mercato Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro (art. 30 D.Lgs. 81/08) Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita Reati transnazionali Reati ambientali ………………. 15/46
  • 16. Secondo voi, il D.Lgs. 231/01 definisce i requisiti di dettaglio del modello organizzativo? 1. Sì, fornisce uno schema generale da seguire 2. No, si limita ad asserire la necessità della prevenzione del reato 16/46
  • 17. 17/46
  • 18. L’art. 30 del D.Lgs. 81/08 L’art. 30 del D.Lgs. 81/08 definisce i requisiti di dettaglio che il Modello Organizzativo deve rispettare. Il modello di organizzazione ……. deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: 18/46
  • 19. al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici; alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti; alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; alle attività di sorveglianza sanitaria; alle attività di informazione e formazione dei lavoratori; alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori; alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge; alle periodiche verifiche dell'applicazione e dell'efficacia delle procedure adottate. 19/46
  • 20. Il modello organizzativo deve prevedere • sistemi di registrazione • un'articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche e i poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio • un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello • un sistema di controllo sull'attuazione del modello e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate • il riesame e l'eventuale modifica del modello organizzativo devono essere adottati, quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative alla prevenzione degli infortuni, ovvero in occasione di mutamenti nell'organizzazione e nell'attività in relazione al progresso scientifico e tecnologico 20/46
  • 21. L’art. 30 del D.Lgs. 81/08 La commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro elabora procedure semplificate per la adozione e la efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza nelle piccole e medie imprese. Tali procedure sono recepite con decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. 21/46
  • 22. I requisiti di dettaglio di un modello 231 sono definiti: 1. Da nessuna parte: le norme sono generiche e parlano solo di “prevenzione” 2. Nel caso dei reati in tema di salute e sicurezza sono definiti dall’art. 30 del D.Lgs. 81/08 3. Nel D.Lgs. 231/01 troviamo sempre la definizione dei requisiti di dettaglio del modello 22/46
  • 23. Secondo voi quali aziende si sono trovate o si trovano a subire gli effetti di uno dei reati appena citati? 23/46
  • 24. Tipologia delle sanzioni Sanzione pecuniaria Confisca del profitto o del prezzo del reato Chiusura anche temporanea Sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione del reato Interdizione anche temporanea dall'esercizio dell'attività ed eventuale nomina di altro soggetto per l'esercizio vicario quando la prosecuzione dell'attività è necessaria per evitare pregiudizi ai terzi Divieto anche temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione Esclusione temporanea da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi, ed eventuale revoca di quelli già concessi Divieto anche temporaneo di pubblicizzare beni e servizi Pubblicazione della sentenza 24/46
  • 25. Le sanzioni appena presentate vi sembrano: 1. Appropriate 2. Inefficaci 3. Esagerate 25/46
  • 26. 26/46
  • 27. Come evitare le sanzioni La persona giuridica potrà essere esonerata dalla responsabilità solo se potrà dimostrare di avere adottato un Modello di organizzazione idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi (e quindi l’autore materiale del reato ha eluso fraudolentemente il Modello). 27/46
  • 28. Come evitare le sanzioni Altra condizione è che il Modello medesimo venga sottoposto a periodica verifica da parte di un Organismo dell’ente (c.d. Organismo di Vigilanza) dotato di autonomi poteri e specificamente preposto a tale attività. Infine, tutte le violazioni del Modello dovranno essere sanzionate secondo un definito Codice Disciplinare. 28/46
  • 29. Secondo voi, l’Organismo di Vigilanza interviene nei processi aziendali? 1. Mai: l’OdV deve solo verificare l’adeguatezza del modello e la sua applicazione, non portare avanti l’attività dell’Azienda 2. L’OdV interviene nei processi aziendali in base alle regole definite nel Modello organizzativo 3. L’OdV ha un reale potere organizzativo e quindi dispone dello svolgimento delle attività aziendali in modo che non si possano commettere reati. Il suo compito è quindi di natura organizzativa 29/46
  • 30. 30/46
  • 31. Cosa si deve fare L’obiettivo è di predisporre un Modello organizzativo finalizzato alla prevenzione dei reati presupposto. Il Modello deve, ai sensi dell’art. 6 del Decreto, rispondere a diverse esigenze. 31/46
  • 32. Requisiti del Modello/1 • individuare le “aree a rischio” per i vari reati presupposto • prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente in relazione ai reati da prevenire e quindi 32/46
  • 33. Cosa facciamo? Inventariazione degli ambiti aziendali di attività e delle infrastrutture a supporto Analisi dei rischi potenziali Valutazione/costruzione/adeguamento del sistema di controlli preventivi Predisposizione/integrazione del Codice Etico. Predisposizione del Modello di organizzazione, gestione e controllo parte generale 33/46
  • 34. Requisiti del Modello/2 • individuare specifiche modalità di gestione delle risorse finanziarie • Prevedere obblighi d’informazione nei confronti dell’Organismo di Vigilanza • Introdurre un sistema disciplinare per sanzionare il mancato rispetto del Modello e quindi 34/46
  • 35. Cosa facciamo? Individuazione dell’Organismo di Vigilanza in aderenza ai criteri di legge ed in base ai requisiti indicati dalle Linee guida emesse dalle Associazioni di categoria Implementazione di idonei canali informativi e di coordinamento tra gli organi societari di gestione e controllo e l’Organismo di Vigilanza 35/46
  • 36. Requisiti del Modello/3 • Il modello deve tenere conto di eventuali altri modelli organizzativi già esistenti (ad es. ISO 9001). • Il modello organizzativo non può ridursi ad un’attività una tantum, bensì deve tradursi in un processo continuo (o con periodicità adeguata), da reiterare con particolare attenzione nei momenti di cambiamento aziendale. e quindi 36/46
  • 37. Cosa facciamo? progettazione del sistema disciplinare e dei meccanismi sanzionatori predisposizione di un sistema di formazione del personale. definizione di strumenti automatici a supporto della vigilanza, della formazione e consapevolezza del personale e dell’operatività 37/46
  • 38. Output del Processo • Documento di analisi dei rischi • Modello organizzativo (parte generale e parte speciale) • Procedure, policy, modelli predefiniti • Codice etico • Regolamento dell’Organismo di Vigilanza • Sistema disciplinare • Materiale didattico per la formazione 38/46
  • 39. In caso di commissione di reato, perché l’Azienda sia esentata dagli effetti del D.Lgs. 231/01: 1. Il modello 231 deve essere stato definito nel dettaglio 2. Il modello 231 deve essere stato attuato 3. Il modello 231 deve essere stato attuato e mantenuto idoneo a prevenire i reati 4. Il modello 231 e la sua attuazione devono essere ritenuti idonei dal Giudice 39/46
  • 40. A chi si applica la 231 Il D. Lgs. 231/01 si applica agli enti forniti di personalità giuridica e alle società e associazioni anche prive di personalità giuridica. Non si applica allo Stato, agli enti pubblici territoriali, agli altri enti pubblici non economici nonché agli enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale. 40/46
  • 41. L’impresa individuale Il 20 aprile 2011, con la sentenza n. 15657, la Corte di Cassazione (sezione III penale) ha ritenuta fondata l'ipotesi di applicabilità all'impresa individuale delle disposizioni del D.Lgs. 231/01. Nella stessa sentenza ne ha motivato le ragioni 41/46
  • 42. Le società pubbliche e quelle miste La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28699 del 9 luglio 2010, depositata il 21/07/2010, ha precisato che la natura pubblicistica di un ente è condizione necessaria ma non sufficiente perché sia esonerato dalla responsabilità da reato ex D.Lgs. 231/01, dovendo in tal caso sussistere anche la condizione che lo stesso ente non svolga attività economica. 42/46
  • 43. Conclusioni Un modello organizzativo 231 ha numerosi vantaggi: • Difende l’Azienda da sanzioni devastanti • Migliora la governance dell’Azienda • Rende l’Azienda socialmente responsabile • Tutela i posti di lavoro • Protegge i capitali di chi investe nell’Azienda 43/46
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