2. Quanto ci costa l’insicurezza sui luoghi di lavoro? L’insicurezza sui luoghi di lavoro da dei costi umani, economici e sociali Ogni anno in Europa 10 milioni di persone sono coinvolte in infortuni, incidenti o malattie sul luogo di lavoro: 8000 persone muoiono per infortuni sul lavoro ,153 milioni di giornate si perdono a causa di infortuni, incidenti e malattie professionali. Ogni anno in Italia si verificano circa un milione di infortuni sul lavoro e sono riconosciute 30000 malattie professionali. Secondo l’INAIL, gli infortuni sul lavoro sono stati nell’anno 2007 circa 913.000.
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4. Quanto ci costa l’insicurezza sui luoghi di lavoro? La sicurezza sul lavoro è un obiettivo a cui tutti insieme dobbiamo tendere perché conviene a tutti e soprattutto perché è un segno di civiltà. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
5. Il processo di realizzazione della prevenzione a protezione L’elemento cardine del sistema di prevenzione e protezione aziendale del D. lgs. 81/08 è l’obbligo della valutazione del rischio a carico del datore di lavoro Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
6. Il processo di realizzazione della prevenzione a protezione Il datore d lavoro Ha doppia responsabilità Processo di valutazione del rischio Elaborazione del Documento di valutazione del rischio(DVR) Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
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8. Gli enti preposti alla prevenzione ASSISTENZA, CONSULENZA ED INFORMAZIONE Regioni, Vigili del fuoco, ISPESL, Ispettorato del lavoro, Ministero dell’Industria, INAIL, Patronati Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
9. Accordo interconfederale per il recepimento dell’accordo quadro europeo sullo stress lavoro correlato E’ ormai assodata la nuova presenza nell’ambito lavorativo dei cosiddetti rischi Psico-sociali E’ fondamentale sviluppare la sensibilità di tutti gli attori della sicurezza nei confronti di ciò che ormai sta diventando una delle principali cause di alterazione della salute sul posto di lavoro L’individuo che normalmente è in grado di sostenere un’esposizione di breve durata alla tensione, incontra difficoltà a sostenere una esposizione prolungata ad una pressione intensa, causata da fattori che possono essere i più diversi: il contenuto del lavoro, l’eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione del lavoro, l’ambiente di lavoro ed il clima organizzativo, carenze nella comunicazione, ecc.. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
10. Accordo interconfederale per il recepimento dell’accordo quadro europeo sullo stress lavoro correlato All’interno dell’Accordo viene precisato come prevenire , eliminare o ridurre i problemi derivati dallo stress lavoro-correlato. In pratica chiarisce che è necessario adottare misure che individuano sia i fattori di stress individuali sia una politica aziendale integrata sulla prevenzione e di intervento sui fattori di stress Le misure anti stress, una volta adottate, devono essere continuamente riviste nella loro efficacia, idoneità e necessità. Laddove non siano presenti figure professionali adeguate a gestirle è necessario rivolgersi ad esperti esterni, ed è fondamentale l’attenzione alla comunicazione aziendale, alla gestione e definizione di ruolo all’interno dell’azienda, alla gestione delle responsabilità, ai processi di lavoro, alle condizioni lavorative, all’ambiente di lavoro, alla formazione, informazione e consultazione dei lavoratori Tali misure spettano al Datore di lavoro e devono essere condivise sia dai lavoratori che dai loro rappresentanti Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
11. La procedura sanzionatoria Il D. Lgs. 81/01, integrato dal D. Lgs. 758/94, prevede sanzioni a carico di tutti i soggetti per i quali la normativa stabilisce obblighi: Datore di lavoro, Dirigenti e Preposti, Medico Competente e lavoratori, Progettisti, Fabbricanti, Venditori ed Installatori A SEGUITO DI CONTRAVVENZIONE L’organo di Vigilanza accerta la violazione e impartisce una apposita prescrizione fissando il termine per l’adeguamento, dando la notizia di reato al Pubblico Ministero. Il procedimento penale è sospeso Alla scadenza dei termini per l’adeguamento, l’organo di vigilanza verifica la situazione: Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
12. La procedura sanzionatoria IN CASO DI VIOLAZIONE PERSISTENTE L’organo di vigilanza comunica alla Magistratura la persistenza della violazione ed il procedimento penale riprende il suo corso. Se nella persistenza della violazione accadesse un infortunio con lesione gravi o gravissime o morte dell’infortunato scattano le sanzioni pecuniarie per l’azienda da 250 a 1.000 quote(l’importo di una quota va da un minimo di €258,23 ad un massimo di € 1.549,37 , a seconda delle condizioni economiche e patrimoniali della società) più l’eventuale sanzione interdittiva (chiusura dell’azienda) fino ad un anno. VIOLAZIONE ELIMINATA L’organo di vigilanza ammette il contravventore a pagare una somma pari a un quarto del massimo dell’ammenda stabilita per la contravvenzione commessa A seguito della comunicazione dell’organo di vigilanza, la Magistratura archivia il procedimento penale. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
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15. LUOGHI DI LAVORO LA PREVENZIONE Gli edifici devono essere appropriati al tipo di utilizzo per quanto riguarda: struttura, solidità e spazio. L’organizzazione dei flussi delle persone, dei veicoli e dei materiali deve essere concepita in maniera razionale e sicura in modo che siano ridotte al minimo le interferenze pericolose, che le zone dove devono spostarsi i lavoratori nell’ambito della loro attività non siano pericolose, che, se sussiste pericolo (segnalazione e controllo d’accesso delle zone pericolose), siano prese disposizioni particolari. Deve essere poi prevista la pulizia e la manutenzione dei luoghi di lavoro, degli impianti e dei dispositivi(in particolare quelli di sicurezza) Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
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17. Sistemazione di un posto di lavoro INTRODUZIONE Si presentano spesso nei luoghi lavoro alcune situazioni che predispongono ad infortuni e patologie derivanti dalle condizioni in cui si opera e dal cattivo rapporto tra il lavoratore e l’ambiente circostante. E’ perciò necessario porre molta attenzione alla sistemazione di una postazione di lavoro tenendo conto delle differenze tra gli individui, stando quindi attenti alla sua ergonomia EFFETTI SULLA SALUTE Le caratteristiche dimensionali del posto di lavoro possono obbligare l’operatore, per, esempio, ad adottare delle posizioni poco confortevoli. Con il passare del tempo, gli effetti sulla loro salute possono prendere altre forme più durevoli: male alla schiena, dolori e problemi di circolazione del sangue alle gambe dalla prolungata posizione in piedi.
18. Sistemazione di un posto di lavoro I PRINCIPI DELLA PREVENZIONE Le norme sulla corretta organizzazione dei posti di lavoro(seduti,seduti e in piedi, in piedi) esistono ed è necessario conoscerle ed utilizzarle per eliminare eventuali anomalie e determinare le migliori condizioni delle postazioni. Il posto di lavoro non deve essere percepito come un luogo limitato che si riduce ad un tavolo, ma deve essere visto come una serie di azioni legate al compito principale da svolgere, che si succedono nel tempo, con spostamenti che possono essere multipli e suddivisi su una vasta area. Pertanto la dimensione e l’ubicazione delle attrezzature, la concatenazione delle situazioni devono essere compatibili con il contenuto reale del lavoro.
19. Sistemazione di un posto di lavoro I PRINCIPI DELLA PREVENZIONE Le norme sulla corretta organizzazione dei posti di lavoro(seduti,seduti e in piedi, in piedi) esistono ed è necessario conoscerle ed utilizzarle per eliminare eventuali anomalie e determinare le migliori condizioni delle postazioni. Il posto di lavoro non deve essere percepito come un luogo limitato che si riduce ad un tavolo, ma deve essere visto come una serie di azioni legate al compito principale da svolgere, che si succedono nel tempo, con spostamenti che possono essere multipli e suddivisi su una vasta area. Pertanto la dimensione e l’ubicazione delle attrezzature, la concatenazione delle situazioni devono essere compatibili con il contenuto reale del lavoro. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
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22. ILLUMINAZIONE EFFETTI SULLA SALUTE La carenza di tali requisiti può produrre conseguenze sulla corretta regolazione dell’ apparato visivo con effetti sulla nitidezza dell’immagine e l’adattamento alla quantità di luce La necessità di effettuare molteplici regolazioni della vista a causa di sfavorevoli condizioni di illuminazione può affaticare sensibilmente l’apparato visivo Detto fenomeno si manifesta agli inizi con irritazione degli occhi e finisce per determinare veri e propri disturbi Inoltre la postura, eventualmente assunta per compensare insufficienti o inidonee condizioni di illuminazione del posto di lavoro, può provocare disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
23. ILLUMINAZIONE PREVENZIONE Al fine di prevenire i danni alla salute occorre adottare i correttivi che le norme di legge e quelle di buona tecnica prescrivono in relazione alle possibili cause di rischio. Quanto all’intensità ed alle caratteristiche dell’illuminazione è opportuno che esse vengano adeguate in relazione al tipo di lavorazione espletata. Schermature, tendaggi e veneziane possono essere adottate contro l’incidenza diretta o riflessa del flusso luminoso. Ove possibile, occorre prevedere il corretto posizionamento delle postazioni di lavoro rispetto alle fonti di illuminazione. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
24. MICROCLIMA INTRODUZIONE Il corpo umano tende a mantenere il più costante possibile la propria temperatura interna (37°). Assume pertanto rilevanza la valutazione dell’ambiente termico in cui l’uomo si trova ad operare I fattori oggettivi ambientali da valutare sono: temperatura, umidità relativa, velocità dell’aria ed irraggiamento da superfici calde. L’insieme di questi parametri che caratterizzano un ambiente confinato rappresentano il cosiddetto microclima. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
25. MICROCLIMA EFFETTI SULLA SALUTE Quando in un ambiente le condizioni del microclima diventano sfavorevoli, il sistema di termoregolazione del corpo umano mette in funzione opportuni meccanismi di difesa e l’organismo tende rispettivamente a ridurre o ad aumentare il numero e le dimensioni dei vasi sanguigni In questo modo il sistema di termoregolazione riesce a mantenere l’equilibrio termico del corpo. Questa situazione viene definita di stress termico Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
26. MICROCLIMA LA PREVENZIONE La prevenzione dei danni da calore si attua principalmente con una buona progettazione dei locali e della loro disposizione Un mezzo di prevenzione diffuso è la ventilazione ma la soluzione ideale sarebbe il condizionamento generale dell’ambiente di lavoro. Nel caso di situazioni termiche elevate, misure di carattere preventivo vanno individuate anche nella organizzazione del lavoro: si possono prevedere oltre che un’idonea preparazione tecnica dei lavoratori, adeguati periodi di acclimazione, pause e periodi di riposo. Le pause durante la giornata lavorativa dovranno essere trascorse in locali climatizzati correttamente con a disposizione bevande fresche e sali. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
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28. AERAZIONE/PURIFICAZIONE DELL’ARIA EFFETTI SULLA SALUTE L’inquinamento non specifico dell’aria può concorrere all’insorgenza di modesti disturbi per la salute(manifestazioni irritative o allergiche a carico delle vie respiratorie) L’inquinamento specifico può provocare rilevanti conseguenze per la salute (malessere, asma, intossicazione,vere e proprie malattie da agenti tossici inalati) che possono aggravarsi in relazione alla durata ed alla intensità dell’esposizione Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
29. AERAZIONE/PURIFICAZIONE DELL’ARIA LA PREVENZIONE In caso di eventuale utilizzazione negli ambienti di lavoro di prodotti inquinanti devono essere predisposti specifici e adeguati dispositivi di aerazione degli ambienti interessati o di aspirazione alla fonte. Si devono altresì fornire, per l’occasione, attrezzature di protezione individuale idonee ad affrontare le suddette situazioni di rischio, ed assicurare la manutenzione regolare degli impianti e dei dispositivi, per garantirne un costante livello di efficienza. Identici criteri debbono adottarsi anche per gli impianti di climatizzazione. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
30. ESPOSIZIONE AL RUMORE Ai sensi dell’art. 190 del D.Lgs. 81/08, dovrà essere valutato il rumore durante le effettive attività lavorative , prendendo in considerazione in particolare: Il livello, il tipo e la durata dell’esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a rumore impulsivo I valori limite di esposizione ed i valori di azione di cui all’art. 189 Tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore Gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori derivanti dalle interazioni tra rumore e sostanze ototossiche connesse all’attività svolta e fra rumore e vibrazioni, seguendo attentamente l’orientamento della letteratura scientifica e sanitaria ed i suggerimenti del medico competente Le informazioni sull’emissione di rumore fornite dai costruttori delle attrezzature impiegate, in conformità alle vigenti disposizioni in materia L'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l'emissione di rumore; Il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale, in locali di cui e' responsabile Le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle reperibili nella letteratura scientifica; La disponibilita' di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di attenuazione Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
31. ESPOSIZIONE AL RUMORE CLASSI DI RISCHIO E RELATIVE MISURE DI PREVENZIONE Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
32. VIBRAZIONI INTRODUZIONE I materiali hanno una elasticità variabile in funzione dello stato di aggregazione proprio di ogni sostanza cje li compone. Una perturbazione esterna al materiale determina un moto oscillatorio,rispetto alla situazione di equilibrio, producendo le vibrazioni meccaniche. In relazione alle lavorazioni, è possibile distinguere due criteri di rischi: il primo interessa le vibrazioni con bassa frequenza (si riscontrano ad esempio nei conducenti di veicoli), il secondo interessa quelle con alta frequenza(con riscontro nelle lavorazione che utilizzano attrezzi manuali a percussione) Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
33. VIBRAZIONI EFFETTI SULLA SALUTE La nocività delle vibrazioni dipende dalle caratteristiche e dalle condizioni in cui vengono trasmesse: esenzione della zona di contatto con l’oggetto che vibra(mani, piedi,glutei etc.) , frequenza della vibrazione, direzione di propagazione, tempo di esposizione. Gli effetti nocivi interessano nella maggior parte dei casi, sulla base di dati statistici, le ossa e le articolazioni della mano, del polso e del gomito,sono anche facilmente riscontrabili affaticamento psicofisico e problemi di circolazione. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
34. VIBRAZIONI LA PREVENZIONE La prevenzione deve essere fondata su provvedimenti di tipo tecnico e organizzativo, distinta a seconda se si è in presenza di basse o alte frequenze di vibrazione. Le misure di ordine tecnico devono tendere a diminuire la formazione di vibrazioni da parte di macchine e attrezzi(in sede di progettazione),a limitarne la propagazione diretta e indiretta sull’individuo(utilizzando adeguati dispositivi di protezione individuali come i guanti antivibrazione) Il lavoro con strumenti vibranti è da considerarsi tra quelli comportanti maggior affaticamento psicofisico, è opportuno introdurre turni di lavoro con avvicendamenti o pause. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
35. ELETTRICITA’ INTRODUZIONE Gli effetti del passaggio della corrente elettrica nel corpo umano sono legati alle intensità della corrente elettrica, al percorso all’interno del corpo, alle caratteristiche dei tessuti interessati al passaggio della corrente ed alla forma dell’onda. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
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37. ELETTRICITA’ LA PREVENZIONE La prevenzione degli infortuni si basa sull’uso di macchine ed impianti realizzati a regola d’arte, su una loro adeguata manutenzione e sul loro corretto uso. Gli impianti e le apparecchiature realizzati secondo norme CEI sono da considerarsi sicuri. Gli impianti elettrici devono essere realizzati secondo i principi individuati dalla legge 46/90 e ogni componente elettrico deve essere fornito degli elementi che lo identificano compiutamente Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
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41. SOSTANZE E PRODOTTI CHIMICI Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi- I SIMBOLI
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44. MACCHINE E ATTREZZATURE DA LAVORO Come indicato all’ art. 69 del D.Lgs. 81/08 , si intende per attrezzatura di lavoro qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto destinato ad essere usato durante il lavoro, mentre si intende per uso di un’attrezzatura di lavoro qualsiasi operazione lavorativa connessa ad una attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l'impiego, il trasporto, la riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio Qualsiasi zona all'interno ovvero in prossimità di una attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso viene definita zona pericolosa e qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o in parte in una zona pericolosa viene definito quale lavoratore esposto. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
45. MACCHINE E ATTREZZATURE DA LAVORO REQUISITI DI SICUREZZA Come indicato all’ art. 70 del D.Lgs. 81/08 , le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori devono essere conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto. Per le attrezzature di lavoro lavoro costruite in assenza di disposizioni legislative e regolamentari o messe a disposizione dei lavoratori antecedentemente all’emanazione di norme legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto verrà controllata la conformità ai requisiti generali di sicurezza riportati nell’ allegato V del D.Lgs. 81/08. Le attrezzature di lavoro lavoro costruite secondo le prescrizioni dei decreti ministeriali adottati ai sensi dell’articolo 395 del decreto Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547, ovvero ell’articolo 28 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, potranno essere considerate conformi, come indicato al comma 3 dello stesso art. 70 del D.Lgs. 81/08 . Saranno messe a disposizione dei lavoratori esclusivamente attrezzature conformi ai requisiti di sicurezza indicati, idonee ai fini della salute e sicurezza ed adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi che devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di recepimento delle direttive comunitarie Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
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47. INCENDIO Nei luoghi di lavoro aziendali sono state adottate idonee misure per prevenire gli incendi e per tutelare l’incolumità dei lavoratori, ai sensi dell’ art. 46 del D.Lgs. 81/08 . In particolare, sono stati applicati i criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro di cui al decreto del Ministro dell’interno in data 10 marzo 1998. Per la valutazione dettagliata del Rischio di Incendio, effettuata secondo lo stesso decreto 10 marzo 1998 e successive modifiche o integrazioni, si rinvia alla allegata relazione specifica ed ai relativi allegati documentali e grafici, tra cui il Piano di Sicurezza ed Evacuazione. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-
48. AGENTI BIOLOGICI INTRODUZIONE Il rischio di possibile esposizione agli agenti biologici deriva dal contatto con microrganismi, colture cellulari o endoparassitari umani. Deve essere distinti l’impiego volontario (in cui il contatto avviene in strutture e ambienti a ciò dedicati), dall’esposizione involontaria a sorgenti di emissione incontrollate che configura uno dei rischi più elevati. Il rischio da contagio per motivi professionali assume particolare rilevanza nei laboratori, nelle strutture sanitarie, veterinarie, cimiteriali ed in quelle preposte alla raccolta e trattamento dei rifiuti, sia per il rapporto continuativo e diretto con degenti, visitatori ed utenti. Tuttavia, nessun ambiente aperto al pubblico ne è completamente esente quando il contagio può avvenire per via aerea. Stefano Dall'Ara D.Lgs. 81/08 -I Rischi-