1. Capitoli 4 e 5
Dott.ssa Chiara Deprà
c.depra@campus.unimib.it
2. L’immaginazione e la finzione possono portare i
bambini a confondere fantasia e realtà?
I compagni immaginari possono suscitare nel
bambino delle emozioni a valenza sia positiva che
negativa.
Simile a ciò che accade agli adulti quando guardano
un film.
3. Due ipotesi:
1) I bambini, sviati dalla loro immaginazione,
investirebbero le loro creazioni di uno status di
quasi realtà
2) I bambini riconoscono che quello di cui sentono la
mancanza o di cui hanno paura è un’entità
immaginaria ma continuano comunque a sentirsi
impauriti o tristi.
Attraverso diverse ricerche vedremo quale di queste
ipotesi può essere accettata
4. Già dall’età prescolare i bambini comprendono bene
la differenza tra un oggetto reale e uno che viene
immaginato.
Questo giudizio di realtà non riguarda solamente gli
oggetti quotidiani emotivamente neutri ma si
estende alle creature insolite e spaventose anche
in situazioni più coinvolgenti (in cui i b. potevano
provare paura).
5. 3 situazioni:
1. 2 immagini: 1- b. a cui era stato regalato un cane
2- b. che finge di avere un cane
Domande poste:
- Chi può accarezzare veramente il cane?
- Se voi andate a trovare quei bambini quale dei due cani potete accarezzare
veramente?
2. Fratello reale vs inventato
3. Coinvolti solo i bambini con un compagno immaginario
2 immagini: 1- gioco con l'amico dell’asilo
2-gioco con il compagno immaginario
Di quale amico si può veramente sentire la voce?
Conclusioni: i bambini tra i 3 e i 5 anni sanno distinguere
tra le proprietà di un’entità di fantasia e quelle di
un’entità reale (seconda ipotesi, slide 3)
6. (Ipotesi 1)
Nelle recenti teorie delle emozioni viene assegnato un
ruolo di primaria importanza al processo di
valutazione cognitiva (appraisal).
La situazione viene codificata in base ad una serie di
attributi fondamentali (probabilità di perdita e di
guadagno)
Sia gli stimoli reali che quelli immaginari vengono
trasmessi al sistema di valutazione cognitiva
7. Reale? Immaginario? Possibile?
Evento valutazione cognitiva emozione
Per testare questa ipotesi verranno presi in considerazione:
processi cognitivi processi emotivi
esperimento finzione ed
emozione.ppt aumento freq. card.
Viene tenuto in di fronte al testo
considerazione guardando un film
il punto di vista del immaginiamo di
protagonista trovarci in quella
situazione
8. Reazione di trasalimento
Queste reazioni sono più forti quando i soggetti sono
in una situazione che incute più paura, quando
devono rievocare delle frasi lette non in modo
passivo ma immaginarsi di trovarsi nella situazione
angosciante.
Collegamento a reazione di trasalimento.ppt
La consapevolezza da parte dell’adulto che le
esperienze descritte sono completamente frutto
della fantasia, non ne elimina l’influsso sul sistema
emotivo
9. Libri e film ci fanno provare delle emozioni ma
quando si pensa al fatto che non sono eventi reali
allora si attivano dei processi di controllo che
moderano il funzionamento dei sistemi di
valutazione cognitiva.
Reale? Immaginario? Possibile?
Evento valutazione cognitiva emozione
Esempio di ricerca con i bambini processi di controllo.pptx
10. Come mai il nostro sistema emotivo è predisposto
a farsi attivare facilmente da eventi e da entità
immaginari?
2 ipotesi
1) Ambito dei processi decisionali
2) Ambito del linguaggio e della pragmatica
11. Quando si deve scegliere tra due condotte alternative è utile
avere la capacità di immaginare situazioni ipotetiche e di
valutare le reazioni emotive che potrebbero suscitare.
(es. cambiare lavoro)
Le situazioni si possono valutare in modo: freddo e razionale
o con più coinvolgimento “viscerale”
Per prendere la decisione giusta non solo dobbiamo
conoscere ma anche sentire le diverse implicazioni.
Se non avessimo un sistema decisionale in cui il prendere in
considerazione una molteplicità di possibili tipi di vita e di
futuro attiva le nostre emozioni, saremmo meno inclini a
trascorrere tanto tempo immersi in mondi di fantasia.
12. Il linguaggio serve non solo per parlare del “qui ed ora” ma
anche di eventi del passato o di cui non siamo stati
testimoni.
Più l’esperienza è intensa dal p.d.v. emotivo più c’è la
possibilità che venga raccontata e condivisa.
Il nostro coinvolgimento dipende dalle esperienze pregresse
Il sistema alla base dell’acquisizione delle informazioni è
diretto principalmente all’elaborazione di testimonianze
fedeli, arricchite delle implicazioni interpersonali ed emotive.
13. Lurija e Vygotskij affermano che il modo in cui gli
esseri umani pensano è profondamente
influenzato dall’ambiente storico e culturale in cui
vivono.
Una funzione psicologica viene acquisita prima nel
contesto della pratica sociale e solo
successivamente interiorizzata e impiegata in
modo autonomo dall’individuo.
14. Un’esposizione relativamente breve all’istruzione può realizzare
una trasformazione intellettiva nelle modalità di ragionamento.
Due approcci che bambini ed adulti possono adottare nei
confronti di un ragionamento:
Approccio empirico : soggetti senza istruzione scolastica.
Non sempre queste persone riescono a fornire una risposta
corretta sul piano logico, dipende se le premesse del
ragionamento sono compatibili con la loro esperienza
empirica.
Approccio teorico o analitico : soggetti con almeno 3 anni
di scolarizzazione. Queste persone si concentrano sul
problema così come è stato formulato. Danno perciò sempre
la risposta corretta.
15. L’istruzione serve per imparare a ragionare.
I problemi logici sono differenti dalle conversazioni perché
le loro implicazioni dipendono direttamente dalle
premesse.
Nella vita di tutti i giorni la comprensione è un
processo costruttivo non solo un’analisi delle
implicazioni di ciò che è formulato esplicitamente.
La scuola insegna ad utilizzare un pensiero di tipo
analitico. (Scribner)
16. Scribner
Senza supporto
dell’istruzione gli essere
umani rimarrebbero
bloccati nella loro
esperienza quotidiana.
L’approccio empirico è
quello che emerge
naturalmente
Harris
I b. anche quelli di età
prescolare non si limitano
ad un approccio empirico
ma utilizzano anche
quello analitico.
L’istruzione serve per un
affinamento di questa
modalità di pensiero.
17. I bambini nel gioco sospendono temporaneamente la
realtà e quindi l’atteggiamento empirico.
Compito: risolvere una serie di problemi di
ragionamento usando l’immaginazione.
Es. Tutti i pesci vivono sugli alberi
Tot è un pesce
Tot vive nell’acqua?
Due modalità: oggettiva o enfatizzata come una fiaba.
Nella seconda condizione: n° di risposte logiche
maggiore (4 e 6 anni). Forniscono inoltre delle
giustificazioni
18. Esperimento:
4 condizioni:- oggettiva
- intonazione (come nelle fiabe)
- pianeta (storia di un pianeta lontano)
- immaginazione (formare un’immagine nella
mente)
19. Gli atteggiamenti di finzione portano a favorire un
analogo atteggiamento psicologico, i bambini sono
indotti a considerare i problemi come descrizioni di
un mondo immaginario che contiene eventi e
creature che violano le conoscenze abituali.
le considerazioni empiriche che interferiscono con
l’accettazione delle premesse vengono sospese
20. Esperimento: serie di problemi.
Ad alcuni b. veniva detto di formarsi un’immagine mentale
della premessa maggiore incongruente.
Dopo una settimana questi bambini hanno prestazioni
migliori e hanno applicato spontaneamente l’approccio
utilizzato la prima volta.
3 tipologie di bambini:
Analitici, empirici, misti
Precisi + giustificazioni analitiche (date+ info)
Poco precisi + giustificazioni empiriche
Combinazione dei due tipi precedenti (date+info)
21. 3 ragioni per escludere questa ipotesi
- I b. vedono nello sperimentatore un “cantastorie” o
un “romanziere”
- Sia nel caso di premesse inventate che in quelle
non famigliari i b. non hanno esperienze che
possano creare disturbo e che quindi debbano
ignorarle.
- Difficoltà a spiegare i parallelismi tra effetto dell’
istruzione e l’effetto dei segnali di finzione
22. UUnn’’iippootteessii aalltteerrnnaattiivvaa
La capacità dei bambini di accettare le premesse del
ragionamento può avere origine dalle condizioni
necessarie ed imposte dal gioco di finzione.
L’efficacia dei segnali di finzione è dovuta al fatto che essi
richiamano l’attenzione del bambino sull’importanza di
accettare le premesse introdotte dall’interlocutore come
punto di partenza fondamentale per il dialogo successivo.
23. Esaminiamo i diversi segnali di finzione adottati
nell’esperimento:
intonazione, pianeta lontano, immagine i
b. considerano la premessa iniziale come
importante base di partenza, accettata
come vera in quel momento.
Oggettiva non si rendono conto che la
premessa è importante
Focus: sulla valutazione fornita dai bambini
riguardo la natura del dialogo e sulla
codifica della premessa
24. Esaminare l’efficacia di un segnale che mette in
evidenza la prima premessa senza però esortare
esplicitamente i bambini a concettualizzarla come
parte di un mondo di fantasia.
Prima sessione
Problemi presentati in una delle 4 modalità:
1) No istruzioni
2) Istruzione: usare l’immaginazione
3) Istruz. 2 + “perché ti aiuterà a risolvere il problema”
4) Istruzione: riflettere sulla prima premessa e su quello che
sarebbe accaduto se fosse stata vera
25. Seconda sessione (una settimana dopo)
Presentazione a tutti i bambini di altri problemi
presentati con una piccola introduzione
26. Quando i bambini si trovano di fronte ad una serie
di problemi simili, recuperano la comprensione
sviluppata in precedenza riguardo al modo in cui
trattare l’affermazione iniziale del problema e
applicano tale comprensione ai nuovi problemi.
La possibilità di riflettere sulla premessa
fondamentale aumenta le probabilità di adottare un
approccio analitico ai diversi tipi di problemi
Con le istruzioni i bambini modificano il loro modo
di interpretare il discorso adulto.
27. Il discorso adulto sarà considerato sempre più come
un contesto in cui verranno fornite informazioni sul
mondo che vanno al di là della loro esperienza
quotidiana o che non si accordano con essa.
A scuola i bambini sono esposti sempre di più al
monologo didattico.
- Informazioni fornite in modo oggettivo
- Informazioni non direttamente verificabili
Quindi il b. le può percepire come ibridi
I bambini cominciano così a divenire recettivi di
informazioni che non hanno richiesto ma che sono
riportate in modo autorevole.
28. L’approccio analitico non è esclusivamente prodotto
dall’istruzione scolastica, i bambini possono già
adottarlo anche se sono restii a farlo
spontaneamente.
Le istruzioni li agevolano per arrivare ad una
comprensione duratura e stabile della natura di un
particolare tipo di dialogo.
A scuola i bambini cominciano a riconoscere
l’insegnante come un’autorità. Ciò che dice è
importante anche se appare bizzarro e non
plausibile.