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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA
         FACOLTÀ DI INGEGNERIA




                            AUTORE: S. Caltabiano
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO)




                                         Indice Generale


1      Funzioni elementari ............................................................................................ 1
    1.1 La funzione esponenziale ............................................................................... 1
    1.2 La funzione logaritmo .................................................................................... 3
    1.3 La funzione potenza ....................................................................................... 5
    1.4 Le funzioni trigonometriche. Le funzioni reciproche delle funzioni
    trigonometriche. Funzioni inverse delle funzioni trigonometriche .......................... 6
    1.5 Le funzioni iperboliche. Inverse delle funzioni iperboliche. ......................... 16
    1.6 Disuguaglianze notevoli delle funzioni elementari ....................................... 23
    1.7 Tabella delle derivate e degli integrali delle funzioni elementari e delle
    funzioni ad esse associate. .................................................................................... 23
2      Richiami di trigonometria ................................................................................. 25
    2.1 Angolo improprio ridotto ad angolo proprio ................................................. 25
    2.2 Angolo proprio ridotto al primo quadrante ................................................... 26
    2.3 Relazioni tra funzioni trigonometriche ed angoli particolari ......................... 26
    2.4 Rappresentazione delle funzioni trigonometriche sulla circonferenza unitaria 28




Dott. S. Caltabiano                                                                                                     i
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                              1 Funzioni elementari

    Le funzioni elementari sono: la funzioni esponenziale, la funzione logaritmo, la
funzione potenza, le funzioni trigonometriche, e le funzioni iperboliche. In seguito
denoteremo con R0 l’insieme dei numeri reali meno lo zero, con R+ l’insieme dei
                                                  
numeri reali non negativi (cioè R+=[0,+[) e con R0 l’insieme dei numeri reali
                                   
strettamente positivi (cioè       R0 =]0,+[). Ricordiamo che una funzione non
decrescente o non crescente si dice monotona, mentre una funzione strettamente
crescente o strettamente decrescente si dice strettamente monotona.


1.1 La funzione esponenziale
                 
Assegnato un a R0 -{1}, allora si può dimostrare che esiste un'unica funzione da R
                                
in R0 che denotiamo con expa:R R0 che soddisfa alle seguenti tre proprietà:

(1) expa(x+y)= expa(x)expa (y) x,yR
(2) expa(1)=a
(3) expa è strettamente monotona
ed è detta esponenziale di base a. Usualmente si adopera anche la notazione:
                                      expa(x)=ax xR
Nel caso a=e l’esponenziale viene detto esponenziale neperiano.
       A partire dalla (1), (2) e (3) si possono dimostrare, le proprietà della funzione
esponenziale, di seguito riportate.

Proprietà dell’esponenziale

1) expa(0)=1
2) expa(–x)=( expa(x))–1 xR

3) exp a (xy)  a xy  (a y ) x  (a x ) y x,yR
4) expa è una funzione convessa


Dott. S. Caltabiano                                                                    1
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5) Se 0<a<1 allora expa è strettamente decrescente e , mentre se a>1 allora expa è
      strettamente crescente
6) D(expa(x))=ln(a)expa(x)
                         1
7)       expa(x)dx=         expa(x)+cost.
                       ln(a)
      Vediamo adesso il grafico dell’esponenziale. Nel caso a>1 il grafico è:

                                               y




                                                  1


                                                                        x



                                             Figura 1

Mentre nel caso 0<a<1 il grafico è:

                                              y




                                                  1


                                                                        x


                                             Figura 2


Dott. S. Caltabiano                                                                       2
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1.2 La funzione logaritmo
              
Assegnato a R0 -{1}, allora si può dimostrare che esiste un'unica funzione da R in
                           
R0 che denotiamo con loga: R0 R che soddisfa alle seguenti tre proprietà:

(1) loga(xy)= loga(x)+loga (y) x,yR
(2) loga(a)=1
(3) loga è strettamente monotona
ed è detta funzione logaritmo in base a. Per dimostrare l’esistenza della funzione
                                                                                      
logaritmo si sceglie come loga l’inversa della funzione expa, cioè si pone loga:= exp a 1 ,
e si dimostra che questa soddisfa (1), (2), (3). Nel caso a=e si parla di logaritmo
neperiano.
       A partire dalla (1), (2) e (3) si possono dimostrare, le proprietà della funzione
logaritmo, di seguito riportate.

Proprietà del logaritmo

1) loga(1)=0
                           
2) loga(xy)=y loga(x) x R0 e yR
                           
3) loga(x–1)=–loga(x) x R0

4) a log a ( x )  x x R0 e loga(ax)=x xR (per definizione d’inversa)
                          


5) ax= b x log b ( a ) xR con b R0 -{1}
                                    


                 log b (x)               
6) log a (x)              x R0 con b R0 -{1}
                 log b (a)
                    log a ( x )      
7) log a y ( x)                x R0 e con yR0
                        y
8) Se 0<a<1 allora loga è strettamente decrescente ed è convessa, mentre se a>1
   allora loga è strettamente crescente ed è concava
   Ricordiamo che assegnata una funzione reale invertibile, allora il grafico
dell’inversa si ottiene ribaltando il grafico della funzione assegnata, attorno alla

Dott. S. Caltabiano                                                                      3
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bisettrice del I e del III quadrante e successivamente lo si ruota di 45 gradi in senso
antiorario.
Il grafico del logaritmo nel caso 0<a<1 è:

                                          y




                                              1                        x




                                       Figura 3

quindi in tal caso expa è strettamente crescente. Mentre nel caso a>1 il grafico è:

                                         y




                                               1                       x




                                       Figura 4

Definiamo adesso una funzione, mediante composizione di una funzione
                                                        
esponenziale, con una funzione logaritmica. Siano f:R R0 e g:RR due funzioni,
si pone allora per definizione:


Dott. S. Caltabiano                                                                    4
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                               f ( x)  g ( x ) : b g ( x ) log  f ( x )
                                                                  b
                                                                               xR
         
dove b R0 -{1} è una qualunque base fissata. Ovviamente la definizione non dipende
dalla base b.


1.3 La funzione potenza
Fissato un numero reale R, allora alla funzione esponenziale è legata la funzione
potenza, che usualmente si denota con il simbolo:
                                                       (  )
ed è definita a seconda del valore di , come mostrato nella tabella che segue:

                                                       exp x ( )  x  se x  R0 - {1}
                                                                                  
Se R-K e                                             
                        (  ) : R   R0 con (x ) := 0
                                        
                                                                          se x  0
     >0                                               1                se x  1
                                                       

   Se =0                                (  ) :R0{1} con (x ) :=1 xR0
                                                                                  1
  Se =–1                                (  ) 1 :R0R0 con ( x ) 1 :=            xR0
                                                                                  x
                                              exp  x ( )  ( x)                  se x  0 e x  1
                                             
                                             0                                          se x  0
                                           
   Se I             (  ) :RR con (x ) :=  1                                         se x  1
                                             1                                          se x  1
                                             
                                             exp x ( )  x 
                                                                                        se x  0 e x  1

                                               exp  x ( )  ( x)                 se x  0 e x  1
                                               
                                               0                                        se x  0
                                               
   Se J             (  ) :RR con (x ) :=  1                                       se x  1
                                               1                                        se x  1
                                               
                                               exp x ( )  x 
                                                                                         se x  0 e x  1

                  In questo caso la funzione potenza è definita come la composizione
   Se <0
                         delle funzioni potenza (sopra definite) (  )  e (  ) 1 , cioè:


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                                               
                                   (x ) := x 
                                                      1
                                                                         
                                                           xdom (  )  -{0}

                                          Tabella 1

Dove si è posto:
                2m  1                                                        
           I:=         : n, m  N 0 : N  {0} con M.C.D.( 2m  1,2n  1 )  1
                2n  1                                                        
                      2m                                                  
                 J:=         : n  N 0 , m  N con M.C.D.( 2m,2n  1 )  1
                      2n  1                                              
                                              K:=IJ
Ricordiamo che due numeri interi m,nN si dicono primi tra loro se M.C.D.(m,n)=1
e questo evidentemente equivale ad affermare che il rapporto m/n è ridotto ai minimi
termini (ovvero m e n non hanno divisori primi in comune diversi da 1). Si osserva
che le funzioni irrazionali sono casi particolari della funzione potenza. Facciamo
osservare inoltre che a partire dalla funzione potenza è possibile definire la funzione
modulo, come composizione della funzione (  )1 / 2 con la funzione (  ) 2 , cioè:

                                      
                                x :  x 2
                                              1/ 2
                                                      x 2 xR

Proprietà
        
Sia b R0 -{1} e R, allora vale la seguente identità:

                                  x= b log b ( x) x R0
                                                         




1.4 Le funzioni trigonometriche. Le funzioni reciproche delle funzioni
     trigonometriche. Funzioni inverse delle funzioni trigonometriche
Si può dimostrare che esiste un'unica coppia di funzioni reali f,g:RR dette funzioni
circolari che soddisfano alle seguenti quattro proprietà:
(1) f2(x)+g2(x)=1 xR
(2) f(x+y)=f(x)g(y)+f(y)g(x) x,yR
(3) g(x+y)=g(x)g(y)–f(x)f(y) x,yR
Dott. S. Caltabiano                                                                    6
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                           f ( x)
(4)  R0 t.c. 0<f(x)<x<          x]0,[
                            g ( x)
Tali funzioni f e g esistono poiché le funzioni sin e cos introdotte in trigonometria
(mediante la circonferenza trigonometrica), soddisfano alle suddette proprietà. Si
dimostra che tali funzioni f e g sono uniche, cioè prese due funzioni h, k che
soddisfano alle quattro proprietà allora necessariamente deve essere che {f,g}={h,k}.
E pertanto le funzioni f e g rimangono univocamente determinate rispettivamente da
sin e cos.

Proprietà

1) sin e cos sono funzioni periodiche, di periodo 2
2) sin è una funzione dispari e cos è una funzione pari
3) sin( x)  1 xR e cos( x)  1 xR

   Le ulteriori proprietà delle funzioni sin e cos sono mostrate nel capitolo 2.
   Il grafico delle funzione sin nell’intervallo [0,2] è:

                 y

                 m


                                                 +      3/2 2– 2
                            /2     –                                x

               –m




                                        Figura 5

Il grafico delle funzione cos nell’intervallo [0,2] è:




Dott. S. Caltabiano                                                                    7
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                 y

                  m



                                       +      –
                              /2                      3/2 2–   2 x


                –m




                                         Figura 6

Definiamo adesso la funzione:
                                                 sin( x)
             tg:R-{k/2 : kZ}R con tg(x):=             xR-{k/2 : kZ}
                                                 cos(x)
detta funzione tangente.

Proprietà

1) tg è una funzioni periodica, di periodo 
2) tg è una funzione dispari
   Le ulteriori proprietà della funzione tg sono mostrate nel capitolo 2. Il grafico
delle funzione tg in [–/2, /2,] è:




Dott. S. Caltabiano                                                                    8
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                                          y



                                          m

              –/2    –                                              /2 x
                                              –m




                                        Figura 7

       Trattiamo adesso tre       funzioni che si definiscono come reciproche
rispettivamente di sin, cos e tg. Consideriamo la funzione:
                                                     1
             sec:R-{k : kZ}R con sec(x):=               x R-{k : kZ}
                                                   cos( x)
detta funzione secante.

Proprietà

1) sec è una funzioni periodica, di periodo 2
2) sec è una funzione pari
   Le ulteriori proprietà della funzione sec si ottengono a partire dalle proprietà della
funzione cos riportate di seguito e nel capitolo 2.
Consideriamo la funzione:
                                                         1
     cosec:R-{/2+k : kZ }R con cosec(x):=                 xR-{/2+k : kZ }
                                                      sin( x)
detta funzione cosecante.

Proprietà

1) cosec è una funzioni periodica, di periodo 2
2) cosec è una funzione dispari

Dott. S. Caltabiano                                                                    9
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   Le ulteriori proprietà della funzione cosec si ottengono a partire dalle proprietà
della funzione sin riportate di seguito e nel capitolo 2.
Consideriamo la funzione:
                                                      1       cos( x )
        cotg:R-{k : kZ }R con cotg(x):=                            xR-{k : kZ}
                                                    tg ( x ) sin( x)
detta funzione cotangente.

Proprietà

1) cotg è una funzioni periodica, di periodo 
2) cotg è una funzione dispari
   Le ulteriori proprietà della funzione cotg si ottengono a partire dalle proprietà
della funzione tg riportate di seguito e nel capitolo 2.

 Relazione fondamentale

                                    sin2()+cos2()=1

 Periodicità delle funzioni trigonometriche

              sin(+2k)=sin() ; cos(+2k)=cos() ; tg(+k)=tg()

 Formule di addizione e sottrazione

                           sin(  )=sin()cos()  sin()cos()
                           cos(  )=cos()cos()  sin()sin()
                                                 tg ( )  tg (  )
                                tg (   ) 
                                                1  tg ( )tg (  )

 Formule di duplicazione e di n-uplicazione

Facendo uso delle formule di addizione si ottengono le formule di duplicazione:
                                  sin(2)=2sin()cos()
                      cos(2)=cos2()–sin2()=2cos2()–1=1– 2sin2()


Dott. S. Caltabiano                                                                      10
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                                                 2tg ( )
                                 tg (2 ) 
                                               1  tg 2 ( )
Iterando il ragionamento, si ottengono le formule di n-uplicazione:
                      sin(n)=2sin((n–1))cos()–cos((n–2))
                      cos(n)=2cos((n–1))cos()–sin((n–2))
                                        tg ((n  1) )  tg ( )
                            tg ( ) 
                                        1  tg ((n  1) )tg ( )

 Formule di bisezione

                                       1  cos( )
                               sin   
                                   2         2

                                       1  cos( )
                               cos   
                                  2          2

                                 1  cos( )
                         tg                 con +k
                            2     1  cos( )

 Formule di prostafersi

                                                    
                      sin()+sin()=2sin        cos       
                                          2          2 
                                                    
                      sin()–sin()=2sin        cos       
                                          2          2 
                                                    
                      cos()+cos()=2cos        cos       
                                          2          2 
                                                 
                      cos()–cos()=–2sin        sin   
                                           2   2 
                                                 sin(   )
                            tg()  tg()=
                                                cos( ) cos(  )

 Formule di Werner


Dott. S. Caltabiano                                                                11
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Dalle formule di prostafersi si ricavano facilmente le formule:
                                       1
                          sin()sin()= [cos(–)–cos(+)]
                                       2
                                      1
                         cos()cos()= [cos(–)+cos(+)]
                                      2
                                       1
                          sin()cos()= [sin(+)–sin(–)]
                                       2
                                       1
                          cos()sin()= [sin(+)–cos(–)]
                                       2

 Espressione di una funzione trigonometrica mediante le altre

A partire dalla relazione fondamentale e dalla definizione di tangente ricavano
facilmente le relazioni riportate nella tabella che segue.
                       sin(x)                   cos(x)                      tg (x )
                                                                             tg ( x )
 sin(x) =              sin(x)               1  cos 2 ( x )           
                                                                           1  tg 2 ( x)

                                                                                1
 cos(x) =                     2
                   1  sin ( x)                cos(x)                 
                                                                           1  tg 2 ( x)

                        sin( x )               1  cos 2 ( x)
  tg (x ) =                                                               tg (x )
                              2
                      1  sin ( x )              cos( x)

                                        Tabella 2


 Espressione delle funzioni trigonometriche mediante tg(x/2)

Le espressioni che seguono sono anche dette formule di parametrizzazione
razionale.
                                          x
                                     2tg  
                       sin ( x )         2    con x+2k con kZ
                                          2 x 
                                   1  tg  
                                           2

Dott. S. Caltabiano                                                                        12
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                                             x
                                   1  tg 2  
                         cos( x)            2  con x+2k con kZ
                                             x
                                   1  tg 2  
                                             2
                                           x
                                      2tg  
                         tg ( x )         2    con x+2k con kZ
                                              x
                                    1  tg 2  
                                             2


   Concludiamo questo paragrafo introducendo le inverse rispettivamente delle
funzioni sin, cos e tg opportunamente ristrette.
Consideriamo la funzione sin nell’intervallo [–/2,/2]:

                                            y




                  –/2
                                                                        /2   x




                                          Figura 8

Come si osserva dalla Figura 8 in tale intervallo sin è strettamente crescente e di
conseguenza su di esso è invertibile. Chiamiamo allora tale inversa arcoseno e la
denotiamo con arcsin, che è quindi definita in [–1,1] e a valori in [–/2,/2] cioè:
                                 arcsin:[–1,1][–/2,/2]
Il grafico della funzione arcsin è:
                                            y
                                          /2



Dott. S. Caltabiano                                                                    13

                                                                              x
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                                        Figura 9

Consideriamo la funzione cos nell’intervallo [0,]:

                 y




                                                                     
                                          /2                            x




                                       Figura 10

Dalla Figura 10 si osserva che in tale intervallo cos è strett. decresc. e di conseguenza
su di esso è invertibile. Chiamiamo allora tale inversa arcocoseno e la denotiamo con


arccos, che è quindi una funzione definita in [–1,1] a valori in [0,] cioè:
                                 arccos:[–1,1][0,]
Il grafico della funzione arccos è:



Dott. S. Caltabiano                                                                   14
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                                          y
                                               




                                               /2




                                                                            x


                                       Figura 11

Consideriamo la funzione tg nell’intervallo [–/2,/2]. Come si osserva dalla Figura
7 in tale intervallo la funzione tg è strettamente crescente e di conseguenza su di esso
è invertibile. Chiamiamo allora tale inversa arcotangente e la denotiamo con arctg,
che è quindi una funzione definita in [–1,1] a valori in [–/2,/2] cioè:
                               arctg:[–1,1] [–/2,/2]
Il grafico della funzione arctg è:
                                          y
                                         /2




                                                                            x



                                                –/2




                                       Figura 12




Dott. S. Caltabiano                                                                  15
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        Posto y:= 1  x 2 e z:= 1  x 2 riportiamo nella seguente tabella le relazioni
che intercorrono tra le inverse delle funzioni trigonometriche:
              arcsin(x)=                          arccos(x)=                            arctg(x)=
       x>0                 x<0              x>0                x<0               x>0                x<0
–arcsin(–x)        –arcsin(–x)        –arcsin(x)+/2    –arcsin(x)+/2    arcsin(x/z)       arcsin(x/z
–arcsin(y)+/2     arcsin(y)–/2      arcsin(–x)+/2    arcsin(–x)+/2    –arccos(x/z)+/2 –arccos(x/z)+/2
arccos(–x)–/2     arcccos(–x)–/2 arcsin(y)            –arcsin(y)+      arccos(1/z)       –arccos(1/z)
–arccos(x)+/2     –arccos(x)+/2     –arccos(–x)+     –arccos(–x)+     –arctg(–x)        –arctg(–x)
arccos(y)          –arcos(y)          –arccos(y)+/2    arccos(y)+/2     –arctg(1/x)+/2   –arctg(1/x)–/2
arctg(x/y)         arctg(x/y)         –arctg(x/y)+/2   –arctg(x/y)+/2   –arctg(x)+/2     –arctg(x)+/2




1.5 Le funzioni iperboliche. Inverse delle funzioni iperboliche.
Consideriamo le seguenti due funzioni reali:
                                                       e x  ex
                                sinh:RR con sinh(x):=           xR
                                                           2
                                                               e x  ex
                            cosh:RR con cosh(x):=                       xR
                                                                   2
che sono dette rispettivamente seno iperbolico e coseno iperbolico. Come si evince
dalle proprietà che seguono e da altre che elencheremo alla fine del paragrafo, le
funzioni iperboliche sinh e cosh,, verificano molte relazioni simili a quelle delle
funzioni circolari sin e cos.

Proprietà

1) cosh2(x)–sinh2(x)=1 xR
2) sinh è una funzione dispari mentre cosh è una funzione pari
3) sinh(0)=0; sinh(x)>0 x>0 e sinh(x)<0 x<0; cod(sinh)=R ;sinh è strett- cresc.
4) cosh(0)=1; cosh(x)>1 xR0 ; cod(cosh)=[1,+[ ; cosh è strett. cresc. per x>0 e
    strett. decresc. per x<0
        Vediamo i grafici delle funzioni sinh e cosh. Il grafico della funzione sinh è:

Dott. S. Caltabiano                                                                                         16
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                                             y




                                                                         x




                                       Figura 13

Il grafico della funzione cosh è:

                                         y




                                                                         x

                                       Figura 14

Definiamo adesso la funzione:
                                             sinh( x) e x  e  x
                      tgh:RR con tgh(x):=                       xR
                                             cosh(x) e x  e  x
detta funzione tangente iperbolica.

Proprietà

1) tgh è una funzione dispari

Dott. S. Caltabiano                                                                17
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2) tgh(0)=0; tgh(x)>0 x>0 e tgh(x)<0 x<0; cod(tgh)=]–1,1[ ; tgh è strett. cresc.
       Il grafico della tangente iperbolica è:
                                            y
                                            1




                                                                        x




                                                 –1


                                        Figura 15

       Concludiamo questo paragrafo introducendo le inverse rispettivamente delle
funzioni sinh, cosh e tgh.
       La funzione sinh è strettamente crescente e di conseguenza è invertibile.
Chiamiamo allora tale inversa settore seno iperbolico e la denotiamo con settsinh,
che è quindi una funzione definita in R a valori in R cioè:
                                      settsinh:RR
Ci proponiamo di trovare l’espressione analitica del settsinh. Posto y=sinh(x):
                                            e x  ex
                                       y=
                                                2
dobbiamo esprimere la x in funzione delle y. Poniamo t=ex (che è quindi una quantità
strettamente positiva) e otteniamo:
                                           t  t 1
                                        y=
                                              2
segue:
                                       t2–2yt–1=0
e quindi:

Dott. S. Caltabiano                                                                18
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                                        ty              y2 1
sostituendo t=ex, scartando la soluzione con il segno – (essendo la quantità al primo
membro positiva) e successivamente passando al logaritmo neperiano, otteniamo:

                                              
                                      x= ln y            y2 1   
E quindi in definitiva:

                                              
                              settsinh(y)= ln y                  
                                                           y 2  1 yR

per riferirci al piano Oxy possiamo scambiare x con y:

                                                  
                              settsinh(x)= ln x  x 2  1 xR    
Il grafico di settsinh è:

                                                      y




                                                                          x




                                           Figura 16

       La funzione cosh è strettamente crescente in R+ e di conseguenza è invertibile
    
in R0 . Chiamiamo allora tale inversa settore coseno iperbolico e la denotiamo con

settcosh, che è quindi una funzione definita in [1,+[ a valori in R+ cioè:
                                     settcosh:[1,+[R+
Procedendo in maniera analoga al caso del settsinh, si trova che l’espressione
analitica del settcosh è:

                                                             
                            settcosh(x)= ln x  x 2  1 x[1,+[

Dott. S. Caltabiano                                                                19
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Il grafico di settcosh è:

                 y




                                                                            x


                                       Figura 17

       La funzione tgh è strettamente crescente e di conseguenza è invertibile.
Chiamiamo allora tale inversa settore tangente iperbolico e la denotiamo con
setttgh, che è quindi una funzione definita in ]–1,1[ a valori in R cioè:
                                   setttgh:]–1,1[R
Procedendo in maniera analoga al caso del settsinh, si trova che l’espressione
analitica del setttgh è:
                                       1 1  x 
                            setttgh(x)= ln      x]–1,1[
                                       2 1  x 
Il grafico di setttgh è:




Dott. S. Caltabiano                                                                20
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                                          y
                  –1
                                                                     1 x




                                       Figura 18

       Come suddetto le funzioni iperboliche soddisfano a proprietà analoghe a quelle
delle funzioni trigonometriche. In tale contesto ci limiteremo soltanto ad elencare tali
proprietà.

 Formule di addizione e sottrazione per le funzioni iperboliche

                       sinh(x  y)=sinh(x)cosh(y)  sinh(x)cosh(y)
                       cosh(x  y)=cosh(x)cosh(y)  sinh(x)sinh(y)

 Formule di duplicazione per le funzioni iperboliche

Facendo uso delle formule di addizione si ottengono le formule di duplicazione:
                               sinh(2x)=2sinh(x)cosh(x)
                 cosh(2x)=cosh2(x)–sinh2(x)=2cosh2(x)–1=1+ 2sinh2(x)

 Formule di bisezione per le funzioni iperboliche

          x  cosh( x )  1        x  cosh( x)  1       x  cosh( x)  1
     sinh                 ; cosh                ; tgh  
         2       2                2      2              2  cosh( x)  1

 Formule di prostafersi per le funzioni iperboliche



Dott. S. Caltabiano                                                                  21
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                                               x y      x y
                         sinh(x)–sinh(y)=2sinh      cosh     
                                                2         2 
                                               x y      x y
                         sinh(x)+sinh(y)=2sinh      cosh     
                                                2         2 
                                              x    y     x y
                         cosh(x)+cosh(y)=2cos         cos     
                                               2           2 
                                               x y x y
                          cosh(x)–cosh(y)=2sin      sin  
                                                2   2 

 Formule di Werner per le funzioni iperboliche

Dalle formule di prostafersi si ricavano facilmente le formule:
                                          1
                           sinh(x)cosh(y)= [sinh(x+y)–sinh(x–y)]
                                          2
                                          1
                           cosh(x)sinh(y)= [sinh(x+y)+sinh(x–y)]
                                          2
                                         1
                            cos(x)cos(y)= [cosh(x+y)+cosh(x–y)]
                                         2
                                          1
                             sin(x)sin(y)= [cosh(x+y)–cosh(x–y)]
                                          2

 Espressione di una funzione iperbolica mediante le altre

                        sinh(x)                 cosh(x)                tgh(x )
                                                                       tgh ( x)
 sinh(x) =              sinh(x)               cosh 2 ( x )  1
                                                                     1  tgh 2 ( x)

                                                                          1
cosh(x) =             1  sinh 2 ( x)           cosh(x)
                                                                     1  tg 2 ( x)

                        sinh( x)              cosh 2 ( x )  1
 tgh(x ) =                                                             tgh(x )
                      1  sinh 2 ( x )          cosh( x )

                                         Tabella 3


Dott. S. Caltabiano                                                                   22
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 Espressione delle funzioni iperboliche mediante tgh(x/2)

Le espressioni che seguono sono anche dette formule di parametrizzazione
razionale.

                              x                          x                      x
                        2tgh                  1  tgh 2                   2tgh 
         sinh ( x )          2  ; cosh( x)             2  ; tgh( x)          2
                                 x                       x                         x
                      1  tgh 2               1  tgh 2                 1  tgh 2  
                                 2                      2                         2


1.6 Disuguaglianze notevoli delle funzioni elementari
   Per la verifica delle seguenti disuguaglianze basta ricordare che se una funzione è
convessa (concava) allora la tangente in un punto sta sempre sotto (sopra) al grafico
della funzione.
1) ln(a)x+1<expa(x) xR
2) Se 0<a<1 allora (x–1)/ln(a)<loga(x) e se a>1 allora (x–1)/ln(a)>loga(x)
3) sin(x)<x x>0 e sin(x)>x x<0
4) tg(x)>x x>0 e tg(x)<x x<0
5) sinh(x)<x x>0 e sinh(x)>x x<0
6) tgh(x)>x x>0 e tgh(x)<x x<0


1.7 Tabella delle derivate e degli integrali delle funzioni elementari e delle
     funzioni ad esse associate-
             f=f(x)                             Df                                 f dx

                   x                                   x                         ax
               a                              ln(a)a
                                                                                ln(a )
                                                1                            x
             loga(x)                                                             [ln(x)–1]
                                             ln(a) x                       ln(a)
             sin(x)                           cos(x)                          –cos(x)
             cos(x)                          –sin(x)                            sin(x)


Dott. S. Caltabiano                                                                          23
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                                         1
             tg(x)                       2
                                                  =1+tg2(x)           –ln[cos(x)]
                                    cos ( x)
                                              cos( x)
           cosec(x)                      –                        ln[cosec(x)–cotg(x)]
                                              sin 2 ( x)
                                              sin( x)
            sec(x)                                                  ln[sec(x)+tg(x)]
                                             cos 2 ( x )
                                     1
            cotg(x)           –      2
                                              = –[1+cotg2(x)]          ln[sin(x)]
                                  sin ( x)
                                                 1
           arcsin(x)                                   2          x arcsin(x)+ 1  x 2
                                              1 x
                                                  1
           arccos(x)                     –                       x arccos(x)– 1  x 2
                                                        2
                                               1 x
                                                 1                          1
           arctg(x)                                              x arctg(x)– ln(1+x2)
                                             1 x2                          2
            sinh(x)                          cosh(x)                    cosh(x)
            cosh(x)                           sinh(x)                   sinh(x)
                                         1
            tgh(x)                       2
                                                     =1–tg2(x)        ln(cosh(x))
                                   cosh ( x)
                                                 1
          settsinh(x)                            2               x settsinh(x)– x 2  1
                                               x 1
                                                 1
          settcosh(x)                            2               x settcosh(x)– x 2  1
                                               x 1
                                                 1                            1
          setttgh(x)                                             x setttgh(x)+ ln(1–x2)
                                             1 x2                            2




Dott. S. Caltabiano                                                                       24
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                       2 Richiami di trigonometria


2.1 Angolo improprio ridotto ad angolo proprio
Diciamo che un angolo (positivo o negativo) è proprio se non è superiore ad un
angolo giro (angolo d’ampiezza 2), in caso contrario l’angolo è detto improprio. Se
 è un angolo proprio negativo, allora diciamo che l’angolo 2+ è il suo
corrispondente angolo proprio positivo (vedi Figura 19).




                                             2+



                                             




                                       Figura 19

Premettiamo che dato un numero kR denotiamo con [k] la sua parte intera (ad
esempio [2.67]=2).
Sia  un angolo improprio, diciamo allora riduzione ad angolo proprio di ,
l’angolo:
                             =–2m con m:=[/2]


quindi  si può anche scrivere come:
                                       =+2m




Dott. S. Caltabiano                                                                25
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2.2 Angolo proprio ridotto al primo quadrante
La riduzione al primo quadrante di un angolo è l’angolo compreso tra 0 e /2, in
corrispondenza del quale le funzioni sin e cos assumono in valore assoluto lo stesso
valore rispetto all’angolo dato. E quindi se  è un angolo proprio positivo, in base a
quanto detto la sua riduzione al primo quadrante è:

                                                      
                                        se 0   
                                                       2
                               
                                         
                                          se     
                                            2
                           : 
                                                3
                                          se     
                                                   2
                                             3
                               2       se     2
                                             2
Se  è un angolo improprio positivo la sua riduzione al primo quadrante è la
riduzione al primo quadrante, della sua riduzione ad angolo proprio.
Se  è un angolo proprio negativo la sua riduzione al primo quadrante è la riduzione
al primo quadrante del suo corrispondente angolo proprio positivo 2+ (o
equivalentemente del suo opposto –).
Evidentemente se  è un angolo proprio e  è la sua riduzione allora:

                                                      
                                        se 0   
                                                       2
                             
                                         
                                          se     
                                            2
                           
                                                3
                                          se     
                                                   2
                                             3
                             2         se     2
                                             2


2.3 Relazioni tra funzioni trigonometriche ed angoli particolari
Assegnato un angolo  qualunque (proprio, improprio, negativo, …), diamo alcune
definizioni.

Dott. S. Caltabiano                                                                26
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Due angoli si dicono supplementari se la loro somma è , ossia  e –. In
corrispondenza a tali angoli si ha che:
                                   sin(–)=sin()
                                  cos(–)=–cos()
                                    tg(–)=–tg()
In corrispondenza di angoli la cui differenza è , ossia  e +. si ha che:
                                  sin(+)=–sin()
                                  cos(+)=–cos()
                                    tg(+)=tg()
Due angoli si dicono esplementari se la loro somma è 2, ossia  e 2–. In
corrispondenza a tali angoli si ha che:
                                  sin(2–)=–sin()
                                  cos(2–)=cos()
                                   tg(2–)=–tg()
Si dicono angoli associati ad un dato angolo i seguenti tre angoli: l’angolo
supplementare, l’angolo che differisce di  e l’angolo esplementare. Si osserva che in
corrispondenza degli angoli associati le funzioni sin e cos assumono lo stesso valore a
meno del segno cioè in valore assoluto. Quindi incidentalmente osserviamo che la
riduzione al primo quadrante si un angolo proprio positivo non è altro che il suo
angolo associato compreso tra 0 e /2.
Due angoli si dicono opposti se la loro somma è 0, ossia  e –. In corrispondenza a
tali angoli si ha che:
                                   sin(–)=–sin()
                                    cos(–)=cos()
                                    tg(–)=–tg()
Due angoli si dicono complementari se la loro somma è /2, ossia  e /2–. In
corrispondenza a tali angoli si ha che:


Dott. S. Caltabiano                                                                 27
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO)

                                        
                                 sin     cos( )
                                    2    
                                        
                                 cos     sin( )
                                    2    
                                        
                                 tg      cotg ( )
                                    2    
In corrispondenza di angoli la cui differenza è /2, ossia  e /2+. si ha che:
                                        
                                 sin     cos( )
                                    2    
                                       
                                cos      sin( )
                                   2    
                                       
                                tg      cotg ( )
                                   2    


2.4 Rappresentazione delle funzioni trigonometriche sulla circonferenza unitaria

                                      F            D
                                      G        H
                                               B

                                           
                                      O        A   C   E




                                      Figura 20

Con riferimento alla Figura 20 valgono le seguenti identità:
                        sin()= AB ; cos()= OA ; tg()= CD

                      cosec()= OF ; sec()= OE ; cotg()= GH




Dott. S. Caltabiano                                                                28

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  • 1. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA AUTORE: S. Caltabiano
  • 2. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) Indice Generale 1 Funzioni elementari ............................................................................................ 1 1.1 La funzione esponenziale ............................................................................... 1 1.2 La funzione logaritmo .................................................................................... 3 1.3 La funzione potenza ....................................................................................... 5 1.4 Le funzioni trigonometriche. Le funzioni reciproche delle funzioni trigonometriche. Funzioni inverse delle funzioni trigonometriche .......................... 6 1.5 Le funzioni iperboliche. Inverse delle funzioni iperboliche. ......................... 16 1.6 Disuguaglianze notevoli delle funzioni elementari ....................................... 23 1.7 Tabella delle derivate e degli integrali delle funzioni elementari e delle funzioni ad esse associate. .................................................................................... 23 2 Richiami di trigonometria ................................................................................. 25 2.1 Angolo improprio ridotto ad angolo proprio ................................................. 25 2.2 Angolo proprio ridotto al primo quadrante ................................................... 26 2.3 Relazioni tra funzioni trigonometriche ed angoli particolari ......................... 26 2.4 Rappresentazione delle funzioni trigonometriche sulla circonferenza unitaria 28 Dott. S. Caltabiano i
  • 3. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) 1 Funzioni elementari Le funzioni elementari sono: la funzioni esponenziale, la funzione logaritmo, la funzione potenza, le funzioni trigonometriche, e le funzioni iperboliche. In seguito denoteremo con R0 l’insieme dei numeri reali meno lo zero, con R+ l’insieme dei  numeri reali non negativi (cioè R+=[0,+[) e con R0 l’insieme dei numeri reali  strettamente positivi (cioè R0 =]0,+[). Ricordiamo che una funzione non decrescente o non crescente si dice monotona, mentre una funzione strettamente crescente o strettamente decrescente si dice strettamente monotona. 1.1 La funzione esponenziale  Assegnato un a R0 -{1}, allora si può dimostrare che esiste un'unica funzione da R   in R0 che denotiamo con expa:R R0 che soddisfa alle seguenti tre proprietà: (1) expa(x+y)= expa(x)expa (y) x,yR (2) expa(1)=a (3) expa è strettamente monotona ed è detta esponenziale di base a. Usualmente si adopera anche la notazione: expa(x)=ax xR Nel caso a=e l’esponenziale viene detto esponenziale neperiano. A partire dalla (1), (2) e (3) si possono dimostrare, le proprietà della funzione esponenziale, di seguito riportate. Proprietà dell’esponenziale 1) expa(0)=1 2) expa(–x)=( expa(x))–1 xR 3) exp a (xy)  a xy  (a y ) x  (a x ) y x,yR 4) expa è una funzione convessa Dott. S. Caltabiano 1
  • 4. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) 5) Se 0<a<1 allora expa è strettamente decrescente e , mentre se a>1 allora expa è strettamente crescente 6) D(expa(x))=ln(a)expa(x) 1 7)  expa(x)dx= expa(x)+cost. ln(a) Vediamo adesso il grafico dell’esponenziale. Nel caso a>1 il grafico è: y 1 x Figura 1 Mentre nel caso 0<a<1 il grafico è: y 1 x Figura 2 Dott. S. Caltabiano 2
  • 5. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) 1.2 La funzione logaritmo  Assegnato a R0 -{1}, allora si può dimostrare che esiste un'unica funzione da R in   R0 che denotiamo con loga: R0 R che soddisfa alle seguenti tre proprietà: (1) loga(xy)= loga(x)+loga (y) x,yR (2) loga(a)=1 (3) loga è strettamente monotona ed è detta funzione logaritmo in base a. Per dimostrare l’esistenza della funzione  logaritmo si sceglie come loga l’inversa della funzione expa, cioè si pone loga:= exp a 1 , e si dimostra che questa soddisfa (1), (2), (3). Nel caso a=e si parla di logaritmo neperiano. A partire dalla (1), (2) e (3) si possono dimostrare, le proprietà della funzione logaritmo, di seguito riportate. Proprietà del logaritmo 1) loga(1)=0  2) loga(xy)=y loga(x) x R0 e yR  3) loga(x–1)=–loga(x) x R0 4) a log a ( x )  x x R0 e loga(ax)=x xR (per definizione d’inversa)  5) ax= b x log b ( a ) xR con b R0 -{1}  log b (x)   6) log a (x)  x R0 con b R0 -{1} log b (a) log a ( x )  7) log a y ( x)  x R0 e con yR0 y 8) Se 0<a<1 allora loga è strettamente decrescente ed è convessa, mentre se a>1 allora loga è strettamente crescente ed è concava Ricordiamo che assegnata una funzione reale invertibile, allora il grafico dell’inversa si ottiene ribaltando il grafico della funzione assegnata, attorno alla Dott. S. Caltabiano 3
  • 6. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) bisettrice del I e del III quadrante e successivamente lo si ruota di 45 gradi in senso antiorario. Il grafico del logaritmo nel caso 0<a<1 è: y 1 x Figura 3 quindi in tal caso expa è strettamente crescente. Mentre nel caso a>1 il grafico è: y 1 x Figura 4 Definiamo adesso una funzione, mediante composizione di una funzione  esponenziale, con una funzione logaritmica. Siano f:R R0 e g:RR due funzioni, si pone allora per definizione: Dott. S. Caltabiano 4
  • 7. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO)  f ( x)  g ( x ) : b g ( x ) log  f ( x ) b xR  dove b R0 -{1} è una qualunque base fissata. Ovviamente la definizione non dipende dalla base b. 1.3 La funzione potenza Fissato un numero reale R, allora alla funzione esponenziale è legata la funzione potenza, che usualmente si denota con il simbolo: (  ) ed è definita a seconda del valore di , come mostrato nella tabella che segue: exp x ( )  x  se x  R0 - {1}  Se R-K e  (  ) : R   R0 con (x ) := 0  se x  0 >0 1 se x  1  Se =0 (  ) :R0{1} con (x ) :=1 xR0 1 Se =–1 (  ) 1 :R0R0 con ( x ) 1 := xR0 x  exp  x ( )  ( x) se x  0 e x  1  0 se x  0    Se I (  ) :RR con (x ) :=  1 se x  1 1 se x  1  exp x ( )  x   se x  0 e x  1 exp  x ( )  ( x) se x  0 e x  1  0 se x  0  Se J (  ) :RR con (x ) :=  1 se x  1 1 se x  1  exp x ( )  x   se x  0 e x  1 In questo caso la funzione potenza è definita come la composizione Se <0 delle funzioni potenza (sopra definite) (  )  e (  ) 1 , cioè: Dott. S. Caltabiano 5
  • 8. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO)   (x ) := x  1   xdom (  )  -{0} Tabella 1 Dove si è posto:  2m  1  I:=  : n, m  N 0 : N  {0} con M.C.D.( 2m  1,2n  1 )  1  2n  1   2m  J:=  : n  N 0 , m  N con M.C.D.( 2m,2n  1 )  1  2n  1  K:=IJ Ricordiamo che due numeri interi m,nN si dicono primi tra loro se M.C.D.(m,n)=1 e questo evidentemente equivale ad affermare che il rapporto m/n è ridotto ai minimi termini (ovvero m e n non hanno divisori primi in comune diversi da 1). Si osserva che le funzioni irrazionali sono casi particolari della funzione potenza. Facciamo osservare inoltre che a partire dalla funzione potenza è possibile definire la funzione modulo, come composizione della funzione (  )1 / 2 con la funzione (  ) 2 , cioè:   x :  x 2 1/ 2  x 2 xR Proprietà  Sia b R0 -{1} e R, allora vale la seguente identità: x= b log b ( x) x R0  1.4 Le funzioni trigonometriche. Le funzioni reciproche delle funzioni trigonometriche. Funzioni inverse delle funzioni trigonometriche Si può dimostrare che esiste un'unica coppia di funzioni reali f,g:RR dette funzioni circolari che soddisfano alle seguenti quattro proprietà: (1) f2(x)+g2(x)=1 xR (2) f(x+y)=f(x)g(y)+f(y)g(x) x,yR (3) g(x+y)=g(x)g(y)–f(x)f(y) x,yR Dott. S. Caltabiano 6
  • 9. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO)  f ( x) (4)  R0 t.c. 0<f(x)<x< x]0,[ g ( x) Tali funzioni f e g esistono poiché le funzioni sin e cos introdotte in trigonometria (mediante la circonferenza trigonometrica), soddisfano alle suddette proprietà. Si dimostra che tali funzioni f e g sono uniche, cioè prese due funzioni h, k che soddisfano alle quattro proprietà allora necessariamente deve essere che {f,g}={h,k}. E pertanto le funzioni f e g rimangono univocamente determinate rispettivamente da sin e cos. Proprietà 1) sin e cos sono funzioni periodiche, di periodo 2 2) sin è una funzione dispari e cos è una funzione pari 3) sin( x)  1 xR e cos( x)  1 xR Le ulteriori proprietà delle funzioni sin e cos sono mostrate nel capitolo 2. Il grafico delle funzione sin nell’intervallo [0,2] è: y m + 3/2 2– 2  /2 –  x –m Figura 5 Il grafico delle funzione cos nell’intervallo [0,2] è: Dott. S. Caltabiano 7
  • 10. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) y m +  –  /2 3/2 2– 2 x –m Figura 6 Definiamo adesso la funzione: sin( x) tg:R-{k/2 : kZ}R con tg(x):= xR-{k/2 : kZ} cos(x) detta funzione tangente. Proprietà 1) tg è una funzioni periodica, di periodo  2) tg è una funzione dispari Le ulteriori proprietà della funzione tg sono mostrate nel capitolo 2. Il grafico delle funzione tg in [–/2, /2,] è: Dott. S. Caltabiano 8
  • 11. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) y m –/2 –  /2 x –m Figura 7 Trattiamo adesso tre funzioni che si definiscono come reciproche rispettivamente di sin, cos e tg. Consideriamo la funzione: 1 sec:R-{k : kZ}R con sec(x):= x R-{k : kZ} cos( x) detta funzione secante. Proprietà 1) sec è una funzioni periodica, di periodo 2 2) sec è una funzione pari Le ulteriori proprietà della funzione sec si ottengono a partire dalle proprietà della funzione cos riportate di seguito e nel capitolo 2. Consideriamo la funzione: 1 cosec:R-{/2+k : kZ }R con cosec(x):= xR-{/2+k : kZ } sin( x) detta funzione cosecante. Proprietà 1) cosec è una funzioni periodica, di periodo 2 2) cosec è una funzione dispari Dott. S. Caltabiano 9
  • 12. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) Le ulteriori proprietà della funzione cosec si ottengono a partire dalle proprietà della funzione sin riportate di seguito e nel capitolo 2. Consideriamo la funzione: 1 cos( x ) cotg:R-{k : kZ }R con cotg(x):=  xR-{k : kZ} tg ( x ) sin( x) detta funzione cotangente. Proprietà 1) cotg è una funzioni periodica, di periodo  2) cotg è una funzione dispari Le ulteriori proprietà della funzione cotg si ottengono a partire dalle proprietà della funzione tg riportate di seguito e nel capitolo 2.  Relazione fondamentale sin2()+cos2()=1  Periodicità delle funzioni trigonometriche sin(+2k)=sin() ; cos(+2k)=cos() ; tg(+k)=tg()  Formule di addizione e sottrazione sin(  )=sin()cos()  sin()cos() cos(  )=cos()cos()  sin()sin() tg ( )  tg (  ) tg (   )  1  tg ( )tg (  )  Formule di duplicazione e di n-uplicazione Facendo uso delle formule di addizione si ottengono le formule di duplicazione: sin(2)=2sin()cos() cos(2)=cos2()–sin2()=2cos2()–1=1– 2sin2() Dott. S. Caltabiano 10
  • 13. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) 2tg ( ) tg (2 )  1  tg 2 ( ) Iterando il ragionamento, si ottengono le formule di n-uplicazione: sin(n)=2sin((n–1))cos()–cos((n–2)) cos(n)=2cos((n–1))cos()–sin((n–2)) tg ((n  1) )  tg ( ) tg ( )  1  tg ((n  1) )tg ( )  Formule di bisezione   1  cos( ) sin     2 2   1  cos( ) cos    2 2   1  cos( ) tg     con +k 2 1  cos( )  Formule di prostafersi         sin()+sin()=2sin   cos    2   2          sin()–sin()=2sin   cos    2   2          cos()+cos()=2cos   cos    2   2          cos()–cos()=–2sin   sin    2   2  sin(   ) tg()  tg()= cos( ) cos(  )  Formule di Werner Dott. S. Caltabiano 11
  • 14. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) Dalle formule di prostafersi si ricavano facilmente le formule: 1 sin()sin()= [cos(–)–cos(+)] 2 1 cos()cos()= [cos(–)+cos(+)] 2 1 sin()cos()= [sin(+)–sin(–)] 2 1 cos()sin()= [sin(+)–cos(–)] 2  Espressione di una funzione trigonometrica mediante le altre A partire dalla relazione fondamentale e dalla definizione di tangente ricavano facilmente le relazioni riportate nella tabella che segue. sin(x) cos(x) tg (x ) tg ( x ) sin(x) = sin(x)  1  cos 2 ( x )  1  tg 2 ( x) 1 cos(x) = 2  1  sin ( x) cos(x)  1  tg 2 ( x) sin( x ) 1  cos 2 ( x) tg (x ) =   tg (x ) 2 1  sin ( x ) cos( x) Tabella 2  Espressione delle funzioni trigonometriche mediante tg(x/2) Le espressioni che seguono sono anche dette formule di parametrizzazione razionale.  x 2tg   sin ( x )   2 con x+2k con kZ 2 x  1  tg   2 Dott. S. Caltabiano 12
  • 15. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO)  x 1  tg 2   cos( x)   2  con x+2k con kZ  x 1  tg 2    2  x 2tg   tg ( x )   2 con x+2k con kZ  x 1  tg 2   2 Concludiamo questo paragrafo introducendo le inverse rispettivamente delle funzioni sin, cos e tg opportunamente ristrette. Consideriamo la funzione sin nell’intervallo [–/2,/2]: y –/2 /2 x Figura 8 Come si osserva dalla Figura 8 in tale intervallo sin è strettamente crescente e di conseguenza su di esso è invertibile. Chiamiamo allora tale inversa arcoseno e la denotiamo con arcsin, che è quindi definita in [–1,1] e a valori in [–/2,/2] cioè: arcsin:[–1,1][–/2,/2] Il grafico della funzione arcsin è: y /2 Dott. S. Caltabiano 13 x
  • 16. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) Figura 9 Consideriamo la funzione cos nell’intervallo [0,]: y  /2 x Figura 10 Dalla Figura 10 si osserva che in tale intervallo cos è strett. decresc. e di conseguenza su di esso è invertibile. Chiamiamo allora tale inversa arcocoseno e la denotiamo con arccos, che è quindi una funzione definita in [–1,1] a valori in [0,] cioè: arccos:[–1,1][0,] Il grafico della funzione arccos è: Dott. S. Caltabiano 14
  • 17. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) y  /2 x Figura 11 Consideriamo la funzione tg nell’intervallo [–/2,/2]. Come si osserva dalla Figura 7 in tale intervallo la funzione tg è strettamente crescente e di conseguenza su di esso è invertibile. Chiamiamo allora tale inversa arcotangente e la denotiamo con arctg, che è quindi una funzione definita in [–1,1] a valori in [–/2,/2] cioè: arctg:[–1,1] [–/2,/2] Il grafico della funzione arctg è: y /2 x –/2 Figura 12 Dott. S. Caltabiano 15
  • 18. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) Posto y:= 1  x 2 e z:= 1  x 2 riportiamo nella seguente tabella le relazioni che intercorrono tra le inverse delle funzioni trigonometriche: arcsin(x)= arccos(x)= arctg(x)= x>0 x<0 x>0 x<0 x>0 x<0 –arcsin(–x) –arcsin(–x) –arcsin(x)+/2 –arcsin(x)+/2 arcsin(x/z) arcsin(x/z –arcsin(y)+/2 arcsin(y)–/2 arcsin(–x)+/2 arcsin(–x)+/2 –arccos(x/z)+/2 –arccos(x/z)+/2 arccos(–x)–/2 arcccos(–x)–/2 arcsin(y) –arcsin(y)+ arccos(1/z) –arccos(1/z) –arccos(x)+/2 –arccos(x)+/2 –arccos(–x)+ –arccos(–x)+ –arctg(–x) –arctg(–x) arccos(y) –arcos(y) –arccos(y)+/2 arccos(y)+/2 –arctg(1/x)+/2 –arctg(1/x)–/2 arctg(x/y) arctg(x/y) –arctg(x/y)+/2 –arctg(x/y)+/2 –arctg(x)+/2 –arctg(x)+/2 1.5 Le funzioni iperboliche. Inverse delle funzioni iperboliche. Consideriamo le seguenti due funzioni reali: e x  ex sinh:RR con sinh(x):= xR 2 e x  ex cosh:RR con cosh(x):= xR 2 che sono dette rispettivamente seno iperbolico e coseno iperbolico. Come si evince dalle proprietà che seguono e da altre che elencheremo alla fine del paragrafo, le funzioni iperboliche sinh e cosh,, verificano molte relazioni simili a quelle delle funzioni circolari sin e cos. Proprietà 1) cosh2(x)–sinh2(x)=1 xR 2) sinh è una funzione dispari mentre cosh è una funzione pari 3) sinh(0)=0; sinh(x)>0 x>0 e sinh(x)<0 x<0; cod(sinh)=R ;sinh è strett- cresc. 4) cosh(0)=1; cosh(x)>1 xR0 ; cod(cosh)=[1,+[ ; cosh è strett. cresc. per x>0 e strett. decresc. per x<0 Vediamo i grafici delle funzioni sinh e cosh. Il grafico della funzione sinh è: Dott. S. Caltabiano 16
  • 19. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) y x Figura 13 Il grafico della funzione cosh è: y x Figura 14 Definiamo adesso la funzione: sinh( x) e x  e  x tgh:RR con tgh(x):=  xR cosh(x) e x  e  x detta funzione tangente iperbolica. Proprietà 1) tgh è una funzione dispari Dott. S. Caltabiano 17
  • 20. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) 2) tgh(0)=0; tgh(x)>0 x>0 e tgh(x)<0 x<0; cod(tgh)=]–1,1[ ; tgh è strett. cresc. Il grafico della tangente iperbolica è: y 1 x –1 Figura 15 Concludiamo questo paragrafo introducendo le inverse rispettivamente delle funzioni sinh, cosh e tgh. La funzione sinh è strettamente crescente e di conseguenza è invertibile. Chiamiamo allora tale inversa settore seno iperbolico e la denotiamo con settsinh, che è quindi una funzione definita in R a valori in R cioè: settsinh:RR Ci proponiamo di trovare l’espressione analitica del settsinh. Posto y=sinh(x): e x  ex y= 2 dobbiamo esprimere la x in funzione delle y. Poniamo t=ex (che è quindi una quantità strettamente positiva) e otteniamo: t  t 1 y= 2 segue: t2–2yt–1=0 e quindi: Dott. S. Caltabiano 18
  • 21. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) ty y2 1 sostituendo t=ex, scartando la soluzione con il segno – (essendo la quantità al primo membro positiva) e successivamente passando al logaritmo neperiano, otteniamo:  x= ln y  y2 1  E quindi in definitiva:  settsinh(y)= ln y   y 2  1 yR per riferirci al piano Oxy possiamo scambiare x con y:  settsinh(x)= ln x  x 2  1 xR  Il grafico di settsinh è: y x Figura 16 La funzione cosh è strettamente crescente in R+ e di conseguenza è invertibile  in R0 . Chiamiamo allora tale inversa settore coseno iperbolico e la denotiamo con settcosh, che è quindi una funzione definita in [1,+[ a valori in R+ cioè: settcosh:[1,+[R+ Procedendo in maniera analoga al caso del settsinh, si trova che l’espressione analitica del settcosh è:   settcosh(x)= ln x  x 2  1 x[1,+[ Dott. S. Caltabiano 19
  • 22. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) Il grafico di settcosh è: y x Figura 17 La funzione tgh è strettamente crescente e di conseguenza è invertibile. Chiamiamo allora tale inversa settore tangente iperbolico e la denotiamo con setttgh, che è quindi una funzione definita in ]–1,1[ a valori in R cioè: setttgh:]–1,1[R Procedendo in maniera analoga al caso del settsinh, si trova che l’espressione analitica del setttgh è: 1 1  x  setttgh(x)= ln   x]–1,1[ 2 1  x  Il grafico di setttgh è: Dott. S. Caltabiano 20
  • 23. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) y –1 1 x Figura 18 Come suddetto le funzioni iperboliche soddisfano a proprietà analoghe a quelle delle funzioni trigonometriche. In tale contesto ci limiteremo soltanto ad elencare tali proprietà.  Formule di addizione e sottrazione per le funzioni iperboliche sinh(x  y)=sinh(x)cosh(y)  sinh(x)cosh(y) cosh(x  y)=cosh(x)cosh(y)  sinh(x)sinh(y)  Formule di duplicazione per le funzioni iperboliche Facendo uso delle formule di addizione si ottengono le formule di duplicazione: sinh(2x)=2sinh(x)cosh(x) cosh(2x)=cosh2(x)–sinh2(x)=2cosh2(x)–1=1+ 2sinh2(x)  Formule di bisezione per le funzioni iperboliche  x cosh( x )  1  x cosh( x)  1  x cosh( x)  1 sinh   ; cosh   ; tgh   2 2  2 2  2 cosh( x)  1  Formule di prostafersi per le funzioni iperboliche Dott. S. Caltabiano 21
  • 24. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) x y x y sinh(x)–sinh(y)=2sinh   cosh    2   2  x y x y sinh(x)+sinh(y)=2sinh   cosh    2   2  x y x y cosh(x)+cosh(y)=2cos   cos    2   2  x y x y cosh(x)–cosh(y)=2sin   sin    2   2   Formule di Werner per le funzioni iperboliche Dalle formule di prostafersi si ricavano facilmente le formule: 1 sinh(x)cosh(y)= [sinh(x+y)–sinh(x–y)] 2 1 cosh(x)sinh(y)= [sinh(x+y)+sinh(x–y)] 2 1 cos(x)cos(y)= [cosh(x+y)+cosh(x–y)] 2 1 sin(x)sin(y)= [cosh(x+y)–cosh(x–y)] 2  Espressione di una funzione iperbolica mediante le altre sinh(x) cosh(x) tgh(x ) tgh ( x) sinh(x) = sinh(x) cosh 2 ( x )  1 1  tgh 2 ( x) 1 cosh(x) = 1  sinh 2 ( x) cosh(x) 1  tg 2 ( x) sinh( x) cosh 2 ( x )  1 tgh(x ) = tgh(x ) 1  sinh 2 ( x ) cosh( x ) Tabella 3 Dott. S. Caltabiano 22
  • 25. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO)  Espressione delle funzioni iperboliche mediante tgh(x/2) Le espressioni che seguono sono anche dette formule di parametrizzazione razionale.  x  x  x 2tgh  1  tgh 2   2tgh  sinh ( x )   2  ; cosh( x)   2  ; tgh( x)   2  x  x  x 1  tgh 2   1  tgh 2   1  tgh 2    2 2 2 1.6 Disuguaglianze notevoli delle funzioni elementari Per la verifica delle seguenti disuguaglianze basta ricordare che se una funzione è convessa (concava) allora la tangente in un punto sta sempre sotto (sopra) al grafico della funzione. 1) ln(a)x+1<expa(x) xR 2) Se 0<a<1 allora (x–1)/ln(a)<loga(x) e se a>1 allora (x–1)/ln(a)>loga(x) 3) sin(x)<x x>0 e sin(x)>x x<0 4) tg(x)>x x>0 e tg(x)<x x<0 5) sinh(x)<x x>0 e sinh(x)>x x<0 6) tgh(x)>x x>0 e tgh(x)<x x<0 1.7 Tabella delle derivate e degli integrali delle funzioni elementari e delle funzioni ad esse associate- f=f(x) Df  f dx x x ax a ln(a)a ln(a ) 1 x loga(x) [ln(x)–1] ln(a) x ln(a) sin(x) cos(x) –cos(x) cos(x) –sin(x) sin(x) Dott. S. Caltabiano 23
  • 26. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) 1 tg(x) 2 =1+tg2(x) –ln[cos(x)] cos ( x) cos( x) cosec(x) – ln[cosec(x)–cotg(x)] sin 2 ( x) sin( x) sec(x) ln[sec(x)+tg(x)] cos 2 ( x ) 1 cotg(x) – 2 = –[1+cotg2(x)] ln[sin(x)] sin ( x) 1 arcsin(x) 2 x arcsin(x)+ 1  x 2 1 x 1 arccos(x) – x arccos(x)– 1  x 2 2 1 x 1 1 arctg(x) x arctg(x)– ln(1+x2) 1 x2 2 sinh(x) cosh(x) cosh(x) cosh(x) sinh(x) sinh(x) 1 tgh(x) 2 =1–tg2(x) ln(cosh(x)) cosh ( x) 1 settsinh(x) 2 x settsinh(x)– x 2  1 x 1 1 settcosh(x) 2 x settcosh(x)– x 2  1 x 1 1 1 setttgh(x) x setttgh(x)+ ln(1–x2) 1 x2 2 Dott. S. Caltabiano 24
  • 27. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) 2 Richiami di trigonometria 2.1 Angolo improprio ridotto ad angolo proprio Diciamo che un angolo (positivo o negativo) è proprio se non è superiore ad un angolo giro (angolo d’ampiezza 2), in caso contrario l’angolo è detto improprio. Se  è un angolo proprio negativo, allora diciamo che l’angolo 2+ è il suo corrispondente angolo proprio positivo (vedi Figura 19). 2+  Figura 19 Premettiamo che dato un numero kR denotiamo con [k] la sua parte intera (ad esempio [2.67]=2). Sia  un angolo improprio, diciamo allora riduzione ad angolo proprio di , l’angolo: =–2m con m:=[/2] quindi  si può anche scrivere come: =+2m Dott. S. Caltabiano 25
  • 28. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) 2.2 Angolo proprio ridotto al primo quadrante La riduzione al primo quadrante di un angolo è l’angolo compreso tra 0 e /2, in corrispondenza del quale le funzioni sin e cos assumono in valore assoluto lo stesso valore rispetto all’angolo dato. E quindi se  è un angolo proprio positivo, in base a quanto detto la sua riduzione al primo quadrante è:    se 0    2      se    2  :     3 se       2  3 2   se     2  2 Se  è un angolo improprio positivo la sua riduzione al primo quadrante è la riduzione al primo quadrante, della sua riduzione ad angolo proprio. Se  è un angolo proprio negativo la sua riduzione al primo quadrante è la riduzione al primo quadrante del suo corrispondente angolo proprio positivo 2+ (o equivalentemente del suo opposto –). Evidentemente se  è un angolo proprio e  è la sua riduzione allora:    se 0    2      se    2      3 se       2  3 2   se     2  2 2.3 Relazioni tra funzioni trigonometriche ed angoli particolari Assegnato un angolo  qualunque (proprio, improprio, negativo, …), diamo alcune definizioni. Dott. S. Caltabiano 26
  • 29. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO) Due angoli si dicono supplementari se la loro somma è , ossia  e –. In corrispondenza a tali angoli si ha che: sin(–)=sin() cos(–)=–cos() tg(–)=–tg() In corrispondenza di angoli la cui differenza è , ossia  e +. si ha che: sin(+)=–sin() cos(+)=–cos() tg(+)=tg() Due angoli si dicono esplementari se la loro somma è 2, ossia  e 2–. In corrispondenza a tali angoli si ha che: sin(2–)=–sin() cos(2–)=cos() tg(2–)=–tg() Si dicono angoli associati ad un dato angolo i seguenti tre angoli: l’angolo supplementare, l’angolo che differisce di  e l’angolo esplementare. Si osserva che in corrispondenza degli angoli associati le funzioni sin e cos assumono lo stesso valore a meno del segno cioè in valore assoluto. Quindi incidentalmente osserviamo che la riduzione al primo quadrante si un angolo proprio positivo non è altro che il suo angolo associato compreso tra 0 e /2. Due angoli si dicono opposti se la loro somma è 0, ossia  e –. In corrispondenza a tali angoli si ha che: sin(–)=–sin() cos(–)=cos() tg(–)=–tg() Due angoli si dicono complementari se la loro somma è /2, ossia  e /2–. In corrispondenza a tali angoli si ha che: Dott. S. Caltabiano 27
  • 30. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI INGEGNERIA (SANTI CALTABIANO)   sin     cos( ) 2    cos     sin( ) 2    tg      cotg ( ) 2  In corrispondenza di angoli la cui differenza è /2, ossia  e /2+. si ha che:   sin     cos( ) 2    cos      sin( ) 2    tg      cotg ( ) 2  2.4 Rappresentazione delle funzioni trigonometriche sulla circonferenza unitaria F D G H B  O A C E Figura 20 Con riferimento alla Figura 20 valgono le seguenti identità: sin()= AB ; cos()= OA ; tg()= CD cosec()= OF ; sec()= OE ; cotg()= GH Dott. S. Caltabiano 28