6. Durante i 55 giorni di prigionia dello statista democristiano ci fu una complessa
trattativa tra lo stato e le Brigate rosse che proponevano uno scambio con
terroristi in carcere con lo scopo di ottenere un riconoscimento politico e che vide
prevalere nel governo le "linea della fermezza", osteggiata dai socialisti e
sostenuta da tutte le forze politiche di maggioranza, comunisti compresi. Ma lo
scontro fu anche tutto interno ai singoli partiti e fu, in modo particolare, lacerante
all'interno della DC, come si evince anche dalle lettere scritte da Moro durante la
prigionia.
« Caro Zaccagnini, scrivo a te, intendendo rivolgermi a Piccoli, Bartolomei, Galloni,
Gaspari, Fanfani, Andreotti e Cossiga ai quali tutti vorrai leggere la lettera e con i
quali tutti vorrai assumere le responsabilità, che sono ad un tempo individuali e
collettive. Parlo innanzitutto della D.C. alla quale si rivolgono accuse che riguardano
tutti, ma che io sono chiamato a pagare con conseguenze che non è difficile
immaginare. Certo nelle decisioni sono in gioco altri partiti; ma un così tremendo
problema di coscienza riguarda innanzitutto la D.C., la quale deve muoversi,
qualunque cosa dicano, o dicano nell'immediato, gli altri. Parlo innanzitutto del
Partito Comunista, il quale, pur nella opportunità di affermare esigenze di fermezza,
non può dimenticare che il mio drammatico prelevamento è avvenuto mentre si
andava alla Camera per la consacrazione del Governo che m'ero tanto adoperato a
costituire. »
(lettera a Benigno Zaccagnini recapitata il 4 aprile)
7. Nella lettera recapitata l'8 aprile Moro lancia una vera e propria invettiva
contro la DC ed i suoi leader:
"Naturalmente non posso non sottolineare la cattiveria di tutti i
democristiani che mi hanno voluto nolente ad una carica, che, se
necessaria al Partito, doveva essermi salvata accettando anche lo
scambio dei prigionieri. Sono convinto che sarebbe stata la cosa più
saggia. Resta, pur in questo momento supremo, la mia profonda
amarezza personale. Non si è trovato nessuno che si dissociasse?
Bisognerebbe dire a Giovanni che significa attività politica. Nessuno
si è pentito di avermi spinto a questo passo che io chiaramente non
volevo? E Zaccagnini? Come può rimanere tranquillo al suo posto?
E Cossiga che non ha saputo immaginare nessuna difesa? Il mio
sangue ricadrà su di loro."
11. Film di riferimento Il Caso Moro di G. Ferrara 1986
Cronaca dei 55 giorni del sequestro e
della morte di Aldo Moro, presidente della
Democrazia Cristiana, ucciso dalle Brigate
Rosse: il grottesco di via Gradoli, le vili
interpretazioni delle lettere, l'inefficacia dei
servizi, le mene della P2, il partito della
fermezza. G.M. Volonté dà l'acqua della
vita a questo filmrequisitoria schematico
e rigido, facendo emergere la dignità di
Aldo Moro, ma anche, in chiave di dolente
malinconia, la forza. La parte del carcere
è la più riuscita. Costruito quasi tutto sui 2
processi e sugli atti della commissione
parlamentare, oltre che sul libro I giorni
dell'ira di Robert Katz che l'ha anche
sceneggiato con Armenia Balducci.
da http://www.mymovies.it
12. realizzato nell'ambito del progetto
Cinema e Storia
Il secolo breve italiano
a cura del Prof. Pietro Volpones
2009
Le slide e la conversione nel formato pdf sono state realizzate con OpenOffice 3.1