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In antichità: sophistés (sapiente) = sophos (saggio):
uomo esperto con vasta cultura generale.
Nel V secolo a.c.: facevano professione di sapienza e
insegnavano dietro compenso.
Godono di cattiva fama a causa dei giudizi sprezzanti di
Senofonte, Platone, Aristotele (falsi sapienti, prostituti della
cultura …)
Divennero sinonimo di cavillatore in malafede o maestro dei
ragionamenti capziosi.
Sofistico equivale oggi a falso, artificioso, truccato


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Essi operarono la rivoluzione filosofica ponendo al
centro della riflessione l’uomo e tutto il suo mondo
nell’Atene del V secolo ac. uscita vittoriosa dalla
guerra contro i persiani. La democrazia ateniese è il
necessario presupposto alla nascita dell’arte
dell’eloquenza, necessaria a rendere abili gli uomini
nelle loro faccende e nella competizione civile e
politica. Essi istruirono il ceto dirigente nell’arte
retorica (virtù politica).


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1.   “Illuminismo greco”: si criticano esplicitamente i miti e le
     credenze della tradizione greca a favore di nozioni
     razionali o almeno credute tali.
2.   Per primi riconoscono il valore della cultura intesa come
     formazione globale di un individuo nell’ambito di un
     popolo. La virtù (educazione) dipende dal sapere che va
     incrementato e diffuso.
3.   Per lavoro erano continuamente in viaggio: divennero
     portatori di istanze cosmopolite e panelleniche. Ebbero
     chiara coscienza della varietà e molteplicità dei costumi e
     dei valori umani, eliminando il dogmatismo e
     l’assolutizzazione della cultura greca.
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Di Abdera, godette di grande fama in Grecia. Insegnò in
molte città, tra cui Atene, e fu amico di Pericle.
Le sue idee religiose spregiudicate gli procurarono parecchi
nemici e l’accusa di empietà per cui dovette fuggire da Atene.
Scrisse:
       Ragionamenti demolitori
       Le Antilogie




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“L’uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in
quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono”.




    L’uomo è il metro, il soggetto, il criterio del giudizio
            della realtà o non realtà delle cose,
       del loro modo d’essere e del loro significato.




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Ci sono varie interpretazioni di questo principio:
                  UOMO                               COSE
               A - Individuo                    Oggetti percepiti
                B - Umanità                     Realtà in generale
               C - Comunità                          Valori


A - Ogni singolo uomo giudica la realtà in base a parametri
soggettivi (Platone).
B - Ogni uomo in quanto appartiene alla specie umana e
razionale utilizza parametri comuni.
C – ogni uomo valuta le cose secondo la mentalità e i valori
tipici della sua mentalità e cultura
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La lettura veritiera di Protagora si compone delle 3
prospettive precedenti:

L’uomo è misura della realtà a livelli diversi e comunque
sovrapposti:
      Singolo
             Specie umana
                   Comunità/mentalità




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La teoria protagorea è dunque:
     UMANISMO               L’uomo è sempre il soggetto,
                              la misura , il baricentro, il
                            criterio di ogni affermazione
                               o negazione sulla realtà
   FENOMENISMO              Abbiamo sempre e solo a che
                           fare con la realtà quale appare
                                          a noi
    RELATIVISMO              Non c’è una verità assoluta,
                             ma la verità e il modello di
     Conoscitivo e            comportamento è sempre
       morale                    relativo a chi giudica


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La teoria di Protagora dunque distruggeva qualsiasi credenza
in un’unica verità o in un unico sistema di valori valido
sempre e comunque, introducendo la diversità e la
eterogeneità degli ideali e dei valori che reggono la
convivenza umana.

Esempio: lo scritto anonimo Ragionamenti doppi che
sottintende sicuramente il pensiero del nostro autore: è la
teorizzazione del relativismo culturale, cioè il riconoscimento
della disparità dei valori che presiedono alle diverse civiltà
umane senza alcuna gerarchia di giudizio.

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Relativismo conoscitivo e morale

Equivalenza ideale delle opinioni: in teoria tutto è vero.
Eppure Protagora credeva che vi fosse un principio di scelta
all’interno delle diverse teorie.
È vero manca una teoria forte in grado di fungere da
principio della scelta, ma si può e si deve assumere un
principio debole: l’utilità privata e pubblica delle credenze.
Essa diviene anche lo strumento di verifica delle teorie stesse.
La verità diviene il giovevole, ciò che è dimostrato
storicamente e socialmente utile all’individuo, alla comunità,
alla specie (visione umanistico – storicistica).
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Sofista = propagandista dell’utile; mediante la parola cerca di
modificare le opinioni in vista dell’utilità.
La retorica serviva, in un’ottica politico – educativa, a
trasformarevl’opinione meno utile e più dannosa in
un’opinione più utile e proficua.
Il sofista rischiava così di diventare uno strumento del potere
legittimando l’utile dei potenti, e ciò avverrà con la seconda
generazione.
Protagora intendeva però l’utile e le leggi nella prospettiva di
creare il benessere comune della città e la sopravvivenza della
specie (criterio di responsabilità dell’uomo).

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Il grande sofista Protagora accettò di insegnare legge a uno studente di nome
                                     Euatlo.
Poiché questi era povero, i due presero i seguenti accordi: Euatlo avrebbe
ricompensato Protagora non appena avesse vinto la sua prima causa in
tribunale.
Terminati gli studi, Euatlo decise di seguire la carriera politica,
abbandonando il proposito di praticare la professione legale. Protagora, che
non aveva ancora ricevuto l'onorario pattuito, chiese a Euatlo il pagamento.
Quest'ultimo rispose che avrebbe dovuto pagare solo dopo aver vinto la sua
prima causa e ciò non era ancora avvenuto. Allora Protagora, irritatissimo,
decise di citare Euatlo in giudizio, per fargli mantenere la promessa.
Di fronte alla corte, Protagora disse che se Euatlo avesse perso la causa,
allora avrebbe dovuto obbedire al giudizio della corte e quindi pagare il
dovuto; se, invece, Euatlo avesse vinto, allora avrebbe appunto vinto la sua
prima causa e quindi, in base al vecchio accordo, avrebbe dovuto versare a
Protagora la cifra pattuita.
Euatlo, in maniera altrettanto impeccabile, dimostrando di aver appreso
brillantemente quanto insegnatogli dal Maestro, ribattè che se avesse vinto la
causa, la corte avrebbe dato ragione a lui, quindi non avrebbe dovuto nulla a
Protagora; se, invece, avesse perso la causa non avrebbe dovuto pagare,
comunque, il suo vecchio Maestro, non avendo infatti ancora vinto la sua
prima causa.

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Discepolo di Empedocle.
Esercitò prevalentemente ad Atene.
Opere:
Sul non essere o sulla natura
Encomio di Elena

Tre tesi fondamentali:
Nulla c’è
Se anche qualcosa c’è, non è conoscibile dall’uomo
Se anche è conoscibile, è incomunicabile agli altri

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Nulla esiste
La realtà, testimoniata dai sensi, non si può concettualizzare
    filosoficamente. Viene negata la pensabilità logica e
    ontologica dell’essere in generale, e in particolare dell’archè
    o struttura metafisica di cui i vari pensatori presocratici
    erano andati alla ricerca. Essa non è filosoficamente
    trattabile
Se anche qualcosa c’è, non è conoscibile dall’uomo
La nostra mente non è una fotografia esatta della realtà e
    dunque il nostro pensiero non rispecchia necessariamente
    la realtà (non può presumere di conoscerla). È colpita al
    cuore l’equazione pensiero-essere di Parmenide; è
    introdotta una frattura radicale tra la mente e le cose.
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Se anche è conoscibile, è incomunicabile agli altri
La realtà non è esprimibile e spiegabile con il linguaggio; esso è
    altra cosa rispetto alla realtà e non possiede adeguata
    capacità di rivelarla o descriverla.

La tesi di Gorgia acquista valore filosofico se riferita al concetto
    di Essere o di Dio:
Tali entità non ci sono, sono inconoscibili, sono inesprimibili!

            Ateismo      Scetticismo Agnosticismo
                       metafisici e teologici

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Scetticismo metafisico
                 Impotenza umana a parlare
            dell’essere e delle strutture del reale.

    Distruzione di ogni possibile metafisica, cosmologia,
              teologia vista la sfiducia assoluta
      nelle possibilità conoscitive della mente umana.



Prima vera messa in discussione della metafisica occidentale:
       Lo scetticismo investe ogni campo del sapere,
           pensiero e linguaggio perdono valore !

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Se nulla è vero, allora tutto è falso. Nessun criterio per la scelta
   può essere ipotizzato (nemmeno l’utile di Protagora).

L’unica cosa che resta è il linguaggio e la sua potenza: forza
   ammaliatrice, celebrata nella retorica.
                  Concezione tragica del reale.
L’esistenza è qualcosa di fondamentalmente irrazionale e
   misterioso (contro il razionalismo ottimista di chi cercava il
   logos della realtà).
Le azioni degli uomini sono guidate dalle circostanze, dalla
   menzogna, dalle passioni, dall’ignoto destino: gli uomini
   sono fondamentalmente incolpevoli poiché fragili e
   inconsistenti davanti alla tragicità della vita (Encomio di
   Elena).
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Primi abbozzi di una teoria della civiltà frutto di una nuova
   visione progressiva della storia.
Protagora: l’uomo diviene tale entrando in società (tecniche) e
   trasforma la realtà a suo vantaggio. Tecnica delle tecniche è
   la politica, arte che riguarda ogni uomo (democrazia
   ateniese).
Prodico di Ceo: esalta il lavoro che conduce la storia dell’uomo
   alle più alte conquiste.
Antifonte: la concordia tra gli uomini è lo scopo e la condizine
   della società.
Civiltà è allora sforzo progressivo di modifica dell’ambiente
   naturale e sociale a vantaggio dell’uomo.
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Primi abbozzi di una teoria della religione.
Protagora: dio non è razionalmente affermabile o negabile,
   agnosticismo religioso.
Prodico di Ceo: gli dei sono proiezioni dell’utile e del
   vantaggioso.
Crizia: la religione è strumento dei potenti per controllare il
   popolo.

È la rottura della visione sacrale dell’esistenza della Grecia
    antica.


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Primi abbozzi di una teoria delle leggi che hanno ora una
   origine umana e convenzionale, non divina.
Protagora: le leggi, pur convenzionali, devono essere rispettate
   per mantenere la società e l’uomo che in essa vive e diviene
   tale (utile).
Ippia di Elide: distingue tra legge naturale immutabile e legge
   umana mutevole.
Antifonte: vera è solo la legge naturale, quella umana è
   opinabile quando non decisamente falsa. La prima spinge al
   giovevole e alla concordia ma viene oppressa dalle leggi
   della città. Uguaglianza degli uomini.
Trasimaco di Calcedonia: la legge maschera solo gli interessi
   dei potenti che così li tutelano (Crizia).
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Primi abbozzi di una teoria del linguaggio.
Le argomentazioni sono macrologie (discorsoi lunghi) o
    brachilogie (discorsi brevi).
Eristica: obiettivo è far prevalere i propri discorsi in una contesa
    tra tesi contrarie. La contesa non va necessariamente alla
    ricerca della verità.
Antilogie: metodo che contrappone le tesi tra loro eliminando
    la prospettiva classica che voleva un unico punto di vista
    veritiero e un’unica argomentazione possibile.
Dialettica: il momento in cui ciò avviene è nel discorso con
    l’avversario con lo scopo di argomentare a fini persuasivi.


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I sofisti misero in crisi il rapporto tra il linguaggio e la
    verità/realtà . Infatti da Gorgia la parola diviene autonoma:
    essa è tutto e può tutto.

È esaltata la sua capacità ammaliatrice e la retorica diviene arte
   della suggestione e della persuasione; il rischio è allora che
   la politica tenda a ridursi a retorica.




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Padre Sofronisco, scultore
Madre Fenarete, levatrice
Forse allievo di Anassagora
Fu tre volte in battaglia per Atene.
Lontano dalla vita politica per la filosofia intesa come ricerca
    incessante su se stesso e gli altri, senza alcun insegnamento
    regolare. La sua vita semplice e il suo aspetto fisico
    stridevano con il carattere morale e la padronanza di sé.
Non ha scritto nulla poiché la ricerca filosofica non poteva
    essere condotta o continuata dopo di lui da uno scritto; esso
    può comunicare una dottrina, non stimolare e dirigere una
    ricerca filosofica. (vedi Fedro 275 e).
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Abbiamo testimonianze indirette, non sempre coerenti tra loro.
Aristofane: le Nuvole, Atene 423. intellettuale innovatore,
    chiacchierone perdigiornovcorruttore dei giovani e negatore
    degli Dei della città, (accomunato ai sofisti e al clima
    innovatore nell’Atene del tempo).
Policrate: Accusa contro Socrate, 393. disprezzatore della
    democrazia e capofila degli esponenti dell’aristocrazia
    ateniese oltranzista. Corruttore dei giovani e delle credenze
    dello stato.
Senofonte: moralista e predicatore, ritratto modesto e limitante
    del filosofo.
Platone: maestro ammirato e rispettato.
Aristotele: scopritore del concetto e teorico della virtù come
    scienza.
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Il mondo culturale ove agivano i sofisti: illuminismo greco.
Vi sono alcune similarità:
1. Attenzione esclusiva per l’uomo (antropologia).
2. Disinteresse per le indagini cosmologiche.
3. Ricerca nell’uomo dei criteri del pensiero e
   dell’azione.
4. Mentalità razionalistica. Anticonformistica,
   antitradizionalistica in grado di porre in dubbio
   critico ogni asserzione.
5. Inclinazione alla dialettica e al paradosso.

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1. La cultura non è una professione.
2. Ricerca e amore della verità contro il relativismo.
3. Rifiuto della filosofia come retorica ed esibizionismo
   verbale.
4. Superamento del relativismo morale e conoscitivo.
5. Ricerca negli uomini delle verità comuni in grado di
   avvicinare i diversi soggetti e punti di vista.
 Diventa allora fondamentale il rapporto triangolare:
   sofisti-Socrate-Platone
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Un cammino che lo pone in una posizione mediana

              •Umanesimo
    Sofisti

            •Culturalmente simile
    Socrate •Avversario implacabile


              •Superamento del relativismo
    Platone

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Partito da interessi naturalistici e cosmologici (Fedone
   96), rimase deluso e si convinse che alla mente
   umana sfuggano i perché ultimi delle cose; si rivolse
   allora all’indagine sull’uomo cercando con la
   ragione di chiarire il significato del suo essere uomo.
“Conosci te stesso”: si è uomini tra gli uomini, il
   rapporto con gli altri ci costituisce: la filosofia è
   dialogo interpersonale, è con-filosofia.
Colloquio incessante, ricerca continua: questo è il senso
   dell’esistenza: “una vita senza esame non è degna di
   essere vissuta” (Apologia di Socrate, 38a).
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A) Il non sapere: sapiente è solo colui che sa di non sapere.
Il filosofo genuino è colui che ha compreso che intorno alle
     cause e alle strutture del Tutto nulla si può sapere con
     certezza (simile all’agnosticismo di Protagora e Gorgia e in
     polemica contro i fisici naturalisti).
Si può invece fare ricerca di verità sull’uomo contrastando tutti
     gli uomini dogmatici che pretendono di saperla lunga
     sull’uomo.
“L’ignoranza” è condizione preliminare della ricerca, la
     incoraggia.
                   Evidenzia           “So di     Stimolo
                                 Socrate


                   i limiti            non        ad
                   della               sapere”    indagare
                   ricerca a.s. 2011-2012                     31
B) L’ironia: serve a rendere consapevoli gli altri della
   propria ignoranza (eironéia: dissimulazione).
Vengono smascherate le posizioni preconcette, non
  riflesse, supponenti per mostrare il sostanziale non
  sapere in cui si trovano; il fine è provocare
  nell’interlocutore dubbio e incertezza,
  per iniziare la ricerca (Menone,80d)

Distruzione della presunzione di sapere attraverso una
   sofistica nobile che punta alla purificazione della
   mente dalle malfondate convinzioni quotidiane date
   per vere in modo assoluto.
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Martellante rete       Inconsistenza
   Teatrale
                     di quesiti e         delle verità
adulazione del
                 domande: dubbi e          dichiarate,
  sapere del
                 confutazioni delle    vergogna e stizza
 personaggio
                  verità dichiarate    dell’interlocutore.




                      a.s. 2011-2012                   33
C) La maieutica: ostetrico delle anime, aiutava gli
   intelletti a partorire il loro genuino punto di vista
   sulle cose (Teeteto, 151d).
La verità è conquista personale, avventura della mente.
   Socrate non comunica dall’esterno una dottrina
   (dotto orientale), non riempie la mente dei
   discepoli con un sistema di idee.
Vuole stimolare l’uomo a ritrovare nella sua interiorità
   una sua verità condivisibile. È una forma di auto-
   educazione.

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Platone: definizioni. Egli chiedeva “ti ésti” (che cosa è?)
    cercando una definizione precisa di ciò che stava
    cercando non accontentandosi di semplici elenchi; lo
    ricordano anche Senofonte nei Memorabili (I,1,11-16)
    o Platone nel Menone (72c).
Il suo discorrere era rapido e veloce, fatto di brevi battute
    che chiedevano risposte precise (brachilogie).
Tal dialettica stringente aveva due effetti:
Negativo: mettere in crisi ed eliminare formule accettate
    acriticamente dall’interlocutore.
Positivo: cercare una definizione soddisfacente e un
    accordo linguistico concettuale tra i dialoganti.
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Aristotele sosteneva che: ha scoperto il concetto, cioè la
   conoscenza universale e il ragionamento induttivo
   (Metafisica, XIII, 4, 1078b).

Il secondo è il procedimento razionale per cui
    dall’esame di un certo numero di casi particolari si
    risale ad una affermazione generale che esprime la
    definizione, il concetto di una cosa. Certo Socrate
    mirava a pungolare le anime non certo a divenire
    possessore di una conoscenza definitiva.

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Ignoranza e
                                     ironia
                Mezzi e
                artifici
 Il Dialogo                       Brachilogie e
socratico usa                     confutazione
                Scopo

                                    Ti ésti e
                                   maieutica
                 a.s. 2011-2012                 37
Confronto con i protagonisti indicati:
    Contro sofisti            Socrate         Platone/Aristotele

 • Cerca un ordine      • Iniziale reazione   • Una scienza
   nel discorso           al relativismo        delle definizioni
   interpersonale         linguistico,          o un sapere
   con la necessità       conoscitivo e         assoluto capace
   di precisare           morale della          di rispecchiate
   linguisticamente i     sofistica             entità
   concetti             • Definizioni e         metafisiche
 • Necessità di           concetto              eterne
   trovare un punto       rimangono
   d’accordo              comunque allo
   interpersonale         stato esigenziale


                             a.s. 2011-2012                    38
La virtù è ricerca e scienza

In Grecia la virtù dell’uomo (areté) è il suo modo di essere
   ottimale e dunque il modo migliore di comportarsi nella
   vita. Essa era considerata già data, garantita dalla nascita o
   dagli dei.

Per i Sofisti la virtù è un valore che deve essere umanamente
   conquistato con sforzo e impegno: dipende dall’educazione
   (paidéia), dalla cultura.

Socrate: la virtù è una faticosa conquista; essere uomini è frutto
   di un’arte difficile e importante.
                              a.s. 2011-2012                    39
La virtù (arte del ben vivere e del ben comportarsi) è sempre
   una forma di sapere, un prodotto della mente: per essere
   uomini migliori bisogna riflettere, cercare, ragionare:
       è indispensabile riflettere criticamente sull’esistenza
                             (filosofeggiare)

Il bene e il giusto, valori umani, scaturiranno dal nostro lucido
    ragionare (… un’azione diviene buona in quanto so che ora
   è bene farla. Non è un sapere già posseduto o appreso da
   maestri o libri, ma esso scaturisce dal ragionare
   consapevole, dalla consapevolezza di se stessi scaturita dal
   ragionamento).
La vita è un’avventura disciplinata dalla ragione (razionalismo
   morale).
                             a.s. 2011-2012                   40
La virtù razionale può essere insegnata e comunicata a tutti,
   divenendo il necessario patrimonio di ogni uomo.
Ogni uomo deve imparare bene il mestiere di vivere, la scienza
   del bene e del male:
       Da ciò emerge come essere uomini = essere filosofi
Dunque la virtù è unica poiché tutte le singole virtù sono
   manifestazioni dell’unica scienza del bene (es. essere
   coraggiosi significa sapere quando esserlo). Le virtù umane
   coincidono con i valori dell’interiorità e delle ragione, in ciò
   operando una vera rivoluzione della tavola dei valori poiché
   l’apice sta ora nei valori dell’anima (Reale-Antiseri). Non è
   però un insegnamento ascetico (Nietzsche).
                              a.s. 2011-2012                   41
virtù
          •È scienza

virtù
          •È insegnabile

virtù
          •È unica
        Il vizio è IGNORANZA: nessuno
               pecca volontariamente
                    a.s. 2011-2012      42
La virtù umana coincide con i valori dell’interiorità e della
   ragione, operando una rivoluzione: i veri valori coincidono
   con quelli “dell’anima” e non con le cose esteriori
   (mondanità) o con quelli legati al corpo.
La morale non è fanatico esercizio di automortificazione
   (Nietzsche) ma un modo d’esser che mira alla utilità, felicità
   della vita.
La virtù socratica è potenziamento tramite la ragione (calcolo
   intelligente finalizzato a rendere migliore la nostra vita)
   dell’uomo.
La ragione con il suo calcolo intelligente pone ordine nel caos
   degli istinti. La ragione disciplina la vita!
                             a.s. 2011-2012                  43
Virtù = arte del saper vivere, ma saper vivere con gli
   altri poiché l’uomo è essere sociale.



                     La politica è
        Non dominio, predominio del prossimo
                         ma
        Ragionare insieme per il bene della città


                          a.s. 2011-2012                 44
Chi fa il male, lo fa
per ignoranza del
bene
                                         È preferibile
                                         subire il male
                                         che commetterlo
                                         Poiché solo la virtù e
   Nessuno pecca                         la giustizia rendono
   volontariamente                       l’uomo felice
                        a.s. 2011-2012                       45
virtù                    sapienza




vizio                    ignoranza


        a.s. 2011-2012               46
Accusato di Intellettualismo etico:
                   Socrate dimentica

                 Volontà
                 umana
                                          Istinti e
                                         affettività



     … avrebbe esagerato la potenza della ragione

                        a.s. 2011-2012                 47
Accusato di Formalismo etico:

           Non definisce in concreto la virtù,
 non specifica quale sia il comportamento concreto
  che l’uomo deve tenere.
Ma Socrate non vuole dare formule o concetti eterni
  del bene, bensì sfuggire al relativismo morale (che
  lascia l’uomo privo si saldi criteri etici) attraverso
  l’uso della ragione che nel concreto e vissuto
  personale rispetta la propria e l’altrui dignità umana.
                         a.s. 2011-2012               48
Ossequio formale agli dei
della tradizione che sono
manifestazioni dell’unico
            dio

   La mente dell’uomo è
 un’attuazione particolare
    della mente divina
universale e dell’ordine che
     governa il mondo


  La divinità è custode del
   destino degli uomini e
  difesa dei valori morali




                               a.s. 2011-2012   49
Denunciato da Meleto, Anito e Licone:
     non riconosce gli dei tradizionali, ne introduce di nuovi
                        corrompe i giovani
Si difese esaltando il compito educativo della sua missione.
La sua morte ha costituito “un mito” a cui la popolarità di
    Socrate nei secoli a venire deve molto.
Morì, 399 ac, nella restaurata democrazia (dopo i Trenta tiranni
    – 404 ac) che aveva assunto una fisionomia conservatrice
    tesa a ricordare e conservare il passato glorioso di Atene e la
    religione tradizionale come baluardo ideale di coesione
    sociale. Socrate era poi fautore di una linea che voleva il
    potere affidato a persone competenti, dunque non a tutti,
    ed era stato amico di alcuni che avevano ordito il colpo di
    stato dei Trenta tiranni. a.s. 2011-2012                    50
Essa dice:
La piena fedeltà di Socrate a se stesso e ai suoi principi etici
    (aveva insegnato la giustizia e il rispetto delle leggi della città)
L’uomo infatti emerge dall’animalità istintiva e caotica solo in
    un contesto comunitario retto da leggi. L’uomo è tale in
    quanto figlio delle leggi della sua città, leggi che può
    cambiare e migliorare ma mai violare (preferì morire per
    fedeltà alle leggi che vivere violandole)
L’intellettuale soccombe tragicamente di fronte al potere
    organizzato delle forze politiche.



                                a.s. 2011-2012                     51
Non scrisse nulla


                       Colui che sa di
                        non sapere

      ironia                                   maieutica
                      Rendere coscienti
                         del presunto
 Domanda che          sapere nel dialogo     Far partorire le
   cos’è? Per                                    anime
 mostrare falsità
   del sapere
                       Prendersi cura
                        della propria
Virtù conoscenza           anima
di ciò che è bene o
        male          La filosofia rende
                       felici e giusta la
                              città               È un metodo
  Chi conosce il
                                                cooperativo: una
  bene non può
                                              ricerca filosofica che
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                                              ha come obiettivo la
      male
                            a.s. 2011-2012            verità        52

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L'indagine sull'uomo fino a socrate

  • 2. In antichità: sophistés (sapiente) = sophos (saggio): uomo esperto con vasta cultura generale. Nel V secolo a.c.: facevano professione di sapienza e insegnavano dietro compenso. Godono di cattiva fama a causa dei giudizi sprezzanti di Senofonte, Platone, Aristotele (falsi sapienti, prostituti della cultura …) Divennero sinonimo di cavillatore in malafede o maestro dei ragionamenti capziosi. Sofistico equivale oggi a falso, artificioso, truccato a.s. 2011-2012 2
  • 3. Essi operarono la rivoluzione filosofica ponendo al centro della riflessione l’uomo e tutto il suo mondo nell’Atene del V secolo ac. uscita vittoriosa dalla guerra contro i persiani. La democrazia ateniese è il necessario presupposto alla nascita dell’arte dell’eloquenza, necessaria a rendere abili gli uomini nelle loro faccende e nella competizione civile e politica. Essi istruirono il ceto dirigente nell’arte retorica (virtù politica). a.s. 2011-2012 3
  • 4. 1. “Illuminismo greco”: si criticano esplicitamente i miti e le credenze della tradizione greca a favore di nozioni razionali o almeno credute tali. 2. Per primi riconoscono il valore della cultura intesa come formazione globale di un individuo nell’ambito di un popolo. La virtù (educazione) dipende dal sapere che va incrementato e diffuso. 3. Per lavoro erano continuamente in viaggio: divennero portatori di istanze cosmopolite e panelleniche. Ebbero chiara coscienza della varietà e molteplicità dei costumi e dei valori umani, eliminando il dogmatismo e l’assolutizzazione della cultura greca. a.s. 2011-2012 4
  • 6. Di Abdera, godette di grande fama in Grecia. Insegnò in molte città, tra cui Atene, e fu amico di Pericle. Le sue idee religiose spregiudicate gli procurarono parecchi nemici e l’accusa di empietà per cui dovette fuggire da Atene. Scrisse: Ragionamenti demolitori Le Antilogie a.s. 2011-2012 6
  • 7. “L’uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono”. L’uomo è il metro, il soggetto, il criterio del giudizio della realtà o non realtà delle cose, del loro modo d’essere e del loro significato. a.s. 2011-2012 7
  • 8. Ci sono varie interpretazioni di questo principio: UOMO COSE A - Individuo Oggetti percepiti B - Umanità Realtà in generale C - Comunità Valori A - Ogni singolo uomo giudica la realtà in base a parametri soggettivi (Platone). B - Ogni uomo in quanto appartiene alla specie umana e razionale utilizza parametri comuni. C – ogni uomo valuta le cose secondo la mentalità e i valori tipici della sua mentalità e cultura a.s. 2011-2012 8
  • 9. La lettura veritiera di Protagora si compone delle 3 prospettive precedenti: L’uomo è misura della realtà a livelli diversi e comunque sovrapposti: Singolo Specie umana Comunità/mentalità a.s. 2011-2012 9
  • 10. La teoria protagorea è dunque: UMANISMO L’uomo è sempre il soggetto, la misura , il baricentro, il criterio di ogni affermazione o negazione sulla realtà FENOMENISMO Abbiamo sempre e solo a che fare con la realtà quale appare a noi RELATIVISMO Non c’è una verità assoluta, ma la verità e il modello di Conoscitivo e comportamento è sempre morale relativo a chi giudica a.s. 2011-2012 10
  • 11. La teoria di Protagora dunque distruggeva qualsiasi credenza in un’unica verità o in un unico sistema di valori valido sempre e comunque, introducendo la diversità e la eterogeneità degli ideali e dei valori che reggono la convivenza umana. Esempio: lo scritto anonimo Ragionamenti doppi che sottintende sicuramente il pensiero del nostro autore: è la teorizzazione del relativismo culturale, cioè il riconoscimento della disparità dei valori che presiedono alle diverse civiltà umane senza alcuna gerarchia di giudizio. a.s. 2011-2012 11
  • 12. Relativismo conoscitivo e morale Equivalenza ideale delle opinioni: in teoria tutto è vero. Eppure Protagora credeva che vi fosse un principio di scelta all’interno delle diverse teorie. È vero manca una teoria forte in grado di fungere da principio della scelta, ma si può e si deve assumere un principio debole: l’utilità privata e pubblica delle credenze. Essa diviene anche lo strumento di verifica delle teorie stesse. La verità diviene il giovevole, ciò che è dimostrato storicamente e socialmente utile all’individuo, alla comunità, alla specie (visione umanistico – storicistica). a.s. 2011-2012 12
  • 13. Sofista = propagandista dell’utile; mediante la parola cerca di modificare le opinioni in vista dell’utilità. La retorica serviva, in un’ottica politico – educativa, a trasformarevl’opinione meno utile e più dannosa in un’opinione più utile e proficua. Il sofista rischiava così di diventare uno strumento del potere legittimando l’utile dei potenti, e ciò avverrà con la seconda generazione. Protagora intendeva però l’utile e le leggi nella prospettiva di creare il benessere comune della città e la sopravvivenza della specie (criterio di responsabilità dell’uomo). a.s. 2011-2012 13
  • 14. Il grande sofista Protagora accettò di insegnare legge a uno studente di nome Euatlo. Poiché questi era povero, i due presero i seguenti accordi: Euatlo avrebbe ricompensato Protagora non appena avesse vinto la sua prima causa in tribunale. Terminati gli studi, Euatlo decise di seguire la carriera politica, abbandonando il proposito di praticare la professione legale. Protagora, che non aveva ancora ricevuto l'onorario pattuito, chiese a Euatlo il pagamento. Quest'ultimo rispose che avrebbe dovuto pagare solo dopo aver vinto la sua prima causa e ciò non era ancora avvenuto. Allora Protagora, irritatissimo, decise di citare Euatlo in giudizio, per fargli mantenere la promessa. Di fronte alla corte, Protagora disse che se Euatlo avesse perso la causa, allora avrebbe dovuto obbedire al giudizio della corte e quindi pagare il dovuto; se, invece, Euatlo avesse vinto, allora avrebbe appunto vinto la sua prima causa e quindi, in base al vecchio accordo, avrebbe dovuto versare a Protagora la cifra pattuita. Euatlo, in maniera altrettanto impeccabile, dimostrando di aver appreso brillantemente quanto insegnatogli dal Maestro, ribattè che se avesse vinto la causa, la corte avrebbe dato ragione a lui, quindi non avrebbe dovuto nulla a Protagora; se, invece, avesse perso la causa non avrebbe dovuto pagare, comunque, il suo vecchio Maestro, non avendo infatti ancora vinto la sua prima causa. a.s. 2011-2012 14
  • 15. Discepolo di Empedocle. Esercitò prevalentemente ad Atene. Opere: Sul non essere o sulla natura Encomio di Elena Tre tesi fondamentali: Nulla c’è Se anche qualcosa c’è, non è conoscibile dall’uomo Se anche è conoscibile, è incomunicabile agli altri a.s. 2011-2012 15
  • 16. Nulla esiste La realtà, testimoniata dai sensi, non si può concettualizzare filosoficamente. Viene negata la pensabilità logica e ontologica dell’essere in generale, e in particolare dell’archè o struttura metafisica di cui i vari pensatori presocratici erano andati alla ricerca. Essa non è filosoficamente trattabile Se anche qualcosa c’è, non è conoscibile dall’uomo La nostra mente non è una fotografia esatta della realtà e dunque il nostro pensiero non rispecchia necessariamente la realtà (non può presumere di conoscerla). È colpita al cuore l’equazione pensiero-essere di Parmenide; è introdotta una frattura radicale tra la mente e le cose. a.s. 2011-2012 16
  • 17. Se anche è conoscibile, è incomunicabile agli altri La realtà non è esprimibile e spiegabile con il linguaggio; esso è altra cosa rispetto alla realtà e non possiede adeguata capacità di rivelarla o descriverla. La tesi di Gorgia acquista valore filosofico se riferita al concetto di Essere o di Dio: Tali entità non ci sono, sono inconoscibili, sono inesprimibili! Ateismo Scetticismo Agnosticismo metafisici e teologici a.s. 2011-2012 17
  • 18. Scetticismo metafisico Impotenza umana a parlare dell’essere e delle strutture del reale. Distruzione di ogni possibile metafisica, cosmologia, teologia vista la sfiducia assoluta nelle possibilità conoscitive della mente umana. Prima vera messa in discussione della metafisica occidentale: Lo scetticismo investe ogni campo del sapere, pensiero e linguaggio perdono valore ! a.s. 2011-2012 18
  • 19. Se nulla è vero, allora tutto è falso. Nessun criterio per la scelta può essere ipotizzato (nemmeno l’utile di Protagora). L’unica cosa che resta è il linguaggio e la sua potenza: forza ammaliatrice, celebrata nella retorica. Concezione tragica del reale. L’esistenza è qualcosa di fondamentalmente irrazionale e misterioso (contro il razionalismo ottimista di chi cercava il logos della realtà). Le azioni degli uomini sono guidate dalle circostanze, dalla menzogna, dalle passioni, dall’ignoto destino: gli uomini sono fondamentalmente incolpevoli poiché fragili e inconsistenti davanti alla tragicità della vita (Encomio di Elena). a.s. 2011-2012 19
  • 20. Primi abbozzi di una teoria della civiltà frutto di una nuova visione progressiva della storia. Protagora: l’uomo diviene tale entrando in società (tecniche) e trasforma la realtà a suo vantaggio. Tecnica delle tecniche è la politica, arte che riguarda ogni uomo (democrazia ateniese). Prodico di Ceo: esalta il lavoro che conduce la storia dell’uomo alle più alte conquiste. Antifonte: la concordia tra gli uomini è lo scopo e la condizine della società. Civiltà è allora sforzo progressivo di modifica dell’ambiente naturale e sociale a vantaggio dell’uomo. a.s. 2011-2012 20
  • 21. Primi abbozzi di una teoria della religione. Protagora: dio non è razionalmente affermabile o negabile, agnosticismo religioso. Prodico di Ceo: gli dei sono proiezioni dell’utile e del vantaggioso. Crizia: la religione è strumento dei potenti per controllare il popolo. È la rottura della visione sacrale dell’esistenza della Grecia antica. a.s. 2011-2012 21
  • 22. Primi abbozzi di una teoria delle leggi che hanno ora una origine umana e convenzionale, non divina. Protagora: le leggi, pur convenzionali, devono essere rispettate per mantenere la società e l’uomo che in essa vive e diviene tale (utile). Ippia di Elide: distingue tra legge naturale immutabile e legge umana mutevole. Antifonte: vera è solo la legge naturale, quella umana è opinabile quando non decisamente falsa. La prima spinge al giovevole e alla concordia ma viene oppressa dalle leggi della città. Uguaglianza degli uomini. Trasimaco di Calcedonia: la legge maschera solo gli interessi dei potenti che così li tutelano (Crizia). a.s. 2011-2012 22
  • 23. Primi abbozzi di una teoria del linguaggio. Le argomentazioni sono macrologie (discorsoi lunghi) o brachilogie (discorsi brevi). Eristica: obiettivo è far prevalere i propri discorsi in una contesa tra tesi contrarie. La contesa non va necessariamente alla ricerca della verità. Antilogie: metodo che contrappone le tesi tra loro eliminando la prospettiva classica che voleva un unico punto di vista veritiero e un’unica argomentazione possibile. Dialettica: il momento in cui ciò avviene è nel discorso con l’avversario con lo scopo di argomentare a fini persuasivi. a.s. 2011-2012 23
  • 24. I sofisti misero in crisi il rapporto tra il linguaggio e la verità/realtà . Infatti da Gorgia la parola diviene autonoma: essa è tutto e può tutto. È esaltata la sua capacità ammaliatrice e la retorica diviene arte della suggestione e della persuasione; il rischio è allora che la politica tenda a ridursi a retorica. a.s. 2011-2012 24
  • 25. Padre Sofronisco, scultore Madre Fenarete, levatrice Forse allievo di Anassagora Fu tre volte in battaglia per Atene. Lontano dalla vita politica per la filosofia intesa come ricerca incessante su se stesso e gli altri, senza alcun insegnamento regolare. La sua vita semplice e il suo aspetto fisico stridevano con il carattere morale e la padronanza di sé. Non ha scritto nulla poiché la ricerca filosofica non poteva essere condotta o continuata dopo di lui da uno scritto; esso può comunicare una dottrina, non stimolare e dirigere una ricerca filosofica. (vedi Fedro 275 e). a.s. 2011-2012 25
  • 26. Abbiamo testimonianze indirette, non sempre coerenti tra loro. Aristofane: le Nuvole, Atene 423. intellettuale innovatore, chiacchierone perdigiornovcorruttore dei giovani e negatore degli Dei della città, (accomunato ai sofisti e al clima innovatore nell’Atene del tempo). Policrate: Accusa contro Socrate, 393. disprezzatore della democrazia e capofila degli esponenti dell’aristocrazia ateniese oltranzista. Corruttore dei giovani e delle credenze dello stato. Senofonte: moralista e predicatore, ritratto modesto e limitante del filosofo. Platone: maestro ammirato e rispettato. Aristotele: scopritore del concetto e teorico della virtù come scienza. a.s. 2011-2012 26
  • 27. Il mondo culturale ove agivano i sofisti: illuminismo greco. Vi sono alcune similarità: 1. Attenzione esclusiva per l’uomo (antropologia). 2. Disinteresse per le indagini cosmologiche. 3. Ricerca nell’uomo dei criteri del pensiero e dell’azione. 4. Mentalità razionalistica. Anticonformistica, antitradizionalistica in grado di porre in dubbio critico ogni asserzione. 5. Inclinazione alla dialettica e al paradosso. a.s. 2011-2012 27
  • 28. 1. La cultura non è una professione. 2. Ricerca e amore della verità contro il relativismo. 3. Rifiuto della filosofia come retorica ed esibizionismo verbale. 4. Superamento del relativismo morale e conoscitivo. 5. Ricerca negli uomini delle verità comuni in grado di avvicinare i diversi soggetti e punti di vista. Diventa allora fondamentale il rapporto triangolare: sofisti-Socrate-Platone a.s. 2011-2012 28
  • 29. Un cammino che lo pone in una posizione mediana •Umanesimo Sofisti •Culturalmente simile Socrate •Avversario implacabile •Superamento del relativismo Platone a.s. 2011-2012 29
  • 30. Partito da interessi naturalistici e cosmologici (Fedone 96), rimase deluso e si convinse che alla mente umana sfuggano i perché ultimi delle cose; si rivolse allora all’indagine sull’uomo cercando con la ragione di chiarire il significato del suo essere uomo. “Conosci te stesso”: si è uomini tra gli uomini, il rapporto con gli altri ci costituisce: la filosofia è dialogo interpersonale, è con-filosofia. Colloquio incessante, ricerca continua: questo è il senso dell’esistenza: “una vita senza esame non è degna di essere vissuta” (Apologia di Socrate, 38a). a.s. 2011-2012 30
  • 31. A) Il non sapere: sapiente è solo colui che sa di non sapere. Il filosofo genuino è colui che ha compreso che intorno alle cause e alle strutture del Tutto nulla si può sapere con certezza (simile all’agnosticismo di Protagora e Gorgia e in polemica contro i fisici naturalisti). Si può invece fare ricerca di verità sull’uomo contrastando tutti gli uomini dogmatici che pretendono di saperla lunga sull’uomo. “L’ignoranza” è condizione preliminare della ricerca, la incoraggia. Evidenzia “So di Stimolo Socrate i limiti non ad della sapere” indagare ricerca a.s. 2011-2012 31
  • 32. B) L’ironia: serve a rendere consapevoli gli altri della propria ignoranza (eironéia: dissimulazione). Vengono smascherate le posizioni preconcette, non riflesse, supponenti per mostrare il sostanziale non sapere in cui si trovano; il fine è provocare nell’interlocutore dubbio e incertezza, per iniziare la ricerca (Menone,80d) Distruzione della presunzione di sapere attraverso una sofistica nobile che punta alla purificazione della mente dalle malfondate convinzioni quotidiane date per vere in modo assoluto. a.s. 2011-2012 32
  • 33. Martellante rete Inconsistenza Teatrale di quesiti e delle verità adulazione del domande: dubbi e dichiarate, sapere del confutazioni delle vergogna e stizza personaggio verità dichiarate dell’interlocutore. a.s. 2011-2012 33
  • 34. C) La maieutica: ostetrico delle anime, aiutava gli intelletti a partorire il loro genuino punto di vista sulle cose (Teeteto, 151d). La verità è conquista personale, avventura della mente. Socrate non comunica dall’esterno una dottrina (dotto orientale), non riempie la mente dei discepoli con un sistema di idee. Vuole stimolare l’uomo a ritrovare nella sua interiorità una sua verità condivisibile. È una forma di auto- educazione. a.s. 2011-2012 34
  • 35. Platone: definizioni. Egli chiedeva “ti ésti” (che cosa è?) cercando una definizione precisa di ciò che stava cercando non accontentandosi di semplici elenchi; lo ricordano anche Senofonte nei Memorabili (I,1,11-16) o Platone nel Menone (72c). Il suo discorrere era rapido e veloce, fatto di brevi battute che chiedevano risposte precise (brachilogie). Tal dialettica stringente aveva due effetti: Negativo: mettere in crisi ed eliminare formule accettate acriticamente dall’interlocutore. Positivo: cercare una definizione soddisfacente e un accordo linguistico concettuale tra i dialoganti. a.s. 2011-2012 35
  • 36. Aristotele sosteneva che: ha scoperto il concetto, cioè la conoscenza universale e il ragionamento induttivo (Metafisica, XIII, 4, 1078b). Il secondo è il procedimento razionale per cui dall’esame di un certo numero di casi particolari si risale ad una affermazione generale che esprime la definizione, il concetto di una cosa. Certo Socrate mirava a pungolare le anime non certo a divenire possessore di una conoscenza definitiva. a.s. 2011-2012 36
  • 37. Ignoranza e ironia Mezzi e artifici Il Dialogo Brachilogie e socratico usa confutazione Scopo Ti ésti e maieutica a.s. 2011-2012 37
  • 38. Confronto con i protagonisti indicati: Contro sofisti Socrate Platone/Aristotele • Cerca un ordine • Iniziale reazione • Una scienza nel discorso al relativismo delle definizioni interpersonale linguistico, o un sapere con la necessità conoscitivo e assoluto capace di precisare morale della di rispecchiate linguisticamente i sofistica entità concetti • Definizioni e metafisiche • Necessità di concetto eterne trovare un punto rimangono d’accordo comunque allo interpersonale stato esigenziale a.s. 2011-2012 38
  • 39. La virtù è ricerca e scienza In Grecia la virtù dell’uomo (areté) è il suo modo di essere ottimale e dunque il modo migliore di comportarsi nella vita. Essa era considerata già data, garantita dalla nascita o dagli dei. Per i Sofisti la virtù è un valore che deve essere umanamente conquistato con sforzo e impegno: dipende dall’educazione (paidéia), dalla cultura. Socrate: la virtù è una faticosa conquista; essere uomini è frutto di un’arte difficile e importante. a.s. 2011-2012 39
  • 40. La virtù (arte del ben vivere e del ben comportarsi) è sempre una forma di sapere, un prodotto della mente: per essere uomini migliori bisogna riflettere, cercare, ragionare: è indispensabile riflettere criticamente sull’esistenza (filosofeggiare) Il bene e il giusto, valori umani, scaturiranno dal nostro lucido ragionare (… un’azione diviene buona in quanto so che ora è bene farla. Non è un sapere già posseduto o appreso da maestri o libri, ma esso scaturisce dal ragionare consapevole, dalla consapevolezza di se stessi scaturita dal ragionamento). La vita è un’avventura disciplinata dalla ragione (razionalismo morale). a.s. 2011-2012 40
  • 41. La virtù razionale può essere insegnata e comunicata a tutti, divenendo il necessario patrimonio di ogni uomo. Ogni uomo deve imparare bene il mestiere di vivere, la scienza del bene e del male: Da ciò emerge come essere uomini = essere filosofi Dunque la virtù è unica poiché tutte le singole virtù sono manifestazioni dell’unica scienza del bene (es. essere coraggiosi significa sapere quando esserlo). Le virtù umane coincidono con i valori dell’interiorità e delle ragione, in ciò operando una vera rivoluzione della tavola dei valori poiché l’apice sta ora nei valori dell’anima (Reale-Antiseri). Non è però un insegnamento ascetico (Nietzsche). a.s. 2011-2012 41
  • 42. virtù •È scienza virtù •È insegnabile virtù •È unica Il vizio è IGNORANZA: nessuno pecca volontariamente a.s. 2011-2012 42
  • 43. La virtù umana coincide con i valori dell’interiorità e della ragione, operando una rivoluzione: i veri valori coincidono con quelli “dell’anima” e non con le cose esteriori (mondanità) o con quelli legati al corpo. La morale non è fanatico esercizio di automortificazione (Nietzsche) ma un modo d’esser che mira alla utilità, felicità della vita. La virtù socratica è potenziamento tramite la ragione (calcolo intelligente finalizzato a rendere migliore la nostra vita) dell’uomo. La ragione con il suo calcolo intelligente pone ordine nel caos degli istinti. La ragione disciplina la vita! a.s. 2011-2012 43
  • 44. Virtù = arte del saper vivere, ma saper vivere con gli altri poiché l’uomo è essere sociale. La politica è Non dominio, predominio del prossimo ma Ragionare insieme per il bene della città a.s. 2011-2012 44
  • 45. Chi fa il male, lo fa per ignoranza del bene È preferibile subire il male che commetterlo Poiché solo la virtù e Nessuno pecca la giustizia rendono volontariamente l’uomo felice a.s. 2011-2012 45
  • 46. virtù sapienza vizio ignoranza a.s. 2011-2012 46
  • 47. Accusato di Intellettualismo etico: Socrate dimentica Volontà umana Istinti e affettività … avrebbe esagerato la potenza della ragione a.s. 2011-2012 47
  • 48. Accusato di Formalismo etico: Non definisce in concreto la virtù, non specifica quale sia il comportamento concreto che l’uomo deve tenere. Ma Socrate non vuole dare formule o concetti eterni del bene, bensì sfuggire al relativismo morale (che lascia l’uomo privo si saldi criteri etici) attraverso l’uso della ragione che nel concreto e vissuto personale rispetta la propria e l’altrui dignità umana. a.s. 2011-2012 48
  • 49. Ossequio formale agli dei della tradizione che sono manifestazioni dell’unico dio La mente dell’uomo è un’attuazione particolare della mente divina universale e dell’ordine che governa il mondo La divinità è custode del destino degli uomini e difesa dei valori morali a.s. 2011-2012 49
  • 50. Denunciato da Meleto, Anito e Licone: non riconosce gli dei tradizionali, ne introduce di nuovi corrompe i giovani Si difese esaltando il compito educativo della sua missione. La sua morte ha costituito “un mito” a cui la popolarità di Socrate nei secoli a venire deve molto. Morì, 399 ac, nella restaurata democrazia (dopo i Trenta tiranni – 404 ac) che aveva assunto una fisionomia conservatrice tesa a ricordare e conservare il passato glorioso di Atene e la religione tradizionale come baluardo ideale di coesione sociale. Socrate era poi fautore di una linea che voleva il potere affidato a persone competenti, dunque non a tutti, ed era stato amico di alcuni che avevano ordito il colpo di stato dei Trenta tiranni. a.s. 2011-2012 50
  • 51. Essa dice: La piena fedeltà di Socrate a se stesso e ai suoi principi etici (aveva insegnato la giustizia e il rispetto delle leggi della città) L’uomo infatti emerge dall’animalità istintiva e caotica solo in un contesto comunitario retto da leggi. L’uomo è tale in quanto figlio delle leggi della sua città, leggi che può cambiare e migliorare ma mai violare (preferì morire per fedeltà alle leggi che vivere violandole) L’intellettuale soccombe tragicamente di fronte al potere organizzato delle forze politiche. a.s. 2011-2012 51
  • 52. Non scrisse nulla Colui che sa di non sapere ironia maieutica Rendere coscienti del presunto Domanda che sapere nel dialogo Far partorire le cos’è? Per anime mostrare falsità del sapere Prendersi cura della propria Virtù conoscenza anima di ciò che è bene o male La filosofia rende felici e giusta la città È un metodo Chi conosce il cooperativo: una bene non può ricerca filosofica che commettere il ha come obiettivo la male a.s. 2011-2012 verità 52