Presentazione del libro: Avvicinarsi al sogno - serata del 10 marzo
Come e perchè costruire un siti internet
1. Massimo Giuliani
LO PSICOLOGO NELLA RETE
(come aprire uno spazio web e perché)
(come aprire uno spazio web e perché)
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Massimo Giuliani www.massimogiuliani.it
Webinar
Ordine degli Psicologi della Lombardia,
18 marzo 2013
2. Che grado di familiarità
hai col web?
Io? Scherzi? Io detesto il computer e lo accendo solo se mi
costringono.
Uso poco la posta elettronica e quando vedo un mouse
chiamo la derattizzazione.
In realtà mi sono iscritto perché avevo capito che era un
webinar sul DSM IV carpiato.
3. Che grado di familiarità
hai col web?
Beh, uso ogni tanto la posta elettronica (me l’ha aperta mio
cugino).
Cerco informazioni in rete se non ho l’enciclopedia a portata
di mano.
Certo, se vado in vacanza un mese senza connessione non è
che ne senta la mancanza...
4. Che grado di familiarità
hai col web?
Uso comunemente Google e scarico spesso la posta
elettronica.
Una volta credo di aver fatto un acquisto on line, ma era più
comodo Postal Market.
Sì, sarà utile, ma non mi appassiona...
5. Che grado di familiarità
hai col web?
Uso più motori di ricerca e cerco le informazioni di cui ho
bisogno.
Scarico quotidianamente la posta elettronica.
Ho un account Facebook dove mi affaccio ogni tanto (ho
appena condiviso quell’appello per salvare un bambino rapito
dagli alieni) e mi capita di acquistare libri on line.
6. Che grado di familiarità
hai col web?
Mi piace navigare attraverso i link fra testi, non mi fermo alla
prima pagina che trovo.
Uso Facebook tutti i giorni, è decisamente più comodo della
posta elettronica. Faccio ricerche e acquisti, leggo i blog.
Prima di uscire di casa alla mattina spesso leggo in Internet
almeno i titoli dei giornali.
Da quando ho Skype riesco a tenermi in contatto coi parenti
in Nicaragua!
7. Che grado di familiarità
hai col web?
Uso Facebook e altri social network.
Ricevo la posta elettronica in tempo reale, anche attraverso il
telefonino.
Uso Wikipedia e le altre fonti on line, ho anche aperto un
blog.
Internet è la mia principale fonte di informazione, attraverso i
blog, i siti dei giornali, le tv in streaming.
Ah: lasciate perdere gli appelli per salvare i bambini rapiti dagli
alieni. Sono tutte bufale.
8. La rete e il
“mondo piccolo”
“Il nostro mondo è piccolo perché la
società è una rete molto fitta” (Albert-
László Barabási)
Stanley Milgram e la teoria dei “sei
gradi di separazione”.
La rete non è completamente
democratica: alcuni nodi sono più ricchi
di connessioni (sono gli hub).
9. Le nuove metafore della rete
:: dalla piramide alla rete
:: dal centro ai nodi
:: dal trasmettere al
condividere
:: dalle pratiche esperte alle
pratiche collaborative
10. La storia del testo
Il libro antico era poco più che un promemoria
dell’autore.
Nel III sec. a.C. nascono le prime biblioteche pubbliche:
con la diffusione del libro si passa dalla lettura ad alta
voce alla lettura silenziosa.
Theodore Nelson si pone il problema di organizzare e
connettere conoscenza e documenti. Conia il termine
“ipertesto” (1965).
Il rotolo consisteva in fogli di papiro
incollati uno sul bordo dell’altro: una
striscia di dieci metri con due
bacchette agli estremi.
11. Chi ha voglia di comunicare?
Pensiamo alla comunicazione come un processo non finalizzato, non
guidato intenzionalmente o strategicamente.
Noi non “comunichiamo”: noi “stiamo” nella comunicazione.
In questo senso è un processo “ecologico”. Non è teso al
cambiamento intenzionale dell’altro o al raggiungimento di un
obiettivo.
In questo senso lo scopo della comunicazione è comunicare.
12.
13. 3 avvisi ai naviganti!
1: La Rete non è lineare!
In rete non emerge chi è competitivo, chi sgomita per arrivare
primo o per raggiungere uno scopo.
La rete premia chi è collaborativo, chi è connesso, chi ha
qualcosa da raccontare, chi si diverte e comunica per il piacere
di comunicare.
14. 3 avvisi ai naviganti!
2: La Rete non separa!
La rete non ragiona per discipline e per “scuole”: ragiona per
collegamenti.
La rete premia chi cerca connessioni, chi sperimenta dialoghi
interdisciplinari, chi procede per analogie.
15. 3 avvisi ai naviganti!
3: La Rete è dialogica!
La rete non premia chi vuole avere l’ultima parola.
È a proprio agio nella rete chi si confronta con le ragioni
differenti e anche con le critiche, chi apprezza la polifonia dei
punti di vista e si sforza di comprenderli.
17. Cose che “ciascuno di noi
può fare”
• Non pubblicate nulla anonimamente a meno che non corriate dei
veri rischi.
• Se vi impegnate a lavorare su voci di Wikipedia, impegnatevi ancora
di più quando vi esprimete a vostro nome.
• Create un sito web che dice qualcosa di voi senza conformarvi ai
modelli standard disponibili sui siti di social network.
• Ogni tanto pubblicate un video la cui realizzazione vi abbia richiesto
cento volte il tempo necessario per guardarlo.
• Scrivete su qualche blog un post che vi abbia richiesto settimane di
riflessione prima che abbiate avvertito l’esigenza di condividerlo.
• Se usateTwitter, siate innovativi cercando di esprimere quello che
accade dentro di voi anziché descrivere banali eventi esterni, per
evitare il rischio subdolo di credere che gli eventi descritti
oggettivamente vi definiscano come definirebbero una macchina.
18. ...ma in internet lo psicologo si
autosvela?
Forse sì, ma la questione si può
riformulare: l’esperienza on line ci
porta a pensare in termini di “sé”
molteplice.
I diversi “sé” online e offline
possono diventare una specie di
“esercizio pratico di flessibilità”?
(v. S.Turkle,“La vita sullo
schermo”)
19. Per una cultura (anche psicologica)
della rete
• Marco Aime, Anna Cossetta, Il dono al tempo di Internet. Einaudi, 2010.
• Albert-László Barabási, Link. La scienza delle reti. Einaudi, 2004.
• Tim Berners-Lee, L’architettura del nuovo web. Feltrinelli, 2001.
• Fritjof Capra, La rete della vita. BUR, 2001.
• Luca De Biase, Economia della felicità. Dalla blogosfera al valore del dono e oltre.
Feltrinelli, 2007.
• Kenneth Gergen, The Saturated Self. Dilemmas of Identity in Contemporary Life.
Basic Books, 1991.
• Massimo Giuliani, Flavio Nascimbene, La terapia come ipertesto.Antigone,
2009.
• Massimo Giuliani, Il primo terremoto di Internet.Autopubbl., 2012.
• George Landow, L’ipertesto.Tecnologie digitali e critica letteraria. Bruno Mondadori,
1998.
• Jaron Lanier, Tu non sei un gadget. Mondadori, 2010.
• M. Maddalena Mapelli, Roberto Lo Jacono (a cura di), Pratiche collaborative in
rete. Nuovi modelli di ricerca universitaria. Mimesis, 2008.
• SherryTurkle, La vita sullo schermo.Apogeo, 1996.