XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
Area di progetto
1.
2. Le origini della filatura
(l’importanza della storia nei processi evolutivi)
• L’idea di rendere automatici e più regolari i processi di
filatura è specialmente dovuta a Leonardo da Vinci.
• Fra le note macchine che il suo genio ideò
precorrendone di quasi quattro secoli l’attuazione,
troviamo raccolte nel Codice Atlantico anche quelle tessili
e fra i meccanismi per filare tracciati con grande
semplicità ed artistica finezza i movimenti di rotazione e
traslazione del rocchetto e dell’aletta, che indicarono le
basi per i movimenti delle spole e delle alette nei Banchi
a Fusi e nei Filatoi.
• Guidato da queste, l’inglese Arkrwait costruì verso il
1708 il primo filatoio ad alette a più fusi, che fu in
seguito perfezionato e mosso per caduta d’acqua donde
il suo nome di water-frame.
3. • Figurano negli schizzi di Leonardo, meccanismi assai
leggeri e sensibili di legno, con sottili perni in metallo con
rotelle a pioli ed a gabbia o anche dentate come si usava
e come si conveniva a macchinette a moto continuo a
mano.
• Così quando più tardi si volle rendere automatica la
distribuzione del filo sul rocchetto, dimenticando quei
taciti suggerimenti se ne ricavò un ordigno grossolano e
pesante.
• Fu così che dopo secoli gli ingegneri hanno riconsiderato
i suggerimenti di Leonardo e capito che quest’uomo
geniale aveva precorso i tempi ipotizzando nei suoi
disegni l’utilizzo di materiali che sarebbero poi stati
scoperti successivamente.
4. Codice Atlantico. Foglio 106r.
Macchina garzatrice per fabbricare tessuti felpati e, sul margine destro, disegno di
un cardo meccanico. Si trattava di una macchina tessile per ammorbidire il
panno, spazzolandolo con cardi naturali montati su piccoli telai, che i lanaioli
muovevano manualmente. Il progetto di Leonardo prevedeva la possibilità di
garzare cinque rulli di tessuto simultaneamente, velocizzando il sistema di
produzione.
5. • Codice Atlantico. Foglio 39r.
• Macchina battiloro con ruote dentate e rocchetti che azionano la
mazza battente. La mazza è raffigurata anche in basso in due
differenti posizioni. I disegni sulla sinistra si riferiscono a un
macchinario per cimare i tessuti, disegnato sul verso del foglio.
7. Storia delle fibre artificiali
Il desiderio di emulare la natura e di
garantire una produzione non
soggetta alle condizioni ambientali
e stagionali furono i motivi che
indussero l’uomo a ricercare
materiali che sostituissero le fibre
naturali.
8. • Nel 1664 il fisico inglese Robert Hooke intuì
come si poteva produrre un filo artificiale,
simile alla seta, da una massa liquida
viscosa che solidificava per coagulazione.
Questa idea rimase un’utopia fino al 1846,
quando fu scoperto il nitrato di cellulosa, la
soluzione vischiosa di partenza.
9. • Nel 1884 il conte francese Bernigaud de
Chardonnet brevettò la “seta artificiale”
(Rayon Chardonnet) e cinque anni dopo,
all’esportazione mondiale di Parigi, furono
presentati per la prima volta filati e tessuti
ottenuti dal nitrato di cellulosa.
10. • L’importante novità fu seguita dalla nascita
delle fibre artificiali da cellulosa rigenerata
(Rayon cupro, rayon viscosa, fibre modali) e
poi delle fibre di acetato.
• Il Novecento è stato il secolo delle fibre
artificiali la cui smisurata produzione ha
contribuito all’inquinamento del pianeta
Terra.
11. Il secolo attuale è quello dell’
ecosostenibilità, l'attività umana che
regola la propria pratica secondo
assunti ecologisti nel quadro
dello sviluppo sostenibile.
12. Il rinnovamento delle risorse è al
centro dell’ ecosostenibilità, ed è
visto come capacità intrinseca
del mondo di trasformarsi in maniera
ciclica, capacità che va difesa per non
modificare i delicati equilibri
terrestri.
13. È eco-sostenibile ciò che porta ad agire
l'uomo in modo che il consumo di
risorse sia tale che
la generazione successiva riceva la
stessa quantità di risorse che noi
abbiamo ricevuto dalla generazione
precedente.
14. L'ecosostenibilità riguarda anche il
settore moda e punta a minimizzare
l’ impatto ambientale sia nella
coltivazione dei materiali che nella
produzione e commercializzazione
dei capi.
15. Il Lyocell in inglese
• Lyocell is a regenerated cellulose fiber made
from dissolving pulp (bleached wood pulp). It was
developed and first manufactured for market development
as Tencel[1] in the 1980s by Courtaulds Fibres in Coventry
UK and at the Grimsby UK pilot plant codenamed S25. The
process was first commercialised at Courtaulds rayon
factories at Mobile Alabama (1990) and Grimsby UK (1998),
but in 1998 Courtaulds was acquired by Akzo Nobel who
combined the Tencel division with other fibre divisions
under the Acordis banner prior to selling it off to private
equity (CVC Partners). In 2004 CVC sold the Tencel division
to Lenzing AG, who combined it with their "Lenzing Lyocell"
business but maintained the brand name Tencel.Lenzing
AG.[2] is currently (2013) the only major producer of lyocell
fibres.
• The US Federal Trade Commission defines Lyocell as "a
cellulose fabric that is obtained by an organic
solvent spinningprocess". It classifies the fibre as a sub-
category of rayon. The fiber is used to make textiles for
clothing and other purposes.
16. Rayon in inglese
• Rayon was the first manufactured fiber
developed, it made from wood or cotton pulp
and was first known as artificial silk. The
Swiss chemist, Georges Audemars invented
the first crude artificial silk around 1855, by
dipping a needle into liquid mulberry bark
pulp and gummy rubber to make threads. The
method was too slow to be practical.In 1884, a
French chemist, Hilaire de Charbonnet, Comte
de Chardonnay, patented an artificial silk that
was a cellulose-based fabric known as
Chardonnay.
17. • Milk." Pretty but very flammable, it was
removed from the market.
• In 1894, British inventors, Charles
Cross, Edward Bevan, and Clayton
Beadle, patented a safe a practical
method of making artificial silk that
came to be known as viscose rayon.
Avtex Fibers Incorporated first
commercially produced artificial silk or
rayon in 1910 in the United States. The
term "rayon" was first used in 1924.
18. Rayon..
• Il Rayon è una fibra trasparente che si
ottiene dalla cellulosa.
• La cellulosa viene trattata con
una base e solfuro di carbonio per
produrre viscosa.
• Le fibre di cellulosa del legno o
del cotone vengono sciolte con soda
caustica che reagisce con il solfuro di
carbonio
19. • dando
un composto solubile
• in acqua che è
una soluzione colloidale,
chiamata viscosa, che fatta
passare attraverso piccoli
ugelli in un bagno di acido
si riconverte a cellulosa. Lo
stesso processo,
utilizzando sottili fessure al
posto degli ugelli, fornisce
il cellophane.
20. • Il rayon fu inizialmente chiamato
"seta artificiale" o "seta del legno" e il nome
rayon fu usato per la prima volta nel 1924.
• Al contrario del nylon, il rayon assorbe
l'acqua rendendo i tessuti ottenuti molto più
confortevoli da indossare.
21. Oltre il rayon viscosa esistono
altre varianti di rayon, come il
rayon alla nitrocellulosa
(sviluppato nel 1891 ma messo
fuori produzione a causa della
sua alta infiammabilità), il
rayon cupro ammoniacale
(sviluppato nel 1890 e con
applicazioni industriali dal
1911,che è simile alla seta).
Esiste anche un processo
all'acido acetico che dà luogo
agli acetati tessili e al triacetato
di cellulosa, usato, per molti
anni, nelle pellicole
cinematografiche.
22. IL LYOCELL…
• Fibra ottenuta dal materiale cellulosico
proveniente generalmente da piante di pino o
di pioppo. Il lyocell ha iniziato la sua
commercializzazione soltanto tra il 1992 e il
1993, sotto il nome commerciale di Tencel. E’
simile per composizione alla viscosa, ma il
suo processo produttivo è più complesso ed
ecologico. Ha caratteristiche simili a quelle
del cotone ma il suo costo è superiore.
23.
24. COS’E’ IL LYOCELL?
Tencel o Lyocell è
un nuovo tipo di
tessuto ecologico,
attualmente
considerato la fibra
cellulosica artificiale
in assoluto più
compatibile con
l’ambiente.
25. Perché utilizzare il Lyocell ?
Il processo di produzione è poco inquinanteperché:
• I solventi utilizzati sono atossici, oltre ad essere
completamente riciclabili:
• Il lyocell è biodegradabile. Se posto in una discarica di
decompone completamente perché composto di una fibra
cellulosica poco linificata. Da appositi studi , risulta che esso
riesca a decomporsi in soli 8 giorni.
• L’unica sostanza chimica utilizzata nel processo produttivo è
il solvente non tossico N-metil-morfolina-N-Ossido ( NMMO) ,
che consente di riutilizzare il 99% della sostanza in un
processo a ciclo chiuso che minimizza l ‘impatto
sull’ambiente , risparmiando energia e acqua:
• Gli scarichi di fumi ed acque inquinanti che derivano dal
processo sono così scarsi da essere considerati praticamente
innocui.
26. Vantaggi del Lyocell
• Riduzione delle fasi di
trasformazione.
• Riduzione dei problemi ambientali
con recupero solvente.
• Migliorate caratteristiche della fibra
conseguenti alla minor
degradazione subita dalla cellulosa
originale.
27. La distinzione dei filati in base alla loro grossezza
sembrerebbe, la più logicamente attuabile, mediante la
misurazione del loro diametro;
ma ciò è possibile solo per filati metallici, e non per filati
deformabili.
Per questi filati la distinzione per grossezza viene effettuata
mediante un particolare procedimento che fa riferimento a
degli elementi facilmente controllabili, quali la lunghezza e il
peso, che prende il nome di titolazione, basato sul peso per
unità di lunghezza.
Necessariamente una delle due grandezze deve essere
fissata in precedenza mentre l’altra è variabile.
Se viene assunto come titolo il peso occorrente per formare
una determinata lunghezza, è evidente che in questo caso il
peso aumenta con l’aumentare del diametro dei filo.
Se invece prendiamo come titolo la lunghezza di filato
occorrente per formare un determinato peso, è evidente che
tale lunghezza aumenta al diminuire del diameto del filato.
-Ne consegue che:
Il titolo di un filato è un numero, indice della sua grossezza
proporzionale alla sezione del filato stesso.
Esistono due criteri fondamentali per la titolazione dei filati:
diretta e indiretta.
Nella titolazione diretta esiste proporzionalità diretta tra titolo
e sezione del filato.
29. Con riferimento ai simboli sopra riportati, si può scrivere che:
Dalla definizione di peso specifico
Si ricava
Il volume del primo filato è dato da:
Sostituendo il valore di Nella precedente formula si ha
Da cui possiamo ricavare il valore di :
Analogicamente si ricava per il secondo filato di :
2
2
1
P
A
L
1
1
P
V
1 1P V
1 1 1V A L 1V
1 1 1P A L
1A 1
1
1
P
A
L
2A
30. Sostituendo nella formula (*) le espressioni di e si ottiene:
Da cui semplificando si ricava:
Che è la relazione tra titoli, pesi e lunghezze dei due filati.
Attribuendo al filato n°2 titolo ‘’1’’ , dovremo attribuire a e valori particolari che
chiameremo
valori campionI e .
Attribuendo invece al filato n°1 valori generci, la precedente relazione
diventa :
1A 2A
1
1 1
22
2
P
T L
PT
L
1 1 2
2 2 1
T P L
T P L
2L2P
cL cP
c
c
L P
T
P L
31. Il rapporto si chiama costante di titolazione e dipende dai valori campioni prevalentemente fissati.
La formula generale della titolazione diretta è pertanto:
Nella titolazione indiretta invece si assume la proporzionalità indiretta tra due titoli (N) e sezioni, quindi
potremo scrivere , dove sostituendo si ha: e semplificando diventa:
Anche qui attribuendo al filato n°2 titolo ‘’1’’ e a e i simboli e , e al filato n°1 i valori generici, la
La precedente relazione diventa: , dove (costante di titolazione)
c
c
L
K
P
( )
( )
g
m
P
T K
L
1 2
2 1
N A
N A
2
1 2
12
1
P
N L
PN
L
1 2 1
2 1 2
N P L
N P L
2L 2P cL cP
c
c
P L
N
L P
( (
( )
m
g
L
K K
P
32. Legge 883 del 73 sulle fibre
tessili
Nella disposizione di legge di cui
l'articolo n.883 del 26/11/1973 e
attuale legge n.194/99, "LA DISCIPLINA
DELLE DENOMINAZIONI E DELLA
ETICHETTATURA DEI PRODOTTI TESSILI E
SUCCESSIVE MODIFICHE”, esistono
metodi di analisi quantitativa per
mischie binarie e ternarie di fibre
tessili, riconosciuti ed approvati a
livello nazionale ed europeo.
33. Devono essere etichette redatte in
lingua italiana in modo chiaro e ben
leggibile. Devono contenere la ragione
sociale del venditore o il marchio
registrato del prodotto messo in
vendita. I codici possono essere
utilizzati su documenti di transazione
commerciale. Altre normative relative
alle "ABBREVIAZIONI" della
dominazione delle fibre tessili sono le
seguenti:
• -NORMATIVA ISO 2076-1988-
E,RIFERITA ALLE FIBRE CHIMICHE
• -NORMA UNI 9983,GIUGNO 92
34. La presente legge è entrata
in vigore a decorrere dal 1°
gennaio 1974, munita del
sigillo dello Stato, ed è stata
inserita nella “Raccolta
ufficiale delle leggi e dei
decreti della Repubblica
italiana”.
35. Il triacetato è la fibra artificiale che permette
di realizzare capi idonei per le attività
sportive. Le sue caratteristiche sono
l’elasticità e la rapida asciugatura. La poca
igroscopicità, che incide sulla scarsa capacità
di assorbire il sudore corporeo, e le ridotte
capacità traspiranti rendono questa fibra
inadatta alla produzione di abbigliamento
estivo.
La fibra è poco resistente ma si difende bene
dall’azione di muffe, tarme e batteri.
LE FIBRE ARTIFICIALI PER
L’ABBIGLIAMENTO SPORTIVO.
36. • Il triacetato può essere considerato un
acetato con una più alta percentuale di
acido acetico. In campo tessile ha un
utilizzo limitato, destinato
prevalentemente all’abbigliamento
sportivo.