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CONSERVAZIONE E UTILIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
«La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e
il patrimonio storico e artistico della Nazione». È questa la definizione dell’articolo 9 della Costituzione, e
a cui deve far riferimento la politica di tutela e valorizzazione del territorio di Portici; ponendo in prima
istanza il diritto della collettività di contro l’interesse privato.
Si deve affermare la presa di coscienza, da parte della collettività, dell’idea di unità dei valori umani con-
tenuti nelle opere monumentali e di valore storico-artistico presenti sul nostro territorio. Tale fattore
impone il riconoscimento della necessità della conservazione attraverso il restauro ed il risanamento
dell’opera in una funzione che fosse idonea e rispondente alle esigenze dell’uomo moderno.
Le opere monumentali dei popoli recanti un messaggio spirituale del passato, rappresentano, nella vita
attuale, la viva testimonianza delle loro tradizioni secolari. La collettività che ogni giorno prende atto dei
valori umani, le considera patrimonio comune, riconoscendosi responsabile della loro salvaguardia di
fronte alle generazioni future.
La nozione di monumento storico comprende tanto la creazione architettonica isolata quanto l’ambien-
te urbano o paesistico che costituisca la testimonianza di una civiltà particolare, di un’evoluzione signifi-
cativa o di un avvenimento storico. Questa nozione si applica non solo alle grandi opere ma anche alle
opere modeste che, con il tempo, abbiano acquistato un significato culturale. La conservazione ed il res-
tauro dei monumenti devono mirare a salvaguardare tanto l’opera d’arte che la testimonianza storica
La conservazione dei monumenti è sempre favorita dalla loro utilizzazione in funzioni utili alla società:
una tale destinazione è augurabile ma non deve alterare la distribuzione e l’aspetto dell’edificio. Gli am-
bienti monumentali, quindi, devono essere l’oggetto di speciali cure, al fine di salvaguardare la loro
integrità ed assicurare il loro risanamento, la loro utilizzazione e valorizzazione.
Il patrimonio architettonico, espressione insostituibile della ricchezza e della diversità della cultura euro-
pea, nazionale e territoriale, è eredità comune di tutti i popoli e la sua conservazione necessita dell’ef-
fettiva solidarietà degli Stati europei, delle Pubbliche Amministrazioni e del cittadino; considerando che
la conservazione del patrimonio architettonico dipende largamente dalla sua integrazione nel quadro
della vita dei cittadini e dal suo ruolo nella pianificazione territoriale. Un’attenzione particolare deve es-
sere data proprio al cittadino ma soprattutto alla “triangolazione” tra giovani, territorio e creatività.
Il patrimonio architettonico non è formato solo dai monumenti più importanti ma anche dagli insiemi
che costituiscono le nostra città nel loro ambiente naturale o costruito. L’incarnazione del passato nel
patrimonio architettonico costituisce un ambiente che è indispensabile all’equilibrio ed alla completezza
dell’uomo. Questo patrimonio è una parte essenziale della memoria degli uomini contemporanei e deve
essere trasmesso alle generazioni future nella sua autentica ricchezza e nella sua diversità; operando al
contrario, l’umanità sarebbe privata d’una parte della sua coscienza, della sua storia. Tale patrimonio è
un capitale spirituale culturale economico e sociale di insostituibile valore. Le strutture degli insiemi
storici devono favorire l’equilibrio armonioso della società.
Il patrimonio architettonico ha un valore educativo determinante. Interessa conservare vive le testimo-
nianze di tutte le epoche e di tutte le esperienze. La sopravvivenza di queste testimonianze è assicurata
solo se la necessità della loro protezione è compresa dal più grande numero di persone e specialmente
dalle giovani generazioni che ne avranno domani la responsabilità.
Purtroppo questo patrimonio è in pericolo. Esso è minacciato dall’ignoranza, dalla vetustà, dalla degra-
dazione sotto tutte le sue forme, dall’abbandono. La tecnologia contemporanea, mal applicata, guasta le
strutture antiche, come anche quelle più recenti. Infine e soprattutto, la speculazione fondiaria ed im-
mobiliare si nutre di ogni errore ed omissione ed annienta i patrimoni architettonici.
Poiché queste ricchezze sono il bene comune di tutti i popoli, questi hanno il dovere comune di proteg-
gerle dai crescenti pericoli che li minacciano: abbandono e rovina, nuove costruzioni non armoniose e
circolazione eccessiva. I poteri locali sono tutti particolarmente responsabili della protezione del patri-
monio architettonico e devono aiutarsi attraverso lo scambio d’idee e d’informazioni. Il patrimonio ar-
chitettonico sopravvivrà solo se sarà apprezzato dal pubblico ed in specie dalle nuove generazioni. I
programmi scolastici, a tutti i livelli, dovranno preoccuparsi maggiormente di questa materia.
                                                      1
MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE

A Portici sono presenti numerose ville che fanno parte del cosiddetto Miglio d'oro del settecento napo-
letano, tutte edificate da ricchi nobili partenopei che scelsero la zona per la bellezza dei paesaggi e per la
salubrità dell’aria. Tra le ville vanno menzionate:

Villa Savonarola, sita sul Corso Garibaldi, arteria principale che collega la città di Portici con Napoli, il ca-
poluogo campano, oggi ospita alcuni uffici del Comune, ed è la sede dei matrimoni civili;

Villa Fernandes, sita su Via Armando Diaz, oggi sede di Associazioni;

Villa Maltese, addossata alla Reggia di Portici;

Palazzo Mascabruno, su Via Università, contiene al suo interno il Galappatoio Reale, uno dei due esisten-
ti in Europa;

Villa Caposele sita su Via Paladino;

Villa Mascolo, ristrutturata dall'Amministrazione locale nel 2009, con uno splendido anfiteatro;

Villa Zelo, sita in Via Addolorata, che fu abitata dal patriota, scrittore e senatore del Regno d'Italia Anto-
nio Ranieri.

Sul Corso garibaldi poi ci sono Villa Scocchera, Villa Bideri, Villa Gallo, Palazzo Ruffo di Bagnara, ed altre
tutte sotto la tutela della Soprintendenza ai Beni Architettonici.

Villa d'Elboeuf, palazzo settecentesco costruito nel 1711. Fu la prima, in ordine cronologico, delle 122
ville vesuviane del Miglio d'oro. Nel 1738 la villa ospitò Carlo di Borbone, che innamoratosi di quei luoghi
fece costruire nelle vicinanze la Reggia di Portici. Attualmente è data al completo stato di abbandono,
che sta riducendo la villa allo stato di rudere.



           CONSISTENZA DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO-CULTURALE

       •    Palazzo Amoretti                                    •   Villa Meola
       •    Villa Aversa                                        •   Villa Nava
       •    Esedra ex Villa Buono                               •   Villa Ragozzino
       •    Palazzo Capuano                                     •   Palazzo Reale
       •    Villa d'Amore                                       •   Palazzo Ruffo di Bagnara
       •    Villa d'Elboeuf                                     •   Palazzo Serra di Cassano
       •    Palazzo di Fiore                                    •   Villa Sorvillo
       •    Villa Emilia                                        •   Villa Starita
       •    Palazzo Evidente                                    •   Palazzo Valle
       •    Villa Gallo                                         •   Villa Zelo
       •    Collegio Landriani                                  •   Palazzo corso Garibaldi 28
       •    Villa Lauro Lancellotti                             •   Palazzo corso Garibaldi 40
       •    Villa Maltese                                       •   Palazzo corso Garibaldi 100
       •    Palazzo Mascabruno                                  •   Palazzo corso Garibaldi 101-111
       •    Villa Mascolo                                       •   Rudere corso Garibaldi 316
       •    Villa Menna
                                                       2
TUTELA ATTUALE DELLE VILLE VESUVIANE
I proprietari delle ville lungo il Miglio d'Oro, per lo più eredi degli aristocratici borbonici che le avevano cos-
truite, non furono in grado di garantirne la conservazione, già pregiudicata dai saccheggi ed i bombarda-
menti della Seconda guerra mondiale e dalla successiva speculazione edilizia. Il Parlamento Italiano, con la
legge n. 578 del 29 luglio 1971 istituì l'Ente per le Ville Vesuviane "allo scopo di provvedere alla conservazio-
ne, al restauro e alla valorizzazione del patrimonio artistico costituito dalle Ville Vesuviane", ma con scarsi
risultati (molte di tali ville nel territorio porticese sono degradate, abbandonate, o peggio, ridotte al quasi
stato di rudere). 122 sono le Ville censite e tutelate dall'Ente. Nonostante tutto il 17 marzo 2011 crolla una
di queste ville, proprio nel comune di Portici, il Palazzo Lauro Lancellotti a causa dell'abbandono.


                              OBBIETTIVI E RISULTATI DA RAGGIUNGERE
   La conservazione del patrimonio architettonico è uno dei principali obiettivi della pianificazione urbana e
    territoriale. La pianificazione urbana e territoriale deve integrare le esigenze della conservazione del
    patrimonio architettonico e non trattarla più in maniera frazionata o come un elemento secondario.
    La considerazione dei valori estetici e culturali del patrimonio architettonico deve portare a stabilire,
    per gli insiemi antichi, obiettivi e regole di pianificazione particolari. Non ci si deve limitare a sovrappor-
    re, senza coordinarle, le regole ordinarie della pianificazione e le regole speciali della protezione degli
    edifici storici. Al fine di rendere possibile questa integrazione, conviene predisporre un inventario degli
    edifici, degli insiemi architettonici e dei siti individuante la delimitazione delle zone di protezione.

   La conservazione integrata impegna la responsabilità dei poteri locali e fa appello alla partecipazione
    dei cittadini. I poteri locali devono avere competenze precise ed estese in materia di protezione del
    patrimonio architettonico. Applicando i principi della conservazione integrata, essi devono tener conto
    della continuità delle realtà sociali e fisiche nelle comunità urbane. L’avvenire non può né deve essere
    costruito a spese del passato.
    Per attuare una tale politica, rispettando con intelligenza, sensibilità ed economia l’ambiente costruito
    dall’uomo, i poteri locali devono:
     - basarsi su una analisi del tessuto degli insiemi urbani, specialmente della loro struttura e delle loro
          funzioni complesse così come delle caratteristiche architettoniche e volumetriche dei loro spazi
          costruiti;
     - attribuire agli edifici funzioni che, rispondenti alle condizioni della vita attuale, ne rispettino il carat-
          tere e ne garantiscano la sopravvivenza.
    Essi dovrebbero sollecitare i Governi e la Pubblica Amministrazione alla creazione di fondi specifici. Le
    sovvenzioni ed i prestiti concessi dai poteri locali ai privati o a gruppi diversi dovrebbero stimolarne
    l’impiego morale e finanziario:
     - designare delegati responsabili per tutti gli affari concernenti il patrimonio architettonico ed i siti;
     - istituire organismi di pubblica utilità creando un legame diretto tra i potenziali utilizzatori degli
          edifici antichi ed il loro proprietari;
     - facilitare la formazione ed il funzionamento efficace di associazioni volontarie e culturali.
    Il ricorso alle riunioni pubbliche, alle esposizioni, ai sondaggi d’opinione, ai mass media ed a tutti gli altri
    mezzi appropriati, devono divenire pratica corrente. L’educazione dei giovani nel campo dell’ambiente
    e la loro collaborazione a tutti i compiti di salvaguardia è uno degli impegni di maggior importanza.

   La considerazione dei fattori sociali condiziona la riuscita di qualsiasi politica di conservazione integrata.
    Una politica di conservazione implica anche l’integrazione del patrimonio architettonico nella vita socia-
    le. Al fine di permettere alla popolazione di partecipare all’elaborazione dei programmi è necessario
    fornirle gli elementi per comprendere la situazione, spiegando il valore storico e architettonico degli
    edifici da conservare e fornendo tutte le indicazioni sulla ridistribuzione delle strutture e degli alloggi, in
    forma definitiva e temporanea. Questa partecipazione è tanto più importante in quanto non si tratta
    più, solamente, di restaurare qualche edificio privilegiato, ma della riqualificazione di interi quartieri.
                                                         3
   La conservazione integrata esige un adattamento delle misure legislative ed amministrative. Una rifor-
    ma profonda della legislazione, accompagnata dal rafforzamento dei mezzi amministrativi, costituisce la
    condizione preliminare per un’azione efficace. Questa riforma deve essere guidata dalla necessità di
    coordinare la legislazione, relativa alla pianificazione territoriale e alla protezione del patrimonio archi-
    tettonico. Quest’ultima deve dare una nuova definizione del patrimonio architettonico e degli obbiettivi
    della conservazione integrata.
    Inoltre, essa deve prevedere, particolarmente, procedure speciali per ciò che riguarda:
     - la designazione e la delimitazione degli insiemi architettonici;
     - l’elaborazione dei programmi di conservazione integrata e l’inserimento delle disposizioni di questi
         programmi nei piani di sistemazione generale;
     - l’approvazione dei progetti e l’autorizzazione ad eseguire i lavori.
    Peraltro, il legislatore dovrà prendere le disposizioni necessarie al fine di accordare ai cittadini, che de-
    cidano di riqualificare un edificio antico, vantaggi.

   La conservazione integrata richiede una promozione dei metodi, delle tecniche e delle competenze pro-
    fessionali legate al restauro ed alla riqualificazione.
    È importante controllare che i materiali da costruzione tradizionali restino disponibili e che le arti e le
    tecniche tradizionali continuino ad essere applicate. La manutenzione costante del patrimonio architet-
    tonico permetterà a lungo termine, di evitare costose operazioni di riqualificazione.


                               PROPOSTE E PROGETTI A BREVE TERMINE
   Sensibilizzazione della collettività per quanto riguarda il patrimonio architettonico e paesaggistico del
    territorio attraverso passeggiate tematiche, visite agli edifici di pregio storico-culturale, lezioni e riunio-
    ni in strutture caratterizzanti e ben individualizzate. Tutto ciò sempre in favore dell’educazione, anche
    scolastica, al rispetto dei monumenti, al paesaggio, al territorio che ci circonda e alle testimonianze
    d’ogni civiltà.

   Individuazione di strutture e creazione di iniziative che consentono di migliorare le proprie competenza
    in ambito naturalistico, scientifico, storico, di cultura materiale e di conoscenza del territorio scopren-
    done anche gli aspetti più nascosti che potrebbero sfuggire ad uno sguardo superficiale. Molte delle
    strutture descritte si trovano inoltre in luoghi storici o sono esse stesse testimonianze vitali di un
    passato che ha segnato in maniera talvolta indelebile questo territorio.

   Individuazione delle emergenze architettoniche, con preventiva catalogazione dei beni in disuso o in
    stato di abbandono. Segue la successiva attuazione di uno screening sulle effettive potenzialità di tali
    aree costruite e non; perseguitando, in accordo con l’Amministrazione Pubblica, lo scopo di rendere tali
    spazi effettivi spazi culturali, accessibili ai cittadini e alla collettività in generale, rendendo possibile la
    loro riqualificazione, il loro consolidamento nel contesto sociale e il loro completo restauro in caso delle
    emergenze più gravi. Eventuali scopi di maggior interesse per la collettività sono:
     - Istituzione di strutture dove sia possibile la raccolta o la creazione di vere e proprie biblioteche sui
        maggiori temi politici, storici e che rendono partecipi la società sia sulle testimonianze del passato
        sia sull’attualità.
     - Istituzione di luoghi e spazi, veri e propri centri di cultura, dove poter crescere, avere la possibilità
        di esprimere le proprie idee e confrontarsi con tutti i contesti sociali, dando maggior spazio all’azio-
        ne dei giovani.
     - Rivalutazione di spazi e aree che un tempo erano luoghi di vacanza e relax, oggi diventati miseri
        spazi senza alcuna destinazione comprensibile. Dando quindi la possibilità di una crescita turistica
        che dia l’opportunità di un confronto con altre culture e permettendo la possibilità di scambi cul-
        turali con realtà culturali e politiche non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo.


                                                         4

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Conservazione

  • 1. CONSERVAZIONE E UTILIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». È questa la definizione dell’articolo 9 della Costituzione, e a cui deve far riferimento la politica di tutela e valorizzazione del territorio di Portici; ponendo in prima istanza il diritto della collettività di contro l’interesse privato. Si deve affermare la presa di coscienza, da parte della collettività, dell’idea di unità dei valori umani con- tenuti nelle opere monumentali e di valore storico-artistico presenti sul nostro territorio. Tale fattore impone il riconoscimento della necessità della conservazione attraverso il restauro ed il risanamento dell’opera in una funzione che fosse idonea e rispondente alle esigenze dell’uomo moderno. Le opere monumentali dei popoli recanti un messaggio spirituale del passato, rappresentano, nella vita attuale, la viva testimonianza delle loro tradizioni secolari. La collettività che ogni giorno prende atto dei valori umani, le considera patrimonio comune, riconoscendosi responsabile della loro salvaguardia di fronte alle generazioni future. La nozione di monumento storico comprende tanto la creazione architettonica isolata quanto l’ambien- te urbano o paesistico che costituisca la testimonianza di una civiltà particolare, di un’evoluzione signifi- cativa o di un avvenimento storico. Questa nozione si applica non solo alle grandi opere ma anche alle opere modeste che, con il tempo, abbiano acquistato un significato culturale. La conservazione ed il res- tauro dei monumenti devono mirare a salvaguardare tanto l’opera d’arte che la testimonianza storica La conservazione dei monumenti è sempre favorita dalla loro utilizzazione in funzioni utili alla società: una tale destinazione è augurabile ma non deve alterare la distribuzione e l’aspetto dell’edificio. Gli am- bienti monumentali, quindi, devono essere l’oggetto di speciali cure, al fine di salvaguardare la loro integrità ed assicurare il loro risanamento, la loro utilizzazione e valorizzazione. Il patrimonio architettonico, espressione insostituibile della ricchezza e della diversità della cultura euro- pea, nazionale e territoriale, è eredità comune di tutti i popoli e la sua conservazione necessita dell’ef- fettiva solidarietà degli Stati europei, delle Pubbliche Amministrazioni e del cittadino; considerando che la conservazione del patrimonio architettonico dipende largamente dalla sua integrazione nel quadro della vita dei cittadini e dal suo ruolo nella pianificazione territoriale. Un’attenzione particolare deve es- sere data proprio al cittadino ma soprattutto alla “triangolazione” tra giovani, territorio e creatività. Il patrimonio architettonico non è formato solo dai monumenti più importanti ma anche dagli insiemi che costituiscono le nostra città nel loro ambiente naturale o costruito. L’incarnazione del passato nel patrimonio architettonico costituisce un ambiente che è indispensabile all’equilibrio ed alla completezza dell’uomo. Questo patrimonio è una parte essenziale della memoria degli uomini contemporanei e deve essere trasmesso alle generazioni future nella sua autentica ricchezza e nella sua diversità; operando al contrario, l’umanità sarebbe privata d’una parte della sua coscienza, della sua storia. Tale patrimonio è un capitale spirituale culturale economico e sociale di insostituibile valore. Le strutture degli insiemi storici devono favorire l’equilibrio armonioso della società. Il patrimonio architettonico ha un valore educativo determinante. Interessa conservare vive le testimo- nianze di tutte le epoche e di tutte le esperienze. La sopravvivenza di queste testimonianze è assicurata solo se la necessità della loro protezione è compresa dal più grande numero di persone e specialmente dalle giovani generazioni che ne avranno domani la responsabilità. Purtroppo questo patrimonio è in pericolo. Esso è minacciato dall’ignoranza, dalla vetustà, dalla degra- dazione sotto tutte le sue forme, dall’abbandono. La tecnologia contemporanea, mal applicata, guasta le strutture antiche, come anche quelle più recenti. Infine e soprattutto, la speculazione fondiaria ed im- mobiliare si nutre di ogni errore ed omissione ed annienta i patrimoni architettonici. Poiché queste ricchezze sono il bene comune di tutti i popoli, questi hanno il dovere comune di proteg- gerle dai crescenti pericoli che li minacciano: abbandono e rovina, nuove costruzioni non armoniose e circolazione eccessiva. I poteri locali sono tutti particolarmente responsabili della protezione del patri- monio architettonico e devono aiutarsi attraverso lo scambio d’idee e d’informazioni. Il patrimonio ar- chitettonico sopravvivrà solo se sarà apprezzato dal pubblico ed in specie dalle nuove generazioni. I programmi scolastici, a tutti i livelli, dovranno preoccuparsi maggiormente di questa materia. 1
  • 2. MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE A Portici sono presenti numerose ville che fanno parte del cosiddetto Miglio d'oro del settecento napo- letano, tutte edificate da ricchi nobili partenopei che scelsero la zona per la bellezza dei paesaggi e per la salubrità dell’aria. Tra le ville vanno menzionate: Villa Savonarola, sita sul Corso Garibaldi, arteria principale che collega la città di Portici con Napoli, il ca- poluogo campano, oggi ospita alcuni uffici del Comune, ed è la sede dei matrimoni civili; Villa Fernandes, sita su Via Armando Diaz, oggi sede di Associazioni; Villa Maltese, addossata alla Reggia di Portici; Palazzo Mascabruno, su Via Università, contiene al suo interno il Galappatoio Reale, uno dei due esisten- ti in Europa; Villa Caposele sita su Via Paladino; Villa Mascolo, ristrutturata dall'Amministrazione locale nel 2009, con uno splendido anfiteatro; Villa Zelo, sita in Via Addolorata, che fu abitata dal patriota, scrittore e senatore del Regno d'Italia Anto- nio Ranieri. Sul Corso garibaldi poi ci sono Villa Scocchera, Villa Bideri, Villa Gallo, Palazzo Ruffo di Bagnara, ed altre tutte sotto la tutela della Soprintendenza ai Beni Architettonici. Villa d'Elboeuf, palazzo settecentesco costruito nel 1711. Fu la prima, in ordine cronologico, delle 122 ville vesuviane del Miglio d'oro. Nel 1738 la villa ospitò Carlo di Borbone, che innamoratosi di quei luoghi fece costruire nelle vicinanze la Reggia di Portici. Attualmente è data al completo stato di abbandono, che sta riducendo la villa allo stato di rudere. CONSISTENZA DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO-CULTURALE • Palazzo Amoretti • Villa Meola • Villa Aversa • Villa Nava • Esedra ex Villa Buono • Villa Ragozzino • Palazzo Capuano • Palazzo Reale • Villa d'Amore • Palazzo Ruffo di Bagnara • Villa d'Elboeuf • Palazzo Serra di Cassano • Palazzo di Fiore • Villa Sorvillo • Villa Emilia • Villa Starita • Palazzo Evidente • Palazzo Valle • Villa Gallo • Villa Zelo • Collegio Landriani • Palazzo corso Garibaldi 28 • Villa Lauro Lancellotti • Palazzo corso Garibaldi 40 • Villa Maltese • Palazzo corso Garibaldi 100 • Palazzo Mascabruno • Palazzo corso Garibaldi 101-111 • Villa Mascolo • Rudere corso Garibaldi 316 • Villa Menna 2
  • 3. TUTELA ATTUALE DELLE VILLE VESUVIANE I proprietari delle ville lungo il Miglio d'Oro, per lo più eredi degli aristocratici borbonici che le avevano cos- truite, non furono in grado di garantirne la conservazione, già pregiudicata dai saccheggi ed i bombarda- menti della Seconda guerra mondiale e dalla successiva speculazione edilizia. Il Parlamento Italiano, con la legge n. 578 del 29 luglio 1971 istituì l'Ente per le Ville Vesuviane "allo scopo di provvedere alla conservazio- ne, al restauro e alla valorizzazione del patrimonio artistico costituito dalle Ville Vesuviane", ma con scarsi risultati (molte di tali ville nel territorio porticese sono degradate, abbandonate, o peggio, ridotte al quasi stato di rudere). 122 sono le Ville censite e tutelate dall'Ente. Nonostante tutto il 17 marzo 2011 crolla una di queste ville, proprio nel comune di Portici, il Palazzo Lauro Lancellotti a causa dell'abbandono. OBBIETTIVI E RISULTATI DA RAGGIUNGERE  La conservazione del patrimonio architettonico è uno dei principali obiettivi della pianificazione urbana e territoriale. La pianificazione urbana e territoriale deve integrare le esigenze della conservazione del patrimonio architettonico e non trattarla più in maniera frazionata o come un elemento secondario. La considerazione dei valori estetici e culturali del patrimonio architettonico deve portare a stabilire, per gli insiemi antichi, obiettivi e regole di pianificazione particolari. Non ci si deve limitare a sovrappor- re, senza coordinarle, le regole ordinarie della pianificazione e le regole speciali della protezione degli edifici storici. Al fine di rendere possibile questa integrazione, conviene predisporre un inventario degli edifici, degli insiemi architettonici e dei siti individuante la delimitazione delle zone di protezione.  La conservazione integrata impegna la responsabilità dei poteri locali e fa appello alla partecipazione dei cittadini. I poteri locali devono avere competenze precise ed estese in materia di protezione del patrimonio architettonico. Applicando i principi della conservazione integrata, essi devono tener conto della continuità delle realtà sociali e fisiche nelle comunità urbane. L’avvenire non può né deve essere costruito a spese del passato. Per attuare una tale politica, rispettando con intelligenza, sensibilità ed economia l’ambiente costruito dall’uomo, i poteri locali devono: - basarsi su una analisi del tessuto degli insiemi urbani, specialmente della loro struttura e delle loro funzioni complesse così come delle caratteristiche architettoniche e volumetriche dei loro spazi costruiti; - attribuire agli edifici funzioni che, rispondenti alle condizioni della vita attuale, ne rispettino il carat- tere e ne garantiscano la sopravvivenza. Essi dovrebbero sollecitare i Governi e la Pubblica Amministrazione alla creazione di fondi specifici. Le sovvenzioni ed i prestiti concessi dai poteri locali ai privati o a gruppi diversi dovrebbero stimolarne l’impiego morale e finanziario: - designare delegati responsabili per tutti gli affari concernenti il patrimonio architettonico ed i siti; - istituire organismi di pubblica utilità creando un legame diretto tra i potenziali utilizzatori degli edifici antichi ed il loro proprietari; - facilitare la formazione ed il funzionamento efficace di associazioni volontarie e culturali. Il ricorso alle riunioni pubbliche, alle esposizioni, ai sondaggi d’opinione, ai mass media ed a tutti gli altri mezzi appropriati, devono divenire pratica corrente. L’educazione dei giovani nel campo dell’ambiente e la loro collaborazione a tutti i compiti di salvaguardia è uno degli impegni di maggior importanza.  La considerazione dei fattori sociali condiziona la riuscita di qualsiasi politica di conservazione integrata. Una politica di conservazione implica anche l’integrazione del patrimonio architettonico nella vita socia- le. Al fine di permettere alla popolazione di partecipare all’elaborazione dei programmi è necessario fornirle gli elementi per comprendere la situazione, spiegando il valore storico e architettonico degli edifici da conservare e fornendo tutte le indicazioni sulla ridistribuzione delle strutture e degli alloggi, in forma definitiva e temporanea. Questa partecipazione è tanto più importante in quanto non si tratta più, solamente, di restaurare qualche edificio privilegiato, ma della riqualificazione di interi quartieri. 3
  • 4. La conservazione integrata esige un adattamento delle misure legislative ed amministrative. Una rifor- ma profonda della legislazione, accompagnata dal rafforzamento dei mezzi amministrativi, costituisce la condizione preliminare per un’azione efficace. Questa riforma deve essere guidata dalla necessità di coordinare la legislazione, relativa alla pianificazione territoriale e alla protezione del patrimonio archi- tettonico. Quest’ultima deve dare una nuova definizione del patrimonio architettonico e degli obbiettivi della conservazione integrata. Inoltre, essa deve prevedere, particolarmente, procedure speciali per ciò che riguarda: - la designazione e la delimitazione degli insiemi architettonici; - l’elaborazione dei programmi di conservazione integrata e l’inserimento delle disposizioni di questi programmi nei piani di sistemazione generale; - l’approvazione dei progetti e l’autorizzazione ad eseguire i lavori. Peraltro, il legislatore dovrà prendere le disposizioni necessarie al fine di accordare ai cittadini, che de- cidano di riqualificare un edificio antico, vantaggi.  La conservazione integrata richiede una promozione dei metodi, delle tecniche e delle competenze pro- fessionali legate al restauro ed alla riqualificazione. È importante controllare che i materiali da costruzione tradizionali restino disponibili e che le arti e le tecniche tradizionali continuino ad essere applicate. La manutenzione costante del patrimonio architet- tonico permetterà a lungo termine, di evitare costose operazioni di riqualificazione. PROPOSTE E PROGETTI A BREVE TERMINE  Sensibilizzazione della collettività per quanto riguarda il patrimonio architettonico e paesaggistico del territorio attraverso passeggiate tematiche, visite agli edifici di pregio storico-culturale, lezioni e riunio- ni in strutture caratterizzanti e ben individualizzate. Tutto ciò sempre in favore dell’educazione, anche scolastica, al rispetto dei monumenti, al paesaggio, al territorio che ci circonda e alle testimonianze d’ogni civiltà.  Individuazione di strutture e creazione di iniziative che consentono di migliorare le proprie competenza in ambito naturalistico, scientifico, storico, di cultura materiale e di conoscenza del territorio scopren- done anche gli aspetti più nascosti che potrebbero sfuggire ad uno sguardo superficiale. Molte delle strutture descritte si trovano inoltre in luoghi storici o sono esse stesse testimonianze vitali di un passato che ha segnato in maniera talvolta indelebile questo territorio.  Individuazione delle emergenze architettoniche, con preventiva catalogazione dei beni in disuso o in stato di abbandono. Segue la successiva attuazione di uno screening sulle effettive potenzialità di tali aree costruite e non; perseguitando, in accordo con l’Amministrazione Pubblica, lo scopo di rendere tali spazi effettivi spazi culturali, accessibili ai cittadini e alla collettività in generale, rendendo possibile la loro riqualificazione, il loro consolidamento nel contesto sociale e il loro completo restauro in caso delle emergenze più gravi. Eventuali scopi di maggior interesse per la collettività sono: - Istituzione di strutture dove sia possibile la raccolta o la creazione di vere e proprie biblioteche sui maggiori temi politici, storici e che rendono partecipi la società sia sulle testimonianze del passato sia sull’attualità. - Istituzione di luoghi e spazi, veri e propri centri di cultura, dove poter crescere, avere la possibilità di esprimere le proprie idee e confrontarsi con tutti i contesti sociali, dando maggior spazio all’azio- ne dei giovani. - Rivalutazione di spazi e aree che un tempo erano luoghi di vacanza e relax, oggi diventati miseri spazi senza alcuna destinazione comprensibile. Dando quindi la possibilità di una crescita turistica che dia l’opportunità di un confronto con altre culture e permettendo la possibilità di scambi cul- turali con realtà culturali e politiche non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo. 4