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Intelligenza numerica,
apprendimento e
didattica
ANNO SCOLASTICO 2011/12
POLO PROVINCIALE FASCEDEBOLI
c/o Istituto Comprensivo Ferraris Vercelli
CENTRO TEC_HA:tecnologie e disabilità
c/o IPSSAR “M.Soldati” Gattinara
dott.ssa Valentina Milanesi
Ricerca
psicologica
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Pedagogia e
didattica della
matematica
Processi cognitivi
dominio specifici
Processi motivazionali
Intelligenza
numerica
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del calcolo
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soluzione dei problemi
matematici
2
Aritmetica e numero
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- Analisi degli errori
- I fatti aritmetici
- Il metodo analogico
- Gli strumenti di valutazione
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Il problem solving matematico
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- Lavorare sul problem solving nei
primi anni
- Lavorare sul problem solving dal
terzo anno di scuola primaria
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dei problemi matematici
Geometria
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- Conoscere le forme
- Piegare la carta per spiegare la
geometria
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genere
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3
Quanti bambini con difficoltà in
matematica nella scuola italiana?
• Nella scuola primaria (3°anno)
– 5 bambini per classe con difficoltà di calcolo
– 5-7 bambini per classe con difficoltà di
soluzione dei problemi
(Classi di 25 alunni circa)
Lucangeli D. (A cura di) 2006 Osservatorio per l’infanzia
Ca. 20% della popolazione scolastica
fine scuola superiore
solo il 20% ritiene di avere buone
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4
Perché un bambino non ce la fa?
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alla famiglia?
• Problemi di socializzazione?
Cosa sembrano più capaci di
spiegare?
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5
Emerge in età evolutiva
È strutturale
MA
Discalculia evolutiva
(disturbo specifico
del calcolo)
6
Disturbo a patogenesi organica,
geneticamente determinato,
espressione di disfunzione
cerebrale
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7
IARLD
(International Academy for Research in Learning Disabilities)
 2,5 % della popolazione scolastica presenta
difficoltà in matematica in comorbilità con
altri disturbi
 Discalculia: 2 bambini su 1000
8
L’intervento riabilitativo normalizza(?)
DISTURBO DEL CALCOLO
Basi neurologiche
• Comorbilità
– Dislessia
– Difficoltà nella soluzione
di problemi
• Specificità
– in adeguate abilità
generali e adeguato
apprendimento in altri
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9
DIFFICOLTA’ DI CALCOLO
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L’INTERVENTO RIABILITATIVO OTTIENE BUONI RISULTATI IN
BREVE TEMPO
10
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apprendimento?
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numerica11
Scuola potenzia la zona di sviluppo
prossimale (Vigotskij)
Siamo potenzialmente in grado di apprendere,
ma qualcuno deve insegnare.
L’incontro tra insegnamento e processo
biologico genera la conoscenza
12
Quale rapporto tra insegnamento e
apprendimento?
Cervello esercitato
attraverso un
apprendimento
passivo poco
pertinente
Cervello esercitato
attraverso un
apprendimento attivo
pertinente per
dominio
Fa esattamente ciò di cui il
cervello ha bisogno
Consente di sviluppare il massimo delle
potenzialità fino ad arrivare al massimo
consentito dalla soglia biologica13
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È innata e molto potente, ma ha bisogno del
potenziamento di competenza, del
Potenziamento dello sviluppo prossimale
tramite istruzione dei processi dominio specifici
La capacità di “intelligere”, cognizionare, capire,
pensare al mondo in termini di numeri e quantità
Come il linguaggio, il sistema
motorio, etc., se non si sviluppa
decade
• Non c’è differenza in termini di cognizione
di quantità. Differenza dovuta al
potenziamento di capacità.
– Linguaggio non rende possibile che non mi si
parli per l’apprendimento della lingua
altrimenti lo sviluppo del linguaggio non
avviene.
• Neurobiologia plasticità cerebrale: il
cervello evolve ciò che è potenziato bene,
altrimenti va in standby .
15
Così avviene per l’intelligenza numerica.
Le mamme, gli insegnanti fin dall’inizio devono
maturare la consapevolezza che va potenziato il
meccanismo di cognizione di quantità oppure
queste competenze biologicamente vanno in
standby di funzione, cioè c’è una perdita di
competenze.
Non servono particolari artefatti matematici:
abbiamo le mani.
Un’attività semplice come fare le scale avanti e
indietro aiuta a costruire i meccanismi.16
Principali meccanismi innati
(V. Gelman e Gallistel; Fuson; Karmilov Smith; Butterworth)
• Span numerico
– 1 -3 (anche nel ritardo lieve?)
– 1- 4
• N + 1 a partire da 1
• N – 1
• Corrispondenza biunivoca
• Ordine stabile
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17
COMPETEN
ZE /
ETA’
Competenze
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conteggio
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0 – 2 ANNI
(0,0)Subitizing
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delle parole-
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4 – 6 ANNI
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biunivoca
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18
Meccanismi Semantici
(regolano la comprensione della quantità)
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Meccanismi Lessicali
(regolano il nome del numero)
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Meccanismi Sintattici
(Grammatica Interna = Valore Posizionale delle Cifre)
Come funziona?
19
Regolano il nome del numero. Nella codifica
verbale di un numero ciascuna cifra, a seconda
della sua posizione, assume un “nome” diverso.
Meccanismi lessicali
Il numero 50 è rappresentato all’interno del
“livello” decine, dove occupa la quinta
posizione.
20
Meccanismi sintattici
Relativi al rapporto tra i singoli elementi in
termini di posizione spaziale all’interno della
struttura del numero. A seconda della posizione
che occupa all’interno del numero, ogni cifra non
solo assume un nome diverso, ma anche un
differente valore.
45 è diverso da 54 per posizione e per
valore, infatti 54>45
21
Meccanismi semantici
Regolano la comprensione della quantità. Ci
danno il significato di un numero secondo un
codice astratto, amodale
3 =
22
Processi
semantici
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Counting
Calcolo a mente
Calcolo scritto
Lucangeli et al., 2003
23
I meccanismi dell’apprendimento sono
dominio specifici
Il cervello organizza
fonologicamente la
parola APE
Il numero 123 ha una
struttura basata sul
meccanismo posizionale
24
123
Zona di sviluppo prossimale
• Compiti al di sotto: non producono
apprendimento  il soggetto è già capace
• Compiti al di sopra: non producono
apprendimento  il soggetto non è in
grado di elaborarli
L’unico spazio in cui l’insegnante determina
apprendimento è lo spazio di sviluppo prossimale, cioè
il differenziale tra quello che il ragazzo saprebbe fare
senza di voi e quello che riesce a fare con voi.
Quello è lo spazio che determina cognizione.
25
Quando insegniamo modifichiamo la struttura.
Importante capire quando questo
avviene davvero, altrimenti si continua a
fare una grande fatica e il ragazzo non
evolve, non matura cognitivamente
26
Agganciare il sistema
di cognizione
Principio del potenziamento
basale, del potenziamento delle
funzioni
Sapere come si sviluppa quella
particolare competenza
27
Il cervello ha dei domini specifici per i
diversi apprendimenti.
La matematica è un linguaggio, ma
non funziona con il meccanismo
del linguaggio
28
Qual è l’azione di elaborazione del
meccanismo dei numeri?
È un meccanismo innato di quantificazione a base
visuospaziale, innato analogico, indipendente dalle
funzioni del linguaggio, che si sviluppa per suo
cammino e ha determinate caratteristiche che se non
vengono esercitate non si impara ad intelligere i
numeri.
La soluzione dei problemi ha processi che non
c’entrano nulla. Geometria qualcosa in interazione
con entrambi e qualcosa che non c’entra con
nessuno, qualcosa in più.
29
L’analisi degli errori ci consente di identificare il processo.:
Fissità funzionali sui fatti algebrici
Applicazioni di formule
Applicazioni di procedure
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Errori di updating: pezzo di conoscenza nuova appresa, ma rimane in memoria
la conoscenza vecchia, si verifica una mescolanza di errore.
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30
Alleanza
Siccome apprendere è difficile, in un contesto con
l’età adolescenziale, l’insegnante non ha gratuito un
atteggiamento di fiducia completa e totale
nell’insegnante come i piccoli. La modalità vincente,
l’atteggiamento migliore è quello dell’adulto alleato
del ragazzo contro l’errore. Non il contrario.
31
• Errore indicatore di una disfunzione, unito ad altri elementi che
ci aiutano a capire il processo che lo causa allora ci permette di
aiutare il ragazzo.
• Rilevarlo subito
• Intervistare il ragazzo non inibendolo subito, andando a fondo
individuare il processo carente.
• Il processo carente ci fornisce il punto di partenza. Se siamo
sotto non serve, se sopra neanche.
Come fare?
32
Analisi degli errori
Sistema dei numeri
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Mantenimento
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scorretto di
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visuospaziali
Quando il bambino sbaglia è fondamentale capire
dove, perché ha sbagliato
33
Errori lessicali
• Meccanismi lessicali  selezionano correttamente i nomi
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Numeri primitivi:
-unità (1-9)
-teens (10-19)
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-mila
-milioni
etc.
Ogni numero è caratterizzato dalla classe a cui appartiene e dalla posizione
occupata all’interno della classe stessa.
Gli elementi miscellanei si aggiungono ai numeri primitivi a seconda della loro
posizione all’interno di un numero.
Il bambino che sbaglia a dire “il nome” dei numeri commette ERRORI LESSICALI.
È incapace di trovare l’etichetta verbale adeguata alla cifra pur “pescando” nel
livello giusto, ossia individuando correttamente la posizione all’interno del numero
(classe)
34
Errori sintattici
• Compromessa la capacità di stabilire
rapporti tra le cifre in una struttura
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la capacità di codificare le singole cifre
• La maggior parte degli errori dei bambini in
comprensione e produzione
• Sembrano nascondere anche un
apprendimento carente o non consolidato
35
Errori di conteggio dovuti al mancato controllo della struttura sintattica
1,2,3,14,15,16…. (rispetto dell’incremento, confusione della categoria lessicale)
12,13,14,40,41,42… (mancato incremento della posizione, confusione del livello
Mancato riconoscimento del valore dello “0” nella transcodifica tra codice
verbale e codice arabo.
Centoventitre 1023 Ventiduemilanove  2209
Elementi miscellanei uniti ai numeri primitivi come potenze di 10 o con relazioni
additive
Duecento  102 (relazioni moltiplicative rese additive)
Tremilasettanta  1073
Centocinque  500 (relazioni additive rese moltiplicative)
Si tratta essenzialmente di errori di transcodifica, ossia relativi al passaggio
dal Codice arabico a quello verbale e viceversa
36
Errori nel recupero scorretto di fatti numerici
• Modelli a rete  in presenza di una moltiplicazione
viene attivata non solo la risposta corretta, ma anche
quelle vicine nella “rete” mentale
• Legame operatori-risultato si rafforza in memoria ad
ogni risposta, anche errata  errore si consolida ed è
riconducibile all’immagazzinamento
– Con l’esercizio  rischio automatizzazione dell’errore!!
• Errori di “confine” (6x3=21)
• Errori di “slittamento” (4x3=11)
37
Errori nel mantenimento e recupero di
procedure
• Confusione di procedure facilitanti
– N+0=N e Nx0=0 può portare a Nx0=N
• Incapacità di usufruire delle più semplici
regole di accesso  sovraccarico
cognitivo  incapacità di tenere in
memoria risultati parziali per poi
recuperarli nella soluzione finale
38
Scorretta applicazione delle procedure
• Scelta delle prime cose da fare per
affrontare un’operazione
• Condotta da seguire e suo mantenimento
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riporto
• Passaggio a una nuova operazione
• Progettazione e verifica
39
Abilità visuospaziale
• Problemi percettivi nel “dettaglio visivo”
influenzano
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un’operazione
• Incolonnamento
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indifferentemente a sinistra e a destra i
risultati parziali, a sorvolare sulle regole di
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40
Cosa fare con gli errori intelligenti
• Quando il bambino fa errori:
– Attenzione a esercitare  esercizio stabilizza
l’errore
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analizzando l’errore
41
Approccio metacognitivo: favorire la riflessione del gruppo classe sui
Compiti che vengono proposti, privilegiando una atteggiamento
Critico, non passivo
Didattica consapevole delle competenze cognitive necessarie agli
Allievi per imparare a pensare attraverso il sistema dei numeri
Schede come esempi
42
Una teoria dell’educazione può
essere derivata solamente dalla
comprensione della mente che
deve essere educata (D. e A.
Premack)
43
Razionalizzare l’insegnamento della
matematica
• ottimizzare le esperienze di apprendimento
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Matematica seminario

  • 1. Intelligenza numerica, apprendimento e didattica ANNO SCOLASTICO 2011/12 POLO PROVINCIALE FASCEDEBOLI c/o Istituto Comprensivo Ferraris Vercelli CENTRO TEC_HA:tecnologie e disabilità c/o IPSSAR “M.Soldati” Gattinara dott.ssa Valentina Milanesi
  • 2. Ricerca psicologica neuropsicologica Pedagogia e didattica della matematica Processi cognitivi dominio specifici Processi motivazionali Intelligenza numerica Modelli neuropsicologici del calcolo Componenti cognitive di soluzione dei problemi matematici 2
  • 3. Aritmetica e numero - Le basi delle abilità di calcolo - Lo sviluppo delle abilità di conteggio - Cosa può fare la scuola - Analisi degli errori - I fatti aritmetici - Il metodo analogico - Gli strumenti di valutazione - La discalculia e i compensativi Il problem solving matematico - Matematica con le storie - Lavorare sul problem solving nei primi anni - Lavorare sul problem solving dal terzo anno di scuola primaria - Valutare le capacità di soluzione dei problemi matematici Geometria - Lo stato della ricerca - La geometria con i regoli - Conoscere le forme - Piegare la carta per spiegare la geometria Aspetti emotivi e motivazionali - Perché insegnare la matematica - Matematica e differenze di genere - L’ansia in matematica 3
  • 4. Quanti bambini con difficoltà in matematica nella scuola italiana? • Nella scuola primaria (3°anno) – 5 bambini per classe con difficoltà di calcolo – 5-7 bambini per classe con difficoltà di soluzione dei problemi (Classi di 25 alunni circa) Lucangeli D. (A cura di) 2006 Osservatorio per l’infanzia Ca. 20% della popolazione scolastica fine scuola superiore solo il 20% ritiene di avere buone competenze matematiche 4
  • 5. Perché un bambino non ce la fa? • Livello socioculturale? • Aspetti affettivi e relazionali? aspetti legati alla famiglia? • Problemi di socializzazione? Cosa sembrano più capaci di spiegare? Disturbo o difficoltà? 5
  • 6. Emerge in età evolutiva È strutturale MA Discalculia evolutiva (disturbo specifico del calcolo) 6
  • 7. Disturbo a patogenesi organica, geneticamente determinato, espressione di disfunzione cerebrale (OMS) 7
  • 8. IARLD (International Academy for Research in Learning Disabilities)  2,5 % della popolazione scolastica presenta difficoltà in matematica in comorbilità con altri disturbi  Discalculia: 2 bambini su 1000 8
  • 9. L’intervento riabilitativo normalizza(?) DISTURBO DEL CALCOLO Basi neurologiche • Comorbilità – Dislessia – Difficoltà nella soluzione di problemi • Specificità – in adeguate abilità generali e adeguato apprendimento in altri ambiti 9
  • 10. DIFFICOLTA’ DI CALCOLO Il profilo appare simile al disturbo L’INTERVENTO RIABILITATIVO OTTIENE BUONI RISULTATI IN BREVE TEMPO 10
  • 11. Discalculia e sviluppo tipico: Come si spiegano i falsi positivi? Difficoltà Meccanismi di apprendimento? Insegnamento? Sviluppo dell’intelligenza numerica11
  • 12. Scuola potenzia la zona di sviluppo prossimale (Vigotskij) Siamo potenzialmente in grado di apprendere, ma qualcuno deve insegnare. L’incontro tra insegnamento e processo biologico genera la conoscenza 12
  • 13. Quale rapporto tra insegnamento e apprendimento? Cervello esercitato attraverso un apprendimento passivo poco pertinente Cervello esercitato attraverso un apprendimento attivo pertinente per dominio Fa esattamente ciò di cui il cervello ha bisogno Consente di sviluppare il massimo delle potenzialità fino ad arrivare al massimo consentito dalla soglia biologica13
  • 14. L’intelligenza numerica È innata e molto potente, ma ha bisogno del potenziamento di competenza, del Potenziamento dello sviluppo prossimale tramite istruzione dei processi dominio specifici La capacità di “intelligere”, cognizionare, capire, pensare al mondo in termini di numeri e quantità Come il linguaggio, il sistema motorio, etc., se non si sviluppa decade
  • 15. • Non c’è differenza in termini di cognizione di quantità. Differenza dovuta al potenziamento di capacità. – Linguaggio non rende possibile che non mi si parli per l’apprendimento della lingua altrimenti lo sviluppo del linguaggio non avviene. • Neurobiologia plasticità cerebrale: il cervello evolve ciò che è potenziato bene, altrimenti va in standby . 15
  • 16. Così avviene per l’intelligenza numerica. Le mamme, gli insegnanti fin dall’inizio devono maturare la consapevolezza che va potenziato il meccanismo di cognizione di quantità oppure queste competenze biologicamente vanno in standby di funzione, cioè c’è una perdita di competenze. Non servono particolari artefatti matematici: abbiamo le mani. Un’attività semplice come fare le scale avanti e indietro aiuta a costruire i meccanismi.16
  • 17. Principali meccanismi innati (V. Gelman e Gallistel; Fuson; Karmilov Smith; Butterworth) • Span numerico – 1 -3 (anche nel ritardo lieve?) – 1- 4 • N + 1 a partire da 1 • N – 1 • Corrispondenza biunivoca • Ordine stabile • Meccanismi specifici di lettura e scrittura (?) • Accesso semantico preverbale precede accesso verbale – Età critica tra i 4,5 e i 5,5 17
  • 18. COMPETEN ZE / ETA’ Competenze numeriche pre- verbali Abilità di conteggio Scrittura dei numeri Strategie del calcolo 0 – 2 ANNI (0,0)Subitizing (0,4) n ± 1 (0,11)sequenze cresc./decresc. 2 – 4 ANNI Acquisizione delle parole- numero Corrispondenza biunivoca Ordine stabile Notazione nulla 4 – 6 ANNI Cardinalità (5,6) conta fino a 40 Corrispondenza biunivoca Notazione convenzionale (4,0)addizione con dita (5,0)+ piccoli numeri, no somma (5,6) propr.Commutativa / Conta da addendo > DAI 6 ANNI Strategie di conteggio Strategie di recupero 18
  • 19. Meccanismi Semantici (regolano la comprensione della quantità) (3 = ) Meccanismi Lessicali (regolano il nome del numero) (1-11) Meccanismi Sintattici (Grammatica Interna = Valore Posizionale delle Cifre) Come funziona? 19
  • 20. Regolano il nome del numero. Nella codifica verbale di un numero ciascuna cifra, a seconda della sua posizione, assume un “nome” diverso. Meccanismi lessicali Il numero 50 è rappresentato all’interno del “livello” decine, dove occupa la quinta posizione. 20
  • 21. Meccanismi sintattici Relativi al rapporto tra i singoli elementi in termini di posizione spaziale all’interno della struttura del numero. A seconda della posizione che occupa all’interno del numero, ogni cifra non solo assume un nome diverso, ma anche un differente valore. 45 è diverso da 54 per posizione e per valore, infatti 54>45 21
  • 22. Meccanismi semantici Regolano la comprensione della quantità. Ci danno il significato di un numero secondo un codice astratto, amodale 3 = 22
  • 23. Processi semantici Processi lessicali Processi sintattici Counting Calcolo a mente Calcolo scritto Lucangeli et al., 2003 23
  • 24. I meccanismi dell’apprendimento sono dominio specifici Il cervello organizza fonologicamente la parola APE Il numero 123 ha una struttura basata sul meccanismo posizionale 24 123
  • 25. Zona di sviluppo prossimale • Compiti al di sotto: non producono apprendimento  il soggetto è già capace • Compiti al di sopra: non producono apprendimento  il soggetto non è in grado di elaborarli L’unico spazio in cui l’insegnante determina apprendimento è lo spazio di sviluppo prossimale, cioè il differenziale tra quello che il ragazzo saprebbe fare senza di voi e quello che riesce a fare con voi. Quello è lo spazio che determina cognizione. 25
  • 26. Quando insegniamo modifichiamo la struttura. Importante capire quando questo avviene davvero, altrimenti si continua a fare una grande fatica e il ragazzo non evolve, non matura cognitivamente 26
  • 27. Agganciare il sistema di cognizione Principio del potenziamento basale, del potenziamento delle funzioni Sapere come si sviluppa quella particolare competenza 27
  • 28. Il cervello ha dei domini specifici per i diversi apprendimenti. La matematica è un linguaggio, ma non funziona con il meccanismo del linguaggio 28
  • 29. Qual è l’azione di elaborazione del meccanismo dei numeri? È un meccanismo innato di quantificazione a base visuospaziale, innato analogico, indipendente dalle funzioni del linguaggio, che si sviluppa per suo cammino e ha determinate caratteristiche che se non vengono esercitate non si impara ad intelligere i numeri. La soluzione dei problemi ha processi che non c’entrano nulla. Geometria qualcosa in interazione con entrambi e qualcosa che non c’entra con nessuno, qualcosa in più. 29
  • 30. L’analisi degli errori ci consente di identificare il processo.: Fissità funzionali sui fatti algebrici Applicazioni di formule Applicazioni di procedure Scelta di strategie Errori di updating: pezzo di conoscenza nuova appresa, ma rimane in memoria la conoscenza vecchia, si verifica una mescolanza di errore. Errori di comprensione 30
  • 31. Alleanza Siccome apprendere è difficile, in un contesto con l’età adolescenziale, l’insegnante non ha gratuito un atteggiamento di fiducia completa e totale nell’insegnante come i piccoli. La modalità vincente, l’atteggiamento migliore è quello dell’adulto alleato del ragazzo contro l’errore. Non il contrario. 31
  • 32. • Errore indicatore di una disfunzione, unito ad altri elementi che ci aiutano a capire il processo che lo causa allora ci permette di aiutare il ragazzo. • Rilevarlo subito • Intervistare il ragazzo non inibendolo subito, andando a fondo individuare il processo carente. • Il processo carente ci fornisce il punto di partenza. Se siamo sotto non serve, se sopra neanche. Come fare? 32
  • 33. Analisi degli errori Sistema dei numeri (comprensione e produzione) Sistema del calcolo lessicali sintattici Applicazione Di strategie Mantenimento E recupero di procedure Recupero scorretto di fatti aritmetici Abilità visuospaziali Quando il bambino sbaglia è fondamentale capire dove, perché ha sbagliato 33
  • 34. Errori lessicali • Meccanismi lessicali  selezionano correttamente i nomi delle cifre per riconoscere quello del numero intero Numeri primitivi: -unità (1-9) -teens (10-19) -decine (20-90) Elementi miscellanei: -cento -mila -milioni etc. Ogni numero è caratterizzato dalla classe a cui appartiene e dalla posizione occupata all’interno della classe stessa. Gli elementi miscellanei si aggiungono ai numeri primitivi a seconda della loro posizione all’interno di un numero. Il bambino che sbaglia a dire “il nome” dei numeri commette ERRORI LESSICALI. È incapace di trovare l’etichetta verbale adeguata alla cifra pur “pescando” nel livello giusto, ossia individuando correttamente la posizione all’interno del numero (classe) 34
  • 35. Errori sintattici • Compromessa la capacità di stabilire rapporti tra le cifre in una struttura sintattica corretta, pur mantenendo integra la capacità di codificare le singole cifre • La maggior parte degli errori dei bambini in comprensione e produzione • Sembrano nascondere anche un apprendimento carente o non consolidato 35
  • 36. Errori di conteggio dovuti al mancato controllo della struttura sintattica 1,2,3,14,15,16…. (rispetto dell’incremento, confusione della categoria lessicale) 12,13,14,40,41,42… (mancato incremento della posizione, confusione del livello Mancato riconoscimento del valore dello “0” nella transcodifica tra codice verbale e codice arabo. Centoventitre 1023 Ventiduemilanove  2209 Elementi miscellanei uniti ai numeri primitivi come potenze di 10 o con relazioni additive Duecento  102 (relazioni moltiplicative rese additive) Tremilasettanta  1073 Centocinque  500 (relazioni additive rese moltiplicative) Si tratta essenzialmente di errori di transcodifica, ossia relativi al passaggio dal Codice arabico a quello verbale e viceversa 36
  • 37. Errori nel recupero scorretto di fatti numerici • Modelli a rete  in presenza di una moltiplicazione viene attivata non solo la risposta corretta, ma anche quelle vicine nella “rete” mentale • Legame operatori-risultato si rafforza in memoria ad ogni risposta, anche errata  errore si consolida ed è riconducibile all’immagazzinamento – Con l’esercizio  rischio automatizzazione dell’errore!! • Errori di “confine” (6x3=21) • Errori di “slittamento” (4x3=11) 37
  • 38. Errori nel mantenimento e recupero di procedure • Confusione di procedure facilitanti – N+0=N e Nx0=0 può portare a Nx0=N • Incapacità di usufruire delle più semplici regole di accesso  sovraccarico cognitivo  incapacità di tenere in memoria risultati parziali per poi recuperarli nella soluzione finale 38
  • 39. Scorretta applicazione delle procedure • Scelta delle prime cose da fare per affrontare un’operazione • Condotta da seguire e suo mantenimento • Applicazione delle regole di prestito e riporto • Passaggio a una nuova operazione • Progettazione e verifica 39
  • 40. Abilità visuospaziale • Problemi percettivi nel “dettaglio visivo” influenzano – Riconoscimento di segni delle operazioni – Organizzazione dei dati implicati nella scrittura di un’operazione • Incolonnamento • Seguire la direzione procedurale • Facilmente riconoscibile: porta ad iniziare operazioni a caso, a scrivere indifferentemente a sinistra e a destra i risultati parziali, a sorvolare sulle regole di prestito e riporto 40
  • 41. Cosa fare con gli errori intelligenti • Quando il bambino fa errori: – Attenzione a esercitare  esercizio stabilizza l’errore – Meglio oblio di qualche giorno, poi riproporre analizzando l’errore 41
  • 42. Approccio metacognitivo: favorire la riflessione del gruppo classe sui Compiti che vengono proposti, privilegiando una atteggiamento Critico, non passivo Didattica consapevole delle competenze cognitive necessarie agli Allievi per imparare a pensare attraverso il sistema dei numeri Schede come esempi 42
  • 43. Una teoria dell’educazione può essere derivata solamente dalla comprensione della mente che deve essere educata (D. e A. Premack) 43
  • 44. Razionalizzare l’insegnamento della matematica • ottimizzare le esperienze di apprendimento dei bambini tenendo conto delle potenzialità e dei limiti della loro struttura cerebrale, valutando quale impatto hanno l’educazione e la maturazione cerebrale sull’organizzazione delle rappresentazioni mentali 44