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DISTURBI DELLA SFERA
EMOZIONALE
 SINDROME ANSIOSA DA SEPARAZIONE
 FOBIA SCOLARE
 FOBIA SOCIALE
 MUTISMO SELETTIVO
 DISTURBI OSSESSIVO-COMPULSIVI
 DISTURBI DELL’UMORE
Sindrome ansiosa da separazione
 Disturbo internalizzante
 Presenza di ansia eccessiva (inadeguata rispetto
all’età e al livello di sviluppo) e specifica che
concerne la separazione dai familiari cui il
bambino è maggiormente legato e che non è
semplicemente parte di un’ansia generalizzata
estesa a più situazioni.
 Esordio prima dei 18 anni
 Preoccupazioni irrealistiche circa incidenti o
eventi sfavorevoli (smarrimenti, ricoveri) che
allontanerebbero il bambino dai familiari stessi;
persistente paura di rimanere solo, riluttanza o
rifiuto ad andare a scuola.
Disturbo d’ansia da separazione
 Manifestazioni principali
 Preoccupazione NON realistica su incidenti alle persone
cui il soggetto è legato (FdA)
 Paura che esse vadano via e non ritornino
 Preoccupazione che q.che evento possa separae il b.
dalle FdA
 Riluttanza ad andare a scuola per la paura della
separazione
 Riluttanza o rifiuto a dormire SENZA vicino una Fda
 Paura a stare solo durante il giorno senza una delle FdA
 Incubi ripetuti relativi alla separazione
 Comparsa di sintomi somatici nelle occasioni di
separazione
 Sofferenza intensa prima, durante e dopo la separazione
Disturbo d’ansia da separazione
 Sintomi somatici più comuni
 Nausea
 Mal di stomaco
 Vomito
 Cefalea
 Manifestazioni di sofferenza alla separazione
 Ansia
 Pianto
 Collera
 Tristezza
 Apatia
 Ritiro sociale
ATTENZIONE!
RILUTTANZA AD ANDARE A
SCUOLA
 Nella sindrome ansiosa da separazione è legata alla
paura della separazione
 Nella fobia scolare specifica è legata a ciò che
potrebbe accadere a scuola. L’ansia di livelli
anormali è focalizzata su situazioni o oggetti
specifici.
Disturbo d’ansia da separazione
 Fattori biologici
 Non rilevanti
 Fattori Ambientali
 Fattori precipitanti
 Lutto per un genitore, persona cara, anche per un animale
domestico
 Malattia del b. o dell’FdA
 Divorzio, separazione
 Cambiamento di residenza
 Ingresso a scuola o cambio di scuola
 Cambiamento di stato (emigrazione/immigrazione)
Disturbo d’ansia da separazione
 Fattori predisponenti
 Situazioni familiari conflittuali -> fantasie di perdita
 Minacce di una FdA di lasciare la famiglia
 Espressione di una FdA della paura di ammalarsi o
morire
 Separazioni precoci vissute in modo traumatico
 I genitori non sanno aitare il b. a gestire la separazione
(allontanarsi con l’imbroglio -> inaffidabilità del
genitore)
Disturbo d’ansia da separazione - fattori predisponenti
 Mondo esterno descritto come molto pericoloso
--> b. fragile
 FdA che non riesce a stare da sola e tiene il b. per
rassicurazione vicino a sé
 FdA con disturbo d’ansia da separazione o problemi di
panico
Disturbo d’ansia da separazione
 Bowlby riporta 4 modelli di interazione familiare
alla base dell’ansia da separazione
Modello A
 M (o P, raro) che tengono il b. a casa per avere
compagnia per loro paure di separazione
 Inversione del ruolo: b. “protegge” M
Disturbo d’ansia da separazione
modelli di interazione familiare secondo Bowlby
 Modello BModello B
 B. teme che - quando lui non c’è - possa accadereB. teme che - quando lui non c’è - possa accadere
q.cosa di male alla madreq.cosa di male alla madre
 Alla base fatti reali di malattie o morteAlla base fatti reali di malattie o morte
 Minacce o preoccupazioni di malattie o morte espresse dallaMinacce o preoccupazioni di malattie o morte espresse dalla
FdAFdA
 Tentativo di tenere nascosta al b. la veritàTentativo di tenere nascosta al b. la verità
 Minacce di malattie o morte connesse all’essereMinacce di malattie o morte connesse all’essere
cattivo o disobbedientecattivo o disobbediente
Disturbo d’ansia da separazione
modelli di interazione familiare secondo Bowlby
 Modello C
 B. ha paura che possa accadere q.cosa di male a
SE STESSO quando è lontano da casa
 Possibile minaccia di abbandono fatta in momenti
in cui b. era in difficoltà
 Modello D
 Una delle FdA teme che q.cosa possa accadere al
b. quando è lontano
 Spesso presente malattia del b.
Disturbo d’ansia da separazione
 Mantenimento
 Scarsa fermezza dei genitori alla separazione e timore
a lasciare solo il b.
 Fattore che mantiene il disturbo
Disturbo d’ansia da separazione
 Attaccamento C
 Genitore alternante
 Ricerca di rassicurazione
 Aspettativa di indisponibilità della FdA
 Scarsa esplorazione
 Controllo coercitivo
 Incapacità a prevedere il comportamento della FdA
diventa controllo compulsivo
 Si attiva quando b. sente di NON avere la situazione sotto
controllo
 Vincolare la FdA apparendo debole - passivo
 Separazione = perdita di protezione
Disturbo d’ansia da separazione
 I quadri clinici di sindrome da separazione esprimono un
pattern ansioso-resistente nella sua componente emozionale e
neurovegetativa con organizzazione di Sé ancora
sufficientemente integrata e coesa (di solito quadri coercitivi a
basso indice).
 Bambini coercitivi passivi, disarmanti (C2) o indifesi (C4): si
costruiscono come incapaci e dipendenti, possono avere
momenti di crisi o scompensi emotivi a fronte di inevitabili
situazioni di separazione o di percepita perdita di protezione.
 Bambini coercitivi attivi (C1-3): intolleranti alla costrizione e
possono andare in crisi con un insegnante molto rigido e
vincolante, con cui gli schemi cognitivi interpersonali affinati
nella relazione con la madre risultano fallimentari. I sintomi
della fobia scolare (ad es. vomito, dolori addominali)
consentono di ripristinare l’equilibrio relazionale minacciato.
DAL BAMBINO ALL’ADULTO
Nei profili appena tratteggiati si riconoscono “in
embrione” le diverse forme che la patologia
fobica assume nell’adulto:
 Versante costruttivo (claustrofobia)
 Versante della perdita di protezione
(agorafobia)
Disturbo d’ansia da separazione
 Cosa fare?
 Aiutare b. a identificare l’ansia
 Normalizzare la paura
 Usare la fiaba di un personaggio eroico e
vedere come lui le ha affrontate
 Rinforzare quando ce la fa
Fobia scolare
 Difficoltà ad andare a scuola o a rimanervi per una
intera giornata
 Complicata da ansia, eccessivo stato stato di paura,
lamentele di sentirsi male
 Depressione
 Assenza di caratteristiche antisociali (bravi bambini,
ansiosi e un po’ inibiti)
 Stato di angoscia che aumenta se si forza il bambino ad
andare a scuola
 Interessa 1-5% dei soggetti in età scolare
 Fasi delicate: ingresso scuola elementare & passaggio
alla scuola media
Fobia scolare
 Manifestazioni
 Reazione di ansia associata all’uscita da casa o
all’ingresso a scuola
 Panico al momento di entrare a scuola
 Sintomi somatici (dolori addominali, nausea, vomito,
inappetenza, cefalea, dolori agli arti)
 I sintomi somatici anche la sera prima, insonnia
 Al di fuori della scuola bimbo traquillo
Fobia scolare
 Fattori
 Predisponenti
 Mamma iperprotettiva o intrusiva con scarsa
differenziazione dal figlio
 Incoerenza educativa genitoriale
 Antecedenti ansioso-depressivi nelle FdA
 Scatenanti
 Eventi di vita stressanti sul cotè della separazione
 Mantenimento
 Piacevolezza dello stare a casa
Fobia scolare
 Pensieri disfunzionali del bambino
 Stare a scuola è brutto e fa paura
 Io sono inadeguato ad affrontare una scuola(nuova)
perché è troppo complesso e difficile
 Non riesco a stare in gruppo, ho paura dei compagni, i
compagni mi prendono in giro
 A scuola si fanno cose noiose..
 .. O troppo difficili
 Ho paura a stare senza la mamma
Fobia scolare
 Importante rientro graduale a scuola con massima
flessibilità
 Importante pianificare step con gli insegnanti
 Gradualità (stare in biblioteca, fare solo alcune ore)
 Durata
 Presenza dei genitori (a scalare)
 Selezionare le materie/insegnanti preferiti per riprendere
 Far decidere al b. che giorno iniziare a tornare a scuola
 Contratto educativo (dare rinforzi)
 Dare spazio per parlare delle paure
Fobia sociale
 Disturbo internalizzante
 Paura marcata, persistente e irrazionale
relativa a situazioni sociali o prestazionali in
cui si è esposti al giudizio altrui
 Prevalenza 1% della popolazione generale tra
bambini e adolescenti
Fobia sociale
 Manifestazioni
 Vulnerabilità
 Il soggetto si sente minacciato
 Inadeguatezza
 Sensazione di non essere competente
 Paura del giudizio altrui
 Timore di essere sempre giudicato in modo negativo
dagli altri
 Vergogna
 Timore di perdere la propria buona immagine sociale
 Meta-vergogna
 Paura di mostrare la propria vergogna
Fobia sociale
 Problema dell’accettabilità sociale
 Ipersensibilità ai segnali mandati dalle altre
persone
 La sicurezza personale è funzione della
percezine soggettiva della propria
accettazione da parte di un altro ritenuto
importante o da parte del gruppo
 Adesione alle aspettative dell’altro
Fobia sociale
 Atteggiamenti tipici
 Autostima
 Bassa autostima
 Sentimenti di inferiorità
 Difficoltà ad essere assertivi
 Giudizio
 Ipersensibilità alla critica, giudizio negativo, rifiuto
 Scarse capacità sociali
 Segni di ansia
 Mani fredde/sudate, tremori, voce esitante
 Evitamento
 Ansia anticipatoria
Fobia sociale
 Condizioni correlate
 Mutismo selettivo
 Rifiuto di parlere pur potendolo fare
 Accade in situazioni specifiche
 Esordio precoce (3-7 anni)
 Ansia da esame
 Paura di fare brutte figure durante le richieste di
prestazioni
 Rigidità di temperamento
 Si agitano quando vengono modificate le loro abitudini
Fobia sociale
 Sintomatologia
 Comportamenti
 Balbettare
 Scarso contatto oculare
 Tendenza a borbottare
 Oncofagia
 Voce tremante
 Cognitivi
 Pensieri di fuga
 Autocritica
Fobia sociale - sintomatologia
 Emozionali
 Senso di fallimento
 Umiliazione
 Imbarazzo
 Senso di inadeguatezza
 Fisiologici
 Sopra i 10 anni i bambini riferiscono
 Palpitazioni cardiache
 Senso di svenimento
 Rossore
 Tremori e sudore
 Mal di testa
 Prima dei 10 anni descrivono i sintomi fisici come
 Sfarfallio nello stomaco
 Mal di testa
 Sernsazione di vomito
 Manifestazioni di pianto e/o collera
Fobia sociale
 Cause e fattori di rischio
 Biologici e genetici
 I disturbi d’ansia sono ricorrenti nella stessa famiglia,
ma è meglio parlare di vulnerabilità
 Temperamento: inibizione comportamentale
 Timidezza
 Ambientali
 Episodii traumatici
 Famiglia iperprotettiva o svalutante e ipercritica
 Esperienze di umiliazione
 Rigidità del comportamento per evitare ciò che è nuovo
e non si sa come gestire
Fobia sociale - cause e fattori di rischio
 Aspetti cognitivi
 Teoria della mente
 Ridotte capacità di autoriflessività (comprendere le proprie
emozioni, scopi, credenze) perché orientato sull’altro
 Ridotta capacità di decentramento (prendere il punto di vista
dell’altro)
 Ridotta capacità di mastery (applicare strategie di problem-solving
funzionali)
 Credenze
 Vergogna (farò la figura dello sciocco)
 Inaiutabilità (non potrò farcela)
 Paura di fare (tutti mi guardano e io sbaglierò)
 Memoria selettiva dei propri fallimenti
Fobia sociale
 Fattori di mantenimento
 Familiari
 Madre timida (o fobica) favorisce l’evitamento dei
compagni o non facilita l’ingresso in nuovi gruppi.
 Padre ambiente educativo restrittivo
 Entrambi scoraggiano l’esplorazione efacilitano
l’evitamento
 Sociali
 Una vita riservata non favorisce lo sviluppo di abilità
sociali e di competenze conversazioni che rendonoo
difficli i contatti sociali e innescano il circolo vizioso
dell’evitamento
Fobia sociale
 Intervento
 Training di abilità sociali per insegnare le abilità
della comunicazione efficace
 Social problem solving
 Role-play
 Appaiamento tra pari (modeling)
 Intervento sulla paura
Disturbo ossessivo-compulsivo
 Fa parte della categoria più generale dei disturbi
d’ansia
 È caratterizzato oltre che dalla presenza di stati
ansiosi anche da …
 Pensieri intrusivi / ossessivi
 Comportamenti ritualistici (compulsioni)
che …
Sono fonte di sofferenza e interferenza con la normale
vita della persona
Disturbo ossessivo-compulsivo
 Pensieri intrusivi / ossessivi
 Sono pensieri irrealistici, irragionevoli, persistenti,
inappropriati, intrusivi
 non voluti dal soggetto
 Comportamenti ritualistici (compulsioni)
 Sono azioni ripetitive o mentali che
 Hanno lo scopo di ridurre l’ansia
 Vengono eseguite come contro la propria volontà (es. lavarsi le
mani, controllare q.cosa, riordinare oggetti)
Disturbo ossessivo-compulsivo
 Intrusività del pensiero -> distubo
internalizzato
 Atti compulsivi che comportano disadattamento
per il soggetto ne contesti familiare, scolastico,
sociale -> disturbo esternalizzato
 Rituali più presenti nei bambini
 Controllare
 Lavarsi le mani
Disturbo ossessivo-compulsivo
 Etiologia
 Figure di Attaccamento
 Fredde e poco disponibili al contatto fisico
 Poco attive a livello motorio e molto a livello verbale
 Limitano la libera espressione delle emozioni
 Sottolineano l’importanza delle regole e del conformismo
 Genitori controllanti
 Ipercritici e perfezionisti
 Richiesta di prestazioni troppo elevate rispetto all’età
 Severi (poco disposti ad accettare scuse e a perdonare,
colpevolizzanti)
 Aspettative elevate (mete non fonte di piacere, ma doveri)
Disturbo ossessivo-compulsivo - Etiologia
 Il bambino
 sperimenta spesso nel rapporto con i
genitori la sensazione di non essere
 creduto, ascoltato o considerato quando si
vuole discolpare, giustificare o far valere
le proprie ragioni
Disturbo ossessivo-compulsivo
 Epidemiologia
 Incidenza 1 soggetto su 200
 Esordio: 10/12 anni circa
 Nei maschi l’esordio avviene più precocemente che nelle
femmine
 Associato spesso a …
 Disturbi del comportamento
 Disturbi d’ansia (es. fobie)
 Disturbi dell’apprendimento
 Tic
 Sindrome di Gilles de la Tourette
Sindrome di Gilles de la Tourette
 Insieme di tic multipli motori associati a tic vocali
 A volte le espressioni verbali sono a carattere osceno
 Più frequente nei maschi
 Disturbo ereditario
 Esordio: a volte intorno a due anni, piu’ spesso
intorno ai 7 anni
 I sintomi si attenuano lentamente con l’età
I tic
 Tic
 Movimenti improvvisi, rapidi, bruschi
 Indipendenti dalla volonta’
 Stereotipati
 Anticipati da altri movimenti, di solito di
diverse parti del corpo
 Si accentuano nei momenti di stress
I tic
 Tic possono essere
 Motori
 Semplici
 Ammiccare, sbattere le palpebre, fare le smorfie
 Complessi (atti motori compositi)
 Vocali
 Semplici
 Complessi
 Produzione di parole o frasi senza alcuna finalita’ o slegate dal
contesto
 Coprolalia (pronunciare parole oscene) 10% dei casi
 Ecolalia (ripetere parole altrui)
 Palilalia (ripetizione delle proprie parole)
I tic
 Possono essere un…
 Disturbo transitorio
 Che compare a tratti, in situazioni di ansia
 Disturbo cronico
 Si stabilizza in tutta una gamma di situazioni
soggettivamente vissute come ansiogene
I tic
 Eziopatogenesi
 Livello neurologico
 Anomalie congenite
 Deficit dimaturazione della dominanza emisferica
 Associati al DOC
 Risposte condizionate per ridurre l’ansia
 Emessi per imitazione
I tic
 Interventi
 Ridurre la risposta
 Dilazionare
 estinguere la risposta
 Cognitive
 Ascoltare il bambino
 Lasciare spazio alle sue emozioni
 Insegnare a lasciarsi andare
Disturbo ossessivo-compulsivo
 Manifestazioni piu’ comuni del DOC
 Rituali d’addormentamento
 Pensieri di morte
 Temi ricorrenti dei pensieri ossessivi
 Contaminazione, Aggressivita’ (far male a q.cuno)
 Sessualita’/masturbazione (sporco), Religiosita’
 Temi ricorrenti delle azioni
 Lavare
 Controllare, ordinare
 Toccare/ripetere, Contare
Disturbo ossessivo-compulsivo
 Cosa fare?
 Stop del pensiero
 Richiede un minimo di autoconapevolezza e capacita’ di
monitoraggio
 Interromprere le catene di pensieri prima che l’ansia sia troppo
forte
 Ridurre il perfezionismo
 Relativizzare
 Divertirsi
 Rilassarsi
I disturbi dell’evacuazione
 Sfintere uretrale e anale
 controllati sia dalla muscolatura liscia vie nervose
sottocorticali
 che dalla muscolatura striata vie nervose corticali
 Il controllo emerge progressivamente prima in forma di
inibizione, poi di evacuazione volontaria
 Viene raggiunto per maturazione fisiologica, ma e’
soggetto alla regolazione da parte degli adulti
 E soprattutto diventa un elemento che viene giocato
nella relazione FdA/Bambino
I disturbi dell’evacuazione
 I disturbi dell’evacuazione:
 Enuresi
 Emissione attiva involontaria incosciente e
incontrollata di urina a un età in cui dovrebbe essere
acquisito il controllo
 Encopresi
 Evacuazione delle feci in luoghi inappropriati, di solito
involontaria, a volte intenzionale dopo i 4 anni di età
I disturbi dell’evacuazione
 Enuresi
 Differenziare dall’incontinenza
 Legata fattori infettivi
 Neurologici
 Epilessia
 diabete
 E. Notturna - più frequente
 Di solito prima di una fase di sonno REM
 E. Diurna - più rara
I disturbi dell’evacuazione - Enuresi
 Primaria
 Continua a presentarsi anche dopo l’eta in cui si
dovrebbe avere il controllo vescicale (5 anni)
 Secondaria
 Compare dopo almeno un anno in cui il b. ha il
pieno controllo e regolazione della vescica
I disturbi dell’evacuazione - Enuresi
 Più frequente nei maschi
 A 5 anni
 7% maschi
 3% femmine
 A 3% maschi
 2% femmine
 10 anni
 Familiarità del disturbo? SI’
I disturbi dell’evacuazione - Enuresi
 Compare in un momento di crisi
 Ansia
 Separazione
 Gelosia
 Depressione
 E’ una forma di protesta
 Di richiamo dell’attenzione
 soprattutto in una famiglia iperpolarizzata sulla pulizia
e regolazione -> innesca facilmente una situazione
conflittuale
 Regressione
I disturbi dell’evacuazione - Enuresi
 E’ possible intervento farmacologico
 Imipramina a dosaggio basso
 Identificare e modificare le cause dell’ansia
I disturbi dell’evacuazione
 Encopresi
 Meno frequente dell’enuresi
 5 anni di eta’ 1% di bambini (sprattutto maschi)
 E. Diurna
 E. Notturna
 E. primaria (non e’ mai stato acquisito il controllo sfinterico)
 E. secondaria - più frequente (il controllo sfinterico viene
perduto)
I disturbi dell’evacuazione -encopresi
 Il bambino
 A volte si isola per defecare
 A volte non interrompe ciò che sta facendo
 A volte mentre va in bagno
 Può ostentare indifferenza
 Nascondersi o nascondere i suoi indumenti
 Ostentare il fatto
I disturbi dell’evacuazione -encopresi
 Sono bambini
 In alcuni casi passivi e ansiosi e l’encopresi è
aggressività espressa in modo immaturo
 In altri casi sono bambini oppositivi e
aggressivi e l’encopresi e’ un rifiuto a
sottomettersi alle regole
I disturbi dell’evacuazione -encopresi
 Famiglia
 Padre di secondo piano rispetto alla relazione
madre-bambino
 Madre molto preoccupata della regolarita’
fisiologia e rigida nell’educazione al controllo

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Ansia fobie d.o.c.-evolutiva5a

  • 1. DISTURBI DELLA SFERA EMOZIONALE  SINDROME ANSIOSA DA SEPARAZIONE  FOBIA SCOLARE  FOBIA SOCIALE  MUTISMO SELETTIVO  DISTURBI OSSESSIVO-COMPULSIVI  DISTURBI DELL’UMORE
  • 2. Sindrome ansiosa da separazione  Disturbo internalizzante  Presenza di ansia eccessiva (inadeguata rispetto all’età e al livello di sviluppo) e specifica che concerne la separazione dai familiari cui il bambino è maggiormente legato e che non è semplicemente parte di un’ansia generalizzata estesa a più situazioni.  Esordio prima dei 18 anni  Preoccupazioni irrealistiche circa incidenti o eventi sfavorevoli (smarrimenti, ricoveri) che allontanerebbero il bambino dai familiari stessi; persistente paura di rimanere solo, riluttanza o rifiuto ad andare a scuola.
  • 3. Disturbo d’ansia da separazione  Manifestazioni principali  Preoccupazione NON realistica su incidenti alle persone cui il soggetto è legato (FdA)  Paura che esse vadano via e non ritornino  Preoccupazione che q.che evento possa separae il b. dalle FdA  Riluttanza ad andare a scuola per la paura della separazione  Riluttanza o rifiuto a dormire SENZA vicino una Fda  Paura a stare solo durante il giorno senza una delle FdA  Incubi ripetuti relativi alla separazione  Comparsa di sintomi somatici nelle occasioni di separazione  Sofferenza intensa prima, durante e dopo la separazione
  • 4. Disturbo d’ansia da separazione  Sintomi somatici più comuni  Nausea  Mal di stomaco  Vomito  Cefalea  Manifestazioni di sofferenza alla separazione  Ansia  Pianto  Collera  Tristezza  Apatia  Ritiro sociale
  • 5. ATTENZIONE! RILUTTANZA AD ANDARE A SCUOLA  Nella sindrome ansiosa da separazione è legata alla paura della separazione  Nella fobia scolare specifica è legata a ciò che potrebbe accadere a scuola. L’ansia di livelli anormali è focalizzata su situazioni o oggetti specifici.
  • 6. Disturbo d’ansia da separazione  Fattori biologici  Non rilevanti  Fattori Ambientali  Fattori precipitanti  Lutto per un genitore, persona cara, anche per un animale domestico  Malattia del b. o dell’FdA  Divorzio, separazione  Cambiamento di residenza  Ingresso a scuola o cambio di scuola  Cambiamento di stato (emigrazione/immigrazione)
  • 7. Disturbo d’ansia da separazione  Fattori predisponenti  Situazioni familiari conflittuali -> fantasie di perdita  Minacce di una FdA di lasciare la famiglia  Espressione di una FdA della paura di ammalarsi o morire  Separazioni precoci vissute in modo traumatico  I genitori non sanno aitare il b. a gestire la separazione (allontanarsi con l’imbroglio -> inaffidabilità del genitore)
  • 8. Disturbo d’ansia da separazione - fattori predisponenti  Mondo esterno descritto come molto pericoloso --> b. fragile  FdA che non riesce a stare da sola e tiene il b. per rassicurazione vicino a sé  FdA con disturbo d’ansia da separazione o problemi di panico
  • 9. Disturbo d’ansia da separazione  Bowlby riporta 4 modelli di interazione familiare alla base dell’ansia da separazione Modello A  M (o P, raro) che tengono il b. a casa per avere compagnia per loro paure di separazione  Inversione del ruolo: b. “protegge” M
  • 10. Disturbo d’ansia da separazione modelli di interazione familiare secondo Bowlby  Modello BModello B  B. teme che - quando lui non c’è - possa accadereB. teme che - quando lui non c’è - possa accadere q.cosa di male alla madreq.cosa di male alla madre  Alla base fatti reali di malattie o morteAlla base fatti reali di malattie o morte  Minacce o preoccupazioni di malattie o morte espresse dallaMinacce o preoccupazioni di malattie o morte espresse dalla FdAFdA  Tentativo di tenere nascosta al b. la veritàTentativo di tenere nascosta al b. la verità  Minacce di malattie o morte connesse all’essereMinacce di malattie o morte connesse all’essere cattivo o disobbedientecattivo o disobbediente
  • 11. Disturbo d’ansia da separazione modelli di interazione familiare secondo Bowlby  Modello C  B. ha paura che possa accadere q.cosa di male a SE STESSO quando è lontano da casa  Possibile minaccia di abbandono fatta in momenti in cui b. era in difficoltà  Modello D  Una delle FdA teme che q.cosa possa accadere al b. quando è lontano  Spesso presente malattia del b.
  • 12. Disturbo d’ansia da separazione  Mantenimento  Scarsa fermezza dei genitori alla separazione e timore a lasciare solo il b.  Fattore che mantiene il disturbo
  • 13. Disturbo d’ansia da separazione  Attaccamento C  Genitore alternante  Ricerca di rassicurazione  Aspettativa di indisponibilità della FdA  Scarsa esplorazione  Controllo coercitivo  Incapacità a prevedere il comportamento della FdA diventa controllo compulsivo  Si attiva quando b. sente di NON avere la situazione sotto controllo  Vincolare la FdA apparendo debole - passivo  Separazione = perdita di protezione
  • 14. Disturbo d’ansia da separazione  I quadri clinici di sindrome da separazione esprimono un pattern ansioso-resistente nella sua componente emozionale e neurovegetativa con organizzazione di Sé ancora sufficientemente integrata e coesa (di solito quadri coercitivi a basso indice).  Bambini coercitivi passivi, disarmanti (C2) o indifesi (C4): si costruiscono come incapaci e dipendenti, possono avere momenti di crisi o scompensi emotivi a fronte di inevitabili situazioni di separazione o di percepita perdita di protezione.  Bambini coercitivi attivi (C1-3): intolleranti alla costrizione e possono andare in crisi con un insegnante molto rigido e vincolante, con cui gli schemi cognitivi interpersonali affinati nella relazione con la madre risultano fallimentari. I sintomi della fobia scolare (ad es. vomito, dolori addominali) consentono di ripristinare l’equilibrio relazionale minacciato.
  • 15. DAL BAMBINO ALL’ADULTO Nei profili appena tratteggiati si riconoscono “in embrione” le diverse forme che la patologia fobica assume nell’adulto:  Versante costruttivo (claustrofobia)  Versante della perdita di protezione (agorafobia)
  • 16. Disturbo d’ansia da separazione  Cosa fare?  Aiutare b. a identificare l’ansia  Normalizzare la paura  Usare la fiaba di un personaggio eroico e vedere come lui le ha affrontate  Rinforzare quando ce la fa
  • 17. Fobia scolare  Difficoltà ad andare a scuola o a rimanervi per una intera giornata  Complicata da ansia, eccessivo stato stato di paura, lamentele di sentirsi male  Depressione  Assenza di caratteristiche antisociali (bravi bambini, ansiosi e un po’ inibiti)  Stato di angoscia che aumenta se si forza il bambino ad andare a scuola  Interessa 1-5% dei soggetti in età scolare  Fasi delicate: ingresso scuola elementare & passaggio alla scuola media
  • 18. Fobia scolare  Manifestazioni  Reazione di ansia associata all’uscita da casa o all’ingresso a scuola  Panico al momento di entrare a scuola  Sintomi somatici (dolori addominali, nausea, vomito, inappetenza, cefalea, dolori agli arti)  I sintomi somatici anche la sera prima, insonnia  Al di fuori della scuola bimbo traquillo
  • 19. Fobia scolare  Fattori  Predisponenti  Mamma iperprotettiva o intrusiva con scarsa differenziazione dal figlio  Incoerenza educativa genitoriale  Antecedenti ansioso-depressivi nelle FdA  Scatenanti  Eventi di vita stressanti sul cotè della separazione  Mantenimento  Piacevolezza dello stare a casa
  • 20. Fobia scolare  Pensieri disfunzionali del bambino  Stare a scuola è brutto e fa paura  Io sono inadeguato ad affrontare una scuola(nuova) perché è troppo complesso e difficile  Non riesco a stare in gruppo, ho paura dei compagni, i compagni mi prendono in giro  A scuola si fanno cose noiose..  .. O troppo difficili  Ho paura a stare senza la mamma
  • 21. Fobia scolare  Importante rientro graduale a scuola con massima flessibilità  Importante pianificare step con gli insegnanti  Gradualità (stare in biblioteca, fare solo alcune ore)  Durata  Presenza dei genitori (a scalare)  Selezionare le materie/insegnanti preferiti per riprendere  Far decidere al b. che giorno iniziare a tornare a scuola  Contratto educativo (dare rinforzi)  Dare spazio per parlare delle paure
  • 22. Fobia sociale  Disturbo internalizzante  Paura marcata, persistente e irrazionale relativa a situazioni sociali o prestazionali in cui si è esposti al giudizio altrui  Prevalenza 1% della popolazione generale tra bambini e adolescenti
  • 23. Fobia sociale  Manifestazioni  Vulnerabilità  Il soggetto si sente minacciato  Inadeguatezza  Sensazione di non essere competente  Paura del giudizio altrui  Timore di essere sempre giudicato in modo negativo dagli altri  Vergogna  Timore di perdere la propria buona immagine sociale  Meta-vergogna  Paura di mostrare la propria vergogna
  • 24. Fobia sociale  Problema dell’accettabilità sociale  Ipersensibilità ai segnali mandati dalle altre persone  La sicurezza personale è funzione della percezine soggettiva della propria accettazione da parte di un altro ritenuto importante o da parte del gruppo  Adesione alle aspettative dell’altro
  • 25. Fobia sociale  Atteggiamenti tipici  Autostima  Bassa autostima  Sentimenti di inferiorità  Difficoltà ad essere assertivi  Giudizio  Ipersensibilità alla critica, giudizio negativo, rifiuto  Scarse capacità sociali  Segni di ansia  Mani fredde/sudate, tremori, voce esitante  Evitamento  Ansia anticipatoria
  • 26. Fobia sociale  Condizioni correlate  Mutismo selettivo  Rifiuto di parlere pur potendolo fare  Accade in situazioni specifiche  Esordio precoce (3-7 anni)  Ansia da esame  Paura di fare brutte figure durante le richieste di prestazioni  Rigidità di temperamento  Si agitano quando vengono modificate le loro abitudini
  • 27. Fobia sociale  Sintomatologia  Comportamenti  Balbettare  Scarso contatto oculare  Tendenza a borbottare  Oncofagia  Voce tremante  Cognitivi  Pensieri di fuga  Autocritica
  • 28. Fobia sociale - sintomatologia  Emozionali  Senso di fallimento  Umiliazione  Imbarazzo  Senso di inadeguatezza  Fisiologici  Sopra i 10 anni i bambini riferiscono  Palpitazioni cardiache  Senso di svenimento  Rossore  Tremori e sudore  Mal di testa  Prima dei 10 anni descrivono i sintomi fisici come  Sfarfallio nello stomaco  Mal di testa  Sernsazione di vomito  Manifestazioni di pianto e/o collera
  • 29. Fobia sociale  Cause e fattori di rischio  Biologici e genetici  I disturbi d’ansia sono ricorrenti nella stessa famiglia, ma è meglio parlare di vulnerabilità  Temperamento: inibizione comportamentale  Timidezza  Ambientali  Episodii traumatici  Famiglia iperprotettiva o svalutante e ipercritica  Esperienze di umiliazione  Rigidità del comportamento per evitare ciò che è nuovo e non si sa come gestire
  • 30. Fobia sociale - cause e fattori di rischio  Aspetti cognitivi  Teoria della mente  Ridotte capacità di autoriflessività (comprendere le proprie emozioni, scopi, credenze) perché orientato sull’altro  Ridotta capacità di decentramento (prendere il punto di vista dell’altro)  Ridotta capacità di mastery (applicare strategie di problem-solving funzionali)  Credenze  Vergogna (farò la figura dello sciocco)  Inaiutabilità (non potrò farcela)  Paura di fare (tutti mi guardano e io sbaglierò)  Memoria selettiva dei propri fallimenti
  • 31. Fobia sociale  Fattori di mantenimento  Familiari  Madre timida (o fobica) favorisce l’evitamento dei compagni o non facilita l’ingresso in nuovi gruppi.  Padre ambiente educativo restrittivo  Entrambi scoraggiano l’esplorazione efacilitano l’evitamento  Sociali  Una vita riservata non favorisce lo sviluppo di abilità sociali e di competenze conversazioni che rendonoo difficli i contatti sociali e innescano il circolo vizioso dell’evitamento
  • 32. Fobia sociale  Intervento  Training di abilità sociali per insegnare le abilità della comunicazione efficace  Social problem solving  Role-play  Appaiamento tra pari (modeling)  Intervento sulla paura
  • 33. Disturbo ossessivo-compulsivo  Fa parte della categoria più generale dei disturbi d’ansia  È caratterizzato oltre che dalla presenza di stati ansiosi anche da …  Pensieri intrusivi / ossessivi  Comportamenti ritualistici (compulsioni) che … Sono fonte di sofferenza e interferenza con la normale vita della persona
  • 34. Disturbo ossessivo-compulsivo  Pensieri intrusivi / ossessivi  Sono pensieri irrealistici, irragionevoli, persistenti, inappropriati, intrusivi  non voluti dal soggetto  Comportamenti ritualistici (compulsioni)  Sono azioni ripetitive o mentali che  Hanno lo scopo di ridurre l’ansia  Vengono eseguite come contro la propria volontà (es. lavarsi le mani, controllare q.cosa, riordinare oggetti)
  • 35. Disturbo ossessivo-compulsivo  Intrusività del pensiero -> distubo internalizzato  Atti compulsivi che comportano disadattamento per il soggetto ne contesti familiare, scolastico, sociale -> disturbo esternalizzato  Rituali più presenti nei bambini  Controllare  Lavarsi le mani
  • 36. Disturbo ossessivo-compulsivo  Etiologia  Figure di Attaccamento  Fredde e poco disponibili al contatto fisico  Poco attive a livello motorio e molto a livello verbale  Limitano la libera espressione delle emozioni  Sottolineano l’importanza delle regole e del conformismo  Genitori controllanti  Ipercritici e perfezionisti  Richiesta di prestazioni troppo elevate rispetto all’età  Severi (poco disposti ad accettare scuse e a perdonare, colpevolizzanti)  Aspettative elevate (mete non fonte di piacere, ma doveri)
  • 37. Disturbo ossessivo-compulsivo - Etiologia  Il bambino  sperimenta spesso nel rapporto con i genitori la sensazione di non essere  creduto, ascoltato o considerato quando si vuole discolpare, giustificare o far valere le proprie ragioni
  • 38. Disturbo ossessivo-compulsivo  Epidemiologia  Incidenza 1 soggetto su 200  Esordio: 10/12 anni circa  Nei maschi l’esordio avviene più precocemente che nelle femmine  Associato spesso a …  Disturbi del comportamento  Disturbi d’ansia (es. fobie)  Disturbi dell’apprendimento  Tic  Sindrome di Gilles de la Tourette
  • 39. Sindrome di Gilles de la Tourette  Insieme di tic multipli motori associati a tic vocali  A volte le espressioni verbali sono a carattere osceno  Più frequente nei maschi  Disturbo ereditario  Esordio: a volte intorno a due anni, piu’ spesso intorno ai 7 anni  I sintomi si attenuano lentamente con l’età
  • 40. I tic  Tic  Movimenti improvvisi, rapidi, bruschi  Indipendenti dalla volonta’  Stereotipati  Anticipati da altri movimenti, di solito di diverse parti del corpo  Si accentuano nei momenti di stress
  • 41. I tic  Tic possono essere  Motori  Semplici  Ammiccare, sbattere le palpebre, fare le smorfie  Complessi (atti motori compositi)  Vocali  Semplici  Complessi  Produzione di parole o frasi senza alcuna finalita’ o slegate dal contesto  Coprolalia (pronunciare parole oscene) 10% dei casi  Ecolalia (ripetere parole altrui)  Palilalia (ripetizione delle proprie parole)
  • 42. I tic  Possono essere un…  Disturbo transitorio  Che compare a tratti, in situazioni di ansia  Disturbo cronico  Si stabilizza in tutta una gamma di situazioni soggettivamente vissute come ansiogene
  • 43. I tic  Eziopatogenesi  Livello neurologico  Anomalie congenite  Deficit dimaturazione della dominanza emisferica  Associati al DOC  Risposte condizionate per ridurre l’ansia  Emessi per imitazione
  • 44. I tic  Interventi  Ridurre la risposta  Dilazionare  estinguere la risposta  Cognitive  Ascoltare il bambino  Lasciare spazio alle sue emozioni  Insegnare a lasciarsi andare
  • 45. Disturbo ossessivo-compulsivo  Manifestazioni piu’ comuni del DOC  Rituali d’addormentamento  Pensieri di morte  Temi ricorrenti dei pensieri ossessivi  Contaminazione, Aggressivita’ (far male a q.cuno)  Sessualita’/masturbazione (sporco), Religiosita’  Temi ricorrenti delle azioni  Lavare  Controllare, ordinare  Toccare/ripetere, Contare
  • 46. Disturbo ossessivo-compulsivo  Cosa fare?  Stop del pensiero  Richiede un minimo di autoconapevolezza e capacita’ di monitoraggio  Interromprere le catene di pensieri prima che l’ansia sia troppo forte  Ridurre il perfezionismo  Relativizzare  Divertirsi  Rilassarsi
  • 47. I disturbi dell’evacuazione  Sfintere uretrale e anale  controllati sia dalla muscolatura liscia vie nervose sottocorticali  che dalla muscolatura striata vie nervose corticali  Il controllo emerge progressivamente prima in forma di inibizione, poi di evacuazione volontaria  Viene raggiunto per maturazione fisiologica, ma e’ soggetto alla regolazione da parte degli adulti  E soprattutto diventa un elemento che viene giocato nella relazione FdA/Bambino
  • 48. I disturbi dell’evacuazione  I disturbi dell’evacuazione:  Enuresi  Emissione attiva involontaria incosciente e incontrollata di urina a un età in cui dovrebbe essere acquisito il controllo  Encopresi  Evacuazione delle feci in luoghi inappropriati, di solito involontaria, a volte intenzionale dopo i 4 anni di età
  • 49. I disturbi dell’evacuazione  Enuresi  Differenziare dall’incontinenza  Legata fattori infettivi  Neurologici  Epilessia  diabete  E. Notturna - più frequente  Di solito prima di una fase di sonno REM  E. Diurna - più rara
  • 50. I disturbi dell’evacuazione - Enuresi  Primaria  Continua a presentarsi anche dopo l’eta in cui si dovrebbe avere il controllo vescicale (5 anni)  Secondaria  Compare dopo almeno un anno in cui il b. ha il pieno controllo e regolazione della vescica
  • 51. I disturbi dell’evacuazione - Enuresi  Più frequente nei maschi  A 5 anni  7% maschi  3% femmine  A 3% maschi  2% femmine  10 anni  Familiarità del disturbo? SI’
  • 52. I disturbi dell’evacuazione - Enuresi  Compare in un momento di crisi  Ansia  Separazione  Gelosia  Depressione  E’ una forma di protesta  Di richiamo dell’attenzione  soprattutto in una famiglia iperpolarizzata sulla pulizia e regolazione -> innesca facilmente una situazione conflittuale  Regressione
  • 53. I disturbi dell’evacuazione - Enuresi  E’ possible intervento farmacologico  Imipramina a dosaggio basso  Identificare e modificare le cause dell’ansia
  • 54. I disturbi dell’evacuazione  Encopresi  Meno frequente dell’enuresi  5 anni di eta’ 1% di bambini (sprattutto maschi)  E. Diurna  E. Notturna  E. primaria (non e’ mai stato acquisito il controllo sfinterico)  E. secondaria - più frequente (il controllo sfinterico viene perduto)
  • 55. I disturbi dell’evacuazione -encopresi  Il bambino  A volte si isola per defecare  A volte non interrompe ciò che sta facendo  A volte mentre va in bagno  Può ostentare indifferenza  Nascondersi o nascondere i suoi indumenti  Ostentare il fatto
  • 56. I disturbi dell’evacuazione -encopresi  Sono bambini  In alcuni casi passivi e ansiosi e l’encopresi è aggressività espressa in modo immaturo  In altri casi sono bambini oppositivi e aggressivi e l’encopresi e’ un rifiuto a sottomettersi alle regole
  • 57. I disturbi dell’evacuazione -encopresi  Famiglia  Padre di secondo piano rispetto alla relazione madre-bambino  Madre molto preoccupata della regolarita’ fisiologia e rigida nell’educazione al controllo