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Scuola Media “Pellegrino da San Daniele”
La Cattedrale di San Lorenzo a Perugia
 I lavori per la costruzione della Cattedrale intitolata a San
   Lorenzo, uno dei Santi patroni della città, iniziarono nel
   1345 e si conclusero nel 1490. Sia la fiancata laterale che la
   facciata principale, però, sono rimaste incomplete. La
   fiancata laterale si affaccia sulla Fontana Maggiore, e una
   trama geometrica di rombi di marmo rosa e bianco ne
   decora solo il lato inferiore. La facciata principale, invece, si
   affaccia su Piazza Danti ed è caratterizzata da un portale
   barocco del 1729. L'interno, di impronta
   tardogotica, presenta tre navate di uguale altezza, divise
   da possenti pilastri. Le decorazioni furono completate nel
   XVIII secolo e, tra queste, spiccano La Deposizione di
   Federico Barocci, la vetrata policroma del XVI secolo di
   Arrigo Fiammingo e il Monumento Funebre in onore del
   vescovo Andrea Baglioni realizzato da Urbano da Cortona.
   Nel chiostro della Cattedrale potrete visitare il Museo
   Capitolare, sede di importanti opere d'arte.
La Galleria Nazionale dell'Umbria
a Perugia
 Lungo Corso Vannucci, agli ultimi piani del Palazzo dei Priori ha
   sede, dal 1878, la Galleria Nazionale dell'Umbria. La Galleria
   ospita uno dei patrimoni artistici più completi e ricchi di tutta
   la regione. Le opere coprono un periodo che va dal XIII al XIX
   secolo e sono organizzate secondo un esaustivo percorso
   cronologico: al terzo piano sono raccolte le opere che vanno dal
   XIII al XV secolo; mentre al secondo piano quelle dal XVI al XIX
   secolo. A differenza degli altri grandi musei italiani e stranieri,
   nella Galleria Nazionale dell'Umbria i capolavori sono raccolti in
   uno spazio piccolo, quindi si susseguono senza sosta. Si
   ammirano in un solo sguardo le madonne e i politici della pittura
   fiorentina e senese del 1400, accanto ai capolavori del
   Rinascimento, i pezzi unici dell'oreficeria umbra. Fra tutti,
   spiccano capolavori di Duccio di Buoninsegna, Piero della
   Francesca, Beato Angelico, Pinturicchio e Perugino In più,
   raccolte monografiche dedicate all'oreficeria, alla grafica antica,
   alla topografia e ai tessuti umbri arricchiscono la raccolta.
Rocca Paolina a Perugia
 Decantata in una celebre poesia di Giosue Carducci, la Rocca
   Paolina è un'antica fortezza voluta dal Papa Paolo III e realizzata
   da Antonio da Sangallo il Giovane. L'intento del Papa, in cui era
   ancora vivo il ricordo del Sacco di Roma, era quello di rendere la
   città sicura e di creare, così, un rifugio efficiente come lo era stato
   Castel Sant'Angelo. La sua costruzione rese necessaria la
   distruzione di più di cento case ma anche di monasteri e chiese,
   soprattutto di proprietà della famiglia Baglioni, odiatissima dal
   Papa. La Rocca è stata simbolo dell'autorità papale fino al
   1860, anno in cui venne abbattuta in seguito all'annessione al
   Regno d'Italia. Di quell'antica costruzione sono visibili un tratto
   delle mura di sostegno ed il bastione che incorpora Porta Marzia.
   La parte più suggestiva di quel che resta della Rocca Paolina sono
   i sotterranei, in particolare le scale mobili che dal parcheggio di
   Piazza Partigiani attraversano la Rocca sotto il porticato laterale
   del Palazzo del Governo (1870, sede della Provincia) e arrivano in
   Piazza Italia.
L'Oratorio di San Bernardino a
Perugia
 L'Oratorio fu voluto dai frati Francescani in onore di San
   Bernardino da Siena, la cui predicazione aveva infiammato i
   perugini in diverse occasioni. La splendida facciata policroma è
   opera di Agostino di Duccio che, utilizzando materiali differenti,
   riuscì a creare una vera e propria sinfonia di colori che esplode in
   un affascinante gioco di riflessi. In un fine ricamo di pietre e
   marmi, Agostino di Duccio era riuscito a glorificare Bernardino e
   a narrare i suoi miracoli. L'opera di Agostino è il più insigne
   monumento rinascimentale di Perugia. Un doppio portale
   immette il visitatore nell'interno dall'impianto gotico, il cui altare
   è costituito da un sarcofago paleocristiano del IV secolo che
   raccoglie le spoglie del beato Egidio, compagno di San
   Francesco. Dietro l'altare, un altro portale introduce nell'Oratorio
   di Sant'Andrea con un soffitto a cassettoni e dipinti del XVIII e XIX
   secolo.
Piazza IV Novembre
   E’ considerata una delle più belle piazze d’Italia ed è il centro monumentale della
    città di Perugia. Attorniata da eleganti ed interessanti edifici, vede sorgere nel
    mezzo la meravigliosa Fontana Maggiore , realizzata nella seconda metà del
    ‘200 da Nicola e Giovanni Pisano e Fra’ Bevignate da Perugia. Sulla Piazza, alta
    su una gradinata, sorge la fiancata delle trecentesca Cattedrale di San Lorenzo ,
    con la bella decorazione in marmi rosati. L’interno è assai interessante ed offre
    pregevoli opere d’arte. Sulla parte opposta della piazza, di fronte alla Cattedrale,
    sorge lo stupendo Palazzo dei Priori che allunga il suo fianco curvilineo su
    Corso Vannucci . Esso rappresenta uno degli esempi più raffinati ed interessanti
    dell’architettura gotica. Venne in parte realizzato alla fine del XII secolo, in parte
    all’inizio del XIII. La facciata è caratterizzata da una grande scalinata che dà
    accesso alla Sala dei Notari . In alto, poggianti su delle mensole, i simboli di
    Perugia: il grifo ed il leone. La Galleria Nazionale dell’Umbria , che occupa parte
    dell’interno del Palazzo dei Priori, costituisce la più importante e ricca raccolta di
    pittura umbra. Al pianterreno del Palazzo dei Priori si trovano poi la Sala
    del Collegio della Mercanzia e quella del Collegio del Cambio . La prima,
    completamente rivestita in legno, era adibita alle riunioni dei Consoli della
    Mercanzia; la seconda alle riunioni dei Cambiatori, ossia dei banchieri che
    praticavano il cambio delle monete. Parallelamente a Piazza IV Novembre ed
    a Corso Vannucci si apre Piazza Matteotti.
Fontana Maggiore
   La Fontana Maggiore, uno dei principali monumenti di Perugia, è situata al
    centro di Piazza IV Novembre (già Piazza Grande) e riceve da più di 800 anni
    l'acqua dal monte Pacciano.
   Fu progettata tra il 1275 ed il 1278 da Nicola Pisano (con la collaborazione
    di frà Bevignate da Cingoli per la parte architettonica e di Boninsegna
    Veneziano per la parte idraulica) e venne eretta per celebrare l'arrivo
    dell'acqua nell'acropoli della città grazie al nuovo acquedotto, che
    convogliava nel centro di Perugia le acque provenienti dal monte Pacciano,
    situato a pochi km dalla città.
   La Fontana venne danneggiata dal terremoto del 1348, con conseguente
    ricostruzione arbitraria dell'ordine dei pannelli; è stata sottoposta a restauro
    una prima volta nel 1948-49 e poi ancora nel 1995-99.
   La fontana, predisposta in bottega e poi montata al centro della piazza, fu
    realizzata in pietra di Assisi. È costituita da due vasche marmoree poligonali
    concentriche sormontate da una tazza bronzea ornata da un gruppo
    bronzeo di Ninfe dal quale sgorga l'acqua.
   La fontana ha la decorazione incentrata in 50 bassorilievi e 24 statue con cui
    Nicola Pisano e il giovane figlio Giovanni ornarono le due vasche poligonali
    concentriche.
   Nella vasca inferiore sono rappresentati i Mesi dell'anno con i segni zodiacali
    e le scene della tradizione agraria e della cultura feudale, le Arti liberali e
    personaggi della Bibbia e della storia di Roma.

SPOLETO
Il Teatro Romano (I sec. a.C.), eloquente testimonianza della Spoleto romana, è stato
riportato alla luce tra il 1954 e il 1960. Fu individuato nel 1891 da Giuseppe Sordini
attraverso un disegno cinquecentesco che lo collocava nell'area del convento di
Sant'Agata. Oggi è inserito nel complesso che ospita il Museo Archeologico Statale ed è
ancora utilizzato per spettacoli e rappresentazioni varie. L'accesso si trova lungo via
Sant'Agata ma la vista d'insieme si coglie fin dall'esterno.

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Casa Romana
In via Visiale, tra via del Municipio
e via Saffi, sorge la Casa Romana,
posta su un terrazzamento
immediatamente superiore a
quello del foro. Scoperta da
Giuseppe Sordini nel 1885 e
scavata tra la fine dell'Ottocento
e il 1914, appartenne ad un
personaggio economicamente e
socialmente         rilevante    nella
Spoleto del I sec. d.C., forse a
Vespasia           Polla,       madre
dell'imperatore         Vespasiano.Si
tratta, in ogni caso, di una
pregevole abitazione signorile il
cui schema architettonico riflette
quello classico delle abitazioni
patrizie romane. Sono infatti
presenti l'atrio, dotato di un
bacino di raccolta delle acque
piovane (impluvium), il tablinum,
il triclinium, il peristilium, nonché
cubicula e alae. Tutti gli ambienti
sono pavimentati a mosaico; in
qualche punto sono visibili tracce
di affreschi. Sopra l'area della
casa, si erge il Palazzo del
Comune.
   La Rocca sorge sulla sommità del Colle
    Sant'Elia, in posizione strategica e          Rocca Albornoziana
    dominante tutta la vallata. Fu edificata
    a partire dal 1359, nell'imminenza del        e Ponte delle
    rientro definitivo della sede papale da
    Avignone a Roma, nell'ambito della
    realizzazione, affidata al cardinale
                                                  Torri
    Egidio Albornoz, del sistema difensivo
    finalizzato a riportare l'autorità papale
    nei territori della Chiesa dopo la
    cattività avignonese. Il monumento è un
    complesso fortificato dall'allungata
    forma rettangolare, scandito da sei torri
    e con due ampi cortili interni; fu
    concepito per svolgere anche funzione
    di rappresentanza e residenziale per i
    rettori del Ducato, i governatori della
    città e i legati pontifici. La Rocca perse,
    poi, progressivamente la funzione
    residenziale e nel 1816 fu trasformata in
    penitenziario, uso che assolverà fino al
    1982. In quell'anno furono avviati gli
    imponenti lavori di recupero e restauro
    (ad oggi ancora non del tutto ultimati)
    che hanno restituito agli ambienti
    l'immagine originaria, pur con le
    inevitabili perdite evidenti, soprattutto,
    nelle lacune delle decorazioni
    pittoriche.
Ponte delle Torri
Eretto alla fine del
Trecento,
probabilmente sui
resti      di      una
precedente struttura
romana, Il Ponte, tra
le     più      grandi
costruzioni          in
muratura       dell'età
antica (alto ben 80
metri e lungo circa
280) aveva funzioni
di acquedotto, era
cioè destinato a
portare     in    città
l'acqua del monte.
Fortilizio dei Molini - Secoli XIII-
XIV
 Lungo      via Saffi, su cui affaccia il prospetto
  settentrionale del palazzo Comunale, si apre la superba
  vista della Cattedrale: ricostruita alla fine del XII sec.,
  sostituì l'antico edificio di S. Maria del Vescovato,
  dell'VIII – IX sec., eretto sull'area di un primitivo tempio
  cristiano dedicato al martire Primiano. Sulla facciata,
  impreziosita dal mosaico di Solsterno, si aprono le
  arcate del portico fatto realizzare nel 1491 da Ambrogio
  Barocci, celebre maestro che aveva lavorato nella
  splendida residenza ducale di Urbino al fianco di
  Francesco di Giorgio Martini. L'utilizzo di materiali
  cromaticamente contrastanti – le pietre bianca e rosata
  dei monti intorno Spoleto – fa cogliere a pieno l'effetto
  chiaroscurale e la minuzia decorativa dei rilievi eseguiti
  da maestranze lombarde esperte in questo tipo di arte,
  come testimoniato dai documenti conservati negli
  archivi.
Dedicata in origine ai martiri spoletini Concordio e Senzia, la chiesa fa parte
di una serie di basiliche paleocristiane sorte intorno a Spoleto nei primi secoli
dell'epoca cristiana. L'attuale dedicazione testimonia l'importante ruolo assunto
dalla basilica durante la dominazione longobarda, vista la particolare devozione
di questo popolo al Salvatore.
Fontana del Mascherone
- Secoli XVII-XVIII
 Il Teatro Romano di Gubbio si trova
              alla periferia della città, presso le
IL TEATRO     antiche terme. Fu costruito
              nell'ultimo periodo della Roma
              repubblicana, quindi a metà del
ROMANO        primo secolo a.C.
             Era uno dei maggiori teatri
              dell’impero romano. Col suo
              diametro di 70 metri, la parte
              riservata al pubblico, cioè la
              "cavea", poteva ospitare più di
              seimila spettatori. La "cavea"
              originaria era molto più alta
              dell'attuale, ma praticamente nulla
              resta della parte superiore.
             Il Teatro fu gravemente
              danneggiato nell’VIII secolo,
              durante l'occupazione longobarda.
              Nell'alto Medioevo, quando il
              teatro fu considerato una cava da
              cui trarre le pietre per ricostruire la
              città dopo le distruzioni barbariche,
               D’estate, vengono rappresentate
              grandi opere classiche.
La basilica
                                        di
                                        Sant’Ubaldo
 La Basilica di Sant’Ubaldo sorge sulle pendici del Monte
   Ingino.Essa risale al XII secolo e fu restaurata nel Cinquecento dai
   Canonici Regolari Lateranensi: fu anche costruito l’annesso
   convento. Verso la fine del Settecento fu affidato ai Padri
   Passionisti e, nel 1816, ai Frati Minori.Rappresenta il cuore
   religioso, storico e folcloristico della città. La Basilica conserva i
   ceri con cui si corre – il 15 maggio di ogni anno – la famosa "Corsa
   dei Ceri".Una manifestazione cittadina, folcloristica e religiosa
   insieme, si svolge in onore del santo patrono e si conclude alla
   Basilica stessa. L’esterno della Basilica è semplice e allo stesso
   tempo suggestivo, privo di particolari ornamenti, sulle pareti
   s’intravedono ancora frammenti di affreschi cinquecenteschi, e
   da uno stupendo portale finemente scolpito. L'interno è diviso in
   5 navate.
Il palazzo
dei importante edificio di Gubbio è senza
 Il più
         Consoli
    dubbio lo storico Palazzo dei Consoli. Il
     Palazzo prospetta su Piazza Grande, è fra i
    meglio conservati in Italia ed è stato
    considerato l’unico che possa competere con
    il palazzo della Signoria di Firenze.
    Un’iscrizione indica che la i lavori iniziarono
    nel 1332. L’opera terminò nel 1346 e fu subito
     la residenza della suprema Magistratura
    cittadina. Architetto fu quasi certamente
    l'eugubino Matteo di Giovannello, detto
    Gattapone. L'edificio ha la forma di un
    parallelepipedo. Tutta la mole è sorretta da
    grandi e robuste arcate e da volte. Le mura
    sono di pietra calcare, bruna.La facciata
    volge ad oriente ed è aperta dal portale, che
    si trova alla sommità di una scalinata, e da
    una serie di finestre nella parte più alta. Il
    palazzo è terminato in alto da un ballatoio
    scoperto. Sull'angolo sinistro della facciata
    s'innalza la torre della campana. Il primo
    piano è occupato dal grande salone che
    serviva alle adunanze popolari.
    Un’arditissima scala conduce alle sale
    superiori. Dai primi anni del Novecento, il
    Palazzo dei Consoli ospita il Museo Civico e la
    Pinacoteca Comunale.
La Chiesa di San
Francesco
 Si trova in Piazza Quaranta
  Martiri, dove – nel Medioevo –
  sorgeva la residenza degli
  Spadalonga; la famiglia che
  accolse amichevolmente ed
  ospitò Francesco d’Assisi,
  quando il Poverello lasciò la casa
  paterna. L’edificio fu costruito
  nella seconda metà del
  Duecento. La facciata è rivolta a
  nord-est, secondo i canoni
  francescani; essa presenta un
  bel portale e un piccolo
  campanile a pianta
  ottagonale: è l’unica in città ad
  avere una navata centrale e due
 Assisi: patria di 
Francesco   Francesco nacque ad Assisi tra il 1181 o
             1182 e morì nel 1226. Figlio di Pietro di
                         Bernardone, un ricco mercante di stoffe,
                         in gioventù condusse una vita
                         spensierata e mondana e fu istruito in
                         latino e in francese. Partecipò alla guerra
                         tra Assisi e Perugia, fu fatto prigioniero
                         durante la battaglia di Collestrada e
                         tenuto prigioniero per più di un anno.
                         Tornato ad Assisi, nel 1207 dopo un
                         periodo di meditazione avviene lo
                         strappo con il padre, che lo aveva
                         accusato davanti al vescovo, di dissipare i
                         propri averi, regalandoli ai poveri e di
                         vestire di soli stracci, ridicolizzando la
                         famiglia.
                         In quella occasione, Francesco si spogliò
                         degli abiti che indossava affermando che
                         da allora non avrebbe più invocato il
                         padre Pietro ma "il Padre Nostro che è
                         nei cieli".
Gubbio: sua         Ricoperto di un misero camiciotto sul
                     quale tracciò con il gesso una grande
seconda patria       Croce. Francesco parte da Assisi e si
                     rifugia a Gubbio dove abita la famiglia
                     degli Spadalonga. Con uno dei figli di
                     Bernardo Spadalonga, Francesco era
                     diventato amico durante la prigionia a
                     Perugia, dopo la sconfitta di Collestrada.
                       Sulla strada per Gubbio lungo il percorso
                     oggi chiamato: "Sentiero Francescano
                     della Pace", nei pressi di Caprignone
                     incontra dei briganti che lo picchiano e lo
                     gettano in una fossa piena di neve. Stanco
                     ed affamato Francesco si ferma
                     all'abbazia di S.Verecondo (oggi abbazia
                     di Vallingegno) dove si trattiene alcuni
                     giorni costretto dal maltempo. Poi
                     prosegue per Gubbio, dove viene accolto
                     dalla famiglia Spadalonga e a Gubbio vi
                     rimane per qualche mese. Durante il
                     soggiorno a Gubbio S. Francesco compì
                     alcuni miracoli tra cui la guarigione di una
                     donna con le mani rattrappite. Gubbio
                     sarà spesso tappa, nei suoi viaggi. La
                     prima dimora a Gubbio di Francesco e dei
                     suoi frati fu S. Maria della Vittoria (detta
                     Chiesa della Vittorina perché in quel
                     luogo gli Eugubini avevano ottenuto la
                     vittoria nell'853 contro i Saraceni
   Durante uno dei suoi viaggi a Gubbio
    giunse a S. Francesco notizia di un           L'incontro 
    lupo che terrorizzava gli abitanti e si
    spingeva fino alle vicinanze delle           con il lupo
    abitazioni.
     S. Francesco incontra il lupo e lo
    ammansì. L'episodio è raccontato nei
    "Fioretti".
      All' addomesticamento del lupo
    sono stati attribuiti diversi significati:
    c'è chi sostiene che il lupo simboleggi
    il peccato, l'avidità e la ferocia, altri
    una meretrice, altri ancora un
    indemoniato.
     Ma la maggior parte della gente di
    tutto il mondo ritiene che si tratti di
    un vero e proprio lupo. Molte prove
    hanno come fulcro la chiesetta di S.
    Francesco della pace (oggi detta "dei
    muratori" ) costruita nel luogo della
    grotta dove, secondo la tradizione,
    per due anni visse e morì il lupo.
 Montefalco, posto in una
  posizione dominante sulle
  valli del Topino e del
  Clitunno, offre la vista di un
  ampio panorama delle terre
  umbre. La città di
  Montefalco domina dal suo
  colle la pianura che si stende
  da Spoleto fino a Perugia. Da
  tale posizione panoramica
  deriva anche il nome di
  ringhiera dell'Umbria. E' il
  luogo ideale da cui partire
  per visitare l'Umbria, perchè
  è ben collegata a tutti i
  principali centri come
  Foligno e Spoleto, entrambi
  raggiungibili in un quarto
  d'ora di viaggio.
CASTELLO DI
MONTEFALCO
         L'antico Falisco assunse l'aspetto di un "castrum
          romano", razionalmente impostato, di cui si
          possono riconoscere il cardo e il decumano
          massimo. Dopo la caduta dell'impero, Coccorone
          divenne l'instabile confine tra Longobardi e
          Bizantini. Poco dopo il Mille, il castello fu circondato
          da mura. Nel 1240 ospitò Federico II ed il figlio: per
          l'occasione fu eretta la porta ad arco ogivale, sopra
          la quale campeggiano la croce e l'aquila imperiale, e
          il nome del podestà, Lopardo. Nel 1324, fu costruita
          la seconda e più ampia cerchia di mura,
          intramezzata da torrioni, bastioni e spalti che
          dettero al castello l'aspetto di una fortezza
          inespugnabile. Della rocca rimangono vestigia
          significative con buona parte della cinta muraria,
          prima merlata guelfa poi ghibellina, con quattro
          porte: Camiano, Della Rocca, Il Verziere e Federico II
          e una torre angolare quadrata. Delle porte, il
          Verziere rimane la più imponente, sormontata da
          beccatelli e merli ghibellini. Dell'antica struttura
          medievale restano all'interno notevoli reperti: le vie
          caratteristiche, il palazzo del Popolo eretto nel 1270,
          (e oggi sede municipale) ed alcune abitazioni
          trecentesche. L'importanza strategica e difensiva
          del castello fu sempre notevole, come pure la sua
          posizione che nel 1568 meritò l'appellativo di
          "Ringhiera dell'Umbria".
Piazza del 
    Comune
   Già chiamata Campo del Certame e più tardi Piazza
    dei Cavalieri è un grande invaso quasi circolare al
    centro dell‘abitato e contemporaneamente al punto
    più alto, sul quale convergono le principali direttrici
    provenienti dalle quattro porte, circondato dai
    palazzi delle famiglie nobili e dominato dal Palazzo
    Comunale. Nel 1270 l‘edificio venne ricostruito e poi
    rimaneggiato e ampliato più volte: evidente è il
    loggiato quattrocentesco e la torre comunale dalla
    quale si gode di una vista superba. Le mura cittadine,
    stupendamente conservate presentano quattro porte
    d'ingresso. Della costruzione duecentesca rimane
    solo una bifora sul lato destro. Il portico venne
    aggiunto nel XV sec., la torre e il timpano con
    orologio solo nel XIX secolo. Nella antica Sala del
    Consiglio, ora sala di lettura della Biblioteca, vi è un
    affresco della Madonna in Maestà, attribuibile al
    pittore folignate Giovanni di Corraduccio (XV sec.).

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  • 1. Scuola Media “Pellegrino da San Daniele”
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  • 4.
  • 5. La Cattedrale di San Lorenzo a Perugia  I lavori per la costruzione della Cattedrale intitolata a San Lorenzo, uno dei Santi patroni della città, iniziarono nel 1345 e si conclusero nel 1490. Sia la fiancata laterale che la facciata principale, però, sono rimaste incomplete. La fiancata laterale si affaccia sulla Fontana Maggiore, e una trama geometrica di rombi di marmo rosa e bianco ne decora solo il lato inferiore. La facciata principale, invece, si affaccia su Piazza Danti ed è caratterizzata da un portale barocco del 1729. L'interno, di impronta tardogotica, presenta tre navate di uguale altezza, divise da possenti pilastri. Le decorazioni furono completate nel XVIII secolo e, tra queste, spiccano La Deposizione di Federico Barocci, la vetrata policroma del XVI secolo di Arrigo Fiammingo e il Monumento Funebre in onore del vescovo Andrea Baglioni realizzato da Urbano da Cortona. Nel chiostro della Cattedrale potrete visitare il Museo Capitolare, sede di importanti opere d'arte.
  • 6. La Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia  Lungo Corso Vannucci, agli ultimi piani del Palazzo dei Priori ha sede, dal 1878, la Galleria Nazionale dell'Umbria. La Galleria ospita uno dei patrimoni artistici più completi e ricchi di tutta la regione. Le opere coprono un periodo che va dal XIII al XIX secolo e sono organizzate secondo un esaustivo percorso cronologico: al terzo piano sono raccolte le opere che vanno dal XIII al XV secolo; mentre al secondo piano quelle dal XVI al XIX secolo. A differenza degli altri grandi musei italiani e stranieri, nella Galleria Nazionale dell'Umbria i capolavori sono raccolti in uno spazio piccolo, quindi si susseguono senza sosta. Si ammirano in un solo sguardo le madonne e i politici della pittura fiorentina e senese del 1400, accanto ai capolavori del Rinascimento, i pezzi unici dell'oreficeria umbra. Fra tutti, spiccano capolavori di Duccio di Buoninsegna, Piero della Francesca, Beato Angelico, Pinturicchio e Perugino In più, raccolte monografiche dedicate all'oreficeria, alla grafica antica, alla topografia e ai tessuti umbri arricchiscono la raccolta.
  • 7. Rocca Paolina a Perugia  Decantata in una celebre poesia di Giosue Carducci, la Rocca Paolina è un'antica fortezza voluta dal Papa Paolo III e realizzata da Antonio da Sangallo il Giovane. L'intento del Papa, in cui era ancora vivo il ricordo del Sacco di Roma, era quello di rendere la città sicura e di creare, così, un rifugio efficiente come lo era stato Castel Sant'Angelo. La sua costruzione rese necessaria la distruzione di più di cento case ma anche di monasteri e chiese, soprattutto di proprietà della famiglia Baglioni, odiatissima dal Papa. La Rocca è stata simbolo dell'autorità papale fino al 1860, anno in cui venne abbattuta in seguito all'annessione al Regno d'Italia. Di quell'antica costruzione sono visibili un tratto delle mura di sostegno ed il bastione che incorpora Porta Marzia. La parte più suggestiva di quel che resta della Rocca Paolina sono i sotterranei, in particolare le scale mobili che dal parcheggio di Piazza Partigiani attraversano la Rocca sotto il porticato laterale del Palazzo del Governo (1870, sede della Provincia) e arrivano in Piazza Italia.
  • 8. L'Oratorio di San Bernardino a Perugia  L'Oratorio fu voluto dai frati Francescani in onore di San Bernardino da Siena, la cui predicazione aveva infiammato i perugini in diverse occasioni. La splendida facciata policroma è opera di Agostino di Duccio che, utilizzando materiali differenti, riuscì a creare una vera e propria sinfonia di colori che esplode in un affascinante gioco di riflessi. In un fine ricamo di pietre e marmi, Agostino di Duccio era riuscito a glorificare Bernardino e a narrare i suoi miracoli. L'opera di Agostino è il più insigne monumento rinascimentale di Perugia. Un doppio portale immette il visitatore nell'interno dall'impianto gotico, il cui altare è costituito da un sarcofago paleocristiano del IV secolo che raccoglie le spoglie del beato Egidio, compagno di San Francesco. Dietro l'altare, un altro portale introduce nell'Oratorio di Sant'Andrea con un soffitto a cassettoni e dipinti del XVIII e XIX secolo.
  • 9. Piazza IV Novembre  E’ considerata una delle più belle piazze d’Italia ed è il centro monumentale della città di Perugia. Attorniata da eleganti ed interessanti edifici, vede sorgere nel mezzo la meravigliosa Fontana Maggiore , realizzata nella seconda metà del ‘200 da Nicola e Giovanni Pisano e Fra’ Bevignate da Perugia. Sulla Piazza, alta su una gradinata, sorge la fiancata delle trecentesca Cattedrale di San Lorenzo , con la bella decorazione in marmi rosati. L’interno è assai interessante ed offre pregevoli opere d’arte. Sulla parte opposta della piazza, di fronte alla Cattedrale, sorge lo stupendo Palazzo dei Priori che allunga il suo fianco curvilineo su Corso Vannucci . Esso rappresenta uno degli esempi più raffinati ed interessanti dell’architettura gotica. Venne in parte realizzato alla fine del XII secolo, in parte all’inizio del XIII. La facciata è caratterizzata da una grande scalinata che dà accesso alla Sala dei Notari . In alto, poggianti su delle mensole, i simboli di Perugia: il grifo ed il leone. La Galleria Nazionale dell’Umbria , che occupa parte dell’interno del Palazzo dei Priori, costituisce la più importante e ricca raccolta di pittura umbra. Al pianterreno del Palazzo dei Priori si trovano poi la Sala del Collegio della Mercanzia e quella del Collegio del Cambio . La prima, completamente rivestita in legno, era adibita alle riunioni dei Consoli della Mercanzia; la seconda alle riunioni dei Cambiatori, ossia dei banchieri che praticavano il cambio delle monete. Parallelamente a Piazza IV Novembre ed a Corso Vannucci si apre Piazza Matteotti.
  • 10. Fontana Maggiore  La Fontana Maggiore, uno dei principali monumenti di Perugia, è situata al centro di Piazza IV Novembre (già Piazza Grande) e riceve da più di 800 anni l'acqua dal monte Pacciano.  Fu progettata tra il 1275 ed il 1278 da Nicola Pisano (con la collaborazione di frà Bevignate da Cingoli per la parte architettonica e di Boninsegna Veneziano per la parte idraulica) e venne eretta per celebrare l'arrivo dell'acqua nell'acropoli della città grazie al nuovo acquedotto, che convogliava nel centro di Perugia le acque provenienti dal monte Pacciano, situato a pochi km dalla città.  La Fontana venne danneggiata dal terremoto del 1348, con conseguente ricostruzione arbitraria dell'ordine dei pannelli; è stata sottoposta a restauro una prima volta nel 1948-49 e poi ancora nel 1995-99.  La fontana, predisposta in bottega e poi montata al centro della piazza, fu realizzata in pietra di Assisi. È costituita da due vasche marmoree poligonali concentriche sormontate da una tazza bronzea ornata da un gruppo bronzeo di Ninfe dal quale sgorga l'acqua.  La fontana ha la decorazione incentrata in 50 bassorilievi e 24 statue con cui Nicola Pisano e il giovane figlio Giovanni ornarono le due vasche poligonali concentriche.  Nella vasca inferiore sono rappresentati i Mesi dell'anno con i segni zodiacali e le scene della tradizione agraria e della cultura feudale, le Arti liberali e personaggi della Bibbia e della storia di Roma. 
  • 11.
  • 13.
  • 14. Il Teatro Romano (I sec. a.C.), eloquente testimonianza della Spoleto romana, è stato riportato alla luce tra il 1954 e il 1960. Fu individuato nel 1891 da Giuseppe Sordini attraverso un disegno cinquecentesco che lo collocava nell'area del convento di Sant'Agata. Oggi è inserito nel complesso che ospita il Museo Archeologico Statale ed è ancora utilizzato per spettacoli e rappresentazioni varie. L'accesso si trova lungo via Sant'Agata ma la vista d'insieme si coglie fin dall'esterno. eo M us e le no ata a t om o S R ic ro log at o Te che A r
  • 15. Casa Romana In via Visiale, tra via del Municipio e via Saffi, sorge la Casa Romana, posta su un terrazzamento immediatamente superiore a quello del foro. Scoperta da Giuseppe Sordini nel 1885 e scavata tra la fine dell'Ottocento e il 1914, appartenne ad un personaggio economicamente e socialmente rilevante nella Spoleto del I sec. d.C., forse a Vespasia Polla, madre dell'imperatore Vespasiano.Si tratta, in ogni caso, di una pregevole abitazione signorile il cui schema architettonico riflette quello classico delle abitazioni patrizie romane. Sono infatti presenti l'atrio, dotato di un bacino di raccolta delle acque piovane (impluvium), il tablinum, il triclinium, il peristilium, nonché cubicula e alae. Tutti gli ambienti sono pavimentati a mosaico; in qualche punto sono visibili tracce di affreschi. Sopra l'area della casa, si erge il Palazzo del Comune.
  • 16. La Rocca sorge sulla sommità del Colle Sant'Elia, in posizione strategica e Rocca Albornoziana dominante tutta la vallata. Fu edificata a partire dal 1359, nell'imminenza del e Ponte delle rientro definitivo della sede papale da Avignone a Roma, nell'ambito della realizzazione, affidata al cardinale Torri Egidio Albornoz, del sistema difensivo finalizzato a riportare l'autorità papale nei territori della Chiesa dopo la cattività avignonese. Il monumento è un complesso fortificato dall'allungata forma rettangolare, scandito da sei torri e con due ampi cortili interni; fu concepito per svolgere anche funzione di rappresentanza e residenziale per i rettori del Ducato, i governatori della città e i legati pontifici. La Rocca perse, poi, progressivamente la funzione residenziale e nel 1816 fu trasformata in penitenziario, uso che assolverà fino al 1982. In quell'anno furono avviati gli imponenti lavori di recupero e restauro (ad oggi ancora non del tutto ultimati) che hanno restituito agli ambienti l'immagine originaria, pur con le inevitabili perdite evidenti, soprattutto, nelle lacune delle decorazioni pittoriche.
  • 17. Ponte delle Torri Eretto alla fine del Trecento, probabilmente sui resti di una precedente struttura romana, Il Ponte, tra le più grandi costruzioni in muratura dell'età antica (alto ben 80 metri e lungo circa 280) aveva funzioni di acquedotto, era cioè destinato a portare in città l'acqua del monte.
  • 18. Fortilizio dei Molini - Secoli XIII- XIV
  • 19.
  • 20.  Lungo via Saffi, su cui affaccia il prospetto settentrionale del palazzo Comunale, si apre la superba vista della Cattedrale: ricostruita alla fine del XII sec., sostituì l'antico edificio di S. Maria del Vescovato, dell'VIII – IX sec., eretto sull'area di un primitivo tempio cristiano dedicato al martire Primiano. Sulla facciata, impreziosita dal mosaico di Solsterno, si aprono le arcate del portico fatto realizzare nel 1491 da Ambrogio Barocci, celebre maestro che aveva lavorato nella splendida residenza ducale di Urbino al fianco di Francesco di Giorgio Martini. L'utilizzo di materiali cromaticamente contrastanti – le pietre bianca e rosata dei monti intorno Spoleto – fa cogliere a pieno l'effetto chiaroscurale e la minuzia decorativa dei rilievi eseguiti da maestranze lombarde esperte in questo tipo di arte, come testimoniato dai documenti conservati negli archivi.
  • 21.
  • 22.
  • 23.
  • 24. Dedicata in origine ai martiri spoletini Concordio e Senzia, la chiesa fa parte di una serie di basiliche paleocristiane sorte intorno a Spoleto nei primi secoli dell'epoca cristiana. L'attuale dedicazione testimonia l'importante ruolo assunto dalla basilica durante la dominazione longobarda, vista la particolare devozione di questo popolo al Salvatore.
  • 25. Fontana del Mascherone - Secoli XVII-XVIII
  • 26.
  • 27.  Il Teatro Romano di Gubbio si trova alla periferia della città, presso le IL TEATRO antiche terme. Fu costruito nell'ultimo periodo della Roma repubblicana, quindi a metà del ROMANO primo secolo a.C.  Era uno dei maggiori teatri dell’impero romano. Col suo diametro di 70 metri, la parte riservata al pubblico, cioè la "cavea", poteva ospitare più di seimila spettatori. La "cavea" originaria era molto più alta dell'attuale, ma praticamente nulla resta della parte superiore.  Il Teatro fu gravemente danneggiato nell’VIII secolo, durante l'occupazione longobarda. Nell'alto Medioevo, quando il teatro fu considerato una cava da cui trarre le pietre per ricostruire la città dopo le distruzioni barbariche, D’estate, vengono rappresentate grandi opere classiche.
  • 28. La basilica di Sant’Ubaldo  La Basilica di Sant’Ubaldo sorge sulle pendici del Monte Ingino.Essa risale al XII secolo e fu restaurata nel Cinquecento dai Canonici Regolari Lateranensi: fu anche costruito l’annesso convento. Verso la fine del Settecento fu affidato ai Padri Passionisti e, nel 1816, ai Frati Minori.Rappresenta il cuore religioso, storico e folcloristico della città. La Basilica conserva i ceri con cui si corre – il 15 maggio di ogni anno – la famosa "Corsa dei Ceri".Una manifestazione cittadina, folcloristica e religiosa insieme, si svolge in onore del santo patrono e si conclude alla Basilica stessa. L’esterno della Basilica è semplice e allo stesso tempo suggestivo, privo di particolari ornamenti, sulle pareti s’intravedono ancora frammenti di affreschi cinquecenteschi, e da uno stupendo portale finemente scolpito. L'interno è diviso in 5 navate.
  • 29. Il palazzo dei importante edificio di Gubbio è senza  Il più Consoli dubbio lo storico Palazzo dei Consoli. Il Palazzo prospetta su Piazza Grande, è fra i meglio conservati in Italia ed è stato considerato l’unico che possa competere con il palazzo della Signoria di Firenze. Un’iscrizione indica che la i lavori iniziarono nel 1332. L’opera terminò nel 1346 e fu subito la residenza della suprema Magistratura cittadina. Architetto fu quasi certamente l'eugubino Matteo di Giovannello, detto Gattapone. L'edificio ha la forma di un parallelepipedo. Tutta la mole è sorretta da grandi e robuste arcate e da volte. Le mura sono di pietra calcare, bruna.La facciata volge ad oriente ed è aperta dal portale, che si trova alla sommità di una scalinata, e da una serie di finestre nella parte più alta. Il palazzo è terminato in alto da un ballatoio scoperto. Sull'angolo sinistro della facciata s'innalza la torre della campana. Il primo piano è occupato dal grande salone che serviva alle adunanze popolari. Un’arditissima scala conduce alle sale superiori. Dai primi anni del Novecento, il Palazzo dei Consoli ospita il Museo Civico e la Pinacoteca Comunale.
  • 30. La Chiesa di San Francesco  Si trova in Piazza Quaranta Martiri, dove – nel Medioevo – sorgeva la residenza degli Spadalonga; la famiglia che accolse amichevolmente ed ospitò Francesco d’Assisi, quando il Poverello lasciò la casa paterna. L’edificio fu costruito nella seconda metà del Duecento. La facciata è rivolta a nord-est, secondo i canoni francescani; essa presenta un bel portale e un piccolo campanile a pianta ottagonale: è l’unica in città ad avere una navata centrale e due
  • 31.  Assisi: patria di  Francesco  Francesco nacque ad Assisi tra il 1181 o 1182 e morì nel 1226. Figlio di Pietro di Bernardone, un ricco mercante di stoffe, in gioventù condusse una vita spensierata e mondana e fu istruito in latino e in francese. Partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, fu fatto prigioniero durante la battaglia di Collestrada e tenuto prigioniero per più di un anno. Tornato ad Assisi, nel 1207 dopo un periodo di meditazione avviene lo strappo con il padre, che lo aveva accusato davanti al vescovo, di dissipare i propri averi, regalandoli ai poveri e di vestire di soli stracci, ridicolizzando la famiglia. In quella occasione, Francesco si spogliò degli abiti che indossava affermando che da allora non avrebbe più invocato il padre Pietro ma "il Padre Nostro che è nei cieli".
  • 32. Gubbio: sua   Ricoperto di un misero camiciotto sul quale tracciò con il gesso una grande seconda patria Croce. Francesco parte da Assisi e si rifugia a Gubbio dove abita la famiglia degli Spadalonga. Con uno dei figli di Bernardo Spadalonga, Francesco era diventato amico durante la prigionia a Perugia, dopo la sconfitta di Collestrada. Sulla strada per Gubbio lungo il percorso oggi chiamato: "Sentiero Francescano della Pace", nei pressi di Caprignone incontra dei briganti che lo picchiano e lo gettano in una fossa piena di neve. Stanco ed affamato Francesco si ferma all'abbazia di S.Verecondo (oggi abbazia di Vallingegno) dove si trattiene alcuni giorni costretto dal maltempo. Poi prosegue per Gubbio, dove viene accolto dalla famiglia Spadalonga e a Gubbio vi rimane per qualche mese. Durante il soggiorno a Gubbio S. Francesco compì alcuni miracoli tra cui la guarigione di una donna con le mani rattrappite. Gubbio sarà spesso tappa, nei suoi viaggi. La prima dimora a Gubbio di Francesco e dei suoi frati fu S. Maria della Vittoria (detta Chiesa della Vittorina perché in quel luogo gli Eugubini avevano ottenuto la vittoria nell'853 contro i Saraceni
  • 33. Durante uno dei suoi viaggi a Gubbio giunse a S. Francesco notizia di un  L'incontro  lupo che terrorizzava gli abitanti e si spingeva fino alle vicinanze delle con il lupo abitazioni. S. Francesco incontra il lupo e lo ammansì. L'episodio è raccontato nei "Fioretti". All' addomesticamento del lupo sono stati attribuiti diversi significati: c'è chi sostiene che il lupo simboleggi il peccato, l'avidità e la ferocia, altri una meretrice, altri ancora un indemoniato. Ma la maggior parte della gente di tutto il mondo ritiene che si tratti di un vero e proprio lupo. Molte prove hanno come fulcro la chiesetta di S. Francesco della pace (oggi detta "dei muratori" ) costruita nel luogo della grotta dove, secondo la tradizione, per due anni visse e morì il lupo.
  • 34.
  • 35.  Montefalco, posto in una posizione dominante sulle valli del Topino e del Clitunno, offre la vista di un ampio panorama delle terre umbre. La città di Montefalco domina dal suo colle la pianura che si stende da Spoleto fino a Perugia. Da tale posizione panoramica deriva anche il nome di ringhiera dell'Umbria. E' il luogo ideale da cui partire per visitare l'Umbria, perchè è ben collegata a tutti i principali centri come Foligno e Spoleto, entrambi raggiungibili in un quarto d'ora di viaggio.
  • 36. CASTELLO DI MONTEFALCO  L'antico Falisco assunse l'aspetto di un "castrum romano", razionalmente impostato, di cui si possono riconoscere il cardo e il decumano massimo. Dopo la caduta dell'impero, Coccorone divenne l'instabile confine tra Longobardi e Bizantini. Poco dopo il Mille, il castello fu circondato da mura. Nel 1240 ospitò Federico II ed il figlio: per l'occasione fu eretta la porta ad arco ogivale, sopra la quale campeggiano la croce e l'aquila imperiale, e il nome del podestà, Lopardo. Nel 1324, fu costruita la seconda e più ampia cerchia di mura, intramezzata da torrioni, bastioni e spalti che dettero al castello l'aspetto di una fortezza inespugnabile. Della rocca rimangono vestigia significative con buona parte della cinta muraria, prima merlata guelfa poi ghibellina, con quattro porte: Camiano, Della Rocca, Il Verziere e Federico II e una torre angolare quadrata. Delle porte, il Verziere rimane la più imponente, sormontata da beccatelli e merli ghibellini. Dell'antica struttura medievale restano all'interno notevoli reperti: le vie caratteristiche, il palazzo del Popolo eretto nel 1270, (e oggi sede municipale) ed alcune abitazioni trecentesche. L'importanza strategica e difensiva del castello fu sempre notevole, come pure la sua posizione che nel 1568 meritò l'appellativo di "Ringhiera dell'Umbria".
  • 37. Piazza del  Comune  Già chiamata Campo del Certame e più tardi Piazza dei Cavalieri è un grande invaso quasi circolare al centro dell‘abitato e contemporaneamente al punto più alto, sul quale convergono le principali direttrici provenienti dalle quattro porte, circondato dai palazzi delle famiglie nobili e dominato dal Palazzo Comunale. Nel 1270 l‘edificio venne ricostruito e poi rimaneggiato e ampliato più volte: evidente è il loggiato quattrocentesco e la torre comunale dalla quale si gode di una vista superba. Le mura cittadine, stupendamente conservate presentano quattro porte d'ingresso. Della costruzione duecentesca rimane solo una bifora sul lato destro. Il portico venne aggiunto nel XV sec., la torre e il timpano con orologio solo nel XIX secolo. Nella antica Sala del Consiglio, ora sala di lettura della Biblioteca, vi è un affresco della Madonna in Maestà, attribuibile al pittore folignate Giovanni di Corraduccio (XV sec.). 