2. INPUT e OUTPUT
In informatica con il termine input/output o I/O si intendono tutte le interfacce messe a
disposizione dal sistema operativo, o più in generale da qualunque sistema di basso livello ai
programmi per effettuare uno scambio di dati o segnali con altri programmi, con l'utente (a
livello sensoriale), col computer o con lo stesso sistema. Sono anche i due componenti
fondamentali del lavoro effettuato. Collegate a queste interfacce nell'interazione con l'utente
ci sono le varie periferiche di I/O
Gli input sono i dati che il programma riceve in ingresso mentre gli output sono i dati che il
programma trasmette verso un soggetto terzo. Anche i dati salvati su disco rigido sono
output dato che vengono inviati al gestore delle periferiche che provvede a memorizzarli
nella memoria magnetica. Anche l'utente utilizza dispositivi di I/O infatti, per esempio il
mouse,la tastiera, il gamepad e il microfono sono dispositivi di Input mentre il monitor,
la stampante e le casse audio sono dispositivi di Output.
Oltre a dispositivi di carattere fisico i programmi e il sistema operativo hanno dei dispositivi
di I/O che sono a loro volta dei componenti software. Questi consentono la comunicazione
tra processi e quindi consentono agli applicativi di scambiarsi dati e di sincronizzarsi se
necessario.
In elettronica questo termine viene usato per designare dei pin dei circuiti integrati (ed in
particolar modo dei microprocessori) che hanno funzioni sia di ingressi che di uscite.
INPUT
INPUT è un termine inglese con significato di "immettere" che in
campo informatico definisce una sequenza di dati o informazioni, immessi per mezzo di una
"periferica di input " e successivamente elaborati. Il termine, approdato in Italia con la
prima informatica degli anni sessanta indicava al contempo i dati di entrata e i supporti che
li contenevano.
3. Successivamente, in particolare con l'avvento delle metodologie di gestione per processo, si
è diffuso in quasi tutti le discipline, anche non tecniche, nel senso più generale diinsieme di
elementi in entrata, per realizzare o produrre qualcosa.
Nel linguaggio corrente, input è divenuto sinonimo di impulso o direttiva che consenta
l'avvio di qualche opera, iniziativa o azione, spesso usato anche nella forma italianizzata di
"imput".
I dispositivi di input sono tutti quei dispositivi che l’utente usa per immettere i dati nel
computer, che possono essere dati, testi o immagini.
La tastiera è il classico dispositivo di input poiché consente la comunicazione diretta con
l'elaboratore, oltre a quelle classiche, che rimangono comunque le più diffuse, è possibile
utilizzare differenti tipi di tastiera.
Per ovviare a eventuali problemi di spazio sulla scrivania, sono consigliabili tastiere di
dimensioni ridotte o comprensive di sistemi di puntamento differenti dal classico mouse.
La maggior parte delle tastiere è formata da 101 tasti, ognuno dei quali agisce come un
interruttore a molla, in grado di emettere un impulso elettrico ogni volta che viene premuto.
Le più moderne, in effetti, consentono un collegamento “senza fili”, che avviene attraverso
la trasmissione de raggi infrarossi.
In questo modo è possibile utilizzare la tastiera come un telecomando del televisore, senza
trascinare quei fastidiosi cavi che si attorcigliano sulle nostre scrivanie.
Una novità che è interessante è rappresentata dalle tastiere ergonomiche, che si
differenziano da quelle tradizionali per la loro sagomatura.
Queste tastiere consentono di lavorare assumendo una postura ideale, che eviti l'insorgere di
problemi alla muscolatura e ai tendini delle mani e dei polsi.
4. Il mouse è un altro dispositivo di input di uso comune, particolarmente importante nei
sistemi operativi grafici come Windows e Mac OS. In essi, il mouse è utilizzato per
accedere in modalità grafica, alle varie risorse e strumenti, come i menù a discesa. Il mouse
è molto utile per accedere alle icone e ai pulsanti, oltre che per effettuare operazioni di
trascinamento necessarie a copiare e a spostare file e cartelle.
I mouse per PC possiedono solitamente due o più tasti e una rotellina, che aiutano nelle
scelte rapide e a scorrere più facilmente le pagine.
Esistono diversi tipi di mouse, prima si usavano i mouse con la pallina che girava, invece
oggi si usano i mouse a raggi infrarossi, che solitamente hanno una durata maggiore.
Il joystick è uno strumento di controllo molto utilizzato nei videogiochi, composto da una
manopola che può essere inclinata nelle quattro direzioni principali: avanti, indietro, destra e
sinistra. Il suo principio di funzionamento è perciò simile a quello della cloche di un aereo.
Poiché il computer è in grado di rilevare la direzione in cui esso viene rivolto, questo
dispositivo può essere utilizzato per controllare il movimento di oggetti visualizzati sullo
schermo.
5. Lo scanner è un dispositivo che consente al computer di acquisire immagini, fotografie e
pagine di testo. Esistono diversi tipi di scanner: quelli manuali sono i più economici e
consentono acquisizioni a basse risoluzioni.
Gli scannar piani, il cui principio di funzionamento è molto simile a quello di una
fotocopiatrice, si usano appoggiando l'origine da digitalizzare su un vetro, con il tasto o
l'immagine da acquisire rivolti verso di esso. Gli scanner piani sono al momento i più
diffusi, in quanto comportano il miglior rapporto prezzo - prestazioni.
Esistono poi anche scanner detti "a tamburo" destinati a un impiego esclusivamente
professionali
visti i costi elevati.
Per ottenere buoni risultati, gli scanner devono essere dotati di un buon corredo software,
comprendente programmi per la manipolazione delle immagini oppure per il riconoscimento
ottico dei caratteri tipografici (OCR, Optical Character Recognition), di modo che questi
possono essere trasmessi al computer non sotto forma di immagini, ma come se fossero stati
digitati direttamente dalla tastiera.
6. Poi vi sono altri dispositivi input come il trackball che è una specie di mouse piu piccolo e
rovesciato,vi è il touchpad un dispositivo di puntamento alternativo al mouse , la penna
lumiosa utilizzata nei programmi di disegno o di grafica e il microfono.
OUTPUT
Il termine output, dall'inglese messo fuori, indica in senso stretto il risultato di una
elaborazione ed in senso più ampio il risultato o l'insieme dei risultati prodotti.
In Italia il termine cominciò ad essere utilizzato con la prima informatica degli anni
sessanta indicava al contempo i dati in uscita e i supporti che li contenevano.
Successivamente, in particolare con l'avvento delle metodologie di gestione per processo, si
è diffuso in quasi tutte le discipline, anche non tecniche, nel senso più generale di insieme di
elementi in uscita, come risultato o prodotto anche immateriale di un trattamento fisico o di
una attività intellettuale di qualsiasi natura.
La fortuna del termine, insieme al suo opposto input, è stata la sua sinteticità e il fatto che
era molto semplice schematizzare un qualsiasi processo (non necessariamente fisico, ma per
esempio decisionale) con tre soli simboli: una freccia in entrata, un riquadro, una freccia in
uscita.
Il monitor è trai i dispositivi che consentono di visualizzare i risultati delle elaborazioni
effettuate dal computer. Lo schermo CRT è dotato di un tubo a raggi catodici,
tecnologicamente simile a quello di un televisore.
Gli schermi LCD, invece, sono schermi a cristalli liquidi, più leggeri e meno ingombranti
del primo, questi sono utilizzati principalmente per i computer portatili, ma anche per i PC
normali e sono piuttosto costosi. Il costo varia a seconda delle prestazioni, delle
caratteristiche e delle case produttrici.
La dimensione del monitor è misurata in pollici e calcolata sulla sua diagonale.
7. In informatica l'unità di stampa o stampante è una tipologia di periferica che si
contraddistingue per svolgere l'operazione di stampa. Attraverso la stampante il computer è
quindi in grado di trasferire immagini o testi su carta.
L'operazione di stampa comporta una perdita di informazioni, in quanto, una volta stampati,
un testo oppure un'immagine, sarà molto difficile ricostruire perfettamente il documento
originale con il processo inverso, ovvero la scansione o il riconoscimento ottico dei
caratteri.
Esistono diverse tecnologie di stampanti fra cui le più correnti sono :
• la stampante a margherita;
• la stampante a matrice (detta anche stampante ad aghi);
• la a getto d'inchiostro e stampante a getto di bolle d'inchiostro</a> ;
• la stampante laser
8. Le stampanti a margherita si basano sul principio delle macchine dattilografiche. Tutti i
caratteri sono stampati a rilievo su una matrice a forma di margherita. Per stampare, un
nastro imbevuto di inchiostro è posto fra la margherita e il foglio. Quando la matrice
colpisce il nastro, questo rilascia l'inchiostro solo a livello del rilievo del carattere.
Queste stampanti sono diventate obsolete in quanto molto rumorose e poco rapide.
La stampante a matrice (detta anche stampante ad aghi,stampante a impatto o in
inglese Dot-Matrix printer) permette di stampare dei documenti su carta grazie ad un
carrello con una testina di stampa.
La testina è costituita da piccoli aghi, spinti da delle elettro-calamite, che vanno a colpire un
nastro carbone, detto « nastro inchiostro », posto tra la testata e il foglio.
Il nastro di carbone sfila affinché sia presente continuamente dell'inchiostro. Ad ogni fine di
linea, una rotella fa girare il foglio.
La tecnologia delle stampanti a getto d'inchiostro (Bubble jet printers) è stata
originariamente inventata da Canon e si basa sul principio che un fluido riscaldato produce
delle bolle.
Il ricercatore che ha scoperto questo principio aveva messo accidentalmente in contatto una
siringa piena di inchiostro e un saldatore, questo creò una bolla nella siringa che fece
sgorgare dell'inchiostro dalla siringa.
Le testine delle stampanti attuali sono composte da numerosi ugelli (fino a 256), equivalenti
a più siringhe, riscaldate tra 300 e 400° C più volte al secondo.
Ogni ugello produce una minuscola bolla che a sua volta emette una piccola goccia
estremamente fine. IL vuoto generato dall'abbassamento di pressione aspira una nuova
goccia.
9. Si distinguono generalmente due tecnologie :
• Le stampanti a getto d'inchiostro, che utilizzano degli ugelli con un proprio
elemento riscaldante integrato. La tecnologia utilizzata è quindi termica.
• Le stampanti a bolla d'inchiostro, che utilizzano degli ugelli con una tecnologia
piezoelettrica. Ogni ugello è associato ad un quarzo piezoelettrico, che, eccitato sulla sua
frequenza di risonanza, si deforma ed emette la goccia di inchiostro.
L'altoparlante è un attuatore che converte un segnale elettrico in onde sonore. Si può
quindi definire un trasduttore elettroacustico. Il suono in sostanza è generato da una serie di
compressioni e rarefazioni dell'aria, compito dell'altoparlante è generare tali compressioni e
rarefazioni nell'ambiente d'ascolto. Gli altoparlanti attuali stanno andando verso un rapporto
dimensioni-potenza sempre più ridotto al fine appunto di minimizzare gli ingombri, così che
se una volta un altoparlante da 8 pollici (20,32 centimetri) era ad esempio sinonimo di bassa
potenza (8/10 watt), oggi a parità di diametro si possono avere woofer molto potenti che si
attestano anche sui 100/150 watt nominali, basti vedere l'evoluzione del settore car-audio