Between 12th and 14th century, Hohenstaufen's Empire in Germany and Italy, Anjou's Kingdom in France and Plantagenets' Kingdom of England was the most important political structure, often in war amogst themselves
2. I normanni in Italia meridionale (XI secolo)
I Normanni giunsero in Italia meridionale all’inizio dell’XI secolo, come mercenarial servizio dei signori bizantini e longobardi che erano in lotta tra loro.
I signori territoriali concessero ai capi normanni una contea,Aversa, e un ducato, Melfi, come ricompensa dei servigi prestati a loro
Alla metà dell’XI secolo, si affermò un condottiero normanno, Roberto il Guiscardo, signore di Altavilla. che sconfisse l’esercito mandato dal papa Leone IX per fermare i soldati normanni ritenuti pericolosi per gli interessi papali.
Il papa Niccolò II preferì una politica di accordi con i normanni, anziché ricorrere ad azioni di forza, e Roberto ricevette i ducati di Puglia, Calabria e Sicilia, in cambio della sottomissione al papa
Roberto il Guiscardo
3. Il riconoscimento ufficiale del potere di Roberto
Probabilmente Roberto era stato acclamato come duca dai suoi soldati.
Tuttavia il papa, che voleva ostacolare l’imperatore, i bizantini e i musulmani, consacrando Roberto, riconosceva ufficialmente come legittimo il potere che i normanni avevano stabilito sull’Italia meridionale con la forza delle armi.
Roberto il Guiscardo incoronatodal papa Niccolò II duca di Puglia
Calabria e Sicilia
4. Ruggero di Altavillaconquista la Sicilia
La Sicilia, di cui gli Altavillaerano stati riconosciuti duchi, era ancora nelle mani dei musulmani
Ruggero di Altavilla, fratello di Roberto, guidò la conquista dell’isola nel corso della seconda metà dell’XI secolo
La popolazione siciliana non amava i normanni per la loro eccessiva violenza, e faceva resistenza, ma Ruggero sfruttò le lotte interne ai dominatori musulmani, per giungere alla conquista definitiva (fine dell’XI secolo)
La struttura amministrativa dei musulmani fu mantenuta, compresi i funzionari
Ruggero di Altavilla fu nominato dal papa suo legato in Sicilia.
Questo gli permise di scegliere uomini di sua fiducia come vescovi
5. Ruggero II di Altavillaunifica l’Italia meridionale
Nei decenni successivi la Sicilia si divise dal resto del Mezzogiorno d’Italia.
Gli Altavillacontrollavano la Sicilia, mentre in Italia meridionale ripresero le lotte di potere tra i signori territoriali
A esse pose fine Ruggero II Altavilla, che riuscì per la prima volta a unificare il potere dei normanni su Sicilia, Puglia e Calabria e fu riconosciuto come duca dal papa (1128), e poi come re
L’unzione regale che egli ricevette significava che il suo potere ducale era assolutamente superiore a ogni altro nel regno.
Di fatto gli altri signori del regno dovevano il loro potere solo al re
Ruggero II di Altavilla
7. Costanza, ultima erede di Ruggero II
Il re riuscì a mettere sotto controllo i signori feudali:divise gli incarichi a corte tra esperti (armi,finanza,ecc.) e realizzò un censimento dei feudatari e dei loro obblighi verso di lui.
Quando morì RuggeroII(1154), la sua eredità politica fu ben gestita dai suoi successori, fino all’ultima di essi, la regina Costanza, che giunse sul trono in assenza di eredi maschi
Costanza di Altavilla
“dal secondo vento di Soave
generò il terzo, e l’ultima possanza” (Dante, Paradiso, III)
8. Federico, erede delle corone imperiale e siciliana
Costanza sposò Enrico VI, figlio di Federico I Barbarossa (1186)
Federico contava così di unire le corone imperiali e dell’Italia meridionale nelle mani della dinastia Sveva
Il progetto si realizzò nel 1194.quando Enrico VI, già imperatore, fu incoronato re di Sicilia dopo una lotta difficile con altri pretendenti
Enrico e Costanza ebbero un figlio, Federico, erede designato al trono
Entrambi morirono prematuramente, e Federico, che aveva quattro anni, per volontà di Costanza, fu affidato alla tutela del papa Innocenzo III
Il papa rispettò gli impegni, e nel 1208 Federico diventò re di Sicilia
Enrico VI
Papa Innocenzo III
Federico
10. La lotta per l’impero: Ottone di Brunswick
Innocenzo III era implicato nelle lotte tra Svevi e duchi di Baviera per la corona imperiale. Dopo avere favorito il guelfo Ottone di Brunswick, che divenne imperatore, Innocenzo lo combattèquando Ottone rivendicò a sé il possesso dei territori che il papa intendeva controllare, cioè l’Italia meridionale Innocenzo III decise allora di spingere sul trono il giovane Federico, che diventò re di Germania nel 1212 impegnandosi a rispettare alcuni patti con il pontefice
Federico diventò re di Germania
nel 1212, a patto che non riunisse mai
i suoi due regni, che poteva mantenere solo a titolo personale
e senza poter designare un unico
erede per entrambi.
Il papa Innocenzo III voleva così evitare che il dominio politico della Chiesa fosse schiacciato da un altro
potere forte in Italia
11. Battaglia di Bouvines(1214)
Il potere di Federico diventò effettivo solo due anni dopo, quando riuscì a sconfiggere in battaglia Ottone di Brunswicka Bouvines(in Francia)
Ottone aveva dalla sua parte il re d’Inghilterra John Lackland, suo zio.
Federico era supportato dal re francese Filippo Augusto
Dal 1220 Federico diventò imperatore con il nome di
Federico II
Ottone
di Brunswick
John Lackland
Filippo Augusto
12. Federico e i principi tedeschi
Per otto anni, 1212 –1220, Federico rimase lontano dall’Italia per rafforzare il suo dominio sui territori germanici.
Nel 1220, Federico raggiunse un accordocon i signori feudali tedeschi:
essi gli avrebbero giurato fedeltàin cambio dell’esercizio delle prerogative regie: battere moneta, riscuotere dazi, costruire fortezze
13. Federico incoronato imperatore Federico II fu incoronato come imperatore solennemente a Roma nel 1220, quindi si diresse in Sicilia per riappropriarsi del suo regno, che in otto anni di assenza era stato frazionato in molti potentati locali controllati da coloro che erano stati soldati di suo padre In Sicilia, Federico decise di porre direttamente sotto il suo controllo i territori del regno
14. Federico II si riappropria dell’Italia meridionale Rivendicò a sé tutti i diritti regi usurpati dagli ex ufficiali di suo padre fece distruggere i castelli costruiti dai signori sulle loro terre e si appropriò di quelli edificati sul suolo pubblico
volle mettere sotto controllo le città che avevano costituito domini urbani autonomi
Negli anni 1222-1224, Federico condusse campagne militari vittoriose contro i musulmani, che furono sconfitti e deportati a Lucera (Puglia), dove vissero secondo la propria fede in una comunità separata
Federico II sul trono imperiale circondato dai suoi cortigiani
15. Il governo di Federico II in Italia meridionale
L’imperatore fece sviluppare il commercioponendolo sotto il controllo della monarchia, per rimpinguare le casse del regno
Controllò il territorio attraverso una rete di castelli presidiati da guarnigioni armate
Costituì un’amministrazione pubblica efficiente, separata dall’esercito
Fondò a Napoli uno studium(università) per formare giuristi, che avrebbero lavorato alle dipendenze dirette del re
Castel del Monte, in Puglia,
la residenza più famosa
di Federico II
16. Le ConstitutionesMelfitane, 1231
Nel 1231, Federico II emanò le ConstitutionesMelfitane (oLiberAugustalis), [dal nome della città di Melfi, in Basilicata] che riunivano tutti i provvedimenti da lui decisi nei primi dieci anni di governo
l’imperatore con le Constitutionesaffermava di volersi riprendere le regalìe;
di voler riorganizzare l’esercizio della giustizia in circoscrizioni presieduti da funzionari regi
di costituire un apparato finanziario per gestire le terre del re (demanio) e riscuotere dazi e pedaggi
17. Federico II, scrittore e patrono della cultura
Federico II era un uomo di grande cultura e amante della cultura: scrisse un famoso trattato di caccia (De arte venandicumavibus), e a corte si circondò di uomini colti, di provenienza e religione diversa, musulmani,ebrei, cristiani, latini,greci
Questo atteggiamento era già stato proprio dei normanni, di cui lui aveva ripreso la mentalità sincretistica
Durante il suo regno e alla sua corte si sviluppò la “scuola siciliana”, primo movimento poetico in volgare italiano
Due pagine del De arte venandi cum avibus
18. Federico contro il figlio Enrico
Negli anni dal 1237 al 1250, Federico fu impegnato in conflitti duri
In Germania dovette fronteggiare la ribellione del figlio Enrico, che voleva usurpare il trono e aveva costruito un’alleanza con i principi tedeschi
Enrico fu fermato dal padre e condotto prigioniero in Italia (si suicidò nel 1242)
Con i principi tedeschi, Federico II continuò nella politica rivolta alla ricerca della convivenzasulla base di patti feudali di fedeltà
19. La lotta di Federico II contro la nuova “lega lombarda”
In Italia, Federico volle imporre la sua autoritàanche sui comuni dell’Italia settentrionale, ormai autonomi dal tempo della pace di Costanza
Essi si ricostituirono in una nuova “lega lombarda” a Milano
L’esercito imperiale, sostenuto da alcuni signori feudali come Ezzelinoda Romano, signore di Treviso, affrontò in una battaglia campale la nuova lega a Cortenuova, nella bassa pianura bergamasca, vincendo lo scontro (1238)
Luoghi e fatti della
battaglia di Cortenuova
20. Lega lombarda e papa contro Federico II
Federico riuscì a imporre la sua autorità sui comuni di Toscana, Marchee Romagna, ma non a sfruttare del tutto il successo militare di Cortenuova
Dovette fronteggiare un’alleanza imprevista tra i comuni della lega lombarda e il papa Gregorio IX, che scomunicò l’imperatore e lo accusò di essere miscredentee di dedicarsi a pratiche occulte e demoniache
Indebolito dalla situazione politica, Federico II fu sconfitto anche sul campo di battaglia per due volte, a Parma nel 1248 e a Fossalta(Mo) nel 1249 dalla lega, che ormai era guelfa. Qui i bolognesi riuscirono a catturare suo figlio Enzo, che era rettore della Romagna
Re Enzo, figlio di Federico II, catturato a Fossalta
21. La morte di Federico II e la sua difficile eredità
Federico morì nel 1250, presso Lucera
Dal 1250 al 1273, nessun principe divenne imperatore, e in sostanza terminò con lui l’idea di un impero che si estendesse dal Nord al Sud dell’Europa
Continuò invece la lotta tra comuni guelfi, guidati da Milano, e città ghibelline, capitanate da Cremona
Federico volle che gli succedesse in Germania e Italia il figlio Corrado, contravvenendo all’impegno assunto con papa Innocenzo III
Corrado morì però molto presto (1254), e questo scatenò ulteriori lotte per il trono
22. Fine della dinastia Sveva
L’erede di Corrado, il figlio Corradino,aveva solo dieci anni, e di questa situazione approfittò Manfredi, figlio di Federico, per usurpare il trono
Il papa approfittò di questi conflitti tra gli Svevi per chiamare in Italia Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia, e offrirgli la corona del regno meridionale.
Il papa voleva avere il sostegno di un sovrano guelfo per controllare l’Italia centro –meridionale
Nel 1266, Carlo d’ Angiò a Benevento sconfisse Manfredi, che morì durante la battaglia
Infine anche Corradino, ultimo degli Svevi, fu sconfitto in battaglia a Tagliacozzo, e questo fu l’epilogo della dinastia sveva in Italia
Manfredi
Carlo d’Angiò
Battaglia di Benevento, 1266
24. Capetingi e Plantageneti
I Capetingi, prima dinastia reale francese (dalla fine del X secolo), ebbero un dominio territoriale limitato tra i fiumi Loira e Senna
I loro territori erano circondati dai domini di altri signori territoriali dai quali i Capetingi non erano sostanzialmente differenti (XI secolo)
Luigi VI fu il primo sovrano capetingio a lottare contro i signori di banno che tentarono di usurpare le terre del dominio regio (XII secolo)
Nei territori confinanti con quelli dei Capetingi, si affermarono come grandi signori feudali i Plantageneti, che controllavano Maine e Normandia, e la cui famiglia fu anche dinastia regnante in Inghilterra dal 1154
25. La lotta tra Capetingi e Plantageneti
LelottetraCapetingiePlantageneticominciaronoquandoilducaGoffredoPlantagenetoinvestìilfiglioEnricodellasuacaricasenzailconsensodelsovranocapetingioLuigiVII(1150)
IlconflittotraleduedinastiesifermòmomentaneamenteperchéEnricoprestòomaggiofeudaleaLuigiVII
TuttavialamogliediLuigiVIIEleonora, duchessadiAquitania,divorziòdalsovranoesposòproprioEnrico,acuiportòindoteilsuoducato(1152)
Enricodiventònel1154red’InghilterraeintalmodoeraunsovranodecisamentepiùpotentediLuigiVII,inquantodominavaunregnoeancheunaparteampiadellaFrancia
Luigi VII
Eleonora d’Aquitania
Enrico, re d’Inghilterra
27. L’opera di Luigi VII e Filippo Augusto
Luigi VII riuscì a imporre ai diversi signori territoriali la prestazione d’omaggio, grazie al quale il sovrano era riconosciuto come il signore superiore, al quale era dovuta una totale fedeltà
Il re riuscì anche a affermare la sua superiorità giudiziaria, diventando il giudice supremo per le controversie tra signori
Il suo successore fu Filippo Augusto (1180) che ampliò il regno e portò avanti un processo di centralizzazione politica e amministrativa
Dopo la morte di Enrico II (1189), Filippo A. conquistò anche i domini dei Plantageneti in Francia, togliendoli ai re inglesi Richard Lionhearte John Lackland: Berry, Maine, Anjoue Normandia
Vincendo a Bouvines, Filippo A. vincolò più strettamente questi territori alla corona francese
La corona francese
La corona inglese
28. La riforma amministrativa di Filippo Augusto
Filippo Augusto creò nuovi funzionari
“balivi”, controllavano i beni della corona
“prevosti”, funzionari itineranti che si occupavanodella riscossione delle imposte, degliomaggi vassallatici dovuti da signori e comunità, dell’amministrazione della giustizia
Soprattutto con i “prevosti”, la monarchia francese cominciò a mutare il suo carattere di signoria feudale
Dopo la morte di Filippo Augusto, i suoi successori, Luigi VIII, suo figlio, e Luigi IX “il Santo”, suo nipote, continuarono la sua opera di rafforzamento del potere pubblico
29. L’opera di Luigi VIII
LuigiVIIIampliòilregnopartecipandoallacrociatacontroicàtari,cheglipermisediestendereilsuopoterefinoallaLinguadoca(Provenza),nellapartemeridionaledelterritoriofrancese,destinataadiventarelabaseperulterioriconquiste
LuigicercòconsuccessodiproporreufficialmenteiCapetingicomeerediecontinuatorideiCarolingi(anchesestoricamentetraleduedinastienonesistevanessunrapporto)
TaleoperazionepermiseaiCapetingididareaipropridominisolidebasidilegittimitàdinastica
Incoronazione di
Luigi VIII e della moglie
30. Luigi IX, “il Santo”
Il figlio Luigi IXfu ancora più popolare del padre, grazie alla fama di santità che lo accompagnò per tutta la vita
Promosse due crociate, entrambe poco fortunate, durante la seconda delle quali perse la vita (1270)
Durante il suo regno, la monarchia si rafforzò dal punto di vista dei domini territoriali
La pace di Parigi (1259), voluta da lui, sanciva il controllo dei territori che i Capetingi strapparono ai Plantageneti
Carlo d’Angiò,fratello di Luigi, conquistò il regno di Sicilia, con l’aiuto decisivo del papa
Incoronazione di
Luigi IX
31. Luigi IX: le “inchieste” e le riforme feudali
La grande popolarità di cui godette Luigi IX fu dovuta anche alle “inchieste”
Erano vere e proprie indagini condotte da funzionari inquirenti che verificavano gli abusi compiuti da altri funzionari pubblici e risarcivano le vittime di questi abusi per i danni subiti
Esse assumevano il significato di “purificazione” dai peccati compiuti dal re attraverso i suoi funzionari, anche se lui in persona non li aveva voluti
Il carattere religioso di queste “inchieste” e il significato di ristabilimento della giustizia che esse ebbero, contribuì a dare grande prestigio alla monarchia
Luigi IX abolì anche il duello giudiziario e impose ai vassalli di giurare fedeltà al re, e non solo al loro signore territoriale
La corte regia diventò il centro vero dell’amministrazione statale
Luigi IX lava i piedi
a un povero
Luigi IX amministra la giustizia
32. Monarchia vs. Chiesa, la Chiesa “gallicana”
Tutti i re francesi del XIII secolo condussero una politica di rafforzamento della monarchia, cercando di limitare l’autonomia del potere della Chiesa,anche entrando il conflitto con i papi
Luigi IX, per quanto molto religioso e proclamato santo nel 1290, contrastò i papi e i vescoviquando non rispettavano la giustizia e la sovranità regia
Si formò in questo modo in Francia una chiesa nazionale francese, che fu poi chiamata “chiesa gallicana”
Essa rispettava il primato del papa e il suo magistero sul piano della fede e della teologia, ma era considerata dai re uno dei “corpi” dello stato
Filippo IV “il Bello” , re dal 1285 al 1314, ebbe un duro scontro con il papa Bonifacio VIII e, dopo la morte di questi, spostò la corte papale da Roma a Avignone (1305)
Filippo IV, “il Bello”
Papa Bonifacio VIII
arrestato dai soldati
di Filippo IV a Anagni (Rm)
34. L’Inghilterra dagli anglossassoniai normanni
L’Inghilterra anglosassone era organizzata in
tun(da cui la parola town), villaggi rurali
gli abitanti dei villaggi partecipavano alle hundreds, corti giudiziarie locali in cui veniva amministrata la giustizia
le hundredserano radunate in shires(contee), circoscrizioni regionali comandate militarmente da un earl,
lo sherifera incaricato di riscuotere le imposte nelle shires
Nel 1066, il duca di Normandia William “the Conqueror“alla guida del proprio esercito conquistò l’Inghilterra vincendo la battaglia di Hastingscontro gli anglosassoni
Dopo questa vittoria, il sistema di governo anglosassone fu in parte riformato:gli earlfurono rimossi
La battaglia di Hastings
William “the Conqueror”
35. Domesdaybook e sheriff
I Normanni costituirono unità fondiarie i manorsprotetti da una rete di castelli,affidati a funzionariche governavano in cambio di un omaggio feudale
Un inventario che registrava tutte le proprietà fondiarie del regno (con estensione, nome dei vassalli possessori dei beni regi e i capofamiglia residenti) fu realizzato nel 1086, con il nome di DomesdayBook
Grazie al DomesdayBook era possibile al re imporre i tributi
I Normanni conservarono hundreds, shirese sherifs
Gli sherifsdovevano custodire i castelli del re e i manorse riscuotere le tasse, e erano assimilati ai visconti normanni
Frontespizio del
Domesday book
36. Enrico II contro baroni e Chiesa
Enrico II, primo re di stirpe plantageneta, (1154) agì per recuperare i diritti regi usurpati dalla grande nobiltà, che deteneva soprattutto le cariche di sherife fece distruggere molti castelli
I grandi signori territoriali, i baroni, potevano pagare una somma di denaro e essere così esentati dall’obbligo di combattere in guerra a fianco del re
I baroni persero in parte il loro ruolo militare, e parteciparono con maggiore frequenza ai tribunali locali e al tribunale regio, che giudicava i crimini più gravi: omicidi, delitti contro il sovrano e lesione di diritti feudali
Enrico II aprì anche un grosso contenzioso con la Chiesa cattolica per ridurre le immunitàdi cui essa godeva e ampliare l’autorità della corona
Ne nacque un conflitto con l’arcivescovo Thomas Beckett, che il re fece giustiziare
L’uccisione di Thomas Beckett, arcivescovo di Canterbury, decisa da re Enrico II, provocò un’ondata di sdegno in tutta l’Inghilterra
Il re fu costretto a fare penitenza sulla tomba di Beckett per placare le tensioni contro di sè
37. Un sistema di potere ben organizzato
Il conflitto che portò alla morte di Becketdiede più forza alla monarchia inglese
Essa divenne il centro di tutte le giurisdizioni particolari (locali, ecclesiastiche, speciali), che dovevano trasferire le cause più importanti alla corte del re
Enrico II aveva creato un sistema di potere forte e organizzatoguidato dal re, a cui obbedivano sia l’ambito feudale, sia quello amministrativo.
Da ognuno dei due ambiti, il re otteneva grossi ricavi
La macchina amministrativa ben costruita da Enrico II entrò in crisi dopo la morte del suo erede Richard Lionheart(1199)
Richard “Lionheart”
38. Baroni, Chiesa, città contro John Lackland: la Magna ChartaLibertatum, 1215
Durante il regno di John Lackland(1199-1216), la corona inglese perse gran parte dei territori francesi in conseguenza specialmente della battaglia di Bouvines
John Lacklanddovette anche subire l’azione di rafforzamento della Chiesa e dei baroni, che volevano riappropriarsi dei diritti che Enrico II aveva loro sottratto
Avversarie del re furono anche le città mercantili, tra cui Londra
Per limitare l’autorità del re, baroni, Chiesa e città mercantili imposero a John di accettare un documento la Magna Chartalibertatum(1215), con il quale il re doveva tornare a riconoscere le prerogative di nobili, chiese e città
Pagina della
Magna Charta
39. ProvisionsofOxford
I sovrani inglesi dovettero affrontare conflitti sia con l’alta nobiltà,i baroni, sia con la nobiltà dei proprietari terrieri minori (poi chiamata gentry), sia con la borghesia cittadina
Enrico III dovette concedere molto per tenere a bada questi conflitti, e in tal modo l’autorità regia subì decise diminuzioni
In particolare furono importanti le ProvisionsofOxford, nate da contestazione della politica fiscale regia e dell’entourage della regina. con esse i baroni potevano controllare l’azione politica del re
La gentry, esclusa da queste concessioni, cominciò una lotta costante contro il re, fino alla battaglia di Evershamvinta dall’esercito regio (1265)
La contestazione da parte dei baroni della presenza di troppi “stranieri” legati alla regina
Eleonora di Provenza in posti chiave della corte, fu una delle cause delle
Provisions of Oxford
Enrico III
40. La sottomissione di Galles e Scozia
Le ottime entrate fiscali garantite dal sistema amministrativo inglese diedero a Edoardo I, successore di Enrico III, la possibilità di condurre imprese militari decisive per sottomettere tutta l’isola britannica
Il Galles fu annesso nel 1285
Il regno di Scozia fu conquistato intorno al 1290, quando il re inglese approfittò di contrasti dinastici in quel territorio per invaderlo
Gli inglesi dovettero fronteggiare, prima della conquista definitiva, una resistenza dura da parte di alcuni aristocratici terrieri
Successivamente, gli scozzesi elaborarono il mito di un eroe nazionale, William Wallace detto “Braveheart”, realmente esistito, che divenne simbolo della resistenza scozzese contro i nemici inglesi
Edoardo I
Il vero
William Wallace (sopra) e quello di Mel Gibson nel film del 1995
42. La penisola iberica tra VIII e IX secolo
Nellaprimametàdell’VIIIsecologliarabicontrollavanogranpartedellapenisolaiberica,apartealcunezoneimperviedell’estremoNord(cordiglieracantabricaeAnde)
CapimilitaricristianicrearonodelledinastiechefondaronoilregnodelleAsturie(capitaleOviedo)
Aovestl’etnìabascaformòunpiccolonucleoterritoriale,concapitalePamplona:diventeràilregnodiNavarra
DopolacampagnamilitarediCarlomagnooltreiPirenei,alcunipolidiinsediamentofrancocrearonolaMarcahispanicanelNordEst(Barcellonafusottrattaagliarabinell’801)
NelcorsodelIXsecoloilregnodelleAsturiesiespanseinterritoripocoabitatiepresecomecapitaleLeon(856)
44. Oporto, Coimbra, la contea di Castiglia. Cristiani e musulmani nel IX secolo
Nella parte occidentale della penisola iberica furono prese dai cristiani le città di Oportoe Coimbra: queste conquiste si possono considerare le premesse della Reconquista
Uninsiemedicomandantimilitariegrandiproprietariterrieri, chesidenominarono«conti»diederovitaallaConteadiCastiglia:nel931esistevaununicocontediCastiglia,cheegemonizzavaquestoterritorio,situatonellazonapiùorientaledell’areadiespansioneasturiana
Irapportitracristianiemusulmanialternavanoascontrimilitarialleanzepiùomenoduratureerapportieconomiciecommercialipiuttostointensi
45. La progressiva debolezza degli arabi
Ildominioarabosullapenisolaibericacominciòaindebolirsiconlamortedial-Mansur,califfoomayyade(1002)
Al-Andalus,denominazionedellazonagovernatadagliarabi,sidiviseindiversireinosdetaifaapartiredal1031
Iregnicristiani:Navarra,Asturie,Marcahispanicaapprofittaronodiquestoindebolimento:militarmentefortiedemograficamenteincrescita,imposeroaireinosdetaifa,cheinveceeranomilitarmenteinferiori,dinoncombattereincambiodelversamentodellaparìa,untributomoltopesante
Irecristianicontrollavanocosìampiterritoriepossedevanoricchezzeingentigrazieallaparìa
46. La situazione nell’XI secolo: regno di Castiglia, regno di Aragona, contea di Barcellona
Nel medesimo periodo di tempo, prima metà dell’XI secolo, diventò sempre più importante la contea di Castiglia, che si costituì in regno con Ferdinando I
Ferdinando I riuscì a annettere il regno di Leon (1037) e poi quello di Navarra.
In quel periodo sorse un nuovo regno, quello di Aragona, intorno all’insediamento franco di Jaca, sui Pirenei
Il regno di Castiglia-Leon e quello di Aragona guidarono il processo di reconquista
Si rafforzò anche la contea di Barcellona, che conquistò i diversi principati franchi oltre i Pirenei. La contea di Barcellona elaborava al proprio interno l’identità catalana
47. Almoravidi e almohadi (XII secolo)
Verso la fine dell’XI secolo, i reinos de taifas cominciarono a resistere con maggiore successo all’espansione cristiana grazie agli aiuti che venivano dagli almoravidi, guerrieri eremiti della costa atlantica sahariana che avevano creato un regno in Marocco –capitale Marrakech –e in parte dell’Algeria
Gli almoravidi conquistarono Al-Andalus e la resero una provincia del loro regno del Nord Africa
Gli Almoravidi furono in seguito (dal 1146) sconfitti e sostituiti nel dominio sull’Africa nordoccidentale e su Al-Andalus dagli Almohadi, gruppo berbero proveniente dai monti dell’Atlante, in Marocco
Nel 1095 la contea di Portogallo si staccò dal regno di Castiglia-Leon e condusse da sé il processo di reconquista nella penisola iberica occidentale
Nel 1137 il conte di Barcellona divenne re di Aragona
48. Las Navas de Tolosa, 1212, il culmine della reconquista
Gli Almohadi erano poco tolleranti verso le popolazioni non islamiche che erano numerose all’interno di Al-Andalus
Ciò determinò il deciso intervento di papa Innocenzo IIIche bandì una guerra santa per rafforzare il processo di reconquistadella penisola iberica da parte dei re cristiani
Questo esplicito appoggio papale rafforzò le iniziative militari portate avanti ormai dai grandi proprietari terrieri, ricoshombres, che disponevano di risorse per armare cospicue forze militari Nel1212unesercitocomunedifrancesi,navarresi, castiglianiearagonesiaffrontòesconfissegliesercitialmohadiaLasNavasdeTolosa
51. Bibliografia
Alessandro Barbero –Chiara Frugoni, Dizionario del Medioevo, Roma –Bari, Laterza, 1994
Pietro Corrao, “Regni e principati feudali”, in Aa.Vv., Storia medievale, Roma, Donzelli, 1998
Massimo Montanari, Storia medievale, Roma –Bari, Laterza, 2002