2. Luigi Meneghello
“I Piccoli Maestri”
Che cos’è una patria
se non un ambiente
culturale?
Cioè conoscere e capire
le cose?
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5. il dopoguerra
della
Ricostruzione e
della “guerra
fredda”
1/3. dal fascismo alla Repubblica
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11. in una lettera a Leo Valiani:
“in tutti noi:
• scarsa conoscenza della
realtà italiana
• mancanza di un progetto di
ricostruzione economica
• sottovalutazione del peso
dell’eredità fascista
(nell’economia, nella
cultura, nella scuola,
nell’amministrazione dello
stato e, soprattutto, nel
costume)”
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16. le cifre
43.000 processi per collaborazionismo
23.000 amnistiati in fase istruttoria
14.000 liberati dopo l’amnistia con formule varie
5928 condanne (334 in contumacia)
259 pene capitali, eseguite 91
17. le cifre
(in Italia: 259 pene capitali, eseguite 91)
in Francia:
eseguite 10.500 pene capitali
De Gaulle considerò prioritaria l’epurazione
della magistratura: dei 50 primi presidenti e
procuratori generali, ne rimasero 15
18. le cifre
in Germania:
ogni tedesco dovette compilare il Meldebogen e
venne classificato (Persone esonerate o non
incriminate; Seguaci o simpatizzanti;
Incriminati minori; Attivisti; Militanti,
profittatori o persone incriminate; Criminali
importanti): 90.000 nazisti furono detenuti nelle
carceri e nei campi alleati; a 1.900.000 fu proibito
di svolgere qualsiasi mestiere che non fosse un
lavoro manuale
19. Quali le conseguenze storiche?
• il mancato ricambio dell'apparato statale
• sottovalutazione dell'impatto che il decreto
avrebbe avuto nel Paese
• insabbiamento di molti procedimenti per
crimini di guerra nazifascisti
• impunità agli italiani colpevoli di crimini di
guerra in Africa, Iugoslavia ecc.
• mancata elaborazione di un giudizio storico
(una memoria?) condivisa
20. il dopoguerra
della
Ricostruzione e
della “guerra
fredda”
2/3. origini del “modello Fiorito”
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26. Ferrara. Ecco come sono pagati i fedelissimi di S.E. Balbo:
console Divisi, stipendio da console, da ispettore
nazionale zuccherieri, da consigliere della Società dei Gas
e di altre tre società. Totale L. 150.000 annue (il Divisi ha
anche sistemato molto bene i suoi dieci fratelli). Generale
Gaggioli: stipendi da generale, da redattore capo del
"Padano", da consigliere delegato di cooperative. Totale L.
150.000 annue. Tutti gli altri fedelissimi guadagnano in
media L. 10.000 al mese.
Ferrara. La camorra degli appalti diretta da S.E. Balbo
raggiunge limiti mai raggiunti altrove. S.E. Balbo ha fatto
ottenere recentemente alla città di Ferrara un mutuo di
150 milioni ed ha preteso un compenso di cinque milioni.
27. L'industriale Giannelli di Bologna ha pagato a Farinacci la
somma di 1.400.000 lire per ricuperare certi documenti
compromettenti. Farinacci ha bruciato le carte davanti a lui. Ora
però sono apparse in circolazione delle copie fotografiche...
S.E. Farinacci ha preteso dall'industriale Borletti la somma di
100 mila lire per una parcella. Borletti non voleva pagare
l'enorme cifra, ma quando gli hanno raccontato di Giannelli si è
affrettato a sborsare la somma.
Malgrado il suo feroce antisemitismo, S.E. Farinacci continua ad
avere contatti con ricchi ebrei ai quali, dietro lauti compensi, fa
ottenere l'arianizzazione. Guadagna molto anche amministrando
i patrimoni degli ebrei che ora vivono in Svizzera.
28. S.E. Farinacci si è creato una ricchezza tale che gli permette di
sgavazzare alla ricerca delle più raffinate piacevolezze nei più
lussuosi alberghi. Al Grande Albergo di Roma, S.E. Farinacci ha
in permanenza un appartamento per svolgervi i suoi
divertimenti.
Fra le frequentatrici figurano molte attrici cinematografiche,
ma purtroppo S.E. non si accontenta soltanto di queste. Ora ci
conduce anche la maestrina Maria Rosa L., vedova di un
valoroso ufficiale caduto in Africa, alla quale ha promesso di
farle fare carriera nel cinema. Ha condotto nel suo
appartamento anche la studentessa di filosofia A.R., vergine.
Risulta che egli vuole queste ragazze, anche minorenni, in
divisa da giovane italiana. A queste donne, forse per
eccentricità, egli suole fare discorsi megalomani ...
29.
30. Bettino Ricasoli,
successore di Cavour, è
definito per onestà e
intransigenza morale il
“Barone di ferro”.
Definì l’uvaggio del
Chianti e ...
31. la nazione identificata con
il regime, il partito con lo
stato
nasce la politica come
mestiere
confusione tra interessi
dello Stato e del partito
l’appartenenza politica
come garanzia di privilegio
32. il partito (unico) è
contornato da una miriade
di istituti ed enti dove
collocare gli elementi fedeli
(discriminazione in base
all’appartenenza e non al merito o
alle competenze; carriere scandite
da benemerenze politiche e non da
concorsi)
il partito come strumento
di mobilitazione,
dispensatore di favori, di
sicurezze ideali e vantaggi
materiali
33. nasce una “burocrazia
parallela” (in ambito
assistenziale ed economico)
che introduce la
discrezionalità nel cuore
dell’amministrazione
pubblica:
progressiva evanescenza
delle regole (Bobbio),
quotidianamente piegate
sotto il peso di pressioni ed
interessi
34. come molti istituti (IMI,
IRI ...), questa cultura
politica passa indenne dal
fascismo alla Repubblica
e la vita politica italiana
continua ad essere
dominata da tre
“padroni”: la Legge,
l’Interesse, il Partito/i
(Crainz)
35. nel 1930, Giustino
Fortunato: “il fascismo come
rivelazione di mali e
contraddizioni precedenti”
ma anche crogiuolo,
incubazione di istituzioni e
culture che non
scompaiono con esso
36. il dopoguerra
della
Ricostruzione e
della “guerra
fredda”
3/3. il Piano Marshall e le due Chiese
37. Giolitti il 9 maggio 1915: ... siamo poveri, oppressi da
tasse e imposte peggio di qualunque altro paese, e non si
vede donde trarne nuovi redditi. La miseria generale che
cadrà sull’Europa si farà sentire duramente. Avremo
continue insurrezioni ...
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49. “Conventio ad excludendum”, da un lato, e privilegiare gli
schieramenti a scapito dei contenuti, dall’altro: democrazia
bloccata e “bipartitismo imperfetto”