Proposte per la legge di riordino dei servizi sociali delle Marche
1. Alcune proposte per migliorare la legge di
riordino dei servizi sociali
Franco Pesaresi
Jesi, 13 marzo 2013
Seminario : La proposta di legge regionale sui servizi sociali: valutazioni e proposte
2. L’attuazione della L. 328/2000
• Nel 2000 è stata approvata la L. 328 di riforma del
settore dell’Assistenza.
• Nel 2001 è stata approvata la Legge Costituzionale
n. 3/2001 che ha fortemente depotenziato la L.
328/2000.
• L’attuazione della 328 a livello centrale e a livello
delle regioni italiane non è stato soddisfacente.
3. A livello nazionale: Fatto
• Atto di indirizzo sui rapporti regione-enti locali-Terzo
settore (DPCM 30/3/2001)
• Piano nazionale degli interventi e servizi sociali 2001-2003
(DPR 3/5/2001)
• Riordino delle IPAB (DLgs 4/5/2001, n. 207)
• Requisiti minimi per le strutture residenziali e
semiresidenziali (DM 21/5/2001, n. 308)
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4. A livello nazionale: NON FATTO
• Reddito minimo di inserimento (o di ultima
istanza)
• Riordino delle erogazioni monetarie per gli invalidi
civili
• Livelli essenziali delle prestazioni sociali
• Definizione dei profili delle professioni sociali
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5. L’attuazione delle regioni: riordino e
pianificazione (dopo la 328/2000) al 2012
Regioni Leggi di Piani Ambiti Piani Regioni Leggi di Piani Ambiti Piani
riordino regionali territoriali di riordino regionali territoriali di zona
zona
Abruzzo SI SI SI Piemonte SI SI Si
Basilicata Si SI SI Puglia SI SI SI SI
Calabria SI Si SI Si Sardegna SI Si SI Si
Campania Si Si SI SI Sicilia SI SI
E. Romagna SI Si SI SI Toscana SI SI SI SI
Friuli SI SI Si Umbria Si Si SI SI
Lazio SI SI SI V. d’Aosta SI SI Si
Liguria SI SI SI SI Veneto SI SI
Lombardia Si SI SI SI Bolzano Si SI SI
Marche Si SI SI Trento Si SI SI SI
Molise SI SI SI ITALIA 13 16 21 5 21
6. L’attuazione delle regioni: riordino e
pianificazione (dopo la 328) al 2012
Regioni Legge Affidament Prestazi Riform Regioni Legge Affidam Prestazi Riforma
autorizza o servizi oni a IPAB autorizz ento oni IPAB
zione sociosa azione servizi sociosa
accredita nitarie accredit nitarie
mento amento
Abruzzo SI Si Si Piemonte SI SI Si*
Basilicata si SI Si (r. Puglia SI SI SI
Giunta)
Calabria SI SI SI Sardegna SI SI SI Si
Campania SI SI Sicilia SI
(circolare)
E.Romagna SI SI (rinvio a SI Toscana SI SI SI SI
Giunta)
Friuli SI SI SI Umbria Si Si (Rinvio SI
Giunta)
Lazio SI (aut) SI V. d’Aosta SI si SI
Liguria SI SI SI parz. SI Veneto SI Si SI
Lombardia Si Si SI Bolzano Si SI
Marche SI SI Si Trento SI* si SI
6
Molise SI SI Si ITALIA 20 19 8 13
7. Attuazione della 328 nelle Marche
Per completare il quadro degli adempimenti più
importanti per la riforma dell’Assistenza alla Regione
Marche mancano sostanzialmente due azioni:
• L’approvazione della legge regione di riordino dei
servizi sociali;
• Il completamento delle norme sull’area socio-
sanitaria (avviata con il PSSR) e la sua realizzazione.
8. La pdl regionale sui servizi sociali
Questa è l’occasione per completare il quadro, con
le migliori norme possibili.
Il senso di questa iniziativa è proprio questo.
Creare una occasione di confronto affinché si
valutino le proposte che possano migliorare la
proposta di legge che deve essere approvata in
tempi rapidi.
Le nostre proposte…
9. 1. La gestione associata
• L’attuale formulazione della pdl regionale
limitando le modalità (convenzione o
Unione dei comuni) rende più difficile la
gestione associata. Quasi sempre
impossibile a livello di Ambito.
• Occorre invece promuovere e sostenere la
gestione associata. Come?
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10. Come sostenere la gestione associata?
• Lasciando liberi i comuni di scegliere la modalità
preferita fra un ampio spettro di possibilità che vanno
indicate: Unioni, convenzioni, ASP, Aziende speciali
consortili, Consorzi fra comuni (ecc.).
• Nella norma va detto che scegliere una di queste
modalità risponde al dettato normativo nazionale che
impone la gestione associata delle funzioni essenziali
dei comuni sotto i 5.000 abitanti.
• Occorre incentivare economicamente gli Ambiti che
scelgono la gestione associata fra tutti i comuni
dell’Ambito.
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11. Così fan tutte
• Prima dell’approvazione del D.L. 95/2012 (Spending
Review): Le regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia
Romagna, Friuli-V.G., Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna,
Toscana, Umbria) hanno previsto genericamente una gestione
associata a livello di ambito lasciando ai comuni la
possibilità di scegliere quella più adatta secondo il TUEL
(D.Lgs. 267/00).
• Dopo l’approvazione del D.L. 95/2012 (Spending Review):
due regioni hanno già approvato leggi sulla gestione
associata con la stessa impostazione: il Piemonte (LR
11/2012) ha previsto unioni, convenzioni e consorzi; la
Puglia (LR 7/2013) la scelta delle modalità ai comuni.
• Avanti così anche le Marche (note tecniche nel ns. documento)
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12. 2. La compartecipazione degli
assistiti
• La sentenza della Corte Costituzionale n. 296/2012 e la
mancata approvazione del nuovo decreto sull’ISEE rende
necessario rivedere il testo della pdlr n.280.
• La proposta regionale non affronta i problemi principali:
• Il coinvolgimento o meno dei familiari nel pagamento
delle rette;
• La valorizzazione o meno dei redditi non rilevanti ai fini
Irpef;
• L’uso o meno dell’ISEE nella valutazione della
situazione economica degli indigenti che richiedono
un aiuto economico.
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13. Quale compartecipazione?
Le proposte:
• Per la compartecipazione si tiene conto di tutte le
prestazioni economiche previdenziali ed assistenziali a
qualsiasi titolo percepite dagli utenti;
• Per la determinazione della retta dei disabili adulti
collocati in strutture residenziali si tiene conto del
reddito del disabile, del coniuge e dei figli; in mancanza
solo del reddito del disabile;
• Per gli interventi economici di contrasto della povertà
gli enti gestori sono autorizzati a valutare senza l’ausilio
dell’ISEE.
• La direttiva regionale sulla compartecipazione deve
passare per il CAL. (e altro)
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14. 3. Le professioni sociali
• La proposta regionale non si occupa delle professioni
sociali (13.000 occupati nelle Marche).
• Ci sono figure professionali nazionali (assistente sociale,
educatore professionale, ecc) e figure professionali
formate dal sistema di formazione professionale
regionale.
• Per le professioni sociali di rilievo regionale va definito il
“quadro delle certezze”: quali i profili professionali, quali
standard formativi, quali aree di attività, quali percorsi di
riqualificazione e aggiornamento professionale.
• Repertorio regionale delle professioni sociali (completare
un lavoro già avviato).
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15. 4. I voucher sociali
• Il voucher sociale è uno strumento ordinario della pratica
sociale. Viene usato da diversi comuni delle Marche per
fornire i pacchi alimentari ai poveri, per fornire prestazioni
per la prima infanzia, per il recupero scolastico, ecc.
• La proposta regionale (art.17) stabilisce che è il PSSR (il
prossimo) a determinare criteri e modalità di uso dei
voucher. Perché? E intanto?
• Vecchi ideologismi e strumenti neutri. Meglio il voucher o
il contributo economico?
• Eliminare il comma regionale che rinvia e/o limita l’uso dei
Titoli di acquisto dei servizi (voucher).
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16. 5. L’affidamento dei servizi sociali
C’è la necessità di arricchire il contenuto della pdlr (art.16) soprattutto in
una fase in cui taluni operatori economici sono indotti a presentare
ribassi elevati, al fine di:
• Ribadire la necessità del rispetto dei CCNL e delle norme sulla
sicurezza;
• Ribadire che il fattore prezzo non può superare il 40% del
punteggio complessivo e che comunque è esclusa l’aggiudicazione
basata esclusivamente sul prezzo più basso;
• Definire un percorso per le co-progettazioni di cui si parla da anni
ma che non decollano anche a causa della mancata definizione
delle procedure amministrative;
• Mantenere viva l’attenzione e creare nuove occasioni per
l’occupazione dei soggetti svantaggiati.
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17. 6. L’integrazione sociosanitaria
Molto è stato detto nel PSSR ed anche di molto avanzato.
Mancano però i due adempimenti più importanti :
• Il recepimento dell’allegato 1C dei LEA (ripartizione dei
costi fra sociale e sanitario);
• Il piano di fabbisogno.
La legge regionale sui servizi sociali può essere
l’occasione per realizzarli.
E poi bisogna passare alla fase attuativa.
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