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•    ARCHETIPI •
di
LEO NILDE CARABBA
SERGIO DANGELO
REBECCA FORSTER
HO KAN
HAUKUR HALLDÓRSSON
GIOVANNI LEOMBIANCHI
MARCO MAGRINI
PINO MANOS
VANNA NICOLOTTI
ROBERTA ROCCA
SILVIA VENUTI

Una poesia di
ARTURO SCHWARZ
LIBRERIA BOCCA
Galleria Vittorio Emanuele II, n°12 Milano
Giovedì18 ottobre 2012 alle ore 18,30
Ha il piacere di invitarVi alla
Presentazione del Libro d’Artista
ARCHETIPI




LIBRERIA BOCCA dal 1775
Locale storico d’Italia.
con il patrocinio
del Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali
Medaglia d’oro
della Camera di Commercio di Milano
Ambrogino d’oro del Comune di Milano
Socio Fondatore dell’Associazione Culturale
Librerie Storiche ed Antiquarie d’Italia
Librerie Storiche di rilievo Regionale
Bottega storica di rilievo locale
Luogo del cuore F.A.I. 2009
I MIEI 4 ELEMENTI
lei è la porta aperta sul meraviglioso
è il tempo d’una primavera ostinata
è il sorriso d’un mattino colmo di luce
è la leggerezza d’un’adolescenza grave
è la bellezza che s’è fatta donna sognata
è la mente sempre pura e innamorata
è un fuoco d’artificio interminabile
è l’acqua silente che abita nei suoi occhi
un volo di gabbiani ubriachi di sole
l’orchidea dai petali di raggi lunari
l’ala della vita che m’ha ridato la mia
un’aurora boreale che mai tramonterà
un’alba che non conoscerà il crepuscolo
un cielo che ha rubato la gioia del sole
la giornata più bella d’una vita azzurra
il regno dell’assoluto fattosi presente
una palma dai datteri che sanno di sole
un’allodola felice che canta l’amore
la rosa che non perderà il suo profumo
un giorno che accoglie le luci della notte
una notte che si veste dei raggi di sole
la memoria di una musica senza tempo
la luna che ha nidificato nei suoi occhi
il sole terrestre che m’illumina la vita

l’aria che gonfia le vele della poesia
è il fuoco che brucia tutte le mie ansie
è l’acqua che mi dona la forza di vivere
è terra sempre vergine e sempre più bella

è tutto quello che l’uomo può desiderare
ed è il solo dono che voglio dalla vita


ARTURO SCHWARZ
“Conjunctio. Gennaio 2012”

  LEO NILDE CARABBA
“In giungla”

SERGIO DANGELO
“Quando la Mandragola scuote le radici”

         REBECCA FORSTER
“Spirito”

HO KAN
“Loki”

HAUKUR HALLDÓRSSON
“Vortice con foglia”

GIOVANNI LEOMBIANCHI
“Wadirum”

MARCO MAGRINI
“Luce e Tenebre”

 PINO MANOS
“Archè”

VANNA NICOLOTTI
“Voci misteriose del vento”

    ROBERTA ROCCA
“Chakra”

SILVIA VENUTI
11 ELEMENTI IN PROSA, ANCHE

LEO NILDE CARABBA
In questa cartella presento l’Opera: “Conjunctio Gennaio 2012”, che va ad in-
serirsi nella serie di opere iniziate con “Dialoghi con l’Assoluto”, “Materia My-
stica”, “La Musica delle Sfere”, “L’Albero della Vita” e sento che potrei definire
queste opere mappe e testimonianze di un incontro armonico tra Apollineo e
Dionisiaco, tra Yin e Yang, tra Valori Femminili e Valori Maschili; quindi un nuo-
vo equilibrio tra Passione e Ragione e un nuovo cammino estetico e interiore
da percorrere per cantare la gioia di essere vivi e consci che il miglior modo
di partecipare alla salvaguardia del pianeta è di entrare nel flusso dell’entropia
costruttiva e stimolare il fruitore a prendere coscienza che, come dice Hilmann:
“…. Il mondo si salverà con la bellezza”.

SERGIO DANGELO
Dopo avere trascorso dieci giorni con gli “Uomini Lupo” Julien decise di af-
frontare la Giungla!: così Stevenson; ma in nessuna pagina di questo romanzo
popolare si parla di piante, liane, intrecci vegetali, acque e fuochi ne, ancora più
sorprendente, di animali, che, immaginiamo, esistono allo stato selvaggio. Nella
giungla urbana, a noi più familiare di tundra e taiga, innumerevoli sono i pericoli
e gli Agguati. Il cambio repentino di un semaforo, l’apertura di una saracinesca
del gelataio (richiamo pericoloso per il goloso) l’arrivo sorprendente in senso
contrario dell’automobilista ineducato di turno. Solo i neons che si animano
all’imbrunire, con i rosa e i mauves dei tramonti africani, consolano i soli vaga-
bondi che siamo e conosciamo. Per questo la mia pagina di diario, titolata a
puntino “In Giungla” è anche carta topografica per esploratori attratti dai sorrisi
di Godiva, colei che avanza, che in darsena incontriamo!

REBECCA FORSTER
Quando la mandragora scuote le sue radici, la terra trema. Dunwich, “l’Atlantide
inglese”, è precipitata nel mare. Il tracciato sulla mappa descrive la nuova linea co-
stiera, che continua a essere erosa. Dove i campi sono precipitati in mare, nelle sco-
gliere strapiombanti che diventano vere sezioni geologiche, si vedono anche carote
esposte alla luce. Pensando agli archetipi, immagino che non solo la mandragora
abbia radici di forme umane, ma anche tutte le piante - i pini, le querce, persino i fiori
delle zucchine. L’anno scorso mi è stata regalata da un amico una pianta da zuc-
chine, l’ho piantata e ho fatto poco altro, finché sono spuntati i fiori, fiori straordinari
che mi salutavano ogni mattina. Ho disegnato i fiori, ho disegnato le foglie e ho im-
maginato la mandragora sotto di loro, pronta a urlare quando ho strappato le radici.
La mandragora, per me, è anche lo spirito protettore dei giardini, degli orti e della
terra sotto i nostri piedi. Immagino anche mandragore urbane, sotto i marciapiedi.

HO KAN
Il Creatore dell’universo ha dato la vita a tutti noi esseri umani, per vivere, par-
tecipare, evolversi, creare, sviluppare e fare emergere il proprio spirito infinito,
allontanando i pensieri egoistici del male, così si apre il luogo ove dimora il
divino che risiede nell’uomo, nell’amore, nella pace, ove nasce l’ispirazione
per accedere alla creatività e agli archetipi.

HAUKUR HALLDÓRSSON
Loki mi ha ispirato per questa opera sugli archetipi a lui dedicata da una maschera
scolpita in legno che veniva usata in un atto teatrale Lokasenna, basato su un
racconto dell’ “Edda Antica”. Il mio interesse per Loki deriva dal fatto che l´ho sem-
pre considerato l´artista di Ásgarður (casa degli dei), Loki nella mitologia norrena
rappresenta il male necessario a mantenere l’equilibrio cosmico, un male che per
assurdo deve spesso combattere per il bene per preservarlo, ed è quello che crea
sempre un gran Disordine-Ordine. Questa opera mi è molto cara.

GIOVANNI LEOMBIANCHI
Sin da ragazzo ho avuto dei sogni ricorrenti a distanza di anni, vedevo una tromba
d’aria di diverse dimensioni, che talvolta portava nel suo turbinio miriadi di foglie. Il
caso vuole che nella mia vita reale abbia visto due volte in un cortile a Milano dei
piccoli mulinelli d’aria, e nel vortice la danza di foglie autunnali. La terza volta mi
trovavo con amici in riva al fiume Agabama a Cuba quando vidi un grande e pau-
roso tornado che avanzava verso di noi. Per fortuna svoltò all’improvviso e sparì
rapido nel nulla. Tutto questo mi ha ispirato nel creare il mio archetipo grafico dal
titolo “Vortice con foglia” rappresenta il vento circolare e l’eterno moto continuo.
La forza che lo causa è l’eterna creatività o distruzione cosmica: la causa che
dall’inizio agisce continuamente. Nell’Induismo e nel Buddhismo questa potente
energia del principio cosmico è personificata nella dea Sakti.
MARCO MAGRINI
Ho lavorato spesso sugli archetipi, intendendo l’archetipo come legante tra cul-
ture e popoli diversi, in tempi anche lontani tra loro. Nel realizzare questo lavoro
ho pensato di “sovrapporre” varii archetipi (o, quantomeno, più forme, segni o
tracce che io ritengo tali…). Il primo è sempre presente nelle mie tavole e ne
costituisce la struttura portante: scaturisce dal mio incontro con la cultura dei
pastori/cacciatori nomadi del deserto di Wadi Rum, in Giordania.
E’ un graffito su roccia rossa, uno dei tanti, che poi ho ridisegnato e modificato,
è l’immagine d’un animale, uno struzzo forse: ma è anche rappresentazione
umana, perché dalle sue “mani” scaturisce un’arma, un pugnale. Mi ha sempre
affascinato la rappresentazione del connubio tra umano e animale (la cultura
egiziana insegna…) perché ha forse raccontato il lato belluino dell’uomo e quel-
lo “pensante”, divino dell’animale, mescolandoli. In sovrapposizione a questo
graffito/archetipo a volte ho voluto apporre una croce, quasi due ossicini sovrap-
posti in vario modo, che però non ho inserito per le sue connessioni con il sacro,
ma per la sua forza molto più antica di sigillo, di firma pre-scritturale, di marchio:
è il segno dell’uomo, dell’ “io ero lì e questo segno lo testimonia”.
In alternativa a questa croce a volte ho aggiunto una piccola figura rossa vo-
lante, altre volte ho lanciato sette bastoncini o ossicini, che si dispongono in
maniera sempre diversa sul foglio, a formare un “percorso” del tutto casuale
che potrebbe prestarsi a una lettura divinatoria, se io fossi uno sciamano…

PINO MANOS
L’uomo contemporaneo ha perso la tranquillità su ciò che sembrava assicurargli
il dominio sulla materia e pertanto è costretto a spostare l’attenzione sulla pro-
pria interiorità. Nasce così la “nuova era della luce” che è resurrezione planetaria
che ci porta dal dolore della nostra frammentazione alla comprensione intuitiva
della totalità. L’uomo dovrà trasformare il suo corpo terreno in corpo di luce,
consapevole della propria dimensione multidimensionale integrata nell’assoluto e
immersa in uno stato che assorbe il tempo ed esalta la realtà. E’ giunto il tempo
di comprendere la prevalente interazione dinamica del tutto e portare lo stato di
coscienza superiore (superconscio) ad uno stato di coscienza normale. Entrare
nel quinto regno è fondamentale per passare dalla morte all’immortalità. La nuo-
va coscienza è l’emergere della propria interiorità in quanto barriera invalicabile
contro i condizionamenti cui l’umanità è sottoposta. L’archetipo della luce (uno
stato di pura consapevolezza) non è in antitesi con la tenebre, ma le comprende
in quanto fonte suprema del nostro essere.

VANNA NICOLOTTI
ARCHETIPO - Secondo Platone è modello originario e morale delle cose sen-
sibili. Il concetto di “1”, unità/monade, è l’archetipo fondamentale. Arché, per i
primi filosofi greci, era il principio di tutte le cose. L’1 è già presente da tempo
nella mia poetica. L’1 è la sintesi suprema. All’1 dovremmo tendere noi umani,
lungo una via che giunga all’Assoluto. L’1 è un punto di forza e stabilità, un
elemento a “tutto tondo”, solido come una sfera. L’1 è una meta a cui tendere,
però, in assenza del senso di solitudine o peggio di chiusura verso l’esterno. Un
1 partecipe cioè del Tutto, pur restando una consapevole Unità.

ROBERTA ROCCA
Sentiero di vento (divento sentiero)
Nel mistero dell’evoluzione il vento, frutto dell’aria forza neutra del cosmo nella
sua danza ritma la foglia. Un’onda che spoglia boschi e vele nell’impeto della
spuma e la furia del temporale, inventa dialoghi nella sabbia, vibra nell’eco se-
greto del fuoco e nel volo del fiore e la stella. Forza antagonista e contrastante
del creato, ritrova nell’oro dell’aria la perduta armonia e tutto rilega nell’universo.

SILVIA VENUTI
Il tema degli Archetipi è estremamente affascinante perché al contempo libero e
liberatorio. L’accesso al proprio inconscio motivato dallo spunto creativo è fonte di
gioia profonda. Così, in questa disposizione felice, si sono automaticamente gene-
rate nell’opera delle spirali, spirali che ho riconosciuto come chakra. A poco a poco
dal vortice di base, della radice, sono risalita fino al chakra della corona. E i colori si
sono caricati di valenze simboliche quale esigenza spirituale: l’azzurro come la via
dell’Infinito, della vacuità e l’oro come la manifestazione del divino. Il movimento eli-
coidale rappresentato sul lato sinistro della tavola traduce, in immagine, il processo
di costante ascesi dell’anima. Le linee, le curve e le luci che attraversano lo spazio
confermano le relazioni che, continuamente, interagiscono nella realtà fisica e meta-
fisica. In questo lavoro penso di aver espresso la tensione all’armonia che mi abita,
riaffermando che tutto è metafora di un’altra metafora e ancora metafora all’Infinito.
COLOPHON


ARCHETIPI
Libro d’Arte, con una poesia di
Arturo Schwarz, comprende gli artisti:
Leo Nilde Carabba, Sergio Dangelo,
Rebecca Forster, Ho Kan,
Haukur Halldórson, Giovanni Leombianchi,
Marco Magrini, Pino Manos,
Vanna Nicolotti, Roberta Rocca,
Silvia Venuti.
Le pagine sono state stampate
su carta Fabriano Artistico
di cm 42X29,7 del peso di Gr.300/mq
da Giovanni Leombianchi nel suo atelier
con stampante digitale a 7 colori,
punzonate con timbro a secco.
L’edizione si compone di
42 esemplari così stabiliti:
30 in numeri arabi da 1 a 30 e
12 in numeri romani da I a XII
tutti firmati dagli artisti che hanno
ritoccato le immagini intervenendo
con varie tecniche in ogni opera.

Milano, ottobre 2012
Progetto grafico di Bianchi Flavio
Finito di stampare da Multimedia Publishing, Milano. Ottobre 2012

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Leombianchi: “Archetipi. Libro d’artista”, ottobre 2012

  • 1. ARCHETIPI • di LEO NILDE CARABBA SERGIO DANGELO REBECCA FORSTER HO KAN HAUKUR HALLDÓRSSON GIOVANNI LEOMBIANCHI MARCO MAGRINI PINO MANOS VANNA NICOLOTTI ROBERTA ROCCA SILVIA VENUTI Una poesia di ARTURO SCHWARZ
  • 2. LIBRERIA BOCCA Galleria Vittorio Emanuele II, n°12 Milano Giovedì18 ottobre 2012 alle ore 18,30 Ha il piacere di invitarVi alla Presentazione del Libro d’Artista ARCHETIPI LIBRERIA BOCCA dal 1775 Locale storico d’Italia. con il patrocinio del Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali Medaglia d’oro della Camera di Commercio di Milano Ambrogino d’oro del Comune di Milano Socio Fondatore dell’Associazione Culturale Librerie Storiche ed Antiquarie d’Italia Librerie Storiche di rilievo Regionale Bottega storica di rilievo locale Luogo del cuore F.A.I. 2009
  • 3. I MIEI 4 ELEMENTI lei è la porta aperta sul meraviglioso è il tempo d’una primavera ostinata è il sorriso d’un mattino colmo di luce è la leggerezza d’un’adolescenza grave è la bellezza che s’è fatta donna sognata è la mente sempre pura e innamorata è un fuoco d’artificio interminabile è l’acqua silente che abita nei suoi occhi un volo di gabbiani ubriachi di sole l’orchidea dai petali di raggi lunari l’ala della vita che m’ha ridato la mia un’aurora boreale che mai tramonterà un’alba che non conoscerà il crepuscolo un cielo che ha rubato la gioia del sole la giornata più bella d’una vita azzurra il regno dell’assoluto fattosi presente una palma dai datteri che sanno di sole un’allodola felice che canta l’amore la rosa che non perderà il suo profumo un giorno che accoglie le luci della notte una notte che si veste dei raggi di sole la memoria di una musica senza tempo la luna che ha nidificato nei suoi occhi il sole terrestre che m’illumina la vita l’aria che gonfia le vele della poesia è il fuoco che brucia tutte le mie ansie è l’acqua che mi dona la forza di vivere è terra sempre vergine e sempre più bella è tutto quello che l’uomo può desiderare ed è il solo dono che voglio dalla vita ARTURO SCHWARZ
  • 4. “Conjunctio. Gennaio 2012” LEO NILDE CARABBA
  • 6. “Quando la Mandragola scuote le radici” REBECCA FORSTER
  • 11. “Luce e Tenebre” PINO MANOS
  • 13. “Voci misteriose del vento” ROBERTA ROCCA
  • 15. 11 ELEMENTI IN PROSA, ANCHE LEO NILDE CARABBA In questa cartella presento l’Opera: “Conjunctio Gennaio 2012”, che va ad in- serirsi nella serie di opere iniziate con “Dialoghi con l’Assoluto”, “Materia My- stica”, “La Musica delle Sfere”, “L’Albero della Vita” e sento che potrei definire queste opere mappe e testimonianze di un incontro armonico tra Apollineo e Dionisiaco, tra Yin e Yang, tra Valori Femminili e Valori Maschili; quindi un nuo- vo equilibrio tra Passione e Ragione e un nuovo cammino estetico e interiore da percorrere per cantare la gioia di essere vivi e consci che il miglior modo di partecipare alla salvaguardia del pianeta è di entrare nel flusso dell’entropia costruttiva e stimolare il fruitore a prendere coscienza che, come dice Hilmann: “…. Il mondo si salverà con la bellezza”. SERGIO DANGELO Dopo avere trascorso dieci giorni con gli “Uomini Lupo” Julien decise di af- frontare la Giungla!: così Stevenson; ma in nessuna pagina di questo romanzo popolare si parla di piante, liane, intrecci vegetali, acque e fuochi ne, ancora più sorprendente, di animali, che, immaginiamo, esistono allo stato selvaggio. Nella giungla urbana, a noi più familiare di tundra e taiga, innumerevoli sono i pericoli e gli Agguati. Il cambio repentino di un semaforo, l’apertura di una saracinesca del gelataio (richiamo pericoloso per il goloso) l’arrivo sorprendente in senso contrario dell’automobilista ineducato di turno. Solo i neons che si animano all’imbrunire, con i rosa e i mauves dei tramonti africani, consolano i soli vaga- bondi che siamo e conosciamo. Per questo la mia pagina di diario, titolata a puntino “In Giungla” è anche carta topografica per esploratori attratti dai sorrisi di Godiva, colei che avanza, che in darsena incontriamo! REBECCA FORSTER Quando la mandragora scuote le sue radici, la terra trema. Dunwich, “l’Atlantide inglese”, è precipitata nel mare. Il tracciato sulla mappa descrive la nuova linea co- stiera, che continua a essere erosa. Dove i campi sono precipitati in mare, nelle sco- gliere strapiombanti che diventano vere sezioni geologiche, si vedono anche carote esposte alla luce. Pensando agli archetipi, immagino che non solo la mandragora abbia radici di forme umane, ma anche tutte le piante - i pini, le querce, persino i fiori delle zucchine. L’anno scorso mi è stata regalata da un amico una pianta da zuc-
  • 16. chine, l’ho piantata e ho fatto poco altro, finché sono spuntati i fiori, fiori straordinari che mi salutavano ogni mattina. Ho disegnato i fiori, ho disegnato le foglie e ho im- maginato la mandragora sotto di loro, pronta a urlare quando ho strappato le radici. La mandragora, per me, è anche lo spirito protettore dei giardini, degli orti e della terra sotto i nostri piedi. Immagino anche mandragore urbane, sotto i marciapiedi. HO KAN Il Creatore dell’universo ha dato la vita a tutti noi esseri umani, per vivere, par- tecipare, evolversi, creare, sviluppare e fare emergere il proprio spirito infinito, allontanando i pensieri egoistici del male, così si apre il luogo ove dimora il divino che risiede nell’uomo, nell’amore, nella pace, ove nasce l’ispirazione per accedere alla creatività e agli archetipi. HAUKUR HALLDÓRSSON Loki mi ha ispirato per questa opera sugli archetipi a lui dedicata da una maschera scolpita in legno che veniva usata in un atto teatrale Lokasenna, basato su un racconto dell’ “Edda Antica”. Il mio interesse per Loki deriva dal fatto che l´ho sem- pre considerato l´artista di Ásgarður (casa degli dei), Loki nella mitologia norrena rappresenta il male necessario a mantenere l’equilibrio cosmico, un male che per assurdo deve spesso combattere per il bene per preservarlo, ed è quello che crea sempre un gran Disordine-Ordine. Questa opera mi è molto cara. GIOVANNI LEOMBIANCHI Sin da ragazzo ho avuto dei sogni ricorrenti a distanza di anni, vedevo una tromba d’aria di diverse dimensioni, che talvolta portava nel suo turbinio miriadi di foglie. Il caso vuole che nella mia vita reale abbia visto due volte in un cortile a Milano dei piccoli mulinelli d’aria, e nel vortice la danza di foglie autunnali. La terza volta mi trovavo con amici in riva al fiume Agabama a Cuba quando vidi un grande e pau- roso tornado che avanzava verso di noi. Per fortuna svoltò all’improvviso e sparì rapido nel nulla. Tutto questo mi ha ispirato nel creare il mio archetipo grafico dal titolo “Vortice con foglia” rappresenta il vento circolare e l’eterno moto continuo. La forza che lo causa è l’eterna creatività o distruzione cosmica: la causa che dall’inizio agisce continuamente. Nell’Induismo e nel Buddhismo questa potente energia del principio cosmico è personificata nella dea Sakti.
  • 17. MARCO MAGRINI Ho lavorato spesso sugli archetipi, intendendo l’archetipo come legante tra cul- ture e popoli diversi, in tempi anche lontani tra loro. Nel realizzare questo lavoro ho pensato di “sovrapporre” varii archetipi (o, quantomeno, più forme, segni o tracce che io ritengo tali…). Il primo è sempre presente nelle mie tavole e ne costituisce la struttura portante: scaturisce dal mio incontro con la cultura dei pastori/cacciatori nomadi del deserto di Wadi Rum, in Giordania. E’ un graffito su roccia rossa, uno dei tanti, che poi ho ridisegnato e modificato, è l’immagine d’un animale, uno struzzo forse: ma è anche rappresentazione umana, perché dalle sue “mani” scaturisce un’arma, un pugnale. Mi ha sempre affascinato la rappresentazione del connubio tra umano e animale (la cultura egiziana insegna…) perché ha forse raccontato il lato belluino dell’uomo e quel- lo “pensante”, divino dell’animale, mescolandoli. In sovrapposizione a questo graffito/archetipo a volte ho voluto apporre una croce, quasi due ossicini sovrap- posti in vario modo, che però non ho inserito per le sue connessioni con il sacro, ma per la sua forza molto più antica di sigillo, di firma pre-scritturale, di marchio: è il segno dell’uomo, dell’ “io ero lì e questo segno lo testimonia”. In alternativa a questa croce a volte ho aggiunto una piccola figura rossa vo- lante, altre volte ho lanciato sette bastoncini o ossicini, che si dispongono in maniera sempre diversa sul foglio, a formare un “percorso” del tutto casuale che potrebbe prestarsi a una lettura divinatoria, se io fossi uno sciamano… PINO MANOS L’uomo contemporaneo ha perso la tranquillità su ciò che sembrava assicurargli il dominio sulla materia e pertanto è costretto a spostare l’attenzione sulla pro- pria interiorità. Nasce così la “nuova era della luce” che è resurrezione planetaria che ci porta dal dolore della nostra frammentazione alla comprensione intuitiva della totalità. L’uomo dovrà trasformare il suo corpo terreno in corpo di luce, consapevole della propria dimensione multidimensionale integrata nell’assoluto e immersa in uno stato che assorbe il tempo ed esalta la realtà. E’ giunto il tempo di comprendere la prevalente interazione dinamica del tutto e portare lo stato di coscienza superiore (superconscio) ad uno stato di coscienza normale. Entrare nel quinto regno è fondamentale per passare dalla morte all’immortalità. La nuo- va coscienza è l’emergere della propria interiorità in quanto barriera invalicabile contro i condizionamenti cui l’umanità è sottoposta. L’archetipo della luce (uno
  • 18. stato di pura consapevolezza) non è in antitesi con la tenebre, ma le comprende in quanto fonte suprema del nostro essere. VANNA NICOLOTTI ARCHETIPO - Secondo Platone è modello originario e morale delle cose sen- sibili. Il concetto di “1”, unità/monade, è l’archetipo fondamentale. Arché, per i primi filosofi greci, era il principio di tutte le cose. L’1 è già presente da tempo nella mia poetica. L’1 è la sintesi suprema. All’1 dovremmo tendere noi umani, lungo una via che giunga all’Assoluto. L’1 è un punto di forza e stabilità, un elemento a “tutto tondo”, solido come una sfera. L’1 è una meta a cui tendere, però, in assenza del senso di solitudine o peggio di chiusura verso l’esterno. Un 1 partecipe cioè del Tutto, pur restando una consapevole Unità. ROBERTA ROCCA Sentiero di vento (divento sentiero) Nel mistero dell’evoluzione il vento, frutto dell’aria forza neutra del cosmo nella sua danza ritma la foglia. Un’onda che spoglia boschi e vele nell’impeto della spuma e la furia del temporale, inventa dialoghi nella sabbia, vibra nell’eco se- greto del fuoco e nel volo del fiore e la stella. Forza antagonista e contrastante del creato, ritrova nell’oro dell’aria la perduta armonia e tutto rilega nell’universo. SILVIA VENUTI Il tema degli Archetipi è estremamente affascinante perché al contempo libero e liberatorio. L’accesso al proprio inconscio motivato dallo spunto creativo è fonte di gioia profonda. Così, in questa disposizione felice, si sono automaticamente gene- rate nell’opera delle spirali, spirali che ho riconosciuto come chakra. A poco a poco dal vortice di base, della radice, sono risalita fino al chakra della corona. E i colori si sono caricati di valenze simboliche quale esigenza spirituale: l’azzurro come la via dell’Infinito, della vacuità e l’oro come la manifestazione del divino. Il movimento eli- coidale rappresentato sul lato sinistro della tavola traduce, in immagine, il processo di costante ascesi dell’anima. Le linee, le curve e le luci che attraversano lo spazio confermano le relazioni che, continuamente, interagiscono nella realtà fisica e meta- fisica. In questo lavoro penso di aver espresso la tensione all’armonia che mi abita, riaffermando che tutto è metafora di un’altra metafora e ancora metafora all’Infinito.
  • 19. COLOPHON ARCHETIPI Libro d’Arte, con una poesia di Arturo Schwarz, comprende gli artisti: Leo Nilde Carabba, Sergio Dangelo, Rebecca Forster, Ho Kan, Haukur Halldórson, Giovanni Leombianchi, Marco Magrini, Pino Manos, Vanna Nicolotti, Roberta Rocca, Silvia Venuti. Le pagine sono state stampate su carta Fabriano Artistico di cm 42X29,7 del peso di Gr.300/mq da Giovanni Leombianchi nel suo atelier con stampante digitale a 7 colori, punzonate con timbro a secco. L’edizione si compone di 42 esemplari così stabiliti: 30 in numeri arabi da 1 a 30 e 12 in numeri romani da I a XII tutti firmati dagli artisti che hanno ritoccato le immagini intervenendo con varie tecniche in ogni opera. Milano, ottobre 2012
  • 20. Progetto grafico di Bianchi Flavio Finito di stampare da Multimedia Publishing, Milano. Ottobre 2012